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#maturità 2021
micro961 · 14 days
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Danilo Di Florio - Il singolo “Radiohead”
Il brano del cantautore sugli stores digitali
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“Radiohead” è il nuovo singolo del cantante e compositore Danilo Di Florio, sui principali stores digitali e dal 20 marzo nelle radio in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali e di tendenza, che evidenziano la personalità dell’artista, figlia di una maturità artistica ormai strutturata e raggiunta a pieni voti. Melodie vincenti che entrano in testa sin dal primo ascolto, sui cui scivola l’interpretazione vocale di Danilo, autentica e sentita, che dona al tutto un forte impatto emotivo.
Il brano è l’immagine del rapporto conflittuale sia con la propria personalità che con l’altro da sé. È non solo la visione di un cambio generazionale, ma anche della riflessione sulla conoscenza, oggi, dell’immaginario sociale tra le varie realtà artistiche e musicali. È quando si chiede all’altro che genere di vita fa o che musica ascolta, la risposta è “non conosci neanche i Radiohead!”
Ascolta il brano
Storia dell’artista
Danilo Di Florio nasce il 30 luglio 1977 a Roma ma da sempre vive a Paglieta, un piccolo paese in provincia di Chieti. Cantante, musicista e compositore, sin da giovanissimo si avvicina dapprima alla chitarra e poi al pianoforte, ispirato dalle melodie e dai testi di storici cantautori italiani come Battisti, De Gregori, Dalla e Carboni. Durante i suoi primi anni di studi universitari alla facoltà di Lettere e Filosofia, Danilo Di Florio inizia invece a dar vita ai suoi primi testi e a comporre i suoi brani. Il 2001 segna l’inizio di una sua lunga ed incessante produzione musicale, che vede la luce nel primo studio diregistrazione di Danilo, realizzato in una piccola cantina di proprietà di famiglia. La parrocchia del paese funge poi da primo palcoscenico per questo cantautore, aneddoto che lui stesso ricorda con tenerezza e che inaugura una carriera live intensa a fortunata, che lo porta nel corso degli anni a calcare i palchi di numerose rassegne e festival musicali. Il 2004 e il 2005 vedono infatti la partecipazione di Danilo Di Florio allarassegna È tempo di musica italiana, dove si classifica rispettivamente al quarto e al secondo posto. Nel 2012 sarà poi ospite della quinta edizione del festival musicale Paglieta Live Contest, mentre il 2015 lo vede impegnato, oltre che in numerose serate live del “Scateniamoci-live tour 2015”, anche nella prestigiosa manifestazione nazionale Rock Targato Italia, un palco importante che ha visto fra gli altri la partecipazione diartisti del calibro di Timoria, Marlene Kuntz, Le Vibrazioni, Subsonica e Carmen Consoli.
Dopo il debut album “Scateniamoci” del 2015, nell’Aprile del 2016 esce per la label bolognese Areasonica Records il secondo lavoro discografico di Danilo Di Florio “Evitiamo i Sabati”, un album curato nei minimi dettagli e suonato dalla stessa band che lo accompagna nelle esibizioni live, nello stesso mese partecipa nuovamente a  Rock Targato Italia.Nel novembre 2016 partecipa al Tour Music Fest a Roma dove ottiene forti apprezzamenti da parte della giuria con la presentazione del singolo “Evitiamo i sabati”. Il 1° dicembre a Bologna presenta in anteprima, in versione acustica, con la nuova band, l’album “Evitiamo i Sabati”, riproposto poi nel music club Parco Diocleziano di Lanciano il 6 febbraio 2017 e il 6 maggio a Paglieta in un contest locale.
Durante l’estate 2017 partecipa come finalista al BIM MUSIC NETWORK, rassegna nazionale presieduta da Mogol. A novembre 2017 esce per la label Music Force “Il Migliore Dei Mondi Possibili”, terzo lavoro discografico per il cantautore abruzzese.
Nell’autunno del 2019 inizia un rapporto autentico di collaborazione con il noto produttore discografico David Marchetti, compositore della canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2002, “Doppiamente fragili” di Anna Tatangelo nella categoria giovani. A maggio 2021 è stato pubblicatoil quarto album in studio, “Facce nuove a colazione”
Dalla fine del 2021 sono state pubblicate in rete nuove tracce: “Stop”, “Se fosse un altro mondo” e, oltre alla distribuzione in rete, anche in rotazione radiofonica, con videoclip a seguito “Al di là dell’Universo” e “Le rondini”. In programmazione radiofonica, esce per l’estate 2022 il nuovo singolo “Fuori” e “Paola e le bombe” ai quali segue l’uscita di ulteriori brani inediti nel 2023 come “Dimenticare”, “Successo”, “Festa” “Diamoci del tu”. Il 26 gennaio 2024, esce il nuovo singolo, seguito da videoclip dal titolo “Radiohead”
Instagram: https://www.instagram.com/danilodiflorio/
Facebook: https://www.facebook.com/danilodiflorio.cantautore
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCyRbnqFtifHelz9_Vbd5upQ
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lamilanomagazine · 2 months
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Sanremo 2024: Amadeus supera sé stesso, la prima serata debutta con il 65,1% di share
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Sanremo 2024: Amadeus supera sé stesso, la prima serata debutta con il 65,1% di share. Con il 65.1% di share di media ieri, Amadeus batte sé stesso. E' il risultato più alto dal 1995, quando il Festival condotto da Pippo Baudo esordì con il 65.15% di share. Nel 2023 il festival, sempre guidato da Amadeus, aveva ottenuto nella prima serata una media del 62.5%, nel 2022 del 54.7%, nel 2021 del 46.6%, nel 2020 del 52.2%. Giunti alle 2 di notte arriva la prima classifica stilata dalla Sala Stampa: Loredana Bertè, Angelina Mango, Annalisa, Diodato, Mahmood è la top five. Cos'è successo durante la prima serata: Ad aprire la gara è stata Clara. A seguire, Sangiovanni, Fiorella Mannoia, La Sad, Irama, Ghali, Negramaro, Annalisa, Mahmood, Diodato, Loredana Bertè, Geolier, Alessandra Amoroso, The Kolors, Angelina Mango, Il Volo, Big Mama, Ricchi e Poveri, Emma, Nek e Renga, Mr Rain, Bnkr44, Gazzelle, Dargen D'Amico, Rose Villain, Santi Francesi, Fred De Palma, Maninni, Alfa, Il Tre. Non solo competizione, ma anche momenti di pura emozione come quello che ha regalato il grandissimo Marco Mengoni riproponendo Due Vite con cui ha vinto un anno fa, e a sorpresa ritorna all'Ariston Zlatan Ibrahimovic regalando una parentesi ilare e decisamente ironica. Commovente, la toccante lettera della mamma di Giogiò, il musicista di 24 anni dell'Orchestra Scarlatti Young, ucciso lo scorso agosto a Napoli. Cosa non ha funzionato? Forse la sferzata di comicità, le gag e le istantanee apparizioni di Fiorello non sono riuscite a rinvigorire più di cinque ore di diretta. "Ama, pensati libero. È l'ultimo", gli ha scritto Ciuri su un telo davanti l'Ariston, ma questa volta Chiara Ferragni, non risulta essere pervenuta. L'esibizione che più ha destato meraviglia è da considerarsi quella dell'artista figlia d'arte, Angelina Mango; capace d'infuocare la scena con "La noia". Nonostante la giovane età ha mostrato una maturità artistica tale da consentirle di cavalcare il palco con sicurezza e convinzione, la sua canzone rimane in testa fin dai primi minuti. Verso il finale di serata: Si procede verso il finale, passata l'una, Dargen D'Amico coinvolge il pubblico con la sua onda alta. Nel salutare il pubblico, dopo aver cantato, lancia un messaggio dal palco: "In questo momento nel mar Mediterraneo ci sono bambini sotto le bombe senza acqua e cibo. Il nostro silenzio è corresponsabilità. La storia e Dio non accettano la scena muta. Cessate il fuoco". Questa sera, mercoledì 8 febbraio lo spettacolo continuerà con una co-conduttrice abile nell'intrattenersi sul palco sanremese, Giorgia; sicuramente regalerà momenti memorabili con il suono della sua voce.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 5 months
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Don Carlos alla Scala di Milano
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La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala partirà giovedì 7 dicembre alle 18 con Don Carlos di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come sempre lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3, inoltre la Prima sarà preceduta domenica 3 dicembre dall’Anteprima per gli Under30 e seguita fino al 2 gennaio da 7 rappresentazioni tutte esaurite. L’opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008 verrà diretta dal Direttore Musicale Riccardo Chailly sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. Un protagonista di non minore rilievo sarà il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi, le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón. La vicenda, ambientata alla fine del Cinquecento in Spagna vede Don Carlos, l'infelice erede al trono, segretamente innamorato della matrigna Elisabetta, figlia del re di Francia. Ma la principessa di Eboli, dama di compagnia della regina, scopre tutto e denuncia i due all'Inquisizione. Il re Filippo, per salvare il figlio e erede, chiede aiuto all'Inquisitore che però gli chiede in cambio di incastrare il marchese di Posa, da sempre caro amico di Carlos. L'accordo riesce e il marchese viene ucciso mentre Carlos riesce a fuggire dalla prigione del palazzo reale. Tuttavia Filippo decide di uccidere i due amanti, ma un monaco misterioso salva la vita di Carlos, che scompare per sempre dal mondo. Per Riccardo Chailly Don Carlos sarà il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di Stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov nel 2022, ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021. Chailly inoltre ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Zeffirelli il 7 dicembre 2006.  Nel suo nuovo approccio a Don Carlos, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 in un allestimento di Willy Decker, il Maestro torna alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi. Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Inoltre con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata …A riveder le stelle del 7 dicembre 2020, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 5 months
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Scala: il 7 dicembre 2023 Prima con Don Carlo, cast stellare e mega produzione
(Adnkronos) - La Stagione 2023/2024 del Teatro alla Scala si apre giovedì 7 dicembre, alle ore 18, con Don Carlo di Giuseppe Verdi nella versione approntata dal compositore per la Scala nel 1884. Come ogni anno lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in diretta televisiva su Rai1 e radiofonica su Radio3. La prima della Scala La Prima sarà preceduta domenica 3 dicembre dall'Anteprima per gli Under30 e seguita fino al 2 gennaio da 7 rappresentazioni tutte esaurite. L'opera, che ha inaugurato la Stagione nel 1868, 1878, 1912, 1926, 1968, 1977, 1992 e 2008, sarà diretta dal direttore musicale Riccardo Chailly sul podio dell'Orchestra del Teatro alla Scala con un cast che schiera Francesco Meli come Don Carlo, Anna Netrebko come Elisabetta di Valois, Michele Pertusi come Filippo II, Elīna Garanča come Principessa d’Eboli, Luca Salsi come Marchese di Posa e Ain Anger come Grande Inquisitore. Protagonista di non minore rilievo il Coro del Teatro alla Scala diretto da Alberto Malazzi. Le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Franca Squarciapino, le luci di Pascal Mérat, i video di Franc Aleu e la coreografia di Nuria Castejón. Per il maestro Riccardo Chailly, Don Carlo è il compimento di una riflessione sul potere estesa su tre inaugurazioni di Stagione, dopo Macbeth di Verdi nel 2021 e Boris Godunov nel 2022. Come scrive Michele Girardi, vi è una relazione evidente «tra le tematiche trattate nel Boris Godunov di Musorgskij e nel Don Carlos di Verdi, cioè le logiche spietate dei detentori di un potere assoluto che disintegra l'aspirazione alla felicità individuale e collettiva degli oppressi». Ma si tratta anche di un ritorno al Verdi della maturità dopo le tre inaugurazioni dedicate all’evoluzione delle opere giovanili con Giovanna d’Arco nel 2015, Attila nel 2018 e Macbeth nel 2021 (Chailly peraltro ha proposto anche Aida in forma di concerto nel 2020, dopo averla diretta nell’allestimento di Zeffirelli il 7 dicembre 2006). Un "nuovo" Don Carlo Nel suo nuovo approccio a Don Carlo, che aveva diretto ad Amsterdam nel 2010 in un bell’allestimento di Willy Decker, il maestro Chailly torna con la memoria alle edizioni dirette da Claudio Abbado nel 1968 e 1977, di cui aveva seguito le prove, ma fa riferimento anche allo studio diretto dei manoscritti messigli a disposizione da Ricordi. Come nell’edizione di Abbado, si ascolterà l’introduzione al monologo di Filippo affidato alla fila dei violoncelli secondo partitura e non al violoncello solo come spesso avviene. Con i complessi scaligeri Riccardo Chailly ha recentemente diretto la scena di Filippo con Ildar Abdrazakov nella serata "…a riveder le stelle" del 7 dicembre 2020, l’aria di Elisabetta in concerto con Anna Netrebko e il coro del II atto in disco e in tournée. Don Carlo torna al Teatro alla Scala per la prima Una grande produzione che rispecchia la doppia natura di dramma storico e manifesto romantico dell’originale schilleriano mettendo in luce gli straordinari artisti e artigiani che operano nei laboratori del Teatro. Un impianto scenico unico si trasforma senza interrompere lo svolgimento dell’azione nei diversi spazi previsti dal libretto grazie alla spettacolare alternanza di colossali elementi scenografici. Verdi propone i temi a lui cari della libertà dei sentimenti, della difficile relazione tra padri e figli e della liberazione dei popoli oppressi sullo sfondo del conflitto tra il potere temporale e quello religioso. Per rendere l’atmosfera sospesa tra ambiente ecclesiastico e secolare il regista Lluís Pasqual e lo scenografo Daniel Bianco hanno fatto riferimento all’uso dell’alabastro nelle finestre degli edifici religiosi ma anche civili e in particolare alla grande finestra della Collegiata di Santa María La Mayor nella città spagnola di Toro. Una grande torre di alabastro è inquadrata in un sistema di cancellate che anch’esse ricorrono nell’architettura religiosa quanto in quella civile. La scena permette di ritagliare nei grandi spazi del palcoscenico i numerosi momenti di intimità e di isolamento che punteggiano la tragedia. Dietro le quinte dello spettacolo Don Carlo ci porta dietro le quinte dello spettacolo del potere: anche l’autodafé, cerimonia abbagliante e macabra di autorappresentazione dell’assolutismo, non troppo diversa dai meccanismi della propaganda di oggi, è mostrata soprattutto nel momento della preparazione e solo pochi minuti sono riservati alla 'festa' nella sua magniloquente esteriorità. Qui campeggia un colossale retablo dorato e finemente istoriato. Questi spazi sono animati dal pittoricismo dei costumi di Franca Squarciapino, che riprendono l’abbigliamento rappresentato nella ritrattistica del tempo ma lo alleggeriscono nella scelta dei materiali, garantendo facilità di movimento e una certa romantica vitalità ai personaggi. L'impianto è documentato ma non necessariamente filologico: pur collocati nella loro epoca, i protagonisti rappresentano emozioni e caratteristiche umane presenti in ogni tempo. Il colore prevalente è il nero, non inteso come espressione di mortificazione o di lutto ma come esibizione di potere e ricchezza: nel ‘500 velluti e broccati neri erano tra le stoffe di maggior pregio. La prima assoluta La prima assoluta di Don Carlos ha luogo all’Opéra di Parigi (che aveva allora sede nella Salle le Péletier che sarebbe stata distrutta da un incendio nel 1873) l’11 marzo 1867. È la terza opera scritta da Verdi per la Francia dopo Jérusalem (riscrittura del 1847 dei Lombardi alla prima Crociata) e Les Vêpres Siciliennes (1855). Il libretto francese di Joseph Méry e Camille du Locle è tratto dalla tragedia di Friedrich Schiller Don Karlos, Infant von Spanien andata in scena ad Amburgo nel 1787. L’opera, commissionata in occasione della seconda Esposizione Universale di Parigi (il direttore dell’Opéra, Jules Perrin, aveva proposto Don Carlos oppure Cleopatra dal Giulio Cesare di Shakespeare; Verdi aveva pensato a Re Lear ma soprattutto a El zapatero y el Rey di Zorilla prima di risolvere per Schiller), era in cinque atti con balletto secondo l’uso della “grande boutique” e proclamava i valori della libertà personale e politica contro l’oppressione dell’assolutismo religioso e statuale. Angelo Mariani dirige Don Carlo La prima italiana segue di pochi mesi quella parigina: Angelo Mariani dirige Don Carlo, con libretto tradotto in italiano da Achille de Lauzières, a Bologna il 27 ottobre, protagonista Teresa Stolz. La Stolz è Elisabetta anche nella prima dell’opera al Teatro alla Scala, diretta da Alberto Mazzucato il 25 marzo 1868: si eseguono i cinque atti in lingua italiana con il balletto. La stessa versione in cinque atti e ballabili inaugurerà la Stagione scaligera il 26 dicembre 1868, sul podio Eugenio Terziani, e il 26 dicembre 1878, direttore Franco Faccio. Nel frattempo, per la prima al Teatro di San Carlo di Napoli nel 1872 Verdi aveva modificato il duetto tra Filippo II e il Marchese di Posa e scorciato il duetto finale tra Carlo ed Elisabetta. Il lavoro di rimaneggiamento riprende e si intensifica insieme a Du Locle per la versione francese di Vienna nel 1882 (“a Vienna – scrive Verdi – i portinai chiudono la porta principale delle case le opere lunghe si amputano ferocemente dal momento che mi si dovevano amputare le gambe ho preferito affilare e adoperare io stesso il coltello”) e si conclude per la produzione in lingua italiana del 1884 al Teatro alla Scala. I tagli di Verdi Qui Verdi opera non solo una serie di tagli, ma un ripensamento profondo della struttura e in certo modo della natura stessa dell’opera: sopprime l’intero primo atto (ovvero l’antefatto che narra lo sbocciare della passione tra Carlo ed Elisabetta nella foresta di Fontainebleau); riscrive i duetti Carlo-Rodrigo e Filippo-Rodrigo dell’atto secondo; sostituisce l’inizio dell’atto terzo con un preludio e sopprime il successivo balletto; riscrive gran parte della scena Filippo-Elisabetta dell’atto quarto col successivo Quartetto; abbrevia il finale quarto, a partire dalla morte di Rodrigo; riscrive e abbrevia la conclusione dell’atto quinto. Ne emerge un dramma nuovo, più sintetico e agile, in cui il fattore politico e la figura di Filippo II prevalgono su quello psicologico/sentimentale e sui personaggi di Carlo ed Elisabetta. Nata da necessità pratiche, la revisione finisce per rispecchiare la propensione di Verdi alla stringatezza drammatica: “i tagli – scrive – non guastano il dramma musicale, anzi accorciandolo lo rendono più vivo”. Storia e fascino, cos'è il Don Carlo rappresentato alla futura prima della Scala? Nel 1886 Verdi approva, pur senza esservi intervenuto personalmente, una nuova versione proposta a Modena, che ripristina il primo atto secondo l’edizione Ricordi facendolo seguire dagli altri quattro come ridisegnati nell’edizione scaligera del 1884. La prima dell’opera al Piermarini risale al marzo 1868, seguita dalle prime due inaugurazioni di stagione nel dicembre dello stesso 1868 e dieci anni più tardi e quindi dalla prima assoluta della versione in quattro atti nel 1884. Nei decenni successivi Don Carlo appare nei cartelloni con scarsa frequenza: Tullio Serafin dirige l’edizione in quattro atti nel 1912, Arturo Toscanini nel 1926 e 1928 sceglie i cinque atti. In seguito sceglieranno i quattro atti Fernando Previtali (1947), Antonino Votto (1952 e 1954 con Maria Callas come Elisabetta), Gabriele Santini nel 1960 e 1963. Il Don Carlo alla Scala di Milano Don Carlo torna a inaugurare la Stagione nel 1968, sempre in quattro atti, con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Jean-Pierre Ponnelle. Il cast comprende Rita Orlandi Malaspina (poi anche Raina Kabaivanska, già presente insieme a Leyla Gencer nel 1963), Bruno Prevedi, Fiorenza Cossotto, Piero Cappuccilli e Nicolai Ghiaurov. Lo spettacolo sarà ripreso nel 1970 con importanti novità nel cast, tra cui Plácido Domingo e Shirley Verrett. Per la Stagione del Bicentenario del 1978, che si snoda senza soluzione di continuità dal 7 dicembre 1977 al 1979, Abbado propone la versione in cinque atti in una storica produzione di Luca Ronconi con le scene di Damiano Damiani e due cast straordinari: Mirella Freni e Margaret Price come Elisabetta, José Carreras e Plácido Domingo come Don Carlo, Nicolai Ghiaurov e Evgeni Nesterenko come Filippo II, Piero Cappuccilli e Renato Bruson come Posa, Elena Obrazstova come Eboli. La passione abbadiana per l’opera si arricchisce di un ulteriore capitolo con l’incisione per Deutsche Grammophon con i complessi scaligeri dell’originale francese in cinque atti, completa in appendice delle parti soppresse da Verdi tra cui il “ballo della Peregrina”. Nel cast Plácido Domingo, Katia Ricciarelli, Ruggero Raimondi, Nicolai Ghiaurov, Lucia Valentini Terrani e Leo Nucci. I grandi direttori d'orchestra È Riccardo Muti nel 1992 a riportare Don Carlo al 7 , nella versione in quattro atti sfarzosamente portata in scena da Franco Zeffirelli con Luciano Pavarotti, Daniela Dessì, Samuel Ramey, Luciana D’Intino e Paolo Coni. Nel 2008 Daniele Gatti dirige la prima Anteprima Under30 il 4 dicembre e quindi inaugura la Stagione con una versione integrale delle versioni in 5 e 4 atti in italiano a cura di Ursula Günther, inclusiva degli inediti. La regia è di Stéphane Braunschweig, cantano Stuart Neill, Fiorenza Cedolins, Ferruccio Furlanetto, Dolora Zajick, Dalibor Jenis e Anatoli Kotscherga. Lo spettacolo viene ripreso nel 2013 con Fabio Luisi sul podio ma gli atti diventano quattro; in palcoscenico Fabio Sartori, Martina Serafin, René Pape, Ekaterina Gubanova, Massimo Cavalletti e Štefan Kocán. Ancora in cinque atti in italiano l’ultima apparizione scaligera del titolo, nel 2017 nell’allestimento salisburghese di Peter Stein con Myung-Whun Chung e il debutto di Francesco Meli come Don Carlo al Piermarini insieme a Krassimira Stoyanova, Ferruccio Furlanetto, Ekaterina Semenchuk, Simone Piazzola e Orlin Anastassov. [email protected] (Web Info) Read the full article
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giancarlonicoli · 7 months
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22 set 2023 10:14
IL VEZZO PICCOLO-BORGHESE DI FARSI CHIAMARE "DOTTORE" – IL PRESIDENTE USCENTE DI CONFINDUSTRIA, CARLO BONOMI, PUR NON ESSENDO LAUREATO, SI È FIRMATO COME “DOTTORE” IN ALCUNI DOCUMENTI UFFICIALI DELL'ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI – E IL SUO VICE, ALBERTO MARENGHI, ANCHE LUI SENZA LAUREA, HA MOSTRATO DI AVERE LO STESSO VIZIO NELL'ASSEGNARSI UN TITOLO CHE NON GLI SPETTA… -
Estratto dell’articolo di Salvatore Cannavò per “il Fatto quotidiano”
Carlo Bonomi, come già rivelato dal Fatto, non è laureato, ma esistono documenti in cui si qualifica “dottore”. A questo punto il problema non è più solo la nomina a presidente dell’Università Luiss (di proprietà di Confindustria) alla quale aspira, ma le possibili sanzioni verso questo comportamento.
Il codice penale all’articolo 498, prevede che “chi si arroga dignità o gradi accademici, titoli, decorazioni o altre pubbliche insegne onorifiche” incappa nella “sanzione amministrativa pecuniaria da centocinquantaquattro euro a novecentoventinove euro”. Fino al 1999 la sanzione sarebbe stata penale, ma il reato è stato depenalizzato.
Bonomi non ha esitato ad apporre la sua firma, preceduta dal titolo “dott.” in calce a un “Accordo di collaborazione per la diffusione della normazione tecnica presso le organizzazioni imprenditoriali” (che il Fatto ha consultato) siglato tra Confindustria e Uni, Ente italiano di normazione, a Milano il 25 novembre 2021. La firma, apposta in stampatello, è stata confermata digitalmente da Bonomi il 17 dicembre 2021.
Al di là di contenziosi giudiziari, però, si potrebbe porre il problema dentro la stessa Confindustria. La Carta dei valori, infatti, favorisce “comportamenti improntati all’etica e trasparenza, fondati su integrità, correttezza, lealtà, equità, imparzialità” etc. L’elezione a cariche interne, poi, secondo il Codice di condotta, prevede la “piena aderenza ai principi e agli impegni contenuti nel Codice etico” e si prevede la remissione del mandato in caso di “azioni lesive per il sistema e per la sua immagine”.
[...] La Luiss compatta non vuole Bonomi il quale potrebbe addirittura nominarsi da solo presidente di ALuiss, l’associazione che governa l’università per poi automaticamente divenirne presidente. Per questo sta premendo sull’attuale presidente, Vincenzo Boccia, affinché convochi il Consiglio di ALuiss, ottenendone finora il secco rifiuto.
Nei giorni scorsi è circolata l’ipotesi che al posto di Bonomi fosse avanzata la candidatura di Alberto Marenghi, attuale vicepresidente di Confindustria e braccio destro del presidente. Dai curriculum vitae di Marenghi, però, risulta che anche lui possieda solo la maturità classica conseguita nel 1996 presso il liceo B. Spagnoli di Mantova. Ma il 22 luglio 2021, a nome del General Management Office di Confindustria Servizi firmava il documento di Sostenibilità interno. Con la qualifica di “Dr.”. A quanto pare è un vizio.
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notiziariofinanziario · 7 months
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L' Intelligenza Artificiale Generativa può guidare una crescita sostenibile di fronte alle sfide contemporanee
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Il primo semestre 2023 si è assistito a un rinnovato entusiasmo per gli investimenti tecnologici. Il merito di questa rinascita si deve in gran parte all’Intelligenza Artificiale Generativa, vista come tendenza dominante che può guidare una crescita sostenibile di fronte alle sfide contemporanee. Non è però l’unico trend, poiché altri 14 (dal Web3 alla connettività avanzata, dalla realtà immersiva al quantum computing) rimangono di forte attualità, seppure con alterne fortune dal punto di vista degli investimenti e delle ricerche di lavoro correlate. AI generativa, una tecnologia in continua crescita La ricerca del McKinsey Technology Council si pone come uno strumento al servizio dei manager aziendali affinché possano pianificare in anticipo le loro prossime mosse alla luce dei casi d’uso resi possibili da tecnologie di frontiera come l’AI generativa. Per questo, oltre a esaminare gli aspetti meramente quantitativi dell’innovazione, lo studio si sofferma anche sulla dimensione del “talento”. È in questa chiave che fornisce una disamina su domanda e offerta dei profili che riguardano ciascuna tendenza tecnologica. Sebbene tutti quelli collegati ai 15 trend del report risultino in crescita (con l’unica eccezione della bioingegneria, che presenta un calo del -19% tra il 2021 e il 2022), è la Generative AI che registra le performance più elevate. L’incremento della domanda di professionisti in questo campo è stato pari a un +44%. Inoltre nello stesso periodo considerato, cioè dal 2021 al 2022, l’interesse per l’argomento (misurato da notizie e ricerche su Internet) è triplicato. Tanto che si prevede che il suo valore economico possa arrivare a raggiungere i 4,4 trilioni di dollari. Il che non significa che vadano trascurate le tecnologie sottostanti all’Intelligenza Artificiale e al Machine Learning industrializzato. Tutt’altro. Non solo Intelligenza Artificiale, i trend tecnologici del 2023 Nonostante la contrazione degli investimenti nella maggior parte delle tendenze tecnologiche analizzate, in termini assoluti nel 2022 hanno comunque superato il trilione di dollari. Alcuni ambiti, poi, come le Trust Architectures e i sistemi di identità digitale sono cresciuti di quasi il 50% sull’onda dell’importanza assunta oggi da tematiche come sicurezza, privacy e resilienza. D’altra parte, il calo degli investimenti in segmenti come l’Applied AI, la connettività avanzata, il Cloud e l’Edge Computing si spiegano con la raggiunta maturità di queste tecnologie. Senza dimenticare che, man mano che alcune innovazioni diventano più redditizie, spesso la loro espansione tende a coincidere con investimenti marginali inferiori. Ne deriva che le organizzazioni non dovrebbero concentrarsi esclusivamente sulle tecnologie che stanno attirando più attenzione e risorse. Al contrario, dovrebbero puntare a un portafoglio di soluzioni che supportano casi d’uso pertinenti al proprio business. Ad esempio, se si pensa all’Edge Computing sono stati identificati oltre 400 casi d’uso in vari settori e si calcola che questa tecnologia avrà un aumento a due cifre a livello globale nei prossimi cinque anni. O, ancora, altre come il Quantum Computing continuano a evolversi, lasciando presagire un notevole potenziale per la creazione di valore. La ricerca di McKinsey aggiornata al 2023 mostra che automotive, industria chimica, servizi finanziari e scienze della vita sono i quattro settori che probabilmente otterranno i maggiori benefici dal calcolo quantistico, con una previsione del giro d’affari che oltrepassa il trilione di dollari. La sfida del talento per le aziende che vogliono competere Che si tratti di tecnologie consolidate o ancora in fase di sperimentazione, la differenza per lo sviluppo del vantaggio competitivo delle aziende la farà il talento. È la sua mancanza, infatti, l’ostacolo principale alla crescita, secondo McKinsey. Un’evidenza confermata dall’ampio divario tra la domanda di profili con le competenze necessarie per sfruttare le tecnologiche al passo con i tempi e la loro effettiva disponibilità. Su 3,5 milioni di offerte di lavoro relative alle 15 tendenze tecnologiche prese in esame nel report, molte delle competenze più richieste hanno meno della metà dei professionisti qualificati rispetto alla media globale. E questo nonostante tale tipologia di offerta sia cresciuta a un ritmo del 15% tra il 2021 e il 2022, a fronte di un calo generalizzato del 13% di tutti gli altri comparti. Se si guarda all’Intelligenza Artificiale applicata e allo sviluppo software di prossima generazione, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022 è stato pubblicato quasi un milione di offerte di posti di lavoro. Uno scenario che evidenzia qual è la sfida odierna delle aziende. Senza dimenticare che nel prossimo decennio, dal 20 al 30% del tempo trascorso dai lavoratori potrebbe essere trasformato dalle tecnologie di automazione, portando a significativi cambiamenti nelle skill richieste. Ecco perché, oltre al costante interesse per l’AI Generativa non si può trascurare l’importanza per tutte le tecnologie sottostanti, insieme alle figure professionali in grado di utilizzarle con profitto nei contesti aziendali. Read the full article
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uominiedonneblog · 1 year
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Biografia Stella Egitto attrice di teatro, televisione e cinema
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Conosciamo ora Stella Egitto la bella attrice siciliana che è nata a Messina precisamente il 6 ottobre del 1987. Anche se si è trasferita ben presto nella capitale.
Vita Privata Stella Egitto.
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Cerchiamo quindi di comprendere chi sia la bella Stella Eitto con la sua biografia personale. Come vi dicevamo l'attrice è nata a Messina nel 1987 ed appena 15 enne si è trasferita nella capitale Roma. Purtroppo ha perso il padre quando aveva solamente 11 anni e la cosa l'ha segnata profondamente , ma a quanto pare al tempo stesso è stata anche la molla che ha spinto Stella Egitto ad intraprendere la strada della recitazione in quanto i testi treatrali le hanno permesso di evadere con la mente da quel dolore insopportabile, come da lei stesso dichiarato alla rivista Elle. Sempre l'attrice dichiara che si è avvicinata al mondo del teatro anche per merito del suo preofessore liceale. Una volta conseguita la maturità classica l'attrice ha quindo deciso di iscriversi all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, finito il percorso accademico quindi ha fatto altri corsi a Roma , Milano e infine negli Stati Uniti. Tutto questo molto per merito della madre che l'ha sempre spronata ad andare avanti per questa strada. Oggettivamente non sappiamo dirvi molto altro della sua vita privata, infatti è molto riservato. Tempo fa ha dichiarato di essere fidanzata, ma non ha mai svelato chi sia il suo lui. E ad oggi nonostante sia data ancora per fidanzata rimane un rebus. Carriera Attrice. Il suo debutto avviene da giovanissima appena 17 enne con lo spettacolo Dios Nusos che proprio il suo lancio nel mondo del teatro che la mette in mostra come talento in discesa. Da Allora possiamo dire che la sua carriera è veramente in discesa. In fatti nel 2005 la ritroviamo in Tesmoforiazuse, nel 2007 in Aminta, l'anno successivo con After Juliet , le ultime settime parole di Caravaggio dal 2009 e confermata nel 2010, il rompiballe nel 2012 , poi Re Lear nel 2016, la ritroviamo quindi in per Ofelia nel 2017 e nel 2021 Follia. Ma la carriera di Stella Egitto non è fatta solamente di Teatro , infatti parallelamente alla carriera teatrale , ha fatto anche molta televisione, fra cui citiamo la nona stagione di Distretto di Polizia e nella serie Squadra Antimafia - Palermo Oggi, mentre nel 2018 la ritroviamo in Romanzo Siciliano e il Commissario Montalbano. Insieme alla carriere del piccolo schermo e teatrale la troviamo anche al cinema con In guerra per Amore, Codice Karim da Netflix , Mio fratello , Buongiorno mamma. Inoltre sempre l'attrice siciliana è stata la protagonista di molte campagne di brand pubblicitari come Sanpellegrino, Mercedes, Lexus, Peroni e altri ancora. A Roma è inoltre amica di Nicole Murgia
Scheda Biografia Stella Egitto
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- Nata a Messina - Nata il 06-10-1987 - Residente a Roma - Altezza 1,70 - Peso 52 Kg circa - Capelli castano scuri - Occhi marroni - Segno Zodiacale Bilancia - Tatuaggi non ha tatuaggi visibili - Professione attrice - Pagina Instagram Stella Foto Queste le foto più belle che abbiamo trovato della bella attrice siciliana Stella Egitto
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pensier--idite · 1 year
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Non ho mai scritto più niente qua sopra dopo i 10 giorni dalla nostra rottura definitiva. Avrei voluto scrivere ogni giorno, ma decisi di concentrarmi sullo studio per la maturità, sulle vacanze, su qualsiasi altra cosa non fossi tu.
Nonostante in quel periodo io abbia avuto tantissimi svaghi, impegni e divertimenti che mi hanno aiutata tantissimo a non pensarti, è stato difficile mantenere il cosiddetto "pugno di ferro" per non scriverti, non risponderti quando eri tu a scrivermi e andare dritta verso quella che era la mia decisione: non ricascare nelle tue braccia.
Ho passato l'estate a divertirmi e a "ripulirmi" da tutte quelle energie cattive che avevamo accumulato attraverso i nostri continui litigi. Non avevo assolutamente la testa di impegnarmi ne tantomeno di conoscere nuove persone.
Nonostante tutto una persona l'ho conosciuta, inizialmente non c'era nessun interesse ne tantomeno malizia da parte mia. Ci siamo conosciuti senza alcun impegno, volevo godermi il momento, non pensavo a lungo termine, non pensavo minimamente ad un fidanzamento; c'era un'interesse caratteriale e l'ho coltivato, senza pretese e senza aspettative. Volevo prenderla come veniva.
Mai mi sarei aspettata che quella persona diventasse quello che ad oggi definisco il mio fidanzato da quasi 3 anni e mezzo. Tutto è nato per caso, non è stato un chiodo schiaccia chiodo, ci è voluto molto tempo per ufficializzare la cosa realmente perché è nato tutto con estrema calma e, ripeto, senza aspettative. Con lui sto bene, non litighiamo quasi mai, mi vuole bene, mi tratta bene, andiamo d'accordo e, soprattutto, ha la mia stessa visione su molti aspetti della vita, soprattutto per quanto riguarda le relazioni. Ciò che ci lega tanto è proprio il nostro essere molto simili nelle relazioni amorose: ci fidiamo, siamo liberi, non ci imponiamo nulla, non siamo gelosi, non siamo appiccicosi.
Ma non voglio parlare di lui adesso, bensì di te.
Da quando ci siamo lasciati non ci siamo mai visti tanto spesso. All'inizio ci beccavamo ogni tanto a via Toledo o sui quartieri, poi per molto non ci siamo visti siccome non si usciva a causa del del covid; tempo dopo ti ho visto l'ultima volta a settembre 2021 ad hellheaven. Da quel settembre non ti ho più rivisto per un anno, manco per sbaglio, manco uno sguardo, manco di sfuggita. Scomparso. Quest'anno, invece, ti ho visto in innumerevoli occasioni. Ti vedo ogni volta che vado a ballare, ma non solo, diciamocela tutta...beccarsi in un locale non è così difficile, nonostante possa essere pieno, ci sono più probabilità di vederci. Ma ultimamente ti becco sui quartieri, sotto la metro, a via Toledo, mentre attraversi la strada...è come se fosse destino.
Da quando ci stiamo beccando più spesso la mia mente non smette di pensarti. Non riesco.
Vederti generalmente non mi ha mai fatto questo effetto, o meglio...ho sempre provato nostalgia nel vederti, mi assaliva una leggera tristezza che però, dopo poco, andava via. E continuavo con la mia vita pensandoti solo raramente. Tra l'altro credo che pensare di tanto in tanto ad una persona che per te è stata importante sia più che normale.
Ma in questo ultimo periodo non ti penso raramente, ti penso sempre. Ti sogno la notte. Tutto ciò è partito da quando ti ho rivisto a venus a novembre la prima volta, da lì ti vedo ovunque, ti sogno e ti penso.
Mi chiedo cosa fai? come stai? come passi il tempo? Stai lavorando? Ti diverti? Mi pensi mai? Mi odi? Che effetto ti fa vedermi per caso in un locale o in mezzo alla strada? Tutto questo non posso saperlo se non chiedendotelo, ma non posso.
Non posso perché butterei all'aria tutto quello che abbiamo costruito in questi anni che siamo stati distanti. Io non so tu cosa hai costruito, non so se stai meglio o peggio, non so se tu sia migliorato o peggiorato. Ma so tutto quello che ho fatto io. Ho iniziato a studiare seriamente, mi sono impegnata, mi sono laureata, sto portando avanti una relazione sana, ho tenuto strette le mie vere amicizie, ho capito di chi non fidarmi, ho provato sport diversi, ho fatto viaggi, ho riso, ho pianto, ho urlato, ho litigato e fatto pace. Ho costruito un rapporto migliore con mia mamma e forse uno peggiore con mio padre, ho visto la mia famiglia sgretolarsi in altri mille pezzi, ho perso persone che amavo, ho sperato, ho iniziato a lavorare...
Sto costruendo la mia vita e il mio futuro a piccolissimi passi, ancora tanto incerti, ma curiosi per ciò che mi aspetta e fiduciosi che la vita non possa far altro che sorridermi, che tutto possa andare per il verso giusto, che possa realizzarmi e sentirmi appagata.
Non sai quanto vorrei raccontarti tutto ciò e quanto vorrei che tu mi raccontassi di te. Ormai siamo estranei. Ma sento un legame indissolubile ogni volta che i nostri occhi si incrociano per quel millesimo di secondo. So che lo senti anche tu. Io lo sento anche a distanza, sento delle strane vibrazioni, non so neanche spiegarlo. Non so come spiegarmelo.
Perché dopo quasi 4 anni mi sta nascendo tutto ciò? Perché non prima? Non mi sei mai stato indifferente per ogni volta che ti ho incrociato, ma adesso, sarà che ci stiamo vedendo più spesso, la nostalgia è fortissima e a volte, se ti penso, sento un nodo alla gola, un vuoto nello stomaco e le lacrime agli occhi. Vorrei capire cosa è.
Sento che c'è qualcosa di incompleto tra di noi e lo sto scrivendo piangendo nel mio letto.
Non so se questa incompletezza che sento è solo dettata dalla forte nostalgia e dal bene che provo nei tuoi confronti, dal desiderio che provo di poter fare una chiacchiera matura dopo quattro anni. Vorrei poter mettere un punto vero sole cose. Vorrei potermi perdonare per ciò che ho fatto. Vorrei che ci capissimo.
Penso se ti avessi risposto meglio nel 2020 ai tuoi tentativi di vederci, cosa sarebbe successo? Penso se avessi risposto al tuo "mi manchi" su Instagram, cosa sarebbe successo? Sai bene che visualizzare non è da me, ma la paura di risponderti era tantissima. Tra l'altro essendo fidanzata non mi sembrava giusto risponderti e soprattutto aprire qualche speranza in te.
Questo è quello che mi blocca più di tutto. So che ultimamente mi pensi di più anche tu. Qualche settimana fa sei passato sul mio profilo.
Non voglio illuderti, non voglio aprire speranze, non voglio che rifiuti il mio invito o che mi visualizzi, non voglio scriverti perché sono fidanzata...
Ho il caos nella mia testa, vorrei le risposte ai miei sentimenti.
L'unica cosa che so è che la nostra relazione, seppur breve, è stata bellissima e tormentata (per motivi interni ed esterni alla coppia), mi ha lasciato un segno sulla pelle che non andrà mai più via. Tu per me resti sempre tu.
Sei speciale e per sempre lo sarai nel mio cuore, dove ti custodisco con tutto il brutto ed il bello che c'è stato.
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scienza-magia · 1 year
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Quanto l'amore di cui ha bisogno un figlio
Padri, madri e troppe ingiustizie. Ma un figlio di chi è figlio? Di chi è figlio un figlio? Non sembra neanche una domanda seria tanto la risposta è ovvia, per chi sa “come nascono i bambini”. Un uomo ha dato il suo seme vitale, una donna ha dato il suo ovulo vitale, e ha tenuto in grembo e partorito il figlio. Il figlio comune, nuova identità umana che è fusione delle due identità generanti. Così dice la natura, e la natura non dice bugie. Si viene al mondo così, e chiunque giunge alla spiaggia della vita vi giunge da figlio, generato da un padre e da una madre. Eppure la domanda “di chi è figlio un figlio” può far pensosa la risposta se si fa mente all’intenso significato relazionale della paternità e della maternità nel vissuto durevole, nonché al grande orizzonte concettuale della parola “generare”, non ridotta all’istante fusionale della prima scintilla, ma estesa alla crescita della vita, alla sua fioritura, alla sua maturità. È questo che integra la generazione “secondo il sangue” con la generazione “secondo il cuore”. Il luogo naturale dove ciò avviene è la famiglia.
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Non tutto, nella vita concreta, riesce come natura vorrebbe. A volte per sventura di cui nessuno ha colpa, come nei casi di orfanità precoce; a volte per conflitti familiari di cui i figli scontano il dolore, o per trascuranza o abbandono; in casi rari e gravi sono i giudici a toglierli ai genitori, e a cercare altri che facciano da genitori (adottivi) agli abbandonati. I quali dunque son chiamati ancora “figli”, e per la legge son figli eguali in tutto ai figli di sangue. Del resto, per la legge di famiglia la relazione tra figli e genitori, che secondo natura è univoca, per il diritto non è automatica: madre del figlio è colei che partorisce, ma una madre può partorire in segreto in un ospedale e chiedere di non essere nominata, e per la legge non diventa madre; padre del figlio è secondo norma l’uomo che lo riconosce, oppure l’uomo che non lo disconosce se è coniuge della madre partoriente. Ma vi sono mancati disconoscimenti, e riconoscimenti non veritieri, che dissociano lo status giuridico genitoriale dalla verità naturale. E poiché il figlio ha anche lui qualche diritto, sul punto del conoscere le proprie origini, sorgono talvolta controversie giudiziali di amaro sapore e dolore, per cucire un punto d’incontro tra la verità naturale e una realtà difforme ma consolidata. La Corte costituzionale, con la sentenza 127 del 2020, per un caso di falso riconoscimento di figlio poi ritrattato, ha detto che il giudice deve bilanciare il favor veritatis con l’interesse del figlio all’identità collegata anche ai «legami affettivi e personali sviluppatisi all’interno della famiglia». Ma c’è un’ipotesi in cui la sovrapposizione analogica fra genitorialità legale (anche non vera) e genitorialità naturale è impossibile: quella della coppia omosessuale. Pure ci sono nel mondo Paesi che l’ammettono, e per la coppia maschile danno accesso alla maternità surrogata. Da noi la ripugnanza etica e giuridica verso l’utero in affitto, una pratica che la Corte costituzionale ha definito intollerabile offesa alla dignità della donna e spesso occasione di abusi e di sfruttamento (sentenza n. 33/2021) non è rinunciabile. E si comprende perché la Corte suprema di Cassazione, a Sezioni Unite, abbia escluso che un atto di nascita formato all’estero per un bambino nato da maternità surrogata e consegnato alla coppia dei committenti come figlio di entrambi, possa essere trascritto in Italia nei registri dello stato civile. In questi giorni, si ha notizia che il prefetto di Milano ha chiesto al sindaco Sala di cessare la iscrizione e trascrizione di atti di nascita indicanti genitori dello stesso sesso. Si è riferito non solo all’ipotesi di due maschi, ma anche a quella di due donne nei casi di parto in Italia, e con riserva di tornare in argomento per i parti all’estero. Si è così innescata una diatriba che ha venature surreali, perché se l’esclusione della doppia paternità ha il sigillo della Corte suprema, quello della doppia maternità naviga tra incertezze e contrastanti decisioni dei giudici. La necessità che una legge chiara indichi la soluzione giusta ai problemi aperti è affermata sia dalla Cassazione sia dalla Consulta, ma non sembra prevedibile a breve. Oggi il nocciolo della domanda di giustizia è per noi nel quesito: “Giusto per chi?”. Se la visuale è quella del diritto di una coppia gay o lesbica ad “avere” figli, è la volontà del desiderio impossibile. Se non a prezzo di una finzione che sottrarrà programmaticamente al figlio il diritto di avere un padre e una madre. È questa l’ingiustizia prima. Dopo non c’è che “la giustizia del giorno dopo”. Se il diritto del figlio ad avere un padre e una madre è già stato sacrificato, ed è stato messo al mondo così, e si ritrova una madre vera e la sua partner femmina, o un padre vero e il suo partner maschio, che hanno pagato la sua mamma e l’hanno staccato da lei, la giustizia possibile è quella residua, il minor male, o per lui, il figlio, il maggior bene che resta. Sicché potrebbe giovare una relazione giuridica con il partner del genitore vero, a somiglianza di quella, con carattere adottivo. Dunque, con intervento di garanzia giudiziale. Con un supplementare debito d’amore, se possibile. Read the full article
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VENERDI 29 OTTOBRE 2021 - ♦️ BEATO ROSARIO ANGELO LIVATINO♦️ Magistrato Rosario Angelo Livatino (Canicattì, 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21 settembre 1990) è stato un magistrato italiano, assassinato dalla Stidda su una strada provinciale ad Agrigento. È venerato come beato e martire dalla Chiesa cattolica. Del delitto fu testimone oculare Pietro Nava, sulla base delle cui dichiarazioni furono individuati gli esecutori dell'omicidio. Rosario Livatino nacque a Canicattì nel 1952, figlio di Vincenzo Livatino - impiegato dell'esattoria comunale - e di Rosalia Corbo. Conseguita la maturità presso il locale liceo classico Ugo Foscolo, dove s'impegnò nell'Azione Cattolica, nel 1971 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, presso la quale si laureò cum laude nel 1975. Tra il 1977 e il 1978 prestò servizio come vicedirettore in prova presso l'Ufficio del Registro di Agrigento. Sempre nel 1978, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per entrare nella magistratura italiana, venne assegnato presso il tribunale ordinario di Caltanissetta. Nel 1979 diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice a latere. Come Sostituto Procuratore della Repubblica si occupò fin dagli anni ottanta di indagare non soltanto su fatti di criminalità mafiosa ma anche di tangenti e corruzione. Nel 1982 aprì un'indagine sulle cooperative giovanili di Porto Empedocle, in particolare sui criteri con cui erano finanziate dalla Regione Siciliana. Inoltre, in base ad una sua intuizione, la Procura di Agrigento aprì un’inchiesta su un giro di fatture false o gonfiate per circa 52 miliardi di lire che gli imprenditori catanesi Carmelo Costanzo, Mario Rendo, Gaetano Graci ed altri ottenevano in tutta la Sicilia dalle ditte subappaltatrici per opere mai eseguite o appena cominciate; per competenza l’indagine passò, poi, a Catania e a Trapani. Nello stesso periodo, Livatino si occupò della prima grossa indagine sulla mafia agrigentina insieme ai suoi colleghi, i sostituti procuratori Salvatore Cardinale e ✔️🔴 Link ➡ in bio 🔴 (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CkTg1UfoNaJ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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micro961 · 24 days
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Isohel & BennyKaay - Il singolo “it’s always the same..”
Il brano dell’artista sugli stores digitali e nelle radio
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“it’s always the same..” è il nuovo singolo del poliedrico cantautore e produttore Isohel con la partecipazione alle chitarre del musicista e TikToker (oltre 120.000 followers) BennyKaay , sui principali stores digitali e dal 22 marzo nelle radio in promozione nazionale. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti attuali, di tendenza e dal forte respiro d’oltreoceano, che evidenziano la personalità dell’artista, figlia di una maturità artistica ben strutturata e raggiunta a pieni voti. Melodie vincenti che entrano in testa sin dal primo ascolto e destinate a rimanerci, con l’interpretazione vocale di Isohel che dona al tutto un forte impatto emotivo.
In questa veste “Pop-Rock”, il brano esplora il tema di cadere ripetutamente nella stessa situazione: la fine di una relazione caratterizzata da una condivisione equa delle responsabilità. L'intento del brano è di offrire conforto e solidarietà a coloro che si sono sentiti etichettati come egoisti semplicemente per aver fatto la scelta di andare avanti con le proprie vite, liberandosi da un contesto divenuto oppressivo. La musica e le parole si fondono per trasmettere un messaggio di resilienza e di auto-affermazione, invitando l'ascoltatore ad abbracciare il proprio diritto di perseguire la felicità e la serenità personale, anche se ciò comporta difficili decisioni e momenti di autocritica.
Storia dell’artista
Isohel, all’anagrafe Luca Indino, è un cantautore, produttore e polistrumentista italiano nato nel 1999. Il suo progetto musicale è in lingua inglese, indirizzato verso un pubblico internazionale.
Inizia a studiare canto all'età di 12 anni e successivamente apprende da autodidatta chitarra, basso e pianoforte. Nel 2017 canta il ritornello del brano “Do You Wanna?” dei Notalike, uscito su Revealed Recordings. Nel 2018 decide di imparare Produzione Musicale (Ableton) e nel 2019 esce il suo primo singolo “Not Alright”. Nel 2021 esce “Dreams”, una collaborazione Italo-Americana con gli artisti A.N.T e TYSHii, conosciuti tramite una AD sui social. A dicembre dello stesso anno va in America per conoscerli dal vivo dando vita a un meraviglioso rapporto professionale e d'amicizia. Nel 2022 si trasferisce a Milano ed inizia a produrre per artisti sotto etichette come Warner Music e Universal Music. Artisti come: Cara (Le feste di Pablo Feat. Fedez), LUK3 e TommyCassi.
Instagram: https://www.instagram.com/iamisohel/
TikTok: https://www.tiktok.com/@iamisohel
YouTube: https://youtu.be/3PBDLopOp08?si=zYdZOfo8Fj663rUy
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/0sovgtcGZOF22Bx3XtwrlW?si=uUIwPbabSUO1FLyOSYLcMw
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lamilanomagazine · 4 months
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Pesaro, apre la mostra di Giò Ross ‘NBArt-un viaggio tra Arte e Sport’.
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Pesaro, apre la mostra di Giò Ross ‘NBArt-un viaggio tra Arte e Sport'. Nuova proposta alla Galleria Rossini di via Rossini 38, spazio della cultura inaugurato lo scorso agosto per ampliare l’offerta cittadina e offrire spunti di partenza per eventi, scambi e progetti di creatività. Sabato 16 dicembre apre la mostra di Giò Ross ‘NBArt-un viaggio tra Arte e Sport’, promossa dall’artista e da Flavio Sirotti con il patrocinio di: Comune di Pesaro, CUUM - Club per l'UNESCO Urbino Montefeltro, Associazione Culturale Enzo Gualazzi di Urbino, Pesaro Musei, nell’ambito del percorso di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024. Il momento inaugurale sarà alle 18.30 nella sala Rossa del Comune alla presenza dei promotori dell’evento. Interverranno: Walter Magnifico ex grande cestista e brand ambassador della Vuelle, Michele Spagnuolo ideatore di Overtime Festival, l'avvocato Federico Cangini, Flavio Tonetto esperto di IA per la tecnologia e Massimiliano Londei esperto di IA per l’impatto sociale, il professore Giuseppe Puntarello esperto d'arte appassionato di basket. Al termine ci si sposterà alla Galleria Rossini. Visitabile fino al 29 dicembre, l’esposizione offre diverse proposte: dai quadri - frutto del connubio tra i grandi capolavori dell'arte di tutti i tempi e le icone storiche dell'NBA, - alla novità assoluta della stanza immersiva multimediale realizzata dallo studio Quadro Quantico che mescola le opere NBArt all'Universo IA dell'intelligenza artificiale. La mostra rappresenta anche l’occasione per iniziare ad individuare i luoghi dove realizzare due murales ispirati a due soggetti esposti alla Galleria Rossini. Il progetto si pone un duplice obiettivo: da un lato, valorizzare il patrimonio artistico e culturale di Pesaro e Urbino, creando un legame tra passato e presente, tra arte antica e contemporanea, tra cultura locale e cultura globale; dall’altro, promuovere il basket, sport di grande popolarità in città dove gioca la storica squadra della Victoria Libertas Pesaro, fondata nel 1946. Ma l'intento è anche quello di creare un’attrazione turistica unica e originale che possa attirare gli appassionati di basket e di arte da tutto il mondo. Una sorpresa per il pubblico: Giò Ross dedicherà alcune sue opere alla figura di Gioachino Rossini in una versione originale ed inedita, un omaggio a Pesaro 2024. Giò Ross Giovanni Rossi, in arte Giò Ross, nasce a Urbino il 5 aprile 1972. Si forma presso l’Istituto d’Arte di Urbino, dove consegue nel 1991 il Diploma di Maturità d’arte applicata, sezione di arte della grafica e dell’incisione. Nel 1996 si laurea al D.A.M.S. (Indirizzo delle arti) di Bologna. Oggi insegna Storia dell'Arte nelle scuole superiori. Sono numerose e prestigiose le mostre al suo attivo, gran parte delle quali personali. Tra le esperienze più significative, l’esecuzione della scenografia per il balletto “Ignota” al Teatro Sperimentale di Pesaro e la scenografia per il concerto della cantante Antonella Ruggiero al Teatro Regio di Parma. Ad un anno dalla prima personale è invitato a Milano ad esporre alla collettiva “Viaggio al termine del ‘900” con i più grandi maestri del secolo scorso. Tra le più rilevanti, quella intitolata “Nel segno dell’evoluzione” presso le sale del Castellare del Palazzo Ducale di Urbino e la personale al Centro Arti Visive Pescheria. Nel 2013 ha esposto al Museo d’Arte Contemporanea del Conventino di Monteciccardo in un evento promosso dalla Regione Marche. Nel dicembre 2021 ha inaugurato al Collegio Raffaello di Urbino la mostra- evento dedicata all'arte e allo sport in un sorprendente connubio che trova la sua sintesi nella sigla NBArt. NBArt-un viaggio tra Arte e Sport Galleria Rossini, via Rossini 38, 16-29 dicembre 2023. Inaugurazione sabato 16 dicembre ore 18.30, sala Rossa del Comune. Orario: martedì-giovedì 10-13, venerdì-domenica e festivi 10-13, 15.30-18.30, ingresso gratuito, info 0721 387541.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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wabisebi · 2 years
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Costantino Nivola. The Sandman from Artribune Tv on Vimeo.
Magazzino Italian Art in collaborazione con la casa editrice italiana Ilisso presenta il film The Sandman sulla vita e la pratica artistica di Costantino Nivola. Diretto da Enrico Pinna e Andrea Mura e a cura di Domenico Palma, il film esce in occasione della mostra Nivola: Sandscapes che Magazzino Italian Art dedica all’artista dal prossimo 8 maggio 2021.
Il film, che sarà visibile on line sul sito web e sui profili social di Magazzino dal prossimo 23 aprile 2021,ripercorre in maniera chiara e emozionante gli inizi della carriera di Nivola, dal suo arrivo a New York nel 1939, alla creazione della sua originale tecnica di scultura basata sul sandcasting, fino alle opere su larga scala della maturità
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Un algoritmo per valutare le startup su cui investire?
Valutare le startup: nel 2021 gli investimenti in startup italiane ammontavano a 1.462 miliardi di euro, valore più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Cifre importanti che dimostrano quanto questo ecosistema stia crescendo anche nel nostro Paese. Valutare le startup, cosa vuol dire? La domanda sembra sciocca ma nonostante in molti non sanno cosa sia realmente una startup. Per fare chiarezza, andiamo a prendere quella che è la definizione data dal Ministero dello sviluppo economico: La startup è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e rappresenta per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana. Nel 2012, il D.L. 179/2012 ha introdotto alcune misure specifiche a sostegno di tale tipologia di impresa per supportarle durante il loro ciclo di vita (nascita, crescita, maturità). Con questo pacchetto, oltre a sviluppare un ecosistema dell’innovazione dinamico e competitivo, creare nuove opportunità per fare impresa e incoraggiare l’occupazione, si vuole promuovere una strategia di crescita sostenibile. Intervista a Giuseppe Scapola, CEO e co-founder di RoundCapital Come si valuta se investire oppure no in una startup? L'abbiamo chiesto a dei veri professionisti del settore tramite questa intervista a Giuseppe Scapola, CEO e co-founder di RoundCapital: Partiamo con una domanda per rompere il ghiaccio, cos'è RoundCapital? RoundCapital è una Startup innovativa fondata a febbraio 2021 da Giuseppe Scapola e Denis Stella nata con l’obiettivo di aiutare altre Startup in vari aspetti della loro attività: valutazione finanziaria, economica e business model. Attraverso il proprio network di professionisti, imprenditori e investitori di alto livello permette l’accesso a un ecosistema di servizi che sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita di ogni startup. RoundCapital possiede anche un ampio portafoglio di partecipazioni in startup e pmi che hanno importanti prospettive di crescita e che le permettono di accrescere costantemente il valore della società stessa. Come nasce RoundCapital? L’idea di creare RoundCapital è venuta a Scapola e agli altri soci in piena pandemia, quando si sono resi conto che serviva un approccio diverso per riuscire a individuare le startup giuste nel mare magnum di offerte che il mercato presenta. Cosa serve per capire se investire oppure no in una startup? Serve il tempo per studiare i business model delle varie società, serve la preparazione per poterle valutare e poi le conoscenze e una rete importante di contatti per individuare le migliori quando sono nelle prime fasi di vita o si muovono in circuiti ristretti di investitori che entrano solo in round privati Come nasce e come funziona il vostro algoritmo? Abbiamo iniziato a lavorare a un software, RC IndeX, sviluppato insieme ai ricercatori dell’Università di Torino, che effettua previsioni sul fatturato futuro di una società basandosi su informazioni contabili degli anni passati. Al momento l'algoritmo, basato su deep neural network, è in grado di fornire una previsione con un livello di affidabilità del 75%, ma lo sviluppo continua e il software impara diventando sempre più preciso con il passare del tempo. RC IndeX è una importante novità per il settore che risulta estremamente versatile e scalabile, offrendo la possibilità di lavorare bene anche su dati imprecisi o incompleti Foto di StartupStockPhotos da Pixabay Read the full article
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Sant' Ildegarda di Bingen Vergine, Dottore della Chiesa
17 settembre - Memoria Facoltativa
Kreuznach, castello di Böckenheim, Germania, 1098 - Bingen, Germania, 17 settembre 1179
Nasce a Bermesheim nel 1098, ultima di dieci figli. Il suo nome di battesimo, tradotto letteralmente, significa «colei che è audace in battaglia». Tra il 1147 e il 1150, sul monte di San Ruperto vicino a Bingen, sul Reno, Ildegarda fonda il primo monastero e, nel 1165, il secondo, sulla sponda opposta del fiume. È una persona delicata e soggetta alle malattie, tuttavia, raggiunge l'età di 81 anni affrontando una vita piena di lavoro, lotte e contrasti spirituali, temprata da incarichi divini. Figura, intellettualmente lungimirante e spiritualmente forte, le sue visioni, trascritte in appunti e poi in libri organici, la rendono celebre. È interpellata per consigli e aiuto da personalità del tempo. Sono documentati i suoi contatti con Federico Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo, Eugenio III. Negli anni della maturità intraprende numerosi viaggi per visitare monasteri, che avevano chiesto il suo intervento e per predicare nelle piazze, come a Treviri, Metz e Colonia. Muore il 17 settembre 1179. LA sua conferma di culto risale al 26 agosto 1326. Seppur già presente nel Martirologio Romano con il titolo di Santa, Papa Benedetto XVI ha proclamato la sua canonizzazione equipollente il 10 maggio 2012, per poi dichiararla "Dottore della Chiesa" il 7 ottobre dello stesso anno, insieme a San Giovanni d'Avila. Papa Francesco nel 2021 ha annoverato Santa Ildegarda di Bingen nel Calendario Romano Generale, collocando la sua memoria facoltativa al 17 settembre, medesimo giorno di un altro Dottore, San Roberto Bellarmino.
Etimologia: Ildegarda = coraggiosa in battaglia, dal tedesco
Martirologio Romano: Nel monastero di Rupertsberg vicino a Bingen nell’Assia, in Germania, santa Ildegarda, vergine, che, esperta di scienze naturali, medicina e di musica, espose e descrisse piamente in alcuni libri le mistiche contemplazioni, di cui aveva avuto esperienza.
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BORSA DI STUDIO "FILIPPO CANTONI" APERTA A TUTTI I MATURI DELLA PROVINCIA: DOMANDE ENTRO IL 31 LUGLIO Giunge all’VIII edizione la Borsa di Studio "Dieci e Lode" dedicata alla memoria di Filippo Cantoni, per il primo anno patrocinata dalla Provincia di Parma. Filippo, prematuramente scomparso, era un figlio, un amico, uno studente, un atleta, e la borsa di studio a lui intitolata ha l’obiettivo di valorizzare e di far conoscere ai giovani le qualità che Filippo ha dimostrato in ogni aspetto della sua breve vita, affinché fungano da esempio. Per questo si rivolge a tutti gli studenti di Parma e Provincia che hanno sostenuto gli esami di maturità durante l’anno scolastico 2021/2022 e che si sono distinti per l’eccellenza a scuola, nello sport e per un vero altruismo nella vita, in umiltà e riservatezza. “Era il 2015. Da allora abbiamo fatto tanta strada, abbiamo conosciuto giovani ricchi di talento e di umiltà - dichiara Stefano Cantoni, Presidente dell’Associazione Sostegno Ovale Onlus -. Per me e per mia moglie è motivo di orgoglio, e crediamo con tutto il cuore che sia uno dei tanti gesti per dare valore, significato, oltre che onorare, la memoria di Filippo. L’Associazione è nata dalla volontà di alcuni genitori volontari appartenenti al Rugby Colorno. Filippo era un rugbista del nostro Club oltre che della Nazionale U20: ecco perché a lui sono dedicate due Borse di Studio, una la” Dieci e Lode”, per gli studenti che si apprestano a vivere il mondo dell’Università, e voglio ringraziare la Provincia di Parma per aver concesso il suo patrocinio all’iniziativa. L’altra borsa di studio, la “Filippo Cantoni”, è dedicata a tutti gli atleti U19 delle Società di rugby di tutto il territorio nazionale.” Dal sito www.sostegnoovale.it è possibile scaricare il bando e tutti i documenti necessari per aderire alla Borsa di Studio Filippo Cantoni Dieci e Lode. Il bando scade il 31 luglio. https://www.instagram.com/p/CgQ1dFsNRdy/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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