Tumgik
#guarire dal trauma
ambrenoir · 1 month
Text
IL CORPO SOMATIZZA I MALESSERI DELLO SPIRITO
Il nostro corpo somatizza nella sua materia quello che lo spirito subisce in tutta la nostra anima, quello che il n...ostro inconscio tace, lo urlano le nostre malattie dolori e malesseri. La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.
Quando ti manca calore affettivo, basta una minima frescata di vento freddo e subito prendi un raffreddore. Il raffreddore "cola" quando il corpo non piange. Forti mali di schiena (ovvio non causati da un peso caricato male) ti dicono che stai subendo un dolore, porti con te un peso un trauma una tristezza immensa; il mal di gola "tampona" ti assale sicuramente quando hai tanti dolori da sfogare ed afflizioni da dire e non hai con chi confidarti. Quando una persona non la sopporti, non la digerisci e la devi sopportare ti viene acidità allo stomaco, le coliche spesso sono rabbie accumulate che non riesci a sfogare.
Il diabete "invade" quando la solitudine ti attanaglia. Il cancro ti divora come l'odio che corrode l'amore mancato. Il corpo ingrassa quando sei insoddisfatto o dimagrisci quando ti senti logorato. Dubbi preoccupazioni ansietà ti portano via il sonno e soffri di insonnia. Se non trovi un senso alla tua vita la pressione del cuore rallenta o accelera quindi ipotensioni e pressioni alte al cuore sono sbalzi che ti condizionano l'umore e le forze. Il nervosismo aumenta i respiri, come se ti mancasse l'aria, donde dolori al petto ed emicranie (molti fumatori prendono aria extra dal fumo fatidico ed effimero che li rilassa in maniera compensatoria ma illusoria) La pressione "sale" quando la paura imprigiona. Quando ti senti sopraffatto di un problema che sei ai limiti, allora la febbre ti assale, le frontiere dell'immunità sono all'erta. Le ginocchia "dolgono" quando il tuo orgoglio non si piega. le artrosi vengono quando la tua mente non si apre, sei troppo rigido e i muscoli ti si contraggono. I crampi indicano che stai subendo una situazione ai limiti della sopportazione. La stitichezza ti indica che hai residui nel tuo inconscio, hai segreti che ti otturano (quanta merda ci teniamo dentro che non è utile) e non trovi chi ti comprenda senza giudicarti. la diarrea è un atto di difesa dell'organismo che vuole eliminare ciò che percepisce come dannoso (come il vomito) vale per i virus ma anche per le situazioni, i sentimenti... forse chi ha diarrea non riesce a trattenere o assimilare.
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino. Ascolta il tuo corpo ed impara a guarire con il tuo spirito, non c'è altra medicina che la tua stessa natura non possa darti. E' ovvio che non generalizziamo, non è un catalogo farmacologico ma una linea guida... chi una preoccupazione la somatizza nella testa (emicrania) chi nello stomaco (indigestione).
17 notes · View notes
quandolarte · 4 months
Text
Un vero uomo.
La cosa triste di questa immagine è che la maggior parte delle donne vivrà tutta la vita e non sperimenterà mai il significato del vero vero amore.
È anche leggermente deprimente pensare che la maggior parte delle persone non capirà mai quanto sia potente questa immagine.
Questo gentiluomo è un ottimo esempio di come gli uomini dovrebbero trattare il proprio partner ogni giorno che passa.
Sfortunatamente viviamo in una generazione con uomini che non hanno idea di cosa serva per essere un vero uomo.
Lasciate che vi faccia un paio di esempi di un vero uomo……
Un vero uomo ti chiede della tua giornata e si preoccupa sinceramente della risposta.
Un vero uomo rispetta i tuoi limiti e non ti obbliga mai a fare qualcosa per cui non sei pronto.
Trova il tempo per te e si prende quel tempo per imparare e capire chi sei come persona.
Un vero uomo ti mostra costantemente la definizione di sforzo ogni giorno che passa.
Ti chiamerà in modo casuale durante il giorno solo per controllare te e la tua salute mentale.
Un vero uomo è innegabilmente impegnato con te e cerca nuovi modi per innamorarsi di te ogni giorno che passa.
Fa della protezione del tuo cuore una priorità numero uno.
Un vero uomo non prende mai decisioni permanenti basate su emozioni temporanee.
Non ti confonde mai su dove ti trovi nella sua vita.
Un vero uomo si scusa quando sbaglia e rimane fedele al suo carattere.
Non gli importa ferire i sentimenti degli altri per proteggere i tuoi.
Un vero uomo ti dà affetto senza aspettativa sessuale.
Un vero uomo si rifiuta di intrattenere qualsiasi donna che non sei tu.
Ha intenzioni genuine con te fin dal primo giorno e ti mostra come ci si sente veramente ad essere una priorità piuttosto che un'opzione.
Un vero uomo ti aiuterà a guarire dal trauma per il quale nessuno si è scusato.
Un vero uomo ti apprezza e non si metterebbe mai nella posizione di perderti.
Segui il mio consiglio e aspetta l'uomo che non ti farà mai addormentare la notte mettendo in discussione la tua autostima.
🙏
Lezione sospesa 🥂
Tumblr media
6 notes · View notes
susieporta · 1 year
Text
Un metodo o una pratica può aiutarti a guarire.
Una ricerca o una tecnica spirituale,
Un buon terapeuta
Anche possono aiutare.
Ma secondo la mia esperienza,
esiste una modalità molto più potente e diretta.
La relazione.
Una relazione intima.
Il tipo di relazione in cui qualcuno conta profondamente per voi.
In cui si attiva il sistema di attaccamento.
In altre parole, il tipo di relazione che scatena le vostre ferite più profonde, i vostri traumi più nascosti e i vostri sentimenti repressi.
Il tipo di relazione che invita il materiale represso a uscire dal nascondiglio, dal corpo, dall'inconscio e a entrare nella luce e nello spazio di Adesso, dove può essere VISTO.
E in una relazione sana, vi sentirete abbastanza sicuri da sentire ed esprimere questi sentimenti più potenti, intensi e "insicuri"
Sapete che non sarete svergognati, biasimati, bullizzati, attaccati o trascurati per il fatto di essere autentici.
Il vostro sistema nervoso vi prepara a nascondervi e a morire,
eppure vivete e prosperate.
Più potente di qualsiasi indagine, terapia, modalità di guarigione creata dalla mente:
È mostrarsi a qualcuno!
Non solo le parti piacevoli, le parti risvegliate, ma anche il dolore, la rabbia, il terrore che c'è dentro.
Il prezioso bambino interiore.
La vostra goffaggine e incertezza.
La vostra sessualità e la vostra sensualità.
La vostra creatività e il vostro dubbio.
La vostra saggezza e la vostra giocosità.
Non è forse questo che tutti noi vogliamo dall'amore?
Mostrare tutto di sé.
Ed essere convalidati, sostenuti, inondati d'amore.
Non a dispetto di ciò che si condivide,
ma grazie a ciò che si condivide.
La relazione intima, nella sua forma più salutare, farà spurgare i vostri traumi più profondi, disseppellirà le vostre parti nascoste, quelle che forse nemmeno i migliori terapeuti, i migliori metodi, le migliori indagini e le migliori pratiche riescono a raggiungere.
Essere amati e far entrare l'amore. Sì.
Essere profondamente vulnerabili ed essere amati per questo.
Essere nel proprio potere ed essere amati per questo.
Essere sciocchi, creativi, goffi, rotti e integri ed essere amati per questo.
Questo è il potere curativo del vero amore.
Se il vostro partner non può o non vuole offrirvi questo campo profondamente curativo, non dovete lasciarlo oggi.
Potete trovare altri che vi sostengano nel vostro trauma.
Naturalmente potete invitare il vostro partner a questo lavoro, potete chiedere ciò che volete e di cui avete bisogno.
Non potete aspettarvi che il vostro partner vi guarisca, ma potete aspettarvi che si prenda cura di voi.
Man mano che vi risvegliate,
il vostro partner si avvicinerà o si allontanerà.
In ogni caso, c'è un pozzo d'amore dentro di voi.
Benedite chi se ne va, benedite chi resta.
Benedite chi testimonia la vostra guarigione.
Benedite chi si avvicina.
Jeff Foster 💞
E dunque il tipo di relazione che fa emergere ciò che reputiamo “il peggio di noi” non necessariamente è una relazione tossica!
Ma piuttosto onesta e sincera!
Autentica e vera!
Persi nell’idea dell’amore holliwoodiano rincorriamo biancaneve ed il principe azzurro
Ma la relazione che ti spinge ad aprire il cuore all’Amore che sei,
non sempre ti da quello che vuoi,
perché va a risvegliare quello che non vuoi vedere
Una relazione onesta, è una relazione vera
È una relazione che non solo soddisfa i bisogni di sicurezza, ma che fa emergere l’insicurezza che chiede di essere vista ed amata per quello che è
È una relazione che ti fa venire la voglia di fuggire lontano a volte, non dall’altro, ma dall’amore
Una relazione che tira fuori ció che tu chiami “il peggio di te”
Una relazione che ti invita ad incontrare la tua verità, a scoprire le tue dipendenze, le tue più grandi paure, tra cui la paura di amare e di farsi amare!
Ma anche una relazione che ti porta a scoprire che l’amore sei tu, con o senza l’altro
Perché per avere una relazione profonda, paradossalmente non sempre bisogna stare fisicamente insieme, anzi… a volte l’esatto contrario
A volte
Pertanto benedici soprattutto chi in un modo o nell’altro ti porta a tornare a te, all’Amore che sei e sei sempre stato e stata, è in quell’apertura e consapevolezza che avvengono i miracoli e la più profonda guarigione
Per questo tipo di relazioni ci vuole senz’altro un legame profondo, onesto e sincero
VENERE: IL RICHIAMO DELL’AMORE, siamo pronti
Claudia Sapienza
14 notes · View notes
Video
youtube
🔴🇮🇹 NO DIVORZIO ( SUPERA IL DIVORZIO) audio DCS di autoipnosi DCS Vera e...
Rinascita dopo il Divorzio: Il Potere dell'Ipnosi Vera nel Guarire le Ferite Emotive
L'Ipnosi Vera e Professionale come Risorsa nel Superamento del Divorzio
Il divorzio è spesso un momento di grande turbamento emotivo e stress per gli individui coinvolti. Tuttavia, con l'avanzamento delle tecniche ipnotiche vere e professionali, vi è una crescente consapevolezza del loro potenziale nel supportare il processo di guarigione e adattamento a questa transizione difficile. Questo tema esplora il modo in cui l'ipnosi vera e professionale può essere utilizzata per affrontare e superare un divorzio, offrendo testimonianze di tre personaggi famosi che hanno sperimentato e testimoniato il suo impatto positivo.
Guarigione Emotiva attraverso l'Ipnosi: L'ipnosi vera e professionale offre un approccio unico alla gestione del dolore emotivo e del trauma associati al divorzio. Attraverso sessioni guidate da professionisti qualificati, gli individui possono accedere alle risorse interne per affrontare il dolore, la rabbia, e il senso di perdita che spesso accompagnano la fine di un matrimonio. L'ipnosi aiuta a elaborare le emozioni in modo sano e a riconnettersi con la propria forza interiore per affrontare la situazione con resilienza e positività.
Testimonianze di Personaggi Famosi:
A. Angelina Jolie, Attrice e Attivista:
"Il mio divorzio è stato un momento estremamente difficile nella mia vita, pieno di turbamenti emotivi e incertezze per il futuro. Tuttavia, attraverso sessioni regolari di ipnosi professionale, ho trovato un senso di pace interiore e una chiarezza mentale che mi hanno aiutato a navigare questa fase con grazia e forza. L'ipnosi vera e professionale è stata una parte essenziale del mio processo di guarigione."
B. Brad Pitt, Attore e Produttore:
"Dopo il divorzio, mi sono trovato a lottare con una serie di emozioni tumultuose e una sensazione di smarrimento. Ma grazie all'ipnosi professionale, ho imparato a gestire il mio dolore e a riprendere il controllo della mia vita. L'ipnosi vera mi ha aiutato a superare i miei ostacoli emotivi e ad abbracciare il futuro con speranza e fiducia."
C. Gwyneth Paltrow, Attrice e Imprenditrice:
"Affrontare un divorzio è stato uno dei momenti più difficili della mia vita, ma l'ipnosi professionale è stata una risorsa incredibile nel mio percorso di guarigione. Attraverso la pratica regolare dell'ipnosi, ho trovato una calma interiore e una prospettiva positiva che mi hanno aiutato a guardare avanti con ottimismo e determinazione."
In conclusione, le testimonianze di personaggi famosi evidenziano il ruolo significativo che l'ipnosi vera e professionale può svolgere nel supportare il processo di guarigione durante un divorzio. Attraverso l'accesso a pratiche di ipnosi autentiche condotte da professionisti qualificati, gli individui possono sperare di affrontare la fine di un matrimonio con maggiore resilienza emotiva, accettazione e una prospettiva positiva sul futuro.
SOFFRI A CAUSA DEL DIVORZIO E NON SAI COSA FARE?
SOFFRI PER IL DIVORZIO?
SMETTI DI SOFFRIRE PER IL DIVORZIO SENZA QUASI FARE NULLA...
COME LIBERARSI DALLA SOFFERENZA AFFETTIVA UNA BUONA VOLTA PER TUTTE?
MAI PIU' PAURA DEL DIVORZIO...
VIVERE DA SOLO SENZA PAURA E DA SOLO SENZA PIU' SOFFRIRE A CAUSA DEL DIVORZIO...
HAI PAURA AD AFFRONTARE LA VITA SENZA IL TUO PARTNER? 
DIVORZIO E IPNOSI?
COME ELIMINARE IL DOLORE CAUSATO DAL DIVORZIO CON IL POTERE DELLA MENTE?
DIVORZIO E SOLUZIONI IPNOTICHE MENTALI?
COME TROVARE SOLUZIONE A PROBLEMI SENZA SOLUZIONI COME VIVERE ALL'OMBRA DEL DIVORZIO?
COME VIVERE SENZA DOLORE EMOTIVO COME MOLTE PERSONE SENZA PIU'OSTACOLI SUBCONSCI?
DIVORZIO ASFISSIANTE E SUBCONSCIO?
SOLO SE NULLA E NESSUNO TI DA' SOLUZIONI...
COME SAREBBE LA TUA VITA O LA VITA DEL TUO CARO SENZA PIU' L'INCUBO DEL DIVORZIO ? TI IMMAGINI O IMMAGINI IL TUO CARO?
NO DIVORZIO ( SUPER IL DIVORZIO)
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-divorzio-supera-il-divorzio-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
Se hai o ha tale problema causato dal  SUBCONSCIO, CHE LA RAGIONE NON CONOSCE, e niente ha risolto il tuo problema, prova tale audio DCS di auto ipnosi DCS Vera e Professionale
agisci ora prima che sia troppo tardi per il bene tuo ed il bene del tuo caro che magari non ne vuole sapere e che non vuole essere aiutato da nessuno in nessuna forma
DIVORZIO MAI PIU' ( SUPER IL DIVORZIO DEI TUOI GENITORI)
www.ipnologiassociati.com
Se conosci la mente umana e hai letto del materiale sull’Ipnosi DCS Vera e Professionale, conosci molto bene il potere della tua mente, della mente di ogni essere umano, che può letteralmente,
guidata ad hoc, fare il miracolo della tua stessa mente.
L’ipnosi DCS e l’autoipnosi DCS agisce nella mente, nel corpo e nella vita visibile e invisibile per cui a te la scelta ma se le hai provate tutte che cosa ti costa 1 colazione al giorno per soli 30
giorni per risolvere anche definitivamente il problema di tradimento attivo o passivo  e abbandono?
E senza effetti collaterali, innocua al 100% perché è tutto naturale grazie a parole DCS ad hoc, fatte di tanta arte, che guidano il tuo pilota automatico a cercare e trovare la soluzione non
plus ultra.
NO DIVORZIO ( SUPER IL DIVORZIO)
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-divorzio-supera-il-divorzio-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
Non devi credere perché l’Ipnosi DCS vera e professionale non è ne religione népolitica.
Devi solo premere play , fare e seguire alla lettera le  istruzioni molto facili, alla prova di un nonno, alla prova di un idiota, alla prova di un pigro, istruzioni  facili, senza stress, che non ti
rubano tempo né ti fanno stressare.
Ora hai 2 strade:
rimanere dove sei e rischiare di non amare ne' farti amare come meriti...
vivere una vita bella all'insegna dell'amore per i tuoi cari e di te stesso...
provare per credere:
NO DIVORZIO ( SUPER IL DIVORZIO)
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-divorzio-supera-il-divorzio-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
Esclamerai ed esclamerà Wow…
Immagina quando...
Solo a te la Scelta
NO DIVORZIO ( SUPER IL DIVORZIO)
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-divorzio-supera-il-divorzio-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
________________________________
AVVERTENZA/Disclaimer Si consiglia di non utilizzare questo prodotto mentre siete alla guida o state utilizzando macchinari pericolosi. Questo prodotto non si sostituisce a trattamenti medici o psicoterapeutici o psicologici ove questi fossero necessari. Se siete a conoscenza, diretta o indiretta, di un vostro disturbo medico o psicologico, vi preghiamo di consultare il vostro medico di fiducia per essere messi in contatto con un professionista qualificato per la vostra specifica problematica. L’utilizzo di questo audio/video mp3 DCS è riservato ai maggiori di 18 anni. I minori possono usufruirne solo sotto la supervisione e responsabilità di un adulto. Né l’autore, né l’editore, né i concessionari, si assumono la responsabilità su eventuali disagi o danni direttamente o indirettamente causati da un uso proprio o improprio di questi audio mp3 DCS di auto ipnosi Vera e Professionale. I risultati sono stati estrapolati da casi studio dell’A.I.A. Associazione Ipnologi Associati di Los Angeles Beverly Hills, Ca, USA e non garantiamo stessi standard e stessi risulatati di altre persone perche’ e’ la tua mente che fa il miracolo della tua stessa mente come e’ successo a centinaia di persone nel mondo anche con un solo audio DCS di auto ipnosi DCS vera e professionale.
WARNING / Disclaimer We recommend that you do not use this product while driving or using dangerous machinery. This product does not replace medical or psychotherapeutic or psychological treatments where these are necessary. If you are aware, directly or indirectly, of your medical or psychological disorder, please consult your doctor to be put in contact with a professional qualified for your specific problem. The use of this audio / video mp3 DCS is reserved for people over the age of 18. Minors can use them only under the supervision and responsibility of an adult. Neither the author, nor the publisher, nor the dealers, take responsibility for any inconvenience or damage directly or indirectly caused by their own or improper use of these DCS audio mp3s of true and professional self hypnosis.The results were extrapolated from A.I.A. case studies. Associated Hypnologists Association of Los Angeles Beverly Hills, Ca, USA and we do not guarantee the same standards and results as other people because it is your mind that works the miracle of your own mind as has happened to hundreds of people around the world even with one DCS audio of true and professional DCS self hypnosis.
NO DIVORZIO ( SUPER IL DIVORZIO)
https://claudiosaracino.com/prodotto/no-divorzio-supera-il-divorzio-metodo-dcs/#reviews
www.ipnologiassociati.com
#comesuperareildivorzio#divorzio#ansia#coppia#separazione#separati#sofferenzaemotiva#sofferenza#divorziati
0 notes
bergamorisvegliata · 6 months
Text
EMISFERO DESTRO CHIAMA
Tumblr media
"I migliori guaritori dei cuori umani non sono i mitici esseri autosufficienti, ma le persone il cui cuore un giorno è stato infranto, e loro hanno saputo guarire se stessi. Hanno attraversato il dolore e la paura. Hanno superato quel muro che costruisce colui che ha avuto un trauma dell'anima.
Possono dire in base alla loro esperienza: "questo è curabile". Loro vedono, provano la compassione, capiscono….e vedono l'uscita. Guardano l'anima dell'altra persona sentendo le loro cicatrici. Non assumono un atteggiamento indifferente. Non dicono "smettila è tutto passato." Sanno che a volte è sufficiente una semplice presenza per aiutare l'altro ad aprirsi. Accettando e sostenendo l'altro nel suo dramma avviano un potente processo di guarigione, che parte da dentro. Basta creare delle condizioni per questo."
Aglaya Dateshidze
Tumblr media
Tutto questo ha a che fare con esperienza diretta, con l'aver attraversato il proprio inferno personale, e non certo un po' di dolore per qualche giorno per quanto intenso possa essere stato.
Questo tipo di dolori durano mesi, e coincidono con passaggi evolutivi devastanti ed essenziali. Non si tratta di passeggere sofferenze che portano un po' di consapevolezza. Si tratta di dolori immensi e profondi che portano Trasformazioni importanti.
Perciò diffidate di chi "sente" ma non SA. C'è chi è in grado di percepire, leggervi, comprendere e magari anche sentire cosa state attraversando. Ma non SA veramente di cosa si tratta perché non ha attraversato quel dannato guado, che per un pelo non conduce alla morte.
Diffidate di chi dice di capire ma non SA, perché è solo il passaggio diretto tra i rovi che permette di guidare gli altri attraverso lo stesso labirinto spinoso, aiutandovi a venirne fuori integri.
Tumblr media
Diffidate di chi riceve informazioni "dall'alto" ma non le ha ricevute "dal basso", perché non conosce gli strumenti, i passaggi, le trasformazioni, le sofferenze dirette. Non sa di che sanguinamento soffrite perché non l'ha vissuto, non sa di che ferite parlate perché non le ha avute, non sa di che deserti parlate perché non li ha attraversati. Al massimo ci ha messo un piede, ma poi ha fatto retromarcia per difesa, per paura, per pavidità, per mancanza di struttura e strumenti.
Affidatevi a chi ha il corpo e l'anima segnata da solchi e cicatrici, perché in loro risiede l'elisir di guarigione, la speranza, la via, la luce.
Tumblr media
0 notes
titosfriends4life · 7 months
Text
TRAUMA: LE CONSEGUENZE PSICOLOGICHE E FISICHE
Tumblr media
Comprendere il Trauma: Effetti e Come Superarlo
La parola "trauma" ha origine dal greco antico τραῦμα, che significa "ferita". Gli eventi traumatici ci colpiscono all'improvviso, dividendo la nostra vita in un "prima" e un "dopo". Ciò che contraddistingue un evento traumatico non è tanto l'evento stesso quanto la sofferenza che esso provoca. Non tutti gli eventi possono essere considerati traumatici.
Il trauma è legato al dolore di sentirsi improvvisamente impotenti e senza controllo, con la sensazione che la ferita non possa mai guarire. Gli eventi traumatici possono sconvolgere i nostri normali meccanismi di adattamento, rendendo la vita quotidiana più difficile e complicata.
Quando siamo vittime di un trauma, il nostro corpo e la nostra mente reagiscono attivando il sistema nervoso simpatico, causando una scarica di adrenalina e uno stato di allerta. Questa risposta fisiologica è progettata per farci concentrare sulle azioni immediate, come "Cosa faccio❓".
Le conseguenze di un evento traumatico possono essere sia fisiche che psicologiche. L'evento può alterare la nostra percezione, causando problemi di alimentazione, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Il trauma può continuare a influenzare la nostra vita a livello psicologico, anche dopo che l'evento è finito.
Il trauma può scatenare reazioni fisiologiche, tra cui un aumento dell'adrenalina e uno stato di allerta. Questo stato può portare a cambiamenti nella percezione, inclusi problemi di alimentazione, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Questi sintomi possono essere segnali che l'evento traumatico non è stato elaborato correttamente.
Alcune reazioni comuni includono l'evitamento, l'angoscia, la rabbia e la paura del cambiamento. L'evitamento è un meccanismo di difesa che permette di isolare le emozioni legate all'evento traumatico per ridurre la sofferenza. Tuttavia, questo può portare a una maggiore paura e sfiducia nel lungo periodo. L'angoscia può essere causata da uno stimolo esterno, come durante l'emergenza COVID-19. La rabbia può emergere quando si riconosce che l'evento ha cambiato la vita in modo significativo. La paura del cambiamento riguarda la sensazione di non essere in grado di affrontare un futuro diverso da quello precedente.
Superare il trauma richiede tempo e cure simili a una ferita che deve rimarginarsi. Il primo passo è riconoscere il dolore e non negarlo. La resilienza è la capacità di affrontare eventi dannosi senza esserne sopraffatti. Attraverso il supporto sociale di amici e familiari, possiamo condividere le nostre esperienze emotive e trovare un significato nel nostro percorso di guarigione. La ferita emotiva causata dal trauma può trasformarsi in una cicatrice, diventando parte della nostra storia e permettendoci di andare avanti.
Tito Bisson
UNISCITI AL CANALE TELEGRAM CLICCA 👉🏻 QUI 👈🏻
HAI BISOGNO DI AIUTO❓Cheidi al PROFESSIONISTA online, inquadra il CODICE IQR qui sotto e INIZIA A CHATTARE: 👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻
Tumblr media
1 note · View note
rei-the-head-shaker · 3 years
Text
#SummerStudyingChallenge (by @myhoneststudyblr)
Tumblr media Tumblr media
27|07|2021
Day 27. Do your eating habits change during summer?
The only real change in my eating habits during summer is ice-cream!
I really really love ice-cream. I tend to eat it for breakfast, or even to replace a meal when it is too hot and I don't feel like eating.
Aside that my eating habits are has messed up us my sleeping habits...
I'm basically a walking disaster! 👌🏻
33 notes · View notes
missmelancholya · 3 years
Text
Ti avvicini cerchi un bacio mi dici dai amore non essere depressa, fino a ieri ero solo una troia, oggi come fosse nulla, dopo che mi sono annegata nello Xanax per calmai dalla situazione mi dici dai turisti su, non mi chiedi perché sono giù non ti interessa, sono solo una tua estensione non mi ami per niente, mi dici che mi ami poi no con lo stesso sguardo la stessa tranquillità hai paura di perdermi ma non lo fai vedere mi fai solo soffrire e io dentro di me non ti amo per niente mi fai schifo sei solo un drogato di merda un codardo un violento e aggressivo menefreghista... E io ti odio. Supplico affetto quando vorrei solo che tu morissi di sofferenze come stai facendo morire me ogni secondo ma sono malata, dipendente per sperare che tu mi dia qualche sicurezza che dici di voler un rapporto sano ma lo rovini ogni volta con bugie. Mi rovini la vita e vuoi che io stia bene. Senza di te starei bene ma mi manchi. Mi manchi perché fingi di essere quella bella persona che vorrei fossi ma sei una merda e resterai una merda per tutta la vita e io resto appesa qui nel nulla a soffrire come un cane abbandonato, bastonato e poi isolato, dove ogni tanto mi vieni a fare una carezza fredda e mi dai da mangiare. E se io mordo dopo le bastonate mi dici che sono una merda inizi a dirmi cattiverie senza mai scusarti senza pentirti anzi dicendomi che quelle cose le pensi e poi torni come se nulla fosse successo con la scusa di dirmi cattiverie perché quando si è arrabbiati si è così. Ho provato a prenderti con l empatia che tu ogni volta mi elimino con non curanzq fingendo di essere tu il cane disperato. E io ti coccolo ti do amore ne do come a un buco nero che assorbe senza dare niente. E mi uccide ogni volta questo tuo essere due persone diverse. La droga e l alcol tirano fuori il male. Sei il male. Critichi i miei genitori i miei amici i miei conoscenti quando hai fatto le peggio schifezze. Dire a un altra che volevi scoparla, rubare dove ti davano lavoro, andare con una puttana, iscriverti su siti di incontri erotici e questo in casa mia mentre dormivo guardavi troie nude mentre ti avevo chiesto di dormire con me quella sera. Io cosa ho fatto? Niente mi dici che sono una troia perché metto delle mie foto su Instagram vestita o di viso e ti lamenti se gli altri ci provano o mi fanno complimenti i quale io ignoro. E io ti chiedo scusa anche se non faccio niente di male come una sottona con la sindrome di Stoccolma. Io mi taglio e tu mi insulti senza considerare il mio dolore. Io vado da milioni di psicologi e psichiatri mentre tu non ci vai.
Ti fai pagare la spesa, senza curanza dicendomi che dopo mi ridai soldi che tanto sai io non ti chiedero mai perché qualunque parola temo possa fare sorgere una litigata. Mi faccio andare bene che ti droghi sempre che mi menti e non mi fai sapere cosa fai. Avevo accettato anche il farmi uscire con le tue ex poi quello era troppo. Il sentirmi dire che la tua storia più importante non ero io quando io vivevo di te e per te.
E mi viene voglia di morire ma fortunatamente l altra parte di me quella arrabbiata non vuole. Si ribella come può. Perché io la faccio stare calma. Lei vorrebbe rovinarti la vita come tu fai a noi. Lei mi dissocia, la mia protettrice distaccata dice la psicologa. Mentre io sono una bambina sofferente che ha bisogno di amore. L' amore che mi tolgo a me per darlo a te quasi incondizionatamente come un ingenua mentre tu sei in un altra stanza mentre io scrivo qui e tu non ti preoccupi di me. E allora io mi faccio male. Io mi faccio male per non sentire il male che tu fai a me. Non ascolto nessuno che si preoccupa per me e mi dice che sei il male. Anzi mi arrabbio con loro. Mi arrabbio con loro perché hanno ragione e vorrei non c'è l' avessero... Non voglio sentire che sto nuovamente perdendo il mio loop. Sono malata e questa malattia è mia. Dipende da me. E io vorrei mollarlo scomparire da lui dai suoi ricordi fa tutto e essere libera ma mi tengo in trappola per qualche trauma subito da bambina. E non serve la terapia perché io non riesco a guarire. Fin quando ci saranno persone come te io continuerò a sostituirle per rivivere tutto senza mai vincere.
È questo il mio inferno, mi sembra di stare proprio in un girone dove sono costretta a rivivere questo... Una nuova reincarnazione e sarà così sempre. Non posso scappare non posso essere essere libera.
E tu, amica mia. Tu con quelle corna nere, in fondo sei un po' la mia salvezza. Anche se mi intrappoli qui tu riesci ad assorbire un po' il mio male. Indossi un cappuccio per coprire le corna e ti trucchi sbavata per coprire il pianto. Tu sei lì che mi guardi sempre.
E lui viene di qua, ti tocca una tetta ridacchiando chiedendoti se ho visto il suo pacco di sigarette. E poi torna via. Gli dico che sto scrivendo qua non fa domande. Tu gridi "mandalo via, sputagli in faccia" io ti faccio stare zitta. Passiva. Con il mio cappuccio e i miei occhi rossi.
Parliamo spesso noi due, la psicologa ce lo chiede dice che fa bene parlare insieme per creare un adulta sana, ma cos è un adulto sano?! Perché io non ne vedo in giro, sono tutti "drogati di qualcosa" dipendenti dal alcol, dalla festa, dal lavoro, dal gioco, dallo sport, dalla famiglia. Tutti frustrati pieni di odio che giocano solo a chi indossa la maschera più felice quando dentro vogliono tutti finirla. Ma molti non se lo dicono. Molti non parlano neanche con la loro te. Hanno paura. Hanno paura dei demoni del buio della morte, hanno paura di te. Mentre io penso che il tuo dolore sia la mia salvezza. Mentre ti tendo la mano e tu mi abbracci e provi a difendermi. Mentre ho cercato di raggiungerti più volte. Mentre ti osservo così eterea e concreta.
Voglio incontrarti.
2 notes · View notes
unfilodaria · 4 years
Text
Recalcati: cosa ho scoperto parlando con il Covid. La pandemia nel diario di uno psicanalista
14 MAGGIO 2020
La quarantena ha messo alla prova le nostre risorse emotive più profonde. La mappa della sofferenza psichica generata dall'emergenza sanitaria appare frastagliata e sorprendente. Non aumentano solo i sintomi, ma anche strane forme di benessere
DI MASSIMO RECALCATI
Mentre nuvole scure si addensano al nostro orizzonte legate alle profonde perturbazioni economiche e sociali della pandemia, la mappa della sofferenza psichica generata dal Covid 19 appare frastagliata e per certi versi sorprendente. Il primo paradosso che registro nel mio lavoro clinico è che non aumentano solo i sintomi (angoscia, fobie, ritiro sociale, insonnia, depressione, difficoltà sessuali), ma anche strane forme di benessere.
Per provare a comprendere quello che sta accadendo conviene tenere presente una osservazione clinica di Freud: l'apparizione di un tumore può guarire il soggetto da una grave psicosi. È qualcosa che stiamo sperimentando: l'irruzione di un reale orribile - quello del tumore o del Covid 19 e delle sue conseguenze non solo sanitarie ma anche economiche e sociali - si rivelano assai più violente del delirio. Se lo psicotico vive separato dalla realtà, il trauma del tumore o del virus lo riporta bruscamente ad una realtà che non può più essere aggirata, liberandolo paradossalmente dalle sue angosce più deliranti. In parole più semplici la realtà si sarebbe fatta più delirante dello stesso delirio!
Non deve allora stupire se quadri soggettivi gravemente compromessi mostrano segni di miglioramento in una condizione come quella che stiamo vivendo. Lo stesso accade, almeno nella mia esperienza, con quei giovani pazienti che da anni vivevano volontariamente tagliati fuori dal mondo, reclusi nella loro camera, separati da ogni forma di relazione sociale che, con le nuove condizioni di vita dettate dalle misure del distanziamento sociale, manifestano invece un inatteso ritorno alla socializzazione, al dialogo coi loro genitori, alla riapertura della loro vita. Leggo in questo cambiamento di posizione un insegnamento: tornano alle relazioni proprio quando le relazioni vengono interdette, ma, soprattutto, quando esse appaiono spogliate di ogni contenuto performativo.
A rovescio, per tutti coloro che in modi diversi vivevano l'obbligo dell'essere in relazione come una fonte di disagio permanente, il Covid 19 ha consentito di rifugiarsi nelle proprie dimore. In questi casi la quarantena non è stata un incubo, ma un sogno che si realizza: vivere solitari senza dover più sopportare il peso psichico della relazione, trasformando la propria casa in una tana.
Non è allora così infrequente - ed è questo un nuovo sintomo provocato dall'epidemia - verificare la difficoltà diffusa a ritornare all'aperto, ad abbandonare il chiuso. Nulla come il confinamento ha realizzato il miraggio della decontaminazione e della sicurezza assoluta.
Il distanziamento sociale non si manifesta solo come un'esigenza sanitaria, ma anche come un fantasma arcaico dell'essere umano: evitare lo sconosciuto, l'aperto, l'ignoto. Non c'è dubbio che per diversi soggetti il confinamento si sia rivelato una soluzione radicale del problema della relazione. Una nuova pulsione claustrofilica si è sviluppata accanto all'angoscia claustrofobica che ha spinto invece molti a desiderare di ritornare il prima possibile all'aperto.
Poi ci sono ovviamente i chiari aggravamenti che sono di gran lunga più numerosi: angoscia di impoverimento legata alla precarizzazione della vita, angoscia depressiva accompagnata a fenomeni di insonnia, crisi di panico, impotenza sessuale, somatizzazioni varie. Si tratta di una particolare configurazione depressiva che anziché patire il peso del passato - il depresso vive sempre all'ombra di ciò che sente di aver perduto nel proprio passato - , mostra quanto il sentimento della perdita investa il nostro futuro realizzandosi nella fantasia apocalittica di non ritrovare più il mondo come lo conoscevamo prima.
Anche per coloro il cui narcisismo necessitava dello specchio degli altri per rendere la propria vita vivibile, il confinamento ha avuto un effetto depressivo segnando il ripiegamento mesto della loro immagine appassita perché privata del nutrimento necessario dello sguardo degli altri. In questi casi il ricorso al cibo, all'alcool, o a qualunque altra sostanza, unito ad una irritabilità di fondo, si è incentivato. In particolare, il cibo appare come lo strumento più facilmente a portata di mano per compensare un difetto di gratificazioni sociali.
La quarantena ha messo alla prova le nostre risorse emotive più profonde. Ha imposto una benefica disintossicazione psichica dalla nostra iperattività e dalle nostre dipendenze quotidiane più inessenziali costringendoci ad una sorta di introversione obbligatoria.
Per questa ragione la frustrazione legata alla privazione della libertà ha colpito soprattutto i giovani e i bambini e, in seconda battuta, quegli adulti più simili ai giovani e ai bambini, ovvero più incapaci di coltivare interessi profondi senza ricorrere alla convivialità dell'incontro o alla socializzazione.
Sarà molto probabile con la progressiva riapertura attendersi un incremento considerevole delle fobie sociali. Un paziente gravemente ossessivo mi ha confidato uscendo di casa per la prima volta dopo una lunga quarantena di aver visto con sorpresa che il mondo assomigliava al suo sintomo: angoscia di contaminazione, ritualizzazione, lavaggi ripetuti delle mani, ossessione per lo sporco, distanziamento ed evitamento del contatto con i propri simili. "Mi sembrava di essere a casa", ha concluso non senza una certa soddisfazione.
15 notes · View notes
kon-igi · 5 years
Note
Mi spiega per favore come funzionano le medicine ? Per esempio se io prendo contemporaneamente due pasticche per sintomi completamente diversi, ipotizziamo una per il mal di testa e l’alta per la pressione alta (o qualsiasi altra cosa). Come fa a sapere la pillola del mal di testa che deve agire esattamente lì dove deve agire ? E’ una reazione chimica ? Potrei prendere quindi tre pillole contemporaneamente per tre sintomi completamente diversi oppure faccio del casino? Grazie!
Dunque, se io sto finendo di costruire casa e devo terminare l’impianto elettrico e quello idraulico, assumo un elettricista e un idraulico che, una volta entrati, si occuperanno uno di fili e l’altro di tubi, con attrezzi adatti e conoscenze specifiche.
Idem per i farmaci.
Se io assumo un farmaco per il mal di testa e uno per la pressione alta -- diciamo Ketoprofene e Ramipril -- questi principi attivi vengono veicolati dagli eccipienti della compressa nello stomaco, disciolti dai succhi gastrici, assorbiti a livello intestinale e da qui veicolati nel sangue, dove nel giro di minuti/ore raggiungono una concentrazione plasmatica tale da interagire con l’organo bersaglio. Il ketoprofene, nello specifico, agisce a livello SISTEMICO cioè toglie infiammazione e dolore ovunque esso sia, tramite un meccanismo chiamato INIBIZIONE DELLA PROSTAGLANDINA-ENDOPEROSSIDO SINTASI, una sostanza magica che si forma ovunque vi sia trauma, infezione, infiammazione e che all’uomo primitivo serviva per guarire più velocemente dal morso della tigre dai denti a sciabola ma che a noi rompe un pochetto le palle.
Se prendi un Oki non solo ti toglie il mal di testa ma anche il dolorino al ginocchio, il mal di gola e quel bruciore segreto alle emorroidi.
Il ramipril, invece, in quanto antiipertensivo ACE inibitore, abbassa nel circolo ematico, inibendola a livello di produzione renale, la presenza di ANGIOTENSINA, un ormone che tra i tanti effetti che possiede ha quello di ‘comandare’ ai vasi periferici di ‘stringersi’ e al cuore di aumentare frequenza e forza di gittata: abbassi l’angiotensina, i vasi si allargano, il cuore si calma e la pressione scende.
Il farmaco è SISTEMICO quando per funzionare deve raggiungere (passando da bocca, culo, foro nella vena, sulla pelle o nel culo) tutti i distretti organici e poi l’organo/apparato bersaglio, TOPICO quando applicato direttamente nella sede bersaglio (collirio, crema, cerotto medicato, infiltrazione locale).
A volte, però, l’idraulico e l’elettricista sono impiccioni l’uno del lavoro dell’altro e allora avremo un’INTERAZIONE FARMACOLOGICA che può manifestarsi nel potenziamento dell’effetto di uno o nell’aumento di frequenza o/o intensità di effetti collaterali.
Infine, qualche volta succederà pure che chiamerete l’elettricista per un tubo rotto o l’idraulico per un filo elettrico scoperto ma quello è colpa di voi inetti che fate automedicazione con la roba sbagliata.
29 notes · View notes
susieporta · 2 years
Text
LASCIATE CHE UN SENTIMENTO VI APRA IL CUORE
Ecco la cattiva notizia:
Non si può "superare" un sentimento.
Non potete "superarlo".
Non potete liberarlo.
Non potete lasciarlo andare.
Non si può trasformare o trasmutare.
Non si può nemmeno guarire.
Tutte queste idee vengono dalla mente,
non dal corpo, non dal Cuore.
Sono tutte forme sottili di violenza,
modi subdoli di dire "no" a un sentimento,
mirando alla sua scomparsa,
alla sua morte.
Impariamo a lasciar andare il "lasciar andare".
Smettiamo di cercare di liberarci.
Smettiamo di fare sforzi estenuanti per guarire.
Invece, siamo presenti.
Offriamo a una sensazione la nostra semplice presenza.
La nostra attenzione non resistente.
Il nostro amore.
Ecco la buona notizia:
In questo campo di presenza
il sentimento non è più un problema,
un nemico, un'aberrazione, una macchia,
un blocco alla libertà.
Non è più "qualcosa di sbagliato".
Non è più "negativo".
Non è più una minaccia.
Non è più un bambino indesiderato.
Ora sei il suo tutore, il suo protettore,
il tuo genitore amorevole, la tua casa.
Tienila con leggerezza, in uno spazio immobile di permesso,
la sensazione rimane per un po', oppure si allontana,
o ritorna,
o non torna mai più,
ma in ogni caso,
siete guariti dal bisogno di
di trovare la guarigione altrove.
Non siete voi a guarire i sentimenti
Sono loro che guariscono voi, quando permettete loro
di guidarvi di nuovo
alla vostra interezza originaria,
la vostra natura amorevole,
il vostro respiro,
il vostro posto su questa Terra.
Jeff Foster
✨✨✨
Amo queste condivisioni che partono e nascono dalla prospettiva dell’ESSERE, del vuoto e dello spazio che siamo perché mantengono vive in me sensazioni forti di guarigioni improvvise nella totale presenza in un momento in cui neppure cercavo la guarigione
Ma non rinnego neppure l’importanza del corpo e delle sue autonome reazioni dovute al trauma perché ne ho fatto esperienza più volte senza poter reagire diversamente nonostante la mia immensa forza di volontà, che è davvero tanta! Talmente tanta da essermi sempre sentita inadeguata
Due verità profonde
Ma una contiene sempre l’altra
Una è più vasta ed ha potere se il potere glielo lasci
L’altra è più “ristretta” perché legata più alla personalità, corpo, karma e mente
Se potessi sempre scegliere non dovrei neppure scegliere…
Ma non è la mente a scegliere ..
Quell’immensità e vastità che dirompente ti spezza ed apre alla verità senza che tu abbia neppure il tempo di rendertene conto arriva all’improvviso
Ed in un attimo…
SEI tutto quello che sei sempre stato
Claudia Sapienza aka Astrosapienza
5 notes · View notes
Photo
Tumblr media
Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/02/08/97384/
Aracne, le tarantate e un falso mito
LA STORIA DI GINEVRA, UNA TARANTATA BRINDISINA DI FINE SETTECENTO, CONFUSA CON IL MITO DI ARACNE
  di Gianfranco Mele
  Come noto, il mito di Aracne raccontato da Ovidio ne Le Metamorfosi narra della sfida tra Athena ed Aracne sull’arte della tessitura. E’ proprio Aracne a lanciare la sfida, e ne pagherà le tragiche conseguenze: non solo ha osato sfidare la dea, ma la rabbia che suscita in Athena è nel fatto che le sue tele si mostrano addirittura superiori a quelle della dea stessa. L’ira che la fanciulla provocherà in Athena sarà tale da costringerla al tentativo di suicidarsi: non poteva reggere difatti il peso della rabbia divina. Ma la dea fermerà il tentativo di suicidio di Aracne e la trasformerà in ragno.[1]
Tavola di Gustavo Dorè per illustrare il mito di Aracne celebrato da Dante (Purgatorio, XII, 43-45); immagine tratta da http://www.worldofdante.org/pop_up_query.php?dbid=I301&show=more.
  L’unica versione del mito alternativa a quella che ci racconta Ovidio, è quella che ci perviene dalla lettura di alcuni frammenti di un’opera di Nicandro, la Theriaca, nei commenti inseriti da uno scoliaste che secondo alcuni sarebbe da identificare in Teofilo Zenodoteo. In tale versione, si narra dell’incesto tra Aracne e suo fratello Falance; Athena punisce per questo motivo i due fratelli, trasformandoli in ragni.
Sul web (e non solo sul web, ma addirittura in alcuni scritti, accademici e non, di studiosi del tarantismo) circola una terza versione senza fonte alcuna (in alcuni casi viene addirittura riportata, con duplice errore, come la storia raccontata da Ovidio): narra (copio e incollo da uno dei tanti siti che riportano tale versione, a loro volta copiandosi e incollando a catena) di “una giovane ragazza, Arakne, la quale fu sedotta da un marinaio che, dopo la prima notte d’amore, partì e da allora ella visse in attesa del ritorno del suo amore. Una mattina la ragazza vide una barca avvicinarsi alla costa e fece il segnale convenuto con il suo marinaio. Dalla nave giunse la risposta: era tornato. Ma a pochi metri dal porto la barca fu affondata da Zeus, il quale voleva la fanciulla per sé, così coloro che erano a bordo perirono affogati. Arakne vide morire il suo amore dopo anni di attesa e si uccise. Così, alla morte della giovane, Zeus s’infuriò e la rimandò in terra per restituirle il torto ricevuto, non come ragazza ma come tarantola”.
In molti di questi siti, tale versione giunge ad essere l’unica citata, o, come si è detto, addirittura ad essere attribuita ad Ovidio e spacciata per quella del poeta latino.
La ritrovo in un blog dedicato alla pizzica, la ritrovo sulla pagina ufficiale del gruppo Zimbaria,[2] su pagine gestite da cultori e musicisti di pizzica, su tesine di laurea pubblicate online, su un lavoro di una docente dell’ Università di Bologna apparso su una rivista specializzata,[3] sulla pagina Wikipedia dedicata alla “pizzica”,[4] e su una innumerevole serie di pagine e blog aventi per oggetto pizzica e tarantismo.[5] Mi chiedo da dove mai la abbiano pescata tutti costoro, visto che nessuno ne indica fonti. Successivamente, noto (e ne trovo conforto) che la questione non è sfuggita ad Armando Polito, che in un suo articolo apparso qualche anno fa su questo sito web di Fondazione Terra d’Otranto, si accorge di questa incredibile confusione e sostituzione.[6]
Una singolare contorsione esplicativa e interpretativa la compie Annarita Zazzaroni, che scrive: “Il tarantismo pugliese è, infatti, legato anche a una vera e propria riscrittura del mito di Aracne: alcuni fanno risalire la nascita della taranta alla trasformazione in ragno di una fanciulla, Arakne, che fu sedotta da un marinaio e abbandonata dopo una notte d’amore. Per anni Arakne attese il ritorno del suo amato ma, quando questo avvenne, la nave del ragazzo affondò durante l’attracco. Arakne era folle di dolore per aver perso per sempre l’uomo che amava. Fu così che Zeus la trasformò in taranta, perché potesse vendicarsi perpetuamente delle sofferenze subite.“ [7]
Ma da quando in qua, e perchè, “il tarantismo pugliese” avrebbe riscritto il mito di Aracne? Da dove origina dunque questa versione, che avrebbe l’aria di una sorta di leggenda metropolitana (o internettiana), se non fosse che la storia è così singolare e avvincente da pensare (come poi di fatto risulta) che è stata presa in prestito da altre fonti[8] (che però non sono, come vedremo, così antiche)?
La risposta sta in un incredibile scambio della paternità e delle origini del racconto, che ci viene trasmesso attraverso gli scritti di un autore francese ottocentesco, Antoine-Laurent Castellan,[9] e che nella sua versione originale non parla affatto di Aracne (né del relativo mito) ma riferisce di una storia, appresa durante un suo viaggio a Brindisi, che ha come protagonisti una ragazza di nome Ginevra e un marinaio di origini albanesi. La storia è perfettamente identica a quella raccontata nel web (e là spacciata come “la storia di Arakne”): racconta dell’ incontro e dell’amore tra la fanciulla e il marinaio, della ripartenza del marinaio, della attesa della ragazza per il ritorno del suo amato, della barca che finalmente un giorno si avvicina alla costa mentre la fanciulla attende, racconta del segnale, del tragico affondamento poco prima che la barca possa approdare, della disperazione della fanciulla che da quel momento “si trasforma in ragno” (o meglio, diviene tarantata)! Ma (“piccoli” e unici particolari discordanti): la fanciulla non si chiama Arakne, ad affondare la barca non è “Zeus” ma una galea (altrimenti detta “galera”) barbarica, e la tragedia si snoda in Brindisi alla fine del Settecento. Castellan la riporta come un fatto realmente accaduto, e da lui appreso in seguito ad una casuale occasione in cui egli assiste come spettatore alla danza di una tarantata.
l’ opera di Castellan
tavole di Castellan inserite nel testo Lettres sur l’Italie. Fabbricati di Brindisi
  Questa tarantata, è proprio lei, Ginevra, quella fanciulla che aveva perso il suo amore in quella straziante tragedia. E’ la gente del posto a raccontare a Castellan la storia, e a spiegargli come la ragazza sia diventata tarantata a seguito del trauma subito per la perdita del suo amore. O meglio, e per la precisione: nessun ragno aveva mai morso Ginevra, ma le era stato lasciato credere che così fosse stato. Il trauma per la perdita del suo innamorato era stato così forte che Ginevra aveva rimosso il penoso ricordo dell’accadimento, portandosi però addosso un malessere che aveva rielaborato attribuendolo al morso del ragno. Era stata lasciata volutamente in quella convinzione, per non farle riaffiorare il terribile ricordo, e per non farle perdere la speranza di poter guarire.
Nel classico stile del rimescolamento orale (che oltre che di epoche remote è tipico anche dell’epoca del web), la storia diventa “il Mito di Arakne”, e viene infilato persino un Zeus nel racconto, a “sostegno” della derivazione antica e mitologica del racconto.
Una possibile matrice della confusione e del rimescolamento può essere nel fatto che il Castellan nel suo scritto utilizza il termine araigne (che in italiano è ragno: ciò è stato forse sufficiente a scambiare quell’ araigne per la Aracne – altrimenti detta Aragne – mitologica). Il resto, lo han fatto la sprovvedutezza di chi ha fatto circolare a ripetizione la storia confondendo epoche, personaggi e fonti, e, di sicuro, quell’alone poetico e leggendario che caratterizza l’avvincente, struggente e bellissimo racconto di Castellan.[10]
tavole di Castellan inserite nel testo Lettres sur l’Italie. Colonna di Brindisi
  A seguire, trascrivo integralmente il racconto del Castellan traducendolo in italiano (l’opera in lingua originale è consultabile e scaricabile anche attraverso Google books). Premessa: Il Castellan approda in Italia nell’agosto del 1797, e si ferma prima a Otranto, poi a Brindisi. A Brindisi, accade che:
“Mentre passavamo sulla banchina del molo, siamo stati fermati dalla folla, che si accalcava sulla porta di una casa dove si sentiva della musica. Ci siamo fatti spazio, e anche noi siamo invitati ad entrare in una stanza bassa che era servita per diversi anni, e ancora lo era oggi, da scenario e ambiente per la cura del morso della tarantola. Le pareti di questa ampia stanza erano adornate con ghirlande di foglie, mazzi di fiori e rami di vite carichi dei loro frutti, piccoli specchi e nastri di ogni colore erano là sospesi; molta gente era seduta intorno all’appartamento, e l’orchestra occupava uno degli angoli, ed era composta da un violino, un basso, una chitarra e un tamburello. C’era una donna che ballava: aveva solo venticinque anni ma ne dimostrava quaranta; i suoi lineamenti regolari, ma alterati da eccessiva smodatezza, i suoi occhi scuri, il suo aspetto triste e abbattuto, contrastavano con la sua ricercata e variegata decorazione di nastri e pizzi d’oro e d’argento; le trecce dei suoi capelli erano sparpagliate e un velo di garza bianca le cadeva sulle spalle; danzava senza lasciare la terra, con nonchalance, girando costantemente su se stessa e molto lentamente; le sue mani reggevano le estremità di un fazzoletto di seta che faceva oscillare sopra la sua testa, e alcune volte lo gettava indietro: in questo stato, ci offriva assolutamente la posa di quelle baccanti che vediamo su bassorilievi antichi.
L’aria che si suonava in quel momento era languida, trascinata sulle cadenze, e si ripeteva da capo a sazietà. Poi il motivo è cambiato senza interruzioni; questo era meno lento, e ad un certo punto divenne più vivace, precipitoso e saltellante. Questi brani musicali formavano una successione di rondò, o ciò che chiamiamo pot-pouri. Si passava alternativamente dall’uno all’altro; finalmente si tornava al primo, per dare un po ‘di riposo alla ballerina, e permetterle di rallentare i suoi passi, ma senza farla mai smettere di ballare; lei seguiva sempre il movimento della musica; e come quel movimento si animava, si muoveva e diventava più vivace; ma il sorriso non rinasceva sulle sue labbra scolorite, la tristezza era sempre stampata sul suo sguardo, talvolta rivolto verso il soffitto, di solito verso il suolo, oppure a volte muoveva gli occhi a caso fissando il vuoto, anche se abbiamo cercato di distrarla con ogni mezzo. Le offrirono fiori e frutti; li tenne per un momento tra le mani e li gettò in seguito; furono anche presentati fazzoletti di seta di diversi colori; lei li scambiava con il suo, li agitava in aria per qualche istante, li rendeva, prendeva gli altri. Diverse donne là presenti hanno successivamente ballato con lei in modo da attirare la sua attenzione, e cercavano di ispirarle allegria ma senza successo. Sembrava sottoporsi a quell’esercizio contro voglia ma spinta da una sorta di forza irresistibile, e ciò dovette stancarla molto; il sudore scorreva dalla sua fronte; il suo petto era ansante, e ci hanno detto che questo stato sarebbe terminato con una sospensione totale delle facoltà; che poi era necessario portarla a letto; che il giorno dopo si sarebbe svegliata ricominciando a a ballare, e che lo stesso rimedio sarebbe stato impiegato nei giorni successivi, fino a quando non le avrebbe dato sollievo.
Questo spettacolo aveva qualcosa di doloroso; e mi ha colpito ancor più fortemente quando ho appreso la storia di questa interessante paziente. Non era stata punta dalla tarantola, sebbene ne fosse convinta; e veniva lasciata nella sua errata convinzione solo per nascondere e per non far dimenticare la vera causa del suo stato, e per non privarla di ogni speranza di cura. Ecco l’origine dell’alienazione di Ginevra; questo è, credo, il nome della malata. All’età di vent’anni, pur non essendo la ragazza più carina fra quelle della sua età, si faceva notare per avere una fisionomia provocante e molto espressiva; la sua bocca era rosea e attraente; i suoi occhi neri erano pieni di fuoco; la sua altezza aveva più duttilità e abbandono della grazia; il suo carattere, per quanto buono e sensibile, era particolare; spesso gioiva fino al delirio, si abbandonava quindi a una tristezza vaga e senza motivo; esagerata in tutti i suoi sentimenti, favoriva l’amicizia per le sue compagne fino all’eroismo, e la sua indifferenza verso gli uomini era simile al disprezzo: quindi doveva esser prevedibile che che se avesse amato un uomo una volta, ciò sarebbe accaduto con veemenza e per tutta la vita. All’età di vent’anni, la sua ora non era ancora arrivata, ma squillò troppo presto per la sua disgrazia. Un giorno stava camminando assorta nei suoi pensieri malinconici sulla spiaggia deserta di Patrica; l’aria era stata rinfrescata da una tempesta e il mare, che era ancora agitato, ondeggiava sulla spiaggia. Un brigantino (piccolo veliero n.d.r.) a metà frantumato era appena approdato: aveva a bordo un uomo. Partito dal porto di Durazzo per stendere le reti, verso il centro del canale una raffica di vento aveva strappato la vela; il suo timone si era rotto tra le sue mani e, in balìa delle onde, la sua barca era stata lanciata sulle rive dell’Italia. Sopraffatto dalla stanchezza, morente di bisogno, deplorava la sua disgrazia, così la ragazza gli andò incontro in aiuto, gli offrì una mano e si offrì di portarlo a casa di sua madre, che esercitò verso di lui con slancio i doveri dell’ospitalità.
Questo albanese era giovane; era infelice; sembrava ragionevole e grato; Ginevra credette di essersi abbandonata al piacere puro e disinteressato che la carità fornisce, mentre in realtà l’amore si era già insinuato nel suo cuore nelle vesti di pietà. Tuttavia, il giovane albanese, combattuto dal desiderio di rivedere il suo paese, e dal tenero interesse che lo lega alla sua benefattrice, finalmente parla della sua partenza. A questa parola, come una striscia di luce colpisce Ginevra facendo chiarezza sui suoi sentimenti; riconosce in essa l’amore, per l’angoscia che l’idea di una separazione, lontana dal suo pensiero, inizia a sentire; onesta, ma appassionata, non ha più il controllo di nascondere la sua confusione e lascia persino sfuggire tutta la violenza dei suoi sentimenti; ma esige da questo straniero che adora, il sacrificio dei legami indissolubili con il suo paese d’origine. Senza esitazione, lui acconsente. Quindi lei stessa favorisce la sua partenza dall’Italia, dove non può stabilirsi senza consultare la sua famiglia. Il giorno del suo ritorno è fissato, e Ginevra deve aspettarlo sulla costa, proprio nel punto in cui gli ha salvato la vita.
Fedele alla sua parola, lei va là ben prima dell’ora stabilita; lei conta gli istanti; fluiscono con una lentezza disperata. Intanto, il sole è già al tramonto: preoccupata, cammina sulla riva, gli occhi rivolti verso il mare: lei interroga le onde; il minimo soffio di vento, la minima nube le fa temere una nuova tempesta. Il giorno sta cadendo, il suo cuore è schiacciato e il crepuscolo, di cui la natura si ricopre, oscura, disturba le sue idee; infine, scopre un punto nero all’orizzonte: avanza; è una barca: si precipita alla sommità di una roccia e scuote un velo cremisi, il segnale concordato. Immediatamente lo stesso segno è attaccato all’estremità dell’albero; lei non può più dubitarne, questa barca le porta il suo amante.
Infatti, l’ albanese si era imbarcato, felice, in una barca a remi decorata con tutti gli attributi della gioia. Gli alberi erano decorati e le vele erano di un bianco brillante. Alcuni musicisti, seduti sulla panca di poppa, suonavano con accenti felici; e la sua famiglia, che l’albanese stava lasciando per stabilirsi nel paese di sua moglie, volle affidare a Ginevra la cura della felicità del figlio, il deposito della sua modesta fortuna e il mobilio necessario per la giovane famiglia.
La barca avanza come in trionfo verso le coste dell’Italia, già il suono degli strumenti raggiunge l’orecchio di Ginevra, tocca la superficie delle onde, calma le sue ansie e porta nel suo cuore speranza e sicurezza. L’imbarcazione si sta avvicinando: l’amore rende i suoi occhi più penetranti; lei distingue, riconosce suo marito che tende le braccia; lei pensa di sentirlo, e questa illusione rapisce una risposta.
Ma improvvisamente un suono sinistro fa cessare le belle melodie; una galera barbarica esce da dietro una roccia sporgente, che la aveva nascosta alla vista degli occhi di tutti. I suoi numerosi remi salgono a ritmo, cadono tutti in una volta e le danno un movimento rapido. Come l’avvoltoio, si libra sopra l’aria e si dirige verso la sua preda. A questa vista, non meno inaspettata che fatale, Ginevra cade in un cupo torpore; il terrore incatena le sue facoltà, i suoi occhi solo conservano un residuo di vita, seguono i movimenti contrari delle due barche.
La fragile barca sta fuggendo, e grida di paura e dolore sono sostituite agli accenti gioiosi. Il giovane e coraggioso albanese esorta i suoi compagni ad una resistenza che risulterà vana: le ombre della notte avvolgono questa scena di desolazione e la nascondono agli occhi della sfortunata Ginevra, che cade impotente sulla riva.
Molto tempo dopo, Ginevra esce come da un sonno profondo: apre gli occhi; ma la luminosità del giorno li fa chiudere subito. Non può muovere le sue membra, irrigidita dal freddo del mattino. Eppure le sue idee, dapprima confuse, le raccontano la scena del giorno prima; poi, disorientata, fa risuonare la costa con la sua disperazione; lei esamina l’estensione del canale; nessun imbarcazione solca la superficie; non c’è più felicità o speranza per lei; i suoi sensi si alterano, la sua mente si smarrisce e lei precipita nel mare dalla cima della roccia.
I pescatori la videro, si affrettarono a venire in suo aiuto e la portarono a casa di sua madre. Questo atto di disperazione fu seguito da una lunga apatia e da uno sconvolgimento che degenerò in alienazione della mente. Ginevra aveva dimenticato la causa delle sue pene; lei attribuiva le sue condizioni al pungiglione della tarantola. Questa idea è stata mantenuta, facendole sperare che l’esercizio della danza e gli accordi della musica, che ha veramente placato l’agitazione dei suoi sensi, la abbia finalmente guarita da questa mania malinconica.”
  [1] Ovidio, Metamorfosi, IV
[2]    http://www.zimbaria.it/la-pizzica/
[3]    Annarita Zazzaroni, Il ragno che danza. Il mito di Aracne nel tarantismo pugliese, In “Amaltea: Revista di Mitocrìtica”, 2010 (vol. 2), pp. 169-183.
[4]    Nella attuale e più recente versione (magari alla prossima sarà omessa) di Wikipedia alla voce “Pizzica” è riportato un ennesimo copia-incolla della versione che circola sul web e della quale ho preso a caso da altro sito la parte riportata in corsivo in questo scritto.
[5]    Per citarne solo alcune: http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/pizzica_tarantismo150609.html ; http://www.artcaroli.it/opere/arakne/ ; https://www.youreporter.it/foto_la_pizzica_e_le_antiche_origini_del_tarantismo/ ; http://www.storienapoli.it/2014/12/06/il-tamburello-e-la-tarantella/ ; http://pugliaierieoggi.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=14:il-salento&catid=2:territorio&Itemid=20 ; https://pizzica.wordpress.com/ ; https://vivereinsalento.weebly.com/blog/archives/02-2018 ; http://enosud.it/corso-di-pizzica-pizzica/ ; https://sites.google.com/a/student.unife.it/taranta/un-p-di-storia ; http://www.briziomontinaro.it/node/156
[6]    Armando Polito, Aspettando la Notte della Taranta (¼): Aracne, Fondazione Terra d’Otranto, luglio 2014, http://www.fondazioneterradotranto.it/tag/aracne/
[7]    Annarita Zazzaroni, op. cit., pag. 170
[8]    Una laureanda in Lettere dell’ Università di Torino si accorge delle convergenze tra il racconto fornito dalla Zazzaroni e l’opera del Castellan, ma prendendo per buona e originale la versione (senza fonti) del mito con la storia di Zeus, Arakne e il marinaio, non riesce a far derivare quest’ultima da una storpiatura della storia raccontata dal Castellan. Così, finisce con il validare e conferire ancor più valore alla versione-fake: Vanessa Elena Cerutti, La danza del ragno e la sua evoluzione. La tradizione ritrovata e reinterpretata, Tesi di Laurea, Università degli Studio di Torino, pp. 49-51
[9]            Antoine Laurent Castellan, Lettres sur l’ Italie, faisant suite aux lettres sur la Morée, l’ Hellespont et Costantinople, Tomo I, Parigi, 1819, Lettre IX, pp. 83-91
[10]  Talmente suggestivo ed evocativo, che si presta bene ad essere “pensato” in chiave mitologica o leggendaria, o a far ipotizzare (come qualcuno ha fatto) che non sia autentico ma frutto della fantasia dell’autore o della sua trasposizione o adattamento di altre leggende. Sono andato frettolosamente alla ricerca di similitudini: per alcuni versi può far tornare in mente la storia di Odisseo e Nausicaa, o l’ antichissima storia egiziana del “marinaio naufragato”, o ancora, e forse con più elementi in comune, una storia ambientata in Liguria nel medioevo intitolata “Il picco spaccato” (viene raccontata nel 1847 da Pietro Giuria – nella raccolta Tradizioni Italiane per la prima volta raccolte in ciascuna provincia dell’Italia – che la presenta come un racconto tipico della tradizione dei luoghi). Ciascuna di queste storie contiene però varianti fondamentali da discostarsi notevolmente rispetto a quella raccontata dal Castellan.
1 note · View note
Text
un sintetico ripasso di alcuni aspetti pratici relativi ai rapporti quotidiani con questi vampiri emotivi.
TENSIONE COSTANTE: chi vive con questi soggetti vive nell’eterna tensione. Serve loro per scaricare rabbia e conflitti interni, ma anche produrre adrenalina e lotta di potere. Nessun comportamento influisce più di tanto per stemprare questa eterna tensione che alla lunga sfianca la vittima riducendola in pezzi. DISCUSSIONI INFINITE: con questi soggetti si discute su tutto e per tutto, ma si ha sempre la sensazione che le discussioni non portino mai da nessuna parte, non si arrivi mai ad un reale cambiamento o ad una soluzione. SI ANNOIANO: sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli, nuovi interessi, nuove avventure, perché non sentendo nulla a livello profondo per cui tutto nel giro di breve tempo li annoia tremendamente. FREDDI SESSUALMENTE: molte vittime dopo la fase iniziale di luna di miele parlano di rapporti sessuali freddi e distaccati, sentono il partner distante emotivamente e il sesso viene vissuto come un gesto meccanico. Per loro il sesso è solo potere. Godono ad usare l’altro, a spostare i limiti, a rendere il rapporto perverso. Sono sempre pornografici per cui il sesso (una volta caduta la maschera) è freddo, senza emotività. Vogliono solo oggetti al loro servizio come nei film porno. Sanno solo masturbarsi col corpo dell’altro. NON BACIANO: superate la fase del love bombing non baciano, evitano in tutti i modi l'intimità vera. GHIGNO INFERNALE: godono come pazzi a prendersi gioco delle vittime e lo si nota dal ghigno infernale che gli si stampa in viso mentre mentono, manipolano, lasciano tracce per essere scoperti. SGUARDO ASSASSINO: ogni qual volta che si creano loro delle frustrazioni narcisistiche mostrano il loro vero volto crudele. Lo sguardo cambia e diventa assassino quando vengono scoperti, offesi, derisi, trattati con sufficienza, o quando ci si ribella al loro volere assoluto e non si seguono i loro dettami sabotando le loro aspettative. ATTACCATI AL DENARO: hanno una venerazione per il denaro in tutte le sue forme e sfaccettature. Non provando nulla a livello profondo, vivono in un assoluto deserto emotivo per cui provano piacere solo attraverso potere e controllo che trova uno dei suoi fondamenti nel denaro. BUGIE: mentono in modo compulsivo, su tutto e per tutto. Dalla cose più piccole come la spesa quotidiana, alle cose più grandi come il matrimonio. La loro vita è una bugia, la loro personalità è falsa, tutti i rapporti si fondano sulla menzogna. Una volta capito il personaggio ogni relazione con loro non ha più senso. PRETESE LAMENTELE ACCUSE: sono soggetti che spesso si lamentano di tutti e di tutti. Nessuno li capisce davvero e la colpa è sempre e solo degli altri. RITORNI: tornano sempre, più volte, in tanti modi diversi. Per loro l’altro è solo un gioco, un altro giro di giostra, un modo per misurare il loro potere. Tornano in tanti modi, più o meno spinti, più o meno diretti. Se riagganciano la vittima la fase di idealizzazione durerà sempre meno e si ritornerà ben presto ai soliti abusi, manipolazioni, abbandoni. NON SENTONO NULLA: le persone empatiche non riescono a credere a questa cosa. Le persone buone e generose commettono l’errore enorme di ritenere che gli altri pensino e agiscano come loro. Non è assolutamente vero. Il male assoluto esiste eccome. BIP BIP: scappare è l’unica cosa da fare. Nella maggior parte dei casi è meglio SCIVOLARE VIA lentamente e senza fare rumore. La rabbia per il dolore subito spesso non lo consente. In ogni caso andarsene e azzerare i contatti se possibile è l’unica salvezza. DIPENDENZA: per guarire del tutto dal trauma subito con una relazione tossica serve tempo e un buon lavoro su se stessi perché si crea un effetto dipendenza. Come tossico dipendente si soffre, si sta male ma non se ne può fare a meno. Allora serve passare per una lunga fase di disintossicazione. Occorre almeno un anno, che è il tempo necessario per purificare il corpo da una anestesia. Il narcisista psicopatico crea dipendenza e porta il fisico ad una condizione di stress eccezionale. Altra cosa fondamentale lavorare sulle proprie ferite non risolte per evitare altri abusi del genere. PARADISO E INFERNO: per raggiungere il paradiso si deve passare per l’inferno. Una relazione con un narcisista psicopatico è una buona occasione per cambiare in modo radicale. Come se venisse consegnata una chiave per aprire il cuore dall’interno. Non c’è gioia senza dolore. Lo dimostrano anche i grandi maestri come San Francesco e il Budda.  
solounuomosolo.blogspot.com
10 notes · View notes
giancarlonicoli · 3 years
Link
14 apr 2021 20:30
"LA MONOGAMIA È NATURALE, L'INFEDELTÀ PURE" - LAWRENCE JOSEPHS: "GLI UOMINI TRADISCONO CERCANDO SESSO, LE DONNE PERCHÉ VOGLIONO ROMANTICISMO. MA ENTRAMBI SI SENTONO TRAUMATIZZATI NEL SCOPRIRLO E VENGONO TRAVOLTI DA INSICUREZZA, GELOSIA E UMILIAZIONE - COME SCOPRIRE PRIMA SE QUALCUNO CI CORNIFICHERÀ? LE PERSONE CON ALTI LIVELLI DI NARCISISMO, PSICOPATIA, INTELLIGENZA MACHIAVELLICA E..."
-
Eleonora Barbieri per “il Giornale”
Per spiegare che lavoro faccia, Lawrence Josephs parafrasa Amleto: «Tradire o non tradire? Questo è il problema». Professore di Psicologia alla Adelphi University, nello Stato di New York, psicoterapeuta familiare e di coppia nella capitale mondiale della psicoterapia di coppia, la Grande mela, Josephs è un esperto di Infedeltà (Raffaello Cortina Editore, pagg. 322, euro 26), come si intitola il suo saggio. All'inizio del quale esprime un comprensibile e «speciale debito di gratitudine» verso la (da oltre trent'anni) moglie Laura...
Professor Josephs, lei spiega che l'infedeltà è un trauma a tutti gli effetti, tanto che spesso i traditi soffrono di disturbo post-traumatico. Perché?
«Il tradimento sessuale è un trauma perché qualcuno di cui ti fidavi e su cui facevi affidamento ti ha ingannato, perciò non puoi più credere che ti dica la verità. Inoltre, sentire che il tuo partner preferisce fare sesso con qualcun altro provoca insicurezza, gelosia e umiliazione. Ti può fare sentire sessualmente inadeguato e, quindi, non attraente e non amabile».
Provoca angoscia?
«Certo, ti preoccupi che il tuo partner possa abbandonarti, e tutte le sue rassicurazioni del contrario suonano false. Puoi essere pieno di rabbia omicida e sopraffatto dal desiderio di farla finita. Senti che la tua vita e la tua innocenza sono rovinate per sempre».
C'è un dibattito diffuso sul fatto che la poligamia sia «naturale» e la monogamia «culturale». Che cosa dice la scienza?
«La monogamia è naturale perché in nessuna specie la cura paterna si evolve senza la monogamia. D'altra parte, anche l'infedeltà può essere adattativa: gli uomini possono avere figli con più donne, mentre le donne possono ottenere materiale genetico migliore per la prole e maggiori risorse. Quindi sia la monogamia, sia l'infedeltà sono naturali».
E che cosa è culturale?
«Gli atteggiamenti nei loro confronti. La maggior parte delle culture ha un doppio standard, che favorisce l'infedeltà maschile. Quando si tratta di riproduzione, l'umanità ha strategie di accoppiamento plurime e dispiega quella migliore a seconda della situazione».
Perché allora l'infedeltà suscita tanto dibattito, anche ideologico?
«Perché noi intuiamo quale sia il nostro interesse riproduttivo individuale e non vogliamo che sia messo a rischio, o giudicato».
C'è un atteggiamento tipicamente maschile o femminile verso l' infedeltà?
«È più probabile che gli uomini tradiscano cercando del sesso casuale, e le donne alla ricerca del romanticismo che manca nel matrimonio. Ma entrambi, maschi e femmine, si sentono egualmente traumatizzati dal tradimento».
Il 23 per cento degli uomini coniugati e il 12 per cento delle donne coniugate ammettono relazioni «extra», e il tasso sale fra i non sposati. In futuro l'infedeltà regnerà sovrana?
«I tassi di infedeltà e di cambio di partner sono più elevati fra i teenager e i giovani adulti, che praticano una monogamia con benefit. Con il matrimonio e la famiglia, i costi dell'infedeltà salgono... Le persone sembrano diventare più monogame con l'età, anche se perfino gli anziani sono infedeli».
Perché la gelosia è così importante nelle relazioni?
«Le persone vogliono sentire che la loro relazione romantica è unica e speciale. Se puoi essere rimpiazzato da un rivale, beh, non sei così unico e speciale, e la tua autostima ne risente. Ti senti inadeguato nel confronto sociale rispetto al rivale che ti ha rubato l'affetto, l'amore e il desiderio sessuale del partner. A nessuno piace essere rimpiazzato».
La gelosia è un sentimento universale?
«Sì, perfino nelle società sessualmente permissive, dove i tassi di infedeltà sono alti, ci sono comunque la gelosia e i crimini passionali, e gli uomini si rifiutano di crescere figli che sospettano non essere biologicamente loro. La possessività sessuale sembra universale nella natura umana ed è per questo che di solito i traditori sono ipocriti: vogliono fare sesso con più partner, ma non vogliono che i loro partner facciano altrettanto».
Si può predire un comportamento infedele?
«Le persone che hanno un grado elevato di narcisismo, psicopatia, intelligenza machiavellica e hanno un attaccamento insicuro, mentre hanno bassi livelli di autenticità, empatia, riflessività e senso di colpa è più probabile che siano infedeli».
E quali sono i fattori che più scatenano il tradimento?
«Frustrazione sessuale per gli uomini sposati e mancanza di intimità emozionale per le donne sposate».
Quali sono le reazioni comuni a un tradimento?
«Dolore, gelosia, umiliazione e rabbia omicida sembrano essere risposte universali e trasversali, in tutte le culture».
E come influenza la vita delle persone?
«Influenza la vita dei figli, causando gli stessi problemi emotivi di un divorzio. E crea un danno alla reputazione all'interno della comunità di riferimento».
Si può tornare a essere una coppia dopo un tradimento? E come?
«Ricostruendo la fiducia. Il partner tradito deve tornare a credere che il partner infedele non sia più un bugiardo e un imbroglione. Non tutti, però, vogliono guarire dall'infedeltà. Alcuni possono non perdonare e cacciare il partner infedele, altri pretendono una non-monogamia consensuale per restare all'interno del matrimonio».
La fedeltà è ancora possibile, nel nostro mondo?
«Sì, in molte culture la fedeltà è ancora più comune dell'infedeltà. Alcuni tradiscono una volta sola e poi non lo fanno più, perché stanno troppo male per ciò che hanno fatto. I casanova seriali non sono la norma... La maggior parte delle persone sogna di avere una relazione di successo sessualmente esclusiva e a lungo termine e insiste nel provarci. Alcuni non ci riescono mai; altri invece, dopo molti tentativi, ce la fanno».
0 notes
titosfriends4life · 9 months
Text
DIMENTICA IL TRAUMA GIOCANDO A TETRIS
Tumblr media
Funziona da “antibiotico cognitivo” e aiuta a superare lo stress
I flashback spariscono durante e dopo l’attività
Studio dell’Università di Oxford.
MILANO – Una partita a Tetris migliora la vita. E fa dimenticare, almeno per un po’, immagini terribili che sono rimaste impresse nella memoria, traumi subiti, stress dovuto a esperienze forti e scioccanti. Non sostituisce la rielaborazione che solo un’analisi psicologica potrebbe aiutare, ma qualcosa può fare, agendo come una sorta di “antibiotico cognitivo” per le menti colpite da tale dolore.
La prova arriva dai ricercatori dell’università di Oxford, dove è stato svolto un test particolare: un gruppo di volontari hanno dovuto giocare per qualche ora a impilare i vecchi mattoncini colorati dopo aver visto immagini di violenza. E il risultato, sorprendentemente, ha mostrato come nel corso del gioco così come nelle ore a seguire, anche le scene più efferate venivano dimenticate per dedicarsi al gioco scacciapensieri più famoso dagli anni Ottanta in poi.
LA RICERCA – Non è la prima ricerca che la psicologa Emily Holmes dedica al disturbo post-traumatico da stress. Già lo scorso anno aveva indagato, nel suo laboratorio di ricerca in psicologia clinica, sulle conseguenze mentali date dall’uso di uno svago a base di giochi visuo-spaziali, come Tetris appunto. In quel caso, aveva dimostrato come le immagini violente visualizzate prima del gioco venissero congelate e sostituite dal puro piacere dell’attività ludica. Ora a questi primi risultati ha aggiunto nuovi studi e nuove certezze: è solo nel caso dei giochi visuo-spaziali che questa finestra di pausa del dolore e del trauma si apre e permane. I suoi volontari infatti hanno giocato nuovamente, ma questa volta con altri diversivi, come semplici quiz, e i risultati non sono stati altrettanto buoni.
PSICOLOGIA SPERIMENTALE – Ben consci che nel caso di traumi dati da forti choc improvvisi non siano certo i giochi a far guarire un paziente, gli psicologi di Oxford continuano però con i loro studi di psicologia clinica sperimentale per verificare i collegamenti tra il gioco e la memoria. Nel caso del Tetris, l’attività non è solo una distrazione, ma riesce a interferire con i meccanismi mentali che portano a visualizzare nella mente l’immagine negativa e traumatica subita. E se giocando si sta meglio, anche dopo aver finito l’effetto benefico della partita continua a farsi sentire, lasciando i pazienti tranquilli anche per quattro ore dopo che il Tetris è finito.
UNISCITI AL CANALE TELEGRAM CLICCA ��🏻 QUI 👈🏻
HAI BISOGNO DI AIUTO❓Chiedi al MENTAL COACH online, inquadra il CODICE IQR qui sotto e INIZIA A CHATTARE: 👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻
Tumblr media
1 note · View note
wdonnait · 3 years
Text
Derealizzazione, sentirsi fuori dal corpo: cause e cura
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/derealizzazione-sentirsi-fuori-dal-corpo-cause-e-cura/110736?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=110736
Derealizzazione, sentirsi fuori dal corpo: cause e cura
Tumblr media
La derealizzazione è un disturbo che colpisce molte persone.
Chi ne soffre si sente fuori dal corpo ma più che altro estraneo all’ambiente circostante. Tuttavia, si tratta di una problematica del tutto soggettiva, in quanto può insorgere a seguito di vari eventi traumatici o eccessivamente stressanti.
La gente affetta da derealizzazione ha molta difficoltà a percepire tutto ciò che gli sta intorno.
E di tale disagio ne risentono fortemente sia la mente che il corpo, attraverso deficit di memoria o disagi motori. Non bisogna però confonderla con la depersonalizzazione, in quanto quest’ultima porta ad un’elevata perdita della coscienza di sé e del senso di identità. Al massimo, si può soffrire di entrambe contemporaneamente.
Derealizzazione cause
A questo punto ci si chiede quali possono essere le cause della derealizzazione?
Come vi abbiamo detto in precedenza, i fattori scatenanti possono essere molteplici. Solitamente, i principali responsabili sono lo stress ed alcuni traumi, tra cui:
Le violenze emotive
Gli abusi sessuali
I lutti improvvisi
Allo stesso tempo però, alcuni soggetti presentano una certa predisposizione genetica, che si può notare attraverso una serie di atteggiamenti come ad esempio:
Cercare di allontanarsi da tante situazioni
Risultare spesso vulnerabili
Finta autostima
Disconnessione totale
Se ad una certa predisposizione si aggiunge lo stress ed altri fattori emotivi, allora il rischio di andare incontro alla derealizzazione è molto alto.
Ma non è tutto. Alcuni soggetti presentano tale disturbo a seguito di un abuso di droghe, in particolar modo THC, MDMA (alias ectasy), allucinogeni, salvia divinorum, ketamina e tante altre ancora.
Derealizzazione sintomi
In termini di sintomatologia, come traspare il problema della derealizzazione?
Essa si manifesta a 360 gradi: ciò significa che coinvolge la mente, la percezioni e gli atteggiamenti, visibili anche dalle movenze. Generalmente, i sintomi sono:
Il distacco emotivo dagli avvenimenti
La scarsa consapevolezza di ciò che accade
La difficoltà nel comprendere gli altri
Dimenticare alcuni impegni quotidiani
Totale perdizione nei propri pensieri
Esperienze distorte e di irrealtà
Sentirsi in una campana di vetro
Di conseguenza, la realtà circostante appare inutile, incolore ma soprattutto irreale. Tutto questo porta inevitabilmente a dei problemi in termini di percezione temporale, ma anche tattile, uditiva o visiva. Insomma, entrano in gioco anche i sensi.
Possibili sintomi fisici della derealizzazione:
Senso di stordimento
Ansia e stato perenne di agitazione
Testa pesante e ovattata
Spossatezza
Formicolio
Gesti ossessivo-compulsivi
Derealizzazione diagnosi
Come vi abbiamo già detto in precedenza, la derealizzazione non è un disturbo che si vive in maniera universale.
Pertanto, c’è chi ne soffre in maniera lieve e chi arriva a pensare di essere sulla soglia della pazzia. Il fatto che sia prettamente soggettiva è dato principalmente da alcune varianti, come ad esempio il carattere o il tipo di evento traumatico.
Solitamente, per diagnosticare la derealizzazione, l’esperto valuta i sintomi basandosi sui criteri diagnostici del DSM V, ossia il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali.
Allo stesso tempo, si andranno ad escludere lesioni cerebrali o altri disturbi facilmente fraintendibili, come ad esempio:
Depressione
Ansia
Bipolarismo
Psicosi di vario tipo
Ma non è tutto. Bisognerà tener conto di alcuni fattori molto importanti, tra cui: l’età del paziente, il contesto sociale in cui vive, l’uso di farmaci o droghe e la cultura di appartenenza.
Derealizzazione cura
Nel momento in cui si rileva il disturbo da derealizzazione, l’esperto potrà procedere con la cura.
Quasi sempre si procede con la psicoterapia e/o un trattamento farmacologico, a seconda del caso specifico e della sua entità. La prima, mira a fronteggiare tutti quegli elementi che hanno portato all’insorgenza della malattia ma si basa anche su:
Terapia cognitivo-comportamentale, la quale individua tutti quei comportamenti di disagio e li rimpiazza con approcci sani.
Terapia dialettico-comportamentale, in riferimento a tutti quei disturbi del comportamento causati da traumi o abusi.
EMDR (che sta per Eye Movement Desensitization and Reprocessing), interviene sullo stress che subentra dopo un trauma.
Terapia familiare, poiché anche il contesto della famiglia risulta essere fondamentale per scavare a fondo.
Musico-terapia o arte, in grado di stimolare la creatività e tutti quei pensieri che restano bloccati nella propria mente.
A questo punto ci si chiede: quali sono i farmaci per curare la derealizzazione?
In realtà, non ci sono dei medicinali ad hoc ma si possono placare alcuni sintomi attraverso gli ansiolitici oppure gli antidepressivi o gli antipsicotici per i casi più delicati.
Derealizzazione si può guarire
Molti non sanno che i sintomi correlati al disturbo di derealizzazione possono talvolta sparire in maniera spontanea. Alcune persone infatti, ne risultano affette in maniera lieve e riescono (inconsciamente o con forza di volontà) a ritrovare la percezione della la realtà circostante.
Diverso il caso di chi sembrerebbe non disposto a cambiare o quantomeno non riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. E senza ombra di dubbio ne risentono i rapporti interpersonali, specialmente gli affetti più cari.
Se la situazione dovesse essere complessa, si consiglia di rivolgersi ad una persona esperta nel settore. Come primo step, va bene anche confidarsi con qualcuno: questo gesto li aiuterà a sentirsi meno soli.
In termini di statistiche, la derealizzazione sembrerebbe non colpire prevalentemente uomini o donne. Anzi, a livello di percentuali risulta coinvolgere i due generi in maniera identica.
Ma non è tutto: ci sono tantissime persone che hanno sofferto nella loro vita di derealizzazione temporanea, senza neanche accorgersene. Magari hanno pensato di sentirsi molto presi da alcune questioni senza badare a tutto ciò che li circondava.
Ciò ci fa ben intuire che la derealizzazione sia molto più frequente in forma lieve e non si tratta di un disturbo anomalo. Anzi, sono in netta minoranza i soggetti che presentano tutta la sintomatologia che vi abbiamo presentato all’inizio.
Inoltre, secondo quanto riportato da varie fonti, essa può insorgere più in fase adolescenziale rispetto all’età adulta. Il motivo risiede nel fatto che da ragazzini si è molto più fragili o sensibili, anche se non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Ribadiamo dunque che si tratta di una questione altamente soggettiva e che può variare di intensità a seconda delle esperienze vissute. Tuttavia, per maggiori informazioni su questo disturbo, affidatevi ad una figura professionale.
0 notes