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#frasi scritte con parole
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con te mi ricordo
di dimenticare il mondo
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bbadgjrl · 1 year
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haiku--di--aliantis · 3 months
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Vorrei scriverti una lettera d'amore. Una di quelle scritte col cuore, piena di frasi che non si usano più. Niente di barocco o ridondante, per carità. Odio il banale, il già detto. I cliché mi danno sullo stomaco. Mi piacciono i pensieri obliqui, nuovi. I giochi mentali. Gli stimoli e le sorprese continue. Mi piacerebbe molto un contatto incessante con te. Anche per questo però tu mi dici che sono difficile, stancante. E t'allontani.
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Ma dentro di me alla fine, credimi, c'è solo un bambino desideroso di giocare con te, che ha un assoluto bisogno che tu semplicemente ti lasci andare e "al mio via scatenate la dolcezza" come solo tu sai fare. Niente giri troppo complicati o dietrologie: giuro. Vorrei avessi una diversa opinione di me. Perché sei una donna matura, molto intelligente e spesso te lo dici da sola! Non si fa, scema! È un evidente lapsus freudiano. Io ne sorrido tra me e me. Quindi, in silenzio e di nascosto accarezzo con la mente le tue insicurezze.
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Bambina fragile e stupenda. Vorrei scriverti che hai una personalità e soprattutto un corpo molto attraente, anche se davanti allo specchio ti butti sempre giù. Ti denigri. Ti vedi brutta. Ma la bellezza è negli occhi di chi ti ama, cioè io. E comunque io li vedo, gli occhi di chi ti osserva mentre siamo insieme e non sono sguardi troppo gentili, credimi.
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Come far sì che tu creda di più in te stessa. Come dirti che sei una donna meravigliosa, senza scadere nella melassa... Forse basta che ti dica che questo mio cervello sempre in moto non avrebbe potuto innamorarsi di nessun'altra. E che non sei sola. Ma in fondo sono solo stupide parole d'amore. Perché, sai: mi manchi un po'. Non sei sola.
Aliantis
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Not alone (Lari Basilio)
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klimt7 · 2 years
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Perchè ti odio
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Odio il modo in cui mi parli ma non, il tuo taglio di capelli. Odio i tuoi anfibi, ma non come leggi e sai tutto quello che penso. Forse ti odio così tanto, che allora, si spiega il mio stare male dallo stare bene e da scrivere stupide poesie o pensieri in forma di fiori, fiori di parole colorate e piene di linfa vitale, con radici affondate nella terra e nel mare, come piante vere.
Odio le parole che non ti dico e che poi trovo scritte, piovute sparse, sui fogli sui quali disegno.
Mi impegno a non darti spazio e tu mi invadi. Mi occupi ogni cellula, con ricordi antichi presi dal nostro comune futuro.
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Mi odio quando non posso che darti ragione e scrivere al posto tuo, molti pensieri che ti galleggiano dentro, da un sacco di tempo. O quelli che ancora non hai avuto modo, di mettere a fuoco.
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Sono flash quelli che mi accendi in testa. Talvolta sento bruciare frasi e fiamme sotto i capelli  e dietro la fronte e mi brucia la gola per ogni silenzio che vi si impiglia, quanto rimango soprapensiero a contemplare il tramonto.
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Odio davvero quando mi fai sorridere o commuovere per un qualcosa che tu chiami difetto e che io guardando meglio, scopro essere un frammento di gentilezza di cui Tu, nemmeno ti rendi più conto.
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Odio che non ci sei e che occupi tutta la mia giornata.
Odio quando ricordi da dove vieni, perché poi lì, mi ci perdo e vorrei guardare il mondo da ogni finestra, dietro cui ti sei fermata quel giorno, a fissare gli alberi e i rami quasi stilizzati d’inverno. Quelli che spiccano scuri, contro il grigio scabro del cielo che promette neve. E più oltre, si sente la vibrazione dei fiumi. Quelli che ancora oggi, scorrono continuamente dentro i cassetti della tua stanza.
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Ecco, sto imparando tutte le finestre e le stanze e la pioggia che è scesa nei luoghi che hai frequentato. Odio la cascata ininterotta di attimi, che ti hanno visto diventare quella che io conosco soltanto oggi. Odio il tempo che ti ha allevata perché ha dimenticato di occuparsi di me, perché quasi sicuramente, io pure c’ero, nascosto in qualche piccola tasca. Dei jeans o dello zaino. E poi tu che camminavi e correvi su un tappeto di foglie cadute e croccanti dai colori ancora sgargianti.
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Ma la cosa che odio di più in assoluto, è che io non riesca ad odiarti forte, come si deve o come si dovrebbe.
No. Quello proprio no, ci provo e niente, non mi riesce e allora vorrei dirtelo, gridarlo forte, riempire il tramonto con parole sussurrate sotto l’arancio tenue del sole, che va sotto l'orizzonte tracciato sul mare. E forse, sono proprio quelle le parole che pronunciano i colori, nella sera che avanza, mentre il sole s'immerge.
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Poi mi sveglio e trovo che è un peccato che non mi chiami, perché potrei scrivere al telefono, un libro di parole sorridenti, quanto gli occhi che avresti ad ascoltarle.
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scorcidipoesia · 2 months
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Sentire un tic tac che sovrasta il silenzio nella confusione intorno, un vociare assordante in cui nessuno si rivolge a me, un continuo transito attraverso ciechi che non mi vedono passare, mi osservano. Una stanza di specchi in cui io mi rifletto sola e mi guardo. Non mi arriva la luce degli occhi ma il corpo in cambiamento di una donna che sta per varcare una soglia tra giovinezza e vecchiaia, me lo dicono i segni intorno agli occhi che tanto hanno guardato. Potrei scrivere un haiku e con poche parole descrivere il nulla, ma il nulla è pieno, morbido al tatto e adattabile a tutte le frasi. Il nulla circonda questo spazio che sono io, lo rende chiaro ma opaco , vuoto ma pieno, come una condensa che mi accompagna, fuliggine sopra al mio vetro che non osa brillare. Ho lanciato un grido ma non sono riuscita a emettere suoni. La bocca asciutta, assaggio cibi ma non arriva il gusto, scivola via il sapore, un rigagnolo di abitudini.
Intorpidita, ho provato a rilassarmi muovendomi in questa realtà ovattata e senza suoni dove scorrono le parole scritte o arrivano i vocali di persone che non ti telefonano più.
Pronto
Chi sei
Dove sei
Cosa posso dirti di me ?
Una garza per ogni giorno di dolore
Un sorriso per ogni occasione perduta
Apro il cuore, lo dono, sono sempre stata generosa amando più gli altri di me stessa ma con la potente formula dell’autocritica in cui so perfettamente quando sto sbagliando , e con chi.
Attratta dagli inganni colleziono vuoti a perdere , ho una collezione di bottiglie vuote che non ho neanche bevuto. Il liquido si è cristallizzato nel tempo trascorso durante il mio tic tac tic tac e la vita intanto va, scorre, porta via i crampi alle mani, la schiena costretta alle fatiche, le lacrime nascoste.
E questo tic tac porta via anche me, mi allontana dallo specchio per non vedere più cosa o chi sono diventata, senza le mie farfalle zingare nei cieli distanti non so più riconoscere in cosa mi sono trasformata.
Tatiana Andena
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blacklotus-bloog · 8 months
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L’Amore non lo fanno i corpi... L’amore lo fanno le “teste”. Quando si accarezzano di pensieri. Quando ci si scambia l’anima. Il “prima” e il “dopo”... L’attesa di... e il desiderio di respirarsi ancora (quando la passione dei sensi ormai si è sciolta). Mille volte ho fatto l’amore con te senza nemmeno toccarti... Ridendo insieme, pizzicandoci, con parole scritte e a voce. Desiderandoti in silenzio. Raccontandoci fino al profondo. Sfiorandoci la mano in gesti casuali. Giocando di battute e frasi a metà. Andando via con la voglia di restare e rifarlo ancora, ancora e poi ancora. Respirando il tuo profumo appiccicato in qualche angolo di pelle. “Ho Voglia di SENTIRTI”: scandito. Parola dopo parola. Questo è fare l’amore: SENTIRSI e lo si fa vestiti.
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LETIZIA CHERUBINO
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orotrasparente · 7 months
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sono su tumblr dal 2016 e sì sono troppi anni, probabilmente non durerò ancora molto o forse sì non lo so, sicuramente non lo uso come prima, ma il punto non è questo, mi sono reso conto che ho letto così tante volte le stesse frasi con parole leggermente modificate e scritte su centinaia di blog diversi in questi anni che a questo punto mi chiedo se siete la maggior parte collegati tipo tramite parassiti alla alien
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io-e-la-mia-mente · 4 months
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Inqueto è sempre il mio ANIMO , nascosto da colori che ne mascherano il bianco candore .. Forgiato è il mio CUORE in un mare di forme che non mi appartengono ma che gli servono per sopravvivere in un mondo che lo vuole duro .. poco colta è la mia MENTE dove oggi è invece richiesto un bagaglio ricco e variegato .. Non a caso alcune parole sono state scritte con caratteri "diversi" , non per evidenziarne i pensieri delle frasi in cui sono state collocate ma, per far cadere lo sguardo dove io volevo .. perchè posso essere ingenua , posso apparire disorientata in mezzo a persone saccenti , perchè posso passare per una persona insignificante , anonima , che tra i molti si confonde , ed vero perchè è una scelta difensiva molto personale .. ma tutto sono fuorchè insipida e solo a pochi concedo di vedermi , per tutti gli altri continuerò ad essere un fantasma
Tua schiavetta
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solosepensi · 2 years
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“Se vuoi amarmi, ti prego, non farlo con metodi banali. Niente stronzate da “amami come si legge nei libri”, io non voglio qualcuno che imita l’amore di qualcun altro. Niente messaggi mielosi magari rubati a qualche screen che gira su internet. Niente cartelloni o scritte sotto casa con frasi scontate o già dedicate ad altre ragazze affacciate al balcone. Amami come ti viene, sorprendimi, non far si che quando racconterò alle mie amiche di te io dica “sapete, mi ha scritto quella frase, quella che Dante dedicò a Beatrice”. No, sii tu il mio Dante, lasciami senza parole, io che le parole le amo tanto, lasciami senza parole usandone di nuove. Nessun riciclo, nessun copia-incolla, amami come sai fare tu.”
Maria Quaranta
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E ti vorrei amare
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telefonamitra20anni · 10 months
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La verità nascosta.
C'è sempre stato un filo invisibile nel raccontarsi. Tra pellicola e vita c'era il gioco della verità. La "verità nascosta" di Marcello. Basta prestare un po' di attenzione, osservare, per capire che di verità ce n'era molta, pezzi di vita raccontati con l'alibi dell'attore. Era una verità solo per pochi. Per chi ha creduto di conoscerlo, e per chi impara a farlo, Marcello a modo suo, ha "concesso" il lusso involontario di stupirsene. In ogni suo film c'è qualcosa che gli permetteva di raccontarsi, di farlo per davvero. "L'ipotetico bugiardo" abile della bugia bianca, giocava con noi, al grande bluff della verità. Era il suo personaggio a raccontarci la sua storia, ma era lui che, inevitabilmente, ne conosceva già il grande spoiler. Le pagine erano già scritte, ma il puzzle lo riordinavi tu. Forse è questo il segreto della sua immortalità? La misura eterna di quella vacuità, sempre pronta da far riempire allo spettatore, con i richiami alla vita vera. La sua. Un telefono, un treno, una città, un mestiere, la figura femminile amica di un'amante, l'amore vacuo, l'amore ragionato, appassionato, sentito, l'amore liberato, il suo stesso nome. una sensata retrospettiva; Quelle frasi da grande schermo, ben dette ma ragionate, poiché sosteneva che nel teatro, come nel cinema la parola ha un peso, e chissà quanto peso quelle stesse parole, pronunciate per servilismo d'attore, hanno avuto nella vita, perché come pronunciate suonavano così vere. Al contrario della sua fama, della verità se ne faceva strumento. Da quei mille volti, la verità era veicolo, voglia comunicativa che lasciasse intendere, solo per chi avrebbe prestato cuore, occhi e orecchie per farlo. La verità, spesso non ha natura di omogeneità; Certe verità disuniscono, e anche noi disgiungiamo spesso dalle nostre. Marcello, aveva voglia di raccontare ogni tipo di verità, anche quella più disomogenea, più cinica, più distante dalla verità stessa, ma non per questo, più libera.
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haruhi707 · 1 year
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ciao a tutti.
volevo iniziare con delle lezioni di giapponese.
voglio subito iniziare col dire che non sono un esperto, ma sto imparando anche io e trovo che questo sia utile per aiutare sia me che gli altri a capire un po' di più la lingua.
spero possa piacervi l'idea!
metodi di scrittura - HIRAGANA:
si usa per:
•indicare particelle che formano frasi
in giapponese
•completare i kanji
•scrivere alcune parole
•scrivere la pronuncia sopra o
a fianco dei kanji
direi di iniziare a vederli insieme
dividiamoli per vocali:
a, i, u, e, o
a:
あa かka さsa たta なna はha まma やya らra わwa
i:
いi きki しshi ちchi にni ひhi みmi りri
u:
うu くku すsu つtsu ぬnu ふfu むmu ゆyu るru
e:
えe けke せse てte ねne へhe めme れre
o:
おo こko そso とto のno ほho もmo よyo ろro をwo
extra: ん n
alcune sillabe cambiano leggermente la pronuncia se si aggiungono due virgolette o un pallino. è più facile se ve le faccio vedere
a:
がga ざza だda ばba ぱpa
i:
ぎgi じji ぢji びbi ぴpi
u:
ぐgu ずzu づzu ぶbu ぷpu
e:
げge ぜze でde べbe ぺpe
o:
ごgo ぞzo どdo ぼbo ぽpo
ad alcune sillabe è possibile aggiungere le sillabe ya, yu, yo, scritte in formato più piccolo, per formare sillabe composte
ya:
やya きゃkya しゃsha ちゃcha にゃnya ひゃhya みゃmya りゃrya ぎゃgya じゃja びゃbya ぴゃpya
yu:
ゆyu きゅkyu しゅshu ちゅchu にゅnyu ひゅhyu みゅmyu りゅryu ぎゅgyu じゅju びゅbyu ぴゅpyu
yo:
よyo きょkyo しょsho ちょcho にょnyo ひょhyo みょmyo りょryo ぎょgyo じょjo びょbyo ぴょpyo
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klimt7 · 2 years
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Il ritratto senza fine
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C’è un ragazzo che insegue profumi nel vento.
C’è un lupo nel bosco, che fiuta la neve in arrivo.
C'è un pittore che ogni giorno si spende nell’impresa eroica di tratteggiare sulla tela, il ritratto d’una sconosciuta.
E in una stanza, c'è uno scrittore che riempie il cestino di bozze, di frasi, di pensieri ed immagini, di tentativi falliti di descrivere un viso, uno sguardo, una presenza.
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"Occhi che non si dimenticano" - si dice mentalmente, nei momenti di sconforto.
"Occhi che è impossibile dimenticare " ma che è ben difficile catturare in un ritratto o in un testo, - pensa.
Le parole sembrano sfuggire da tutte le parti, ogni volta che lui prova ad usarle come tessere del mosaico che ha in mente.
Anche oggi, il cestino, nella stanza è già pieno. I fogli strappati ora coprono anche il pavimento.
Io ho raccolto solo l’ultimo foglio strappato e gettato via. Quei pensieri trasformati in una palla di carta, rotolata un pò a caso in un angolo.
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Ci sono parole scritte in fretta.
C'è un filo di inchiostro, pieno di spigoli e a tratti spezzato. Un filo d’inchiostro blu come un mare in tempesta, a increspare il foglio che resta.
A tratteggiare un volo, un impeto muto, una ricerca che non sa trovare una fine.
Ma per chi sa decifrare quella grafia, per chi sa guardare e vedere, su quel foglio c’è un volto, un profilo, un ritratto interrotto...
 
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“Era diversa da tutte. Forse semplice per certi versi, ma complicata e un po' folle per altri. Un’anima che viveva al confine, al limite fra la neve e la roccia scabra di certe cime.
Un viso serio in cui il sorriso, un vero sorriso di cuore, appariva di rado. Fulmineo come lampo inatteso.
Per il resto del tempo era sostituito da una maschera di indifferenza, la corazza più dura e spessa per proteggersi.
Era un viso sopra-pensiero, malinconico il più del tempo, e forse un poco arrabbiato con la vita.
Ma dietro quell’apparente severità, una dolcezza infinita attendeva d’esser trovata.
Una dolcezza che aspettava un qualcuno, così paziente, da arrivare a farla tornare a galla, da profondità oceaniche, sommersa com'era stata, da centinaia di silenzi inghiottiti dentro certe sere amare come accade in certe famiglie, dove l'empatia, come oasi nel deserto, si fa miraggio, allucinazione e sentiero smarrito sotto quella stessa sabbia che asciuga e brucia gli occhi, dopo il pianto.
Ma in Lei c’erano anche risate scroscianti e desideri sopravvissuti agli anni. E c'erano tenerezze che da tempo attendevano di diventare reali e ali rattrappite da una lunga stagione d’abbandono.
Soprattutto c’erano sogni.
Cumuli interi di sogni, come al mattino per terra, la neve.
Sogni segreti e tremanti, quasi nidi di gru ad ottobre, in attesa di prendere il volo per il viaggio definitivo.
Un andare che somigliasse al mattino, al giardino segreto che ognuno di noi coltiva fin da bambino.
Un volo che risuonasse del suono dell’acqua che ride nello zampillare delle fontane.
Lei è viaggio.
Nei suoi occhi, l’emozione, trascorre rapida, come il vento di luce e brividi che accarezza le foglie dei pioppi.
A maggio...
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scorcidipoesia · 1 year
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Sentire un tic tac che sovrasta il silenzio nella confusione intorno, un vociare assordante in cui nessuno si rivolge a me, un continuo transito attraverso ciechi che non mi vedono passare, mi osservano. Una stanza di specchi in cui io mi rifletto sola e mi guardo. Non mi arriva la luce degli occhi ma il corpo in cambiamento di una donna che sta per varcare una soglia tra giovinezza e vecchiaia, me lo dicono i segni intorno agli occhi che tanto hanno guardato. Potrei scrivere un haiku e con poche parole descrivere il nulla, ma il nulla è pieno, morbido al tasto e adattabile a tutte le frasi. Il nulla circonda questo spazio che sono io, lo rende chiaro ma opaco , vuoto ma pieno, come una condensa che mi accompagna, fuliggine sopra al mio vetro che non osa brillare. Ho lanciato un grido ma non sono riuscita a emettere suoni. La bocca asciutta, assaggio cibi ma non arriva il gusto, scivola via il sapore, un rigagnolo di abitudini.
Intorpidita, ho provato a rilassarmi muovendomi in questa realtà ovattata e senza suoni dove scorrono le parole scritte o arrivano i vocali di persone che non ti telefonano più.
Pronto
Chi sei
Dove sei
Cosa posso dirti di me ?
Una garza per ogni giorno di dolore
Un sorriso per ogni occasione perduta
Apro il cuore, lo dono, sono sempre stata generosa amando più gli altri di me stessa ma con la potente formula dell’autocritica in cui so perfettamente quando sto sbagliando , e con chi.
Attratta dagli inganni colleziono vuoti a perdere , ho una collezione di bottiglie vuote che non ho neanche bevuto. Il liquido si è cristallizzato nel tempo trascorso durante il mio tic tac tic tac e la vita intanto va, scorre, porta via i crampi alle mani, la schiena costretta alle fatiche, le lacrime ingoiate.
E questo tic tac porta via anche me, mi allontana dallo specchio per non vedere più cosa o chi sono diventata, senza le mie farfalle zingare nei cieli distanti non so più riconoscere in cosa mi sono trasformata. Tatiana Andena
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Oggi mentre ero in piazza a Milano Mi si è spento il telefono. Ho urlato aiuto una vecchietta si è avvicinata e mi ha chiesto perché io stessi urlando aiuto e io gli ho semplicemente detto:
Cara vecchietta sai perché urlo aiuto, perché ho paura, paura, paura della realtà, del mondo reale perché diciamoci la verità ormai si vive solo di telefoni di internet, di critiche dietro uno schermo, leoni da tastiera di adolescenti che oggi non danno più importanza a un abbraccio a un piccolo gesto, a una carezza, ora tutto gira intorno a delle stupide frasi, a delle foto con sigaretta in bocca, a storie. Ora gira tutto a canoni di bellezza da filtri, da frasi scritte come leoni da tastiera da lettere scritte tramite un telefono magari copiate da internet. Questo periodo questo oggi come vogliamo definirlo non ha più valore, proprio ieri mi cimentavo in una coppia ero al lavoro al bar e a un tavolino davanti al bancone si sono seduti due fidanzati ma quando si sono seduti a quel tavolo ho visto come lui stavo guardando la partita sul telefono e lei facendo le foto al cocktail che gli arrivava per metterlo sulle storie con una banalissima canzone e una frase senza neanche taggarlo ma ci rendiamo conto gli adolescenti d'oggi non si guardano più negli occhi non si danno più la mano ora l'unico mezzo che usano per parlare sono i messaggi neanche più si parlano, quando sono a tavola insieme. Ma come è possibile?
Lei si si è voltata dall'altra parte senza farsi vedere e ha cominciato a lacrimare avere gli occhi lucidi io me ne sono accorta sì me ne sono accorta, subito dopo si è girata verso di me con un fazzoletto agli occhi che si asciugava le lacrime.... e subito dopo mi ha detto:
Cara mia mi hai lasciato senza parole. Non so come sia possibile, posso solo dire che vorrei che tornassero di moda le lettere scritte a mano, gli abbracci, le strette di mano, gli appuntamenti seduti sugli scogli col gelato in mano, il ragazzo che gli apre la portiera della macchina, il ragazzo che gli porta i fiori. Vorrei che tornassero di moda come non ho mai visto prima. Non capisco perché oggi giorno questi adolescenti non diano più importanza a nulla, non so spiegamelo, però so solo che questo tuo dolore lo percepisco, so quanto sia faticoso essere adolescente diverso in mezzo a tutti quelli uguali, so quanto sia difficile dover sopportare di avere a fianco un ragazzo che non ti bada che non ti ascolta che pensa al telefono. .....
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eleuthos · 1 year
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Per me è un onore sembrarvi una pazza. Cosa pensate di me? Pensate che io sia una psicopatica? Me lo auguro con tutte le membra. Furore, voglio sentire bombe nel petto. Dannati! Maledetti! Non dovete far caso al senso delle parole! Dovete ascoltare cosa vi scatena nell’animo il loro suono. Le frasi, i punti e le virgole non sono niente senza i sentimenti di chi le ha scritte. Quando leggete non dovete vedere lettere, ma percepire emozioni.
—Anita
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