Jorge Luis Borges sosteneva che gli antichi greci furono i primi a pensare, ci hanno dato la poesia, la scienza, la filosofia razionale, che tutta la cultura a noi pervenuta nel corso dei secoli derivi dai greci.
I filosofi greci distinguevano l’amore in 12 tipologie diverse a seconda delle diverse emozioni umane e sfumature del sentimento:
Agape (αγάπη)
Agape è l’amore incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, è un amore puro e senza alcuna aspettativa. Viene utilizzato nei vangeli e nella religione.
Eros (έρως)
Eros è la tipologia di amore più conosciuta. Dio greco della fertilità, il suo tipo di amore rappresenta quello passionale, il desiderio carnale. Veniva definito in termini di irrazionalità, perché il desiderio ardente avrebbe potuto portare alla follia.
Philia (φιλία)
Philia indica un tipo di amicizia profonda. Amicizia come vincolo di fiducia e lealtà, come fondamenta di un rapporto solido e suggellato dalla bellezza della condivisione. Amare ed essere amati.
Storge (στοργή)
Storge è l’amore nei confronti della famiglia o dei parenti, tipico dei consanguinei, deriva da “stergo” che significa amare teneramente.
Philautia (φιλαυτία)
Philautia è l’amore per sé stessi, l’amor proprio, fonte di perfezionamento e benevolenza è definito come forma di egoismo positivo.
Mania (μανία)
Mania associato all’amore è il desiderio incondizionato di amare e possedere, l’amore tossico che vive (apparentemente) solo attraverso il possesso di ciò che brama, il partner come oggetto del desiderio. Distruttivo.
Charis (χάρις)
Charis è forse la tipologia d’amore più ambita tanto quanto appagante: idilliaco. Entrambi i partner si amano allo stesso modo, sia fisicamente che spiritualmente.
Himeros (ἵμερος)
Himeros è l’amore che arde di desiderio fisico, impulsivo, irrefrenabile, l’amore folle. Desiderio carnale, non ascolta ragioni e va appagato nell’immediato.
Anteros (αντέρως)
Anteros, fratello di Eros (si narra fossero inseparabili) è l’amore corrisposto con il rispettivo coniuge/compagno e indica la stabilità sentimentale.
Pragma (πρᾶγμα)
Pragma è associato all’amore maturo di lunga data, ma anche al compromesso e alla pazienza. Fare uno sforzo per dare amore piuttosto che solo per riceverlo.
Pothos (Πόθος)
Pothos è la personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. È anche identificato con l’amore adolescenziale, l’infatuazione, il desiderio prima dell’incontro.
Thelema (θέλημα)
Thelema è l’amore nei confronti di ciò che si fa, il proprio lavoro, il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare e non è rivolto quindi ad una persona.
— manuela g.
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Scegli chi non ti fa venire nemmeno l'ombra di un dubbio.
Stai ancora aspettando quel qualcuno capace di capirti quando parli, quando non parli, quando osservi, quando sospiri, perfino quando alzi gli occhi al cielo e sbuffi.
Bisogna avere cura di chi ti presta attenzione, di chi ti ascolta e resta sveglio fino all'alba pur di parlare con te.
Non è da tutti, sai? Non farti pesare di continuo il tuo passato..
Ed esserci sempre, a differenza di quelli che dicono " Guarda che io ci sono" ma, al di fuori dei soliti messaggi non si fanno mai sentire.
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Ci sono persone che non smetteranno mai di piacersi anche se non potranno mai viversi accanto. Sono mine vaganti, vulcani che sembrano spenti e poi esplodono ancora, senza preavviso. Ci sono persone destinate a incontrarsi, a continuare a pensarsi per sempre ma non destinate a stare insieme.
Massimo Bisotti - Un anno per un giorno
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Philia (φιλία) è il vocabolo che il greco antico utilizzava per riferirsi all’amicizia, a quel legame fraterno che si stabilisce in un rapporto di complicità, di affiatamento e di comunità di intenti. Più semplicemente, “la più alta forma di amore”.
Phìlos dimentica la carne, prescinde da essa, dal tempo, dalla vita, dalla morte. Esso suggella l’alleanza delle anime al pari di fratelli di sangue, accarezzando le cime più pure dell’amore, perché privo della corruzione del desiderio. Philos è l’amico, il fratello, la persona alla quale si è legati da un’affezione platonica, alla quale è impensabile rinunciare, perché è solo con lei che si riesce a dipingere la foscoliana “corrispondenza d’amorosi sensi”.
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Senti, non mi attrae chi mi ignora. Io impazzisco per le attenzioni, per chi non chiude in un angolo i sentimenti, i suoi pensieri.
Io amo parlare, anche discutere, non me ne frega nulla di mettere tra me e te un muro d'orgoglio.
Non sopporto chi si allontana dal problema. Chi preferisce scappare invece che provare a risolvere.
A testa alta, senza vergogna. Così dev'essere. Sempre.
Senti, non mi interessa chi deve farsi pregare per concederti un briciolo di attenzioni.
Sai cosa mi fa impazzire?
Essere ascoltato, essere visto, rendermi conto che ciò che provo, bè, non lo provo solo io, ma è reciproco, ed è fantastico.
Sai cosa mi fa impazzire?
Chi non si fa problemi a farti un complimento, a dirti qualcosa di bello, a mettere in risalto i pregi anche in quei giorni in cui ti vedi solo difetti.
Vado matto per la spontaneità.
Ma è roba per pochi.
- Tratto dal libro: "Ti penso (ancora)"
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