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#frasi fatte
iuliana01 · 6 months
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Ricordate: se un uomo ama veramente una donna non la pesta di botte per poi portargli fiori come se niente fosse successo. L’amore non è violenza. Se ti rendi conto di essere in una relazione tossica prova ad uscirne e impara a non perdonare il tuo aggressore, perché lui non è l’amore della tua vita.
- Iuliana01
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principe17 · 8 months
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43.
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queenofdjsasters · 1 year
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il volto rosso per il sole, con i due grandi occhi azzurri che spiccano tra tutto, quegli occhi che ho sempre ammirato negli anni, quegli occhi che ho sempre amato sin dal primo giorno.
Rose
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Rispettate le persone con gli occhiali perché pagano per poter vedere le vostre facce di cazzo
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quelmaredeimieiocchi · 11 months
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Quando ho bisogno di te, magicamente trovi il modo di raggiungermi. È la vita, è il nostro filo rosso, che continua a spingermi verso di te quando provo a correre cosi lontano, lontano. E più corro con forza, e audacia! E più questo mi spinge, con veemenza, a te. E sono sicura, al 100%, che questo pensiero è oggi anche il tuo. E so di certo, d’altronde, che ci hai fatto l’abitudine da anni, ormai. Eppure, mi manchi. Eppure, avrei bisogno di parlarti. È cosi chiaro dentro di me il pensiero che ho su questa “situazione” che quasi mi mette tranquillità il solo parlarne, mi trasmette serenità imprimere queste riflessioni. Una delle poche certezze che ho. Spesso, lo ammetto, inizio a correre lontano solo per poterti raggiungere con più velocità e forza. Anche se la paura che il filo si possa spezzare è costante, anche se il timore che questa volta possa non funzionare mi ammazza. E più mi tremano le mani e più è travolgente, e più è travolgente e più la tensione nel vederti sale, e mi appaga. Mi culla la notte.
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druzya · 1 year
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Se c'è una cosa che mi lascia sempre piuttosto perplesso, nel misterioso mondo della comunicazione umana, è la leggerezza con cui certe persone chiedono "come va?".
La usano come una frase fatta, come una stretta di mano a cui non si aspettano davvero altra risposta se non un "bene". Glielo leggi negli occhi, quando inizi a rispondergli qualcosa di diverso e loro precipitano nella consapevolezza del fatto che gli stai raccontando davvero come va, quasi con un'ombra di panico a velar loro lo sguardo.
Mi spiace ma non lo sopporto. Per me "come va" è una domanda importante, che cerco di non fare mai se non ho intenzione di ascoltare la risposta del mio interlocutore. È qualcosa che chiedo perché sono di fronte a una persona che trovo interessante e per la quale, tutto sommato, spero vada bene. È il modo migliore per dire a qualcuno che quel che fa è interessante.
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La coerenza
Ti diranno che si sta bene anche da soli, che si è completi così come si è, che non bisogna per forza avere qualcuno accanto, che bisogna imparare a stare soli. E poi sono tutti fidanzati, fanno tutte le cose insieme ai parenti e non possono vivere senza amici.
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area1789 · 1 year
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donnadilatta · 1 year
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lilium-in-blue · 3 months
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In che senso la canzone di Mr Rain parla del perdere un figlio?? È una canzone d'amore genericissima 😬
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itsmeimcathy · 1 year
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comunque la serie the lady di lory del santo era scritta molto meglio di questo monologo della ferragni
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themhac · 5 months
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i dialoghi di questa serie il peggio del peggio del peggio
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principe17 · 2 years
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Re.
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annaeisuoipensieri · 8 months
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"𝗙𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘂𝗯𝗿𝗶𝗮𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗶 𝗰𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗶"
"𝗧𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗼, 𝘃𝗲𝗿𝗼, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 è 𝘂𝗻𝗮 𝗽*𝘁𝘁𝗮𝗻𝗮, 𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗲𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗮𝘁𝗮. 𝗘𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝘀𝗶𝗻𝗼".
"𝗘𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝟭𝟬𝟬 𝗰𝗮𝗻𝗶 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗮𝘁𝘁𝗮, 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗹'𝗮𝘃𝗲𝘃𝗼 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗽𝗼𝗿𝗻𝗼".
"𝗗𝗼𝗽𝗼 𝘀𝗶 è 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗺𝗮𝗹𝗲, 𝘀𝗶 𝘁𝗼𝗰𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗹à 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮: "𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗲 𝘂𝗻'𝗮𝗺𝗯𝘂𝗹𝗮𝗻𝘇𝗮!", 𝗺𝗮 𝘃𝗮, 𝗰*𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗹𝗮 𝗺*𝗻𝗰𝗵𝗶𝗮! 𝗟'𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗹ì 𝗲 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗶 𝘃𝗶𝗮...".
"𝗟𝗲𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝘂𝗯𝗿𝗶𝗮𝗰𝗮 - 𝗹'𝗮𝗺𝗶𝗰𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗹'𝗵𝗮 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗮, 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗮 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶. 𝗔𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗽𝗿𝗶𝗰𝗰𝗶𝗼". [...] 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗮, 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗮 '𝗻𝗼, 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮!, 𝗺𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗽𝗽𝗶ò 𝗱𝗶 𝗽𝗶ù" - "𝗮𝗺𝘂𝗻ì 𝗰𝗮 𝘁𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗶" 𝗲 "𝗮𝗿𝗿𝗶𝗽𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗶 𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗺𝗺𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼".
" 𝗶 𝗽𝘂𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮𝗳𝗳𝗶..."
"𝗧𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗼, 𝗰𝗶 𝗳𝗮 𝗶𝗹 𝗽... 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗹'𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗺..., 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹'𝗵𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗹𝗮𝘁𝗮 𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗹...".
"𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝗮𝘃𝗮𝗹𝗹𝗼, 𝗰𝗼𝘀ì, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗹à 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗼𝘀ì"
"𝗙𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶ò 𝗺𝗲 𝗹𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗮 𝗺𝗲, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗹à 𝗱𝗲𝗹 𝗙𝗼𝗿𝗼 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗰𝗼?"
"𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 è 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹'𝗮𝘃𝗲𝘁𝗲 𝘀𝘁𝘂𝗽𝗿𝗮𝘁𝗮? 𝗦𝘁𝗮𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼" - "𝗠𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗼 𝗲𝗹𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗹𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘃𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝗻𝗼𝗻 𝗻𝗲 𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮...".
"𝗡𝗼𝗻 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲" - "𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽à, 𝘃𝗲 𝗹𝗼 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘁𝗲 𝘀𝗲 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗲? 𝗡𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼? 𝗠𝗶 𝗮𝗺𝗺𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗳𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶ò, 𝗶𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗰𝗮𝗽𝗽𝗮𝗿𝗲, 𝗺𝗲 𝗻𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗰𝗼!" - "𝗖𝗼𝗺𝗽à 𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗔𝗺𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮, 𝗶𝗻 𝗩𝗲𝗻𝗲𝘇𝘂𝗲𝗹𝗮" - "𝗜𝗼 𝗺𝗲 𝗻𝗲 𝘃𝗮𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝗧𝗵𝗮𝗶𝗹𝗮𝗻𝗱𝗶𝗮".
Ecco alcuni estratti delle conversazioni scritte e audio emerse dalle chat dei giovani colpevoli di aver preso parte ad uno stupro di gruppo di una diciannovenne a Palermo, avvenuto la sera del 4 luglio. È di estrema rilevanza pubblicare i nomi e sfatare i volti degli autori di questo atto brutale:
- 𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗙𝗹𝗼𝗿𝗲𝘀, 𝟮𝟮 𝗮𝗻𝗻𝗶
- 𝗚𝗮𝗯𝗿𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗗𝗶 𝗧𝗿𝗮𝗽𝗮𝗻𝗶, 𝟭𝟵 𝗮𝗻𝗻𝗶
- 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻 𝗕𝗮𝗿𝗼𝗻𝗲, 𝟭𝟴 𝗮𝗻𝗻𝗶
- 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻 𝗠𝗮𝗿𝗼𝗻𝗶𝗮, 𝟭𝟵 𝗮𝗻𝗻𝗶
- 𝗦𝗮𝗺𝘂𝗲𝗹𝗲 𝗟𝗮 𝗚𝗿𝗮𝘀𝘀𝗮, 𝟮𝟬 𝗮𝗻𝗻𝗶
- 𝗘𝗹𝗶𝗼 𝗔𝗿𝗻𝗮𝗼, 𝟮𝟬 𝗮𝗻𝗻𝗶.
Inizialmente, come vittima di cyberbullismo, ero esitante nel riportare questi estratti insieme ai loro nomi, poiché è notorio che se una sofferenza non ti ha reso una persona migliore, allora l'hai sfruttata male. Tuttavia, dopo aver avuto un momento di illuminazione, non ho potuto fare a meno di pensare all'immensa sofferenza che la vittima ha dovuto sopportare nel momento dello stupro. Riflettendo su ciò, la mia mente è stata invasa dai vividi ricordi di un passato ancora dolorosamente palpabile, alla vergogna che ho sperimentato quando i miei ex hanno diffuso i miei video e le mie foto. Poi ho trovato il coraggio di visitare i profili di alcuni degli autori, e non c'è stato nulla di sorprendente: un’ipocrisia pervasiva permeata da frasi fatte, monologhi sull’irrilevante questione che gli uomini non siano tutti uguali (tenete presente questa bandiera rossa, ragazze, un uomo rispettoso non ha bisogno di autoreferenziarsi) e a quel punto non ho avuto dubbi.
Voglio sottolineare l'importanza di discutere della sempre più diffusa cultura dello stupro: nelle famiglie, nelle piazze, nelle scuole, nei negozi adiacenti alla nostra abitazione, mentre si fa la fila alla posta, dentro e fuori le chiese, nei centri ricreativi, ovunque. È necessario che la prevenzione parta dagli uomini e che si verifichi un cambio radicale nella percezione delle donne, ad oggi sempre più vilipese, trattate come animali da macello, come stracci di ultima categoria, deumanizzate, dominate, oggettivate e ridotte ai minimi termini.
È questo che dobbiamo raccontare alle nuove generazioni, e dobbiamo farlo escludendo qualsiasi responsabilità delle donne riguardo all'abbigliamento, alla promiscuità o a qualsiasi cosa possa sembrare una giustificazione per la barbarie che subiscono.
Per questi individui, la vittima non era una donna, ma un oggetto, non associato al piacere ma al potere, alla dominazione, alla subalternità più fetida e dolorosa. Era uno strumento passivo nelle loro mani, manovrato in maniera non molto dissimile a quanto accade nei film porno, così tanto elogiati dai progressisti della sofferenza. È importante sfatare qualsiasi insinuazione riguardante la possibilità che la vittima fosse ubriaca, desiderosa o in cerca di piacere. Solo decostruendo completamente questa concezione, potremo costruire una società migliore, basata sul rispetto sessuale, emotivo e morale.
Un abbraccio alla ragazza e ai familiari. Massima condivisione.
Ilaria Di Roberto
FATE SCHIFO
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Smettila di sentirti in colpa quando
La presa per il culo
Sei stato/a tu
Che l'hai ricevuta .
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quelmaredeimieiocchi · 8 months
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Quello che mi aspetta
Sono sempre io. Inutile ripetermelo, eppure non mi riconosco più. La mia psicoterapeuta dice che mi sono persa, che mi sono chiusa chissà dove nella mia testa ed ho buttato via la chiave. Volontariamente. Ho fatto amicizia con la nuova “me”, anzi, mi ha detto: “Ti ci sei affezionata, e mo come facciamo?”. Ma sono sempre io. È come se vivessi un sogno, un film, sembra non essere la vita reale. Dormo forse anche in questo momento? O sono sveglia? Me lo chiedo mentre scrivo, vorrei mentire e dire di esser sveglia ma probabilmente, ammetto, sinceramente, non sono io. Mi rendo conto di aver mentito anzi dal principio, dalla prima frase che ho scritto in questo post.
Vorrei cercarmi, ma ho paura di trovarmi, di fare i conti con le mie emozioni e paure, con i miei sogni chiusi con me nel cassetto, con il mio carattere che non mi ha portata da nessuna parte in fin dei conti cosi come le mie aspirazioni, cosi come le mie incredibili fissazioni perché se ho deciso che una cosa è tonda non può diventare magicamente un quadrato e viceversa.
Mi piacerebbe poter dire che va tutto bene. Eppure sto perdendo tanti anni. Me ne rendo conto. Ma non trovo in me la forza, il coraggio, non voglio cercare, io voglio perdermi, non voglio esistere, voglio sparire da sempre, o quasi.
Ci ho riflettuto. E questo muro, questa gabbia, però, non mi ha separata da te. Tutto questo, è proprio vero, è solo nella mia mente.
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