Tumgik
#frase divertente
libero-de-mente · 3 months
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Vogliosa79 mi ha mandato un messaggio in chat, con allegata un'immagine. Curioso apro il messaggio, la foto era di una torta dolce appena sfornata, con tanto di ricetta. Ora mi aspetto che Porcellina84 mi mandi la ricetta della pizza napoletana
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itsmyecho · 1 year
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Quando vieni nominato capoclasse senza saperlo.
@itsmyecho
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siipoesia · 2 years
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La vita senza ansia dimmi tu che vita è
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kon-igi · 2 months
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COSE UTILI CHE HO IMPARATO PIÙ O MENO RECENTEMENTE
Se tieni voltato il cartellino appeso al camice puoi rispondere in modo divertente a domande che non ti competono.
Se torci in un certo modo quei tappi di merda che rimangono attaccati alla bottiglia, questi si incastrano e ti permettono di riempire il bicchiere senza allagare il Nord Italia.
Gli hacker hanno paura di me perché uso la stessa password da anni ma ogni volta che la devo cambiare ci aggiungo sempre un punto esclamativo in più.
Deve far male essere una nonna statunitense che cerca su internet la ricetta per la torta alla crema.
Quando passeggio in una grande città, tengo sempre il telefono a portata di mano e quando una persona sospetta mi si avvicina per chiedermi una donazione contro la droga/per la pace nel mondo/problema vario, io me lo porto subito all'orecchio urlando SCOMMETTO CHE HAI SBAGLIATO IL DOSAGGIO DELL'ISOCANFOPROPANACETILFENOFTALATO E HAI UCCISO IL MIO PAZIENTE!
Non lancio più coltelli ai miei nemici perché dopo un breve calcolo balistico e fisiologico mi sono reso conto che non si conficcano per più di due centimetri.
Il sidro per sfumare il risotto è un no deciso.
L'effetto placebo mi è stato confermato quando all'università a dei tizi che mi stavano sul culo ho venduto una dado per il brodo impastato col nesquik e questi, dopo esserselo fumato, mi hanno ringraziato perché non avevano mai provato roba così buona.
Se vuoi fare un manico di coltello con corno di cervo non è necessario che quest'ultimo sia morto; di montone invece sì.
Se sei costretto a stare per lungo tempo in mezzo a un gruppo di sconosciuti sgradevoli, quando ti rivolgono la parola basta iniziare ogni frase con 'Da dove vengo io…' o 'Voi esseri umani...' e nel giro di poco il silenzio è assicurato.
Dopo aver provato il kit da scassinare serrature di Figlia Grande, mi chiedo perché le persone non lascino direttamente la porta di casa aperta e risparmino ai ladri i 5 secondi necessari per scassinarla.
Ascoltando i notiziari sul genocidio a Gaza ho imparato un sacco di sinonimi della parola 'bambino' perché 'minori coinvolti in esplosioni' è un po' più family friendly, dai.
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yomersapiens · 1 year
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- Da quanti anni sei chiuso qua dentro? - Saranno più di quindici. - E nessuno è mai riuscito ad entrare? - Ci provano sempre. Cambiano aspetto. Nome. Tipologia d'attacco. Li ho studiati tutti. Ho visto vecchi amici cadere e prendere il loro posto. Si reinventano, ma qua dentro non entreranno mai. È l'ultima barricata.
Mi avvicino alle assi di legno inchiodate davanti a quella che sembra essere stata una porta, una piccola fessura mostra quello che c'è fuori. Sono tantissimi, alcuni sono corpi nudi, portatori di seni enormi creati per attirare l'attenzione. La maggior parte sono pagine vuote, facce numeriche con nomi umanoidi. - Saranno migliaia... centinaia di migliaia... - Continuano ad aumentare. Si mettono qua fuori e aspettano di seguirmi. - Riesci a bloccarli tutti? - Ci provo, ma sta diventando impossibile, non riesco più a distinguerli da quelli veri, guarda laggiù - Indica una ragazza vestita in stile anime che urla sbracciandosi, sembra in pericolo. - Dobbiamo aiutarla! Non è una di loro! - È qui ti sbagli! Hanno capito come fare, si stanno evolvendo. Lei è esattamente come tutti gli altri, se non peggio, perché crede di essere umana. - Come diavolo è possibile? - Da quando è arrivato lui, tutto è cambiato. - Lui chi? - Non lo vedo da un po' ma prima era qua fuori ogni giorno. L'uomo giallo, dalle orecchie a punta. Sembrava un mostro creato dalla mente malata di un disegnatore giapponese. È stato lui a raggrupparli, loro lo seguivano mentre ripeteva pika-pika. Ho ancora i brividi a pensarci. Quegli occhi minuscoli e neri mi perseguitano. - Che fine ha fatto? - Una volta radunato il suo esercito si è nascosto, penso sia laggiù, in un castello. - Da quanto non mandi un segnale verso l'esterno? - Ho provato a postare una settimana fa, una gif, ma nessuno sembra averla notata. - Quindi potrebbe non esserci più nessuno di vivo davvero qua fuori. - Talvolta ricevo un segnale da parte di un gruppo che vuole insegnarmi come essere un dinosauro. - L'ho ricevuto anche io, è stato terribile, sembrava divertente e invece... - Invece era solo un altro stratagemma architettato da pika-man. - Così si chiama? - Così abbiamo cominciato a chiamarlo noi della resistenza. - Cosa fate voi di preciso? - Alcuni scrivono. Pensieri. O hanno bisogno di compagnia. Alcuni si confessano. Pochi creano. Sempre meno. Altri mandano fotografie. Didascalie. Citazioni. Ogni tanto un messaggio anonimo, una risposta secca per chiudere il discorso. Potrebbe non essere qualcuno di reale, potrebbe essere uno di loro. - Chiedono aiuto? - No, in genere chiedono foto piedi. - Ah. E i troll? - Ci sono ancora ma stanno tra di loro. Quando serve li distraiamo con una nuova teoria complottista che li tiene impegnati per mesi. - Quindi di attivo, non fate nulla? - Non ha senso. Guarda fuori. Sono in troppi. Hanno vinto loro. Questo posto è in mano ai bot adesso. - È un peccato. - Lo è, ma guarda che tette hanno alcuni. - Sono davvero fatte benissimo. - Le hanno studiate per anni e ci sono riusciti, meglio delle originali. - E quindi che farai, li lascerai entrare? Cederai anche tu? Mollerai tutto? - Ogni tanto, quando ho voglia, lancerò un segnale. Qualcosa di breve magari. Una battuta o una frase romantica del cazzo, come quelle che scrivevo una volta. - Niente più photoset? - Sono troppo vecchio per quelle cose. Ci sono persone bellissime e preferisco guardare loro. Poi ho paura di essere utilizzato. Studiato. Copiato. Riprodotto. Clonato. - Potrebbero farlo? - Oramai non mi sorprendo più di nulla... - Senti ancora qualcuno della vecchia guardia? - Ogni tanto l'anziano dottore grigio rimette in funzione il segnale morse. Mi manda un audio lungo una decina di minuti fatto di bip biiip.
Delle urla spaventose provengono da fuori. Corriamo alla porta per guardare che accade ma un fascio di luce intenso quanto un laser ci acceca. - Cosa sta succedendo??? - Non lo so!!! È terribile!!! - È tornato pika-man??? - Forse è lui! Ma non vedo più niente!!! - Corri a prendere dell'acqua, c'è una tinozza piena vicino alle bozze salvate. Bagnati il viso. Torno a vedere ma tutto è offuscato, le urla sono finite. C'è una strana calma nell'aria. Odore di sangue e brandelli di bot porno ovunque. - Non è stato pika-man. Questa non può essere opera sua. - È allora di chi diavolo si tratta? - Guarda! Laggiù! su quel cavallo! - È la signora bianca! Quella della profezia!!! - Non può essere vero. È solo una leggenda... - È lei! Guardala! Imbraccia la lunga spada argentea! È stata lei! È venuta a liberarci! - Vuol dire che, possiamo uscire? Te la senti? - Non so se sono capace. Da quanti anni è che parlo da solo? - Ho perso il conto. - Dobbiamo uscire. Unirci a lei. Insieme forse possiamo farcela a sconfiggere pika-man. - Scrivi all'anziano dottore. Smetto di guardarmi allo specchio e parlare al mio riflesso. Inizio a togliere i chiodi dalle assi sulla porta. È arrivato il momento di fare qualcosa.
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dilebe06 · 5 months
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BACK FROM THE BRINK
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Altro giro, altra corsa, altro drama.
Devo dire che avevo messo in lista questa serie solo perché avevo beccato qualche immagine divertente che mi avevano fatto pensare che la serie fosse non troppo pesante. Che potesse essere leggero e divertente.
E così - almeno per la prima parte della serie - è stato.
Prima di tutto la trama:
Dopo il tradimento della sua amante, l'antico drago Tian Yao si ritrovò gravemente ferito e con il cuore spezzato. La donna che amava lo tradì smembrandolo, spogliandolo delle sue scaglie di drago e poi sigillando le sue parti del corpo in cinque punti. Solo la sua anima è scappata. Ora rinato, Tian Yao incontra Yan Hui, che giura di proteggerlo mentre recuperano assieme le sue parti mancanti. Lungo il viaggio, Tian Yao trova una parte del suo corpo e scopre anche che Yan Hui possiede la sua scaglia di drago e che quindi può rompere il sigillo che blocca le sue parti del corpo nascoste per il mondo. Tian Yao allora, usa Yan Hui per recuperare le parti del suo corpo rubate. La ragazza terrorizzata, pianifica la sua fuga solo per fallire e scoprire che la loro relazione si approfondisce durante il tempo passato assieme. Tian Yao ammira i ripetuti sforzi di Yan Hui per salvarlo, mentre Yan Hui apprezza il forte legame che hanno creato. I misteri abbonderanno man mano che Yan Hui scoprirà la sua vera origine.
(L'ultima frase la metto in grassetto perché sta roba dell'origine è una cazzata. Non solo non si scopre NULLA della sua origine ma ai fini della trama manco importa. Per dire.)
Dunque: la trama è interessante. C'è un drago innamorato che è stato tradito e ammazzato malissimo. C'è una donzella che trova il drago dopo anni ed formano una coppia che evolve tra alti e bassi. C'è un corpo da recuperare e tante altre cose...
Ammetto che ho iniziato questa serie perché ero curiosa di vedere come avrebbero gestito la parte di Tian Yao che usa Yan Hui: i personaggi grigi e ambigui saranno sempre la mia passione a quanto pare!
Ma prima di parlare dei personaggi, tornando alla trama, essa di evolve lungo la strada e verso la fine parlerà di tutt'altro. E' una storia epica, piena di personaggi e di tecniche magiche. E' una storia che riprende da un libro che, a quanto ho capito, mai e poi mai leggerò poiché col caiser che verrà mai tradotto in italiano!
Ma nonostante questo, la trama mi è piaciuto ed ho veramente annusato l'odore dell'epicità.
Ci stanno tutte le cose care ai drama wuxia: i temi del bianco e nero, cultori, tecniche proibite, oggetti con funzioni strane, roba con nomi lunghissimi... il solito insomma. Ma soprattutto ci stanno cose magiche che non spiegano mai, tecniche che certe volte funzionano e certe no, artefatti che vengono trovati ad minchiam... la cosa che mi fa sempre tagliare in queste serie, quando si parla della magia, è come i personaggi enuncino cose magiche, strumenti ecc ecc con una nonchalance e sicurezza come se anche lo spettatore sapesse di cosa stiano parlando. Cosa che non è vera!
" adesso useremo La Tecnica della Tigre Bianca per bloccare l'Energia Oscura dell'Elogio Spettrale, grazie al Sigillo Delle Nove Spade ecc ecc..."
Io comunque gli do ragione e accetto qualsiasi cosa per partito preso ma ammetto che metà cose di come funzioni la magia, me le sono perse.
Detto questo comunque, il problema più grave per me è stata la scenografia, fotografia e CGI che ho trovato barbinissime, davvero di bassa qualità. Ad esempio, la foresta dove i nostri sovente si recavano: gli alberi, i sassi e tutta l'ambientazione sembravano dei cartonati da recita di paese. Anche nel finale quando il male ormai corre lungo tutto il mondo, il "mondo" era costituito da 10 persone, forse 20 a stare larghe.
E' difficile farmi sentire la tensione, l'epicità del mondo in pericolo quando su schermo ci sono 4 tizi scarsi.
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Di buono però c'è anche la storia è si epica, ma anche molto divertente. Soprattutto inizialmente: Yan Hui è spettacolare, divertente e tosta ed insieme a Tian Yao creano dei siparietti molto spassosi.
Veniamo ora ai personaggi. Ho adorato la protagonista Yan Hui sia come recitazione sia come caratterizzazione. Solare, entusiasta, avida, leale ma anche umana quando scappa da Tian Yao dopo quello che le ha fatto o quando quasi cede al lato oscuro. Zhou Ye tratteggia una protagonista forte e comica ma che sa anche commuoversi e far commuovere, rendendo Yan Hui realistica e credibile.
Al pari della lead, anche Bai Xiao Sheng - il second per intenderci - è meraviglioso. All'inizio grigio e sospetto piano piano s'affezionerà ai protagonisti, soprattutto a Yan Hui e mi regalerà una terribile sindrome da second lead che difficilmente andrà via. Ho infatti trovato l'innamoramento di Bai per la protagonista molto semplice ma funzionale e logico: quando tutti lo avevano abbandonato, Yan Hui è stata l'unica che è andata a cercarlo, mostrando di tenere a lui.
Inoltre Bai è interpretato da Riley Wang , attore bravissimo che regge lo schermo come pochi. Fluido, naturale, con una recitazione credile e vera che rende Bai quasi un personaggio in carne ed ossa.
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Chi invece non ha questa grazia è Tian Yao. Se è vero che inizialmente il nostro protagonista usa Yan Hui per riprendersi il corpo, successivamente ritorna ad essere un esempio di santità e bontà. Chiesto scusa per il brutto comportamento verso la sua amata, Tian mostra tutta la sua virtù facendo sempre la cosa giusta, combattendo il male e colando miele di romanticismo pure dagli occhi.
Oltre a ciò, Neo Hou non mi ha convinto per niente. Ha reso Tian Yan troppo rigido e statico. Un pezzo di marmo. Bello sì. Ma ancora immobile come la pietra. E ho capito che impersonava un essere sovrannaturale e al di sopra di tutti i mortali e immortali ma la grazia e eleganza che doveva mostrare era davvero troppo asettica.
Veniamo poi alla storia d'amore. Come sempre, avendo il cuore in pietra lavica soprattutto per le storie che diventano facilmente melense, ad una certa ho skippato tutte le loro scene d'amore: alla quinquesima immagina di loro due che si professavano eterno amore, il mio cuore non ce l'ha fatta ed ho premuto "avanti 10 secondi" più volte.
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Chiariamoci... la storia d'amore non ha nulla che non va. E' che tra la recitazione poco convincente del lead, il ti lascio e ti ripiglio ,ma ti amo e sposiamoci ,ma no, ma sì dai! la storia che andava avanti ed io che invece volevo sapere cosa era successo a Bai, ho davvero messo poco impegno nel seguire la vicenda amorosa.
Mi sono invece piaciute le altre coppie, come quella di Xian Ge e Feng Qian Shuo: ad esempio: una coppia semplice e normale che si faceva forza uno con l'altro. Lui poi innamoratissimo! Mi portava in scena sempre feels amorosi. <3
Altra cosa per me negativa è stata la resa delle relazioni, soprattutto quelle del lead. Alla notizia che il suo vecchio amico è in realtà il braccio destro del nemico, Tian Yan non dice bau. Niente. Nada. Manco in confronto, un conflitto, un espressione di dolore per il tradimento. Niente.
Oppure: Tian Yao è stato tradito, ammazzato e fatto a pezzi dalla sua presunta futura moglie. Presumo che lui l'abbia amata prima di questo, visto che l'ha chiesta in moglie. E per tutto il drama questa relazione d'amore non verrò mai affrontata. Mai. Anche quando i due si incontrano e scontrano non c'è un richiamo romantico alla loro vita assieme.
I personaggi parlano con Tian ma non c'è davvero una relazione amichevole e intima tra loro, rendendo tutto molto asettico tipo lista della spesa.
Detto questo, Back From the Brink non è stato male. Si vede l'impegno messo dagli autori nel creare la storia e tratteggiare i personaggi con il consueto " bianco e nero style alla the Untamed" con alcuni di loro che svettano come recitazione e caratterizzazione. Altri... svettano meno. Ma che sia il lead ha farlo è più grave secondo me.
Peccato per l'ambientazione e gli effetti speciali così come certe cose che sembrano state tirate via e raffazzonate, cosa che un drama "epico" serio non dovrebbe mai fare.
VOTO: 7.6
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blacklotus-bloog · 6 months
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Il segreto che stava dietro a "senza cera" era molto divertente. Aveva origini antiche. Durante il Rinascimento, gli scultori spagnoli che commettevano un errore nello scolpire marmi costosi rattoppavano le imperfezioni con la cera. Una statua che non aveva difetti e non richiedeva rattoppi era detta "una scultura sin cera": "senza cera". La frase aveva finito poi per indicare tutto ciò che è onesto o vero, che non nasconde nulla. La parola "sincero" deriva dallo spagnolo sin cera.
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DAN BROWN - Crypto
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teredo-navalis · 10 months
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Pensato frase divertente mentre sonnecchiavo, l'ho scordata
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jaja-dingdong · 3 months
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La cosa più divertente della presunta storia dei due giocatori dell'Inter che minacciano un tipo di fronte alla discoteca è sicuramente la richiesta di dire "Milan merda" e il conseguente rifiuto da parte del malcapitato
Quando la frase "Non importa se io finirò nei guai, unico amore sei, non ti ho tradito mai" non è solo un coro ma un vero stile di vita
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libero-de-mente · 9 months
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Che due coglioni! Percepiti quattro.
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orotrasparente · 1 year
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la cosa divertente è che non mi sento dire questa frase da non so quanto non pensavo che shein risolvesse anche questi problemi
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shambelle97 · 1 year
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Le alte torri di Valaskjalf si ergevano in lontananza, manifestandone tutta la loro imponenza.
I Vanir che ne sarebbero stati ospiti rimasero colpiti dall’oro che adornava il magnifico palazzo del regno eterno.
Segno tangibile di una terra nata dal sangue e dalla schiavitù.
Un’antica civiltà fiorente, costituita da fieri e indomiti guerrieri.
Un popolo che tuttavia mirava al futuro, nonostante fosse fedele alle proprie tradizioni.
Due giovani di entrambe le stirpi divine sarebbero presto convolate a nozze, principalmente per interesse politico.
Asgard sarebbe stata l’assoluta spettatrice del lieto evento, generando una miriade di pettegolezzi.
Ossia uno degli argomenti più chiacchierati della cittadella celeste.
Sigyn ammirò la bellezza del luogo, ritenendolo colmo di fascino.
Le Norne avevano filato per lei un triste destino, ma necessario per la salvaguardia dell’amata patria.
Un’alleanza tra due popoli era più che conveniente per le sorte di ambedue i regni.
Gli Einherjar liberarono il passaggio per lasciarli passare.
Iniziarono a percorrere i vasti corridoi della reggia, decorati da diversi affreschi che narravano la storia degli Æsir.
La Dea della Fedeltà si soffermò su uno in particolare: ovvero quello raffigurante i membri della famiglia reale.
Fu lesta ad osservare ogni singolo dettaglio del dipinto, incuriosita soprattutto dallo sguardo malizioso e intrigante del figlio minore dei sovrani.
Un sorrisetto furbo e crudele, intriso di inganni e bugie.
Proseguirono col cammino, finché non giunsero all’interno della maestosa sala del trono.
Odino avrebbe stabilito l’accordo matrimoniale con entrambe le famiglie.
L’anziano osò alzarsi dal proprio scranno, intimando a costoro di avvicinarsi.
Il suo unico occhio buono cominciò a scrutare l’esile figura della giovane, passando successivamente al futuro consorte.
Theoric era il suo nome.
Egli era noto per essere il capitano delle guardie personali di Padre Tutto, eppure i suoi atteggiamenti si rivelarono alquanto discutibili.
Ciò avvenne durante il pranzo dopo aver ultimato il colloquio con il re.
Manifestò un’aria rozza e volgare, disgustando i presenti.
Sigyn era intimorita, desiderosa di fuggire altrove.
Avrebbe dovuto sottostare al volere dei suoi familiari e dello stesso Odino, costringendola a sposare un soldato sudicio e gretto.
Prigioniera di una terribile sorte, costituita da una vita infelice.
Abbandonò il refettorio, recandosi ai giardini reali: costei avvertiva l’assoluto bisogno di riflettere.
Il clima primaverile le permise di provare un profondo benessere.
Uno stato di quiete, durato solo pochi attimi.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da un fruscio tra gli arbusti, come se qualcuno ne stesse osservando i movimenti.
Un sibilo improvviso la fece sussultare di paura, lasciandola sbigottita.
Si ritrovò nientemeno che un piccolo serpente attorno al braccio, scomparendo tramite la magia.
Un incantesimo ambiguo e al contempo inquietante da provocarle uno strano moto di nervosismo.
“Lo consideri come un modo per darle il mio benvenuto in codesto regno.”
Proferì dal nulla una voce beffarda e canzonatoria.
Ella si voltò di scatto, ritrovandosi dinnanzi a sé un giovane uomo dalla chioma corvina e la pelle diafana.
Costui indossava un’armatura dagli inserti verdi e dorati, donandogli un portamento regale ed elegante.
Lo riconobbe all’istante, rammentando lo sguardo smeraldino e malevolo raffigurato sopra l’affresco.
“Lei è Loki.”
Constatò gelida, guadagnandosi una risatina sardonica da parte dell’ingannatore.
“Perspicace, devo ammetterlo.”
Commentò sorpreso, quasi meravigliato in verità.
“Ha rischiato di spaventarmi, lo sa?”
Inveì la bella vanir, accigliando le iridi azzurre.
“Per un innocuo scherzetto ho osato spaventarla? Chiedo venia mia cara, ma lo ritengo divertente.”
Replicò il Dio dell’Inganno, protendo le braccia.
Una frase pronunciata col solo scopo di deriderla.
“Non si azzardi a prendermi in giro, è chiaro?”
Intimò la ragazza, alzando il tono vocale.
Tale reazione rallegrò Lingua D’Argento, ricevendo un’occhiata truce.
Stuzzicarla per puro divertimento sarebbe stato interessante.
“Alquanto indisciplinata oserei dire.”
Ghignò in maniera perfida, venendo colto alla sprovvista da una sfera d’energia.
Sigyn si permise di scagliargliela, lasciando intendere che padroneggiasse l’arte del Seiðr.
Arte di cui era un vero e proprio maestro, tramandatagli dalla madre e sovrana della splendida Asgard.
Una straordinaria virtù di cui entrambi disponevano.
“Sfidarmi è stato un errore, piccola figlia di Vanaheim.”
Sibilò infido, lanciandole un’occhiata maligna e sprezzante.
La figlia di Bjorn fu pervasa da un velato terrore, temendo il peggio.
Riuscì a salvarsi grazie all’arrivo dei genitori, impegnati con le ricerche nei confronti di quest’ultima.
L’ingannevole divinità si dileguò giusto in tempo attraverso un bagliore dai riflessi verdastri.
Si guadagnò un leggero rimprovero da parte loro, rientrando infine a palazzo con aria assorta.
Aveva rischiato di essere aggredita dall’astuto principe e signore indiscusso delle menzogne.
Uno scontro lasciato in sospeso per via di alcuni imprevisti.
Giunta nelle proprie stanze, Sigyn girò il chiavistello del portone, attivando il meccanismo della serratura.
L’idea di passare il resto dell’esistenza con Theoric Elvindson le fece raggelare il sangue.
Entro un anno sarebbe convolata a nozze con un individuo del genere.
Ciò che ebbe modo di turbarla maggiormente fu il primo incontro con lo spregevole Dio degli Inganni.
Molte volte aveva sentito parlare di lui e della sua natura illusoria, ricorrendone all’utilizzo per adescare le vittime prescelte.
Intrighi letali, nati appositamente per confondere e ingannare il malcapitato di turno.
Scrutò ogni angolo degli alloggi, finché non percepì una gelida sensazione sulla carne.
L’assalitore compì l’azzardo di imprigionarla in una morsa dolorosa e opprimente.
Sigyn tremò in preda ad una terribile angoscia.
“Apprezzo molto tale prodezza e coraggio da parte vostra, tuttavia ritengo inaccettabile chi osa sfidarmi.”
Sussurrò il famigerato Fabbro di Menzogne vicino al suo orecchio.
“Che cosa vuole da me?”
Chiese impaurita, provando ad ostentare un atteggiamento più risoluto e sicuro.
“Non ho alcuna intenzione di recarle del male, ma potrei essere costretto se proverà nuovamente a nuocere la mia persona tramite determinati mezzi.”
Minacciò il moro, ottenendo una risposta d’assenso.
Aveva commesso un madornale sbaglio sin dal principio, noncurante a cosa stesse andando incontro.
Sfidare il Dio delle Malefatte equivaleva ad addentrarsi nella tana del lupo.
La liberò, dissolvendo il pugnale dalla sua mano.
Dopodiché le afferrò un polso, voltandola delicatamente verso di sé.
Il verde dei suoi occhi iniziò a scontrarsi con quello azzurro della donna, producendo un gradevole contrasto.
Non si scomodò a poggiare le eleganti dita di mago, sollevandole il mento per squadrarla meglio.
Ammise quanto fosse graziosa ed eterea, basendosi che stesse divenendo la futura moglie del rozzo capitano degli Einherjar.
L’Amica della Vittoria provò un moto di sensazioni inspiegabili che stentava ad identificare.
“A presto, piccola Sigyn.”
Si limitò a pronunciare freddo e impassibile, abbandonandola al suo destino.
La suddetta assunse un’espressione esterrefatta, ripensando al contatto ravvicinato con l’oscuro Ase della città dorata.
L’effetto che suscitava nei confronti della bionda Vanir era alquanto strano e insolito.
Loki si ritirò all’interno delle camere private, rimuginando sugli ultimi avvenimenti.
Nessuna donna disponeva di un simile temperamento.
Provò persino a sfidarlo, suscitandone l’effettiva curiosità.
Nemmeno Sif si era mai presa la briga di agire in tale maniera.
Cacciò quegli assurdi pensieri, scuotendo la testa.
L’avrebbe considerata nient’altro che una sciocca ragazzina, proveniente da una terra straniera.
L’ennesima sprovveduta da non considerare.
Perlomeno era ciò che si sarebbe prefissato nei giorni a venire.
Ma non avrebbe mai rinunciato ad infastidirla: provocarne l’ira funesta lo dilettava parecchio.
Egli si concesse un bagno ristoratore, sorseggiando del buon vino in un calice d’argento.
Lo avrebbe aiutato a distrarsi dall’eventuale monotonia.
Ordire nuove trame e vendette si sarebbe rivelato il suo principale obbiettivo da raggiungere.
                                       𝑭𝒊𝒏𝒆  
One Shot:
~ Mischief And Fidelity ~  
Name Chapter:
~ First Meeting ~
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traceofaftersound · 1 year
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Cose che movimentano l'autunno giapponese
Così come la "caccia alle foglie rosse" (紅葉狩り, momijigari) è il divertissement più atteso della stagione autunnale, uno dei film d'animazione più attesi di questo autunno 2022 era sicuramente Suzume no Tojimari (スズメの戸締り, Suzume's Door-Locking ), l'ultima pellicola di Shinkai Makoto, regista che negli ultimi anni si è fatto un nome in tutto il mondo con successi come Kimi no na wa (君の名は, Your name.) e Tenki no ko (天気の子, Weathering with you). Con Shinkai non è stato amore a prima vista, devo ammettere: l'ho conosciuto inizialmente tramite Byōsoku go senchimētoru (秒速5センチメートル, 5 cm al secondo), un lungometraggio che mi ha annoiato a morte e mi ha fatto anche incazzare perché avevo pure comprato il DVD di tasca mia, ascoltando il parere di chi me lo spacciava per il nuovo Miyazaki (parentesi: in quest'ultimo film Shinkai ha usato una canzone che era già stata utilizzata da Miyazaki in "Kiki's Delivery Service", sarà stato un omaggio ma dentro di me ho pensato "ma come ti permetti?" lol). L'elenco delle ragioni per cui avrei trovato più divertente guardare la vernice che si asciuga al sole sarebbe lungo, ma sostanzialmente: magari ero io a non essere già più nel target, ma che palle 'ste storie di sospirosi adolescenti che non riescono a confessarsi i propri sentimenti e si struggono per cercare di capire cosa pensi l'altro ma non si parlano e fanno i timidini che soffrono in silenzio perché non vogliono disturbare e non succede niente, solo i petali di ciliegio che cadono alla velocità di 5cm/sec (la stessa delle palle degli spettatori) sulle loro giovani esistenze già così infelici, ma poi un topos meno abusato dei fiori di ciliegio non c'era? Non dico che bisognasse per forza essere Sakaguchi Ango e trasformarli in un elemento orrorifico che fa da sfondo a una vicenda sanguinolenta come quella descritta in "Sotto la foresta dei ciliegi in fiore", però mo' neanche a fa' così. Altro punto di demerito: il contrasto tra i fondali iperrealistici superdettagliati e l'approssimativa stilizzazione con cui sono disegnate le figure umane mi faceva cringiare tantissimo, poi per carità, io ero anche in un momento intestinalmente poco felice durante la visione, ma penso di non poter dare a questo tutta la colpa lol
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Succede però che qualche anno fa sono intrappolato per dodici ore su un volo intercontinentale e ho finito di guardare tutti i film che mi ispiravano, quand'ecco che nell'elenco vedo Kimi no na wa. In Giappone aveva avuto un successo strepitoso, al punto che la colonna sonora oltre ad aver raggiunto i primi posti tra le canzoni più cantate al karaoke era stata passata persino in tutti i convenience store della nazione, ma avendo bocciato Shinkai me ne ero naturalmente tenuto lontano. Non avendo letteralmente nient'altro da fare per ammazzare il tempo durante la traversata decido di dargli una seconda possibilità e 107 minuti dopo sono in una valle di lacrime. Intanto noto con piacere che lo stile dei disegni per quanto riguarda i personaggi è molto migliorato, ma a parte quello, l'aspetto che davvero mi colpisce è la presenza di diversi richiami allo scintoismo, per esempio il kuchikamizake (口噛み酒), bevanda alcolica prodotta durante le cerimonie scintoiste dalle sacerdotesse che masticavano il riso ammorbidito e ne innescavano la fermentazione grazie agli enzimi presenti nella saliva. La scelta di recuperare un elemento così particolare dello shintō (che, inutile dirlo, non conoscevo prima di questo film) rielaborandolo all'interno di un blockbuster mi intriga molto, forse per la stessa ragione per cui amo le reinterpretazioni del folklore del Tōhoku da parte di Miyazawa Kenji, e sebbene il suo film successivo, Tenki no ko, sia a mio parere più debole (lo riassumerei con una sola frase: Tōkyō diventa Venezia), il processo di creazione di un mito dietro l'espressione hareonna (晴れ女, donna che porta il sereno), non più una semplice ragazza sempre accompagnata dal sole ovunque vada ma una creatura semidivina in grado di arrestare la pioggia al prezzo però della propria vita che va via via accorciandosi, risulta altrettanto interessante. Ma è con Suzume no Tojimari che Shinkai si supera. Il film dovrebbe uscire in Italia a inizio 2023 quindi non ne parlerò troppo nel dettaglio per evitare spoiler, ma la vicenda si dipana dall'incontro tra Suzume, una studentessa di liceo, e Sōta, un misterioso ragazzo con il compito di chiudere le "porte del disastro" da cui fuoriesce una sorta di gigantesco blob chiamato "il lombrico" che se arriva a schiantarsi al suolo provoca terremoti e devastazione. L'opera di Sōta e dei "serratori di porte" come lui non è tuttavia sufficiente da sola a evitare sismi epocali: è necessario ricorrere anche a due "chiavi di volta" (要石, kanameishi) piantate nelle due estremità del lombrico.
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Anche se ci sono dei punti nella trama che non mi sono chiarissimi e avrei bisogno di una seconda visione per capire se fossero buchi di sceneggiatura o semplicemente cose che non ho collegato, la lista dei motivi per cui ho amato questo film batte quella delle ragioni per cui "5 cm al secondo" non mi era piaciuto: dalla presenza di un richiamo ai tragici eventi dell'11 marzo 2011, di cui mi ero marginalmente occupato durante la laurea magistrale, che credo sia importante vengano trattati da un blockbuster di successo nazionale e come è facile prevedere internazionale, agli elementi mutuati da antichi miti e leggende, e sono davvero molti. Qualche esempio: la formula magica che Sōta recita quando chiude una porta è ispirata ai norito (祝詞), solenni preghiere rituali indirizzate alle divinità scintoiste di cui fanno parte alcuni dei documenti scritti più antici pervenutici, e comincia infatti con una delle frasi d'apertura classiche di questi testi (かけまくもかしこき, "se mi è concesso pronunciarlo"); il lombrico che provoca i terremoti è una rielaborazione della credenza popolare secondo la quale a provocare i sismi sarebbe un enorme pesce gatto sotterraneo (prima del periodo Edo era un drago-serpente, come in altri miti asiatici, ma durante quest'epoca si consolida la versione secondo cui sarebbe invece il namazu 鯰, "pesce gatto" appunto); le "chiavi di volta" sono due pietre realmente esistenti, custodite in due santuari dove tengono ferma una la testa e l'altra la coda del namazu.
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Nel 1855, Tōkyō viene colpita da un sisma di magnitudine 7 che passerà agli annali come Grande Terremoto Ansei. Pochi giorni dopo la tragedia, si sviluppa un fiorente mercato di stampe ukiyo-e raffiguranti il pesce gatto e denominate appunto "namazu-e" (鯰絵, immagini del pesce gatto), che avrebbero dovuto proteggere chi le acquistava dai terremoti. Quella qui sopra mostra anche la "chiave di volta" (要石, kanameishi) conficcata sulla testa del namazu per tenerlo fermo.
Dopo aver quindi scoperto che mi era sempre mancato un pezzo del mito del pesce gatto (che tra parentesi oggigiorno trovate raffigurato pure nei cartelli stradali a indicare la corsia di emergenza dove parcheggiarvi in caso di terremoto lol) non potevo far altro che correre ai ripari, e ho subito progettato una visita ai due santuari in questione, il Katori Jingū nella prefettura di Chiba e il Kashima Jingū in quella di Ibaraki, che si trovano a circa due ore da Tōkyō (in macchina anche un po' meno, opzione decisamente più economica anche nel caso di un'auto a noleggio rispetto al treno che ha dei costi spropositati). Questi due santuari gemelli, distanti all'incirca una quindicina di chilometri l'uno dall'altro, nonostante non se li calcoli nessuno forse proprio per la posizione periferica in cui si trovano sono in realtà nella top 3 dei santuari più importanti nella gerarchia scintoista. Sono gli unici, infatti, insieme al Santuario di Ise dedicato alla dea del sole Amaterasu, a essere denominati jingū 神宮 e non semplicemente jinja 神社, quindi sono santuari che hanno fatto l'upgrade.
Il santuario di Kashima è dedicato a Takemikazuchi-no-Ōkami, divinità citata anche del Kojiki (古事記, Un racconto di antichi eventi), uno dei testi più antichi tramandatici dove troviamo riportato il mito fondativo del Giappone stesso. In un lungo elenco di genealogie di divinità, leggiamo che la madre di tutti gli dei, Izanami, era morta dopo aver partorito il dio del fuoco che le aveva bruciato la vulva (il marchio Chilly purtroppo verrà fondato solo nel Novecento, fuori tempo massimo per dare sollievo alla dea), e il suo compagno Izanagi, disperato, aveva decapitato il figlio colpevole di avergli ucciso la compagna:
Il sangue spruzzò sopra le rocce intatte, prima dalla punta dell'arma e ne spuntarono i tre esseri che chiamiamo il sacro Ihasaku, il sacro Nesaku e il sacro Ihatsutsunowo, poi dalla lama e ne spuntarono i tre esseri che chiamiamo il sacro Mikahayahi, il sacro Hihayahi, e il sacro Mikazuchinowo il rude, che chiamiamo anche il sacro Takefutsu, o ancora il sacro Toyofutsu.
Oltre a descriverne così i natali, il Kojiki racconta anche di come questa divinità verrà incaricata da Amaterasu di negoziare con la divinità di Izumo affinché quest'ultima ceda il suo regno, "la terra immersa nelle pianure di giunchi", alla stirpe celeste di cui la dea del sole fa parte:
Il sacro Mikazuchi il rude, accompagnato dal sacro Amenotorifune, discese presso una spiaggia di Inasa nelle terre di Izumo, sguainò la spada di dieci spanne, l'elsa la ficcò sulla cresta delle onde, sulla punta della lama si sedette a gambe incrociate. E si rivolse al sacro grande signore Ohokuninushi: "Ecco - disse - cosa hanno ordinato di venirti a chiedere Amaterasu grande sovrana e sacra e il sacro Takagi: "La terra immersa nelle pianure di giunchi dove tu spadroneggi è destinata al regno della nostra stirpe". Che cosa hai in animo di fare?" "Non posso dirlo io - fu la risposta, - sarà mio figlio, il sacro Yahekotoshironushi, a decidere. È andato a pescare con gli uccelli ma non è ancora tornato dal promontorio di Miho". Il sacro Amenotorifune andò a prenderlo e gli si poté così chiedere di venire al dunque. "Quale tremendo onore! Cedo umilmente queste terre alla stirpe dei celesti" [...]
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Patrono pure delle arti marziali nel tempo libero, questa divinità viene anche spesso rappresentata in cima al namazu con la spada conficcata sulla testa del mostro.
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Takemikazuchi-no-Ōkami dimmi bene che casa mia non è neanche assicurata contro i terremoti, mi sei rimasto giusto tu.
Ovviamente, che ve lo dico a fare, come da tradizione l'edificio principale del complesso era in ristrutturazione, perché giustamente un santuario che si narra risalire al VII-VI secolo a.C. con tutto il tempo che hanno avuto lo dovevano risistemare proprio quando ci andavo io, ma io ero lì per le "chiavi di volta" e quindi il danno emotivo è stato contenuto, nel senso che sono riuscito a tornare fino alla macchina prima di scoppiare a piangere e ce l'ho fatta a non farmi vedere da nessuno.
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In assenza dell'edificio principale, favorirò una foto del rōmon (楼門, portale della torre), che comunque è considerato uno dei tre più grandi del Giappone ed è patrimonio culturale nazionale importante quindi buttalo via.
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Grande ritorno del Nekomata sia perché ho finalmente trovato un sito con il filtro Polaroid dopo che quello che avevo usato per anni mi ha abbandonato, sia perché nel film di Shinkai le "chiavi di volta" si manifestano con le sembianze di gatti, un segno che non ho potuto ignorare lol
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MA VENIAMO DUNQUE A QUESTA BENEDETTA KANAMEISHI, a questa pietra custodita nel cuore della foresta del santuario di Kashima e che dovrebbe tenere ferma la coda del pesce gatto, a questo... questo...
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...grande, immenso... SASSO!
Nonostante la leggenda voglia che il daimyō (大名, signore feudale) Tokugawa Mitsukuni, anche noto come Mito Kōmon, avesse provato a scavare per sette giorni e sette notti nella terra cercando di dissotterrare la pietra senza però trovarne la fine, occorre dire che essendo pure concava non è che spicchi proprio tantissimo nella pur suggestiva cornice del boschetto in cui si trova.
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La lochescion da Principessa Mononoke devo dire diesci, per quanto riguarda la scelta del vedo-non-vedo per la pietra all'interno del recinto non saprei, spero che almeno serva a tenere ben saldo il terreno.
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大地震にびくともせぬや松の花 Impassibili restano al grande sisma i fiori di pino
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Cose che mi ero dimenticato di sapere (lol): ogni divinità scintoista (神 kami) ha in sé due aspetti, un'anima violenta (荒御魂 aramitama), quella a cui tra l'altro si esprimono le proprie preghiere in quanto lato attivo del kami, e un'anima tranquilla (和御魂 nigimitama), stato di pacificazione a cui il kami arriva grazie alla venerazione dei fedeli. In foto, l'Okunomiya del Kashima Jingū, in cui è venerata l'aramitama di Takemikazuchi-no-Ōkami.
Fedele al suo nome di "santuario dell'isola dei cervi", animali che in Giappone sono considerati emissari e cavalcatura delle divinità, il bosco del santuario contiene anche un recinto dove si trova una trentina di cervi, così come pare anticamente fossero allevati anche all'interno del santuario di Kasuga a Nara, evidentemente prima che sfondassero le recinzioni e cominciassero ad aggirarsi liberi per la città lol Quest'ultimo santuario ha in effetti un forte legame con il Kashima Jingū: nell'anno della costruzione del Kasuga Taisha, fu inviato da Kashima un cervo bianco affinché trasportasse sulla groppa una parte del nume tutelare del santuario di Ibaraki e lo donasse al nuovo complesso scintoista. Tutto molto bello, tutto molto poetico, sennonché poi vai a vedere il recinto e ci sono due cervi maschi che si pisciano in bocca mentre un terzo guarda. Emissari delle divinità mi dicevano, sì?
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Un giorno rinascerò cervo a primavera... mah speriamo di no dai.
Spostandosi di una quindicina di chilometri, appena oltrepassato il confine tra la prefettura di Ibaraki e quella di Chiba troviamo il santuario di Katori, dedicato a Futsunushi-no-Ōmikami. Se il patrono del Kashima Jingū viene citato nel Kojiki, quello del Katori Jingū è nominato nel Nihon-shoki (日本書紀, Annali del Giappone), opera di poco più tarda (720 invece che 712) scritta in cinese classico per presentare la storia del Giappone agli altri Paesi dell'Asia (quindi purtroppo non esiste ad oggi una traduzione in italiano che vi possa citare come ho fatto col Kojiki, vi dispiace eh? lo so, riesco a vedervi affranti da qui). Secondo il Nihon-shoki, ad aver negoziato con la divinità di Izumo affinché cedesse il suo regno ad Amaterasu furono i due dei Takemikazuchi-no-Ōkami e Futsunushi-no-Ōmikami, ma fu quest'ultimo a essere scelto dai celesti, mentre Takemikazuchi gli si accodò all'ultimo minuto per dimostrare di non essere da meno. Anche questo santuario sarebbe antichissimo, risalente addirittura al VII secolo a.C., e nel suo boschetto è custodita la "chiave di volta" convessa che tiene ferma la testa del namazu.
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Devo dire che il fatto che questo santuario NON fosse in ristrutturazione me lo ha fatto apprezzare di più del Kashima Jingū, ma non ho problemi ad ammettere il mio bias lol
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L'edificio principale (拝殿 haiden, sala delle preghiere) è laccato di nero, cosa relativamente rara per l'architettura scintoista e che dà all'edificio un aspetto estremamente elegante facendo risaltare ancora di più i dettagli in oro.
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Colours of autumn @ Katori Shrine 🍂
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Io che cerco di imitare la #ragazzaautunno - dov'è la mia bevanda al radicchio pedocio?
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La "chiave di volta" convessa che tiene ferma la testa del namazu. Lei non era neanche in una lochescion da dieci, messa un po' a caso in mezzo alla foresta con la palizzata intorno, però sicuramente fa già più scena della sua gemella concava.
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Katori Jingū: un santuario che vi verrà voglia di visitare ancora ⚓️
Ma adesso basta con tutta questa cultura e veniamo alla vera domanda: ma sto pesce gatto, si mangia? Lo avevo visto cucinare in una puntata di Masterchef (lol, i miei riferimenti, che vergogna) ma non sapevo se in Giappone fosse consuetudine dato che normalmente non lo si vede nei menù, quand'ecco che proprio all'uscita dal Kashima Jingū ci imbattiamo in un ristorante specializzato in pesce gatto. Il mio entusiasmo per questo pesce che non avevo mai mangiato prima era alle stelle e mi sono lasciato convincere dal full-course che prevedeva una versione cruda, una versione cotta e una fritta, e dopo averlo provato in tre salse diverse credo di poterlo dire: non sa proprio di niente lol. È un po' come il pesce palla, il temutissimo fugu che viene considerato una pietanza di lusso anche per il fatto che se cucinato da chef inesperti che non eliminano la ghiandola che produce il veleno rischiate pure di rimetterci le penne, senza però averne l'aura di fastosità lol.
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Oh beh, speriamo almeno che mangiare il pesce che provoca i terremoti porti fortuna, o quantomeno che non porti rogna lol
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francesca-fra-70 · 1 year
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Ogni tanto mi piace giocare con il libri, asp, mi spiego meglio: prendo un libro, mi concentro e lo apro a caso, leggo la frase che balza ai miei occhi e verifico se per me, è importante e mi comunica qualcosa . A volte è una frase insignificante così la scarto e allora riprovo. Si, forse pensate che sia una cosa infantile. ma per me è divertente. Poco fa ho aperto a caso " Amore", che contiene diversi brani di libri di Paulo Coelho. Quello che ha colpito il mio sguardo lo voglio condividere, perchè ognuno di noi credo che abbia vissuto sofferenze, delusioni, sensi di sconfitta da cui ha tratto una sorta di insegnamento.
" Il guerriero della luce sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa.Eppure molti di questi insegnamenti hanno fatto soffrire il guerriero più del necessario. Più di una volta ha perduto il proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all'altezza del suo amore."
Dal "Manuale del Guerriero della Luce"
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rosaleona · 10 months
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Guarda "L'ironia di Fiorello: "Con Morgan sì che avremo hit a Sanremo"" su YouTube
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La frase incriminata di Amadeus è: "In silenzio anche un idiota può sembrare una persona intelligente. Sfortunatamente gli idioti vogliono sempre parlare».
Io comunque alla raccolta firme per mandare Morgan a dirigere Sanremo parteciperei ma mica perché ho stima di quel cantante. Semplicemente, troverei divertente veder annaspare un individuo arrogante e supponente in un lavoro al di sopra delle sue capacità ma per cui lui si sente adattissimo.
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gcorvetti · 8 months
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Il futuro?
“Un'orchestra sinfonica oggi costa meno di un calciatore, quale eredità ci aspettiamo di lasciare ai nostri figli? La cultura non esiste per fare profitto, ma per educare. Se questo non cambia, nelle generazioni future prevarranno persone superficiali e molto pericolose”.
Ricardo Muti
Questa frase del maestro Muti è solo un esempio di lucidità su cui si dovrebbe riflettere, ma la società in cui viviamo, non solo in Italia, è sull'orlo del fallimento a livello umano perché si tende a valorizzare il superfluo e l'inutile. Ancora non siamo alla deriva totale, ma non manca molto, la frase che spesso scrivo come commento a comportamenti da primitivi è "Stiamo scivolando su un piano inclinato verso Idiocrazy", avete presente quel film geniale dove una coppia uomo/donna vengono ibernati per un esperimento militare di un anno ma si risvegliano dopo 500 anni, perché l'ufficiale in capo all'esperimento si fa coinvolgere in un giro di prostituzione e viene arrestato e l'esperimento chiuso ma loro vengono dimenticati? Il film è apparentemente demenziale a tratti molto divertente ma quello che traspare in realtà è che la società sta involvendo sempre di più, questo è reale non un film di fantasia se pur geniale. Ci sono vari aspetti che riconducono alla pellicola, come prima cosa l'impoverimento del linguaggio nelle nuove generazioni, per fare un esempio negli stati uniti (se vedi i tweet dei ragazzi americani ti rendi conto) si usano una infinità di acronimi, loro sono abituati a ridurre tutto per risparmiare tempo, ma facendo così si perde a lungo andare la proprietà delle parole; questa pratica oramai è di uso comune anche in Europa tra i giovani, anche in Italia. Premetto che non è tutto così e che ci sono giovani con la testa sulle spalle che fanno buon uso del linguaggio, ne conosco parecchi. La superficialità di cui parla Muti è segno della mancanza di interesse verso qualcuno o qualcosa, che è spesso figlia della competizione perché nello sminuire il prossimo per passare per più bravi si usano le scorciatoie del cervello, anche perché così sottovaluti il tuo avversario pratica già di per se sbagliata perché si può ritorcere contro di te quando si evidenzia il fatto che le tue sono solo parole e non fatti. La pericolosità invece l'abbiamo vista sullo stupro di gruppo a Palermo, quei bravi ragazzi non hanno empatia e per loro era un gioco, ho letto che uno diceva nella loro chat privata che cose del genere le aveva viste solo sui pornazzi, non demonizzo internet ma purtroppo quando si ha una tecnologia così potente e la si usa male può causare distorsioni mentali, appunto come quella. Ci si interroga sugli errori e si inizia a puntare il dito contro le famiglie, ma siamo sicuri che i loro genitori siano colpevoli quanto loro? Cioè non sappiamo neanche che tipo di situazione sti trogloditi hanno in casa, ma subito i giornali tutti a prendersela con mamma e papà che magari si fanno un mazzo così per dare a sti idioti un futuro migliore, di sicuro c'è altro oltre al nucleo familiare, ma non voglio scendere in particolari visto che la vicenda è abbastanza pesante, dico solo che in una nazione dove non si hanno punizioni esemplari per chi viola le leggi, non solo in questo caso, è ovvio che chiunque si prende la briga di delinquere sapendo che non gli accadrà nulla, il berlusca starà ridendo pensando di aver fatto un buon lavoro. Questo discorso è lungo e intricato, la società si è trasformata in qualcosa di completamente lontano da quello che era negli anni 80 e 90, secondo me regredendo, per via di comportamenti sempre meno umani, la competizione è l'inizio di una guerra, la disgregazione di quel tessuto sociale che ci univa attraverso la separazione sempre più piccole categorie ci ha allontanati e sappiamo che per i potenti più siamo divisi meglio è perché l'unione fa la forza, chiedetelo a Maria Antonietta. E ci sarebbe molto ma molto altro da scrivere, ma ho altro da fare e mi fermo.
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