Tumgik
#essere svegli
princessofmistake · 4 months
Text
Tumblr media
Vorrei mancarti
E non te lo nascondo, vorrei mancarti quando ridi, quando sei triste o stanco, quando hai proprio tutto tranne che me e se te ne accorgi avverti un vuoto dentro. Vorrei mancarti quando fai tardi e quand'è troppo presto, perché tu capisca che essere fuori tempo è drasticamente importante anche per due come noi. Noi che, per quanto amore provassimo, non riuscivamo a non essere in anticipo oppure in ritardo su tutto: tu sui miei dubbi che risolvevi troppo tardi, io sui tuoi sorrisi veri che notava quando ormai si erano già spenti.
Vorrei mancarti quando la notte guardi la luna e senti che c'è qualcosa che non hai, che non hai più, che non sai se ce l'hai avuta mai. Vorrei mancarti quando sei in mezzo agli altri, altri che non hanno i miei occhi, che non sono me e che non mi somigliano nemmeno un po', e ti pesa, non te lo aspettavi, ma ti pesa.
Ti vorrei mancare quando tutta quella folla che hai intorno ti fa sentire solo al mondo, quando sei distrutto, sfatto, in discoteca da solo, oppure in compagnia nel letto.
Vorrei mancarti quando in piena notte ti svegli e allunghi il braccio per cercarmi.
Vorrei mancarti quando non sai che ti succede ma non ti va più di ascoltare la gente parlare, e vorresti solo spegnere il mondo e gettarti dentro ad una fotografia, quella che hai bene nella testa, di noi che ridiamo da tristi, di noi che sorridiamo da felici.
Io ti vorrei mancare perché significherebbe che t'è importato, che t'è importato tanto, che è stato doloroso ma incredibilmente speciale. Io ti vorrei mancare perché mi manchi. Più o meno tutto il tempo. E mancarsi, mancarsi in due, significa appartenersi.
150 notes · View notes
smokingago · 9 months
Text
Tumblr media
🍀
I giorni difficili.
Quelli che iniziano con un pensiero e finiscono con lo stesso identico pensiero. Irrisolto.
I giorni in cui, quando ti svegli, non ti ricordi bene dove sei. Forse nemmeno chi sei.
I giorni in cui percorri chilometri con lo sguardo fisso verso il finestrino e ti passano davanti le strade, la campagna, la vita di prima, quella di adesso.
I giorni in cui torni a casa ma non sai più qual è la destinazione. I giorni in cui hai l'impressione che la testa non possa contenere tutte le domande che ti sgorgano dal cuore, in cui vorresti fare ordine ma il caos avvolge tutto.
I giorni in cui guardi un luogo, un tempo, una sedia. E ti rendi conto che non sei al tuo posto, dove dovresti essere, sei nel posto sbagliato, un posto che non è fatto per te.
I giorni in cui alcune distanze ti rivelano troppo. Di te, degli altri. I giorni in cui ti rendi conto che hai riposto male la fiducia, che le persone racconteranno sempre e solo quello che credono di sapere, non la verità. Ma non ti va più nemmeno di spiegare, di precisare, di fare proclami. Che ognuno creda ciò che gli fa comodo, quello che mette in maniera fittizia in pace la coscienza. Del resto, ai più non interessa conoscere, ai più non interessa nulla.
I giorni in cui le lacrime scelgono di scendere, anche se non vuoi. Scendono e portano via alcune cose, le affidano a chi si trova lì a raccoglierle senza nemmeno pensarci. A chi vuole esserci.
I giorni in cui sei allo specchio. E lo specchio sono gli occhi della persona che hai di fronte.
I giorni in cui sai di avere degli sguardi addosso e, senza nemmeno ricambiarli, conosci ad uno ad uno, esattamente, i sentimenti di chi ti sta osservando.
Le sere in cui raccogli. Anche se non hai abbastanza forze per sistemare le esperienze, le parole, gli attimi.
Le sere in cui l'unica cosa che sai è che andrai avanti, sempre e comunque, nonostante gli sbagli, nonostante le delusioni atroci, nonostante le mancanze strazianti, nonostante tutto.
Le sere in cui devi rimettere i pezzi insieme.
Le sere come questa.
Laura Messina
90 notes · View notes
Text
Tumblr media
Avere gli occhi aperti è una cosa... essere svegli è un'altra e comunque mi sto organizzando... Buongiorno 🌞😘☕☕🌹
23 notes · View notes
thebutterfly0 · 2 months
Text
Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”.
Io ho paura delle altre.
Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco.
Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro.
Di quelle che si legano i capelli con una matita.
Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto.
Ho paura di loro.
Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere.
Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse.
Di quelle che le basterebbe trovare un messaggio con scritto “Buongiorno”, ogni giorno, appena sveglie per rallegrarle tutta la giornata.
Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino.
Ho paura di loro.
Di quelle mai banali, che parlano il doppio di me, senza per questo parlare del niente, anzi ti fanno sorridere rompendoti le scatole ripetendoti di quanto siano belli i loro nipotini. Di quanto siano dolci quando la chiamano zia.
Di quelle che vorrebbero avere una famiglia tutta loro per prendersene cura, anche se a volte non sanno prendersi cura nemmeno di loro stesse.
Ho paura di loro.
Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano perché nessuno glielo ha mai detto.
Di quelle che custodiranno gelosamente il Girasole che le hai regalato finché l'ultimo petalo non si sarà seccato e rompendosi cadrà sul pavimento, perdendosi tra la polvere, sotto l'armadio.
Di quelle che non appaiono, non si vedono, non si notano. Il mondo sempre in primo piano. E loro dietro. Sullo sfondo.
Ho paura di loro.
Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo.
Di quelle che ti ascoltano davvero. E, quando parlano, ti guardano come a dire “Anche a me. È successo anche a me.”
Di quelle che non ti diranno mai un "Ti Amo”, anche quando saranno innamorati di te.
Di quelle che non sono mai state scelte. Nemmeno una volta.
Ho paura di loro.
Di quelle che ogni giorno ti sussurreranno “Credo di amarti”, perché hanno paura di non essere scelte. Perché loro non sono “belle donne”. Loro non scelgono.
Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno.
Di quelle che sanno piangere. Anche quando sono ad un concerto. Anche quando intorno ci sono ottantamila persone, loro piangono.
Anche se a farle piangere è una canzone e tu, con un leggero sospiro, le guardi senza capire.
Ho paura di loro.
Di quelle che credono nell'Amore vero.
Di quelle che ci credono anche quando gli altri fuggono l'amore per colpa dei troppi chilometri. O per paura.
Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno.
Ho paura di loro.
Di quelle che cercano di capire perché non resti mai.
Di quelle che non sanno restare.
Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare.
E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa per restare.
Una volta.
Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno.
Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai.
Se mai la ritroverai.
(Abdou Mbacke Diouf)
28 notes · View notes
be-appy-71 · 3 months
Text
La spogliava con i pensieri,
Tumblr media
scorreva ogni curva del suo corpo,
baciava ogni lembo di pelle.
La possedeva senza sfiorarla, era dentro di lei,
le apriva l'anima e vi affondava
tutto il suo essere, fino a respirarne l'odore.
Poi i pensieri si fecero mani e labbra,
Tumblr media
sudore e gemiti, respiri e carne.
Nulla più esisteva.
Solo il desiderio, la voglia di aversi,
di respirare quei pensieri che bruciavano,
di consumare quella voglia
che li teneva svegli la notte...♠️🔥
Tumblr media
(web)
22 notes · View notes
darkqueen32 · 4 months
Text
Ma che problemi ha la gente che fa ghosting senza motivo, oggi per l'ennesima volta mi rendo conto di aver conosciuto un altro soggetto che era tanto meglio non avere mai conosciuto, ma insomma se ti dico che sto male e che non dormo per l'insonnia, mi capita dopo giorni di addormentarmi finalmente e quando torno questo individuo ha cancellato la chat, ma vabbè chissene, ma mi sono davvero stancata di questi tizzi che non hanno niente di meglio da fare che prendere in giro le persone e farle perdere tempo, che poi io mi affeziono subito purtroppo e poi ci rimango pure male, povera cretina 🥺 siete pregati ragazzi/e che non avete intenzione serie di conoscere davvero qualcuno e di parlarci, di non scriverle, ma soprattutto se avete solo una cosa in mente, chiaritelo subito, perché non tutte le persone che postano cose 🔞 devono volervela dare subito o essere apposta lì per il vostro divertimento e per soddisfare le vostre voglie, poi non significa che uno non ne possa parlare, ma neanche parlare solo di quello ed essere troppo insistenti e reagire male offendendo e parlandone poi male nel vostro blog per fare la vittima, dicendo falsità. Risparmiamoci il nostro tempo a vicenda. Perciò lo ripeto per le persone poco sveglie evidentemente, portare cose hot sul proprio blog non significa essere delle troie che potete trattare come volete, se è quello il vostro obbiettivo mettetelo in chiaro e così non si perde tempo, perché non potete darlo per scontato e poi reagire male. Quindi a queste persone non scrivetemi, fare discorsi e parlare di cose erotiche ci sta, esagerare e fare gli idioti insistenti no!
By ragazzastanca
49 notes · View notes
mynameis-gloria · 2 days
Text
Sono stata sveglia quasi tutta la notte. Succede ogni volta, ogni anno. Come quando ero bambina, nell'attesa del mio giorno rimanevo in dormiveglia, agitata per chissà quale motivo. Quell'agitazione bramosa, vivace e positiva, che senti scorrere nel corpo e morderti ogni centimetro di pelle, che la senti ingarbugliarti lo stomaco. Così anche quest'anno alle sei ero sveglia e poi alle sei e mezza e ancora alle sette e insomma ho deciso di rimanere in quel buio chiaro, sentendo i rumori di mamma e papà già svegli, la mattina che incomincia, inizia ed io nel mio letto tra le lenzuola, leggendo email di auguri, leggendo qualche pagina del libro, facendo trascorrere il tempo prima del suono della sveglia, meditando. Poi mi sono alzata, sempre senza uscire dalla camera, ho steso il tappetino sul parquet ed ho fatto yoga. Nel silenzio e in questo giorno speciale. I primi trilli di dolci messaggi, i primi sorrisi leggendo alcune parole, fuori il tempo non è granché eppure oggi son felice ugualmente. Ancora in pigiama faccio colazione con caffelatte e cereali al miele ed accanto alla tazza trovo un pacchetto color arancio, una dedica sopra, impazzisco! Amo queste piccole sorprese, mamma mi da un bacio ed esclama "auguri". La mattina prosegue nella calma e nel recupero di candeline. Ho preparato da poco un pranzetto leggero, i miei amati spaghetti di zucchine con del pane croccante sbriciolato sopra e dello speck profumatissimo...ho sulle labbra un rossetto rosso acceso, in contrasto con la mia pelle ancora troppo chiara per essere aprile ed un filo di mascara marrone. Attendo gli altri. Fremendo. La torta mi aspetta
9 notes · View notes
occhietti · 7 months
Text
Tumblr media
Appena ti svegli, prima del mascara mettiti il coraggio negli occhi. Dev’essere un coraggio così determinato da farti vedere tutto alla portata della tua felicità.
Poi mettiti un sorriso sulle labbra prima del rossetto: deve essere un sorriso così forte da far volare via ogni tristezza con un semplice soffio di speranza.
Ogni mattina, appena ti svegli... abbi cura di splendere.
- Francesco Sole
26 notes · View notes
dolcementefemmia · 1 month
Text
Tumblr media
Mi rendo sempre più conto che l'eleganza si vede dalle piccole cose.
Anche nel modo di porsi, anche se sono le 5 di mattina e si è svegli da poco. In fondo, il modo di essere di comportarsi o c'è o non c'è.
10 notes · View notes
cutulisci · 8 months
Text
Le dichiarazioni d’amore più belle della letteratura:
1. «Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.»
Dino Buzzati - La boutique del mistero
2. «Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti. E in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere, che abbiamo creato e che si chiama Noi.»
Robert James Waller - I ponti di Madison County
3. «Tu sei veramente una fiamma che scalda ma bisogna proteggere dal vento. A volte non so se un mio gesto tende a scaldarmi o a proteggerti. Allora m’immagino di fare le due cose insieme, e questa è tutta la mia e la tua tenerezza come una cosa sola.»
Cesare Pavese a Bianca Garufi
4. «E senza di te io sono lontana 
non so dire da cosa ma lontana, scomoda un poco perduta, come malata, un po’ sporco il mondo lontano da te, più nemico, che punge, che graffia, sta fuori misura.»
Mariangela Gualtieri - Il mondo che graffia, se non sei accanto a me
5. «Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole, ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare.»
Lev Tolstoj - Anna Karenina
6. «Ho lottato invano. Non c’è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami.»
Jane Austen - Orgoglio e pregiudizio
7. «Se tu ti ricordi di me, allora non importa se tutto il mondo mi dimentica.»
Haruki Murakami - Kafka sulla spiaggia
8. «Saremo felici o saremo tristi, che importa? Saremo l’uno accanto all’altra. E questo deve essere, questo è l’essenziale.»
Gabriele D’Annunzio
9. «Ti amo, cara Connie, di questa parola so tutto il peso – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me.»
Cesare Pavese a Constance Dowling
10. «Per qualche motivo che ignoro mi piaci moltissimo. Molto, niente di irragionevole, direi quel poco che basta a far si che di notte, da solo, mi svegli e non riuscendo a riaddormentarmi, inizi a sognarti.»
Franz Kafka - Lettere a Milena
11. «Sei entrata per caso in una vita di cui non andavo fiero, e da quel giorno qualcosa ha cominciato a cambiare. Prima di te, fuori di te, non aderivo a nulla. Quella forza per cui ogni tanto mi prendevi in giro è sempre stata solo una forza solitaria, una forza di rifiuto. Con te ho accettato più cose. Ho imparato a vivere, in un certo senso. Per questo forse il mio amore è sempre stato pervaso da una gratitudine immensa.»
Albert Camus a Maria Casarès
12. «Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.»
Eugenio Montale
- https://x.com/poesiaitalia/status/1692772938200539376?s=46&t=34dYe_n2Br4FRHOah3j69Q -
30 notes · View notes
Text
Comincia tutto da un messaggio,
da una telefonata.
E poi... lei che cerca lui.
Nascono i primi messaggi,
dapprima episodici poi più frequenti.
I primi buongiorno scritti tra un caffè e l'altro, appena svegli, magari,
accompagnati da emoticon.
E intanto, i pensieri si alternano, rincorrendosi.
Vengono fuori le prime telefonate,
tra l'imbarazzo di non disturbare
e la voglia di sapere le prime rivelazioni
dette a mezza voce per non scoprirsi.
E i primi baci, che sanno di fresco.
Tutto terribilmente bello.
Le mani che si cercano, lasciando posto
ai "Ti amo" chiusi tra i denti.
Tra la paura di farsi sentire
e il terrore di non essere capiti.
I primi "dormiamo insieme?"
E le notti trascorse sotto le stesse lenzuola,
con le gambe intrecciate e la paura del domani,
di non conoscersi.
Tutto terribilmente bello. Anche troppo...
Poi...poi succede che forse le favole
non esistono e quindi...
Quindi il finale non lo scrivo.
Perché un po' io ci credo ancora.
Perché in fondo al cuore,
non si smette mai di cercarsi, di pensarsi.
Anche con un semplice messaggio.
Perché quando si ama qualcuno,
la cosa più importante
è farlo sentire importante.
Tumblr media
cit.
10 notes · View notes
sophie-blanceur · 9 months
Text
La spogliava con i pensieri,
scorreva ogni curva del suo corpo,
baciava ogni lembo di pelle.
La possedeva senza sfiorarla,
era dentro di lei, le apriva l'anima
e vi affondava tutto il suo essere
a respirarne l'odore.
Poi i pensieri si fecero mani e labbra,
sudore e gemiti, respiri e carne.
Nulla più esisteva.
Solo il desiderio, la voglia di aversi,
di respirare quei pensieri che bruciavano,
di consumare quella voglia
che li teneva svegli, la notte.
Elisabetta Barbara De Sanctis
Tumblr media
29 notes · View notes
abr · 5 months
Text
La Nuova Religione, per mentecatti woke e sociali(sti).
Dogma 1 - devi essere anti capitalista. Poco importa che perfino il più potente partito comunista al mondo, quello cinese, abbia rinunciato al dogma da decenni. Nella nostra penisola, non puoi.
Dogma 2 - devi vedere negli Usa il male assoluto. Puoi essere indulgente verso qualsiasi regime totalitario e/o brutale ma il male è sempre e solo gli Usa. Se contesti questo punto sei “un burattino degli americani”.
Dogma 3 - devi credere che il libero mercato é satana. Poco importa che ti insultino via iPhone su un social posseduto da un capitalista nel libero mercato, tu, proprio tu, sei “uno sporco liberista”.
Dogma 4 - devi essere anti Nato. Se cerchi di spiegare che è grazie alla Nato che non parliamo tutti in russo, sei un “servo della Nato”.
Dogma 5 - Devi credere che esistono infiniti generi a seconda di come il tuo interlocutore fluido si svegli la mattina. Se solo poni un paio di domande sei “intollerante e omofobo”.
Dogma 6 - devi credere all’accoglienza di tutti gli immigrati indiscriminatamente. Se poni una questione di esigenza di struttura per favorire l’integrazione, sei “razzista e xenofobo”.
Dogma 7 - devi essere anti sionista e credere fermamente che Israele sia l’incarnazione di ogni male del colonialismo bianco, se sostieni il diritto d’Israele ad esistere sei “sionista di merda” e un “fascista”.
Dogma 8 - devi essere convinto che “patriarcato”, “occidente” e “colonialismo” siano sinonimi, in quanto tutti rappresentazioni del male, anche se - nel 2023 - quelle occidentali siano le società meno patriarcali del pianeta e il sillogismo denoti alcune falle logiche.
L’inadempienza anche solo ad uno dei citati dogmi basta a far sì che la Santa Inquisizione dei detentori dell’unico e imprescindibile pensiero di sinistra ti releghino all’inferno dei fascisti oppure (sempre più geniale) dei “destrorsi senza sapere di esserlo”.
via https://twitter.com/a_libutti/status/1728537518587498652
(che ridere che fanno i destrorsi che sanno di esserlo, inseguenti la Santa Inquisizione sinistra nel CREDERE FERMAMENTE in (quasi) tutto questo (le parti più qualificanti più fisse meno modaiole del momento: capitalishmo, Merica, Zion), ma ricevendo da essa in risposta alla mano tesa, solo spregio e respingimento. Cari boccaloni retrò, siete troppo duriepuri rispetto a loro, intramati a far business con ong e a ricever aiutini sindacali: é richiesto facciate spergiuro , autodafé e vi mobilitiate solo a comando).
14 notes · View notes
be-appy-71 · 3 months
Text
La spogliava con i pensieri, scorreva
Tumblr media
ogni curva del suo corpo, baciava
ogni lembo di pelle.
La possedeva senza sfiorarla,
era dentro di lei, le apriva l'anima
e vi affondava tutto il suo essere
a respirarne l'odore.
Poi i pensieri si fecero mani e labbra,
Tumblr media
sudore e gemiti, respiri e carne.
Nulla più esisteva.
Solo il desiderio, la voglia di aversi,
di respirare quei pensieri che bruciavano,
di consumare quella voglia che li teneva svegli, la notte. ♠️🔥
Tumblr media
Elisabetta Barbara De Sanctis
11 notes · View notes
lunamarish · 23 days
Text
Spiego il bourn-out.
Hai la vita che ti piace, fai ciò che ami, sei realizzata. Hai i tuoi amici, la tua routine, i tuoi hobby. Vivi nella città che ami e che ti emoziona ogni volta che cammini per strada.
Ti innamori. Ti fidanzi. Lui viene trasferito per lavoro in un'altra regione. "Vieni con me?" E che fai? Non vai? Vai. "Tanto sono solo sei mesi." Tu fai sei mesi la pendolare. 2 ore di treno andata e 2 al ritorno. Ti svegli alle 5 e torni a casa alle 9. I mesi diventano 9. Poi un anno e mezzo. Poi 4.
Dopo 4 anni di pendolarità, decidi che se non c'è possibilità di ritorno e devi lasciare il tuo lavoro, i tuoi amici, la tua città. All'inizio è stimolante, poi frustrante. Non trovi nulla che sia nelle tue corde. Accetti il colloquio di una multinazionale molto famosa. Ti prendono subito. Non vorresti ma accetti lo stesso.
Dopo sei mesi di gavetta, ti promuovono subito. Odi il lavoro, ma i colleghi ti piacciono. Ti spostano di ruolo perché un collega se ne va. Ti mettono in un ufficio strategico anche se tu non vuoi. "Sono solo tre mesi". I mesi passano, il capo ti abbandona, ti riempie di attività, ti dice di andare a delle riunioni al posto suo con clienti importanti avvisandoti all'ultimo e tu vai senza avere idea di cosa dire ma qualcosa ti inventi, ti mandano all'estero da sola, ti danno altre attività. Tu lo dici, lo ammetti, "io non ce la faccio." Il CEO viene a parlare direttamente con te. "Tu ti sottovaluti, certo che ce la fai."
Inizi a dover essere reperibile 7/7. Ti scrivono dal Giappone, dal Messico, dalla Thailandia. Devi rispondere. Da te dipende il fatturato. Di giorno fai riunioni, la notte lavori. E piangi. Inizi a soffrire di coliti, gastriti, mal di testa. Non hai più voglia di niente, vuoi solo lavorare, fare tabelle. Mentre cucini controlli le mail, mentre sei a fare un aperitivo rispondi alle mail, mentre sei in spiaggia di domenica fai una call. Non vai ai compleanni dei colleghi, non fai ferie, perché sai benissimo che se non lavori mezz'ora della tua vita resti indietro e tu non puoi restare indietro.
Inizi a soffrire di insonnia, dormi tre ore a notte (se va bene) e sei contenta, perché così puoi lavorare. Prendi 10 kg in un anno, perché mangi male e ciò che mangi sono solo patatine o pane con maionese e crudo. Mangi cioccolato e biscotti. Inizi a prendere delle pastiglie per dormire. La pressione aumenta e ogni tanto ti si annebbia la vista, ma continui a rispondere alle mail. Sei stanca, vorresti solo dormire per una settimana di fila, ma non puoi. Continui a fare call, tabelle, tabelle, ancora tabelle e call. Poi le riunioni. Tabelle. Call.
Gli occhi diventano opachi, la pelle si decolora, inizi a vestirti sempre di scuro, perdi il sorriso. Ti devono operare al dente del giudizio e tu la prima cosa a cui pensi è "sì, però facciamo presto, che devo lavorare." Un'ora dopo l'intervento sei già in ufficio. "Vai a casa." dice il tuo capo, ma tu stai lì, a rispondere ai colleghi, mail, telefono, con due antidolorifici presi contemporaneamente, anche se sul foglietto illustrativo dice di non farlo assolutamente. Senti che non ti può succedere più niente. Questa non puoi essere tu, non ti riconosci più.
Vai a casa e mentre guidi hai un mancamento. Sbandi. Ti riprendi subito. La prima cosa che fai non è chiederti se stai bene, ma controllare le mail sul cellulare. Capisci che vuoi cambiare lavoro.
Inizi a cercare un lavoro che sia meno stressante. Non trovi nulla. Troppo qualificata. Troppo laureata. Troppo giovane. Troppo vecchia.
Hai un mutuo da pagare di una casa che non volevi comprare in una zona dove non volevi stare, un marito accanto felice e realizzato, amici lontani che vorresti avere vicino, una famiglia che invecchia senza che tu possa vederli ancora giovani, e inizi a pensare che l'unica soluzione sia la morte. O un miracolo. Questa non è la tua vita, ti dici, è sicuramente quella di un altro. Continui a essere sempre sul pezzo, ad essere un passo avanti a tutti, puntuale, precisa.
Iniziano a preoccuparsi per te. Sai che devi rallentare, ma non puoi, non riesci più. Sei risucchiata in un vortice e non sai come uscirne. Non ti ricordi più com'è la vita "prima", anzi, a volte dubiti che ci sia stata. Ti sei snaturata a tal punto che non sai più cosa ti piace, e quello che ti piaceva non ha più nessun gusto. Non vuoi più fare niente. L'aria aperta, il sole, la musica, non ti bastano più. Quello che ti riusciva bene, non ti riesce più. Hai la memoria più corta. Non riesci a seguire un film per più di sei minuti. Sei distratta, sei seria, sei senza energia. Non hai più paura del vuoto, perchè ci sei dentro.
Vuoi solo chiudere gli occhi. E spegnerti.
9 notes · View notes
ma-pi-ma · 10 months
Photo
Tumblr media
Vivere è stare svegli e concedersi agli altri, dare di sé sempre il meglio, e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita con i suoi funerali e i suoi balli, trovare favole e miti nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole nei giorni di nera tempesta, schivare le gonfie parole, vestite con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili melodie senza strepiti e spari, scendere verso l’autunno e non stancarsi d’amare.
Angelo Maria Ripellino, da Non un giorno ma adesso, 1960
37 notes · View notes