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#discorso
itsmyecho · 3 months
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Dicevano che la felicità era per gli stupidi
@itsmyecho
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ragazzoarcano · 1 year
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“La voglia di baciarti
in qualsiasi situazione,
in qualsiasi posto,
in mezzo a qualsiasi folla,
a metà di qualsiasi discorso
davanti a qualsiasi persona,
a qualsiasi ora.
È estenuante.
Sfiancante.
Mi divora.
Ti prego,
fa che non mi passi mai.”
— Sofocle, Antigone
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libero-de-mente · 6 months
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Sopra a un'onda che mi tira su 🎶 Rotolando verso Lourdes 🎶
Come a Lourdes, quanti miracoli su questi social.
Possiamo stare comodi nella nostra comfort zone ed essere chiunque vogliamo, che volte è un peccato incontraci dal vivo.
Qui nel virtuale possiamo sempre essere un "ahahahah" mentre la vita, lì fuori, è un teatro dell'orrore.
Possiamo indignarci con chiunque e per qualsiasi cosa, tanto l'indignazione è un leitmotiv qui, buono anche per mascherare quelli a cui realmente gli rode il culo.
L'amore, ah che spettacolo qui dentro. Un circo di single sposati e single per legittima difesa. Alcuni credono di trovare il sogno nel cassetto, ma qui dentro siamo in un cassonetto.
Meglio ubriacarsi o amarsi? Non lo so, ma molti di voi sono fatti l'uno per l'alcol.
Anche io mi innamorai follemente, ma la psichiatra mi disse che "lei" non esisteva.
Forse la mia vita è una puntata pilota, poi aggiusteranno le cose per la serie vera e propria. Credo.
Esiste gente che di social campa, altri che sopra i social vivono, ma sotto i social molti crepano. Un po' come la capra e la panca.
Se potessimo inserire il tempo e gli sforzi, usati nei social, nei nostri Curriculum saremmo come quelli che dopo la Laurea hanno fatto un Master. Dalla Laurea della strada al Master sui marciapiedi.
Un aspetto utile dei social sono i ricordi, ovvero la possibilità di rileggere ciò che abbiamo postato anni prima. Così da comprendere che con l'avanzare dell'età e dell'esperienza si stava meglio prima, quando non si capiva una mazza.
Beati i rincoglioniti perché sono felici, dicono. A questo punto della vita miro a un'anzianità felice, sperando nella demenza senile.
Che alla fine l'esistenza, di chi ha preso coscienza, si racchiude in una scelta tra vivere con gli ignoranti o vivere da ignorati.
Forse, invece di pubblicare i miei pensieri sui social, dovrei iniziare a bere come fanno in tanti. Tanto domani è un altro porno.
E sono d'accordo con me.
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ideeperscrittori · 1 year
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Il discorso di Piantedosi.
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anemonaee · 10 months
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Un’ultima cosa…
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ninetiles · 1 year
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Regalami un po' di sentimenti
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Le perle tra me e mia sorella
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a-dreamer95 · 2 years
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Anni turbolenti, anni di incertezze, di errori e di sconfitte, anni di fragilità e di debolezze, anni segnati da forti mancanze.
Ma anche anni ricchi di emozioni intense e di vittorie, di nuove inaspettate amicizie, anni di grandi cambiamenti e di crescita interiore. Anni pieni di vita che non dimenticherò mai! ♥️☀️
Con il cuore colmo di gratitudine mi sento in dovere di ringraziare la mia famiglia, il mio ragazzo e tutti coloro che mi vogliono bene e che mi sono stati vicini durante questo percorso.
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Brividi veri.
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popolodipekino · 1 year
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ars oratoria
Una bella voce maschile e partenopea, quando aggalli dai limpidi fondali della deduzione, come nudità chiara di sirena da lattescenze marine alla luna di Gajola, va spoglia affatto e in ogni comma di quel modo così rabbiosamente asseverativo ch'è proprio a certe bestiacce del nord, e a' loro condottieri ammogliati-brustolati: (in un falò di benzina). Piace, piace al nostro orecchio di abbandonarsi a tanto felice argomentare come conquiso turacciolo dal dolce filo di correntia verso a valle, verso dove chiama il profondo. La fluenza sonora non è che il simbolo della fluenza logica: la polla dell'enunciazione eleatica s'è derogata in una trascorrenza: ribollendo nelle disgiunzioni o dicotomie dello spirito o nelle cieche alternazioni della probabilità, si perpetua in un deflusso drammaticamente eracliteo, "panta de polemos", pieno di urgenze, di curiosità, di brame, di attese, di dubbi, di angosce, di speranze dialettiche. L'ascoltatore viene abilitato a opinare in qualunque direzione. L'istanza della controparte si polverizza in quella voluttà musicale, si rapprende con un nuovo naso, come l'erma di Giano guardata in faccia: e subito dopo da dietro. da C.E. Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana
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gecko-chann · 1 year
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Ammetto di aver sfruttato il discorso di Benigni e l’inizio di Sanremo noiosissimo per fare degli ordini online Però il minuto di silenzio l’ho fatto Anna Oxa te prego fammi rivivere
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itsmyecho · 2 years
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@itsmyecho
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mccek · 2 years
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Quei film che non dimentichi Ep:11 (3)
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libero-de-mente · 1 year
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IL TRENO DELL'AMORE
(PER GLI ADOLESCENTI IL BIGLIETTO DOVREBBE ESSERE GRATIS)
È una mattina piovosa che mi accoglie al risveglio. Il sole non è ancora sorto, mi accomodo in cucina con una tazzina di caffè e un tozzo di pandoro, avanzato la sera precedente.
Penso. I miei pensieri sono rivolti all'inizio di questo anno e ai progetti che sto portando avanti. Tra non poche difficoltà.
Sento un rumore che mi distoglie dai pensieri e sulla porta della cucina si materializza figlio 2.
Capello lungo, arruffato con quell'aria da bello e dannato che si rifà come look ai rocker degli anni '70.
- Buongiorno papà.
- Buongiorno a te, come mai svegli a quest'ora? - chiedo sapendo che non c'è scuola per le vacanze natalizie.
- Devo uscire.
- Deduco che tu abbia da fare un lungo tragitto per esserti svegliato presto.
- Già...
- Un tragitto fatto di autobus e treni?
- Si pa', dai che l'hai capito.
- Motivo?
- È il suo compleanno oggi.
- Quello che fai è un bel gesto, la presenza non è così scontata. Te lo ha chiesto lei?
- No, l'ho voluto io. Perché questa domanda?
- Ho imparato che è importante saper dare senza che ti venga richiesto. Una donna se deve continuamente chiederti una determinata cosa, poi, smetterà di farlo.
- Perché?
- Perché a un certo punto, se dovrà sempre chiederlo, non lo vorrà più.
- A quale stazione scenderai?
- A Trenofermo*
- (sospiro) Trenofermo, anche io una volta per amore andai a Trenofermo.
- Ah si? Tu? Come andò?
- Fu una grande emozione per me. Me lo ricordo come se fosse ieri, sai? Lei, così dolce e piena di insicurezze. Lei che non si amava abbastanza, che non apprezzava le forme del suo corpo. Io invece la guardavo, come se fosse il più bel tramonto ricco di colori e sfumature che abbia mai visto.
- Ora scopro che sei anche romantico, mio Dio - mi risponde mentre depone delle cose nello zainetto.
- Vedo che il regalo e i fiori, che hai riposto con cura nello zainetto, ti rendono degno di questo padre romantico... mio Dio.
- (Arrossendo) Non è per essere romantico, ma perché tengo a lei.
- "Tengo a te" ovvero io tengo te appartenersi, è una delle frasi più belle e romantiche, non trovi?
- Eddài pa', non farmi passare per romantico.
- Invece lo sei, quando distogli l'attenzione dallo studio, da una partita di calcio o da un videogioco pensi a lei?
- Beh, si.
- Siamo di chi ci riempe gli spazi mentali tra gli impegni quotidiani.
- Ma cos'è che ti rende così filosofo la mattina?
- Il caffè. Passato l'effetto torno a essere un pirla qualunque.
- Papà, io vado altrimenti faccio tardi.
- Hai paura di perdere il treno oppure lei?
- Beh... io...
- Tranquillo, mi hai già risposto. Mandami un messaggio quando arrivi. Che sono in pensiero.
- Ma tu sei sempre in pensiero per me?
- Sempre, finché respirerò.
- Ma stai tranquillo papà.
Lo saluto un'ultima volta dal balcone, sorseggiando un secondo caffè. Il mio neurone va riattivato, ha già pensato troppo questa mattina.
Penso a tutti i viaggi che non ho avuto il coraggio di fare, ai limiti che mi sono posto per insicurezza. Ai rimpianti che ho. Bisogna sempre osare nella vita, credendoci. Meglio ruzzolare per terra e sbucciarsi un ginocchio, che rimanere con l'aria da fessi sulla banchina della stazione, guardando il vagone di coda che si allontana.
I sogni rimangono tali, se non sono seguiti dalle azioni per realizzarli.
Come prendere un treno per esempio.
*nome di fantasia per tutela della privacy a seguito della Legge 675 del 31 dicembre 1996 - Tutela delle persone e di altri soggetti, treni e stazioni comprese, rispetto al trattamento dei dati personali.
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vorticimagazine · 1 month
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La retorica di Aristotele: Ethos, pathos, logos
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Questa volta, Vortici.it vuole compiere con voi lettori un viaggio curioso nel mondo della comunicazione, spronati anche dalla confusione che regna ultimamente in questo campo per diverse ragioni. Ci siamo chiesti: quali sono gli ingredienti di un buon discorso? Quando esponiamo le nostre idee, per iscritto o a voce, tendiamo a voler persuadere gli altri. Chi ci ascolta deve capire il nostro punto di vista e persino accettare le nostre argomentazioni. La retorica consiste proprio in questo, indurre gli altri ad adottare il nostro punto di vista. Dunque chi meglio di Aristotele (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.), può spiegarci cos'è la retorica?
La retorica di Aristotele consiste in tre categorie: pathos, ethos e logos. Il filosofo greco è a tutti noto, fu uno dei più grandi pensatori dell’antichità e di tutti i tempi. Aristotele può essere considerato il primo Scienziato nelle Scienze della Comunicazione, grazie all’individuazione delle tre grandi categorie di variabili (pathos, ethos e logos) che rendono un messaggio persuasivo ed efficace.
Il pathos, l’ethos e il logos sono i tre pilastri fondamentali della sua retorica. Oggi queste tre categorie sono considerate le tre diverse modalità per convincere un audience su un argomento, su una credenza a cui aderire o su una conclusione in particolare. Sebbene ogni categoria sia unica, padroneggiarle tutte e tre aiuta a coinvolgere il pubblico a cui ci stiamo rivolgendo. La Retorica di Aristotele Scritto nell’ultima parte della sua vita il suo trattato sulla Retorica, raccoglie le riflessioni concernenti la retorica da lui sviluppate nel corso della propria esistenza. Pervenutoci in tre libri, è il testo di riferimento principale, data la sua peculiare capacità di intrecciare temi di natura politica, giuridica, etica, psicologica e linguistica. Noi ovviamente ci interessiamo di quest’ultima, poiché ci occupiamo di comunicazione. Pathos (πάθος) Pathos significa “sofferenza ed esperienza”. Secondo la retorica aristotelica, questo concetto si traduce nell’abilità dell’oratore o dello scrittore di evocare emozioni e sentimenti nel pubblico. Il pathos è associato all’emozione e mira a simpatizzare con il pubblico, facendo appello all’immaginazione di quest’ultimo. Infine, il pathos punta a entrare in empatia con il pubblico. Quando si fa leva sul pathos, i valori, le credenze e la comprensione dell’oratore si mescolano e sono comunicati ai destinatari per mezzo di una storia. Il pathos è molto utilizzato quando gli argomenti da esporre sono oggetto di controversia. Dato che gli argomenti trattati sono solitamente privi di logica, il loro successo risiede nella capacità dell’oratore di riuscire a entrare in empatia con il pubblico. Per esempio, se la discussione riguarda l’illegalità dell’aborto, l’oratore utilizzerà parole “vivide” per descrivere i neonati e l’innocenza della nuova vita, in modo da evocare tristezza e preoccupazione nel pubblico. L’ethos (ἦθος) La seconda categoria, ethos, significa “carattere, comportamento” e proviene dalla parola greca ethikos, che significa morale e la capacità di mostrare la propria personalità che si basa sulla morale. Per oratori e scrittori, l’ethos è costituito dalla credibilità e dalla similitudine con il pubblico. L’oratore deve essere degno di fiducia e deve essere rispettato in quanto esperto della tematica trattata. Affinché gli argomenti siano efficaci, non basta fare un ragionamento logico. Per poter diventare credibile, il contenuto deve essere anch’esso presentato in modo da trasmettere fiducia. Secondo la retorica di Aristotele, l’ethos è particolarmente importante per stimolare l’interesse di chi ascolta (o di chi legge). Il tono e lo stile del messaggio diventano la chiave dell’interesse. Inoltre, il carattere è influenzato dalla reputazione dell’oratore, che dipende dal messaggio. Ad esempio, parlare al pubblico come un pari, invece di trattarlo come personaggio passivo, incrementa le probabilità che le persone si sentano parte attiva degli argomenti trattati. Il logos (λόγος) Logos significa parola, discorso o ragione. Nell’arte della persuasione, il logos è il ragionamento logico che si cela dietro le argomentazioni dell’oratore. Fa riferimento a qualunque tentativo di fare appello all’intelletto, ad argomentazioni logiche. In questo senso, il ragionamento logico è di due tipi: deduttivo e induttivo. In sintesi l’ethos è la credibilità che ogni oratore dovrebbe possedere. Il pathos è la componente che fa emozionare il pubblico. Il logos è il mezzo di persuasione basato sui contenuti e sugli argomenti. La caratteristica fondamentale del comunicatore di oggi è (o dovrebbe essere aggiungiamo noi) l'imparzialità. Essere consapevoli di queste tre strategie della retorica aristotelica può esserci utile per comunicare in maniera efficace da un lato e dall’altro individuare meglio i messaggi che mirano alla persuasione mediante l’inganno … Sarebbe proprio bello se potessimo utilizzare al meglio queste tre strategie antiche certamente, ma a pensarci bene modernissime, poiché ci aiuterebbe a ritrovare uno spirito critico ahimè in noi sbiadito, smarrito, o peggio a volte ignoto… con le dovute eccezioni. Scoprite la nostra rubrica Storia Vuoi approfondire il nostro saggio? La retorica di Aristotele, Ethos pathos logos: leggi un articolo de "La Discussione"... Immagine di copertina: Wikipedia Read the full article
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blackmoonandspirits · 1 month
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Se non ascolti il mio discorso, ma trai conclusioni prendendo parole casuali da ciò che sto dicendo, non pretendere di avere ragione, quando ti dimostro che non hai capito un cazzo. Perché fai solo una figura di merda.
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