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#classico
umi-no-onnanoko · 5 months
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Paolo Sebastian Disney wedding dress
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psgirlie · 3 months
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Joao Felix ball today
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clarisse0o · 1 month
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Can we talk how calm the crowd is ? Like wtf are we watching tennis ? Wake up it’s the Classico
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unfamiliarworld · 2 years
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trixie2023 · 6 months
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Muy Romantico. Bellissimo. Mi cariño. Mi Vida. One of my favorite songs. I love them both so much. ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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i-mmaginando · 2 years
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Come il miele, anche la banana è un classico.
In un blog che si rispetti non poteva mancare, dovrei controllare se ha il bollino blu.
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didithefae · 8 months
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mais um dia explorando lojas de antiguidades.
dessa vez fomos em um galpão enorme, cheio de peças antigas para decoração.
com certeza vale a pena o passeio, mas não é tão bom para comprar lá. isso porque a maioria das peças estão em um estado de conservação mediano, comparado a um valor bem alto.
com certeza tem muita coisa exclusiva, mas as mais comuns são possíveis de encontrar num valor menor e em estado melhor.
mas adorei o passeio, fiz amizade com os gatinhos que moravam por lá e ainda consegui comprar um candelabro para colocar em cima do piano.
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beu-ytr · 4 months
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Resenha de "O Ateneu" de Raul Pompeia
*sem spoilers
"O Ateneu" conta a jornada de Sérgio, em seus anos estudando em um colégio prestigiado chamado Ateneu
Ganhei uma edição bem pequeninha de presente de uma querida amiga leitora e fiquei muitíssimo feliz porque essa obra estava na minha lista de leitura pro verão
Li o livro em menos de 3 horas e quando terminei, me lembro de pensar: "é só isso mesmo?"
É um clássico, disso não se tem dúvida. O uso exagerado de hipérboles, de metáforas, figuras de linguagem deixa isso bem claro pra gente
Mas também não chega a ser uma leitura fascinante, não chega a ser uma história que realmente te interesse, entende?
Gosto de usar como o exemplo o Jorge Amado, grande autor de best sellers brasileiro que sabia muito bem como entreter um leitor, de forma que o desejo de ser "clássico" não importava tanto assim em um todo
E eu também não acho que existe mal em desejar ser clássico e reverente, são apenas características que marcam cada obra e cada autor
(e geralmente eu prefiro ler as histórias mais carismáticas rs)
Em resumo, o Ateneu pra mim é basicamente mais um livro de estudo do que um livro que se leria pra ter entreternimento e lazer, o que não faz dele necessariamente ruim mas é difícil dizer que a experiência de ler foi divertida porque em certos pontos a leitura foi muito muito muito chata
De todo modo, gostei da experiência mas detestei o livro kkkk enfim obrigada pela atenção, e até a próxima :)
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daimonclub · 2 months
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Breve storia della lingua latina
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Breve storia lingua latina Breve storia della lingua latina, un articolo che ripercorre le vicende della lingua latina dal primo periodo al latino moderno, con alcune citazioni illuminanti, collegamenti e materiali utili. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto 'sonoro' potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino. Giovannino Guareschi (1908-1968) Lo studentucolo che sa un po' di latino e di storia, l'avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio. Antonio Gramsci La lingua latina così esatta, così regolata e definita, ha nondimeno moltissime frasi ec. che per la stessa natura loro, e del linguaggio latino, sono di significato così vago, che a determinarlo, e renderlo preciso non basta qualsivoglia scienza di latino, e non avrebbe bastato l'esser nato latino, perocch'elle son vaghe per se medesime, e quella tal frase e la vaghezza della significazione sono per essenza loro inseparabili, né quella può sussistere senza questa. Giacomo Leopardi Sia in greco sia in latino, fino a Tertulliano, il significato che si dava al termine persona (che è l'equivalente del greco prosopon) era quello di "maschera" oppure di volto. Battista Mondin Il testo rappresenta il latino di oggi. È attraverso il testo che comunicano le élite (come voi, che state leggendo questo libro). Per le masse, invece, la maggioranza delle informazioni viene raccolta attraverso altre forme mediatiche: TV, film, musica e video musicali. Lawrence Lessig Escludete il Latino ed il Greco dalla vostra scuola e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione e a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d'esperienza quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500. Thomas Arnold
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Breve storia del latino Loquendum ut vulgus, Sentiendum ut Sapientes. Parliamo come il volgo e ragionimao come i sapienti. Omnia vincit amor, et nos cedamus amori. L'amore vince ogni cosa; cediamo all'amore. Virgilio Dum inter homines sumus, colamus humanitatem. Finché siamo tra gli esseri umani, cerchiamo di essere umani. Seneca Acceptissima semper munera sunt, auctor quae pretiosa facit. Doni sempre assai ben accetti, è il donatore che li rende preziosi. Ovidio Si vis amari, ama. Se vuoi essere amato, ama. Seneca Amicitiae nostrae memoriam spero sempiternam fore. Spero che il ricordo della nostra amicizia sia eterno. Cicerone Ad turpia virum bonum nulla spes invitat. Nessuna aspettativa può indurre un uomo buono a commettere il male. Seneca Aequam memento rebus in arduis servare mentem. Ricorda quando il percorso della vita è ripido per mantenere la mente calma. Orazio Acclinis falsis animus meliora recusat. La mente intenta alle false apparenze rifiuta di ammettere cose migliori. Orazio Ubi concordia, ibi Victoria. Dove c’è unità, c’è vittoria. Publius Syrus Semper inops quicumque cupit. Chi desidera è sempre povero. Claudian
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Sintesi lingua latina La lingua latina era l'idioma dell'antica Roma e del vicino territorio del Lazio. Con la diffusione del potere romano il latino fu diffuso in ogni parte del mondo antico conosciuto e divenne la lingua dominante dell'Europa occidentale. Era la lingua degli studiosi e della diplomazia fino al XVIII secolo e della liturgia cattolica romana fino alla fine del XX secolo. La lingua latina non era originaria dell'Italia ma fu portata nella penisola italiana in epoca preistorica da popolazioni italiche emigrate dal nord. Il latino è un membro della sottofamiglia italica delle lingue indoeuropee; tra le lingue indoeuropee non italiche, è strettamente imparentato soprattutto con il sanscrito e il greco e con le sottofamiglie germaniche e celtiche. In Italia, il latino era originariamente il dialetto della regione intorno a Roma. All'interno delle lingue italiche il latino, il falisco e altri dialetti formavano un gruppo latino distinto dalle altre lingue italiche, come l'osco e l'umbro. Le prime iscrizioni latine sopravvivono dal VI secolo aC; i testi più antichi chiaramente in latino romano risalgono principalmente al III secolo a.C. Il latino fu influenzato dai dialetti celtici nell'Italia settentrionale, dalla lingua etrusca non indoeuropea nell'Italia centrale e dal greco, parlato nell'Italia meridionale già nell'VIII secolo a.C. Sotto l'influenza della lingua greca e della sua letteratura, tradotta per la prima volta in latino nella seconda metà del III secolo a.C., il latino si sviluppò gradualmente fino a diventare una grande lingua letteraria. Latino letterario antico La lingua letteraria latina può essere divisa in quattro periodi, corrispondenti in generale ai periodi della letteratura latina. Il primo periodo (240-70 a.C.). Questo periodo comprende gli scritti di Ennio, Plauto e Terenzio. L'epoca d'oro (70 a.C.-14 d.C.). Questo periodo è famoso per le opere in prosa di Giulio Cesare, Cicerone e Livio e per la poesia di Catullo, Lucrezio, Virgilio, Orazio e Ovidio. Durante questo periodo, sia nella prosa che nella poesia, la lingua latina si sviluppò in un mezzo di espressione altamente artistico e raggiunse la sua massima ricchezza e flessibilità. L'età dell'argento (14-130). Questo periodo è caratterizzato da una ricerca sia per l'elaborazione retorica e l'ornamento sia per l'espressione concisa ed epigrammatica, qualità queste ultime riscontrabili soprattutto nelle opere del filosofo e drammaturgo Seneca e in quelle dello storico Tacito.
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Breve storia della lingua latina Il periodo tardo latino Questo periodo, che va dal II secolo al VI secolo d.C. (636 circa), comprende la patristica latina dei Padri della Chiesa. Durante il periodo tardo latino le tribù barbare invasori introdussero nella lingua numerose forme e idiomi stranieri; questo latino corrotto era chiamato lingua Romana e si distingueva dalla lingua Latina, la lingua classica coltivata dai dotti. Latino parlato antico Il linguaggio colloquiale dei romani colti appare nelle opere di vari scrittori, in particolare nelle commedie di Plauto e Terenzio, nelle lettere di Cicerone, nelle Satire ed Epistole di Orazio e nel Satyricon di Petronio Arbitro. È caratterizzato dalla libertà di sintassi, dalla presenza di numerose interiezioni e dall'uso frequente di parole greche. Questo linguaggio colloquiale della buona società (sermo cotidianus) non va confuso con il sermo plebeius, la lingua delle classi non istruite, che mostra un maggiore disprezzo per la sintassi, un amore per le parole nuove e una ricerca della semplicità, soprattutto nelle parole ordine. Il sermo plebeius è noto come latino volgare, termine che talvolta include il sermo cotidianus dei romani più colti. Le lingue romanze si svilupparono non dalla lingua latina letteraria ma dal sermo plebeius del periodo tardo latino, quando era conosciuto anche come lingua Romana. Ad esempio, equus ("cavallo") cadde in disuso, e caballus ("nag", "cavallo da soma") fornì le parole romanze per cavallo (cheval, caballo); allo stesso modo, la parola romanza per testa (tête, testa) non deriva dal latino caput, ma da una parola gergale latina per testa (testa), letteralmente “pentola”. Latino medievale Il latino era la lingua delle lettere nell'Europa occidentale nel Medioevo. Il latino di questo periodo è chiamato latino medievale o latino basso. Anche per il popolo in generale il latino continuò ad essere una lingua viva, perché la chiesa forniva un'enorme massa di letteratura ecclesiastica sia in prosa che in poesia. La lingua, tuttavia, ha subito molti cambiamenti. La sintassi fu ulteriormente semplificata, nuove parole furono adottate da varie fonti e vennero all'esistenza nuovi significati; tuttavia, il latino cambiò molto meno durante questo periodo rispetto al francese o all'inglese. Nuovo latino o latino moderno Nei secoli XV e XVI nacque il Nuovo latino, chiamato anche latino moderno. Gli scrittori del Rinascimento produssero una nuova e brillante letteratura latina che imitava da vicino gli scrittori classici latini e in particolare Cicerone. Quasi tutti i libri importanti, scientifici, filosofici e religiosi, furono scritti in latino in questo periodo, comprese le opere dello studioso olandese Desiderius Erasmus, del filosofo inglese Francis Bacon e del fisico inglese Isaac Newton, e il latino era il mezzo di comunicazione. rapporti diplomatici tra le nazioni europee. Solo alla fine del XVII secolo il latino cessò di essere una lingua internazionale. Durante i secoli XVIII e XIX, tuttavia, rimase la lingua degli studiosi classici, e anche nel XX secolo i trattati accademici sono talvolta composti in latino. La Chiesa cattolica romana utilizza ancora il latino come lingua dei suoi documenti ufficiali. Nell'insegnamento moderno del latino sono stati accettati diversi metodi di pronuncia. Il metodo continentale si basa sulla pronuncia delle lingue europee moderne, la principale pronuncia continentale oggi è quella usata dalla chiesa cattolica romana, che favorisce una pronuncia simile a quella italiana. Nel metodo inglese, le parole latine vengono pronunciate come in inglese, ma ogni sillaba viene pronunciata separatamente.
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Modernità del latino Il metodo romano è una ricostruzione congetturale della pronuncia latina del periodo ciceroniano. Questo metodo è in uso nelle scuole e nelle università sia negli Stati Uniti che all'estero. I nomi propri, tuttavia, quando menzionati fuori dal loro contesto latino, vengono ancora pronunciati secondo i principi che governano la lingua del particolare paese; quindi, la pronuncia del nome Cicerone sarebbe in Germania Tsítsero, in Italia Chíchero, in Spagna Thíthero, in Francia Siséro, in Inghilterra Sísero. Il latino nell'antichità ha meno flessibilità e grazia del greco; il suo vocabolario era più limitato ed era meno capace di esprimere idee astratte. I romani si resero conto dei limiti della loro lingua e presero in prestito molte parole dai greci. Il latino, rigoroso nella sintassi e pesante nella dizione, ha vigore e precisione e si è rivelato nel corso dei secoli un mirabile veicolo per l'espressione di un pensiero serio. La sua sopravvivenza è stata duplice: non solo il latino letterario stesso è rimasto in uso fino ai giorni nostri, ma sopravvive anche nelle lingue romanze, che rappresentano l'evoluzione moderna del latino volgare; L'italiano, in particolare, può essere descritto come latino moderno (lingue romanze). L'inglese ha preso ampiamente in prestito dal latino, sia direttamente che indirettamente attraverso il francese. La lingua latina è significativa non solo per la sua letteratura, ma anche perché lo studio del suo sviluppo fornisce informazioni sulla storia della lingua in generale e in particolare sull'origine e lo sviluppo di alcune delle principali lingue dell'Europa moderna. Dal XVII secolo in poi, ma soprattutto durante il XVIII secolo, quando i modelli romani furono copiati in prosa e poesia, gli scrittori usarono parole o costruzioni grammaticali che avevano origine dal latino e che davano un'impressione del latino in inglese. Le parole di derivazione latina sono comunemente più lunghe e di significato più astratto rispetto alle loro controparti anglosassoni: ad es. visione (lat.) = vista (O.E.). In generale la dizione latina, quindi, sarà più astratta e suscettibile di essere polisillabica. La frase periodica è un tentativo di imitare la sintassi latina, lasciando il verbo principale fino alla fine della frase. Due prosatori del XVIII secolo appassionati di latinismo sono il dottor Johnson e Gibbon. Milton è famoso anche per le sue costruzioni latine in Paradise Lost (1667), come in "Him the Almighty Power/ Hurled headlong" che distorce il normale ordine inglese soggetto-verbo-oggetto in oggetto-soggetto-verbo. E per finire eccovi alcune tra le parole latine più famose che usiamo abitualmente tutti i giorni: Alter Ego/Bonus/Bonus/malus/Campus/Curriculum Vitae/Deficit/Et cetera/Ex Equo/Extra/Gratis/Idem/Incipit/In Extremis/Factotum/Junior/Lapsus/Monitor/Post Scriptum/Referendum/Sponsor/Super/Una Tantum/Tabula Rasa/Tutor/Vice Versa/Video/Virus. You can also read: Frasi e citazioni latine Proverbi e detti latini English, Greek and Latin Latin influence in the English language Latin and the English language Latin phrases in English Learn more visiting these useful websites: https://www.latin-english.com   Latin English Dictionary https://www.etymonline.com     Online Etymology Dictionary You can download the following books on Latin at this page: Latin Language: Bennett, Charles E.: New Latin Grammar; D’Oogle, Benjamin L.: Latin for beginners; Wine, women and songs. Medieval Latin Student’s Songs, including translation and commentary by John Addington Symonds. Read the full article
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tsukishimawhore · 1 year
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GALTIER GETS GHETTO OMG
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petiteblasee · 6 months
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A efervescência dos anos 20 e o desgaste do amor | O Grande Gatsby - F. Scott Fitzgerald.
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Anfitrião das festas mais luxuosas de Nova York, Jay Gatsby é um jovem milionário que encarna o sonho americano dos anos 20. Admirado por todos e conhecido por ninguém, pouco se sabe sobre a origem da fortuna que fez com as próprias mãos. É através dos olhos de Nick Carraway, seu vizinho e confidente, que nos aproximamos desse misterioso self-made-man, e enxergamos o rastro de poeira imunda deixado pelo glamour e materialismo desenfreados. Minha leitura de O Grande Gatsby foi realizada no fim do ano passado, mas a história é tão forte que carrego comigo de forma bem viva ainda hoje, e rever a adaptação de 2013 recentemente me fez quere correr aqui para falar mais sobre essa obra prima. Publicado em 1925, essa obra atemporal é perfeita por falar, entre outras coisas, sobre a necessidade de vida após grandes ausências e como usamos do excesso para preencher. Gatsby é um misterioso milionário que mostra através das suas festas o furor dos anos 20, e que só começamos a conhecer um pouco pelo interesse que existe em Nick, um jovem vendedor que se torna seu vizinho e é grande admirador do seu modo de vida. Após ser convidado para um dos grandes eventos, ele passa a coletar pequenas facetas do milionário, e é através dessa proximidade que descobrimos que toda essa ostentação não chega perto de preencher o vazio que o Gatsby sente por não ter o que realmente queria: a socialite Daisy. O casal se conheceu num momento pré-guerra e, apesar de serem de diferentes classes sociais, o encanto é imediato. Porém, após uma espera sem retorno, Daisy segue o papel esperado para uma jovem dama da alta sociedade e se casa com um ex atleta da sua classe social. Enquanto isso, Gatsby, rodeado de mistérios, retorna à sociedade ostentando toda a efervescência da década para se provar num mundo que não contava com a vitória de alguém que veio do nada (apesar do seu passado ser mantido em segredo por anos); mas o objetivo, no fim, é mostrar à Daisy o que ela perdeu, ao mesmo tempo que tenta mostrar o mundo que ele pode oferecer agora se decidir por ele. O tão esperado reencontro dos dois tem a participação decisiva do Nick (primo da Daisy) e, inicialmente, é repleto de emoções contidas, mas logo se torna um caso apaixonado. Entretanto, a narrativa não esconde que há divergências nessa relação, e parte dela se deve ao Gatsby confiar no sentimento passado sem considerar o presente. Antes uma jovem cobiçada e apaixonada pelas possibilidades limitadas da vida, Daisy agora é uma jovem casada que se tornou mãe e passa os dias tentando tornar cada vez mais leve o peso de não querer ser quem é não poder retornar a quem desejava ser. E apesar de ser apresentada como objeto de desejo bem fútil, ela se mostra extremamente realista com as decisões que toma, o que torna o entendimento sobre ela por parte dos leitores algo bem complexo. Em um momento que ela está tentando lidar com o fato de ser esposa, mãe, amante e mulher, ela apenas deseja que a filha seja uma completa boba para que não entenda o quão decepcionante o mundo é, e é esse trecho que faz com que eu entenda todas as decisões que ela tomou, por mais que tenha desejado que fossem diferentes.  
A história do Gatsby ficou marcada em mim como um reforço do lamento de quem veio do nada e acredita piamente que consegue preencher todos os vazios existenciais com quem já teve tudo. Mas a realidade é que a compreensão de “o fim justifica os meios” não virá, e isso pesou para o Gatsby, mesmo não sendo ele a cometer os erros mais condenáveis de forma moral na história – e aqui me refiro apenas às relações estabelecidas na história, já que a vida do Gatsby pode ser condenável. A narrativa da história não é nem um pouco cansativa, e isso me surpreendeu, já que é a visão de uma pessoa só sobre conflitos e situações de terceiros. Na verdade, muitas vezes me deixou ainda mais interessada no que foi verdadeiramente sentido por todos, mas nada que fizesse com que eu me desapegasse do misterioso Gatsby – torcer por ele é algo comum para um pobre, e eu não podia ficar fora da torcida. Ele foi um completo bêbado de ilusões e esperanças, e lamento que tenha se agarrado a um sonho do passado para tornar seu futuro significante num mundo que jogava todos no mundo das possibilidades sem abalar as estruturas que mantinham a realidade tão cruel e próxima. Diante de tanta coisa boa, só me restou odiar ter tido esperança numa relação que mostrava ser trágica desde o início. Meu lado romântico desejou que o passado pudesse ser revivido, mas foi apenas uma parcela pequena, pois o final não traiu uma vírgula sequer do que foi colocado das 256 páginas, sendo fiel à natureza dos personagens, e é por isso que saio da leitura saboreando meu sofrimento pela realidade dos desafortunados escrita de uma forma tão incrível.
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umi-no-onnanoko · 5 months
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Paolo Sebastian Nutcracker
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psgirlie · 24 days
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Today classico!!!
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forgottenbones · 10 months
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Top 10 metal moments in classical music
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unfamiliarworld · 2 years
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tocbooks · 2 years
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“Não é melancolia, não é tédio, mas algo infinitamente pior. Como se tudo de bom que havia em mim tivesse se escondido, e só restasse o mais sórdido.”
- Anna Kariênina - Liev Tolstói
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