Tumgik
#cielo-e-voragine
canesenzafissadimora · 3 months
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Non so quanto mi resta da vivere, ma spero di essere più attento. Le persone meritano attenzione, anche quando le lasciamo bisogna lasciarle con attenzione. In fondo anche l'indifferenza deve avere una sua delicatezza. Non ci possiamo occupare di tutti, ma l'indifferenza non va mai ostentata. E se è un dono amare, bisogna occuparsi anche del nostro non amare, bisogna che abbia una sua dolcezza anche questa cosa qui. Poi la vita ha le crudeltà sue, un incidente, una malattia, ma quella è un'altra storia. Io ho capito in questi giorni più che in altri momenti che volere attenzione diventa una voragine che poi ci impedisce di darla, precipitiamo nel desiderio di essere riconosciuti e questo desiderio diventa sempre più esigente. Gli altri esseri umani sono come il cielo, sono come la terra, come gli alberi, gli altri ci sono solo in questo angolo dell'universo. Altrove, se ci sono, si chiamano alieni. E allora piccole gratitudine, moti di affetto, slanci della mente e del cuore, tutto questo è il gioco che possiamo fare con gli altri, è il gioco bellissimo del vivere e del morire.
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Franco Arminio
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greenbor · 23 days
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Testo della Canzone per Alda Merini di Roberto Vecchioni
Noi qui dentro si vive in un lungo letargo
Si vive afferrandosi a qualunque sguardo
Contandosi i pezzi lasciati là fuori
Che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi
Ora l'unico tempo è nel tempo che colsi
E qui dentro il dolore è un ospite usuale
Ma l'amore che manca è l'amore che fa male
Ogni uomo della vita mia
Era il verso di una poesia
Perduto, straziato
Raccolto, abbracciato
Ogni amore della vita mia
Ogni amore della vita mia
È cielo e voragine
È terra che mangio
Per vivere ancora
Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana
Com'è dolce il ricordo di Dino Campana
Perché basta anche un niente per esser felici
Basta vivere come le cose che dici
E dividerti in tutti gli amori che hai
Per non perderti, perderti, perderti mai
Cosa non si fa per vivere
Cosa non si dà per vivere
Guarda! Io sto vivendo (ah)
Cosa mi è costato vivere?
Cosa l'ho pagato vivere?
Figli, colpi di vento (ah)
La mia bocca vuole vivere
La mia mano vuole vivere
Ora, in questo momento (ah)
Il mio corpo vuole vivere
La mia vita vuole vivere
Amo, ti amo, ti sento (ah)
Ogni uomo della vita mia
Era il verso di una poesia
Buttata, stracciata
Raccolta, abbracciata
Questo amore della vita mia
Ogni amore della vita mia
È cielo e voragine
È terra che mangio
Per vivere ancora
Parole scelte in tumblr da https://www.tumblr.com/viperaromantica
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monologhidiunamarea · 11 months
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ieri è stata una giornata delirante fatta di pianti e di ragionamenti. Ho dovuto dirtelo , io non riesco e non perche non ci voglio provare . Ci ho provato ma io non sento ciò che dovrei. Non è colpa sua , è colpa mia. Io non so andare contro cio che la mia anima necessita. Non sono io. Sapevo che sarebbe andata così . Ma dentro di me sono un abisso gigante che richiede una determinata luce non una luce qualsiasi. Ieri erano 3 mesi dall'ultima mia conversazione con C. Sono passati 3 mesi dove ho affrontato una battaglia estenuante , dove le forze mi sono mancate più volte e la voglia di smettere di combattere è stata tanta. Mi manca si , mi manco io , non posso continuare con a. Non posso. Dentro il mio cuore , nelle mie vene , la mia pelle grida un'altra persona e non posso tornare a casa e non avere niente dentro se non la voglia di parlare con lui davanti al nostro mare , sotto il nostro cielo . Mi manca la persona che da quando l'ho conosciuta ho portato dentro con coraggio e forza. Sempre fiera di averlo accanto anche nei silenzi. Non essere arrabbiata con lui ad oggi non è semplice , né ho tutti i motivi ma ho sempre promesso di proteggerlo , di comprenderlo. Ci sono giornate come oggi che darei qualsiasi cosa per poter parlare con lui e dirgli che anche oggi, anche dopo 3mesi di silenzio , anche dopo tutto lui è la mia ragione di essere . Lui che mi ha senza nemmeno volerlo probabilmente senza nemmeno saperlo. Voglio bene ad a. Mi è stato vicino, mi vuole stare vicino ma lo sa che io sono altrove. Ricordo quando provo a toccare l'onda sul costato....gli ho afferrato la mano e gli dissi : questo no. Giorni dopo mi chiese : " smetterai mai di cambiare tono e sguardo quando parli di lui?" la mia risposta lo lasciò senza parole
" dovrei perdere la memoria , dovrei smettere di ricordarmi come si respira , dovrei smettere di farmi battere il cuore forse, ma lui rimarrà sempre la parte più pura di me e quindi no , non smetterò mai di avere quello sguardo ."
Vorrei dire mille parole scrivere mille cose ma non posso commettere l'errore di riversare cose che dovrei dire a lui non qui su un blog aperto.
Urlando una mancanza , una voragine. Ho sempre chiesto poco... perche le cose non vanno chiesto ma se potessi chiedere qualcosa sarebbe riavere tutto ciò che mi faceva stare bene davvero.
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Un' assenza non smette mai di fare male.
Un giorno perdi il tuo punto di riferimento e la tua vita cambia.
Non si torna indietro.
Biglietto solo andata per il cielo per uno,
Biglietto solo andata per il dolore per un altro.
Perché obiettivamente per quanto ci si sforzi di trasformare il dolore in qualcosa di positivo, e per quanto magari alla fine ci riusciamo, alla fine è lui che trasforma noi.
Non assaporerai mai più la vita come facevi prima.
Sarai più arrabbiato col mondo.
E la pace? Come si trova la pace quando vorresti solo urlare?
Che non è giusto! E non puoi farci niente!
Che ti si alleviasse almeno questo dolore, che il tempo servisse a qualcosa.
Ma il tempo non serve a un emerito cazzo quando la persona che credevi al tuo fianco fino alla fine non c'è più nei tuoi giorni.
Che cazzo te ne fai del Natale se un pezzo della tua famiglia non sarà seduto a tavola con te?
Che cazzo te ne fai dell'anno nuovo, se è solo un anno più lontano dai ricordi.
Che qualunque cosa bella la godrai a metà perché non la dividerai più con lei.
Qualunque cazzo di cosa bella, sarà meno bella, sarà triste.
E un cazzo di nessuno sarà lì a rendersi conto quanto ti fa male, neanche chi dovrebbe si renderà conto che da sola non ce la fai. Questa volta senti di non farcela. Ma non lo vedono, non ci sarà nessuna mano ad alzarti mentre questa voragine ti divora, ti cambia.
Si lamenteranno che ti arrabbi per tutto, che sei strana, che non ti si capisce.
Non si renderanno conto che è da quel giorno che tu non sei la stessa.
Che avevi bisogno di qualcuno che ti portasse in braccio per una cazzo di volta. Anche te che volevi farcela sempre sola, sta volta ne avevi bisogno.
E chi doveva esserci lì per farlo che non si lamenti, che non dica una parola su ciò che sei adesso.
Perché per non crollare hai dovuto creare una corazza.
Un vetro pieno di lacrime che speri un giorno di riuscire a rompere.
Così da fare uscire quel dolore e respirare.
#dkr
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violamilalba · 2 years
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sfioro l'orlo del baratro come seducendolo, amante in spalline sottili e seta giocando con la fine del mondo. distesa di fianco per terra, un braccio allungato nel buio vuoto: mi vuoi? ed io ti voglio e non ti voglio, così ridendo (scivolano i capelli) mi ritraggo girandomi sull'altro fianco, con occhi socchiusi di animale sbirciando da lontano la vita. resto qui in ogni caso, come un cataclisma in attesa, io stessa un'eruzione, un terremoto, una tempesta. immobile solo respirando. cielo scuro beffardo
lo guardo dal letto e dai miei tre cuscini scomodi, tra lenzuola bianche di dati e statistiche sulla mia condizione, e saggi e poesie di perfetta tristezza, foto di pietre e storia, equazioni e incognite su cause e verità, formule di esatta guarigione, foglietti illustrativi come collezione di papiri, selfie commemorativi. prendo la dose raccomandata di antidepressivo immaginandomi come qualcun'altra, chiunque altra che abbia smesso di fumare, qualcuna che sia più bella, che tagli meglio l'aria. poi rifaccio il letto, mi pettino i capelli, ogni cosa al suo posto.
potrei cambiare nome potrei essere Voragine ma ancora sento il cuore battere, ancora mi benedicono le lacrime
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"La comunicazione
non ha sempre bisogno di parole.
A volte basta solo esser pelle a pelle,
cuore a cuore."
- Claudia Marangoni
- via @cielo-e-voragine
- Fonte immagine: https://pin.it/6RVwx3U
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goodbearblind · 1 year
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"Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia,
perduto, straziato, raccolto, abbracciato.
Ogni amore della vita mia
è cielo, voragine e terra
che mangio per vivere ancora."
(Alda Merini)
#aldamerini
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Domenica,29 maggio
ore 11:05
Quando una persona se ne va per sempre
Lascia sempre un vuoto
Che non si riempie mai
Un vuoto che si fa sempre più grande
Un piccolo foro che piano piano
Diventa una voragine
E nonostante cerchi di riempirla
Questa resta sempre più vuota
Un vuoto che senti anche dentro
Come un eco che rimbalza
Contro il vuoto del cielo
-la ragazza dal cuore nero♡
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out--of-order · 2 months
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Ciao Tumblr, è da tanto che non ci sentiamo.
Questa volta ti scrivo seduta su un muretto, cullata dal dolce suono delle gocce di pianto che dal cielo scendono, calmando le folle, bloccando la massa informe di essere umani che, indirettamente, si sono fatti padroni dell'esistenza comune.
Ti dedico questo mio tempo, nella speranza che, condividendolo, riesca a definire ogni secondo della mia realtà, tentando di creare un qualcosa di unico e tangibile, un qualcosa di sensato, di utile.
Mi trovo immersa nell'irreale, ovunque guardi vedo solo ciò che di più estraneo ci sia mai stato, vedo tutto ciò che non conosco inglobare l'essenza di quello che sussiste da sempre. Ma, soprattutto, mi vedo mancare il cardine portante a cui ho fatto riferimento da sempre, come se fossi una serratura a cui è stata sottratta la chiave, a cui il tempo regala la propria usura, lasciandola chiusa e segreta a chi non sia mai stato degno di aprirla.
Ti scrivo perché ne sento la necessità, perché, astenendoti da ogni considerazione, non hai mai fatto del giudizio altrui il tuo punto di riferimento.
Il tempo di quel martire fondatore dell'amore ormai è scaduto, le lancette hanno oltrepassato il confine; le sante reliquie di Terni ora possono essere dimenticate nuovamente. Si affievolisce l'ardente fiamma dell'ipocrisia, si torna alla reale realtà quotidiana, il che forse è anche peggio.
Questa mattina ho aperto gli occhi al mondo digitale, ricevendo quell'insieme di parole che, se messe nell'ordine giusto, sono la combinazione per aprire la cassaforte. Questa mattina il cuore si è riempito della consueta malinconia che ha caratterizzato la mia mente per giorni e giorni, quel filo conduttore che porta l'elettricità necessaria ad avviare il processo vitale.
16.026 è solamente un miscuglio di numeri. Una sequenza di cifre che può rappresentare tutto e niente, freddi e precisi come solo la scienza sa essere. Eppure, per me, quel numero rappresenta la libertà, ma anche le catene, l'indipendenza e la subordinazione, la volontà e l'inerzia. Chissà come la mia anima riesca a modellare la sicurezza della matematica, così dettagliata, dandole le sfumature dell'incertezza.
Quel numero è il simbolo della distanza tra me e me stessa, tra il mio corpo e la mia anima, tra ciò che è giusto e ciò che è necessario; è il numero di chilometri esatti tra me e la mia metà. E mi vergogno quasi a dover ammettere di essere stata felice al mento della decisione, nessun ripensamento, nessuna concezione reale dei sacrifici necessari atti a creare un futuro migliore, seppur arduo.
Ora eccomi qui, a contare i sassolini di solitudine che ho raccolto nelle ultime settimane, esser così tanti da creare un muretto sufficientemente solido a sopportare il peso della mia decisione. Che poi, decisione, lo è stato solo per me. A lui ho lasciato un involucro vuoto, una voragine, portando con me il necessario per riempirla, lasciando a lui il compito di ricucire un tessuto senza aver a disposizione nemmeno un filamento. Ma, nonostante questo, lo ammiro da questo vetro sottosopra, lo guardo tentare di tirare i lembi uno verso l'altro, come un ragno che tesse la tela mentre il vento lo depreda.
"Non dimenticarmi" sussurrano le sue dita sfiorando il freddo schermo, come una richiesta d'aiuto urlata sott'acqua, a cui viene negato l'ossigeno utile ad urlare al mondo. E non lo farò, promesso.
Dimenticarlo. Come se un terzo della mia vita potesse sparire improvvisamente, seguendo l'esempio del sole al ruotare del globo. Dimenticarlo, come se fosse possibile abbattere un muro sostenuto dalle radici di un'edera forte e possente, colei che è il collante di tanti pezzi di pietra così diversi per forma e colore, avvolti da quelle dita di legno raggrinzito, come fanno le mani degli avi nei confronti dei posteri. Siamo cresciuti camminando al fianco uno dell'altra, il nostro DNA si è conformato per far spazio ad ulteriori fibre, non importanti per noi stessi, ma vitalmente fondamentali per l'altro.
È proprio vero quando definiscono l'amore come un tornado: abbatte la casa che hai creato, ti fa vedere che si può radere al suolo anche l'edificio più alto, lasciando intatte soltanto le presenze nascoste sotto la superficie. Ti fa notare la sterilità delle convinzioni moderne, rende vano ogni minimo sforzo materiale, obbligandoti a raccogliere e conservare lo spettro dell'essenziale, del vero.
Ti scrivo seduta su un muretto, cullata dal dolce suono delle gocce di pianto che dal cielo scendono, cercando una via pura per riuscire ad esternarti quanto t'ami, cercando di mostrarti la carenza di te nelle mie giornate, consolandomi con il semplice ricordo delle tue braccia avvolte attorno al mio debole spirito.
Ti amo, ti ho amato e seguiterò a provarci, sperando ed aspettando il momento esatto in cui tutto questo, finalmente, riceverà il senso che merita.
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Non so quanto mi resta da vivere, ma spero di essere più attento. Le persone meritano attenzione, anche quando le lasciamo bisogna lasciarle con attenzione. In fondo anche l'indifferenza deve avere una sua delicatezza. Non ci possiamo occupare di tutti, ma l'indifferenza non va mai ostentata. E se è un dono amare, bisogna occuparsi anche del nostro non amare, bisogna che abbia una sua dolcezza anche questa cosa qui. Poi la vita ha le crudeltà sue, un incidente, una malattia, ma quella è un'altra storia. Io ho capito in questi giorni più che in altri momenti che volere attenzione diventa una voragine che poi ci impedisce di darla, precipitiamo nel desiderio di essere riconosciuti e questo desiderio diventa sempre più esigente. Gli altri esseri umani sono come il cielo, sono come la terra, come gli alberi, gli altri ci sono solo in questo angolo dell'universo. Altrove, se ci sono, si chiamano alieni. E allora piccole gratitudine, moti di affetto, slanci della mente e del cuore, tutto questo è il gioco che possiamo fare con gli altri, è il gioco bellissimo del vivere e del morire.
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coldperfection · 4 months
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Dopo il tramonto, a settembre, sono lunghissime le ore, prima che sopraggiunga il buio. Profumano più forte, i fiori: sempre così, quelli che la sera si chiudono. Eppure all'alba si riapriranno. Di tanto in tanto, la frusta moveva l'aria per allegria. La polvere della strada, ingrigiva. E un pettegolezzo, un vero battibecco, i passeri, prima di infrascarsi, un suono di minuscole nacchere senza brio. Succedette una calma innaturale, come imposta. Neppure una crespa nell'aria. Del cane che non c'era non udivo più il respiro, poco prima spinto fino all'ansimo dallo stupore delle carezee. Il babbo aveva allentato le briglie. Inerte, la frusta issata nel cannello. A sorvegliare l'imminenza d'un oscuro avvenimento aspettato col fiato mozzo, l'occhio stentava. Lunghissima pausa; e alla fine un uccello notturno, solitario, d'un grigio fangoso, esce alla nostra destra da un'alta siepe; ma con meno rumore d'un sospiro, in segreto. Ha un volo pesante, opaco. Remigano adagio le goffe ali ovattate. Con anziana sicurezza, sale bassi gradini di cielo, via via estinguendo voci e luce. Confitti nella testa massiccia, gli occhi gialli sacrificano faville, allo stesso modo che il volo tacita l'avaro e controllato sbattio delle ali. Nessun colore poteva resistere accostato all'ardente voragine di quelle iridi. La faccia appare dunque smorta, pallida, di certo devastata da quell'implacabile determinato avanzare, polverizzando gli ultimi residui del giorno. Allo scoperto, attraversando diagonalmente la strada, alzandosi di poco, ha segnato nell'aria una bruna traccia ondulata come una serranda. È scomparso. Ed è stato come chiudere un cancello.
Gianna Manzini, Ritratto in piedi
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p3rryy · 5 months
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Something's got a hold on my mind
Living in a life that's not mine
Know there's a millions of folks to me, but
They just pass in the street, maybe love
Vorrei un mondo in bianco e nero come Pleasantville
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Dove i colori non li vedo e posso accenderli
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Dove il colore dei tuoi occhi può sorprendermi
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Non ti prendo poi non so nemmeno come perderti
Zero paranoie pensa a una vita perfetta
Ma che noia non andare mai di fretta
Con la morte che aspetta
Il tempo rallenta e lega il tuo corpo ad una lancetta
È la tua sicurezza che mi tormenta
Vivo nell'incertezza di esserne all'altezza
Il dolore mi accarezza il cuore mi si spezza
Ma l'odio è come amore che viaggia ad alta frequenza
Io mi sono mai sentito adatto
Ma non regolo l'impatto di che dico faccio (oh)
Tu vuoi che mi blocchi è un meccanismo astratto
Sono ore che mi tocchi ma svanisco al tatto (ehi)
Quando parlo avverto un tremolio
Come quando mi chiedono se credo in dio
Sapessi quante volte ti avrei detto addio
Ma riflesso nei tuoi occhi sembro bello anch'io
Vedo il cielo che piange
Le mani sull'anche
Le tue gambe stanche
Intorno alle mie guance
Respiro ansimante
Di chi non rimpiange
Di dare anche il sangue se qualcosa è grande
Parte integrante di ciò che ho vissuto
Il valore assoluto del tempo perduto
Le colpe, le donne che ho avuto
Il bacio sulla fronte che toglie la scritta cornuto
Vorrei fotografarti con le palpebre
Rinascere ed innamorarmi mentre tu mi guardi piangere
Combattere per meritarti
Abbattere i giudizi nei miei riguardi
Ma siamo due sassi lanciati tornati diamanti
Due cuori spezzati coi lati combacianti, lo sai
Something's got a hold on my mind
Living in a life that's not mine
Know there's a millions of folks to me, but
They just pass in the street, maybe love
Vorrei un mondo in bianco e nero come Pleasantville
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Dove i colori non li vedo e posso accenderli
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Dove il colore dei tuoi occhi può sorprendermi
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Non ti prendo poi non so nemmeno come perderti
Voglio fare un giro in mezzo alle tue labbra
Come sopra una spiaggia
La tua lingua mi bagna
Amo toccare la carne calda
Quando il tuo culo balla
Mentre cammini nuda per la stanza
Restiamo svegli fino all'alba
Col mondo che ci guarda
Mordimi il collo finchè si taglia
Così il nero del mio corpo viene a galla
Ti sei innamorata di un uomo morto che parla
Ma con te è diverso sai che intendo
Riesco a parlarti pure dopo che vengo
Resto a guardarti mentre dormi sul mio petto
Il mio letto senza te sembra più stretto e chi l'avrebbe detto
E adesso riposi
Ricordi i nostri corpi sciolti in osmosi
Canzoni rovinate da rapporti morbosi
Ci rendono gelosi fino a diventare odiosi
Come quando ascolti gli altri rapper
E penso ti accarezzino le orecchie
Attraverso le cuffiette
Devo respirare attraverso le sigarette
Contare fino a sette
Poi farli tutti a fette
La gente non comprende passaggi
Tu cerchi i paesaggi nei miei tatuaggi
Che da zitto mando messaggi
Perché sono la droga che assaggi in omaggi dosaggi
E quando piangi da sbronza metti gli uramaki nella salsa di insonnia
È tutto nella norma e tu mi cadi addosso come pioggia in forma di donna
Se tocco la tua immagine poi colma la voragine
Di pagine che toglie troppe anime dal margine
Per stare così stabile quando sono il più fragile
Scrivo di lacrime amare per amare le lacrime (dai)
Something's got a hold on my mind
Living in a life that's not mine
Know there's a millions of folks to me, but
They just pass in the street, maybe love
Vorrei un mondo in bianco e nero come Pleasantville
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Dove i colori non li vedo e posso accenderli
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Dove il colore dei tuoi occhi può sorprendermi
(Feelin' high, feelin' down, feelin' high, feelin' how?)
Non ti prendo poi non so nemmeno come perderti
Something's got a hold on my mind
Living in a life that's not mine
Know there's a millions of folks to me, but
They just pass in the street
Something's got a hold on my mind
Living in a life that's not mine
Know there's a millions of folks to me, but
They just pass in the street, maybe love
Something's got a hold on my mind
Living in a life that's not mine
Know there's a millions of folks to me, but
They just pass in the street
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houseofdaena · 1 year
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Aldilà vermiglio
Fiore della vanità
Una volte, sulle antiche rupi di colori cinabro sbocciavano fiori graziosi. Anche nell’era in cui il sangue scorreva liberamente, non erano macchiati nemmeno da una goccia di fango.
Il male non trionferà sotto lo sguardo dei Milleliti, neanche se i nemici dovessero essere demoni oscuri. Le silenziose genti della montagna e la luna d’acciaio costruirono il loro accampamento pacifico.
“Oh figlia delle rupi di Cristallo di sabbia vitrea, non piangere per me.”
“Nacqui all’ombra del Monte Tianheng e combatto per ripagare la misericordia di Rex Lapis.”
“Affido la mia vita allo Yaksha con quattro braccia e andremo nelle profondità luminose.”
“Percorreremo le strade oscure delle miniere più buie, sfideremo quei pietosi luoghi di cristallo.”
“Affronteremo la contaminazione che proviene dagli abissi, le bestie contorte che vi abitano”
“Tali orrori e le loro stranezze non mi spaventerrano né mi faranno fuggire.”
Il vento notturno interruppe le parole del Millelite e non lo fece finire. Lasciò allora un piccolo fiore come ricordo alla giovane figlia della tribù, un’arma contro l’oblio.
“L’unica cosa che temo davvero è perdermi e cadere nell’oblio.”
“Se il fato avverso deciderà la mia sepoltura in un luogo senza nome, non dimenticatemi.”
Piuma della luce nascente
Secondo la leggenda, un eroe strappò una piuma d’aquila dalla cime della rupe più alta della Voragine. Si narra che coloro in grado di compiere un tale atto ottengano il diritto di morire al fianco degli Adepti.
“Andare volontariamente incontro alla morte per difendere gli altri... è davvero una buona causa.”
“Eppure, pensandoci, è molto simile a un pesce che si tuffa in un lago profondo o un uccello che vola in picchiata in una fucina.”
“Potrei anche realizzare il mio desiderio, ma resteremo sconosciuti e infine saremo dimenticati.”
“Noi mortali siamo come piume catturate da un vortice che svolazzano nel cielo.”
“Salvare, difendere... alla fine tutto ciò non ha alcun significato.”
Quel mormorare cupo scosse i cuori di chi non si sarebbe mai creato un nome.
Ma alla fine la battaglia giunse al termine e molti soldati restarono a riposare in eterno nelle profondità cavernose. Anche le grida bizzarre delle forze oscure vennero messe a tacere come i mormorii che si dissolvono... E nonostante le vite dei mortali siano brevi, la terra le ricorderà per sempre.
Reliquia solare
Si narra che Rex Lapis fosse ancora giovane, il sole era un carro che correva lungo la terra. Quando le tre sorelle del cielo notturno vennero martirizzate in una calamità, il carro solare cadde in un burrone profondo. Le genti della montagna, prendendolo come un segno, lo ripararono facendolo brillare di nuovo nell’oscurità. E nonostante fosse tornato al suo solito ciclo da est a ovest, un pezzo sarebbe per sempre rimasto indietro. Quando si spostarono verso la città, resero quel frammento un cristallo, vendendolo poi a qualcuno che ne conoscesse il valore...
“Ehi, è uno scherzo, vero? Non credi davvero a queste storielle infondate, no?”
“I mercanti dell’Unione di Shenglu avevano da tempo lasciato l’oscurità e dimenticato il loro passato.”
“Un cristallo di sabbia scintillante non può essere facilmente trasformato in lacca, dopotutto, né è adatto alla produzione di vernici di lusso.”
“Secondo i minatori della Voragine... e mi raccomando di non credere prontamente anche a questa storia...”
“Questo orologio e il cristallo di sabbia appartenevano ai Milleliti cinquemila anni fa.”
Nell’abisso senza luce che combatteva contro l’oscurità, anche qualcuno potente come lo Yaksha non avrebbe resistito a lungo. E tanto più i comuni mortali avevano bisogno di luce per non perdersi nella cortina d’acciaio della notte divorante. I Milleliti raccoglievano dunque sabbia scintillante per illuminare la via, ricordando il pallido chiaro di luna. L’orologio segnava il tempo che passarono nell’abisso e funge da prova del fatto che dove essi caddero, altri raccolsero il loro compito.
Patto siglato
Fin dai tempi antichi, questo luogo conosciuto come la Voragine brilla di un lustro Vermiglio. I minatori di montagna e i mercanti di città raccontano ancora la leggenda di uno Yaksha... Si narra che un giorno il viaggiatore solitario con quattro braccia giunse nelle lande desolate dove cadde la stella. Le tribù delle montagne, avendo sentito che i viaggi di questo esorcista viandante lo avevano portato da loro, l’avvicinarono uno dopo l’altro:
“Visitatore che vieni da lontano, perfavore, accetta il nostro vino e ascolta la nostra supplica.”
“Potresti trovare i nostri liquori invecchiati amari e diffcili da mandar giù, ben lontani dai dolci infusi del Monte Tianheng lodati persino da Rex Lapis.”
“Ma il cielo ci ha onorato con pietre preziose e giada meravigliosa che ci consentono di sopravvivere.”
“Per merito della grazia divina di Rex Lapis, le nostre vite non sperimentano il terrore, anche se non sono ideali.”
“Eppure le cose sono cambiate e un’ombra oscura è scesa sulla benedizione che abbiamo ricevuto dalla stella caduta.”
“Non abbiamo doni preziosi da donare come pegno, tuttavia preghiamo per il tuo soccorso.”
L’ospite ascoltò la supplica degli anziani, bevendo in silenzio ogni goccia di quel vino amaro. Non promise nulla e non castigò i mortali per la loro insolenza; semplicemente, si diresse verso est nonostante i tentativi di trattenerlo.
Quanto a ciò che successe dopo, tutti sanno cosa accadde...
Ma quel bicchiere di vino fatto di semplice cristallo che l’ospite aveva condiviso con gli anziani delle tribù resta ancora oggi come testamento del loro patto.
Portamento tonante
Una volta Tianqiu ospitò un potente Yaksha dalle quattro braccia. Giunse alla Voragine da lontano, lodato dalle tribù. Organizzarono un banchetto con cibo in abbondanza. Entrò nella Voragine brandendo la spada, un disastro da non dimenticare. Potente come un demone, gli occhi brillavano come sfere di fuoco viola. I fulmini squarciarono le ombre e i tuoni dissolsero l’oscurità. Le nuvole nascosero l’abisso, una bocca che si allunga a divorare il firmamento. Il vento selvaggio ululava, il cinabro illuminava l’oscurità. Le catene montuose tremarono e le gole crollarono. Le profondità collassarono urlando e poi scese il silenzio. Le nuvole dense solidificavano i raggi solari mentre gli uccellini cantavano tristi:
“Non avete sentito? I tamburi muoiono nel vento del nord, l’eroe sprofonda nel vortice.”
“Non avete visto? La battaglia per l’alba dello Yaksha... ahinoi per una vita così spesa.”
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Sul petto un pozzo pieno di pietre lanciate dalla mente.
Una voragine vertiginosa aperta a ogni pensiero, a ogni dubbio, la comunicazione farebbe qualcosa? Ma è tutto un sogno nel sogno.
Ho bisogno di te, per sapere che ho bisogno di me, e il dolore dell'inconsapevolezza mi attanaglia le membra. Fatti più vicina, ho bisogno del tuo calore, del tuo odore, per dipingere questo cielo grigio altrimenti insapore.
Ti ho mai detto che è più bello quando mi stringi forte e mi illudo di valere qualcosa? Allora da cosa deriva tutto questo? Da una svalutazione iniziale? Siamo veramente ciò che facciamo? La mia gentilezza può bastare?
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tempestainmare · 2 years
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La terra dopo l'AMORE.
La storia più vecchia del mondo... un evergreen.
Sono giorni, per non dire anni che noto una stranezza EVIDENTE ASSAI nel genere maschile tutto.
Confusione di ruoli.
E perchè non mi vuoi?
Forse perchè non siamo nati per stare con tutti.
E perchè non mi vuoi?
Amore mio sono 31 anni che nessuno mi vuole, eppure sto fresca e tosta.
Fatto è che il popoletto è da NUMERO 1 nella scelta dell'anima gemella. Due anime che vagano nel tempo destinate ad incontrarsi per non lasciarsi mai più.
#filorosso #gomitolodilana
Un amore stellato.
Una come-ta nel cielo.
Come capire chi è la propria anima gemella in 8 semplici mosse. Normativa vigente nei secoli dei secoli. E che te ne fai dei matrimoni americani.
Bello da paura. Alto, magro, corpo scolpito dalla palestra dura e ardua mai della vita ma solo della macchina. Capello brizzolato? Tinta per capelli da uno bravo, il barbiere. Barba folta con cespuglio nascondi cibo; tatuato si e si tranne in quei posti li, decisamente frocio. Mani curate, piedi curatissimi, baciato dalla luce della lampada UV 365 giorni l'anno. Pelle morbida e setosa, sopracciglia sempre in ordine, capello all'ultima moda sempre. Denti splendenti contro spreco della corrente. Da prediligere occhio azzurro ceruleo e capello biondissimo come il grano d'estate.
Posto fisso. Circa la questione lavorativa apriamo una voragine. Deve uscire di casa alle 8 e rientrare alle 16.00, 5 giorni alla settimana. Lavori notturni decisamente no. Sono da eliminare troppi mestieri quali le professioni di aiuto, aiuto medico, aiuto notarile anche se...
L'acquisto. Più dai e meno spendi.
La donna non paga mai. L'uomo galante è quello che non fa mancare niente alla propria donna, economicamente parlando. Migliori vacanze, migliori ristoranti, migliori donne e migliore pesce in costiera.
La mia donna è da invidia a tutti gli uomini e non solo.
Fiero e geloso... possessivo al 100%. Quello che arriva alle MAZZATE per proteggere il proprio territorio, quello che puzza mai di sudore e sempre e solo di #DAVIDOFF.
Migliori vacanze, pranzo al ristorante e cena in crociera.
L'AMORE è anche questo, ma tu la conosci CLAUDIA?
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shymeg · 3 years
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Jabitha and the line “change can be a beautiful thing”, in the spirit of fall
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The leaves were falling off the Birch and Maple trees. Tabitha and Jughead, we're walking back to their new house from Pop's Chockalit Shoppe.
Tabitha was wearing Jughead's yellow and black plaid jacket; she thought it matched her pop's uniform better. Jughead's blue eyes were smiling at how big it was on her as he wore his red and black jacket. She already laughed, saying; He was no "Paul Bunyan." Jughead could admit he was no lumberjack, but he enjoyed the plaid.
A dog with a leaf in its mouth came running up to them. Jughead pets it behind the ears. When he did that, Tabitha breathed in the air. Late season fresh cut grass, someone was making Apple crisp and Jug's scent of hamburgers and coffee. She smiled just thinking about it.
Jug looks up at her black hair flowing in the wind and her brown eyes dancing when she smiles, "What are you thinking about Tabs?"
She loved when he called her that, "You and that Dog wouldn't it be nice to have one?"
He laughed and shook his jet-black hair, "Tabs, we work like all the time. How would we have time for a dog?"
Leave it to him to be the reasonable one she thought she'd show him. She looked at the dog, who hadn't moved from the said spot, and neither had Jug, leaning down to pet the dog.
"Ahem," he looked at her; she saw it, he wanted one too, "It can be the Pops mascot have a heated dog house outside Pops, and we can take it to special events, it can live with us."
"That's a lot of responsibility, Tabs, are you sure? You haven't even pet this one!"
She nodded, leaned close to the dog, and the dog wagged his tail, barked, and jumped up like it was going to dance with her.
"I waited because I knew that would happen." She laughed.
Jughead laughed and grabbed some leaves and watched them blow from his hands, "my other question?"
In a sultry voice, Tabitha says, "Ah, yes, Jughead, Change can be a beautiful thing! "
Alright, he looked at the dog and said, "go home," as he grabbed Tabitha's hand. To continue walking. Three minutes go by, and the dog is still following, "Tabs, that dog isn't going home."
She whispered, "perhaps it is Jughead. Perhaps it is."
Jughead just smiled, turned around, "Come on, Boy, if you want to be ours, you need to walk ahead of us," he whispers to Tabs, "I only said that to see if it stops when we do."
Tabs shakes her head, silently laughing at her man. The dog followed Jughead's order, but unlike what they expected, the dog walked up to their front steps.
Jughead smiles, looks at Tabitha in a sultry voice says, "Change can be a beautiful thing, Tabs!" They both knew they'd be looking out for lost dog posters and online, but until then, perhaps the dog found his home with them.
Thank you @cielo-e-voragine for the gif!
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