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#chitarra elettrica
vitaspanata · 9 months
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Voglio costruire una solid body #67
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Verniciatura completata! Abbiamo usato la poliuretanica della SAYERLACK per via della robustezza e nel contempo scoperto che il mondo delle vernici e della verniciatura sono parecchio complicati e puzzolenti.
Abbiamo anche aggiunto le schermature in rame per le cavità dei pickup e dei potenzionetri.
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filtrospazio · 1 year
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fard-rock-blog · 2 months
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La chitarra elettrica
Con la nascita delle prime orchestre jazz, all’inizio degli anni ’20 del secolo scorso, nacque l’esigenza di aumentare la potenza dell’amplificazione. In particolare il problema si poneva per le chitarre che erano difficilissime da amplificare con dei normali microfoni che, a causa della cassa armonica, tendevano a innescare (effetto larsen). I costruttori iniziarono così a produrre chitarre con…
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Photober good vibes
Autore foto: @whateverpeoplesayiwas
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klimt7 · 11 months
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Il buio e le stelle
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Nuovi angoli del reale.
Indagare, dove conducano
quelle scale.
Una mattina, che non è niente male
e che la tua curiosità esistenziale
ti stupisce ancora con lo stupore
di quand'eri bambino
preso ad esplorare
di ogni possibilità, le strade.
Allora, come ora
tu non conosci le cose
ma ti ostini, caparbio
a prendere direzioni inusuali.
A incaponirti ad espandere il mondo.
A slabbrare il confine dal tuo cortile
al Buio inspiegabile
che ti aprono dentro, le Stelle.
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passeracea · 2 months
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Dovrei potare le piante ma piove, quindi animata da un insolito spirito produttivo decido di contrastare la mia tendenza all'accumulo e dedicarmi alla casa sistemando un armadio che non ha mai avuto un uso specifico. Nel senso ci ho messo le cose provvisoriamente e a caso che tanto poi le sistemo, ma son passati 5 anni e va be avete capito. Oltre a troppe cianfrusaglie e vestiti di due taglie fa che ho già smistato tra beneficenza, mercatini e Vinted nei ripiani in alto ho trovato: una racchetta da tennis, gli scarponi da snowboard, un sacco a pelo, tre clavette da giocoliere, un trivial pursuit, un materasso gonfiabile,  delle ciabatte giganti a forma di dinosauro, un accordatore per chitarra elettrica, un poster di Miss Dronio, delle tende non mie, degli scampoli di stoffa e delle formine per ghiaccio a forma di pene.  Ma come è possibile avere tutte queste cose? Ovviamente molte sono nuove o quasi, per alcune mi sono dovuta concentrare per ricordare da dove venissero o perché le avessi comprate.  In futuro cercherò la forza di affrontare altri armadi. Forse. Tra un po'.
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diceriadelluntore · 26 days
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Storia Di Musica #318 - Black Widow, Sacrifice, 1970
Nella scelta di raccontare gruppi che hanno black nel nome, non si poteva non toccare il lato esoterico della musica: c'è tutto un filone metal, detto black metal, che porterà all'estremo queste tematiche, con un gusto quasi parossistico dell'orrido diventeranno una sorta di clichè. Il gruppo capostipite furono i leggendari Black Sabbath, ma qualche mese prima un altro gruppo che aveva black nel nome partorì un disco che se musicalmente si allacciava alle nascenti sonorità folk-prog nelle tematiche iniziava, in maniera tanto elegante quanto esplicita, l'anima nera della musica rock.
Il gruppo in questione si chiama Black Widow. All'inizio erano un sestetto, che si chiamava, nel 1966, Pesky Gee. Ne facevano parte: Kay Garret (voce), Kip Trevor (voce, chitarra e armonica), Jess "Zoot" Taylor (pianoforte e organo), Jim Gannon (chitarra e voce), Clive Jones (sassofono e flauto), Bob Bond (basso) e Clive Box (batteria), e con questa formazione pubblicano un album, fino a pochi giorni introvabile (ci sarà una ristampa ad aprile 2024), dal titolo Exclamation Mark nel 1969, che è un tentativo di farsi strada nell'affollatissimo panorama inglese di blues rock: il disco passò inosservato. In quell'anno Kay Garret lasciò il gruppo, che si riformò con il nome di Black Widow a partire dal 1970. E il batterista Cox ha un'idea. Affascinato dal mondo dell'occultismo, convince la band a recuperare materiale: leggono per settimane qualsiasi cosa riguardi l'argomento nella Biblioteca della città di Leicester e arruolano un maestro Wicca per raccogliere informazioni. Ne viene fuori così un disco sicuramente affascinante, dove alla musica sofisticata e dalle soluzioni particolari si canta in maniera spesso senza filtri di un rito ancestrale per richiamare entità misteriose. Sacrifice esce nel 1970, stesso anno del primo disco dei Black Sabbath, ma fu registrato nel 1969 e prodotto da quel Patrick Anthony Meehan che sarà produttore degli stessi Black Sabbath fino al 1976 (il loro periodo d'oro) per la CBS.
In Ancient Days parte con un sinistro organo hammond a cui in serie si aggiungono gli altri strumenti ed è "una chiamata del male" che subito muta in Way To Power: c'è l'introduzione di una sezione fiati (che sarà uno dei pilastri di tutto il disco con il rullare tribale della batteria). Il brano ricco di cambi di tempo e dai cori fa da apripista al loro brano più famoso. È sempre il flauto di Clive Jones il protagonista di Come To The Sabbath, che simboleggia con maestria l'abilità del gruppo di rifarsi a canti mistici tribali. Qui è l'andamento a crescere della velocità e dell'ossessivo ritmico ripetere del ritornello evocativo (Come, Come To Sabbath, Satan's There) a rendere la canzone ansiogena ed affascinante allo stesso tempo. Diventerà poi uno della cover preferite dai gruppi heavy metal, e persino i Black Sabbah e i sanguinosi Death SS ne faranno una riproposizione. Ma il disco è un susseguirsi di sorprese: Conjuration è il brano più dark, dalla ritmica marziale e sofisticata dove è facile sottolineare la bella voce di Kip Trevor. A questo punto c'è una sorta di parentesi gioiosa: Seduction e' una ballata meravigliosa che combina momenti jazz rock ed echi di bossa nova che stridono con il testo, vibrante e sensuale: Would you have me stay with you?\Squeeze and hold you tight?\Soothe you with my tongue and touch\Share your bed at night. Il disco si conclude con due brani: Attack Of The Demon con l'armonizzazione affidata all'organo (non c'e' praticamente chitarra ritmica) e la lunga e magnetica Sacrifice, che nei suoi 11 minuti si sviluppa in una lunga improvvisazione strumentale. Tutti i brani hanno apporti davvero minimi di chitarra elettrica, caratteristica che già ne fa un unicum. Il disco ebbe successo anche perchè la band organizzò uno spettacolo dal vivo dove oltre che cantare si esibiva in una sorta di vero rituale: ad un certo punto dello show, sbucando da parti diverse a seconda del luogo del concerto, si presentava in scena la moglie di Clive Box, che attraverso l'uso di fumogeni e carrucole sembrava volasse tra il pubblico, finchè, sul palco mentre suonavano, veniva distesa e "sacrificata". Il caso volle che una sera, presenti dei fotografi del News Of The World, il famoso tabloid scandalistico, la spada del sacrificio lacerasse il vestito della donna, che alla fine rimase nuda. Per alcuni show successivi, la trovata fu organizzata apposta, ma la foto sul giornale fece il giro di mezzo mondo, attirando le feroci critiche sulla band, alimentando lo scandalo sulle pratiche occulte seguite dai componenti del gruppo.
Inspiegabilmente, il gruppo abbandonerà le tematiche gotiche e mistiche, per riproporsi in veste folk prog nel secondo lavoro, Black Widow (1971): il segnale fu l'abbandono del batterista Box per Romeo Challenger. Rimangono un ascolto particolare e storico, sebbene in molti articoli vengono considerati fondatori del doom: possono esserlo per le tematiche, anche se il loro approccio fu quasi sistematico e pieno di fonti e non estemporaneo e spettacolare come altri, ma non lo furono certo per lo stile musicale, che rappresenta davvero un evento nel binomio rock ed occultismo.
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mucillo · 2 months
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Sandro ,mio fratello si è messo alla tastiera,Alex alla batteria,Walter al basso io chitarra elettrica, e alla voce Marta... si faceva un pò di musica per divertirci e sballare un pochettino... suonavamo tipo Soft Machine, Area.. insomma musica d'avanguardia.....forse anche troppa😁 a volte ci veniva a trovare un nostro amico.Chris Cutler degli Henry Cow quando capitava a Milano in occasione di " Rock in Opposition".. che tempi....🎼🎼🎼🎼🎼
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chouncazzodicasino · 6 months
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Canti e/o suoni uno strumento?
(Colgo l'occasione per dire uno dei miei modi dire preferiti: quando uno suona tanto il clacson in macchina e ti da fastidio si urla "e mo' che hai sonato: CANTA!", io dopo averlo urlato rido molto. Mi diverto con poco.)
Canto? Nella mia mente tanto e bene, i miei cavalli di battaglia sono tanti, in tutte le lingue, italiano, inglese, francese, canto anche in portoghese e spagnolo senza sapere una parola. Nella realtà nessuno mi ha mai detto che canto bene e la mia gatta ogni volta che canto miagola e mi viene a mordere perché pensa che sto soffrendo/morendo (???).
Il mio meglio lo do nel playback. Suono? Nella mia mente poco, i miei pezzi forti sono la batteria in Roxanne (soprattutto alla fine sono bravissima alterno molto bene i colpi mentre canto), tutti gli strumenti su Joker and the Thief, la parte degli archi nella nona di Beethoven, e a finire l'assolo di chitarra elettrica di Mark Knopfler su Sultain of Swing che lui mi invita a suonare sul palco perché siamo amici. Nella realtà ho suonato solo il triangolo alla materna/elementare e ti posso dire che non è così semplice come dicono.
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vitaspanata · 1 year
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Voglio costruire una solid body #62
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Cioè, mi tocca ancora togliere del nero perchè il capo vuole il margine più sottile... vacca boia.
Nel box fa un freddo cane.
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cuoredolce67 · 28 days
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21 marzo 1983: i Pink Floyd pubblicano 'The Final Cut'
Lato A
1. The Post War Dream"
2. Your Possible Pasts"
3. One of the Few"
4. The Hero's Return"
5. The Gunner's Dream"
6. Paranoid Eyes"
Lato B
1. Get Your Filthy Hands Off My Desert
2. The Fletcher Memorial Home
3. Southampton Dock
4. The Final Cut
5. Not Now John
6. Two Suns in the Sunset
Formazione:
-Roger Waters – voce, basso, chitarra acustica
-David Gilmour – chitarra elettrica; voce in Not Now John
-Nick Mason – batteria
Collaboratori esterni
-Michael Kamen – pianoforte, tastiera
-Andy Bown – organo Hammond
-Ray Cooper – percussioni
Andy Newmark – batteria in Two Suns in the Sunset
-Raphael Ravenscroft – sassofono tenore in The Gunner's Dream e Two Suns in the Sunset
-The National Philharmonic Orchestra
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turuin · 1 month
Note
Raccontaci la tua prima volta.
Non necessariamente la prima volta sessuale, una tua prima volta che non dimenticherai mai.
Grazie.
La prima volta che sono salito su un palco, imbracciando la chitarra elettrica, con una band, risale più o meno alla fine degli anni '90 (forse proprio il 99).
Prima c'erano state delle piccole esibizioni, con altri gruppi, in piccole feste e cose così; questo invece era un palco in piazza, e fino a un minuto prima avevo voglia di darmi malato e non andarci, come mi capita sempre. Dopo, non sarei più voluto scendere.
Era una cover band da mini festival di quartiere, abbiamo suonato tre o quattro pezzi ed io ho cantato (solo per chitarra e voce) "La Flaca" di Jarabe De Palo (ancora oggi non mi spiego come mi sia saltato in mente).
Non posso dire che fossimo bravi o ascoltabili, posso però garantire che non me ne fregava nulla: esattamente come per il disegno, quando suono mi annullo completamente e quello che sono si riversa tutto in quello che faccio, senza pensare al resto; che vada bene o male è un pensiero del dopo e, francamente, neppure tanto importante.
Ci sarebbero state altre band, dopo, altri palchi per me importanti per quanto piccini fossero, ma la sensazione è rimasta la stessa: voler sprofondare fino a un minuto prima, poi innestare una marcia diversa e suonare, suonare senza voler più smettere.
Grazie per l'ask. ❤️
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klimt7 · 9 months
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The Attitude Song
(Live In Concert)
STEVE VAI
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diceriadelluntore · 11 days
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Icone Mancate
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Questa è una chitarra elettrica che pochi conoscono. Sebbene sia una Fender, la Performer, prodotta nel biennio 1985-1986 (anche come basso) divenne un oggetto per collezionisti per una serie di coincidenze negative.
Nasceva dall'esigenza della leggendaria casa liutaia americana di contrastare il successo delle Superstrats, cioè quelle chitarre che nella forma si rifacevano alla mitica Stratocaster ma che ne "aumentavano" le prestazioni, viste le richieste dei musicisti heavy metal di maggiore potenza sonora: per facilitare i movimenti i manici erano più sottili, la tastiera era a due ottave di estensione e si facevano esperimenti complessi con i pick up e gli humbuckers per maggiore output sonoro: icona di questo movimento fu la Frankenstrat che Eddie Van Halen si costruì con le proprie mani, divenendo una sorta di prototipo del genere. Marchi come Jackson, Guild, Ibanez, Kramer, Charvel, Washburn divennero famosissimi e sfornavano chitarre in quantità. Fender cercò di rispondere, e tra le idee c'era la Perfomer, che io trovo tra le chitarre più belle di sempre: aveva i pick up gemelli inclinati, 24 fret e una paletta a freccia caratteristica che volutamente si distingueva dalle Stratocaster
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La Fender proprio in quel momento stava per essere venduta dalla CBS, ma problemi societari impedirono la produzione in uno stabilimento americano. Fu di fatti prodotta in Giappone, a Fujigen, prima che nel 1985 la produzione si trasferisse a Corona, dove ancora oggi si producono le linee più pregiate.
Voglio ricordare una cosa, quasi a riscatto della sfida delle Superstrats. In una decina di anni il fenomeno si consumò, soprattutto dopo che il grunge e i nuovi stili preferivano strumenti vintage ai nuovi superbolidi della chitarra. Fender, che in dieci anni ridivenne un'azienda solida e gigantesca, finì per comprarsi buona parte degli altri luitai: Guild fu acquistata da Fender nel 1995, Jackson e Charvel nel 2002, la Ibanez quasi fallì, la Kramer andò in bancarotta e fu acquistata dalla Gibson nel 1993.
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morethanheroine · 11 months
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Lo immaginavo delicato come una sinfonia.
Leggero come il battito d'ali di una farfalla.
Soave come una piuma che ondeggia nel vento.
Lo immaginavo così: puro, facile, romantico.
Perché, in fondo, è così che dovrebbe essere.
Ma sbagliavo.
Per me l'amore non è stato niente di tutto questo.
Sin dal primo momento in cui mi ha toccata, è stato la melodia stonata di una chitarra elettrica. L'irruenza di un uragano.
La dannazione di un'anima in collisione.
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