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#carlo delle piane
perfettamentechic · 8 months
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23 agosto … ricordiamo …
23 agosto … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: Gino Cogliandro, Luigi Cogliandro, comico, attore e cabarettista italiano. Napoletano, fu uno dei componenti del trio comico Trettré e partecipò a molti programmi televisivi oltre che recitare in diversi film commedia. (n.1949) 2020: Lori Nelson, pseudonimo di Dixie Kay Nelson, attrice statunitense attiva in cinema e televisione. Nelson frequentò Tab Hunter. Sposò prima il compositore…
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diceriadelluntore · 5 months
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Storia Di Musica #302 - The Mahavishnu Orchestra with John McLaughlin - The Inner Mounting Flame, 1971
Mahavishnu: nella religione induista è uno dei nomi di Vishnu, e vuol dire all'incirca Divina compassione, potere e giustizia. Fu il maestro spirituale Sri Chinmoy, una delle figure più carismatiche e importanti nella diffusione delle filosofie indù in Europa e negli Stati Uniti, a dare questo nome al nuovo progetto di John McLaughlin. Il chitarrista era agli inizi degli anni '70 la nuova stella della chitarra jazz, uno dei personaggi decisivi e più incisivi nella nascita della jazz fusion. Era già famoso per il suo virtuosismo quando nella seconda metà degli anni '60 arriva negli Stati Uniti, dopo aver svezzato un'intera generazione di chitarristi inglesi (primo fra tutti un certo Jimmy Page). E fu quasi per caso che appena prima delle registrazione di In A Silent Way (1969): McLaughlin era negli USA da poche settimane per registrare con il fido batterista del secondo quintetto di Miles Davis, Tony Williams (il disco era Emergency! in power trio Williams, McLaughlin e Larry Young al basso), che con il suo fiuto eccezionale gli chiede di partecipare alle registrazioni. Ed è con il magone in gola per poter suonare con un suo mito che John inizia una collaborazione che lo porterà ad essere punta di diamante del successivo, e inimitabile, Bitches Brew, che fu registrato a poche settimane da In A Silent Way ma che vide la luce solo l'anno successivo. Nel mitico disco, una parte del suo assolo di chitarra in Bitches Brew fu isolato dal lavoro paziente e certosino di Teo Macero alla cabina di regia musicale e divenne un omaggio del maestro al suo chitarrista: John McLaughlin, dove Davis non suona nemmeno. Partecipa anche a On The Corner, ma già durane le prime registrazioni del 1969 fu lo stesso Miles a spingerlo alla carriera solista. Inizia con un gioiello: Extrapolation del 1969 lo vede in quartetto con John Surman (sassofono), Brian Odgers (contrabbasso) e Tony Oxley (batteria) in un disco che si lega ancora al bop ma che contiene già i semi di quell'albero fruttuoso che di lì a pochi anni inizierà a incantare una generazione di musicisti jazz. Nel 1971 fonda la sua band, come mentore Chinmoy, che fu influente consigliere anche di Carlos Santana, che diventerà grande amico e sostenitore del chitarrista inglese. La Mahanishnu Orchestra fu fondata insieme a Jan Hammer alla tastiera, Jerry Goodman al violino, Rick Laird al basso elettrico e Billy Cobham alla batteria, quest'ultimo anch'egli collaboratore di Miles Davis e uno dei più influenti batteristi di tutti i tempi per stile tecnica e innovazioni musicali.
Tutto è pronto per l'esordio. Presso i Cbs Studios tra la 49 East e la 52.ma strada in Midtown, Manhattan, in una sola e leggendaria sessione di prove ad Agosto del 1971, dopo averlo suonato solo un paio di volte in precedenza, viene registrato The Inner Mounting Flame, che esce prodotto da McLaughlin nel Novembre dello stesso anno. Sin da subito si capisce che la sintonia telepatica tra i musicisti è a livelli superiori, e rimarrà proverbiale negli anni a venire, e la scaletta sciorina il meglio della band e delle singole abilità dei musicisti. Meeting Of The Spirits è l'invocazione magica a colpi di assoluti istrionici di McLaughlin alla chitarra e Billy Cobham alla batteria, a cui si aggiungono pian piano quelle degli altri musicisti, in un incedere ipnotico e vorticoso. Con Dawn è come un momento di relativa pausa, un prendere fiato per ripartire con Noonward Race, rappresentazione clamorosa della velocità e della tecnica di Cobham e la chitarra che omaggia il da poco scomparso Jimi Hendrix di McLaughlin, sostenuti dal basso pulsante di Laird, il piano jazzato di Hammer e il violino “scanzonato” di Goodman. A Lotus On Irish Streams vede protagonista il violino di Goodman, grande colonna del brano, che disegna delle scie musicali che davvero fanno pensare al fluire liquido dell'elemento, in uno dei brani più sognanti dell'intero repertorio. Vital Transformation riporta sul groove funk e veloce di Noonward Race ma l'atmosfera cambia per The Dance Of Maya che parte misteriosa, poi diventa blues e finisce nella solita e proverbiale corsa a rincorrersi tra chitarra e batteria, vero marchio di fabbrica della banda. You know, You know, dalla struttura delicata, diventerà fornitura pregiata per molti artisti, ricordo David Sylvian in I Surrender, i Massive Attack in One Love, addirittura il rapper Mos Def, Cecil Otter e altri ancora. Awakening conclude con le tastiere di Hammer un disco dove la velocità e la potenza del motore musicale impressiona ancora oggi per precisione, vitalità e per la padronanza assoluta delle variazioni ritmiche, strutturali e sentimentali dei brani.
Il disco fu un successo, e venderà negli anni un milione di copie, uno dei più grandi successi del jazz. Il successo riporterà in classifica persino i primi esperimenti da solista di McLaughlin. La band si riproporrà con Birds Of Fire del 1973 (dove c'è un omaggio al Maestro in Miles Beyond), altra meraviglia, e si ritrova in studio a Londra, ai Trident, per registrare quello che secondo loro dovrebbe essere l'album definito del connubio jazz e rock. Ma la tensione è alle stelle e la band si scioglie a metà lavoro (qualcosa verrà pubblicato in Between Nothingness & Eternity). La band si scioglie, ma McLaughling continua e stavolta costruisce una nuova grande Orchestra con fiati, trombe e il violino di Jean Luc Ponty, fedele collaboratore di Frank Zappa, ed altri grandi musicisti per ampliare le visioni della musica che ha in mente, con risultati altalenanti. La Mahavishnu Orchestra avrà persino una terza rinascita a metà anni '80, e continuerà ad essere il sogno musicale di un eterno ragazzo inglese che una volta disse: Mia madre dovette sequestrarmi la chitarra per mesi perché stavo tutto il giorno a suonarla e andavo avanti nonostante mi sanguinassero le dita.
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libriaco · 1 year
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Sdrùcciolo (e noioso)
Perché quegli accenti?, scrivevo ieri sera, riferendomi alla citazione di Carlo Dossi che ho riportato.
Perché Carlo Dossi, nella "Nota grammaticale" de La Colonia felice, cita Carlo Cattaneo che sosteneva che si doveva iniziare a stampare i testi con le parole accentate propriamente:
E quindi, ad imitazione dei valentuòmini del cinquecento che introdussero fra noi l’uso d’accentare tutte le voci tronche, e ad imitazione degli spagnoli che accentano tutte le voci sdrùcciole, abbiamo tentato introdurre la semplice regola d’accentare tutte le voci che non siano piane. Pertanto collo spàrgere pochi accenti, una ventina o una trentina per pàgina, ogni parola viene a manifestare la sua pronuncia. Poiché, dove l’accento non è segnato, s’intende che cada sulla penùltima sìllaba; e su tutte le altre voci tronche, o sdrùcciole o bisdrùcciole vien sempre indicato. [...] Diremo ora più partitamente come si possa col maggior nùmero di accenti far sì che tutti rimangano contrasegnati (sic). La parte di gran lunga maggiore delle nostre parole è piana. Per non prodigare gli accenti, poniamo dunque per prima règola che una parola non accentata si presume piana. Accentiamo le sdrùcciole, come da tre sècoli abbiamo preso ad accentare le tronche. Queste tre règole si rappresentano facilmente nelle tre voci sèguito, seguito e seguitò. — Per le parole bisdrucciole e trisdrucciole che sono assài disadatte e rare, valga la stessa règola delle sdrùcciole: accentarle perché poco numerose.
C. Dossi, Il Regno dei Cieli - La Colonia felice [1873 e 1874], Napoli, Guida editori, 1985
C. Cattaneo, Alcuni scritti, Vol. I, Milano, Borroni & Scotti, 1846. Online su Archive, alla pagina linkata.
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lamilanomagazine · 5 months
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Milano, la prima alla Scala: 13 minuti di applausi per "Don Carlo". Segre: «Mi manca Mattarella»
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Milano, la prima alla Scala: 13 minuti di applausi per "Don Carlo". Anche quest’anno una serata speciale per la Prima della Scala a Milano. La stagione è stata aperta con "Don Carlo", diretto da Riccardo Chailly. Tredici i minuti di applausi e ovazione per la soprano Netrebko. Spicca, durante tutta la serata, la presenza nel palco reale della senatrice a vita Liliana Segre, che siede nel posto riservato al Presidente della Repubblica. Accanto a lei il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il Presidente del Senato Ignazio La Russa. La senatrice ha rivolto un pensiero proprio al Capo dello Stato Sergio Mattarella, che non ha potuto presenziare all’evento: «Mi manca Mattarella. Io non ho fratelli né sorelle, ma gli voglio bene come a un fratello». «Sono una habitué della Scala, andavo in loggione e pian piano sono scesa fino alla platea. Quest’anno gentilmente il sindaco e La Russa mi hanno chiesto di venire nel palco reale. Mi manca Mattarella. Mi invitava sempre nel palco reale durante gli intervalli», ha aggiunto la senatrice Segre. Prima dell’inno di Mameli, dal loggione, sono partite le urla «no al fascismo» e «viva l'Italia antifascista» subito dopo. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha spiegato di non avere udito nulla. Il vicepremier Matteo Salvini, invece, ha commentato così: «Opera bellissima, poi se uno va a fischiare agli Ambrogini o a sbraitare alla Scala ha un problema, è nel posto sbagliato. Alla Scala si ascolta, non si urla». Alcune ospiti della Prima hanno voluto “tradire” la tradizione che vieta il rosso a teatro per mandare un messaggio contro la violenza sulle donne. Il sovrintendente della Scala Dominique Meyer, entrando in teatro per la Prima, ha commentato: «Un capolavoro di Verdi, una delle opere che preferisco: grandi cantanti, un grande maestro, una grande orchestra. So che voi tutti siete interessati alla parte sociale di questa apertura, io sono più interessato alla parte culturale».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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jacopocioni · 9 months
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Le lapidi di Firenze: prima parte
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Ricordi di pietra di avvenimenti o personaggi famosi Passeggiando per Firenze, sui muri di palazzi, case e alberghi, si vedono murate delle lapidi a ricordo di un passaggio o soggiorno di un personaggio, di un avvenimento storico o altro. Molte sono state messe dai proprietari dei palazzi, case private, da società o dall’Ufficio Toponomastica del Comune. A Carlo Lorenzini “Collodi”, l’autore del libro per ragazzi Pinocchio (questo libro compie 140 anni), è dedicata una lapide. Si trova nel rione di San Lorenzo, precisamente in via Taddea, nella casa dove nacque nel 1826. Un ricordo del soggiorno fiorentino del Manzoni, l’autore del romanzo “i Promessi sposi”, si trova all’albergo Quattro Nazioni nel palazzo Gianfigliazzi sui lungarni, dove si trattenne in città come disse per “sciacquare i panni in Arno”. Sul muro della facciata dell’albergo Bonciani, in via Panzani, c’è murata una lapide a ricordo del soggiorno di Giuseppe Garibaldi.
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Ad un animale, precisamente a una mula morta di fatica nel 1550, durante i lavori di ingrandimento di Palazzo Pitti, voluto dalla Granduchessa Eleonora di Toledo moglie di Cosimo primo dei Medici, è dedicata una lapide a ricordo del lavoro svolto e della sua morte. Questa si trova in fondo al porticato di sinistra nel cortile sotto la nicchia che contiene la statua di Ercole a riposo. Nel bassorilievo è raffigurata la bestia, sotto ci sono queste parole: a ricordo della mula morta di fatica lavorando per anni nel cantiere diretto da Bartolomeo Ammannati. Nella Piazza dei Giudici, sulla spalletta dell'Arno, si trova una lapide dedicata ad un cavallo ucciso durante l’assedio di Firenze del 1530. Carlo Cappello all’epoca ambasciatore della Repubblica di Venezia alleata della Repubblica Fiorentina, si trovava in città per combattere gli Imperiali. Stava passando nell’allora Piazza d’Arno sul suo cavallo, per recarsi a Palazzo Vecchio a parlare con i "Dieci di Guerra”. In quell’istante un colpo di bombarda sparato dalla postazione degli Imperiali, alla Torre del Gallo, colpì l’animale uccidendolo salvando la vita del suo padrone. L’ambasciatore, in onore del cavallo morto, lo fece seppellire in quel luogo con tutti i suoi finimenti, facendo murare una lapide a ricordo del sacrificio dell’animale.
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Nel 2007, a ricordo del salvataggio del Ponte Vecchio, minato come tutti gli altri ponti cittadini dai tedeschi in ritirata. Il Comune di Firenze vi fece murare una lapide. La distruzione di tutti i ponti e delle aree circostanti, dovevano servire a rallentare l’avanzata degli alleati anglo-americani. Nei primi giorni del mese di agosto del millenovecento quarantaquattro, con l’avvicinarsi dell’ottava armata, venne direttamente da Adolf Hitler, l’ordine di far saltare tutti i ponti per fermare l’avanzata degli alleati, e dar modo alle truppe tedesche di ritirarsi in ordine verso la linea Gotica. Fu in quel frangente che il Console Tedesco Gerhard Wolf e il Cardinale Elia Dalla Costa, iniziarono a trattare il salvataggio di Firenze dichiarandola città aperta e del Ponte Vecchio. Tanto fu il loro impegno che riuscirono nel loro intento. Wolfgang Amadeus Mozart, era un giovinetto di quattordici anni, quando nella primavera del 1770, con in padre Leopold, venne a Firenze per esibirsi davanti al Granduca Leopoldo primo di Lorena. La permanenza di padre e figlio in città, ebbe la durata di quindici giorni. Presero alloggio presso l’albergo Aquila Nera nella odierna via Cerretani. In quel luogo il Comune e gli amici del Teatro Comunale, per ricordare il soggiorno del grande musicista hanno fatto apporre una lapide nel luogo dove era situato all’epoca l’albergo. Nella via Cerretani, vicino all’albergo dove alloggiarono il giovane Mozart e suo padre, c’era la casa dove abitava la poetessa Maria Maddalena Morelli, conosciuta con lo pseudonimo di “Camilla Olimpica” nella Accademia della Arcadia, tale presenza è ricordata con una lapide.
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Nel borgo di Pian dei Giullari, sulle colline circondanti Firenze, nella villa il “Gioiello” ad Arcetri, visse gli ultimi anni della sua vita, assistito dalla figlia suor Maria Celeste, lo scienziato Galileo Galilei. Era un sostenitore della teoria “copernicana”. Questa teoria poneva al centro dell’Universo il sole, con i pianeti che gli giravano intorno terra compresa, contraria alla teoria “tolemaica”, che metteva al centro dell’Universo la terra, con tutti i pianeti e il sole che gli giravano in torno. La chiesa era contraria alla teoria di Copernico. Accusato di eresia fu costretto all’abiura, e confinato dal Sant’Uffizio nella sua villa. Nel 1942, l’Università di Firenze, appose una lapide a ricordo delle scoperte fatte dallo scienziato. All’interno del Duomo di Firenze, si trovano murate quattro lapidi a ricordo di chi ha contribuito alla sua costruzione: Giotto di Bondone, innovatore della pittura. Fu inoltre un valente architetto e scultore. È ricordato per essere il costruttore del campanile di Santa Maria del Fiore; Filippo di Ser Brunellesco Lapi ovvero Filippo Brunelleschi. Nominato capomastro dall’Opera del Duomo alla costruzione della Cattedrale, subentrando a Lorenzo Ghiberti e Arnolfo di Cambio. È l’autore della cupola della chiesa, e l’ideatore e costruttore delle macchine usate per la sua erezione.
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In Piazza dei Ciompi, si trova la casa del Ghiberti valente architetto e costruttore delle porte del Battistero. Vincitore insieme a Filippo Brunelleschi del concorso indetto per la costruzione della cupola della chiesa di Santa Maria del Fiore (anche se questa coabitazione si protrasse per poco tempo). Sopra al portone di ingresso della casa vi è apposta una lapide, ricordante l’architetto e le sue porte. Dietro all’abside del Duomo, si trovano le famose “Botteghe di Donatello” dove nacquero il crocifisso del “Cristo Contadino” della disputa con il Brunelleschi, il suo Davide, il San Giorgio per l’Arte dei Linaioli e Rigattieri, e tante altre opere famose. Sul muro sopra le arcate delle “Botteghe” si trova un busto dello scultore con una lapide commemorativa. Sulla porta di ingresso di Palazzo Vecchio, si trova il monogramma di Cristo. La dedica al Redentore Re di Firenze fu scritta sul marmo e murata nel 1527, quando cacciati da Firenze il Cardinale Passerini e i due bastardi di casa Medici, ebbe inizio l’epopea della Repubblica Fiorentina. Queste furono (forse) le parole allora incise: “Iesus Christus rex florentini populi S.P. decreto electus”. Con il ritorno dei Medici la scritta fu cambiata con le seguenti parole che si possono vedere ancora oggi: “Rex Regum e Dominus Dominantium”.
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Sempre sulla facciata di Palazzo Vecchio, sulla parte sinistra verso la fontana del “Nettuno” dell’Ammannati (chiamato famigliarmente dai fiorentini per il candore del suo marmo “Biancone”), si trova una lapide fatta murare dagli Otto di Guardia e Balia addì 30 luglio 1720. L’iscrizione riporta una deliberazione dei Signori Otto, che ricorda ai cittadini l’uso appropriato della fontana: “Di non lavare calamai, panni o altro, di non gettarvi legni, sporcizie e altre brutture, fino alla distanza di venti braccia, sotto pena di quattro ducati e libero arbitrio dei Signori Otto”. Decreto del Magistrato del 21 agosto 1641.
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Nel cortile della dogana si trova murata una lapide a ricordo della abolizione della pena di morte dal Granduca Pietro Leopoldo. Di fronte alla del biancone sulle pietre della piazza c'è una lapide a ricordo del martirio di fra Girolamo Savonarola e dei suoi due confratelli.
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Allo stadio comunale Artemio Franchi, sotto la torre di Maratona, si trova il sacrario dedicato ai cinque ragazzi renitenti alla chiamata alla leva dalla R.S.I. Furono catturati a Vicchio del Mugello, sospettati di essere appartenenti a bande di partigiani. Erano stati presi per rappresaglia, dopo che i partigiani entrati in paese, e ucciso simpatizzanti dei fascisti. I giovani vennero processati e condannati a morte per fucilazione. Questi i loro nomi: Antonio Raddi 21 anni; Leandro Corona 21 anni; Ottorino Quiti 21 anni; Adriano Santoni 21 anni; Guido Targetti 21 anni. Questi giovani furono portati all'allora stadio Giovanni Berta e passati per le armi. In piazza Santa Croce dove il 17 febbraio 1530, durante l’assedio delle truppe imperiali di Carlo V, venne giocata una partita di Calcio in Livrea, per non interrompere la tradizione di giocare al calcio in tempo di Carnevale. A ricordo di quello storico evento, è murata su una parete del palazzo degli Antellesi una targa marmorea, nel punto esatto al centro del campo dove veniva battuta la palla all’inizio della partita chiamata batti palla (dall’altra parte del campo di gioco vi è murato un cerchio di marmo proprio di fronte all’altro, porta al suo interno quattro triangoli due rossi e due bianchi), con la scritta; alli 17 di febbraio 1530, con al suo interno rappresentati tre cerchi di colore rosso, bianco e verde.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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castelliditalia · 11 months
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ANTICA DESCRITIONE DI BARDI
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Il castello di Bardi, con la sua mole ed il suo inconfondibile profilo che caratterizza tutto il paesaggio circostante, è uno dei più affascinanti del Parmense, per la sua arditezza, la sua mole ed il fascino dei suoi intricanti cunicoli, i sotterranei ed i camminamenti.
Carlo Natale, un pittore ed incisore cremonese, nonchè allievo di Guido Reni, vissuto dal 1590 al 1683, ci ha lasciato una bellissima serie di incisioni che descrivono l'antica val Ceno corredate da interessanti annotazioni, di cui voglio riportarne alcune particolarmente suggestive. Tutte antichissime descrizioni che trovano eco ancor oggi in molte realtà del territorio.
Dovete sapere infatti che "Bardi è Cappo della Val di Ceno (...) ha una fortezza in cima à uno sasso tutto rosso, durissimo, e altissimo fuori d'ogni scalata, fortificata per ogni forte di Batteria, monitionata si di vivere, come d'Artiglieria, & altre monitione per offesa, e difesa.
Il Principe Don Federico l'ha ampliata , fortificata, monitionata, e abbellita con appartamenti, giardini, fontane, grotte, tre armerie da fuoco, da ruotta, e da taglio, e fra l'altre arme antiche, che vi sono vi è la spada di Carlo Quinto Magno Imperatore donatale dal Rè di Spagna Filippo II.
Una speceria di quinta essenza, & altre cose rare, và facendo una libraria. (...) V'è una capella ben'ornata con Reliquie, e messe cotidiane. Ha molini, cisterne, botteghe, e ciò che è bisogno. (...) Vi è la Zecha, vi sono dottori de theologia, lege, e medicina".
Tra le bottege e gli artigiani presenti a Bardi, vengono menzionati anche "tre Maestri di lima perfetissimi" e "Lettori di Casi di conscienza".
E la descrizione del territorio continua pittoresca... "Vi è San Giouanni parrochia ancor lei, nella quale se vi fà la vita Christiana. Si fanno hora un'hospitale per l'infermi e pellegrini, e una Compagna De Disciplinati. (...)
Ha miniere di ramo, di ferro, di alabastro codignino, alcuni christalli. Vi è una bellissima miniera di pietre per fare collono, & altri edifici, certi diamantini picoli tanto belli, e tagliati a facete, che paiono fatti à posta". Ancor oggi presso Bardi esiste un luogo chiamato "il bosco dei diamanti" dove io stesso ho trovato diversi cristalli purissimi di quarzo, ed anche in alcuni torrenti nei dintorni si trovano interessanti minerali.
L'autore non manca poi di citare la mitica Città d'Umbrìa: "Vi sono le ruine della Città d'Ombria, gira uno miglio, si vedono ancora le ruine delle muraglie delle case in cima al monte Occa, iui è un monte detto Barregaz, al quale si vede ancora intorno il fosso, & trinchiere intagliate con pietra, che rende segno della sua antichità, e segno, che iui era alloggiato l'essercito che espugnò detta città".
Molto interessante anche la descrizione di altri tesori e della fauna che in quel tempo viveva nelle nostre montagne:
"Si trouono in molti luoghi Medaglie d'argento con l'Impronto, de Romani avanti l'Imperatori. Ha bellissime caccie di Lepri, Pernici, Luppi ceruieri, Orsi, ha li monti Peschiere. Vi nascono Astori, Sparuieri, e falconi esquisiti: aria buonissima, e salutifera ad ogni tempo (...) Hà molti boschi, monti, valli, piane, diversi riui, e fontane, quali vi è una fontana che guarisce li Cutanei.
Il Principe vi hà introdoto hora la razza de Caualli", invero si tratta di cavalli originariamente introdotti dalla Gallia Belgica dai Romani, cavalli piccoli e forti, adatti alla montagna. Il Principe tentò di "migliorare" questi animali con diversi incroci con cavalli arabi, giungendo all'attuale razza divenuta tipica di questa zona, il cavallo bardigiano appunto, razza che rischiò di scomparire agli inizi dello scorso secolo, ma oggi fortunatamente recuperata e protagonista dell'annuale fiera che si tiene in agosto.
da Libro della descritione in rame de i Stati et Feudi Imperiali di Don Federico Landi raccolte ed intagliate da Carlo Natale pittor cremonese - sec. XVII
by Il Viaggiatore senza Meta
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thanxgodisholyday · 1 year
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SABATO 25 MARZO, AL TRANSILVANIA ROCK HOTEL, GEM BOY NEL LORO SPETTACOLO "GEM BOY BIKINI"... CONCERTO CON APERICENA
   Translivania Rock Star Hotel
Via Autostazione, 95,
San Benedetto Val di Sambro BO
 A 300 mt dall’uscita PIAN DEL VOGLIO - autostrada BOLOGNA FIRENZE
https://transilvaniahotel.it/
 Il progetto GEM BOY BIKINI nasce da un'idea di Carletto che, come un sogno, per anni ha tenuto in un cassetto impolverato: creare un contesto in cui a prevalere fosse più l'anima cabarettistica e intima piuttosto che la musica e la sua potenza.
All'interno dei concerti dei Gem Boy è sempre stata presente una parte di cabaret, ma a farne da padrona è sempre stata la musica. Chi viene ai concerti dei Gem Boy viene anche per saltare, ballare e cantare a squarciagola. Ma esiste anche un altro pubblico, un pubblico più tranquillo che ha voglia di sedersi e ascoltare qualcosa con un volume pari a un televisore e storce il naso se dici troppe volte "cazzo" o "figa". Si presentava una bella sfida, considerando la fama e il repertorio piuttosto esplicito dei GEM BOY.
Poi un bel giorno Carlo mandò una mail a Baz alias Marco Bazzoni facendogli i complimenti e chiedendo se voleva far qualcosa con i Gem Boy; per risposta ricevette l'invito di andarlo a trovare a LE LUMACHE SCIÒ, il suo laboratorio.
Fu così che quella sera in cui Carlo e Max andarono a Milano con la consapevolezza di andare solo a conoscere delle persone nuove (dopo una lunga insistenza da parte di Baz e le altre lumache) si trovarono ad esibirsi davanti a 200 persone che non li avevano mai visti nè sentiti, il tutto solo con pianoforte e voce.
Baz censura CarloL'idea della band al completo venne subito scartata per motivi di spazio, attrezzatura mancante e soldi. Chi fa le Lumache non guadagna e i soldi dell'incasso sono solo per i costi di gestione. Ma nonostante questo, il viaggio, il tempo, solo per la gloria e la voglia di imparare, Max e Carlo continuarono ad andare alle Lumache tutte le sere cercando di reinventarsi.
Da quella esperienza nascono Fatalità e Hannibal e l'ultima sera della stagione delle Lumache, caso vuole ci fosse anche l'autore capo progetto di Colorado Café: Cesare Vodani. Dopo lo spettacolo si avvicinò a Carlo e Max confidando loro che conosceva già bene i Gem Boy, ma che non li aveva mai sentiti né visti in quella versione, e che ne rimase entusiasta, tanto da invitarli a partecipare ai provini di Colorado Café.
Nel frattempo i GEM BOY BIKINI cominciano a testare le loro capacità di DUO in serate intime in alcuni pub di Bologna. Infine, per concludere questa favola durata mesi fatta di viaggi su giù da Milano per esibirsi per 3 o 4 minuti, arriva la convocazione ufficiale alla trasmissione di Colorado Café. Il resto è storia d'oggi.
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robachetira · 1 year
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SABATO 25 MARZO, AL TRANSILVANIA ROCK HOTEL, GEM BOY NEL LORO SPETTACOLO "GEM BOY BIKINI"... CONCERTO CON APERICENA
   Translivania Rock Star Hotel
Via Autostazione, 95,
San Benedetto Val di Sambro BO
 A 300 mt dall’uscita PIAN DEL VOGLIO - autostrada BOLOGNA FIRENZE
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 Il progetto GEM BOY BIKINI nasce da un'idea di Carletto che, come un sogno, per anni ha tenuto in un cassetto impolverato: creare un contesto in cui a prevalere fosse più l'anima cabarettistica e intima piuttosto che la musica e la sua potenza.
All'interno dei concerti dei Gem Boy è sempre stata presente una parte di cabaret, ma a farne da padrona è sempre stata la musica. Chi viene ai concerti dei Gem Boy viene anche per saltare, ballare e cantare a squarciagola. Ma esiste anche un altro pubblico, un pubblico più tranquillo che ha voglia di sedersi e ascoltare qualcosa con un volume pari a un televisore e storce il naso se dici troppe volte "cazzo" o "figa". Si presentava una bella sfida, considerando la fama e il repertorio piuttosto esplicito dei GEM BOY.
Poi un bel giorno Carlo mandò una mail a Baz alias Marco Bazzoni facendogli i complimenti e chiedendo se voleva far qualcosa con i Gem Boy; per risposta ricevette l'invito di andarlo a trovare a LE LUMACHE SCIÒ, il suo laboratorio.
Fu così che quella sera in cui Carlo e Max andarono a Milano con la consapevolezza di andare solo a conoscere delle persone nuove (dopo una lunga insistenza da parte di Baz e le altre lumache) si trovarono ad esibirsi davanti a 200 persone che non li avevano mai visti nè sentiti, il tutto solo con pianoforte e voce.
Baz censura CarloL'idea della band al completo venne subito scartata per motivi di spazio, attrezzatura mancante e soldi. Chi fa le Lumache non guadagna e i soldi dell'incasso sono solo per i costi di gestione. Ma nonostante questo, il viaggio, il tempo, solo per la gloria e la voglia di imparare, Max e Carlo continuarono ad andare alle Lumache tutte le sere cercando di reinventarsi.
Da quella esperienza nascono Fatalità e Hannibal e l'ultima sera della stagione delle Lumache, caso vuole ci fosse anche l'autore capo progetto di Colorado Café: Cesare Vodani. Dopo lo spettacolo si avvicinò a Carlo e Max confidando loro che conosceva già bene i Gem Boy, ma che non li aveva mai sentiti né visti in quella versione, e che ne rimase entusiasta, tanto da invitarli a partecipare ai provini di Colorado Café.
Nel frattempo i GEM BOY BIKINI cominciano a testare le loro capacità di DUO in serate intime in alcuni pub di Bologna. Infine, per concludere questa favola durata mesi fatta di viaggi su giù da Milano per esibirsi per 3 o 4 minuti, arriva la convocazione ufficiale alla trasmissione di Colorado Café. Il resto è storia d'oggi.
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wildbunch-ita · 1 year
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SABATO 25 MARZO, AL TRANSILVANIA ROCK HOTEL, GEM BOY NEL LORO SPETTACOLO "GEM BOY BIKINI"... CONCERTO CON APERICENA
   Translivania Rock Star Hotel
Via Autostazione, 95,
San Benedetto Val di Sambro BO
 A 300 mt dall’uscita PIAN DEL VOGLIO - autostrada BOLOGNA FIRENZE
https://transilvaniahotel.it/
 Il progetto GEM BOY BIKINI nasce da un'idea di Carletto che, come un sogno, per anni ha tenuto in un cassetto impolverato: creare un contesto in cui a prevalere fosse più l'anima cabarettistica e intima piuttosto che la musica e la sua potenza.
All'interno dei concerti dei Gem Boy è sempre stata presente una parte di cabaret, ma a farne da padrona è sempre stata la musica. Chi viene ai concerti dei Gem Boy viene anche per saltare, ballare e cantare a squarciagola. Ma esiste anche un altro pubblico, un pubblico più tranquillo che ha voglia di sedersi e ascoltare qualcosa con un volume pari a un televisore e storce il naso se dici troppe volte "cazzo" o "figa". Si presentava una bella sfida, considerando la fama e il repertorio piuttosto esplicito dei GEM BOY.
Poi un bel giorno Carlo mandò una mail a Baz alias Marco Bazzoni facendogli i complimenti e chiedendo se voleva far qualcosa con i Gem Boy; per risposta ricevette l'invito di andarlo a trovare a LE LUMACHE SCIÒ, il suo laboratorio.
Fu così che quella sera in cui Carlo e Max andarono a Milano con la consapevolezza di andare solo a conoscere delle persone nuove (dopo una lunga insistenza da parte di Baz e le altre lumache) si trovarono ad esibirsi davanti a 200 persone che non li avevano mai visti nè sentiti, il tutto solo con pianoforte e voce.
Baz censura CarloL'idea della band al completo venne subito scartata per motivi di spazio, attrezzatura mancante e soldi. Chi fa le Lumache non guadagna e i soldi dell'incasso sono solo per i costi di gestione. Ma nonostante questo, il viaggio, il tempo, solo per la gloria e la voglia di imparare, Max e Carlo continuarono ad andare alle Lumache tutte le sere cercando di reinventarsi.
Da quella esperienza nascono Fatalità e Hannibal e l'ultima sera della stagione delle Lumache, caso vuole ci fosse anche l'autore capo progetto di Colorado Café: Cesare Vodani. Dopo lo spettacolo si avvicinò a Carlo e Max confidando loro che conosceva già bene i Gem Boy, ma che non li aveva mai sentiti né visti in quella versione, e che ne rimase entusiasta, tanto da invitarli a partecipare ai provini di Colorado Café.
Nel frattempo i GEM BOY BIKINI cominciano a testare le loro capacità di DUO in serate intime in alcuni pub di Bologna. Infine, per concludere questa favola durata mesi fatta di viaggi su giù da Milano per esibirsi per 3 o 4 minuti, arriva la convocazione ufficiale alla trasmissione di Colorado Café. Il resto è storia d'oggi.
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perfettamentechic · 2 years
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23 agosto … ricordiamo …
23 agosto … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2020: Lori Nelson, pseudonimo di Dixie Kay Nelson, attrice statunitense attiva in cinema e televisione. Nelson frequentò Tab Hunter. Sposò prima il compositore Johnny Mann e poi l’ufficiale di polizia Joseph J. Reiner. (n. 1933) 2019: Carlo Delle Piane, attore italiano. Attore unico, inconfondibile, enigmatico. Nel corso della sua carriera ha lavorato con alcuni dei più importanti attori e…
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ginostigliani · 1 year
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#Gintonik del 02 Febbraio 2023 L'Arte che cura con Anna Crispino e Massimiliano Gallo, che si racconta in una "chiacchierata" a tre, ricordando grandi nomi dello spettacolo, nel giorno del compleanno di Carlo Delle Piane, passando per Giuffrè, Croccolo e ovviamente su Papà Nunzio
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cine-maps · 3 years
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"Guardie e ladri" Mario Monicelli, Steno - 1951 via Gregorio VII - Roma
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lamilanomagazine · 1 year
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Modena, Palazzo Solmi sarà completamente riqualificato
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Modena, Palazzo Solmi sarà completamente riqualificato. A Modena c'è un progetto per un palazzo Palazzo Solmi tutto nuovo. Nel Camerino degli specchi, al posto del parquet industriale, sarà posato un pavimento antico in noce-ciliegio e verrà realizzata una cornice perimetrale in lastre di cristallo retroilluminate. Al centro della sala sarà appeso un lampadario in vetro di Murano completo di lampade a led dimmerabili (regolabili in intensità), così come dimmerabili saranno tutti gli apparecchi illuminanti del piano nobile. Su tutti i piani verranno integrati e predisposti gli access point wifi e saranno installate 14 telecamere di videosorveglianza. Nelle scale di servizio, inoltre, la ringhiera inizialmente prevista in ferro sarà sostituita con una balaustra in cristallo antisfondamento, mentre nei cortili esterni al pian terreno verrà effettuato un trattamento idrorepellente e antivegetativo per tutelare la pavimentazione in cotto. Il valore dell'intervento Il cantiere è stato consegnato oggi, martedì 20 dicembre, dal Comune di Modena al Consorzio Innova Società cooperativa e alle ditte consorziate esecutrici As Costruzioni e Servizi srl di San Felice sul Panaro e Baschieri srl di Sassuolo. L’intervento, che ha ottenuto il via libera dalla Soprintendenza, ha un valore di circa 2 milioni 600 mila euro, di cui 2 milioni 500 mila derivanti da mutuo erogato dall’Istituto per il Credito sportivo, e avrà una durata intorno all’anno e mezzo. La consegna del progetto Al momento della consegna hanno partecipato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, gli assessori ai Lavori pubblici e alla Cultura Andrea Bosi e Andrea Bortolamasi e i rappresentanti di enti e associazioni rappresentative delle tradizioni e dell’identità di Modena che troveranno sede nell’area dell’edificio trasferita al Comune dal Demanio, destinata a diventare sempre più la “Casa della Modenesità”. Alla consegna hanno preso parte infatti Daniele Francesconi, direttore del Festival Filosofia; Giancarlo Iattici, presidente della Società del Sandrone; Ermanno Zanotti delle Società Centenarie; Roberto Fazzini, collezionista di riproduzioni in latta di allestimenti circensi. All’iniziativa erano presenti anche i familiari di Maria Grazia Badiali cui sarà intitolata una sala all’interno del Palazzo, come riconoscimento per il suo impegno e profondo spirito di solidarietà nei confronti delle persone più deboli attraverso le tante iniziative promosse dall’Associazione internazionale Regina Elena onlus. Le associazioni Gli spazi dell’edificio del XVIII secolo oggetto di riqualificazione saranno destinati per circa 220 metri quadrati a sede del Consorzio Festival Filosofia, per 456 metri quadri alla Società del Sandrone, mentre altri 920 metri quadrati, di cui metà nei cortili interni, rimarranno a disposizione per esposizioni temporanee ed eventi aperti ad altri soggetti e alla città. Tra le raccolte dal forte legame con il territorio che potranno essere ospitate nello storico edificio, potrà esserci anche la collezione di giocattoli e modellini in latta che riproducono decine di circhi di tutto il mondo del collezionista Roberto Fazzini, divenuto negli anni il più grande collezionista al mondo di riproduzioni in latta di allestimenti circensi. I modellini, che Fazzini ha espresso la volontà di donare al Comune, che si impegna a valorizzarli, sono fatti a mano e vanno dall’Ottocento fino alla prima metà del Novecento. Read the full article
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Regalo Di Natale - Pupi Avati -
Non era capitato mai neanche a me di vincere, e lo sto dimostrando, che non ne sono capace
Carlo Delle Piane 2 Febbraio, 1936 - 23 Agosto 2019
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schizografia · 5 years
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kseenefrega · 5 years
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“Lei non saprà mai con quale punto l’ho sfidata a giocarsi 250 milioni, è l’unica condizione che le ho posto e mi sembra un dettaglio trascurabile…”
Su questa indimenticabile frase ruota uno dei capolavori del cinema italiano, “Regalo di Natale” di Pupi Avati, girato qualcosa come 33 anni fa e pietra miliare per gli appassionati del genere.
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