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#anteprima Il mondo dietro di te
omarfor-orchestra · 1 year
Note
Sono d'accordo con te, ha sbagliato totalmente nelle persone a cui si è rivolto e soprattutto sbaglia costantemente i modi dimenticandosi che comunque la fortuna di una serie la fa anche chi la guarda (direi per la maggior parte), per cui anche meno scagliarsi ogni volta contro il pubblico. Poi in merito alle clip, la rai avrà pensato fosse un bene farle uscire o far uscire prima gli episodi - cosa che comunque metterà inevitabilmente in giro altri contenuti - ma certamente non è responsabilità dello spettatore..se lo hanno fatto avranno avuto (spero) i loro buoni motivi, però certamente non è compito di chi guarda la serie opporsi a queste scelte e soprattutto se tutto ciò serve a tenere alto l'interesse, lui stesso dovrebbe esserne felice e se non lo è problema suo lol Credo che alla fine la rai stia cercando di trarre il massimo dall'interesse della gente per MF, anche con la scelta di mettere in anteprima gli episodi, però è normale che sia così..il prodotto piace e cerchi di "sfruttare" questo hype al massimo, è lui che dovrebbe accettarlo e smettere con queste storie.
Relativamente a Twitter concordo al 100% è tipo il male, io sto leggendo robe sul personaggio di Carmine che boh, gente che dice che lo rovineranno, che la serie diventerà una parodia delle prime stagioni, che se qualcuno è curioso della storia Carmine-Rosa allora non c'ha capito nulla e roba così che veramente mi fa passare la voglia di entrarci e commentare. Purtroppo non ci sono mezze misure su Twitter, ognuno ritiene di avere ragione anche quando si parla di una semplice serie (e non solo, purtroppo lo fanno letteralmente su tutto)..
(Scusami per i messaggi lunghissimi, non ho affatto il dono della sintesi 🥲)
Giuro l'unica cosa su cui concordo sul tuitter è quando dicono che il personaggio di Nina è stato bruciato, lei e GretaEsposito si meritavano il mondo perché hanno portato sulle spalle tutta la prima stagione e invece mo manco si ricordano più di lei. Per il resto sembra di stare al mercato comunale
Poi mi dà ancora più fastidio il fatto che da 4 clip e le sinossi pensino di aver capito tutto della trama, come se non sapessero che uno dei punti di forza della serie sia proprio il colpo di scena che stravolge tutto. Ma che ne sapete che Carmine e Rosa si innamoreranno davvero? Quello è uno stratega magari ci va dietro per distruggere i Ricci da dentro e si porta dietro Edoardo che ha capito che non quaglierà mai con loro perché non ha il cognome
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lamilanomagazine · 8 months
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Giuseppe Bonifati, intervista all'attore che ha preso parte al cast del film "Ferrari" di Michael Mann
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Giuseppe Bonifati, intervista all'attore che ha preso parte al cast del film "Ferrari" di Michael Mann in concorso a Venezia80. Giuseppe Bonifati nato nel 1985° Castrovillari l'attore, drammaturgo, poeta e regista, diviene sempre più hollywoodiano, ma senza mai dimenticare le sue radici. In precedenza ha già preso parte a cast eccezionali, come nel film "Tutti i soldi del mondo" di Ridley Scott, regista de "Il gladiatore"; ed ancora una volta, è stato scelto da un altro maestro del cinema internazionale, Michael Mann, che gli ha consentito di prendere parte al biopic che riguarderà Enzo Ferrari, interpretato da Adam Driver. L'attore italiano si calerà nei panni di Giacomo Cuoghi, avvocato e consigliere del padre del cavallino. Il film "Ferrari" verrà presentato in anteprima mondiale all'ottantesimo Festival del Cinema di Venezia, e uscirà nelle sale italiane a Dicembre 2023. Con questa intervista noi di La Milano abbiamo voluto scavare a fondo, nel lato umano, oltre a quello artistico dell’attore. L’intervista: - Quando e dove nasce la passione per la recitazione e per il suo lavoro? - È nata molto presto, ho iniziato questo lavoro da giovanissimo, esattamente con la danza. Poi ho incontrato il Maestro Giuseppe Maradei che mi ha indirizzato professionalmente verso questo mestiere, propriamente come un capocomico. Per me, essendo nato a Castrovillari, in Calabria, è stato praticamente come nascere da subito nell’arte. Castrovillari è una città che si mostra, da sempre, come capitale della cultura artistica, ha ospitato, e tutt’ora ospita, molti Festival teatrali. - In passato ha lavorato per il regista Ridley Scott, ora ha lavorato per Michael Mann prendendo parte al cast nel film “Ferrari”; com’è stato lavorare per questo immenso regista? - È stata una nuova sfida, una nuova opportunità. Michael Mann è un regista scrupoloso, meticoloso, puntiglioso, che punta al dettaglio unico, quasi come uno scultore dietro la macchina da presa; una sorta di “sfinimento artistico” e lo dico restituendone il significato positivo del termine. È un regista che riesce ad ottenere da te quello che lui desidera, riesce ad ottenere l’inaspettato. Essendo anch'io un regista, vedere lavorare questi “mostri” sacri, come Mann, ha rappresentato un insegnamento. - Nel film “Ferrari”, che verrà presentato a Venezia80, in anteprima mondiale, ha interpretato Giacomo Cuoghi, l’avvocato di Enzo Ferrari, che ha confezionato per lui la memoria difensiva che gli ha permesso di superare l’intero calvario giudiziario; qual è stato il tratto caratteriale che ha voluto far prevalere nel personaggio? - Più che un tratto caratteriale, il personaggio richiedeva un dettaglio, una peculiarità fisica, quasi organica, che doveva essere preponderante nella sua ricostruzione e interpretazione. - Per entrare in parte e calarsi interamente nei panni dell’avvocato Cuoghi si è avvalso di una particolare fonte di ispirazione? Un’opera? Una canzone? Un personaggio? - Non particolarmente, diciamo che cerco sempre una strada unica, tutta mia. Anche se allo stesso tempo, Michael Mann, mi ha consegnato alcuni materiali, interviste, su cui studiare, che riguardavano la figura di Giacomo Cuoghi. Con questi scritti ho compreso al meglio il rapporto che vi era tra Enzo Ferrari e il suo avvocato. Cuoghi, più che difensore del padre del cavallino, era prima di tutto un consigliere, quasi un amico, nonostante si dica che i due non si siano mai dati del “tu”, ma solo del “lei”. - Per la seconda volta le si chiede di interpretare un avvocato. Prima, Giovanni Iacovoni in “Tutti i soldi del Mondo” per Scott e ora Giacomo Cuoghi per Mann: qual è stato, secondo lei, il tratto, il motivo per il quale i due registi l’hanno scelta per dare volto ai suoi personaggi? - Molto probabilmente per il carisma, per lo charme e per la profondità interiore esclusivamente, tipicamente italiana, che ha molta presa sugli stranieri. - Tra i suoi diversi progetti vi è anche la direzione de “Il teatro volante: un palcoscenico tra le nuvole”, la nuova base risulta essere l’aeroporto internazionale di Billund (Danimarca). Un progetto in cui le performance e gli spettacoli teatrali vengono realizzati ai terminals, ai gate, e al ritiro bagagli; l’aeroporto, un luogo carico di emotività in cui emergono addii, saluti e ricongiungimenti, come mai la scelta di questo luogo? E da dove nasce l’idea di questo progetto ambizioso? - La scelta del luogo è stata determinata dal fatto che insieme alla mia compagnia abbiamo volato almeno un migliaio di volte, e per infiniti luoghi. Viaggiando così tanto, e passando per così tante volte per l’aeroporto di Billund, abbiamo ritenuto necessario, che diventasse, per noi, anche il nostro luogo artistico, lavorativo, e non solo una dimensione di transito. Il progetto “Il teatro volante: un palcoscenico tra le nuvole” va avanti da molti anni, tre esattamente, e con esso abbiamo raggiunto ancora più sicurezza, maestria e fiducia tra di noi e con i passeggeri. - Progetti per il futuro? - All’inizio dell’anno ho iniziato a scrivere una sceneggiatura, che avevo già in mente da molto tempo. Potrebbe rappresentare il mio debutto da regista di lungometraggi. La narrazione è ambientata tra l’Italia, in particolar modo in Calabria, e la Danimarca e si ispira alla tragedia di Amleto; nonostante l’Amleto non menzioni l’Italia, ho voluto ambientare la mia sceneggiatura nella mia Terra; questa scelta mi consente di potermi avvicinare nuovamente alla mia nazione anche dal punto di vista lavorativo e artistico. Giuseppe Bonifati: Bonifati ha frequentato la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi ed ha approfondito i suoi studi all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, partecipando inoltre ai Laboratori Internazionali di Teatro della Biennale di Venezia. Tra i diversi riconoscimenti in ambito artistico ha ricevuto nel 2006 il Microfono di Cristallo “Umberto Benedetto” dalla RAI, il Premio “Alessandro Fersen” per la Drammaturgia ed è stato scelto nel 2011 tra i Giovani Talenti Nazionali dal Ministero della Gioventù. Ha ricevuto nel 2015 e 2020 il premio DE.MO./ MOVIN’UP, dal Ministero della Cultura MIBACT / GAI. Dal 2010 é il direttore artistico di DOO performing arts group. Ha fondato nel 2021 assieme a Linda Sugataghy “Det Flyvende Teater” / Il Teatro Volante, con base presso l ́Aeroporto Internazionale di Billund (Danimarca). Negli ultimi quindici anni ha scritto e diretto oltre 30 lavori, rappresentati in oltre 20 nazioni. Ha tenuto workshop sul teatro e la performance collaborando con le facoltà artistiche dell’Università di Torino, Kaposvar University (Ungheria), UDESC – Florianopolis (Brasile), Aarhus University, CISPA – Copenhagen Int. School of Performing Arts e Copenhagen University (Danimarca). Ha pubblicato Ritratto all’Ombra (2004) e 21:31 (mi sento morire), 2014 per Lietocolle Editore. Il testo “Pepé El Bastardo Impaziente e Innamorato” é apparso nella serie teatrale Percorsi di Editoria & Spettacolo. Per il cinema, ha partecipato al film di Ridley Scott ALL THE MONEY IN THE WORLD (2017), accanto a Kevin Spacey, Christopher Plummer, Mark Wahlberg, Michelle Williams, Timothy Hutton. Ha recitato nella serie tv della BBC US (2020), con Tom Hollander e Sofie Gråbøl. Recentemente ha preso parte al nuovo film di Michael Mann FERRARI (2023), con Adam Driver e Penelope Cruz.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ilarywilson · 4 years
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Seguimi
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«Non solo è un milkshake alcolico, ma è esplosivo!» e no, non è un modo di dire.  «Seguimi» e l`ironia non è casuale, visto che lui non la segue mai. «E` un drink che si può ordinare a coppie o in gruppo, ma mai da soli. E` a tempo... ti esplode in faccia se non riesci a indovinare tutti gli ingredienti o... qualche altra cosa: se sbagli a fare un`affermazione sull`altro, se dici una certa parola... che ne so, qualsiasi cosa. Serve per sfidare l`altro e a fare conoscenza. Saresti sicuramente il primo locale di classe» l`ha detto davvero?  
Il menù copre per un pelo il suo roteare gli occhi al cielo, ma forse dal silenzio che ostenta sarà facile intuire la sua espressione. «Di classe... oh beh...» sarà mica sarcasmo quello? «Diciamo che non è il termine che sceglierei» compunta, quasi come fosse possibile non offendere la sua creatura (...) solo scegliendo un tono noncurante e mantenendo la postura impeccabile della damina intenta a consultare il menù.
«È di classe» inizia con fermezza. «Solo perché ballano intorno a una pertica...» Sospira. «Ti ho poi già detto perché l`ho aperto...» Non vorrebbe ritornare sull`argomento.
«... a vendere milkshake. In bicchieri di vetro, niente plastica» contratta, inclinando il capino di lato, speranzosa. 
Alza le sopracciglia stupito piacevolmente, mentre comincia ad attraversare seriamente l`idea di inserirlo nel menù. «Quest`idea mi piace» si limita a dire, ma solo perché il cervello sta galoppando. «Segui me ora, vieni. Mi hai fatto venire un`idea» Le darà i diritti, statene certi. Andrebbe così ad acchiappare la sua mano per smaterializzarsi ancora - «Ah, tieniti stretta» scusa, Wilson, ogni volta lo dimentica - e riapparire dietro il bancone del Maze completamente vuoto. Andrà a racimolare latte, frutta, peperoncino e un bicchierone di vetro. La guarderà poi con occhi allargati e un sorrisone stampato sulla faccia, attendendo.
Un sonoro sbuffo a finirgli in viso «io ti seguo sempre» mentre già si lascia trascinare per quella mano che lui è tornato ad acchiappare.  «Stretta» rafforzando la presa sulla sua mano mentre spariscono risucchiati dal vortice della Smaterializzazione. Neanche fa in tempo a riprendere familiarità col pavimento o a guardarsi intorno, che lui l`ha già lasciata a barcollare in un posto assai insolito. Il retro del bancone: uuuuh. Si potrebbe tradurre così l`espressione sorpresa ed emozionata che mette sù, come se le fosse appena stato regalato un privilegio indicibile. Si diverte ad esplorare la parete a specchio piena di liquori colorati, puntellando i gomiti sul bancone per poi salirci a sedere sopra. Le gambe a penzoloni e lo sguardo che ora ritorna su di lui. Gli sorride di rimando, nel vederlo carico di roba, affaccendarsi attorno a quello che ora è chiaro che cosa sia. 
«Sto per assaggiare un milkshake alcolico in vergognosa anteprima?» 
Sporgendosi appena in avanti, elettrizzata come una bimbetta a cui abbiano appena comunicato che Natale arriva con sei mesi di anticipo. «Hai la mia attenzione».
«Dobbiamo provare gli ingredienti» si toglie il farfallino e si sbottona il colletto della camicia per stare più comodo; infine si arrotola le maniche della camicia per non intralciare le mani. «Che proponi?»
Un guizzo allegro attraversa le iridi quando lei incrocia il suo sguardo, iniziando a mordicchiarsi il labbro inferiore come ogni volta che è nel mezzo di un fermento creativo. «Quand`è il momento di dirti che sono un disastro in cucina?» domanda retorica, anche se dal sorriso pericoloso c`è da esser sicuri che non si tirerà comunque indietro. «Hai preso del peperoncino... credo di sapere dove stiamo andando» la mantellina verrebbe sganciata e poggiata di lato, così che lei possa compiere l`inutile gesto di sollevarsi le maniche del vestito già a tre quarti. «Se esploderà deve essere piccante, difficile da tenere in bocca. Siccome nasce per l`incontro, deve necessariamente essere afrodisiaco...» allungando una manina per andare a pescare gli ingredienti che ha in mente, nominandoli man mano «zucca» perché per lei E` un ingrediente afrodisiaco «peperoncino e... ci vuole del cioccolato fondente come base. Per forza» di cosa stiamo parlando, gente? «Non credo di sapere che sapore abbia il ribes nero... ma con la zucca sta benissimo la salvia e il tè nero o verde» .
«Oh, tranquilla... io sono un disastro nei giochi, tu in cucina. Ci compensiamo» ribatte, avvicinandosi rapidamente per cercare di rubarle di nuovo un bacio, prima di mettersi a lavoro. «Il frutto della passione è meglio della zucca se vuoi l`afrodisiaco» commenta, grattugiandosi il mento con le unghie. 
«Pensa cosa succederebbe se giocassimo in cucina» sogghignando, come una bimbetta deliziata all`idea di creare situazioni ancora più disastrose. O forse per quel bacetto che le arriva sulle labbra, che le fa dondolare allegramente quei piedini neanche quello fosse il suo modo di fare le fusa, dondolando anche il capino biondo allo stesso ritmo. Magari ci ritorneremo un`altra volta su tutte le cose compromettenti che Harry ha appena detto, sì? Ora è troppo impegnata a rivolgergli un`occhiata oltraggiata.
«Io non credo proprio» incrociando le braccia al petto, la burrasca all`orizzonte nel momento in cui lui pare voler anteporre il frutto della passione alla zucca. 
Una risata scema gli fuoriesce spontanea alla quella buttata lì senza malizia, qualcosa di caldissimo in quegli occhi azzurri che lo guardano gli sciolgono il cuore come quel fondente fuso che attende elettrizzato la sua sorte. «Però la zucca è più dolce» acconsente. «Cioccolato...» posa sul bancone una ciotola con del cioccolato fuso fondente. «Fondente, così fa da contrasto al dolce della zucca e del latte». 
«Vedo che iniziamo a capirci»
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Annuisce soddisfatto. Riflette un momento. «Proviamo zucca, fondente, ribes e peperoncino italiano» conclude, agitando la bacchetta e frullarli bene dentro il bicchierone di vetro. Gli ci vuole una manciata di minuti per completare il tutto, ma alla fine esce un milkshake dal colore caramellato e qualche bacca di ribes a decorazione sul bordo. Afferra il bicchiere e lo porge alla cav- alla Wilson. «A te il primo assaggio!»
«Più zucca, o il cioccolato sovrasta troppo il dolce. Merlino. BRUCIA!»
«Lo chiameremo Colazione da Wilfany» 
Un vero peccato che non possa cogliere la citazione al film babbano del secolo scorso, quindi a farla sorridere è probabilmente il fatto che il nome le piaccia o che quel bicchiere di latte abbia rinfrescato il palato. «Mmh... una colazione alcolica. Con la zucca sta bene l`incendiario e lo so che probabilmente ora partirà una diatriba fra irish whiskey e scotch QUINDI... propongo una doppia variante per non scontentare nessuno».
«Va bene, doppia variante. Colazione da Wilfany e Colazione da Harrilly»
Le gote scelgono di accendersi maggiormente solo adesso, quando la doppia fusione di nomi e cognomi le scaraventa finalmente addosso l`importanza di quello che stanno facendo. Ilary Wilson e la sua discutibile piramide dei valori, sulla cui cima sosta indisturbata l`idea del milkshake alcolico dei suoi sogni che sta per venir incluso nel menù del suo locale come fosse la cosa più naturale del mondo. Oh, perfetto, ora sente di nuovo i polmoni in fiamme. O forse è solo l`effetto del peperoncino. Deglutisce a vuoto.
«Harrilly è veramente terribile però!»
«Che ne dici se si potesse invece scegliere l`ubicazione della colazione? Colazione da Wilfany sui Grampians o a Dublino oppure...» azzarda, alla ricerca di qualcosa di più intuitivo «Colazione da McWilfany o da O`Wilfany» «La verà sfida sarà finirlo o tenerlo in bocca abbastanza a lungo. E` intrinsecamente esplosivo... Duffany!» Look at her, così elettrizzata. «Abbiamo creato una bomba ad orologeria senza nemmeno bisogno della magia» how cool is that.
Non può non notare la sincera gioia che si sta facendo strada sul viso della strega lì accanto; un guizzo nelle viscere lo obbliga a guardarla incantato. «Ti vedo particolarmente contenta» commenta con una punta di indifferenza nella voce, ma il sorriso a vanificare tutta quella messa in scena, perché è un sorriso soddisfatto e colmo di letizia. Ha un paio di ipotesi sul perché tutto questo la renda felice: o per una personale soddisfazione di avere una propria idea nel menù di locale o per l`originalità - modestia a parte - del nome che comunque va a portare una certa importanza a tutta quella faccenda. A loro due, e alla storia del Maze. «Colazione da McWilfany o da O `Wilfany, andata» concorda.
Lei si cura di rivolgere il sorriso altrove. «No, non lo sono» lo rimbecca infatti, volutamente capricciosa nel negare l`ovvio con assai poca convinzione. «Probabilmente sei tu che osservi male almeno tanto quanto ascolti» la punzecchiatura innocente con cui torna infine a guardarlo; un sorriso accartocciato a lato della bocca e quegli occhi lucidi e ridenti che non imbrogliano proprio nessuno; come i piedini felici che continua a far dondolare. «Posso fartela una domanda?» va poi a domandare con semplicità, come se stesse per chiedergli una cosa sciocca e fondamentale come "pensi davvero che il frutto della passione sia più afrodisiaco della zucca?" e invece no, quello con cui conclude è: 
«Come mai il locale ha cambiato... tema? Credevo rendesse omaggio al-al tuo amico» 
Cauta, nel tirarlo in ballo con una delicatezza che in fondo sa tirar fuori, quando serve, tornando solo ora sul suo viso.
«Be`...» comincia; si sposta una mano dietro la nuca, con fare imbarazzato. 
«Ora rende omaggio a... qualcun altro» 
so will you share your soul with me? unzip your skin and let me have a see? paint me in trust, lean for me and I'll fall back you’ll fit so nicely, you’ll keep me intact 
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unaperiko · 6 years
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metamoro fanfiction
note: okay, ‘sta roba nasce dopo aver letto l’intervista di Fabrì in cui parla del periodo sanremese e di come si sentisse responsabile per Ermal, soprattutto nel caso di una loro possibile sconfitta. È ambientata in un momento futuro quando cominceranno una nuova collaborazione assieme. Doveva essere un momento, un flash di loro due assieme, ma invece è uscita fuori così, amen. Ringrazio @bluebandit16 e @flickres per essersela sorbita in anteprima: tanto bene davvero. <3
You make a fool of death with your beauty
And for a moment
I forget to worry
 Se ne stanno seduti su una terrazza di un hotel da qualche parte di Roma. Ermal sente l’intreccio di vimini della sedia sfregargli le scapole, quando aggiusta la postura poggiando i gomiti in avanti. Fabrizio sta invece con il capo chino sui fogli spiegazzati davanti a sé, la penna in bocca che dondola in sincrono con il groviglio dei suoi pensieri. Sembrano entrambi due naufraghi e il tavolo là davanti l’isola deserta che li ha fatti incontrare. Deja-vù.
Rispetto a più di un anno e mezzo fa, oggi fa quasi caldo se non fosse per il vento che si insinua tra le maniche della camicia di Ermal: sta arrivando l’estate, pensa. In realtà con la mente si sta perdendo in quello che ormai sembra essere un filo conduttore di vita. Nei suoi ricordi, si ripete sempre la stessa identica scena: loro due che si trovano da qualche parte, in un punto fisso e irraggiungibile, a condividere l’anima e pungolarsi la mente. Come quella volta all’Ariston.
<< Non ti devi preoccupare, capito? >>
Fabrizio continuava a ripeterglielo tra una serata e l’altra del festival.
<< Guarda che sono tranquillissimo >>
A quel punto lo attirava a sé circondandogli il collo con un braccio e con la mano che tamburellava piano sul suo petto. << Non ti preoccupare >>.
 Solo mesi dopo aveva capito che in realtà stesse cercando di rassicurare se stesso. Al tempo continuava a respingere le sue attenzioni più per timore di non essere in grado di riuscire a fare altrettanto, che per presunzione.      
Gli ritorna in mente un qualcosa di simile, eppure così lontano dall’essere circoscrivibile a una sola realtà: quando erano rimasti da soli al dopo party del festival, in bilico sulle scale dell’hotel con il premio tra le gambe e le braccia a sorreggersi a vicenda.
Ermal non sapeva davvero quantificare la percentuale di alcol in corpo, non è abituato come Fabrizio, ma al tempo quello che riusciva a fare era poggiarsi all’altro condividendo l’euforia. Se ne stavano in silenzio dopo l’ennesima risata. D’un tratto Fabrizio prese a stringergli i riccioli con una mano muovendo piano le dita. Ermal rimase immobile a sentire il solletichio del movimento espandersi per tutta la cute. Avrebbe voluto scostarsi e dirgli di piantarla, così lo spettinava e basta, invece non fece nulla. Non faceva mai nulla.
<< Stai a scintillà tutto >>. Fabrizio gli tirò via un lustrino incastrato tra i capelli mentre sorrideva e ritirava via la mano. Ermal avrebbe voluto rapire il calore di quel gesto ancora per un po’, anche un momento solo, ed è forse proprio questa realizzazione a fargli scrollare le spalle di riflesso.
<< Dà qua, non te lo fregare >>.
Ma Fabrizio lo allontanò dalla sua presa mettendoselo dietro un orecchio a mo’ di fiore.
<< Sta meglio a me >>.
Ermal guardò i riflessi oro e fucsia che facevano capolino tra l’ammasso di onde nere che erano i suoi capelli. Poi si soffermò sugli occhi di Fabrizio che ridevano di lui in maniera quasi bonaria. Ancora, poco più sotto, le lentiggini si stendevano tirate dalla smorfia semi-trattenuta del suo gioco: non le aveva mai notate prima, rifletté, con un ennesimo pensiero che sapeva di bugia.
<< Narciso è morto affogato, per la cronaca >>.
Fabrizio portò la lingua tra le labbra in un gesto che a Ermal suonava come un campanello fin troppo familiare nella memoria.
<< Sei bono pure te >>.
Ermal avrebbe voluto replicare che non era quello il punto cardine della questione, però c’era un calore che cominciava a risalire lungo il collo e carezzare il pomo d’Adamo in una stretta impietosa.
<< Bizio, s’è fatto tardi >> riuscì solo a dire. Era sempre un rincorrersi di secondi mancati e modi condizionali tra di loro.
A quel punto Fabrizio si era alzato facendo leva sul suo ginocchio arrivando poi ai capelli.
<< A domani, cespugliè >> gli augurò come buonanotte stringendogli un’ultima volta i riccioli. Quella notte Ermal sognò di tocchi lievi e brividi sulla pelle.
 Ora si sfrega il dorso di una mano sulle labbra e in parte lo fissa dall’altro capo del tavolo, in parte ha lo sguardo rivolto verso il panorama di cemento immaginando il mare. Quando è con lui ha un tale mondo di parole e richieste e silenzi in testa da non riuscire a trovare spazio per il reale.
<< C’è troppa calma >> si lamenta Fabrizio mettendo da parte gli spartiti abbozzati.
<< Vado a prendere la chitarra >>
<< No, non è quello >>
Ermal sapeva a cosa si stesse riferendo. La loro prima collaborazione aveva preso vita tra un letto a castello e disegni appiccicati ai quattro muri di una cameretta.
<< Dovrei avere un paio di peluche nella valigia >>
<< Ancora coi peluche? Vai pe’ i quaranta, eh >>
<< Li ho vinti tutti per te, non te lo ricordi? >>
Ermal sente lo sguardo di Fabrizio su di sé: gli sembra di stare sull’orlo di un precipizio altissimo e i suoi occhi sono il peso che cerca di spingerlo nel baratro.
<< Seh, te piacerebbe >>.
Fabrizio sorride in maniera aperta ora ma una mano va a dargli un buffetto sulla guancia. Ermal piega la testa di lato prima che le sue dita scivolino via intrappolandole tra la guancia e la spalla, tentando di mordergli il dorso con la bocca. Fabrizio lascia che i denti gli sfiorino le nocche mentre la sua risata riempie l’aria tutt’attorno.  << Sei proprio un ragazzino >>.
Lo dice senza malizia e più come se volesse sfuggire da qualcos’altro. Ma Ermal non gli concede tregua: poggia le labbra sul tatuaggio del sole, quasi a mo’ di baciamano, più e più volte. La consapevolezza dell’intimità di quel gesto lo investe in ritardo, quando sente il battito rimbombare frenetico dalle orecchie in fiamme. È un continuo stare in bilico tra l’assedio delle proprie emozioni e la facilità che ha di lasciarsi andare, per lui. Così è capitato a Lisbona, poi all’olimpico, poi ancora e ancora e ancora all’inizio di autunno: ogni volta sa sempre più di una promessa lasciata in sospeso.
Alla fine Ermal si scansa.
<< D’accordo, chitarra >> ripropone facendo per alzarsi ma la mano di Fabrizio ora gli stringe la spalla, in una sorta di richiesta implicita. Potrebbe scrollarsela di dosso facilmente. Potrebbe scusarsi e fare finta di aver frainteso. Potrebbe cominciare a straparlare del niente e prenderlo in giro di qualunque cosa.
Potrebbe potrebbe potrebbe.
Invece stavolta aspetta. Aspetta che Fabrizio si avvicini e cerchi i riccioli con le dita. Aspetta che ricambi il suo sguardo e veda il caos emotivo che gli imperversa nella testa, nel cuore, fin dentro le viscere. Aspetta che, finalmente finalmente, copra il viso con il suo.
Per la prima volta da tanto tempo, Ermal è in pace.
 note bis: la strofa iniziale è presa da Hunger, di Florence + the Machine. Ci rivedevo tantissimo Ermal che guarda Fabrizio e trova la calma di tutto.
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GAMES WEEK amore e odio dei fan
Siamo ormai ad Ottobre inoltrato e i maggiori eventi di interesse mondiale sono ormai alle porte, Halloween, Natale, Capodanno e altre situazioni per ubriacarsi e stare in compagnia ... tuttavia, per noi amanti del genere è appena passato, giusto settimana scorsa, un evento ormai caratteristico e indiscutibilmente importante: la Milano Games Week.
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Penso che ormai chiunque conosca questo evento, vuoi per chi lo frequenta o magari chi ne ha solo sentito parlare tramite qualcuno o magari su qualche telegiornale, insomma la Games Week è ormai di moda, sono ben più di 6 anni che viene organizzata e ogni volta attira sempre maggior pubblico, ma esattamente di cosa si tratta? Dunque per quei pochi che non la conoscessero, la Games Week è un evento, o per meglio dire fiera, che ogni anno si occupa di portare a tutti gli appassionati al mondo dei videogiochi le ultime novità su prodotti e tutto quello che ne consegue, o almeno così doveva essere in origine.
Mi spiego meglio, i gestori o gli organizzatori della Games Week hanno capito che avrebbero fatto molto più successo se oltre ai videogiochi avessero introdotto anche del "fanservice" e come? Ovviamente sfruttando il media per eccellenza, Youtube e le sue "celebrità" italiane, non fraintendetemi con questo non voglio dire che non dovrebbero esserci, anche perché il più delle volte sono persone che portano su internet contenuti del tutto attinenti ai videogiochi, quindi anche per loro è un mezzo per tenersi aggiornati, tuttavia a differenza, non molti di quelli che li seguono sono interessati ai videogiochi e questo ovviamente si conclude con una fetta di persone che vanno a questi eventi col solo intento di vedere e salutare i loro idoli del web. 
Capisco che il mio ragionamento risulta essere molto "chiuso" ed egoistico e per questo ci terrei a sottolineare che chi vi parla qui dietro ha foto e fogliettini autografati da Youtubers, ciò non toglie il fatto che il motivo principale per cui andare alla Games Week sono i videogiochi e non chi li usa come strumento di intrattenimento su Youtube. Giusto per fare chiarezza.
Premesse a parte credo che non si possa negare il ruolo fondamentale che la Games Week gioca nel mondo dell'intrattenimento virtuale, nel nostro campo, i videogiochi. Ogni anno vengono presentati in anteprima titoli che devono ancora uscire, notizie, aggiornamenti e il più delle volte sono anche presenti gli sviluppatori, è possibile inoltre conoscere magari dei gruppi indipendenti che a loro volta stanno creando qualcosa e tutto questo, se mi permettete, è incredibile.
Fino a un po' di anni fa, l'idea di un evento interamente dedicato ai videogiochi e a chi li usa era a mio punto di vista impensabile, i videogiochi sono sempre stati visti più come un evoluzione dei giocattoli per bambini più che un business dedicato ad una fetta di pubblico così ampia, vorrei sottolineare che in media le persone che vanno alla Games Week hanno tra il 16/17 e i 25/26 anni, ed è solo una media. 
Questo dimostra che i videogiochi sono ormai uno strumento, per così dire, che attira un numero sempre più vasto e variegato di persone ogni anno.
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Personalmente posso dire che frequento la Games Week da ormai un numero di anni rilevanti, e sostanzialmente per 2 motivi il primo è per i videogiochi e il secondo per il marketing, mi spiego, oltre ai videogiochi sono presenti molti stand (sempre più in aumento) che vendono gadget o prodotti a tema come magliette, zaini, borse e tutto questo genere di cose, ora mi permetto di aprire una parentesi, molta gente che per comodità chiamerò i "puristi" del videogioco sostengono che tutto quello che riguarda indirettamente il mondo del gaming sia in realtà superfluo per il vero "videogiocatore" e che quindi sia solo un mero fine per spillare soldi a chi di videogiochi non ne capisce nulla e vuole solo ostentare il suo status di nerd o gamer come dir si voglia per il gusto di far parte di un mondo che in fondo, non comprende.
Mi prendo la libertà di dissentire e oltretutto ritengo a dir poco stupido, se non di più, il fatto di dover "categorizzare" un certo tipo di persona per il semplice fatto che non la pensa come te, dato che è ormai appurato che giudicare prima di conoscere è un segno di poca intelligenza e apertura mentale, è incredibile pensare che nel ventunesimo secolo ci siano ancora persone che ragionano in questo modo.  
Detto ciò io credo, come per qualsiasi cosa, non sia importante il prodotto in sé ma quanto più chi lo usa, il fruitore per così dire, perché in cuor mio spero sempre che l'intelligenza di una persona sia sufficiente per scernere le due cose e capire che alla fine i videogiochi come anche tutti i prodotti di commercio a loro dedicati sono solo uno strumento che deve servire, o piacere, a chi ha deciso di acquistarlo, fine nulla di più nulla di meno, chi siamo noi per dire che un vero "gamer" è quello che assiduamente videogioca e ama il prodotto videoludico in sé nella sua interezza escludendo i vari gadget al videogioco collegati? 
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Personalmente posso dire che oltre ad amare i videogiochi ritengo che sia molto bello poter dimostrare, a se stessi e anche agli altri, di avere una passione e che se ho voglia di comprare una statuetta o una felpa a tema è una mia scelta, anzi a maggior ragione sottolineo un gioco che molto probabilmente ho giocato e che mi è piaciuto talmente tanto che voglio conservare un qualcosa di fisico che mi ricordi quel gioco e sinceramente non ci trovo nulla di male e oltretutto, e qui chiudo, il 99% di quelli che si lamentano di queste cose sono i primi che in camera hanno da qualche parte un qualche articolo preso magari al GameStop a tema videogiochi.
Tornando alla Games Week, in quanto fan dei videogiochi mi piace rimanere sempre aggiornato sulle novità che riguardano questo piccolo grande mondo, e consiglio a chi non ci fosse mai stato di quanto meno provare una volta nella vita a farci un salto, anche solo per curiosità non ve ne pentirete e comunque nulla a che vedere con le "fiere del fumetto" tanto discusse ... ma quello è un altro articolo.
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ascoltarepodcast · 4 years
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DIVENTARE UN "ELETTRICISTA FELICE" CON ALESSANDRO BARI
Pronti per una nuova puntata di Ascoltare Podcast?  Questa volta ho avuto il piacere e l’onore di avere come ospite un grande professionista nel campo degli impianti elettrici ma anche un grande artista nel mondo del podcasting che sono riuscito ad incontrare al Festival del Podcasting 2019 e del quale, preso dall'emozione, ho scambiato il nome con uno dei suoi "esperti del giorno" che invita nelle puntate del suo podcast 😅😥. Sto parlando di Alessandro Bari, produttore del podcast “Elettricista Felice" in cui cerca di divulgare informazioni tecniche e manageriali utili per i suoi colleghi elettricisti 😊😁👏🏻
Ti invito quindi ad ascoltare cosa ci siamo detti nella puntata su https://gopod.me/ascoltarepodcast e farmi sapere la tua opinione scrivendomi su Telegram (su https://www.ascoltarepodcast.com/p/contatti.html trovi il mio contatto) o inviandomi una email a: [email protected]
Anche con Alessandro, naturalmente, ho chiacchierato nel "dietro le quinte” di “Ascoltare Podcast” e gli ho fatto un po’ di domande riguardanti le sue esperienze personali come professionista, artista e... papà! 🙂.
Questa puntata "premium" viene pubblicata in anteprima su 👉 https://t.me/ascoltarepodcastbackchannel per te che mi segui e verrà rilasciata tra 2/3/4 mesi (circa) sul podcast ufficiale. Che aspetti, vai a darci un ascolto, dai! 😊
Contatti dell'ospite:
Il Podcast di Alessandro: https://lnns.co/Dgw2aWM8-1V
Youtube: https://www.youtube.com/user/alebitbox
Sito web: https://www.alessandrobari.it/
Tutte le note degli episodi le trovi su: http://www.ascoltarepodcast.com
Per contattarmi, puoi scrivermi su 👇🏻  
⏩ Telegram: https://t.me/ascoltarepodcast
📩Email: [email protected] 
Musiche utilizzate nella puntata (Music from)https://filmmusic.io - "Club Seamus" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) License: CC BY(http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/) e "Derp Nugget" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) License: CC BY (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/) Musiche utilizzate nella puntata Backchannel (Music from) https://freesound.org/people/afleetingspeck/sounds/432683/ This work is licensed under the Creative Commons 0 License
--- Send in a voice message: https://anchor.fm/ascoltarepodcast/message
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pleaseanotherbook · 4 years
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Il priorato dell’albero delle arance di Samantha Shannon
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«Per essere legata a un drago» esordì Nayimathun «non basta possedere un’anima d’acqua. Bisogna avere sangue di mare, e il mare non è sempre limpido. Non è mai omogeneo. Contiene oscurità, minacce, crudeltà. La sua furia può spazzare via intere metropoli. I suoi abissi sono insondabili, e non conoscono il tocco del sole. Essere una Miduchi non significa essere puri, Tané. Significa essere mare vivente. Per questo ti ho scelta: in te batte un cuore di drago.»
“Il priorato dell’albero delle arance” di Samantha Shannon è un high fantasy pubblicato in italiano da Mondadori nella collana Oscar Vault. Quando mi hanno chiesto se avevo voglia di leggerlo in anteprima non avevo nessuna idea di cosa aspettarmi. Poi mi sono immersa in questi regni in lotta, minacciati da più fronti, impregnati di misticismo e magia e me ne sono innamorata.
La casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno.
Entrare nel mondo della Shannon è una scommessa perché non sai di preciso se ne uscirai tutto intero, si tratta di una storia lunga ottocento pagine e potrebbe intimidire da più punti di vista. Eppure le immagini che la scrittrice riesce ad evocare entrano dentro e superano le barriere della pagina scritta per fagocitare completamente il lettore. È un fantasy di vecchio stampo, con un mondo completamente estraneo al nostro, ma che allo stesso tempo lo richiama vuoi per usanze, vuoi per cibi, vuoi per i luoghi. Allo stesso tempo le leggende si intrecciano per creare una storia nuova, un mondo immenso e terribile minacciato da forze oscure in cui alchimia, magia, e lotte per il potere si combattono per la supremazia. La storia procede lentamente in ogni angolo del mondo conosciuto, Oriente e Occidente, separati dal grande Abisso devono scendere a patti con le proprie divergenze se vogliono sconfiggere la minaccia del Senza Nome. Infatti i mondi di qua e di là dell’abisso sono divisi dalla loro religione, se per l’Oriente i draghi d’acqua sono delle divinità da proteggere ad ogni costo, in Occidente i wyrm sono malvagissimi, vanno annientati a qualunque costo, perché portatori della peste draconica che ha distrutto il mondo fin dall’Età Dolente. Ma il nemico di ogni regno si sta svegliando dopo mille anni e non ci si può più nascondere dietro niente.  
Quattro sono i narratori di questa storia: Tané, Niclays Roos, Lord Arteloth Beck e Eadaz du Zāla uq-Nāra. Tané è una giovane apprendista, ma migliore della Casa di Mezzogiorno, che lotta fin da piccola per entrare a far parte dei Guardiani dei Mari. È un’orfana di Seiiki uno dei regni orientali ed è cresciuta nella convinzione che l’onore più grande che possa ricevere è combattere al fianco di uno dei draghi che popolano le acque orientali. Tané non sa nulla del suo passato, ha una dedizione irremovibile e una forza di volontà paurosa, che piega tutto. Vive solo in funzione di realizzare il suo sogno, nient’altro conta. A Orisima, l’ultimo avamposto mercantile occidentale a Seiiki, esiliato dal Libero Stato di Mentondon (un regno Occidentale) si trova Niclays Roos anatomista e alchimista, alla ricerca dell’elisir di lunga vita, ma soprattutto devastato dalla perdita del suo amore più grande. Si arrangia vivendo di espedienti e della generosità non sempre concessa del Signore della Guerra di Seiiki. Ma il dottor Roos è un opportunista e appena ne trova il modo si lancerà alla ricerca di un modo per sopravvivere. Alla corte di Sabran Nona, regina di Inys, primo regno dell’Occidente, si nasconde Eadaz du Zāla uq-Nāra sotto i falsi abiti Ead Duryan Domestica Ordinaria nell’Alta Servitù. Ma Eadaz non è chi dice di essere, infatti è una delle ancelle del Priorato dell’Albero delle Arance, una comunità antichissima del regno di Lasia, da sempre votata ad uccidere i wyrm, gli sputafuoco, con un compito molto importante, proteggere a tutti i costi Sabran, ultima erede della Madre o Donzella, a seconda del culto di cui ci si riferisce, Cleolind Onjenyu ultima che ha combattuto contro il Senza Nome e l’ha gettato nell’abisso. Ead è più coraggiosa di qualunque altra ancella, e ha anche un dono particolare. Lontana dalla sua casa Ead si adatta come può e soprattutto deve farsi forza per rinnegare il suo credo e abbracciare le Sei Virtù di Virtudom portate avanti da Sabran. Meno male che alla corte della regina più potente di Occidente ha trovato degli amici, soprattutto Lord Arteloth Beck, soprannominato Loth, erede della provincia dei Prati, ricca regione a nord di Inys, e della tenuta di Betulladorata e soprattutto amico di infanzia di Sabran. Loth è un uomo coraggioso, generoso e intrepido la cui fede viene messa a dura prova ad ogni pagina e che non si dà mai per vinto. Ma la storia è in mano alle donne, sono loro le vere guerriere, sono loro che fanno sacrifici immani per superare le loro debolezze e per riconsegnare all’oblio il nemico giurato di ogni regno di questa storia. È incredibile la complessità dell’architettura su cui si muovono i vari personaggi che finiscono per convergere in una battaglia che non risparmia nessuno e che mette in discussione ogni cardine della storia.
È questo il problema delle storie, bambina. Non c'è modo di valutare la verità che contengono.
Da un lato le leggende, dall’altro le fonti dei saggi che racchiudono verità sconvolgenti. Quando il lettore crede di avere ogni tassello per ricomporre il puzzle ecco che si accorge che c’è un altro pezzo che non aveva considerato, in una matrioska di tradizioni, indizi e scintillanti manufatti. Non c’è un unico punto di vista da cui guardare questa storia, non c’è un unico filo conduttore. C’è l’eterna lotta tra bene e male, cosa è giusto e cosa sbagliato, ma c’è anche uno scavare intenso nell’animo umano, nella tensione tra il proprio trionfo e la propria sconfitta. Cosa ci fa tendere fino allo spasimo? Per cosa siamo disposti a sacrificare tutto? È un libro interessante non solo per la mole e per l’intreccio, ma anche per la prospettiva che crea, le complesse divisioni e consuetudini e soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi di cui ve ne ho citati a malapena un quarto.
 Il particolare da non dimenticare? Una cassetta di metallo…
 L’impressionante danza tra Oriente e Occidente, tra wyrm e draghi, tra magia e potere, tra le potenze del bene e quelle del male. Samantha Shannon ha creato una architettura magnifica con descrizioni ricchissime di particolari, l’azione sempre intervallata da una cura precisa per un mondo che esiste solo tra le pagine di questo libro.
Buona lettura guys!
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Ringrazio immensamente Mondadori Oscar Vault per avermi regalato la bellissima opportunità di leggere questo libro in anteprima in cambio della mia onesta opinione.
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Beyonce, ex-fidanzate, e la sorprendente hit 'Lost on You'
Ogni artista vuole connettersi con l'ascoltatore. Ma è un compito arduo. La sua canzone Other People si riferisce al tentativo di coppia aperta con la sua ex (’ proposta sua ’), quando LP non aveva tradito per prima. Articolo scritto da Michael Compte.
LP si scusa per gli occhiali da sole che indossa dentro il locale. Stiamo pranzando in un ristorante dietro l'angolo dell'ufficio della sua etichetta dicografica, e l'artista americana non si è ancora del tutto ripresa dai postumi della sbornia per una bevuta improvvisata con amici a New York.
Ciò significa anche che lei non ha ancora visto i Grammy Awards - ma sa cosa è successo.
“So che Beyoncé è stata snobbata e penso che sia un pasticcio. So che è tutto un gran pasticcio”, dice la 35enne.
“Amo Adele, ma Lemonade era questo audace e artistico colpo di genio … E questa roba continua a succedere. Senza offesa per Taylor Swift - Io non ho niente contro di lei, solo che non ascolto la sua musica - ma la sua vittoria lo scorso anno, su Kendrick [Lamar] e The Weeknd? Quei due dischi [Per Pimp a Butterfly e Beauty Behind The Madness] erano veramente pazzeschi”.
LP - nata Laura Pergolizzi - ritiene che “l'unica cosa buona” del fatto che Donald Trump è diventato Presidente degli Stati Uniti è che dato alla gente lo scrollone necessario a risvegliarla da “un falso senso di sicurezza”.
«Pensi che se Hillary avesse vinto il Ku Klux Klan se ne sarebbe andato via?“, Dice. "Quindi questo è stimolante per le persone, per ricominciare a lottare per i nostri diritti. Sono curiosa di vedere cosa succederà nel mondo della musica - tornando a Beyoncé, era una dichiarazione, quello che ha fatto con Lemonade. Ho capito perché le persone sono impazzite dopo i Grammy, per lei, non vincere con il disco in questo clima, è uno schiaffo in faccia. Ma ora sappiamo con che cosa abbiamo a che fare. ”
Parlando del suo lavoro, LP dice che sta ancora metabolizzando tutto quello che sta succedendo in Europa, dopo il singolo “Lost on You” che è stato un successo immediato in Grecia - dove anche una canzone di una band come i Coldplay può impiegarci sei mesi a diventare un successo. Man mano che i paesi in Europa venivano catturati, il pezzo andava in testa alle classifiche in Francia, Grecia, Romania, Polonia, Bielorussia e Israele, e ad un certo punto era la quarta canzone più Shazammata nel mondo.
“Ogni paese è così particolare … è come se fosse avvenuto da sé in un certo modo, piuttosto che una trasfusione da un paese ad un altro”, dice LP. “Non ho mai spinto una canzone alla radio, è successo e basta.”
Come cantautrice LP si è guadagnata decentemente da vivere negli ultimi 10 anni scrivendo canzoni per tutti, da Cher a Rihanna. Dopo aver firmato due contratti discografici nel 2006 e nel 2009, rispettivamente, senza però pubblicare suoi album, pensava “è finita” - e che avrebbe solo scritto canzoni per gli altri.
“Ottenere una canzone per Rihanna è stato pazzesco … Ero stata invitata a una sessione da un mio amico, abbiamo scritto la canzone in poche ore. Sento che il contenuto emotivo è il fattore più importante per qualsiasi canzone, per qualsiasi artista.
"Ogni artista vuole connettersi con l'ascoltatore,” dice, levandosi gli occhiali da sole. “Ma è dura entrare in una stanza piena di estranei e scrivere qualcosa dal cuore.” Lei era entusiasta della versione finale di “Cheers (Drink to That)”, dice, e per quanto Rihanna abbia aggiunto alcune sue personalizzazioni in certi punti, il risultato è stato sostanzialmente lo stesso della demo registrata", e questo mi ha fatto sentire veramente bene. Essendo coinvolti nella carriera di tutti questi altri artisti, si ottiene questo senso di apprezzamento".
LP è nata a New York, ma vive a Los Angeles, e concorda sul fatto che ci sia un ambiente più stimolante in quest'ultima al momento. “Mi sono trasferita lì perché la scena del cantautorato stava esplodendo, con due sessioni ogni giorno per sette giorni, volendo, mentre a New York non vai mai oltre le tre a settimana. "Ho trovato New York troppo … ‘verticale’, chiusa, non mi sentivo ispirata come a Los Angeles. Forse è il clima? Non riuscivo ad arrivare alla gente a New York. E 'una città brillante, e c'è un'energia, ma è anche troppo dannatamente costosa. Sento che in Canada c'è veramente attenzione per gli artisti, mentre l'America non è altrettanto brava in questo. La comunità artistica è così importante per un paese. ”
È previsto che il suo nuovo disco esca il 21 aprile, e pur avendo trovato il successo sui siti di streaming (43 milioni di stream per “Lost in You”), sente che la giuria è “ancora là fuori” per lei sul palco.
“In qualità di compositore, io lavoro con questi ragazzi sulla sessantina che hanno avuto grandi successi ai loro tempi - quando si poteva fare un quarto di milione di dollari da una traccia dell'album. "Ora, quando si parla di una canzone che ha otto milioni di visualizzazioni, ha ottenuto 80 dollari … è da matti.”
“Lost on You” parla della rottura del rapporto di LP con la sua ex-fidanzata, estratto dal più recente EP Death Valley - una sorta di anteprima del suo prossimo album intero, tramite Vagrant Records. Il video per il brano presenta la sua attuale partner nelle inquadrature finali in quello che sembra una evidente dichiarazione di chiusura.
“In realtà ho scritto quella canzone a un anno di distanza dalla rottura con quella persona,” dice. “E 'stato come soffocare lentamente … Inizio sempre un rapporto volendo che duri per sempre, penso che la maggior parte delle persone lo faccia, e poi finisci in quel periodo spaventoso in cui si diventa consapevoli che non sta funzionando”.
La sua canzone “Other People” è stata scritta riferendosi ad un tentato rapporto aperto con la sua ex ( “l'ha chiesto lei”), in un momento quando LP per prima non aveva tradito.
“Penso che quasi tutti siamo capaci di tradire, dobbiamo solo decidere”, alza le spalle. “Avendo tradito in precedenza, mi ha fatto capire quanto danno possa arrecare. Mi sono procurata molto dolore tradendo, anche perché mi sono resa conto in quel momento che se potevo amare qualcuna e tradirla, lo stesso sarebbe potuto accadere a me, e il pensiero mi girerà in testa per il resto della vita. "Credo che [la sua ex ragazza] non sia stata onesta con se stessa - l'ha voluta far passare come una roba molto spirituale. Ma credo che sia arrogante pensare di essere immune dal rovinare tutto a quel modo. Così è stato quasi come scuoterla, come dirle mi fai sentire sola e sto dormendo accanto a te. Sentivo la sua mancanza mentre eravamo proprio una accanto all’ altra ”
Ammettendo che sia essenzialmente un invito a sparire alla sua ex il fatto che la sua attuale fidanzata appaia nel video, dice che aveva bisogno di farlo per levarselo dallo stomaco. Quelle prime righe in apertura del brano: “Quando sarai più vecchia, più semplice, più sana/ Ti ricorderai tutto il pericolo da cui veniamo? / Che brucia come braci, cadendo, tenero / con nostalgia dei giorni anni fa quando non ci arrendevamo "sono le migliori che LP sente di aver mai scritto. E 'facile capire perché è stato un tale successo in Europa, quelle parole così facilmente riconoscibili, e la canzone caratterizzata da LP che splendidamente interpreta come un animale ferito sorretto dal coro, versando la sua anima nella musica.
"Quando avrai finito di essere sexy, che cosa avrai ottenuto?” Chiede. “Quella paura che arrivi il lato brutto, 'per favore riprenditi’, sta tutto nella canzone. "E 'divertente, ho una canzone per il prossimo album su come si può prendere qualcosa da una relazione e combinarci un guaio nella successiva. E questa è stata dura da mandare giù.”
'Lost on You’ è disponibile ora. LP suona al Koko di Londra il 24 aprile
Traduzione a cura di Alexandra Cavo, Sabrina De Santis, Marianna Fornaro
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becomixdatabase · 4 years
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[Nella ruggine: Intervista a Tommaso Di Spigna (Spugna)](https://blog.becomix.me/nella-ruggine-intervista-a-tommaso-di-spigna-spugna/ "https://blog.becomix.me/nella-ruggine-intervista-a-tommaso-di-spigna-spugna/")
Sembrava ieri ed invece sono trascorsi alcuni anni dal mio incontro con l’arte di Spugna, giovane promessa che nel tempo ha conquistato, con passo fermo, sempre più terreno e notorietà. Dopo l’uscita di The Rust Kingdom mi sono ripromesso di tormentarlo con qualche domanda ed il risultato lo potete trovare nelle righe successive. Un’intervista che vuole analizzare e in un certo senso accompagnare un autore nella sua crescita.
Foto di ©Fabio Rossini Attualmente hai realizzato due Graphic Novel, entrambe che hanno riscosso successo. Una Brutta Storia è stato pubblicato nel 2014, grazie a GRRRZ Comic Art Books. A distanza di tre anni ti sei ripresentato tramite Hollow Press con The Rust Kingdom, proposto in anteprima al Treviso Comic Book Festival e andato sold out a Lucca Comics 2017 vendendo 333 copie, al pari di un autore affermato da tempo. Nonostante la tua giovane età (classe 1989) rispetti dei ritmi di lavoro che spesso e volentieri vanno in contrasto con la richiesta dell’attuale panorama editoriale, sempre più incalzante. Quanto conta per te il tempo?
Diciamo che fino ad ora mi sono preso il mio tempo. Con un primo lavoro che ha ottenuto una calorosissima accoglienza, anche a distanza di anni, mi sono sforzato al massimo per realizzare una seconda storia che fosse un salto in avanti per la mia crescita come autore. Sono molto legato ad “Una brutta storia”, ed è una storia che ho potuto creare con molta calma e facendo tantissima attenzione, per avere il miglior “biglietto da visita” possibile come autore quando lo realizzai all’epoca. Esordire con Grrrz poi mi ha permesso di godere di una sorta di “certificato di qualità”, dovuto al livello pazzesco degli autori lanciati da Silvana, tutti nomi che negli anni sono diventati dei veri e propri pezzi da novanta! Questo mi ha portato ad essere ancor più severo con me stesso durante la realizzazione di “The Rust Kingdom”, e anche qui a prendermi tutto il tempo che sentivo necessario per renderlo esattamente come desideravo. Mi riferisco più alla parte che riguarda la scrittura vera e propria (che spesso si sovrappone alla fase di storyboard). Entrambi i volumi hanno subito dei lunghi processi di scrittura e riscrittura dove ho continuato a mettere e togliere materiale, aggiungere e livellare, come quando si modella. Disegnare invece è un processo più scorrevole, che mi costa molta meno fatica “mentale”, è sempre molto intenso ma si tratta di un processo più “muscolare”. Ora voglio sforzarmi per accorciare il tempo di gestazione fra una storia e l’altra, per spingere un po’ più in la’ le mia capacità. Specialmente per quanto riguarda i ritmi di scrittura, sento di aver acquisito la confidenza giusta per andare ancora più deciso. Anche rispetto a quello che dici dei tempi di produzione e consumo incalzanti del mercato, sono contento di aver potuto misurare bene le mie forze come autore completo invece di “gettarmi nella mischia” realizzando un libro dietro l’altro fin da subito.
In entrambe le tue opere hai dato ampio spazio al dettaglio del disegno dividendo l’impegno tra il peso del tratto, la dinamica dei movimenti, l’istinto dei personaggi e la caratterizzazione del tuo mondo fatto di sporcizia, sangue, viscere e deformità. Ti sentiresti pronto ad affrontare un progetto che richiede l’esatto opposto, molto più psicologico, in stile Miguel Angel Martin?
In qualche maniera è un desiderio che ora sta facendosi spazio autonomamente nel mio cervello. Come dici tu, fino ad ora ho ragionato partendo da una cifra stilistica visiva, dinamica e basata sul segno, una dichiarazione d’intenti precisa che volevo trasparisse dai i miei lavori. Spesso nel campo di quella che possiamo chiamare “graphic novel”, a fare da padrone e a dettare il ritmo e il peso delle storie sono i testi. Io credo in un fumetto, anche quando prettamente autoriale, molto d’azione, molto “disegnato”, costruito nel suo contenuto anche partendo da azioni mute, dal segno, dalla scorrevolezza delle immagini, dal ritmo dato da griglie diverse o dall’utilizzo di splash page e onomatopee. Quindi questo mi ha portato a impostare gran parte della mia narrazione su un versante visivo e “carnoso”. Tutta questa premessa per dire che, si, nonostante la mia matrice “visiva” comincio a sentire una forte curiosità anche verso storie più cervellotiche e psicologiche, contenuti più sottilmente angoscianti e meno fracassoni. Sto ragionando anche su come raccontare contenuti del genere mantenendo la ricerca di linguaggio visivo e che ho seguito fino ad ora, per declinarlo in qualcosa di differente.
Rispetto a Una Brutta Storia, The Rust Kingdom è stato proposto interamente a colori. Sappiamo che la copertina è stata interamente disegnata e colorata a mano mentre le tavole interne hanno subito una colorazione digitale assieme a piccoli sperimentazioni grafiche (in riferimento, in particolare, a una torre rappresentata a fine volume su cui hai utilizzato un espediente in stile Ratigher). Per quanto riguarda il colore, hai dei riferimenti ben precisi anche in questo caso? Ti basi su una palette cromatica di tuo abituale consumo o viceversa hai continuamente necessità di sperimentare anche in questo campo?
Per quando riguarda l’espediente della texture fotografica, ho usato un effetto che fa il verso ai cartoni animati anni 30 dei mitici Fleischer Studios. Realizzavano veri e propri mini set con modellini tridimensionali che venivano poi filmati e utilizzato come sfondi. Questo da piccolo mi creava un senso di straniamento che mi affascinava tantissimo e ho voluto replicarlo utilizzando una texture rocciosa, dissonante con tutto il resto del volume, per caratterizzare la “Torre” che vediamo nell’ultima parte de “The Rust Kingdom”. Volevo che sembrasse qualcosa di alieno e fastidioso, fuori posto. Per quanto riguarda l’utilizzo del colore da molti anni realizzo illustrazioni e fumetti brevi colorati in digitale, anche solo per divertimento e curiosità. Questo lunghissimo periodo di sperimentazione mi ha permesso di trovare una mia “voce” legata al colore ben prima di dover affrontare la lavorazione di “The Rust Kingdom”, con tutta una serie di toni e abbinamenti che ormai prediligo e ritornano da tempo sui miei lavori (il Rosa fluo-Magenta è una fonte di ispirazione inesauribile). Il colore che mi piace e che uso deriva dal pop degli splendidi lavori supereroistici di Kirby, al mondo super colorato di Adventure Time, ai toni semplici ma eleganti dei fumetti Vertigo anni ottanta-novanta. Quasi sempre si tratta di palette di colori limitate, spesso piatte, ma sature ed acide. Questa colorazione permette anche al segno di esplodere senza venir soffocato da troppe sfumature e da una lavorazione troppo elaborata. Per realizzare il volume ho cercato di dividere i toni in tre o quattro gruppi, cercando di utilizzarne il meno possibile proprio per dare un senso di compattezza e semplicità, pur inserendo contrasti netti e esagerati. Come unico effetto particolarmente “elaborato”, ho inserito in quasi tutti gli sfondi del cielo una texture acquerellata, per dare ulteriore profondità e sporcare l’atmosfera di questo mondo. Anche il personaggio del Necromante ha questa texture acquerellata e instabile, rispetto alla piattezza di tutti gli altri personaggi, proprio per far trasparire la natura sovrannaturale del personaggio.
Spugna, al secolo Tommaso Di Spigna. Il tuo nome da autore, oltre che a derivare da una storpiatura del cognome, contiene una caratteristica filosofica molto importante ossia l’assorbimento, elemento a cui tieni molto e che di fatto hai preso per mano e stretto gelosamente. Sappiamo cosa hai assorbito in passato (partendo da Rafael Grampà, Alberto Ponticelli, per arrivare a Ratigher piuttosto che Eichiro Oda), ma siamo curiosi di sapere cosa stai leggendo ora… da chi stai attualmente assimilando?
Dunque vediamo: ho recentemente recuperato “Sandro” di Alice Socal, uscito qualche anno fa per Eris Edizioni. Mi è piaciuto tantissimo, un gioiello sia dal punto di vista del disegno che per come sviluppa la narrazione. Nonostante il genere non sia quello che prediligo l’ho trovato super stimolante, un bellissimo lavoro che incastra perfettamente un animo riflessivo a un comparto grafico da urlo. Stesso discorso per “Figlio unico” di Vincenzo Filosa, uscito lo scorso autunno per Canicola, un volume graficamente coltissimo e con una storia molto cruda e potente. Parlando di dinamica uno dei nuovi “maestri” che seguo con attenzione è James Harren, disegnatore americano giovanissimo con uno stile iperdinamico, frenetico e caratterizzato da diversi elementi grotteschi, è anche un disegnatore di mostri e creature FENOMENALE. Jesse Jacobs, sia con il suo libro per Hollow Press che con i titoli pubblicato da Eris, è sicuramente uno degli autori più “affidabili” fra quelli che seguo con costanza al momento, ogni suo lavoro è una festa per gli occhi e un pasto molto sostanzioso anche per il cervello. Fra le letture più recenti “I Dilettanti” di Conor Stechschulte, bellissimo, pervaso da questa sensazione straniante che aleggia durante tutta la lettura, con una violenza casuale, ma inarrestabile. Parlando invece di narrativa ultimamente leggo molto Buzzati, tengo a portata di mano una mega raccolta di racconti, che leggo piano piano. Buzzati ha una voce garbata ed elegante che però può riservare più di un brivido di vera angoscia. A livello di scrittura nell’ultimo anno sono anche rimasto molto impressionato da “Rick e Morty”, è una serie che mescola una capacità immaginifica pazzesca con dei momenti di dramma umano stupendi, autenticamente dolorosi, sfaccettati e commoventi. Senza rinunciare ad un’anima di intrattenimento puro. Per certi versi quello che sta esplorando il mio caro collega Cammello con il suo “Tumorama” un volume apparentemente leggero e scanzonato che invece assesta più di un pugno allo stomaco.
Parlando di nuovi progetti, sappiamo che stai lavorando al Progetto Stigma, ideato da Akab e che accoglie firme pregiate da tutto il mondo dell’autoproduzione e dell’underground che presto vedrà la luce. Ci puoi raccontare qualcosa riguardo al tuo ruolo in questo nuova concezione di editoria che da massima libertà all’autore?
Quando è nato il Progetto Stigma, mi è stato subito proposto di partecipare ad un volume da realizzare a sei mani: oltre a me gli autori coinvolti sono Akab e Cammello. Si tratta di una storia che recupera perte del cast di Tumorama, serie fenomenale creata da Cammello di cui parlavo poco sopra e raccolta in un volume nel 2017 da Shockdom, e ne approfondisce uno dei personaggi principali: Rubens. Sarò il disegnatore di un certo numero di pagine del volume, su sceneggiatura di Akab, per raccontare una parte molto specifica, ma non ti svelo altri dettagli per non rovinare la sorpresa. Sono molto contento per la nascita di questa etichetta perchè da una parte riunisce molte belle teste che avevano già collaborato a stretto contatto fra loro, penso a tutto il gruppo dei “Dummy”, a cui si stanno aggiungendo però diversi autori più giovani e altri rimasti più legati al circuito esclusivamente underground fino ad ora.
Sei appassionato anche di arte materica, recentemente hai pubblicato una foto che ritrae un tuo personaggio ricreato partendo da una moka, spesso utilizzato come soggetto per le dediche. Da questo si può dedurre la tua necessità di far sfociare la tua vena artistica non solo su carta, ma anche a livello manuale, in tre dimensioni. Hai delle idee in futuro che vorresti sviluppare seguendo questo tuo hobby? Ti vedrei molto bene a collaborare con un autore come David Bacter per esempio.
Mi sono divertito molto a realizzare il modello di “Italian Tetsuo/Italian Machine Man”. Durante l’adolescenza mi sono cimentato parecchio con il modellismo, sia come pittore che come scultore/modellatore, da qui tutto il bagaglio tecnico che mi permette di approcciarmi anche alla “terza dimensione”. Per ora è una cosa che riservo solo come momento di hobby e svago, richiede parecchio tempo e quindi devo centellinare il tempo e la voglia da dedicare a questa ulteriore passione. Credo che in futuro mi piacerebbe molto ragionare alla produzione di qualche scultura in serie, è da pensare bene, magari delle serie limitate. Le forme “pupazzose” dei personaggi deformi che disegno si prestano bene, da piccolo avevo svariati giocattoli di mostri (tutti perduti come lacrime nella pioggia ecc ecc) e in effetti tornare ai pupazzi sarebbe un cortocircuito interessante. Mi sono riguardato ora i lavori modellistici di David Bacter, molto belli! in effetti…
Infine, è oramai chiara la tua volontà di affermarti come autore completo. In passato hai già avuto modo di collaborare con altri autori su lavori brevi, ma saresti interessato a possibili collaborazioni per lo sviluppo di storie scritte e disegnate a quattro mani, magari con un collega straniero?
Senza scendere nei dettagli, ti posso dire che all’orizzonte ho più progetti che mi vedono coinvolto proprio come disegnatore puro al servizio di altri autori che scriveranno i testi, a partire dal volume “Rubens” per Stigma di cui parlavamo prima. È una cosa che ho sempre pensato che avrei fatto, ma che fra indole e impegni vari non si era mai concretizzata realmente. Mi piace molto l’idea di poter passare da lavori come autore completo ad altri esclusivamente come disegnatore, la scrittura è una delle fasi più complesse e delicate del creare storie e poter collaborare con altri autori ai testi è sicuramente un’opportunità stimolante. Purtroppo è ancora tutto top secret, ma vedrete!
Intervista rilasciata per Vignettae.it a marzo 2018
L'originale è stato pubblicato su [https://blog.becomix.me/nella-ruggine-intervista-a-tommaso-di-spigna-spugna/](https://blog.becomix.me/nella-ruggine-intervista-a-tommaso-di-spigna-spugna/ "Permalink")
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Come ottimizzare le immagini del tuo sito web in 4 semplici passi
Nel mondo digitale essere veloci vuol dire avere più successo. Un sito web veloce significa più visualizzazioni, più condivisioni e anche più guadagni. Questo bisogno di velocità può andare in conflitto con il tuo desiderio di avere un sito web bello visivamente. D'altronde cos'è un sito web senza immagini? Le immagini danno carattere a un sito e invogliano maggiormente gli utenti. Se poi hai un sito web che parla di fotografia le immagini sono la cosa più importante. Per fare un buon lavoro dovresti capire come ottimizzare le immagini, altrimenti potresti essere penalizzato la velocità di caricamento. In questo articolo andrò a spiegarti perchè è importante ottimizzare le immagini e ti spiegerò come migliorarle in 4 semplici passi, quasi senza perdere qualità; migliorerai così la velocita di caricamento e l'esperienza dei tuoi utenti.
Perchè devi ottimizzare le immagini
Riducendo le dimensioni delle tue immagini aumenterà la velocità di caricamento del tuo sito; quello che in molti non sanno è che ridurre i tempi di caricamento porta tantissimi altri benefici. Il più importante è che Google prende in considerazione la velocità con quale si carica il tuo sito per il posizionamento nelle pagine di ricerca. Le immagini aggiungono secondi preziosi al tempo di caricamento delle tue pagine o articoli. Google dice che "le immagini sono le risorse più scaricate su un sito web" e occupano gran parte dello spazio visivo. Se il tuo sito parla di fotografia allora di sicuro avrà più immagini di un sito web normale; dovrai fare molta attenzione altrimenti la tua velocità di caricamento continuerà a peggiorare. Le immagini rallentano il tuo sito. Quindi? E' proprio qui che entra in gioco la ricerca sulla velocità di caricamento. La cosa più importante da sapere è che i tempi lunghi di caricamento danneggiano il tuo business. Questa infografica di KissMetrics spiega perchè è importante la velocità di caricamento.   La cosa più importante da tenere presente è che per ogni secondo di ritardo nel caricamento ci sarà una diminuzione del tasso di conversione di circa il 7%. Prendendo questi numeri come indicativi, ipotizziamo che ogni mese tu abbia un guadagno di 3000 Euro dal tuo sito web; quindi ogni mese perdi circa 210 Euro per ogni secondo di ritardo. Facendo un po' di conti ogni anno perdi circa 2500 Euro. Questo ovviamente se contiamo solo 1 secondo di ritardo. Pensa a quante cose potresti fare con 2500 Euro ogni anno. Pensa quanto puoi incrementare i tuoi guadagni migliorando la velocità di caricamento. La velocità di caricamento è importante anche se non guadagni soldi dal tuo sito ma vuoi semplicemente aumentare il tuo traffico o creare la tua audience. Per esempio avere un sito web lento porta a meno condivisioni e visite che si ripetono. E' un fatto provato che se il tuo sito web si carica in più di 3 secondi il 40% delle persone lo abbandonano.  Google ha fatto un esperimento per valutare l'impatto della velocità di caricamento. Dopo che un bel po' di utenti hanno detto che vogliono 30 risultati per pagina di ricerca e non più 10 come era impostato di solito, Google ha provato a cambiare il numero di risultati su un paio di pagine. Quello che hanno scoperto è che aggiungendo più risultati aumentava il tempo di caricamento di circa mezzo secondo; quel mezzo secondo in più diminuiva la quantità di traffico del 20%. Arrivati a questo punto la domanda che viene spontanea è: "Come può evitare un fotografo tutti questi problemi legati alle immagini?" Ci sono 4 semplici passi per ottimizzare le immagini di un sito web senza avere grandi perdite. Continua a leggere per scoprirli.
Passo 1: Ritaglia le tue immagini
  Il primo passo è semplice, devi ritagliare le tue immagini. Perche? Eccoti due motivi:
Attrazione estetica
Dimensioni inferiori del file immagine.
Il primo è abbastanza ovvio e ci sono vari modi in cui puoi ritagliare le immagini per stimolare l'impatto visivo. L'attrazione estetica è solo un bonus. L'impatto maggiore arriva dalla riduzione della dimensione del file. Sia che rimuovi intere sezioni di un'immagine o soltanto qualche pixel sulla destra o sulla sinistra quello che in realtà stai facendo è diminuire la dimensione del file perchè hai rimosso una parte dei dati che vengono trasferiti nel caricamento della pagina.
Passo 2: Scegli il formato giusto
Una volta che hai ritagliato un'immagine, il primo passo per una giusta ottimizzazione è di scegliere il formato giusto (jpg, jpeg, png, svg, gif, etc) per la tua nuova immagine. Ecco i più importanti: JPEG
Una comparazione tra un'immagine non ottimizzata (sopra) versus compressione "lossy" (sotto)
Questo formato file è stato creato apposta per poter comprimere le immagini, in particolare le immagini con molti dettagli. E' la migliore scelta per i fotografi. Il formato JPEG ha la compressione lossy che significa perdita di un po' di qualità nel processo di compressione. Per un fotografo comune è più che sufficiente . GIF Anche se e uno dei più vecchi formati in uso, il GIF è ancora molto utile. Sopporta solo 256 colori e non bisogna dunque mai utilizzarlo per illustrazioni, pitture o fotografia. La cosa positiva è che nel formato GIF le immagini possono avere sfondo trasparente. Un'altra cosa positiva è che possono essere animate. Essendo immagini di dimensioni ridotte ti consiglio di considerare il formato GIF per immagini semplici o con animazioni. PNG
Un esempio di immagine PNG con alta qualità e trasparenza.
Come i GIF anche i file PNG sopportano gli sfondi trasparenti ma a differenza dei primi sono completamente "lossless" e possono incorporare un grande numero di colori. Non è consigliato salvare una fotografia in formato PNG  e se hai immagini con testi e grosse aree con lo stesso colore devi valutare bene la tua scelta. SVG
Un esempio per mostrare le proprietà di scalabilità del formato SVG
L'acronimo di questo formato sta per Scalable Vector Graphics. Il formato SVG usa linguaggio markup per generare immagini che possono scalare a qualsiasi dimensione. Il formato SVG è fantastico per grafiche in 2 dimensioni e migliorerà di tantissimo la velocità di caricamento del tuo sito web. Questo formato di file è ancora abbastanza nuovo e non tutti i browser lo sopportano.
Passo 3: Scegli un buon programma per ottimizzare le immagini
TinyPNG è il mio tool preferito per la compressione di immagini.
Prendere decisioni per il ritaglio e il tipo di file può essere stancante. Per fortuna uno dei migliori modi in cui puoi diminuire le dimensioni delle immagini richiede pochissime decisioni da parte tua. I programmi per l'ottimizzazione fanno il lavoro sporco al posto tuo. Ecco una piccola lista dei migliori:
TinyPNG. Questo programma è una web-app che diminuisce il numero di colori delle tue PNG così da diminuire la dimensione senza grandi perdite di qualità.
JPEGmini. Dietro questo programma c'è una tecnologia in attesa del patent che riduce il più possibile la dimensione senza grande impatto sulla qualità. Puoi utilizzare la versione trial o pagare per utilizzarlo sempre.
RIOT. Radical Image Optimization Tool (che puoi scaricare gratuitamente) usa varie tecniche per diminuire le dimensioni delle tue immagini. Il programma è molto bello anche perchè ti fa vedere le 2 immagini affiancate, cioè vedi a destra l'immagine originale e a sinistra l'immagine ottimizzata.
ImageOptin. Questa è una app gratuita per Mac che usa varie tecniche per ottimizzare le dimensioni delle immagini preservandone la qualità il più possibile.
A parte applicazioni per i PC e Mac, WordPress offre una varietà di plugin che ti aiutano ad avere gli stessi risultati in modo abbastanza facile. Ecco i miei preferiti:
EWWW Image Optimizer
TinyPNG for WordPress
WP Smush.it
Passo 4: Crea le miniature
Le miniature sono un ottimo modo per bilanciare il compromesso tra file di piccole o grandi dimensioni e immagini ad alta risoluzione. Come parte delle sue funzionalità predefinite WordPress offre un'opzione per le miniature; genera una piccola (sia in termini di dimensioni fisiche che di dimensione file) anteprima dell'immagine. Queste miniature possono migliorare di tantissimo il tempo di caricamento delle tue pagine. Il problema con le immagini piccole è che non puoi mostrarne i dettagli o i bellissimi colori. Per fortuna WordPress ci permette di risolvere il problema in maniera facile e veloce. Quando aggiungi una miniatura su una pagina o un articolo puoi aggiungere un link diretto al file media, andando alla sezione dedicata e scegliendo di linkare al file media. I visitatori potranno fare click sulla miniatura per aprire l'immagine nella sua dimensione originale.
Conclusione
La velocità di caricamento è fondamentale. Per questo uno dei punti più importanti è ottimizzare le immagini prima di caricarle online. E tu quali programmi e strumenti usi per ottimizzare le tue immagini? Lascia un commento qui sotto e fammi sapere. Inoltre se hai domande a riguardo usa sempre la sezione commenti e io ti risponderò il prima possibile. Pensi che questo post possa essere utile ad altre persone? Utilizza i tasti per la condivisione qui sulla sinistra. Se hai qualcosa da aggiungere o semplicemente vuoi salutare, qui sotto troverai la sezione commenti.  Abbiamo inoltre messo in piedi un gruppo gratuito su Facebook per tutti gli utilizzatori di Wordpress, il gruppo e aperto a tutti quanti e dentro puoi fare domande, chiedere aiuto e sopratutto confrontarti con veri professionisti che usano Wordpress per tutti i loro progetti online. Il gruppo si chiama Utilizzatori WordPress e lo puoi trovare qui. Se ti sei appena iscritto al nostro gruppo facci un saluto! Non mordiamo sai. Hai trovato utile questo articolo? Fallo sapere a tutti a quanti lasciando una tua valutazione ( da 1 a 5 stele ) qui sotto. A te non costa nulla ma per noi significa tantissimo, sopratutto se il tuo sarà un voto a 5 stele.
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viaggiatricepigra · 7 years
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Opinione: L'Ultima Fermata di Marty Red, di Alessio Linder
 (cliccando sull'immagine si va su Amazon) 
  Mi chiamo Marty Red. Forse avete sentito parlare di me, forse no. Di sicuro avete sentito parlare di Freddy King e dei Blood Red Sun, band heavy metal di cui ho registrato tutti i dischi, sin dai loro esordi. Ed è proprio quando sto per entrare negli Hellfire Studios per curare il CD che segnerà il loro addio alle scene che tutto precipita. Dopo tanti anni trascorsi a combattere il passato, nel disperato tentativo di lasciarmelo alle spalle, mi ritrovo ad affrontare di nuovo l’orrore quando sono costretto ad abbandonare la Harley-Davidson nel garage e a prendere la metropolitana. Comincia con una ragazza e un gioco di sguardi. Ma con il passare dei giorni mi rendo conto che qualcosa ci unisce e unisce anche gli altri bizzarri personaggi che affollano la metropolitana e che a quanto pare riescono a interagire solo con me. E, prima che possa rendermene conto, i fantasmi del sottosuolo cominciano a invadere la mia vita, trascinandola verso il basso, portandomi sulla soglia di un luogo che pensavo di essermi lasciato per sempre alle spalle. Ma, per quanto si possa provare a dimenticarlo, l’Inferno non ti dimentica una volta che ti ha assaggiato: aspetta solo il momento giusto per reclamarti. E a volte usa le persone a te più vicine per ingannarti e gettarti tra le fiamme.
° °   ° ° °   ° °   ° °   ° ° °   ° °
Appena chiuso e...dovevo sedermi al pc e parlarne! Ringrazio molto per aver avuto la possibilità di leggerlo in anteprima, davvero davvero bello! Un libro strano e particolare, ma che conquista il lettore e lo obbliga a stare attaccato fino alla fine della storia. Marty è un rocker: alla soglia dei quaranta porta ancora capelli lunghi, barba e vestiti neri, guidando la Harley per andare a lavorare nel suo studio di registrazione. Ma ovviamente non è tutto come appare, dietro alla facciata e ai modi bruschi si nasconde un cuore d'oro. Vive con Sonia, la compagna di vita, insieme alle loro piccole: Bianca e Neve, due adorabili micine e....mettendo abiti improbabili in casa, come un accappatoio di Winnie The Pooh (ma solo perché Pimpi non era disponibile). Una "donna di casa" come ama definirsi per le sue doti culinarie e la passione che mette nel creare piatti da chef per Sonia e lui. A lavoro invece è più scontroso ma sempre simpatico, con un assistente estremamente giovane ma dotato a cui sta insegnando il mestiere, Valerio, che non vede l'ora di spaccare nel mondo dell'heavy metal. Un personaggio fuori dalle righe ma che io ho adorato, che mi ha conquistato definitivamente alla presentazione della sua famiglia e del suo abbigliamento casalingo. La sua vita procede bene, tra band più o meno talentuose, sempre fin troppo sicure di sé, a cui il suo tocco regalerà un po' di "talento" per renderle uniche e ascoltabili. Ma tutto cambia un giorno che deve lasciare la moto in garage e prendere la metropolitana per raggiungere lo studio. In quel tragitto incontrerà una giovane donna che rapirà il suo sguardo e sarà l'inizio dei suoi guai... Possiamo dire che ci sono due storie quasi parallele, come le rotaie della metro, in cui vediamo il nostro protagonista alle prese con il lavoro di fonico e quella con gli strani frequentatori di quel mondo sotterraneo. Devo ammettere che la parte lavorativa è davvero interessante, l'autore permette di vedere il mondo musicale da una prospettiva unica e diversa rispetto a tanti altri romanzi. Non parla il cantante, o un membro della band, ma chi si occupa di registrare e rendere al meglio una canzone e/o un album intero. Una specie di burattinaio che deve riuscire a tirare fuori il meglio dagli artisti e renderlo ancora superiore. L'autore ne parla in modo non approssimativo, avendoci lavorato per molti anni, così da farti entrare nello studio con loro, senza appesantire con termini e gergo specifico, eppure arricchendo quella parte del romanzo che avrebbe potuto affossarlo. Oltre alle band nascenti, il nostro Marty avrà a che fare con un vecchio amico Freddy King, dei Blood Red Sun, un gruppo mondiale che ha seguito dagli esordi e che sembra aver raggiunto il culmine e voler produrre l'ultimo album della loro carriera. Nel frattempo durante gli spostamenti in metro incontrerà sempre più personaggi strani, che renderanno questi movimenti insopportabili e folli, finché la realtà dei fatti inizierà a frantumarsi tra le sue mani quando conoscerà un bambino particolare nella Casa Rifugio in cui lavora Sonia.... Un libro interessante e davvero bello! Iniziandolo non sapevo bene quale strada avrebbe percorso, concentrandosi molto sull'ambiente musicale e il lavoro di Marty; ed andando avanti le stranezze non mancano, facendo crescere la voglia di capire cosa stia accadendo sotto le strade di Roma, ma l'autore è molto bravo a lasciare la narrazione molto lenta e graduale, senza picchi o scatti, mai noiosa però! Riesce a mantenerla fluente e con un ritmo calmo dalla prima all'ultima battuta. Una volta in sintonia con la storia non si può far a meno di restarne incantati e di voler sapere come andrà a finire tutto, con curiosità crescente, dovuta ai misteri che salteranno fuori e che confonderanno anche il lettore, come il suo protagonista. Niente è prevedibile, niente è da dare per scontato. Il finale è sorprendente e non vedo l'ora di leggere altro di questo autore, davvero molto bravo. Consigliatissimo! from Blogger http://ift.tt/2l2kBqI via IFTTT
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ascoltarepodcast · 4 years
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SCOPRIRE LE SERIE TV CON LAURA INVERNIZZI DE “IL DIVANO CHIAMA”
Eccoci pronti per una nuova puntata! Questa volta mi è venuta a trovare una podcaster che ho potuto conoscere al Festival del Podcasting 2019 e che proprio in quei giorni era in procinto di lanciare sulla rete i suoi progetti in audio. Sto parlando di Laura Invernizzi, produttrice del podcast “Il divano chiama” in cui parla di serie TV e “A spasso con Wilma” in cui, con la voce di Wilma Viganò, ti porta a conoscere Milano😊😁👏🏻
Ti invito quindi ad ascoltare cosa ci siamo detti nella puntata e farmi sapere la tua opinione scrivendomi su Telegram (su https://www.ascoltarepodcast.com/p/contatti.html trovi il mio contatto) o inviandomi una email a: [email protected]
Anche con Laura, naturalmente, ho chiacchierato nel "dietro le quinte” di “Ascoltare Podcast” e le ho chiesto un po’ di cose riguardanti la sua esperienza nel mondo della radio, del giornalismo, della fotografia e de Giappone! 🙂.
Questa puntata "premium" viene pubblicata in anteprima su 👉 https://t.me/ascoltarepodcastbackchannel per te che mi segui e verrà rilasciata tra 2/3/4 mesi (circa) sul podcast ufficiale. Che aspetti, vai a darci un ascolto, dai! 😊
Contatti dell'ospite:
I Podcast di Laura: https://www.spreaker.com/user/radiotomoko
Pagina facebook: https://www.facebook.com/radiotomoko
Instagram: https://www.instagram.com/radiotomoko/
Sito web: https://www.radiotomoko.com/ Tutte le note degli episodi le trovi su: http://www.ascoltarepodcast.com
Per contattarmi, puoi scrivermi su 👇🏻  ⏩ Telegram: https://t.me/ascoltarepodcast 📩Email: [email protected] Musiche utilizzate nella puntata (Music from) https://filmmusic.io - "Club Seamus" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) License: CC BY(http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/) e "Derp Nugget" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) License: CC BY (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/) Musiche utilizzate nella puntata Backchannel (Music from) https://freesound.org/people/afleetingspeck/sounds/432683/ This work is licensed under the Creative Commons 0 License
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ascoltarepodcast · 4 years
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IL MONDO DEL LAVORO ASSIEME A LEONARDA VANICELLI DI “LAVORO MEGLIO"
Ebbene sì, rieccoci qui con una nuova puntata di “Ascoltare podcast” assieme ad una ospite😄,  un’altra bravissima podcaster che produce uno show incentrato sul mondo del lavoro e delle risorse umane. Lei è Leonarda Vanicelli, autrice di: “Lavoro Meglio” 👏👏👏   Ti invito quindi ad ascoltare cosa ci siamo detti nella puntata e farmi sapere la tua opinione scrivendomi su Telegram (nel canale https://t.me/ascoltarepodcast trovi il mio contatto) o inviandomi una email a: [email protected] Anche con Leonarda, poi, ho chiacchierato nel "dietro le quinte” di “Ascoltare Podcast” e le ho chiesto un po' di opinioni su quello che ci aspetterà nel mondo del lavoro dopo il coronavirus, di che cosa vuol dire essere un coach ed altre curiosità su di lei 🙂. Questa puntata "premium" viene pubblicata in anteprima su Telegram 👉 https://t.me/ascoltarepodcastbackchannel per te che mi segui e verrà rilasciata tra 3/4 mesi circa sul podcast ufficiale. Che aspetti, vai a darci un ascolto, dai! 😊 
Contatti dell'ospite:
Il podcast di "Lavoro meglio”: https://gopod.me/lavoromeglio
Sito internet di Leonarda: https://www.leonardavanicelli.com/ 
Tutte le note degli episodi le trovi su: http://www.ascoltarepodcast.com
Musiche utilizzate nella puntata (Music from) https://filmmusic.io - "Club Seamus" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) License: CC BY(http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/) e "Derp Nugget" by Kevin MacLeod (https://incompetech.com) License: CC BY (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Musiche utilizzate nelle puntate Backchannel (Music from) https://freesound.org/people/afleetingspeck/sounds/432683/ This work is licensed under the Creative Commons 0 License
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