Tumgik
#aneddoti
gregor-samsung · 1 year
Text
“ Tra le differenze di superficie che separano humanities e studi fisico-naturalistici e matematici c’è anche questa: non è facile controllare se Ulysses o Der Mann ohne Eigenschaften [L'uomo senza qualità] uno li ha letti o no, da qui la caratteristica dell’intellettuale, osservata da don Lorenzo Milani, che è quella di dir sempre d’aver letto tutto. Invece le conoscenze naturalistiche, fisiche, matematiche ammettono fulminee verifiche. Lo sapeva bene quel probo professore di matematica amico del professor Bergeret che, nella sempre attuale Histoire contemporaine di Anatole France, racconta all’amico (filologo, nota bene) in che modo aveva ridotto al silenzio una presunta veggente, che aveva plagiato un’intera cittadina della provincia francese. Costei diceva a esempio che, grazie alle risposte datele da santa Radegonda, poteva annunziare a una donna come stava la cugina emigrata da vent’anni in Australia, a un tale come e qualmente sarebbe diventato ricco fra tre anni, a un altro ancora quale sarebbe stato l’esito del conflitto ispano-americano ecc. Raccontava a Bergeret il professore di matematica: «Bergeret, mi sono messo in fila con gli altri e arrivato il mio turno per avere una risposta da santa Radegonda ho detto alla veggente: per favore, chiedete a santa Radegonda quale è il logaritmo di 17. Bergeret, mi credereste voi se vi dicessi che mi ha risposto uno virgola due tre zero quattro cinque?». «No, non vi crederei» disse Bergeret con un sorriso. «E fareste bene. Non me lo ha detto. La veggente si è chiusa in uno sdegnoso silenzio e dopo un po’ ha detto che per quel giorno santa Radegonda non avrebbe fornito altre risposte». “
Carlo Bernardini, Tullio De Mauro, Contare e raccontare. Dialogo sulle due culture, Laterza (Collana I Robinson/Letture), 2003¹. (Brano tratto dalla sezione scritta da Tullio De Mauro; corsivi dell’autore)
[Libro elettronico]
15 notes · View notes
wakeuptony · 1 year
Text
ho litigato con una del WWF
(quelle che fermano per strada)
ferma me e mia sorella (sveglia) che le dice subito "siamo di fretta"
la simpaticona del WWF risponde "ma Fretta quella in via di Corsa??"
...
e lì ho capito che sarebbe finita molto male la conversazione con me
...
prima cosa continuava a ridere/sorridere parlando del mondo che va a puttane e le ho detto che non c'è niente da ridere
e poi mi dà in mano un foglio plastificato
io: ma perché hai plastificato il foglio? vuoi che finisca in mare? e poi perché andate in giro coi gilet di plastica col panda sopra? parlo io col tuo capo
seconda cosa mi fa "mia nonna mi cucina il pesce, se la plastica finisce in mare me la ritrovo nel piatto, qual è la soluzione?"
io: fai a meno di mangiare il pesce
lei: non è una soluzione
io: beh io sto anche senza
lei: mia nonna me lo cucina
io: hai quasi 30 anni, puoi anche cucinare tu per tua nonna, poi sei tu che hai plastificato il foglio e mi parli di plastica in mare, da me cosa vuoi?
lei: te la do io la soluzione, noi non vogliamo soldi in contanti, non possiamo accettarli, a te basta comodamente compilare questi campi e scrivere un numero qui sullo spazio in bianco
*tira fuori un modulo enorme che neanche il 730*
io: ma sei fuori che mi metto a compilare sta roba? se mi va ve li mando su paypal, ma oggi proprio non mi va, non mi hai convinto, buona giornata
dio can io ci tengo all'ambiente e alle bestie, ma ste robe boh mi convertono nel vecchio baffo di Germania
2 notes · View notes
meblog-vita · 1 year
Text
Ritornare bambina 👧🏻
-Nessun altro a parte ME
2 notes · View notes
Text
C'è qualcun* nat* il 29 febbraio?
Palesatevi
Voglio conoscere le vostre storie
Cosa fate gli altri anni
Come vi comportate
Che tradizioni e abitudini avete
Le vostre esperienze e i vostri aneddoti
Sono curioso di sapere come vivete il vostro compleanno in questo particolare
Fatevi sentire
Vi aspetto, in chat, nei commenti, su Telegram, ovunque ne abbiate voglia 🥰
1 note · View note
tremaghi · 1 month
Text
I gatti dimostrano di avere un'assoluta onestà emotiva (Ernest Hemingway)
Se non fosse per un azzeccassimo regalo che ha ricevuto mio marito per il suo compleanno, non avrei mai trovato questo libro. Difficilmente l’avrei scovato sugli scaffali di una libreria e tanto meno online.Il mio amore per i gatti mi ha portato nel tempo a leggere parecchi libri su questi meravigliosi felini, sempre bellissime storie con un’unico protagonista e del suo rapporto con chi ha avuto…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
lucadea · 2 months
Text
Tagliatelle al sugo di funghi, la ricetta
Tumblr media
Tagliatelle al sugo di funghi. Uno dei sughi più buoni e semplici che ci siano: il sugo di funghi, questa volta condisce un bel piatto di tagliatelle. Questa la ricetta e gli aneddoti di Loris. Sugo di funghi secchi. Questo sugo, ben differente da quello fatto con i funghi freschi, fa parte della tradizione dell'entroterra. Il giorno d'oggi capita di vedere nei menu di certi ristoranti le tagliatelle ai funghi porcini ma, almeno nell'entroterra della Riviera di Levante, si tratta delle ottime tagliatelle ai funghi secchi che fanno parte della vecchia tradizione di queste parti e che sono fatte con l'aggiunta di salsa di pomodoro. Pertanto, a parte di essere nella stagione dei funghi, se questo piatto viene proposto senza pomodoro, i funghi usati sono senz'altro congelati, magari con l'aggiunta di qualche pezzetto di secchi per dar loro un po' più di profumo. Anni fa avevo un amico di Santo Stefano d'Aveto, ormai deceduto, che era un grande commerciante di funghi secchi ed è difficile immaginare quale grande mercato ci sia dietro questo prodotto... ricordo che questo amico aveva un capannone refrigerato dove teneva quintali di funghi secchi che provenivano da tutta l'europa e che conservava anche per molti mesi per venderli quando la stagione ed i prezzi fossero stati più propizi. Adesso mi vengono in mente molti aneddoti legati ai funghi ma non voglio annoiarvi con questi miei ricordi. Un ricordo particolare è di molti anni fa quando ero in Sicilia a fare il servizio militare ed avevo un commilitone calabrese la cui famiglia commerciava in funghi freschi. Una volta, durante una breve licenza, andai con lui al suo paese, Stilo, presso un deposito della sua famiglia c'erano quintali di funghi freschi che venivano portati dalla gente del posto. I funghi venivano divisi per dimensione, qualità, tipo e poi trattati da donne sapienti che li preparavano per essere portati in città ed essere spediti verso i mercati, altri li preparavano per essere messi sott'olio e altri ancora venivano seccati. Evidentemente, nei primi anni settanta, non c'era ancora la possibilità e la cultura della surgelazione. Qui da noi, in molti ristoranti del primo entroterra, vengono serviti ottimi piatti di tagliatelle ai funghi secchi (con pomodoro), in alternativa ai tradizionali piatti di ravioli al ragù genovese o ai pansotti alla salsa di noci. La ricetta per preparare la salsa con i funghi secchi è molto semplice. Prima di tutto bisogna avere dei funghi di buona qualità e non è indispensabile scegliere i più cari ma quelli più profumati. Io lascio i funghi secchi a bagno per poco tempo in acqua fredda, che cambio dopo un paio di minuti per eliminare residui di terra e foglie per sostituirla con altra acqua sempre fredda. A parte faccio soffriggere in una giusta quantità di olio extra vergine un po' di cipolla tritata ben fine, una testa d'aglio, un battuto leggero di rosmarino ed un paio di foglie di alloro. Aggiungo poi al soffritto i funghi rinvenuti nell'acqua e tritati. Non appena i funghi avranno preso calore li bagno leggermente con poco vino bianco, aggiungo una giusta quantità di pomodori passati ed un poco di sale. Quando la salsa comincia a rosolare (non è una cottura lunga) aggiungo, se necessario un poco della seconda acqua in cui ho fatto ammollare i funghi secchi. Alla fine, doso ed aggiusto il sale ed aggiungo un trito finissimo di prezzemolo. A me piace anche aggiungere al soffritto un poco di peperoncino piccante. The recipe for making tagliatelle with mushroom sauce at home - La recette pour faire des tagliatelles à la sauce aux champignons à la maison - La receta para hacer tagliatelle con salsa de champiñones en casa. - A receita para fazer tagliatelle com molho de cogumelos em casa - Das Rezept für die Zubereitung von Tagliatelle mit Pilzsauce zu Hause - Công thức làm tagliatelle sốt nấm tại nhà - 在家制作蘑菇酱意大利面的食谱 - 自宅でマッシュルームソースを使ってタリアテルを作るためのレシピ Read the full article
0 notes
jacopocioni · 5 months
Text
BURLE TOSCANE: le Ciarle del Ciarleglio.
Tumblr media Tumblr media
Nel panorama toscano ci sono degli autori che rappresentano Firenze e la Toscana come equivalente d'arte e bellezza, difficilmente escono da quest'ottica, un rapporto mecenate, artista, opera d'arte. Spesso non si rendono conto che la Toscana è quello che è oggi non solo per la lungimiranza di alcune grandi famiglie, per meravigliosi artisti del progetto, dello scalpello o del pennello, ma e soprattutto, per i fiorentini e i toscani tutti che nella vita quotidiana si esprimevano interfacciando anche con quel mondo. Questo spirito, quello toscano, non è scevro dallo scherzo, anzi più spesso si perde nella burla e nel faceto più che nella serietà della vita.
Tumblr media
Franco Ciarleglio Esiste un autore che in tempi recenti, più di ogni altro, ha indagato questo aspetto del popolo toscano e il suo nome è Franco Ciarleglio. Franco ha pubblicato diversi libri, come dice lui della Firenze e Toscana minore, ma che cosi minore poi non è, dato che raccontano quei fiorentini, quei toscani, che hanno costruito ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti. Senza lo spirito goliardico (nel libro si spiega la genesi di questa parola) toscano oggi la nostra regione non sarebbe questa splendida realtà che vediamo ogni giorno. Franco nei suoi libri ha colto questo aspetto e nella sua ultima opera è riuscito a concentrarlo portando in evidenza la burla toscana come essenza di puro spirito. Il suo ultimo libro BURLE TOSCANE si legge tutto in un fiato ritrovando la storia dei "nostri" scherzi, da quelli più lontani come quelli raccontati da Boccaccio a quelli più recenti come la “beffa di Modigliani” o ancora il primo “pesce d’aprile” con autori dei fiorentini. Esattamente come riposta la copertina:"100 e 1 tra scherzi, storielle, aneddoti, giochi, lazzi, prese per i fondelli, beffe, arguzie, equivoci e canzonature". Chi ama la Toscana e Firenze non può non approfondire questo nostro aspetto, scoprirlo o riscoprirlo, riconoscersi e perdersi nelle Ciarle del Ciarleglio. Da domani Sabato 1° Luglio in tutte le librerie, presso le COOP (15% di sconto e 300 punti spesa) oltre che via internet dalla casa editrice. Read the full article
1 note · View note
nicksalius · 1 year
Text
La meditazione della rana zen
La meditazione della rana zen
Credevo che la rana – perché proprio rana e per giunta zen non saprei – si fosse eclissata per sempre. Invece i dubbi di un visitatore che chiedeva come mai, nonostante praticasse la meditazione, si sentisse ancora piuttosto suscettibile, l’hanno stanata dal limbo in cui si era isolata. La rana zen si recò dal suo prezioso e stimato maestro per chiedergli ragguagli sulla sua pratica meditativa.…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marellagiovannelli · 2 years
Photo
Tumblr media
Mare e Oltremare che, da stamattina, si trova anche nell'edicola Pileri vicino alle Poste di Porto Rotondo, zona Rudargia. A Olbia è disponibile da Ubik in viale Aldo Moro e da Feltrinelli in aeroporto. Gli amici non residenti in Sardegna possono ordinarlo direttamente al sito dell'editore (http:/www.agbookpublishing.com) oltre che nelle varie librerie online. #marellagiovannelli #libro #book #poesie #racconti #aneddoti #foto #oltremarefraincontriepoesie @agbookpub #libreriaubikolbia #feltrinelli @olbia_airport @ubikolbia @feltrinelli.store #edicola #rudargia #portorotondo #puntalada #puntavolpe #sardegna #sardinia #libreria #newbook #agbookpublishing #casaeditrice #shoponline #sito #cartaceo #aeroportoolbiacostasmeralda https://www.instagram.com/p/CfwLARnNUnF/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
noosphere-me · 2 years
Photo
Tumblr media
Mi spaventa vedere una società impaurita, mi spaventa vedere tanta mediocrità, mi spaventa la superficialità, mi spaventa il telegiornale, mi spaventano le facce di alcuni conduttori televisivi quando gioiscono per una nuova lite in diretta, mi spaventa una società di persone attaccata ai telefoni cellulari, mi spaventano i ladri, mi spaventa che non si riesca più a riconoscere chi vale e chi no, mi spaventa l'arrivismo, mi spaventa l'assoluta certezza, mi spaventa il gioco d'azzardo, mi spaventano le persone che condividono link su Facebook senza leggerli, mi spaventa chi non ha mai letto un libro... "Vi stavo dicendo" di Ottavio Buonomo Ricordi, aneddoti e tanto Teatro @ottaviobuonomo #vistavodicendo #ottaviobuonomo #artista #autore #compositore #ricordi #aneddoti #teatro #teatroitaliaacerra #spettacoli #passione #vita #arte #andiamoateatro #acerra #librileparche #autorileparche #leparchedizioni (presso Naples, Italy) https://www.instagram.com/p/Ccnzgg1ser6/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
acribiatellurica · 9 months
Text
Penso che nonostante i 40 gradi all’ombra, o forse proprio per distrarsi, possa far piacere scoprire questa terzina di Ludovico Ariosto che mi aveva particolarmente colpita durante la preparazione di letteratura italiana:
Fa a mio senno, Maron: tuoi versi getta
con la lira in un cesso, e una arte impara,
se beneficii vuoi, che sia più accetta.
prosegue poi:
Ma tosto che n'hai, pensa che la cara tua libertà non meno abbi perduta che se giocata te l'avessi a zara;
A cagionare l’invettiva di Ludovico è la sua insofferenza verso la vita servile e la corruzione delle corti cinquecentesche italiane. Nel caso specifico esiste una non troppo velata critica al fatto che il cardinale Ippolito d’Este, suo protettore del tempo, insistesse affinché l’Ariosto lo accompagnasse in Ungheria. Pare che il buon Ludovico non avesse a cuore il fatto di dover scortare i suoi mecenati in giro per l’Europa (non aveva giustamente voglia di pulire loro il popò di continuo), così invita il destinatario di questo componimento, che adoro e che invito a recuperare in versione integrale, a gettare la lira in un cesso, perché poetare ha un prezzo carissimo in termini di perdita delle libertà personali. Notasi come già nel Cinquecento perfino gli umanisti scoraggiassero dall’iscriversi alle facoltà umanistiche in favore di attività più redditizie e meno corruttibili. Se Ariosto potesse ancora parlarci ci direbbe probabilmente “gettate la lira in un cesso e studiate materie STEM”.
14 notes · View notes
thegretchenimages · 9 months
Text
Sono su un treno. Ho chiuso la porta del bagno in faccia ad un controllore quasi imprecando. Bene così.
0 notes
deathshallbenomore · 1 year
Text
.
10 notes · View notes
Text
NON L'INCONTRO DI PUPI E RIVA PRIMA DI TORINO CAGLIARI
2 notes · View notes
lonelysmile · 2 years
Text
in questi giorni sto seguendo un pochino gli europei di nuoto ma proprio così a caso quando ho tempo e voglia e WOW quanto spaccano ə nostrə 💙 ogni volta che accendo qualcunə prende una medaglia, incredibile!!
2 notes · View notes
jacopocioni · 1 year
Text
Per chi abita in... Piazza della Passera
Tumblr media Tumblr media
Piazza della Passera. A noi fiorentini, un ci fa né cardo né freddo, gli è i'nome che s'è voluto a furor di popolo e ci garba così! Ammetto e comprendo però lo stupore negli occhi, accompagnato da una risatina sotto i baffi dei turisti che tutto si aspetterebbero, tranne che una piazzetta, tra l'altro davvero graziosa, porti un nome così divertente ed equivoco… Ed immagino con soddisfazione quel che può passare per la testa di un turista mentre strabuzza gli occhi: “no, dai… non può essere… però i fiorentini possono essere capaci anche di questo…” Ed io ve lo confermo, siamo capaci di questo e di tanto altro!!
Tumblr media
La nostra Piazza della Passera: uno dei posti più graditi in cui trovarsi la sera per bere qualcosa, mangiare un gelato e fare un po' di sano casino. Prima di tutto, localizziamola: Oltrarno, un po’ nascosta, non è una vera e propria piazza, è più uno slargo tra un dedalo di vie e vicoli, stretti, affascinanti, che ti sussurrano la loro storia, che poi è la storia di Firenze. Una piazzetta a pochi passi da Piazza Pitti, in cui immettono Via Toscanella, Via dello Sprone, Via dei Vellutini… a pochi passi c’è lo Sdrucciolo dei Pitti, Via Sguazza, Via Maggio, Borgo San Jacopo. Poco più in là, Piazza Santo Spirito, altro luogo dedicato alla movida, al chiasso e, purtroppo, all’inciviltà dei più!
Tumblr media
Quante storie racchiuse in queste vie, permeate in questi muri, quante voci che al solo stare attento ti parlano, ti raccontano, ti trasportano in un viaggio senza tempo. Ma torniamo a parlare della protagonista di oggi, di Piazza della Passera. Qual è la ragione di questo nome, da dove nasce, a quando risale? Cominciamo col dire che non molti anni fa, direi una quindicina, sulle guide, sulle piantine della città, Piazza della Passera non esisteva: la denominazione con cui era identificata era “Piazza dei Sapiti”, dal nome della famiglia che qui aveva case e fondachi. Sissignori, questo era il nome ufficiale! Ma se aveste chiesto indicazioni per raggiungere Piazza dei Sapiti, con tutta probabilità quasi nessuno avrebbe saputo rispondervi. Neanche il nostro Piero Bargellini, nelle sue Strade di Firenze, ne fa menzione. Per i fiorentini, quella è sempre stata Piazza della Passera, e nessun altro nome è mai stato accettato. E allora, quale è il senso di chiamare una piazza con un nome che nessuno mai ha accettato e pronunciato? La norma vuole che, in tutte le altre città italiane, quando vi fosse un nome equivoco, si proceda sostituendolo con un altro "presentabile". A Bologna, ad esempio, esisteva Via Sfregatette, così chiamata perché talmente stretta da costringere i pedoni a mettersi faccia a faccia e strusciarsi per potersi scambiare; il nome è stato modificato in un insipido Via Senzanome.
Tumblr media
Ora, se a Firenze avessimo avuto una via con un nome così irriverente, evocativo e gustoso, e qualcuno avesse solo osato pensare di cambiarlo, ci sarebbe stata un'insurrezione popolare! Ma vi immaginate quante storie, quante battutacce imperdibili avrebbe provocato un tale nome? Come rinunciarvi? ...Impossibile!! I bolognesi, evidentemente più seri di noi, hanno accettato la sostituzione senza battere ciglio… ma noi siamo fiorentini! e l’avere una piazza che fa esplicito riferimento all’organo sessuale femminile, non è sconveniente, è… ganzo!! Però dobbiamo tornare indietro, al periodo del fascismo che, tra le sue tante distorsioni, ebbe anche quella di considerare scandalose le nudità delle statue, che vennero dunque coperte da foglie di fico; anche il nome “Piazza della Passera” per un regime così falsamente bigotto era considerato di una volgarità inaccettabile ed i gerarchi dell'epoca decisero di chiamarla “Piazza dei Pagoni”; ma non ci fu verso, i fiorentini non accettarono questo cambio di volatile, e continuarono imperterriti e in barba alle decisioni governative, a chiamarla Passera.
Tumblr media
Caduto il regime, il popolo fiorentino decise di ripristinare l’originario nome di Piazza della Passera, ma rimase soltanto come nomignolo con cui tutti la conoscevano, perché in realtà il nome ufficiale deciso dalle istituzioni divenne Piazza dei Sapiti, che nessuno degnò della minima considerazione: quella era Piazza della Passera e qualunque cartello con qualunque nome non avrebbe mai cambiato la cosa. E così, nel 2005, l'allora assessore Giani prese la storica decisione di riattribuirle il nome con cui era stata sempre chiamata: Piazza della Passera. Venne finalmente apposta la targa che, ora e per sempre, le restituisce la sua dignità. Ma realmente Passera fa riferimento al sesso femminile? Se vogliamo prendere a paragone la “Teresina” di Marasco, non ci si pone neanche il dubbio. L’ultima strofa infatti recita: "Te la portai a i’ barre di piazza della Passera la cominciò a grattassela la mi fece scomparir…" Ma lasciando perdere Riccardo Marasco, cerchiamo la vera origine di questo appellativo. Le versioni che dobbiamo analizzare sono due, e ben diverse nella sostanza.
Tumblr media
Secondo la prima, in questa zona, fino dagli inizi del Cinquecento, sorgeva uno dei bordelli più celebri e lussuosi di tutta la città, che si dice venisse bazzicato anche dal Duca Cosimo I, e pure con una discreta frequenza. Gli affari andavano alla grande, tanto che ben presto si ritenne necessario aprire un altro bordello, e poi un altro e ancora uno… le esigenze dei cittadini erano grandi, e per soddisfarle tutte sorsero così tanti casini che la zona divenne “bollente”… Quando poi a metà secolo venne abbattuto il rione della Baldracca, per far posto agli Uffizi, tutti i postriboli che si trovavano alla Baldracca, tutte le osterie e tutti i luoghi di vizio trovarono ricovero nei pressi di Piazza della Passera, che divenne il centro indiscusso dei bordelli e dei vizi. E tale era la fama di questi bordelli, che rimasero in vita fino agli anni Venti del secolo scorso, quando vennero infine demoliti. E secondo questa versione, peraltro la più fondata, l’origine del nome non desta dubbi!
Tumblr media
Ma esiste un’altra versione, più romantica, più drammatica, che ci porta in direzione opposta e contraria. La storia ci insegna che, nel 1348, Firenze fu devastata da un’epidemia di peste nera. La leggenda ci racconta che, proprio in Piazza della Passera, due bambini trovarono un uccellino malato e tentarono di prendersene cura. Si trattava, appunto, di una passera, che purtroppo nel giro di poche ore morì. La passera era ammalata di peste, e fu lei a diffondere il morbo che decimò la popolazione di Firenze. Il gesto caritatevole dei bambini fu all’origine di una delle più gravi pandemie, che causò circa 40.000 vittime tra la popolazione fiorentina, che contava 96.000 abitanti. Da questa vicenda, ha in seguito tratto origine il nome della piazza.
Tumblr media
Tonando ai nostri giorni, piazza della Passera è un luogo in cui val la pena di andare a cena, non foss'altro per l'atmosfera che vi si respira. Una curiosità: se vi trovate a mangiare in uno dei ristoranti della piazza e vi capita di ordinare il vino rosso della casa, sull’etichetta leggerete: “Piazza della Passera” e sotto, la traduzione in inglese: (Pussy Square) Nomen omen.
Tumblr media
Gabriella Bazzani Read the full article
0 notes