Tumgik
#ancestrali
silviadeangelis · 1 year
Text
CANE BASSOTTO
Delineata atavica origine distinta razza il cane bassotto. Rasato pelo, esigua statura affinata coda Su allungato capo posano sopracciglia sporgenti arcate. Ornano l'idonea dentatura robuste mascelle. Trasmette suo volto energica vivace espressione. Gli ancestrali antenati bassotto scortar faraoniche guardie 1700 A. C. Nascita variegate specie anche in lungo pelo sviluppano temporali…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
la-novellista · 14 days
Text
Tumblr media
[Bisogni ancestrali]
La fame.
La sete.
Tu.
Ph. Jan Saudek
64 notes · View notes
beevean · 1 year
Note
Re: i giochini dei Magicanti mia madre si è pubblicamente dichiarata sorpresa del fatto che avessi ancora impronte digitali sui pollici dopo il tempo che avevo passato sfregando quei cazzo di medaglioni, decisamente non eri la sola a patire 🙃 meno male che quando hanno fatto i Lampaclima qualche anno dopo hanno imparato dai loro errori e messo un pratico tastino per accendere il simbolo
se vedi i miei pollici puoi ancora notare i segni lasciati da quei medaglioni che proprio non volevano scaldarsi 😭 una scammata assurda, di alcuni non scoprii mai che elemento avessero
I Magotti erano più funzionali, e sono stati i primissimi giocattoli 😭 (ho vaghe memorie di me che li lasciavo in frigo per ripristinare il colore originale hfdsjkfhkjdsf)
Non presi mai i Lampaclima (credo che l'ultimo cartone che vidi fu quello delle moto e già non mi entusiasmò più di tanto lol), ma non so come potrebbero sbagliare una lampadina LMAO
in ogni caso, Roteò supremacy uwu
Tumblr media
4 notes · View notes
divulgatoriseriali · 21 days
Text
Vampiri e la notte eterna: Un viaggio nel loro mondo
Nel cuore delle tenebre vampiriche si cela una storia intricata. Partendo dalle origini millenarie delle leggende, questo viaggio ci conduce attraverso le pieghe delle credenze e dei miti che hanno plasmato e trasformato queste creature dell’oscurità nel corso dei secoli. Esploreremo le influenze dei miti antichi, le opere letterarie rilevanti e le reinterpretazioni moderne che hanno ridefinito…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
canesenzafissadimora · 3 months
Text
Al Sud la gente ti guarda in faccia quando t'incrocia, ti regala un sorriso e ti chiede se hai bisogno se ti vede in difficoltà; non scappa se le rivolgi una domanda, non ti tiene a distanza, non ti guarda con sospetto.
Al Sud se un uomo ti aiuta a portare una valigia è perché vuole aiutarti a portare la valigia. Non è perché ci prova e talvolta, perché non ci prova, ci resti un po' male.
Al Sud l'aria odora di mare anche se il mare è ancora distante; i campi, ogni tanto, sono come la borsa di una donna: un po' confusi ma provvisti del necessario.
Al Sud il sole sa essere estivo senza farti evaporare l'anima, anzi l'anima te la prende e l'accompagna in paesaggi che sanno sia di selvatico sia di meraviglia.
Al Sud non esiste solitudine o sconforto. Ce la si fa sempre perché "Siamo nati per lottare"; la forza d'animo ha la sfrontatezza dei paesotti arroccati sui monti, delle abitazioni solitarie che se ne stanno a picco sul mare.
Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, gli scogli duri come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali. Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza.
Ti accorgi di essere arrivata al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar. Con tre euro prendi il cornetto, il cappuccino, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere d'acqua aggiuntivo, uno sguardo amichevole e un paio di battute che possono strapparti una sana risata.
Fa bene stare al Sud ed essere del Sud.
La gente se ne accorge e non solo per l'accento. Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. Te lo porti dentro sempre, il Sud.
Se resti, se vai, se vai ma poi torni...
Tumblr media
G. Pannia
12 notes · View notes
mezzopieno-news · 2 days
Text
LE TRIBÙ YUROK TORNANO A GESTIRE LE LORO TERRE ANCESTRALI
Tumblr media
Lo Stato americano della California ha siglato un accordo che permette alla tribù nativa degli Yurok di riappropriarsi della terra di cui è originaria e in cui ha vissuto dal 14° secolo.
La tribù degli Yurok incominciò ad essere perseguitata e allontanata dalle proprie terre alla metà del 1800 in seguito alla corsa all’oro, subì poi una pesante epidemia che decimò la tribù del 75%, massacri e la privazione dei territori in cui viveva per concederle alle industrie di legname e al National Park Service. La terra, che a lungo è stata gestita dalla Save the Redwoods League, riguarda un’area situata nella parte settentrionale dello Stato americano, nei pressi di Orick, da sempre di grande importanza per la comunità di nativi americani che ha un forte legame con la natura e con gli elementi. Il nuovo patto concordato con il National Park Service e il California State Parks permetterà alla tribù di tornare a vivere liberamente nelle proprie zone di origine e di tornarne gestori e protettori.
Dopo diversi anni di sforzi la terra chiamata ‘O Rew avrà strutture dove la comunità nativa potrà vivere in modo tradizionale e luoghi dove potranno essere ricevuti i visitatori, un polo e nuovi itinerari culturali. La tribù indigena Yurok sarà la prima nel Paese a co-gestire un parco nazionale e a contribuire alla conservazione e alla valorizzazione della storia e della cultura tribale americana nel tempo.
___________________
Fonte: Oregon Public Broadcasting; foto di Olena Olesik
Tumblr media
VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO | Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
Tumblr media
Se trovi utile il nostro lavoro e credi nel principio del giornalismo costruttivo non-profit | sostieni Mezzopieno
6 notes · View notes
blacklotus-bloog · 1 month
Text
Tumblr media
Un buon rapporto si costruisce giorno per giorno, non è frutto di ancestrali magie o filtri d'amore. È rispetto allo stato puro per chi ci è accanto, senza cadere nella subdola trappola della tolleranza, perchè quella è una maschera di perbenismo che nega al rispetto di essere riconosciuto come un valore che da valore. È complicità non solo a letto, bisogna condividere gli stessi piaceri, passioni, godere di discorsi appassionati, fare l'amore di corpi e parole e condividere quello che unisce anche un prolisso silenzio. È ardere nel corpo e nella mente fino a consumarsi fino ad essere cenere, brividi, emozioni. È difficile spiegare cosa sia un rapporto a chi non conosce il valore dell'esclusività...
.
.
.
BLACK LOTUS
11 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO PRIMO - di Gianpiero Menniti 
L'UOMO GRECO E L'UOMO CRISTIANO 
La tragedia di Sofocle narra del figlio che in apparenza infrange due tabù: uccide il padre e giace con la madre.  Ma Edipo non è colpevole: l'origine della vicenda è nel misfatto di Laio, il re che teme il pronunciamento dell'oracolo e decide di assassinare il figlio.  Il padre è l'assassino.  Edipo è la vittima.  Laio è dunque colui che non accetta la metafora della morte come passaggio del testimone al figlio.  Non accetta la decadenza del corpo.  Non accetta di trasmettere la sua eredità, l'Io che si scioglie nella figura del figlio. Non accetta la condizione che la natura impone per se stessa, per le sue finalità di vita senza scopo.  La vita che necessariamente è morte.  Così, Laio si ribella, infrange l'ordine e apre le porte al caos.  Edipo è la vittima. Inconsapevole, rifiuta il nuovo ordine imposto dagli eventi, non segue la regola dell'equilibrio, nella scia dell'ignota ma presente e angosciosa eredità paterna. Nella sua sfrontata ricerca di verità si condensa la tragedia indicibile, struggente, insanabile.  Egli è il figlio che si affaccia al mondo attratto dal suo disvelamento, dalla fiducia nella conoscenza.  Anche lui senza misura.  Anche lui epigono del caos.  La tradizione cristiana ripensa il ruolo del padre, ma non entro "l'aretè", necessità di natura e accoglimento del destino di mortale.  L'uomo cristiano coltiva la speranza della salvezza dalla morte e sposta l'asse della verità dall'ordine di natura all'ordine divino.  Il Dio non è caos ma è padre.  Il Dio non è solo onnipotenza ma è divenuto amore.  E Amore vince sulla Natura fino a sovvertirne il corso, fino a superarne la muta indifferenza attraverso il Verbo che è coscienza e ricerca.  Ecco che il padre accetta la sentenza di morte del figlio: 
«Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta."» (Luca, 15,12). 
Nel mondo ebraico l'eredità chiesta prima della scomparsa del genitore equivaleva ad un delitto, rappresentava il desiderio di sopprimere il padre stesso.  Ed era punibile con la sentenza capitale.  Ma il padre divide l'eredità e lascia andare il figlio: riconosce che il desiderio della sua morte è nel figlio anelito di libertà, estrema pulsione di conoscenza, inclinazione naturale alla vita che divora la vita.  Non si vendica, non si lascia cadere nell'impulso contrastante e sceglie la speranza, confida nella salvezza.  E nel ritorno.  Quando la speranza si avvera e l'ordine naturale dei sentimenti ancestrali è sovvertito, vinto, sconfitto, il padre cancella il passato (il passato è peccato, il presente è redenzione, il futuro è salvezza) e riabbraccia il figlio ritrovato.  La Natura rimane in agguato: l'altro figlio osserva e recrimina e rimprovera: 
«Egli si adirò e non volle entrare; allora suo padre uscì e lo pregava di entrare. Ma egli rispose al padre: "Ecco, da tanti anni ti servo e non ho mai trasgredito un tuo comando; a me però non hai mai dato neppure un capretto per far festa con i miei amici; ma quando è venuto questo tuo figlio che ha sperperato i tuoi beni con le prostitute, tu hai ammazzato per lui il vitello ingrassato" » (Luca, 15, 28, 29, 30). 
Ma è qui che la parabola evangelica tocca il suo culmine, spesso misconosciuto: 
«Il padre gli disse: "Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato."» (Luca, 15, 31, 32). 
Il padre, sublimazione dell'Amore, salva anche lui, anche l'altro figlio incapace fino a quel momento di comprendere l'ordine di Dio, il figlio rimasto entro l'ordine di Natura che reclama la vendetta.  Ma lo salva davvero?  Rembrandt lo pone nella scena, a destra, solenne e torvo di rancore. In severo contrasto con l'espressione di disperata compassione che sorge nell'abbraccio tra il padre e il figlio ritrovato.  Chagall lo esclude, ponendolo di spalle e accostandogli una figura ferina di risentimento, in basso a destra.  Mentre lascia al centro del mondo che accorre l'atto d'amore del padre, approdo finale ed ascesa nel superamento dell'impeto.
- Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606 - 1669): "Ritorno del figliol prodigo", 1661/1669, Ermitage, San Pietroburgo
- Marc Chagall (1887 - 1985): "Il ritorno del figliol prodigo", 1975, Museo nazionale messaggio biblico Marc Chagall, Nizza
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
26 notes · View notes
emz26 · 4 months
Text
Era un bel posto
Soffro della “sindrome da barista”, come funziona? Semplice, entro in un bar e chiedo un caffè, “macchiato?” risponde di rimando la barista, e lì ho la mia prima crisi , “sì”, “caldo o freddo?”, e allora mi vuoi morto maledetta? Quindi, io non frequentatore di bar, io introverso, io che ho sempre la testa tra le nuvole e non sono troppo presente nella quotidianità degli umani affanni,io ho bisogno di un bar amico, che mi conosca, un luogo dove la barista mi prepara un caffè senza mettermi il cucchiaino, perché il caffè lo prendo amaro perché che voglia di sbattermi tra lo zucchero di canna e normale non ne ho, che poi nello scegliere tra gli zuccheri si entra argomenti filosoficamente urtanti , si vanno a cozzare sensibilità ancestrali e io non ho proprio voglia di sbattermici, mica vorremo urtare qualche strana armonia dell’universo che l’effetto farfalla è sempre dietro l’angolo? No! non lo vorrei, io non ho proprio sbatti, io voglio solamente un caffè.
Avevo trovato il posto, un piccolo bar con il suo dehor, carino e pulito, ordinato, la barista era gentile, lei sorrideva ed io sorridevo di rimando, era cortese ed io ero cortese, un “buongiorno” si susseguiva ad un altro “buongiorno”, un “buonasera” ad un “buonasera”, tutto carino e cortese, bevevo il mio caffè e pagavo, salutavo con un “arrivederci” rispondevano con un “arrivederci”, un bel posto, consueto e rassicurante, fino, fino al maledetto giorno.
Ero lì, mi stavo mangiando un gelato, sì, sì ogni tanto anche io commetto qualche follia, una botta di vita alla mia ordinarietà, uno stecco al caramello salato.
La barista smonta dal turno e si dirige verso la sua auto, ovviamente saluto gentilmente e lei risponde di rimando, attraversa le strisce pedonali e mentre è a meta percorso un tizio a caso, un capo cantiere del cazzo deve farle sapere quanto è bello il suo culo, la risposta è immediata ed istantanea corredata da un dito alzato, il capo cantiere del cazzo si gira verso i suoi commensali con il ghigno di chi crede di aver dimostrato chi sa quale capacità, ghigno che si spegne istantaneamente appena incontra gli occhi dei suoi commensali, evidentemente i suoi giovani sottoposti non tollerano un comportamento simile.
Ricapitolando, lei ha risposto a tono e lui è stato messo al suo posto, quindi è tutto risolto? No, questa è stata solamente la prima crepa.
9 notes · View notes
terramia · 8 months
Text
Tumblr media
Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, le pietre della Murgia dure come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali.
Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza. Ti accorgi di essere arrivati al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar.
Fa bene stare al Sud ed essere del Sud. La gente se ne accorge e non solo per l'accento.
Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. #culture
17 notes · View notes
parmenida · 5 days
Text
"Al Sud la gente ti guarda in faccia quando t'incrocia, ti regala un sorriso e ti chiede se hai bisogno se ti vede in difficoltà; non scappa se le rivolgi una domanda, non ti tiene a distanza, non ti guarda con sospetto. Al Sud se un uomo ti aiuta a portare una valigia è perché vuole aiutarti a portare la valigia. Non è perché ci prova e talvolta, perché non ci prova, ci resti un po' male. Al Sud l'aria odora di mare anche se il mare è ancora distante; i campi, ogni tanto, sono come la borsa di una donna: un po' confusi ma provvisti del necessario. Al Sud il sole sa essere estivo senza farti evaporare l'anima, anzi l'anima te la prende e l'accompagna in paesaggi che sanno sia di selvatico sia di meraviglia. Al Sud non esiste solitudine o sconforto. Ce la si fa sempre perché "siamo nati per lottare"; la forza d'animo ha la sfrontatezza dei paesotti arroccati sui monti, delle abitazioni solitarie che se ne stanno a picco sul mare. Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, gli scogli duri come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali. Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza. Ti accorgi di essere arrivata al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar. Con tre euro prendi il cornetto, il cappuccino, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere d'acqua aggiuntivo, uno sguardo amichevole e un paio di battute che possono strapparti una sana risata. Fa bene stare al Sud ed essere del Sud. La gente se ne accorge e non solo per l'accento. Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. Te lo porti dentro sempre, il Sud.
Se resti, se vai, se vai ma poi torni..."
- G. Pannia
Tumblr media
2 notes · View notes
fashionbooksmilano · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Tsaatan
Gli uomini renna della Mongolia, Les hommes renne de la Mongolie, The Reindeer Men of Mongolia
Federico Pistone,  Fotografie Federico Pistone, David Bellatalla
Periplo edizioni Les Cultures, Lecco 2000, 109 pagine,  paperback, sopracopertina illustrata a colori,  testo in italiano, inglese e francese, ISBN  9788886113052
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Gli Tsaatan, letteralmente uomini renna, sono nomadi sull’orlo dell’estinzione, fatalmente legati a tradizioni ancestrali. Sono ormai meno di duecento e sopravvivono in condizioni proibitive nel nord della Mongolia, al confine con la Siberia. Gli Tsaatan, che non sono mai entrati a contatto con la civiltà, sanno leggere e scrivere, e pongono l’istruzione al primo posto nella gerarchia dei valori sociali. Le renne sono il principale sostentamento (latte, carne, pelli) e anche per i bambini rappresenta l’unica occasione di svago: le cavalcano con consumata maestria lungo le vallate che si aprono intorno all’accampamento di urtz, le classiche tende. Gli Tsaatan mediano tradizioni mongole e turco-altaiche. Si affidano allo sciamano, venerano e temono gli spiriti del cielo e della terra e adottano antichi riti funebri. Questo volume narra del viaggio attraverso una terra aspra e sconfinata, la taiga, al fianco di uomini che custodiscono con commovente tenacia il valore della loro libertà.
orders to:     [email protected]
twitter:                @fashionbooksmi
flickr:                  fashionbooksmilano
instagram:          fashionbooksmilano
tumblr:                fashionbooksmilano
05/02/23
22 notes · View notes
colonna-durruti · 1 year
Text
“Dalla donna che sono
mi succede a volte di osservare
nelle altre le donne che potevo essere;
donne garbate
esempio di virtù
laboriose brave mogli,
come mia madre avrebbe voluto.
Non so perché
tutta la vita ho trascorso a ribellarmi
a loro.
Odio le loro minacce sul mio corpo
la colpa che le loro vite impeccabili,
per strano maleficio
mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti notturni sotto il cuscino
di nascosto dal marito,
contro la loro vergogna della nudità sotto la biancheria intima
stirata e inamidata.
Queste donne, tuttavia,
mi guardano dal fondo dei loro specchi;
alzano un dito accusatore
e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
essere la “ brava bambina”, la “donna per bene”
la gioconda irreprensibile,
prendere dieci in condotta
dal partito, dallo Stato, dagli amici,
dalla famiglia, dai figli e da tutti gli altri esseri
che popolano abbondantemente questo mondo.
In questa contraddizione inevitabile
tra quel che doveva essere e quel che è,
ho combattuto numerose battaglie mortali,
battaglie inutili, loro contro di me
– loro contro di me che sono me stessa –
Con la “psiche dolorante”, scarmigliata,
trasgredendo progetti ancestrali
lacero le donne che vivono in me
che, fin dall’infanzia, mi guardano torvo
perché non rientro nello stampo perfetto
dei loro sogni
perché oso essere quella folle, inattendibile,
tenera e vulnerabile,
che si innamora come una triste puttana
di cause giuste, di uomini belli e di parole
giocose
perché, da adulta, ho osato vivere l’infanzia
proibita e ho fatto l’amore sulle scrivanie nelle ore
d’ufficio
e ho rotto vincoli inviolabili e ho osato godere
del corpo sano e sinuoso di cui i geni di tutti
i miei avi mi hanno dotata.
Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Pia£.
Ma nei pozzi oscuri in cui sprofondo;
al mattino, appena apro gli occhi
sento le lacrime che premono,
nonostante la felicità
che ho finalmente conquistato
rompendo cappe e strati di roccia terziaria
e quaternaria,
vedo le altre donne che sono in me, sedute nel
vestibolo
che mi guardano con occhi dolenti
che brandiscono condanne contro la mia felicità.!
Assurde brave bambine
mi circondano e danzano musiche infantili
contro di me;
contro questa donna
fatta
piena
la donna dal seno sodo
e i fianchi larghi
che, per mia madre e contro di lei,
mi piace essere.” Gioconda Belli ( Nicaragua )
25 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 4 months
Text
Tumblr media
lapsus ancestrali....:-)
6 notes · View notes
canesenzafissadimora · 10 months
Text
Al Sud la gente ti guarda in faccia quando t'incrocia, ti regala un sorriso e ti chiede se hai bisogno se ti vede in difficoltà; non scappa se le rivolgi una domanda, non ti tiene a distanza, non ti guarda con sospetto.
Al Sud se un uomo ti aiuta a portare una valigia è perché vuole aiutarti a portare la valigia. Non è perché ci prova e talvolta, perché non ci prova, ci resti un po' male.
Al Sud l'aria odora di mare anche se il mare è ancora distante; i campi, ogni tanto, sono come la borsa di una donna: un po' confusi ma provvisti del necessario.
Al Sud il sole sa essere estivo senza farti evaporare l'anima, anzi l'anima te la prende e l'accompagna in paesaggi che sanno sia di selvatico sia di meraviglia.
Al Sud non esiste solitudine o sconforto. Ce la si fa sempre perché "Siamo nati per lottare"; la forza d'animo ha la sfrontatezza dei paesotti arroccati sui monti, delle abitazioni solitarie che se ne stanno a picco sul mare.
Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, gli scogli duri come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali. Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza.
Ti accorgi di essere arrivata al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar. Con tre euro prendi il cornetto, il cappuccino, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere d'acqua aggiuntivo, uno sguardo amichevole e un paio di battute che possono strapparti una sana risata.
Fa bene stare al Sud ed essere del Sud.
La gente se ne accorge e non solo per l'accento. Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. Te lo porti dentro sempre, il Sud.
Se resti, se vai, se vai ma poi torni...
Tumblr media
G. Pannia
9 notes · View notes