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#Volo Spaziale
diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #234 - Yes, Fragile, 1971
Le favolose prime immagini del telescopio spaziale James Webb mi hanno spinto a cercare un filo conduttore galattico per le storie di musica agostane. Le esplorazioni spaziali ebbero il loro inizio eccitante proprio quando la musica rock stava spiccando il volo, e l’influenza fu sin da subito centrale sia per i nomi delle band, che per ispirazioni musicali nonché per quelle delle copertine degli album. E proprio questo sarà il filo rosso delle scelte di questo mese: copertine che hanno a che fare con lo spazio (con sorpresa finale,lo anticipo). Per cominciare però vorrei partire da una interpretazione artistica di questo argomento, mettendo in campo un sodalizio artistico musicale tra i più grandi di tutti tempi. Ma partiamo dalla musica. Gli Yes sono stati tra i giganti del progressive, e rimangono a tutt'oggi uno dei gruppi più preparati, più potenti e ineccepibili della storia del rock. Nascono verso la fine degli anni ’60, quando Peter Banks, Jon Anderson, Chris Squire, Tony Kane e Bill Bruford (che provengono da esperienze molto diverse, dalla psichedelia al beat) si riuniscono per una serie di concerti al Marquee di Londra, che fa guadagnare alla giovane band l’occasione di suonare come spalla dei Cream al loro concerto d’addio alla Royal Albert Hall. La formazione prevede Anderson al canto, Banks alla chitarra, Squire al basso, Bruford alla batteria e Kane alle tastiere: hanno in mente una musica nuova, che mischi con egual peso rock, jazz, musica sacra e barocca. Si chiamano all’inizio Mabel Greer's Toyshop, che però fu ritenuto troppo lungo. Decidono con una inversione di rotta decisa di chiamarsi Yes, prima con il punto esclamativo (Yes!), poi senza. Nel 1969 firmano un contratto per la Atlantic (la stessa etichetta dei Led Zeppelin) e pubblicano l’omonimo Yes: non c’è ancora quella maestosa macchina sonora che sarà il tratto distintivo della loro musica, ma alcuni brani, come ad esempio Survival, già ne presentano i primi vagiti. Nel disco spiccano le cover di I See You di McGuinn\Crosby e una di Lennon\McCartney, Every Little Thing. Il successo è nullo, come lo sarà l’appena discreto Time And A Word (1970), e Banks, vista l’aria che tira, si chiama fuori. Viene sostituito da Steve Howe, eclettico chitarrista, che inizia ad immaginare con i suoi compagni quello che sarà: The Yes Album contiene i primi successi (la splendida I’ve Seen All Good People, con bellissimo ritornello) e quella musica densa, tecnicamente superba, che si sente in Starship Trooper e Perpetual Change. Il gradino che mancava viene colmato con l’ingresso al posto di Kane del tastierista Rick Wakeman, ex Strawbs ed una delle figure più eclettiche e scoppiettanti del progressive. L’album di oggi è uno dei grandi capolavori della musica, un disco fondamentale del periodo, una esplosione di idee, musiche e tecnica. Fragile esce nel novembre 1971, dopo che fu registrato con le migliori tecniche dell’epoca, per la gioia del tecnico del suono Eddie Offord. Le nove canzoni sono composizioni (tranne un piccolo divertissement) che esprimono le singole personalità della band. Roundabout è il loro primo clamoroso successo, barocca e sensuale, con incredibile lavoro al basso di Squire (che quasi si prende tutta la scena essendo stato registrato ad altissimo volume) che è il primo esempio della bellezza della voce di Anderson: in poco tempo diventerà un modello per i suoi testi fantasiosi e la sua vocalità eterea e solenne, che giganteggia anche nell’altrettanto splendida South Side Of The Sky. Wakeman esibisce le sue strabilianti abilità in Cans And Brahms, omaggio al terzo movimento della quarta sinfonia di Johannes Brahms. Bruford scrive un pezzo ironico nella brevissima Five Per Cent For Nothing, che era un indiretto strale verso il loro management a cui andava il 5% degli incassi “per non fare nulla”. Mood For A Day è magnificamente suonata da Howe alla chitarra spagnola, registrata in una sola take da solo nello studio di registrazione, mentre Long Distance Roundabout riprende il tema di Roundabout e sfuma nella conclusiva The Fish (Schindleria Praematurus), con ennesimo assolo di basso di Squire (un gigante dello strumento) che trovò il nome del “pesce” sul Guinness Book Of Record essendo la Schindleria Praematurus uno dei pesci più piccoli allora conosciuti. Il disco finisce nei 10 esorbitanti minuti di Heart Of The Sunrise, dalla magnetica e lunghissima introduzione, dalla metrica che cambia di continuo, il riff di basso sublime, la voce solenne e epica di Anderson che canta di quanto ci si senta persi a volte nel mondo. Ed è tempo di parlare della clamorosa e iconica copertina, che segna l’inizio della collaborazione con Roger Dean, uno dei più grandi illustratori di tutti i tempi, e autore delle copertine icona degli Yes (di cui designerà anche il logo su Yessong (1973), altro super album insieme all’ancora più incredibile e storico Close To The Edge (1972), triplo Lp monumento al rock come contaminazione di generi): nell’idea di un mondo fragile, quasi di porcellana, Dean immagine un pianeta sul punto di spezzarsi da dove parte una nave a forma di pesce, pronta per colonizzare nuovi mondi. Tra le meraviglie del sodalizio, segnalo la copertina di Tales From Topographic Oceans (del 1973, tra l’altro disco ambiziosissimo di oltre 160 minuti di musica divise in 4 colossali suites), probabilmente tra le più belle di sempre. Sulla barca volante degli Yes salirà un’intera generazione, colonizzata da questa musica particolare, interessante, viva e che ha segnato il tempo come poche altre hanno mai fatto.
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florensewatchclub · 2 years
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Omega Speedmaster: Storia del Moonwatch
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Omega Speedmaster Ref. 310.30.42.50.01.001
Sono stati progettati molti orologi, alcuni hanno avuto successo, altri sono stati apprezzati per la loro bellezza o accuratezza, altri invece, hanno scritto la storia. Oggi, noi di Florense Watch Club, vi parliamo di un orologio intramontabile: l’Omega Speedmaster Professional; o se preferite, The Moonwatch.
L'Omega Speedmaster Professional è un orologio sportivo da polso a carica manuale, che fu prodotto a partire dal 1957 dalla maison di orologi svizzera Omega. È divenuto celebre per essere stato l'unico orologio da polso a superare i severi test effettuati dalla NASA, che necessitava di fornire agli astronauti del programma spaziale Apollo un cronografo affidabile. Così l'Omega Speedmaster cal.321 Ref. ST105.012-65 indossato da Buzz Aldrin divenne il primo orologio a segnare il tempo sulla Luna e gli venne attribuito cosí il titolo di “Moonwatch”.
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L’astronauta Buzz Aldrin con il nuovo Speedmaster
La storia dello Omega Speedmaster inizia nel 1943 quando Omega lancia il movimento "27 CHRO C12" dove CHRO sta per Cronografo, 27 il diametro in millimetri, e C12 per il contatore delle 12 ore. Il movimento è disegnato da Albert Piguet. Dal 1946 è disponibile con un sistema antiurto ed un bilanciere amagnetico. Il movimento viene battezzato "321", è montato in diversi tipi di cassa. La cassa dello Speedmaster viene disegnata negli anni cinquanta da Claude Baillod, con inizio della commercializzazione nel 1957 con referenza CK2915-1.
Programma Gemini e i test NASA
Nel 1962, la NASA decide di equipaggiare gli astronauti del suo futuro programma Gemini con un cronografo da polso estremamente accurato, leggibile, resistente e affidabile. Donald K. Slayton, capo delle operazioni di equipaggio in volo, selezionò una serie di cronografi. Ai fini del test di confronto, la NASA acquistò diversi marchi celebri: Elgin, Benrus, Hamilton, Mido, Piccard, Omega, Bulova, Rolex, Longines e Gruen. Di questi, solo 3 sono stati selezionati per le prove di valutazione comparativa: Longines, Omega e Rolex (movimento Omega: Omega 321, movimento Rolex: Valjoux 72, movimento Longines: Longines 13 ZN). I test studiati dalla NASA consistevano in una serie di prove molto dure a cui ogni orologio doveva essere sottoposto per aver il riconoscimento flight qualified by nasa for all manned space mission. Di questi, l’unico ad aver superato egregiamente tutti i severi test Nasa fu l’Omega 321.
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Luna piena scattata con fotocamera D3400, Alaska, USA
L’uomo e la luna: Missione Apollo 11
Il momento più memorabile della storia dello Speedmaster fu l 20 luglio 1969 alle 02:56 GMT quando, dopo Neil Armstrong (che aveva lasciato il suo Speedmaster a bordo della navicella a seguito della rottura del cronografo di bordo) Buzz Aldrin sbarca sulla Luna, portando con sé l'Omega Speedmaster in dotazione. La missione Apollo 11 rappresenta una svolta storica, e lo Speedmaster diventa il primo orologio ad essere andato sulla Luna. Questa impresa memorabile gli vale un soprannome altrettanto memorabile: Moonwatch, l'orologio della Luna.
ENGLISH
Omega Speedmaster: History of the Moonwatch
Many watches have been designed, some have been successful, some have been appreciated for their beauty or accuracy, and some have written history. Today, we at Florense Watch Club, tell you about a timeless watch: the Omega Speedmaster Professional; or if you prefer, The Moonwatch.
The Omega Speedmaster Professional is a hand-wound sports wristwatch, which was produced from 1957 by the Swiss watchmaker Omega. It became famous for being the only wristwatch to pass the stringent tests carried out by NASA, which needed to provide the astronauts of the Apollo space programme with a reliable chronograph. Thus, the Omega Speedmaster cal.321 Ref. ST105.012-65 worn by Buzz Aldrin became the first watch to mark time on the Moon and was thus awarded the title "Moonwatch".
The story of the Omega Speedmaster began in 1943 when Omega launched the "27 CHRO C12" movement where CHRO stands for Chronograph, 27 the diameter in millimetres, and C12 for the 12-hour counter. The movement is designed by Albert Piguet. Since 1946, it has been available with a shock-resistant system and a non-magnetic balance. The movement is christened the '321' and is fitted in different case types. The case of the Speedmaster was designed in the 1950s by Claude Baillod, with marketing starting in 1957 with reference CK2915-1.
Gemini programme and NASA tests
In 1962, NASA decided to equip the astronauts of its future Gemini programme with an extremely accurate, readable, durable and reliable wrist chronograph. Donald K. Slayton, head of flight crew operations, selected a series of chronographs. For the comparison test, NASA purchased several famous brands: Elgin, Benrus, Hamilton, Mido, Piccard, Omega, Bulova, Rolex, Longines and Gruen. Of these, only three were selected for the comparison tests: Longines, Omega and Rolex (Omega movement: Omega 321, Rolex movement: Valjoux 72, Longines movement: Longines 13 ZN). The tests studied by NASA consisted of a series of very tough tests that each watch had to undergo in order to be flight qualified by nasa for all manned space missions. Of these, the only one to have successfully passed all the tests was the Omega 321.
Man and the moon: Apollo 11
The most memorable moment in the Speedmaster's history was on 20 July 1969 at 02:56 GMT when, after Neil Armstrong (who had left his Speedmaster on board the spacecraft following the failure of the on-board chronograph) Buzz Aldrin landed on the Moon, taking his Omega Speedmaster with him. The Apollo 11 mission was a historic turning point, and the Speedmaster became the first watch to go to the Moon. This memorable feat earned it an equally memorable nickname: Moonwatch.
Sources: Omegawatches.com, Wikipedia.it, Pinterest.com
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chez-mimich · 2 years
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LIMES: LA RUSSIA CAMBIA IL MONDO
Se voleste affrontare la lettura delle 270 fittissime pagine dell’ultimo numero della prestigiosa rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo e, come è noto, dedicata interamente alla guerra che la Russia ha scatenato contro l’Ucraina, vi consiglierei di farlo partendo dalla fine. Precisamente dal saggio di Marcello Spagnulo dedicato a Bajkonur. Dov’è Bajkonur? Non si sa, o meglio, non si sapeva, poiché i russi hanno sempre mimetizzato, fino a fare scomparire questa località geografica. Una cosa proprio da spie russe, anzi, anche se è politicamente scorretto scriverlo (e anche pensarlo), una cosa da russi. Bajkonur è un non-luogo (era nascosto sulle carte geografiche), ed è il punto dal quale, il 12 aprile del 1962, partì Gagarin per il primo volo spaziale. Anzi non partì da lì, poiché quella era una falsa informazione, di quelle che i russi, e i sovietici prima, sono abituati a dare per abitudine e per vocazione. Il sito vero aveva solo un nome in codice: “Tashkent-90”. Ed è proprio questo ultimo saggio della rivista a dare il senso delle vicende di questa crudele guerra condotta contro un popolo considerato “fratello”. I venticinque saggi contenuti in Limes sono quanto di più illuminante si possa leggere, per comprendere le ragioni di questa guerra, gli interessi che l’hanno fatta esplodere, ma anche la “forma mentis” di un popolo e della sua leadership che si sono sempre visti e celebrati, come un impero, con tutti i convincimenti ideologici che questo comporta a partire dal più ovvio e cioè che gli imperi si fanno con le conquiste. Tra i saggi più interessanti vi è certamente “Ucraina, limes Europæ” di Oxama Pachlovska, un indispensabile promemoria degli ultimi dieci anni di rapporti tra i due stati e tra il popolo ucraino e quello russo che l’autrice non esita definire come un “Putin collettivo”. Di grande interesse anche l’intervista a A. Wess Mitchell, già assistente segretario di Stato per gli affari europei ed euroasiatici, a cura di Federico Petroni e significativamente intitolata “Trasformiamo l’Ucraina nell’Afghanistan di Putin”. Non si creda tuttavia che la rivista riporti solo interventi di personalità schierate. Molti anche i saggi di pura analisi economica, come quello di Nicola Pedde dal titolo “Chiudere il gas non conviene a nessuno” o “La Cina non morirà per la Russia” di Giorgio Cuscito, che, messe da parte le opinioni o i principi, analizzano pragmaticamente le prospettive dell’economia mondiale a seguito della guerra. Di taglio più storico “Mille e un’Eurasia: immaginario e realtà nella geopolitica russa” di Dario Citati. Impossibile render conto di tutte le tematiche e i riferimenti trattati nel volume, dalla diaspora presente e futura del popolo ucraino, al ruolo di nazioni influenti nella vita politica presente e futura dell’Ucraina e della Russia, come la Polonia, la Turchia, la Siria e, naturalmente, la Cina, fino agli aspetti giuridici internazionali dei crimini di guerra di cui la Russia di Putin si sta macchiando. Se poi credete che questa lettura possa essere soporifera, vi consiglio di dare un’occhiata al saggio di Fabio Mini, dal titolo piuttosto esaustivo “La via verso il disastro”, letteralmente una lettura da togliere il sonno e che analizza i complessi meccanismi dell’equilibrio del terrore tra Nato e Russia. Contro ogni semplicismo e anche contro ogni manicheismo preventivo, la lettura di questo numero di Limes, sembra essere non solo utile, ma assolutamente necessaria. Del resto le oltre 150.000 copie vendute in poco meno di un mese, sono la dimostrazione lampante che la cosiddetta “opinione pubblica”, non è solo quella che si manifesta nella cloaca dei social. Una lettura che oggi appare francamente imperdibile per chi non voglia rinunciare a capire e poi anche magari a scegliere da che parte stare.
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newsnoshonline · 8 days
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I "mal di testa spaziali" sono letteralmente un dolore per gli astronauti. Perché accadono? Mal di testa nello spazio: un problema per gli astronauti Il volo spaziale può causare seri disagi: gli astronauti riportano mal di testa spaziali, diversi da quelli terrestri. Fenomeni come l’emicrania e sintomi simili alla tensione sembrano essere comuni durante le missioni nello spazio. Recenti studi indicano che i “mal di testa spaziali” sono molto diffusi tra gli astronauti. Nei primi sette giorni nello spazio, quasi tutti soffrono di mal di testa. Questi disagi sono accompagnati spesso da pressione sinusale e congestione, persistendo per tutta la durata della missione per la maggior parte degli astronauti. Adattarsi allo spazio: un problema
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forzadiavoloale · 2 months
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purtroppo il volo canta una canzone spaziale
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Il cargo Cygnus in volo verso la Stazione spaziale
Il cargo Cygnus della Northrop Grumman è in volo verso la Stazione Spaziale Internazionale: a bordo trasporta 3,7 tonnellate di materiali scientifici e rifornimenti, compreso il primo robot chirurgo destinato alla Iss (un prototipo in miniatura controllabile dalla Terra) e una stampante 3D dell’Agenzia spaziale europea che serve a produrre piccoli oggetti metallici. Il lancio della missione,…
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flyeurope · 2 months
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cambiolavita · 2 months
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La mia personale top ten fantascienza
Questi sono solo alcuni dei migliori film di fantascienza, ma ce ne sono molti altri da esplorare
Gravity La dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) è una brillante ingegnere medica alla sua prima missione sullo shuttle, con l’astronauta veterano Matt Kowalski (George Clooney) al comando del suo ultimo volo prima di ritirarsi. Ma durante una passeggiata spaziale apparentemente di routine, si verifica il disastro. La navetta viene distrutta, lasciando Stone e Kowalsky completamente soli…legati…
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personal-reporter · 3 months
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Juri The Cosmonaut a Torino
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Caleidoscopio è il titolo della Stagione di spettacoli 2023 – 24 che la Flic Scuola di Circo di Torino propone presso Spazio Flic, il Centro Internazionale per le Arti Circensi. Il primo tempo della stagione si chiuderà con l’atterraggio della cupola geodetica di Juri the Cosmonaut, un viaggio di andata e ritorno nello spazio con partenza da Torino e numero di posti limitati per ciascun volo capitanato da Giorgio Bertolotti. L’appuntamento è dal 4 al 6 gennaio con doppia replica giornaliera, alle 16 e alle 18 presso il Centro Internazionale per le Arti Circensi che la Flic ha ricavato da un vecchio hangar industriale nell’Area Bunker nel quartiere Barriera di Milano, noto come luogo di formazione, di creazione e sala teatrale capace di ospitare produzioni circensi e multidisciplinari. Lo spettacolo è adatto ad un pubblico a partire dai 6 anni, ha una durata di un  ora e si svolge all’interno di un “igloo spaziale” dal quale non è possibile scendere fino ad atterraggio avvenuto… L'assenza di gravità, la lentezza, la solitudine, l’eroismo, la disperazione e soprattutto la voglia di sognare, sono i temi fondanti di un viaggio intergalattico folle, bizzarro, pieno di piccoli e grandi imprevisti in cui la routine quotidiana di un cosmonauta diventa pretesto per situazioni clownesche ridicole. Juri è un esploratore intergalattico che scopre nuovi pianeti e forse nuove forme di vita, è un uomo coraggioso, è un eroe, è un cosmonauta, ma è anche un uomo che ha paura, che sogna, un bambino che spesso smarrisce la via,. Lo spettacolo è un inno alla lentezza, che rallenta il ritmo del volo, mette i passeggeri di fronte ai dettagli e propone una sfida da cogliere in un momento storico dove la concentrazione è bombardata in maniera costante da miliardi d'informazioni. Per ogni volo sono previste 45 persone e l'equipaggio entrerà nella navicella con i passeggeri alla scoperta dell'infinito universo. Juri guiderà questa esperienza interagendo con i macchinari sofisticati che appariranno magicamente all'interno del suo igloo spaziale, una cupola geodetica di alluminio dal diametro di 7 metri con palco, gradinate e tante sorprese. Per questo spettacolo Giorgio Bertolotti e Petr Forman hanno voluto esplorare il video mapping, una grande  sfida soprattutto per la volontà di integrarlo nella narrazione e di interagirci direttamente. Il progetto è stato ideato da Giorgio Bertolotti nel 2014 e realizzato, con l'attore e regista di Praga Petr Forman dei Forman Brothers, nel 2015 all’interno di Plzen 2015 Capitale Europea della Cultura grazie al progetto OpenAir. La collaborazione tra Petr e Giorgio è stata, a tutti gli effetti, uno scambio di idee, competenze e umanità per realizzare uno spettacolo completamente originale, sia per il contenuto artistico, i temi trattati, l'ambientazione e lo spazio scenico e, per raggiungere lo scopo,  sono stati coinvolti professionisti di vari settori: che hanno lavorato intensamente per più di un anno. Read the full article
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lospeakerscorner · 3 months
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Federico II nello Spazio
L’Università Federico II nello Spazio:  partecipa all’esperimento ESA per il volo parabolico col Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale realizzando Low-G Emulsions All’esperimento ESA per il volo parabolico partecipa anche la Federico II. Nella campagna dell’Agenzia spaziale europea, in corso da mesi sulla Stazione spaziale internazionale in orbita…
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lamilanomagazine · 4 months
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Spazio, l'Italia parteciperà alla missione AX-3 con le eccellenze del Made in Italy
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Spazio, l'Italia parteciperà alla missione AX-3 con le eccellenze del Made in Italy. Palazzo Chigi ha annunciato con una nota che il prossimo 10 gennaio 2024 partirà, alla volta della Stazione Spaziale Internazionale, la missione di Axiom Space denominata Ax-3, che vedrà una significativa presenza del nostro Paese. La partecipazione italiana alla missione, che prende origine da un’iniziativa del Ministero della Difesa, si inserisce nell’ambito del posizionamento nazionale avviato con il Memorandum of Understanding siglato tra Governo italiano e Axiom Space lo scorso 19 maggio 2022, in prospettiva della prossima fase della presenza umana nell’orbita terrestre. La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), infatti, terminerà la propria vita operativa entro il 2030. In tale previsione, la NASA ha affidato ad Axiom Space la costruzione e la gestione di una nuova stazione, che sarà inizialmente aggiunta alla ISS, con l’obiettivo finale di staccarsi da essa ed operare autonomamente fornendo servizi in orbita alla NASA e supportando commercialmente le attività private nell’orbita bassa. Quest’operazione delinea una delle caratteristiche della New Space Economy, in cui gli attori istituzionali non si occupano più della realizzazione e gestione dell’infrastruttura spaziale ma utilizzano e acquistano, sulla base dei propri requisiti, i servizi che operatori commerciali, in regime di competizione, rendono disponibili. Il segmento della nuova stazione di Axiom sarà realizzato con moduli abitabili prodotti dalla Thales Alenia Space Italia, leader mondiale in queste tecnologie. In tale contesto il Governo italiano, con il coordinamento dell’autorità delegata alle politiche spaziali, Ministro Adolfo Urso, intende cogliere le opportunità di sviluppo offerte dalla New Space Economy, stimolando un nuovo modello di coordinamento pubblico-privato, inteso a consentire alle industrie italiane di acquisire un ruolo di riferimento nel settore e incrementando le competenze scientifiche, tecnologiche e operative legate alle attività umane nello Spazio. La partecipazione italiana ad Ax-3, missione propedeutica di Axiom prima dell’assemblaggio del nuovo segmento della propria stazione, vedrà la partecipazione quale astronauta del Colonnello Walter Villadei dell’Aeronautica Militare, con funzioni di pilota, nonché i contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e di alcune industrie nazionali, in rappresentanza delle eccellenze del sistema Italia, provenienti non solo dal settore spaziale. Il Colonnello Villadei avrà un ruolo centrale ed abilitante, nel corso dei 14 giorni di impegno a bordo della ISS, nel coordinamento e svolgimento di diversi esperimenti scientifici nazionali, promossi dal Ministero della Difesa e dall’ASI, in cooperazione con centri di ricerca, università e industrie nazionali. In particolare, l’Aeronautica Militare effettuerà alcune attività di sperimentazione inerenti al monitoraggio di oggetti spaziali e la valutazione di possibili eventi di collisione tra questi, nonché uno studio sul comportamento del corpo umano in condizioni di microgravità. Parallelamente l’Agenzia Spaziale Italiana, in coordinamento con i principali Istituti di ricerca e Università italiane, tornerà ad analizzare l’effetto della microgravità sulle proteine implicate in malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, studierà la fertilità femminile, lo stress ossidativo alla base di molti effetti deleteri del volo spaziale, tra cui disturbi cognitivi e comportamentali e condurrà ulteriori esperimenti sui marcatori molecolari, sulla misura in tempo reale dei livelli di radiazione e sulla capacità di schermatura di sistemi e materiali da tali radiazioni. Inoltre, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, al fine di promuovere la qualità del cibo italiano nel mondo e di supportare la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Umanità, di recente presentata presso l’UNESCO, ha avviato il progetto “Italian Space Food Project”, che vede il coinvolgimento di due grandi marchi della filiera alimentare italiana nelle attività dell’equipaggio impegnato nella missione spaziale AX-3. L’obiettivo della collaborazione del Governo italiano con Axiom Space, perseguito anche con la partecipazione nazionale alla missione Ax-3, è mettere a sistema una serie di capacità industriali che abilitino la crescita di competenze in ottica Space Economy e permettano l’acquisizione di un vantaggio competitivo del sistema Italia nelle attività umane in orbita bassa dopo la ISS. Tali attività, oltre ad assicurare all’Italia un canale di accesso privilegiato allo spazio – a beneficio della nostra comunità scientifica, accademica e industriale – permetteranno alla Nazione di guardare con maggiori ambizioni anche alla prospettiva delle future attività di colonizzazione lunare e di esplorazione marziana, prefigurate con il programma Artemis.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tanogabo · 4 months
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(via La Torah e la vita extraterrestre)
Lo Zohar fa un passo avanti e afferma che “Dio darà loro ali per volare attraverso l’intero Universo“. In un certo senso, questo insegnamento prevede l’avvento dei viaggi nello spazio. Ma più di questo, ci fornisce almeno uno dei motivi per cui il volo spaziale sarebbe inevitabile come parte del preludio dell’era messianica.
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Spazio, Ariane 6 supera nuovo test: l'Europa corre sull'accesso autonomo
(Adnkronos) - Continua la corsa dell'Esa per garantire all'Europa l'accesso autonomo allo spazio. Nella tarda serata di ieri (ora italiana), è stata superata con successo un'importante prova per il nuovo vettore Ariane 6 dell'Agenzia Spaziale Europea Ariane 6 che si sta preparando per il suo primo volo. Nella base spaziale europea di Kourou, nella Guyana francese, le squadre a terra hanno infatti eseguito un conto alla rovescia completo per il lancio e, subito dopo, un'accensione completa di sette minuti del motore dello stadio principale del vettore. Nel darne l'annuncio, l'Agenzia Spaziale Europea ha spiegato che, per questa prova, "i booster non sono stati accesi, quindi Ariane 6 è rimasto saldamente sulla rampa di lancio, come previsto". La prova di accensione del motore, ha detto l'Esa, "riproduce il modo in cui lo stadio principale dell'Ariane 6 si accenderà durante un normale volo nello spazio". In un volo tradizionale, "una volta completato questo passaggio, il motore principale si spegnerebbe e lo stadio centrale si separerebbe da quello superiore, per poi assumere il controllo della propulsione e completare la sua missione" nello spazio, ha spiegato ancora l'Esa. Il test, condotto con un modello di prova sulla rampa di lancio dello spazioporto europeo, ha rappresentato secondo l'Esa "la corsa 'full-stack' più lunga mai realizzata per il modulo inferiore di propulsione liquida di Ariane 6 con un motore Vulcain 2.1".   Il successo del nuovo test dell'Ariane 6 "è una milestone" e "siamo sulla buona strada per garantire l'accesso autonomo dell'Europa allo spazio". Ha scandito il direttore generale dell'Esa, Josef Aschbacher, che ha salutato così il nuovo passo avanti del lanciatore europeo dell'Esa Ariane 6. "I team di ArianeGroup, Cnes ed Esa hanno percorso ogni fase del volo del razzo senza che questo lasciasse la Terra" ha detto Aschbacher. "Questa prova fondamentale - ha osservato inoltre il Dg dell'Esa - arriva dopo anni di progettazione, pianificazione, preparazione, costruzione e duro lavoro da parte di alcuni dei migliori ingegneri spaziali d’Europa". "Siamo di nuovo sulla buona strada per garantire l’accesso autonomo dell’Europa allo spazio. Complimenti a tutti i soggetti coinvolti" ha commentato Josef Aschbacher. (di Andreana d'Aquino) [email protected] (Web Info) Read the full article
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vorticimagazine · 5 months
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Space Economy: L'Italia in una posizione leader
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Vortici.it vuole farvi scoprire un settore nuovo della nostra Economia in costante espansione: la Space Economy.
Parliamo della Space Economy, in italiano Economia dello Spazio o economia spaziale, quel comparto produttivo e finanziario orientato alla creazione e all’impiego di beni e di servizi insieme allo sfruttamento delle risorse nell’ambito dello spazio extraatmosferico.
Nello specifico, l’economia dello spazio rappresenta la nuova frontiera dell’innovazione che si concretizza nella combinazione di tecnologie spaziali e digitali utili a sviluppare opportunità tecnologiche e di business impattanti in diversi settori, portando alla nascita di una nuova catena di valore intersettoriale e inter-tecnologica.I segmenti specifici di upstream e downstream dell’economia spaziale (di cui parleremo in un paragrafo dedicato in maniera più specifica e approfondita), prevedono per il primo la creazione d’infrastrutture spaziali, satelliti, vettori, stazioni spaziali fino alle future basi collocate sulla Luna o su pianeti rocciosi del sistema solare. La fase di downstream riguarda invece i benefici che si conseguono dai dati raccolti nello spazio e in futuro dalle risorse fisiche prelevate per essere trasformate e impiegate sulla Terra.
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La Space Economy è dunque la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi “abilitati” (servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo, ecc). Essa rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni. L’Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: è tra le prime nazioni al mondo a lanciare e operare in orbita satelliti, ed è tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui ad oggi è il terzo paese contributore. Questo la pone in una posizione leader. La New Space Economy: storia e attualità Il settore spaziale ha goduto per lungo tempo del prevalente sostegno economico istituzionale e le attività spaziali sono cresciute e si sono sviluppate principalmente per l’iniziativa intrapresa dalle agenzie governative (NASA, ESA, Roscosmos). Sono stati proprio gli investimenti pubblici ad aver spianato la strada all’economia dello spazio; del resto, i programmi spaziali sono sempre stati impegnativi e costosi a causa dell’alta percentuale di fallimento. Oggi, tuttavia, assistiamo a un ingresso sempre più consistente di privati nel mondo dello spazio e alla nascita di un comparto tra i più dinamici e promettenti: quello della “new Space Economy”, un fenomeno che in gran parte coincide con la privatizzazione dello spazio. Inizialmente oggetto d’interesse da parte del settore scientifico e militare pubblico, ora è soggetto a un ambizioso intervento d’investitori privati e all’ingresso del venture capital, cioè l’apporto di capitale di rischio da parte di un fondo di investimento per finanziare l’avvio o la crescita di un’attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo, che costituiscono un'innovazione e un'attrattiva, anche se l’investimento è rischioso. Siamo difronte a una grande novità rispetto al passato.Tra gli imprenditori più ambiziosi a livello mondiale ci sono sicuramente Elon Musk, cofondatore e capo di Tesla, Neuralink e fondatore di Space X (lancio di grossi satelliti, con propositi di volo umano), Jeff Bezos proprietario di Amazon e fondatore di Blue Origin (grandi razzi, in prospettiva con equipaggio) e Richard Branson, profeta del turismo spaziale con Virgin Galactic. Ma anche le big four, vale a dire Google, Amazon, Facebook e Apple, stanno investendo sempre di più nel settore. La “new space economy” comprende svariati settori economici legati all’esplorazione e a tutto ciò che attiene a tecnologie, applicazioni, prodotti e servizi che nascono dall’ambito spaziale e che possono avere diversi impieghi nella vita di tutti i giorni. Generalmente la Space Economy viene divisa in tre segmenti: upstream, midstream e downstream. Per upstream s’intende il business “verso lo spazio”: satelliti, manifattura e costruzione di componenti per satelliti, lanciatori e altri velivoli spaziali. Il midstream, invece, è l’insieme di tutte le infrastrutture funzionali a raggiungerlo: piattaforme di lancio, centri di controllo e così via. Il settore downstream include tutte le applicazioni che vengono sviluppate a terra partendo dai dati raccolti dai dispositivi in orbita: elaborazione dei dati stessi, servizi space - based, di telecomunicazioni, di navigazione e di monitoraggio ambientale, di previsione meteo, a supporto dell’agricoltura di precisione, dalla prevenzione alla gestione delle emergenze, dal controllo del traffico aereo e automobilistico sino alla potenziale gestione di una pandemia. È dallo spazio che arrivano i dati per ottenere un posizionamento certo e accurato, come ad esempio: tracciare le spedizioni, seguire un treno. Ci sono costellazioni di satelliti come Copernicus che ci raccontano il livello d’inquinamento in ogni zona del mondo, i flussi di merci, i movimenti dei ghiacciai, le variabili climatiche svolgendo un ruolo sempre più importante nella salvaguardia del Pianeta. Ma è vero anche il contrario: è nello spazio che poi tornano le tecnologie e le innovazioni concepite a terra come le stampanti 3D, la robotica, le innovazioni nei carburanti, microcircuiti e miniaturizzazione. Il comparto spaziale è da considerarsi un fornitore che condiziona fortemente la vita sulla Terra. In questo senso rappresenta un asset indispensabile e un’enorme opportunità di crescita e investimento. Secondo le valutazioni di Morgan Stanley e di Merril Lynch (le note agenzie di rating), a livello mondiale il segmento downstream, costituito dalle applicazioni innovative e dai servizi avanzati, porterà il settore spaziale a raggiungere un valore compreso tra i 1.000 e i 2.700 miliardi di dollari entro il 2040. Dal report di PwC Space Practice (il network multinazionale che offre servizi professionali di consulenza legale e fiscale e di revisione bilancio alle imprese nel settore dello spazio) intitolato: “Main Trends & Challenges in the Space Sector” pubblicato nel dicembre 2020, emerge che la maggior parte del fatturato (in media più del 70%) riguarda i servizi nel settore downstream e il 30% in media l’upstream.
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A livello europeo, il settore vale circa 370 miliardi di euro l’anno, che diventeranno più di 500 entro il 2030. L’industria europea oggi dà lavoro a 230 mila persone con un giro d’affari annuo di 2 miliardi di euro. Il seguente contributo video curato dai colleghi di Milano Finanza vi aiuterà a comprendere ancora meglio questo settore in espansione. In proposito vi segnaliamo anche un articolo del Sole 24 Ore. Vi abbiamo concretamente aiutato a comprendere  come i buoni investimenti, ovvero quelli giusti siano la ricchezza di un Paese, in questo caso la nostra Italia.Immagine di copertina e altre immagini: Pixabay Read the full article
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newsnoshonline · 15 days
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SpaceX lancia con successo Starship per la terza volta SpaceX: Il successo del lancio della Starship SpaceX ha ottenuto successo nel terzo lancio della sua gigantesca astronave Starship, che ha viaggiato per metà giro della Terra prima di perdersi rientrando nell’atmosfera. Il volo di prova ha segnato importanti progressi nel settore del trasporto spaziale, con potenziali implicazioni per futuri viaggi sulla Luna. Un volo di prova significativo Non destinato a completare un giro terrestre completo, Starship è decollata dalla costa del Texas, raggiungendo velocità orbitali. Dopo circa 45 minuti, ha iniziato il rientro nell’atmosfera, atterrando nell’Oceano Indiano. Le immagini in diretta hanno mostrato la fase critica del rientro, conclusasi
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scienza-magia · 5 months
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Esperimenti italiani sulla salute in condizione di microgravità
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Aeronautica Militare ed Agenzia Spaziale Italiana insieme per eseguire ricerche scientifiche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. La partecipazione alla missione Ax-3 di Axiom Space permetterà di incrementare le migliori competenze nazionali legate alle attività umane nello spazio, sia in ambito medico sia tecnologico, attraverso esperimenti in microgravità. La missione Ax-3, diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS – International Space Station) nel 2024 e a cui la Difesa partecipa con il Col. Walter Villadei dell’Aeronautica Militare, darà la possibilità al Sistema Paese di incrementare competenze scientifiche, tecnologiche e operative – sia di enti istituzionali sia di società private – legate alle attività umane nello spazio. Con un equipaggio tutto europeo, la missione della società statunitense Axiom Space – che decollerà dal Kennedy Space Center (Florida) a bordo della navetta Crew Dragon di SpaceX –, permetterà agli astronauti a bordo della ISS di eseguire una serie di esperimenti scientifici in orbita bassa (Low-Earth Orbit – LEO). Per l’Italia, gli esperimenti sono stati promossi dal Ministero della Difesa e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), in coordinamento con centri di ricerca, università e industrie, per amplificare – attraverso la sperimentazione – la grande esperienza nazionale in ambito operativo, medico e tecnologico, applicata allo spazio. Nel dettaglio, l’Aeronautica Militare effettuerà attività di sperimentazione, per la prima volta dallo spazio, sul sistema software ISOC (Italian Space Operations Centre), cuore della propria capacità Space Situational Awareness (SSA). Gli astronauti a bordo della ISS replicheranno alcune analisi normalmente svolte dal Centro SSA, uno dei centri operativi spaziali europei in prima linea per il monitoraggio degli oggetti spaziali che rientrano in atmosfera, e che sorveglia costantemente i possibili eventi di collisione tra oggetti artificiali orbitanti attivi (ISS compresa) con i detriti spaziali. La permanenza di due settimane in condizioni di microgravità renderà possibile testare e verificare gli effetti fisiologici del volo spaziale sugli esseri umani, per comprenderne i cambiamenti sia biologici sia psicologici. In tale ambito, l’Aeronautica Militare porterà avanti uno studio legato al sistema cardiovascolare, focalizzato sulle reazioni biologiche alla microgravità della funzione endoteliale, mentre l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) tornerà ad analizzare l’effetto della microgravità sull’aggregazione delle proteine beta amiloide (Aβ), che sono implicate nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. L’ASI, inoltre, realizzerà l’esperimento ORION, finalizzato allo studio della fertilità femminile in condizioni di microgravità e l’esperimento PROMETEO II per lo studio dello stress ossidativo, alla base di molti effetti deleteri del volo spaziale, tra cui in particolare disturbi cognitivi e comportamentali. Background Aeronautica Militare
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Foto @AM-SM/5° Reparto Comunicazione-Ufficio Pubblica Informazione Nell’ambito del rinnovato interesse internazionale verso il settore spaziale, l’Italia – dove già risiedono eccellenze umane e tecnologiche in questo campo – è in prima fila nella valorizzazione di iniziative di collaborazione civile-militare e partenariati pubblico-privati, finalizzati ad assicurare concreti benefici sia in termini di sviluppo e potenziamento di capacità operative e di difesa nel settore spazio, sia in termini di concreti ritorni sociali, scientifici, economici e industriali al Paese. In quest’ottica, la missione Ax-3 rappresenta il trait-d’union abilitante nell’ambito di una visione strategica nazionale, che lega sinergicamente Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero delle Imprese e del Made in Italy – con delega allo Spazio, Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e Agenzia Spaziale Italiana, rappresentando un’occasione privilegiata per continuare a promuovere l’impegno verso un accesso sicuro ed efficace allo Spazio. L’Aeronautica Militare, con il proprio patrimonio di competenze, è naturalmente proiettata a valorizzare e monitorare anche l’ambiente spaziale, fornendo la propria esperienza a servizio della Difesa e del Paese. Attraverso i programmi nazionali, le cooperazioni bilaterali e la partecipazione ai progetti industriali e di ricerca, la Forza Armata è pienamente inserita nel Sistema Paese e opera per garantire il mantenimento dell’eccellenza nel comparto Spaziale e Aerospaziale nazionale, anche grazie alla sua capacità di addestramento e supporto alle attività umane nello Spazio. Background Agenzia Spaziale Italiana L’Agenzia Spaziale Italiana vanta un’importante esperienza nel settore del volo umano nello spazio che si è affermato e consolidato negli anni. Da oltre 15 anni realizza e testa scienza e tecnologia in microgravità a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, in virtù della partecipazione ai programmi dell’ESA e degli accordi internazionali con NASA. In particolare, sono stati sviluppati esperimenti scientifici di fisiologia umana per il monitoraggio della salute degli astronauti e payload per Life Science. Grazie all’accordo con la NASA, siglato nel 1997 (ASI-NASA Memorandum of Understanding – MoU), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha un accesso privilegiato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Grazie all’avveniristico e tecnologico contributo industriale italiano che ha portato al completamento della ISS con la fornitura di tre moduli MPLM (uno dei quali, il PMM è diventato nel 2011 modulo permanente della ISS) l’ASI ha ottenuto, in cambio, il diritto a effettuare voli supplementari di astronauti italiani per missioni di lunga durata e allo sfruttamento delle risorse di bordo della ISS. Una situazione che si è tradotta con la opportunità di effettuare continuamente esperimenti a bordo della ISS. Fonte Aeronautica Militare-Stato Maggiore/5° Reparto Comunicazione/UPI-Agenzia Spaziale Italiana Read the full article
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