Tumgik
#Una discesa nel Maelstrom
neottolemo · 3 years
Text
Maelstrom
Dall’alto della montagna Helseggen nelle isole Lofoten, un vecchio marinaio invita uno straniero a guardare giù verso il mare, verso l’abisso del Maelstrom, il vortice creato dalle correnti marine, luogo mitico delle saghe norvegesi. “Una muraglia d’acqua liscia lucida e nera, che girava vortiginosamente su se stessa con un moto rotatorio, dando ai venti la sua voce spaventosa, metà urlo, metà…
View On WordPress
0 notes
Text
La mia psicologa diceva sempre che il dolore bisogna attraversarlo. Lasciare che ci scorra dentro senza provare a ignorarlo o a dominarlo. Ma io penso di non esserci mai riuscito a fare una cosa del genere. Mi sono sempre fatto travolgere. E la notte scorsa è stato lo stesso; sono rimasto sveglio con gli occhi sbarrati in un'irrefrenabile discesa nel Maelstrom degli oscuri pensieri. Neanche la corsa lungo il fiume mentre il sole sorgeva sui campi è riuscita a placare i miei neuroni. Dovrei piangere, ma tanto io non piango mai.
33 notes · View notes
teschio · 3 years
Text
Tumblr media
Una discesa nel maelstrom, Gaetano Previati 1888
1 note · View note
spiraledecadente · 5 years
Text
Rosso rabbia
Non abbiamo più niente da dirci. Io, più che altro, non ho più niente da dire. Il caos ha preso il sopravvento dentro e fuori di me. La rabbia ha assunto dimensioni abnormi, mostruose, e gigantesche. Voglio essere fuoco in questo momento. E trascriverò tutto con caratteri infuocati. Buttare fuori tutto, per tutto il tempo che ci vorrà. Fino a non provare più nulla per te. Fino a che l’immagine che ho di te non sia ridotta in cenere. Cenere e silenzio. Sono una fornace. Uno sputafuoco. Sono un barbaro vestito da dandy. Sono polvere da sparo. Sono un fungo atomico. Sono argento vivo. Sono nitroglicerina. Agitami e vedrai.
Quindi affiderò a queste pagine la versione di me più furente. Per tutto il tempo necessario. Potrebbe volerci molto tempo. Ma non mi importa. Adesso penso a me. Non ho fretta. Non più. E tu occuperai una parte sempre più marginale. Condurrò un’epurazione della mia vita di ogni singolo aspetto mi ricordi te. Orchestrerò una purga della mia vita di ogni orpello che l’ha imbruttita. Rimuoverò ogni traccia di te dalle uniche due poesie che mi hai ispirato. Una lucida programmata certosina disciplinata damnatio memoriae. Da sempre ho avuto con me l’inferno. Accetterò questo purgatorio. Sono Filippo Argenti. Ti dissolverò. Le parole sono soda caustica. E io conosco molte parole. Conosco le loro infinite combinazioni, le loro più inattese e graffianti associazioni. Scriverò intingendo la penna nel vetriolo. Non mi risparmierò. Non risparmierò nulla di quanto è in mio potere, in fatto di parole. I poeti sono collerici. I poeti sono biliosi. E nessuno meglio di loro sa le innumerevoli sfumature che l’ira può assumere. Nessuno meglio di loro sa quanto può essere voluttuoso indugiare nel livore. E io sono stato formato alla migliore scuola. Baudelaire. Rimbaud. Pasolini. Lautréamont. De Sade. Il mondo è dei nervosi. Il mondo è degli iracondi.
Non lascerò che la tua reazione – che comunque non arriverà, come sempre – mi impedisca di scrivere questo. Né tantomeno mi impedirà di pubblicarlo. Sono un dinamitardo delle rime. Un bombarolo della metrica. Non riesco a capacitarmi della piega che la mia esistenza ha preso. Non riesco a credere a come la vita sia diventata, con te, grazie a te, prosaica, una parodia. Una sciarada senza costrutto. Se vorrò piangere, ora, piangerò per me. E’ incredibile cosa possa arrivare a fare una persona per amore. O presunto tale. Rimango incredulo di fronte a quanto sciocco e sprovveduto io sia stato. Lo dico senza autocommiserazione. Inconsciamente ancora ti cerco e il male che ne ricevo è insopportabile. Ho compreso, solo adesso, che il solo rivederti rovina le mie giornate. Vederti non aggiunge nulla, e ripeto nulla, di poetico o di romantico alle mie giornate. Dio, o chi per lui, solo sa quanto io veneri la poesia e il Romanticismo. Questi aspetti talmente alti rispetto alla tua statura, talmente importanti che tu a confronto sparisci. Poesia e Romanticismo non ti meritano. Le mie giornate non ti meritano. Io non ti merito. E questo non perché io pensi che tu sia una persona speciale. Non più almeno. E’ troppo tardi.
Se ripenso alla caterva di bugie che mi hai detto, sento il sangue ribollire. Inverte la sua corsa ed esplode sul posto. Il mio sangue ora è nero. La mole di menzogne che mi hai propinato ha assunto dimensioni colossali. Tale da diventare ridicola. Ridicola e disprezzabile. So perfettamente che ho avuto la mia parte di responsabilità in questa discesa nel Maelstrom. Ma io lo conosco bene. Ne sono assolutamente avvezzo. Mi accompagna da sempre. Ora assumi, finalmente, le sembianze di una personcina senza qualità. Mi dicevi di temere di non avere sufficiente personalità. Ebbene sì, eccoti la conferma e la riprova della tua pochezza. E non certo perché lo dico io. Le tue azioni parlano da sole. Un fumetto. Una caricatura. Una citazione da manualetto di provincia. Il peggiore degli stereotipi. Una rivista mainstream. E io detesto il mainstream. Non sentirai la mia mancanza. Sarà questa la mia vendetta. Meccanicamente, inconsapevolmente ti cerco ancora. Guardo quando hai fatto l’ultimo accesso. Un cuore ha bisogno di tempo. Un cuore spezzato però è assetato di rivalsa. Di rappresaglie. Di vittime da sacrificare sulle barricate. Il mio cuore si tinge di revanscimo. Bandire l’amore. Bandire l’amore dalla poesia. Sono l’apostata dell’amore. L’amore è un fuorilegge. E io fissato la taglia per la sua testa.
1 note · View note
stilouniverse · 3 years
Text
Le pagine di tuttatoscanalibri più visitate nel mese di marzo 2021
Le pagine di tuttatoscanalibri più visitate nel mese di marzo 2021
E. Lee Masters “Antologia di Spoon River” Alessia Gazzola e la nuova trilogia con Costanza Macallè Hervé Le Tellier “L’anomalia” “Terapia forestale” a cura di Francesco Meneguzzo e Federica Zabini Primo Levi “Se questo è un uomo” Haruki Murakami “Prima persona singolare” E. Allan Poe “Una discesa nel Maelstrom” Dacia Maraini “Trio” Manuela Piemonte “Le Amazzoni” Gianrico Carofiglio…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
pangeanews · 6 years
Text
“Dal Maelstrom del cattivo gusto ci può salvare soltanto un mimo: il grande Deburau”: l’editoriale di Filippo Tuena sulla grottesca situazione politica italiana
Dopo averlo scritto decine di volte, passiamo dall’orazione alla coltellata. Pangea apre lo spazio dell’Editoriale, una specie di altare da cui tirare pigne, su cui far giostrare la cerbottana, allo scrittore, al poeta. A chi ha occhi rosolati nel verbo, e può per questo sconfiggere la proverbiale ovvietà dell’opinionismo giornalistico. In particolare, abbiamo adottato una formula e uno scrittore. Lo scrittore, con cui abbiamo già chiacchierato su questo magazine, è Filippo Tuena. Romano, pluripremiato – Grinzane-Cavour, Bagutta, Viareggio – è tra i massimi autori italiani di oggi, è autore di libri memorabili come “Ultimo parallelo”, “Le variazioni Reinach”, “Memoriali sul caso Schumann”. L’ultimo romanzo, “Com’è trascorsa la notte” è una rilettura del “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare ed è stato pubblicato l’anno scorso da il Saggiatore. Tra le altre cose, ha curato l’epistolario di Michelangelo e i diari antartici di Robert Falcon Scott. La formula è porre allo scrittore una domandina magica di fatata ‘attualità’. Lo scrittore converte i nostri sguardi in caleidoscopi.
*
Governo ‘giallo’, governo ‘verde’, governo ‘gialloverde’: in Italia si parla di politica come di calcio. Solo che il calcio ha un re – la Juventus – piaccia o meno (ti piace?), mentre l’Italia ha un vuoto che pare un po’ uno sbadiglio un po’ un barrito. Domanda: non è forse vero che la situazione attuale – il vuoto pneumatico, la consuetudine all’urlo elettorale – è ‘consustanziale’ al Belpaese, agli italiani, in fondo autocrati, anarchici, viziati? Insomma: quale autore potrebbe scrivere la pièce tragicomica dell’Italia di oggi?
Filippo Tuena brinda al nuovo libro, uscito per il Saggiatore nel 2017
Il problema per un autore sarebbe quello di utilizzare un vocabolario adeguato, pertinente all’epoca e ai personaggi. Guarda, questa cosiddetta ‘narrazione’, il tendere a semplificare, a esprimere concetti essenziali, facilmente assimilabili dall’elettorato è cosa che proprio non riesco più a digerire. Ci sono formule lessicali, perifrasi, metafore che aborro e che hanno preso piede dai tempi di Mani pulite. ‘Tirare per la giacchetta’ per esempio, mi ha sempre intristito. M’immaginavo un’inquadratura di Ladri di biciclette, in bianco e nero, per dire, col piccolo Staiola che si aggrappa a Maggiorani. Ma quella era arte. Venne poi ‘Mettere le mani nelle tasche degli Italiani’. Una cosa sgradevole, detta in modo sgradevole. Poi, le famiglie ‘bisognose’ di Berlusconi. O le cene ‘men che eleganti’. Raccapriccio. Ultimamente Renzi ha rispolverato sia ‘inciucio’ (orribile oltre ogni dire, provo ribrezzo a scriverlo qui) che ‘caminetti’. Per non essere da meno Di Maio e credo anche Salvini hanno risposto con ‘due forni’. Precipiteremo sempre di più e non so quale scrittore potrebbe rappresentare con efficacia questa orribile discesa nel Maelstrom del cattivo gusto. Dovrebbe essere di stomaco forte e, certamente, abile nel rappresentare il grottesco. Vedo più autori di siparietti da Avanspettacolo che non di narrativa. Non so chi scrivesse i dialoghi dei fratelli De Rege. Forse se li scrivevano da soli. Ma farei loro un torto a obbligarli a utilizzare questo vocabolario. Andrebbe bene un mimo: il grande Deburau, per esempio. Carné e Prevert lo presero a modello per il Pierrot di Les enfants du Paradis. Si scriveva le pantomime da solo. E, si sa, nelle pantomime le parole non si usano. Il silenzio sarebbe bello.
Filippo Tuena
  L'articolo “Dal Maelstrom del cattivo gusto ci può salvare soltanto un mimo: il grande Deburau”: l’editoriale di Filippo Tuena sulla grottesca situazione politica italiana proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2rLTzEz
0 notes