Tumgik
#Società Geografica Spagnola
lamilanomagazine · 2 years
Text
Milano, il viaggio nel tempo di 3000 anni di storia del Perù
Tumblr media
Milano, il viaggio nel tempo di 3000 anni di storia del Perù. È un lungo e affascinante viaggio, dalle origini all’apoteosi dell’Impero inca, quello che il MUDEC – Museo delle Culture di Milano propone ai visitatori a partire da  sabato 8 ottobre, con il grande progetto espositivo “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù. In mostra 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca”. Una mostra che attraverso un vero e proprio viaggio nel tempo traghetterà il pubblico indietro nei millenni raccontando la storia di una civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota, di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu. La mostra – che rimarrà aperta al pubblico fino al 19 febbraio 2023 – è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da World Heritage Exhibitions (Cityneon Holdings) e 24 ORE Cultura, in collaborazione con il Governo del Perù e il Ministero della Cultura del Perù, l’Associazione Inkatera, e grazie alla collaborazione con il Museo Larco di Lima, da cui provengono gli oltre 170 manufatti in mostra. "Il Museo delle Culture – dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi – dedica alla millenaria civiltà peruviana non solo una grande mostra-racconto, preziosa ed emozionante al tempo stesso, ma anche una serie di iniziative che, lungo i prossimi mesi, saranno in grado di approfondire diversi aspetti del Perù antico, recente e contemporaneo, coinvolgendo la comunità peruviana milanese e rispondendo così a un obiettivo proprio del Mudec, quello di conoscere di più e meglio tutte le culture del mondo e creare così connessioni sempre più ampie e profonde tra le comunità". "Machu-Picchu e gli Imperi d’oro del Perù" a Milano è l’esclusiva tappa italiana di un tour internazionale. Il progetto, a cura di Ulla Holmquist direttrice del Museo LARCO di Lima e dell’archeologa Carole Fraresso, attraversa la storia artistica e la biodiversità andina in tutta la sua dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu. La mostra racconta una storia nella Storia, uno storytelling che si dipana tra video immersivi, ricostruzioni 3D degli ambienti e delle biodiversità e soprattutto manufatti - opere in terracotta, ma anche oro, argento e tessuti, che prima di essere reperti archeologici furono monili e capi d’abbigliamento indossati da uomini e donne che vissero in un mondo ormai scomparso di leggi e costumi, di conoscenze e riti, di simboli e tradizioni, di miti e leggende. Il percorso conduce il pubblico all’interno della culla di una delle più grandi civiltà antiche dell’Emisfero Meridionale. Il Perù dell’età antica, eguagliato solo dall‘Antico Egitto - con cui rivaleggia in longevità - e da Roma per il livello tecnico raggiunto, ha accolto nel suo alveo società potenti e sofisticate, che prosperarono per cinquemila anni su un territorio geografico decisamente vario: dalle fertili coste bagnate dalle acque dell’Oceano Pacifico, attraverso il deserto roccioso, fino al gelido altipiano, per poi tuffarsi nell’area tropicale del Bacino del Rio delle Amazzoni. Adagiata su una cresta montuosa, avvolta dalla foresta nebulosa e al di sopra della foresta pluviale, la città di Machu Picchu è il simbolo, che tuttora sopravvive, del grande Impero degli Inca, la cui fine improvvisa e violenta avvenne con la Conquista spagnola del 1572. Il percorso della mostra parte proprio da Machu Picchu, la cittadella di pietra patrimonio culturale e naturale UNESCO, costruita nel 1450 all’apice dell’Impero Inca. Invisibile dal basso, Machu Picchu è una fortezza nascosta nella foresta nebulosa, protetta da due montagne sacre gemelle che affondano alla base nella foresta pluviale amazzonica. Centro religioso, osservatorio astronomico e luogo di ingegnosità e produzione agricola, Machu Picchu è un complesso formato da più di 200 strutture in pietra - templi, palazzi, “plazas” (spazi aperti), abitazioni. Protetta dall’invasione spagnola, Machu Picchu venne inglobata dalla foresta pluviale, fino a quando lo storico di Yale Hiram Bingham la rivelò al mondo nel 1911. In un ambiente che ricostruisce la foresta pluviale amazzonica, la mostra prosegue e aiuta a interpretare gli oggetti che incontreremo nell’esposizione. Pur non avendo una lingua scritta, uomini e donne delle società andine rendevano testimonianza delle storie delle collettività cui appartenevano attraverso immagini simboliche visibili sulle pareti dei templi o attraverso sculture di pietra, incisioni lignee, recipienti di ceramica, tessuti e oggetti d’oro e d’argento di incomparabile fattura. Gli oggetti sono raggruppati secondo il loro significato simbolico, ed erano questi i ‘libri’ nei quali venivano documentate le credenze, i rituali, la visione del mondo, le strutture di potere e la vita delle comunità. Il viaggio dell’eroe mitologico della cultura moche Ai Apaec è al centro di una parte della mostra. Capo di una comunità rurale, Ai Apaec è raccontato attraverso una vera e propria ‘storia illustrata’, con immagini proiettate lungo le pareti, che racconta al pubblico non solo la storia di Ai Apaec, ma attraverso le sue gesta eroiche anche i miti e il mondo simbolico che rappresenta il substrato su cui è stato costruito nei secoli l’universo culturale dell’antico Perù, e di cui è fortemente intriso ancora oggi l’immaginario religioso, simbolico e misterico del Perù contemporaneo. Vengono raccontati con il linguaggio delle immagini anche i tre mondi che coesistono simultaneamente nella cosmologia andina: Il Mondo di Sopra; il Mondo del Qui e Ora, o Mondo di Mezzo, il luogo dove le persone vivono e lavorano nelle comunità accanto agli animali, alle piante, ai fiumi e alle montagne, e infine il Mondo Basso, il mondo dell’oceano, il mondo sotterraneo, la terra che sta sotto i nostri piedi, su cui cade la pioggia e dove maturano i semi e la terra degli antenati, ovvero il luogo dove vanno le persone quando muoiono. La mostra "Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù" rappresenta il momento culmine di un progetto culturale di più ampio respiro fino a marzo 2023 intende raccontare il Perù a 360° e che prende forma attraverso il palinsesto "L’anno del Perù", inaugurato a giugno 2022. Un palinsesto di eventi e attività di approfondimento che attraverso conferenze, lecture serali con aperitivo, workshop e laboratori, tavole rotonde, visite guidate, performance artistiche e convegni, sarà in grado di raccontare non solo il Perù ‘archeologico’ e mitico, quello delle civiltà millenarie - tra cui la raffinata civiltà moche - che culminarono con il grande Impero Inca, ma anche il Perù contemporaneo, quello delle comunità peruviane milanesi.  ... Read the full article
0 notes
Text
Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù
Tumblr media
Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù
Il MUDEC accompagna il visitatore nel meraviglioso racconto di una civiltà plurimillenaria Milano. 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca, il MUDEC accompagna il visitatore nel meraviglioso racconto di una civiltà plurimillenaria attraverso la grande mostra: “Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù.” L’affascinante civiltà andina dalle origini agli Inca, un viaggio meraviglioso a partire da sabato 8 ottobre e sino al 19 febbraio prossimo, un grande progetto che attraverso manufatti plurimillenari, video, ricostruzioni immersive 3D e un allestimento per immagini rende l’idea di un vero e proprio viaggio nel tempo, traghetterà il pubblico indietro nei millenni raccontando la storia di un civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota e di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu. Ma la storia del Perù inizia da molto, molto più lontano. Il progetto, a cura di Ulla Holmquist direttrice del Museo LARCO di Lima e dell’archeologa Carole Fraresso, attraversa la storia artistica e la biodiversità andina in tutta la sua ampia dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu.
Tumblr media
La mostra presenta una selezione di più di 170 manufatti di sorprendente bellezza: opere in terracotta dalla grande espressività e perfezione tecnica, ma anche ori, argenti e tessuti. Una parte del percorso è dedicata all’avventuroso viaggio al fianco del mitico eroe della Cultura moche Ai Apaec attraverso il quale il pubblico scoprirà i misteri della cosmologia andina, muovendosi trasversalmente attraverso i tre piani dell’universo: il sopra, il qui e il sotto. È la narrazione di una storia nella storia, uno storytelling che si dipana tra video immersivi, ricostruzioni 3D degli ambienti e delle biodiversità e soprattutto manufatti, che prima di essere reperti archeologici furono monili, tessuti e capi d’abbigliamento indossati da uomini e donne che vissero pienamente nel loro mondo e nella loro società, fatta di leggi e costumi, di conoscenze e riti, di simboli e tradizioni, di miti e leggende. La mostra racconta al pubblico questo mondo scomparso, eppure ancora così contemporaneo, all’interno della culla di una delle più grandi civiltà antiche dell’Emisfero Meridionale. Il Perù dell’età antica, eguagliato solo dall‘Antico Egitto, con cui rivaleggia in longevità, e da Roma per il livello tecnico raggiunto, ha accolto nel suo alveo società potenti e sofisticate, che prosperarono per cinquemila anni su un territorio geografico decisamente vario. Il Perù e la sua storia si estendono dalle fertili coste bagnate dalle acque dell’Oceano Pacifico, attraverso il deserto roccioso, fino al gelido altipiano andino, per poi tuffarsi nell’area tropicale del Bacino del Rio delle Amazzoni. Adagiata su una cresta montuosa, avvolta dalla foresta nebulosa e al di sopra della foresta pluviale, la città di Machu Picchu è il simbolo, che tuttora sopravvive, del grande Impero degli Inca, la cui fine improvvisa e violenta avvenne con la Conquista spagnola del 1572. Il percorso della mostra parte proprio da Machu Picchu, raccontando la fine della storia dei grandi regni andini, e inizia con un video immersivo che introduce il lussureggiante paesaggio andino, dove le riprese aeree individuano Machu Picchu, la cittadella di pietra patrimonio culturale e naturale UNESCO, costruita nel 1450 all’apice dell’Impero Inca, e con essa i suoi dintorni straordinari.
Tumblr media
Invisibile dal basso, Machu Picchu è una fortezza nascosta nella foresta nebulosa, protetta da due montagne sacre gemelle che affondano alla base nella foresta pluviale amazzonica. Centro religioso, osservatorio astronomico e luogo di ingegnosità e produzione agricola, Machu Picchu è un complesso formato da più di 200 strutture in pietra – templi, palazzi, “plazas” (spazi aperti), abitazioni. Protetta dall’invasione spagnola, Machu Picchu venne inglobata dalla foresta pluviale, fino a quando lo storico di Yale Hiram Bingham la rivelò al mondo nel 1911. È il racconto di un Perù ‘archeologico’ e mitico, quello delle civiltà millenarie – tra cui la raffinata civiltà moche – che culminarono con il grande Impero Inca, ma anche di un Perù contemporaneo, quello delle comunità peruviane milanesi.
Tumblr media
Un palinsesto di eventi e attività di approfondimento senza precedenti per la città di Milano, che accompagna il pubblico negli spazi del museo in un caleidoscopico viaggio culturale attraverso conferenze, lecture serali con aperitivo, workshop e laboratori, tavole rotonde, visite guidate, performance artistiche e convegni. a cura di Valerio Gardoni FONTE: Read the full article
0 notes
guanellafilippine · 5 years
Text
News from Manila #41 - 10 agosto 2019
Tumblr media
Carissimi Amici un affettuoso saluto a tutti Voi.
In questo ultimo periodo la nostra Comunità ha vissuto alcuni momenti importanti: la prima Professione religiosa di 5 giovani, l’entrata in Noviziato di 4 giovani, l’Assemblea generale dei Confratelli della “Confederazione dell’Estremo Oriente” e la visita di tre volontari italiani. Ringraziamo Dio per il dono di nuovi confratelli e per gli altri eventi che abbiamo vissuto. Nei primi due articoli vorrei spendere qualche parola riguardo alla nazione Filippina. A tutti buona lettura.
Filippine: un paese da conoscere
            Sulle Filippine non mancano immagini da cartolina, tanto che il paese sta diventando una popolare meta turistica (più di 5 milioni di turisti internazionali in un anno). Si vedranno, giustapposte, le spiagge e le palme di cocco, la megalopoli di Manila, un’economia dinamica, una corruzione generalizzata, frequenti calamità naturali, terremoti e cicloni, le rivolte armate comuniste e quelle musulmane, la prostituzione, i lavoratori filippini in esilio sulle terre e le navi di tutto il mondo, senza contare le schermaglie con la Cina al largo delle isole contese e per il pesce (schermaglie di cui parlano i quotidiani di questi giorni). L’immagine è un po’ confusa.
            Ne consegue che l’opinione pubblica internazionale ha una conoscenza minima di questo paese. Molti pensano che qui si parli lo spagnolo, ma la lingua spagnola è scomparsa per far posto all’inglese; conseguenza, questa, della volontà degli Stati Uniti di imporre la loro lingua. La Spagna ha lasciato certamente tracce – tra cui la religione cattolica – ma non la lingua. I colonizzatori che si sono dunque succeduti  in quest’arcipelago popolato da numerosi gruppi indigeni, hanno dato supporto alla gente ma hanno anche imposto alcune loro visioni.  Strutturate sui poteri tradizionali del clan e della famiglia, le popolazioni locali hanno mantenuto la loro lingua (Tagalog e dialetti locali) e la loro cultura nonostante le invasioni. Sono state in grado di resistere agli influssi esterni mentre accoglievano questi mondi stranieri e, in particolare, la cultura americana.
Occupate per oltre tre secoli dai colonizzatori spagnoli e per cinquant’anni dagli statunitensi, le Filippine si interrogano sulla propria identità. Il paese più occidentalizzato di tutti i paesi asiatici a motivo della lunga presenza europea e americana, unica nazione cattolica di questo vasto continente, questo arcipelago indugia tra le sue radici: quelle delle isole tropicali indiane, quelle della colonia spagnola, quelle dell’occupazione americana. Mi fermo qui, continuerò a farvi conoscere meglio le Filippine nelle prossime news.
Sud est asiatico contro l’occidente : ”non siamo la vostra discarica”
La crisi internazionale di rifiuti sta assumendo dimensioni globali, dopo che il bando della Cina lo scorso anno ha gettato nel caos la distribuzione e il riciclo nell’area asiatica. Quest'ultimo ammasso di rifiuti speciali spedito dall'Australian company Oceanic Multitrading a Surabaya è solo uno dei giganteschi carichi che raggiungono il sud-est asiatico. Pochi giorni fa l'Indonesia ha rimandato indietro ben 49 container pieni di scarti verso la Francia e altri Paesi europei. Stessa operazione eseguita dalla Malesia lo scorso maggio, quando il governo ha inviato un ultimatum ai Paesi "produttori" delle 450 tonnellate di rifiuti, soprattutto in plastica: Australia, Bangladesh, Canada, Cina, Giappone, Arabia Saudita e Stati Uniti. Il mese scorso i rapporti diplomatici tra Canada e Filippine si sono incrinati per 69 container rimandati indietro.
Non solo cambiamenti climatici: c’è anche un’altra grave minaccia ambientale dalle proporzioni globali, è l’inquinamento da plastica. Vedo che anche i giornali italiani ne stanno ampiamente parlando. Questo materiale così duttile e diffuso ha durata pressoché eterna e rappresenta una vera sciagura per i mari. Anche per questo la Cina nel 2018 ha smesso di accettare rifiuti di plastica e di altro genere dal resto del mondo; un divieto assoluto che ha provocato il caos generale, soprattutto per molti paesi occidentali.
Le società private che gestivano i rifiuti per i governi nazionali di paesi come il Canada, il Regno Unito, gli Usa e l’Australia, hanno quindi iniziato ad esportare rifiuti nel Sud Est asiatico, dalle Filippine al Vietnam. Per quel che riguarda la plastica, solo una minima parte delle materie plastiche mondiali viene riciclato, mentre il resto finisce in queste discariche o incenerito illegalmente, rilasciando fumi tossici. 
Ma i tempi sono cambiati: la consapevolezza delle conseguenza dell’inquinamento e il dramma causato dalla plastica è ormai evidente, e nemmeno le nazioni più deboli sono disposte ad accettare condizioni degradanti per lo scarico di rifiuti, che mettono in pericolo i loro cittadini e l’ambiente.
Infatti a fine maggio l’autoritario e controverso presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha rispedito indietro al Canada 69 container pieni di rifiuti non riciclabili, che erano stati esportati nel paese tra il 2012 e il 2014, erroneamente catalogati come rifiuti riciclabili. Dopo una lunga disputa tra Ottawa e Manila, i container sono stati caricati su una nave cargo che li riporterà in Canada. Il governo canadese ha accettato di farsi carico dei rifiuti e di smaltirli correttamente e ha pagato una multa alle Filippine.
Molti credono che questo sia l’unico modo in cui i paesi, principalmente in Occidente, saranno finalmente costretti a confrontarsi con i propri problemi relativi ai rifiuti, invece di gravare sui paesi in via di sviluppo.  Tra le foto guardate quanto è accaduto nel lungomare di Manila quando le onde del mare ingigantite dal tifone (lo scorso Dicembre 2018) hanno restituito circa una tonnellata di rifiuti (in prevalenza plastica).
Prima Professione e entrata in Noviziato
Il giorno 16 Luglio festa della Madonna del Carmelo la Congregazione ha ricevuto in dono cinque nuovi professi. Tre filippini e due vietnamiti hanno donato la loro vita al Signore nella Congregazione di don Guanella. Don Luigi De Giambattista, coordinatore della Confederazione dell’Estremo Oriente, ha ricordato nell’omelia  della Santa Messa che“sulla barca della missione guanelliana salgono nuovi pescatori disponibili a prendere il largo...”.
Nello stesso giorno quattro giovani (tre filippini e un vietnamita) sono entrati ufficialmente nella tappa del Noviziato. Vi invito a pregare affinché il Signore continui a donare alla famiglia guanelliana in Asia  giovani che desiderano aspirare al cammino di santità.
Nei giorni seguenti la professione religiosa, la Comunità religiosa ha salutato l’ex Padre Maestro che, dopo alcuni anni di servizio, ha lasciato le Filippine per far rientro in India. Grazie Padre Sagaya per il tuo prezioso servizio.
Prima Assemblea della Confederazione Far East
La prima Assemblea dell’area geografica dell’Estremo Oriente ha avuto luogo a Manila dal 17 al 20 Luglio. 15 i Confratelli che hanno partecipato, provenienti da cinque comunità missionarie presenti in tre nazioni: Filippine, Vietnam e Isole di Salomon. Tutte dentro l'immenso Oceano Pacifico, al nord e al sud dell’ Equatore.
Il tema dell’Assemblea "Testimoniare la Comunione in Missione. Profezia e sfide”,  ha coinvolto attivamente i confratelli nei lavori di gruppo e nella discussione assembleare. Un intenso clima di preghiera e fraternità ha favorito la buona riuscita dei lavori.  Il cammino è aperto, con la stessa fiducia di Don Guanella, confidiamo nella Divina Provvidenza.
Ludovica, Antonio e Maria Pia
            17, 18 e 19 anni è l’età dei giovani volontari. Nel periodo delle vacanze estive tre giovani, residenti a Lecco, Como e Brindisi, hanno deciso di spendere un mese della loro vita a Manila per stare con i “buoni figli” della Casa don Guanella in Pasong Tamo. Perché ?  Sicuramente per ragioni molto personali e anche per un desiderio di vivere un’amicizia concreta con coloro che nella società sono considerati emarginati. Sono venuti da molto lontano per stare con noi in questa “periferia del mondo”.  Andare nelle periferie vuol dire uscire da noi stessi, dalla concentrazione su di noi. Guardare gli altri, i periferici, i poveri è un modo per liberarci da questa bolla che ci separa dagli altri. Solamente muovendoci verso gli altri, verso le periferie, usciamo dal nostro isolamento. E impariamo !
            Una mezza giornata l’ho dedicata a loro per visitare il Barangay Payatas, dove sorge la famosa “montagna di rifiuti”.  Uno scenario di povertà, tanti perché a cui è difficile dare risposta. Qualche giorno prima di andare a Payatas, avevo letto il messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale dei poveri 2019. Voglio qui riportare un passaggio della lettera che ben si colloca con la visita fatta con i giovani: “Quante volte vediamo i poveri nelle discariche a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di cui nutrirsi o vestirsi! Diventati loro stessi parte di una discarica umana sono trattati da rifiuti, senza che alcun senso di colpa investa quanti sono complici di questo scandalo. Giudicati spesso parassiti della società, ai poveri non si perdona neppure la loro povertà. Il giudizio è sempre all’erta. Non possono permettersi di essere timidi o scoraggiati, sono percepiti come minacciosi o incapaci, solo perché poveri. Dramma nel dramma, non è consentito loro di vedere la fine del tunnel della miseria. Si è giunti perfino a teorizzare e realizzare un’architettura ostile in modo da sbarazzarsi della loro presenza anche nelle strade, ultimi luoghi di accoglienza”.
           Ludovica, Antonio e Maria Pia porteranno sicuramente nel loro cuore la visione di quella collina di rifiuti e di coloro che vi abitano. Solo poche ore la nostra visita, ma ore intense. Non dimenticheranno i volti dei nostri ragazzi disabili del Guanella Home, la loro gioia e la loro simpatia. I gesti e i sorrisi di John Paul (ragazzino con lieve ritardo mentale e sordomutismo), la voce squillante di Pio, la dolcezza di Gerald (affetto da autismo), le danze di Bernie e Tommy, l’esuberanza di Wyne e poi Aaron, John Bosco e gli altri “special children”.
          Grazie a voi Ludovica, Antonio e Maria Pia per la spontaneità e l’ottimismo che avete regalato ai nostri ragazzi, per il tempo speso per loro. Un grazie particolare da parte di tutta la famiglia Guanelliana in Pasong Tamo – Manila. Fate tesoro di questa esperienza e ringraziate il Signore per il bene che avete ricevuto. Maraming Salamat po!                    
Bene carissimi Amici, per questa volta ho terminato. Buona continuazione della pausa estiva e Vi ricordo tutti nella mie preghiere. Buona Festa di Maria Assunta in cielo.
                                                                                                              Ciao  Fr. Mauro
0 notes