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#Pasta di zucchero
eatparadeblog · 2 years
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Torta decorata di carnevale
Torta decorata di carnevale
Questa torta decorata di carnevale unisce la bontà del dolce in sé all’allegria delle decorazioni in pasta di zucchero. Ultimamente si parla molto della scarsa qualità dei dolci utilizzati nel cake design. In realtà credo che ci sia modo di realizzare dei dolci qualitativamente validi, senza rinunciare al gusto dell’abbellimento; che si tratti di pasta di zucchero, pasta di mandorle, MMF o altro,…
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ashbakche · 4 months
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Festa dell'Immacolata a Palermo
In Sicilia, la vigilia dell’Immacolata rappresenta il giorno in cui le festività natalizie hanno ufficialmente inizio. Per l’occasione, si porta in tavola un menu ricco e articolato di antipasti e piatti pronti, rigorosamente preparati in casa e spesso consumati in piedi. Dall’antipasto al dolce, la tavola è un tripudio di sapori e odori. [...]
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Il menu tipico della vigilia dell’Immacolata prevede numerosi piatti della tradizione culinaria siciliana. Tra questi, non manca lo sfincione, re dello street food palermitano, condito con acciughe, pomodori e caciocavallo.
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C’è anche chi preferisce la versione bianca, preparato tipicamente a Bagheria, alle porte di Palermo, dalla caratteristica forma rotonda. Di questa prelibatezza ne esistono due versioni, una con la tuma, l’altra anche con la ricotta. Entrambe sono condite con pangrattato tostato, cipolla, pecorino grattugiato, sale e olio extravergine.
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Oltre allo sfincione, il menu della tradizione prevede le verdure fritte in pastella. Cardi, broccoli, carciofi e altre verdure sono prima passati nella pastella e poi fritti fino a quando non sono rigorosamente dorati e croccanti.Il baccalà è, invece, un secondo gustoso dalla lenta preparazione. Infatti, dopo averlo tenuto in acqua per circa tre giorni, cambiandola spesso, è possibile prepararlo fritto, dato che rimane molto compatto e non si sfalda, o in umido con pomodori, patate, capperi, olive nere, sedano e cipolla. Immancabili le muffolette, morbide focaccine ripiene di ricotta o tuma, acciughe, pomodoro a fette e olio.
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Non c’è vigilia dell’Immacolata senza dolci in tavola. Il buccellato è il dolce per eccellenza, preparato con una base di pasta frolla e ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle e scorze d’arancia. Il suo nome deriva dal latino “buccellatum”, ovvero dalla forma circolare, ed è stato ufficialmente riconosciuto come produzione tipica siciliana dall’Assessorato regionale delle Politiche agricole ed inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani. La sua forma circolare rappresenta simbolicamente una corona da omaggiare alla Madonna.
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Le sfincette, invece, sono piccole palline di pasta di pane, fritte e passate nello zucchero aromatizzato alla Cannella. Possono essere Vuote o Farcite con pezzetti di Cioccolato Sulle tavole siciliane, infine, non manca mai scaccio e frutta secca da sgranocchiare prima, durante e dopo la serata
Alessia Maranzano
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difensoredelfocolare · 6 months
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Un piatto che arriva dal Rinascimento!
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INGREDIENTI PER 4 PERSONE
Per la pasta frolla:
340 g di farina “00” 200 g di burro 100 g di zucchero 2 tuorli 1 pizzico di sale Per il ragù bianco: 600 g di carne trita di manzo 2 salsicce ½ cipolla 1 carota 1 costa di sedano 10/15 g di funghi secchi 1 bicchiere di vino bianco ½ bicchiere di marsala secco Olio extravergine d’oliva sale, pepe e noce moscata 2 o 3 foglie di salvia Per la besciamella: 400 g di latte intero 50 g di burro 50 g di farina sale e noce moscata 1 tuorlo e un po’ di latte per spennellare il pasticcio
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girlboccaccio · 2 months
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Sto pianificando di cucinare i cileni ripieni di zucchero.
Ci sto pensando da ieri: se non ho troppi impegni questa domenica, o la prossima, andrò al supermercato e comprerò tutto l'occorrente. È una pazzia? Eccome.
Innanzitutto, esistono già dei dolci con un nome simile, sono i Chilenitos dal Cile. Io però voglio fare qualcosa da zero, anche per evitare possibili danni diplomatici o scontri con Gabriel Boric, presidente del Paese e soprattutto un Swiftie.
La ricetta che ho in mente sarebbe: prendo lo zucchero e lo sciolgo finchè non diventa caramello, per evitare si solidifichi lo mischio o col burro o con la panna liquida rendendolo una crema (ci sono varie ricette su internet se qualcuno volesse provarci con me ma non ha mai preparato del caramello, questa sembra la più congeniale).
A questo punto il ripieno è pronto: se verrà fuori come lo voglio io, credo che prenderò dei cannoli già preparati da riempire, oppure se farò dei biscotti da zero (che non ho molta voglia ma chissà come mi gira) di che forma li potrei fare? Mucca? Sedere? Cellulare (questa impossibile)?. Oppure potrei fare dei semplici biscotti e guarnirli con del semplice caramello, ovvero cileni guarniti di zucchero e non più ripieni.
Ritornando alla prima ricetta, pensavo di fare qualche guarnizione per rendere la pasta il più possibile "gold" al riflesso della luce, magari bagnandola un po' col tuorlo dell'uovo oppure con qualche cremina: Mahmood è sardo da parte di madre e legatissimo a quella terra, tumblrini sardi c'è qualche cremina/guarnizione per dolci tipica della vostra isola che potrei utilizzare? Magari non troppo complessa o costosa, da trovare in breve tempo in Veneto, eheh.
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amamiofacciouncasinoo · 2 months
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Io che voglio cimentarmi con le torte decorate con pasta di zucchero e glassa 🤡
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v4l3 · 4 months
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Primo weekend "romantico" a casa in coppia (coi cani) e invece di godercela tra bagni caldi e candele, cos'è che abbiamo fatto?
La casetta di di zenzero!
Praticamente due giorni passati bestemmiando le frolla, bestemmiando la ghiaccia, bestemmiando la pasta di zucchero. E due notti passate bestemmiando i cani sul letto ché non ho mica capito perché sono entrati in camera, ma una volta lì hanno preso possesso di lenzuola e coperte.
Però che bella!
(e buona)
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silenziodorato · 7 months
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mi piace
mi piacciono le lucine quelle che si mettono in giardino, quelle che spesso hanno i ristoranti all'esterno. mi piace la pizza, mi piacciono le patatine fritte. mi piace il caffè dopo pranzo e il gelato dopo cena. mi piace fare la doccia dopo il mare, mi piace lo shampoo al cocco, mi piace uscire a fare lunghe passeggiate in posti mai visti. mi piace quando la mia famiglia si riunisce, mi piace raccontare cose fatte, mi piace ascoltare le storie di chi fa tanti viaggi. mi piace saltare quando sono felice, mi piace la pallavolo, mi piace immergermi sotto l'acqua fino a non sentire più nessun suono, nessuna voce. mi piace il parmigiano sulla pasta, mi piace fare la valigia, mi piace vivere con un milione di animali, mi piace essere gentile. mi piacciono le bacchette, le biciclette, le farfalle, il tramonto, mi piacciono le foto ma soprattutto i video, quelli spontanei ancora di più. mi piacciono i filtri perché si possono togliere. mi piacciono i capelli lunghi, gli occhi profondi, le dita sfiorate. mi piacciono i fiori, mi piace prendermi cura, mi piacciono le acconciature, mi piacciono i vestiti con la vita stretta. mi piace ridere, mi piace prendersi in giro, mi piace urlare, mi piace piangere se è per sfogarmi. mi piace vedere le persone ballare, mi piacciono quelle talentuose e quelle coraggiose. mi piacciono i discorsi commoventi, i film misteriosi o quelli che fanno piangere. mi piace conoscere, mi piace leggere, mi piace informarmi, mi piacciono i castelli, il monopoly, le cene fuori d'estate, le sigarette al gusto zucchero filato, i luna park. mi piace andare al cinema, mi piacciono le bevande con la cannella, mi piace la pioggia nelle grandi città, le librerie vuote, l'aria condizionata in una giornata di luglio. mi piacciono le poetesse, gli scrittori, gli attori, gli scienziati. mi piace il mondo che ogni persona si costruisce, mi piace la diversità, i colori, l'amore. mi piace il sugo senza pezzetti, il pesto fatto a mano, i cuori disegnati sulla sabbia, le scritte interessanti sui muri, le storie delle persone, le mani incrociate. mi piacciono i dettagli ma anche le sfocature, i parchi divertimento ma anche i parchi. mi piace stare sdraiata per terra, mi piace dormire, mi piace pensare, mi piace scrivere, mi piace il vino, l'autunno, le montagne, mi piace la vita quando non si ammucchiano i doveri.
E, perché no, sul mio blog mi piacciono anche gli elenchi sulle cose che mi piacciono
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donaruz · 10 months
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Guarda "Pane quotidiano - Alberto Camerini" su YouTube
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E se penso all'allegria che mi da un
Amica mia, con i suoi vestiti bianchi
I suoi sorrisi colorati
Quando dice di volere un
Corpo bello, equilibrato
Mangia solo cibo naturale con amore preparato
Ma se cerchi di andare al di là
Dei suoi vestiti a fiori e seta
Dei suoi giochi dei suoi soldi
Per l'equilibrio del pianeta
Lei si alza sorridendo e dice
"ciao" e poi va via
Dicendo "scusa ognuno ha il suo karma
In fondo non e' colpa mia"
Insalata di riso bianco come
Il sorriso che la
Crema del latte da allo yogurt di frutta
Bianca come la chiara dell'uovo sbattuto
Come la panna montata con lo zucchero sopra
Come il fior di farina che lei ha in cucina
Bianca come lo yogurt anche se non fa rima
Bianca come dovrebbe essere la
Sua coscienza che si
Scioglie come il pane e burro ogni mattina
E c'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane cresce di prezzo
C'è chi lo lavora, c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Un amico mio, un compagno, un
Bravo rivoluzionario, un tipo serio
Intelligente e preparato
Troppo preso dai problemi della
Crisi dello stato, di sé stesso e del suo
Corpo sembrava essersi scordato
Ma il fegato dimostra ogni giorno
Quel contrasto tra i suoi nervi tesi e quel
Sorriso suo mai rilassato
O è il veleno che non ben
Ha digerito dopo il pasto
Ma il colore del suo viso
Che sembra essersi ingiallito
Uova plastificate, liofilizzate
Gente mineralizzata biodegradata
Carne inscatolata gelatinizzata
Deproteinizzata, supermarketizzata
Mangia verde artificiale
Devitalizzato, clorifilizzato
Superindustrializzato
Frutta sciroppata supercolorata, dolce
Gomma artificiale, bilancia sbilanciata
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
Io se mangio quando mangio se
Sono solo con me stesso
Garantito che non sono un bravo
Cuoco ma fa lo stesso
Ce la metto tutta ma in
Cucina sai non sempre basta
Poi finisce che non vado quasi
Mai oltre la pasta
Certo che in ogni caso devo fare economia
È che a volte se sei solo poi
Ti accorgi l'appetito se ne va via
E molto meglio cucinare l'ho
Scoperto in compagnia
Pronto in tavola e qualcuno
Per scoprirne la magia
Ma da quando vivo solo ho dimenticato gli
Stufati succulenti le patate al forno
I risotti le scaloppe la verdura intorno
Le ricette di torta appena pasticciate
Il patè di fegato il salmone rosso lo
Champagne le aragoste il ricco caviale
Non ricordo nemmeno che sapore hanno
Forse ho dimenticato come si fa a mangiare
C'è chi ha il pane dolce
La sua fetta di torta
C'è chi il pane lo ruba e
Il pane scende di prezzo
C'è chi lo lavora c'è chi fa fatica
E c'è il sapore amaro del suo pane quotidiano
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unapinetaamare718 · 9 months
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Pasticceria e dolcezze
Nel Medioevo si ha la distinzione tra cuochi e pasticcieri e, con la scoperta della canna da zucchero, nasce la vera pasticceria. Nel XVI secolo, in seguito al matrimonio di Caterina de’ Medici con Enrico II, arrivano in Francia dall’Italia i primi gelati e la pasta choux inventata dal pasticciere mediceo Penterelli. Nel XVII secolo Anna d'Asburgo introduce in Francia il cioccolato dalla Spagna mentre il pasticciere francese François Vatel inventa la crema Chantilly, o meglio la rende così famosa al punto che molti pensano che ne sia stato lui l’inventore. Ma è nel XIX secolo che la pasticceria francese raggiunge l’apice quando Marie-Antoine Carême, considerato da alcuni storici il primo grande pasticciere dei tempi moderni, pubblica "Le pâtissier royal parisien", il manuale per eccellenza della pâtisserie française. La maggior parte dei dolci francesi che conosciamo risale proprio al XIX secolo.
Oggi molti grandi classici della pasticceria vengono rivisitati in chiave moderna da dei chefs pâtissiers capaci di ricercare creatività e innovazione nelle loro produzioni. Gaston Lenôtre, Philippe Conticini, Jean-Paul Hévin, Christophe Michalak, Pierre Hermé, sono solo alcuni dei più grandi innovatori nell'arte dolciaria francese degli ultimi decenni.
La pasticceria francese è un vero e proprio mondo di dolcezza e golosità: scopriamo insieme i suoi dolci più famosi!
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pioggia-di-vita · 1 year
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Se dovessero chiederti cosa è l'amore per te, cosa risponderesti?
Ti risponderei, che l'amore è fatto di sole che ti scalda ma non ti scotta, che mi irradia di vita l'anima ed ogni giorno fa crescere nuovi fiori luminosi, nel mio giardino interiore.
Ti racconterei che l'amore è fra le mani di una carezza, data per asciugare le lacrime, tra le labbra di una smorfia buffa, solo per strapparmi un sorriso;è nella coda della mia cagnolina, che scodinzola tutto il tempo quando stiamo insieme; ti direi che, l'amore lo trovo sulla crosticina delle lasagne che mi prepara mamma, quando poco tempo prima, le avevo confidato di averne una voglia matta, ritrovo l'amore nei ricordi dell'amatriciana che mi preparava Nonna, perché lei non ricorda più chi sono, ma io non dimenticherò mai tutti i profumi del suo amore; per me è ai bordi delle strisce pedonali, nelle attese per il semaforo costruite di baci; è in quel giorno d'estate, negli occhi neri di quella bimba, che scrutò, e raccolse tutti i suoi fiorellini preferiti da un prato, per regalarli a me; è nelle risate scoppiate in un solletico, con l'intento di farti dimenticare tutto, tranne come si ride; è in quell'attimo in cui mi è stato detto che posso fare tutto ciò che desidero, poiché nessuno, può dirmi in cosa non sono capace, ed io c'ho creduto; ti racconterei che per me è nella voce di chi mi dice: "Ti sento strana, che succede? Su, dimmi tutto"; è in tutti quei: "Sapevo che ti sarebbe piaciuto, appena l'ho visto, ho pensato a te"; potrei parlarti delle volte in cui ho trovato l'amore nelle cucchiaiate della pasta e piselli, nei granelli di pepe della carbonara, in un caffè macchiato, nei fiocchi di sale sulla focaccia, spalmato insieme alla nutella in un cornetto da farcire; è per me quella persona, ed il mio cuore ne traduce ogni suo gesto in zucchero filato, perché l'amore non puoi far altro che sentirlo, nei sorrisi delle labbra di chi amiamo e ci ama a nostra volta, ed è proprio lì, ed è proprio questo, in tutti i battiti che ti scaldano la pelle, fin dentro le ossa, nelle curve dell'anima.
Poiché l'amore, a conti fatti, è nei dettagli; nel cuore di chi sente.
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t-annhauser · 11 months
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Da piccolo non prestavo molta attenzione al mangiare, anzi, ero particolarmente difficile, "al magna minga sto putìn!" ("putìn" con l'accento sulla "ì"), e per forza che non mangiavo minga, guardavo al cibo con sospetto, mi sembrava innaturale mettere dentro delle cose che prima erano state là fuori, in mezzo a tutte quelle cose sporche e pericolose, e poi non avevo mai fame, mangiare era un contrattempo che interrompeva i giochi e le fantasticherie, e adesso che sono vecchio mi rendo conto di ritornare a poco poco a quell'antico stato di inappetenza speculativa. Non prestavo molta attenzione al mangiare perché le cose che mangiavo mi sembravano cose ovvie e date una volta per tutte, mica mi immaginavo che un giorno non le avrei mangiate più, per esempio i tortellini della nonna, i favetti, il sugul, i cotechini, le granite fatte in casa con il macinino del ghiaccio, una specie di ovone di Pasqua a manovella, tutto colorato come una carabattola del Sottsass, la poltiglia di ghiaccio ridotta a schegge (per avere un'idea delle schegge vedi "Il naufragio della speranza", Caspar David Friedrich) condita con gli sciroppi Fabbri all'orrida menta o alla fantastica amarena. Mia nonna, che da buona mantovana non conosceva l'uso del sugo di pomodoro, si era fatta dare la ricetta dalla nonna di Scalea, che il guagliunello mangiava solo la pasta cu u zugo. Perché la mia nonna di Mantova era una perfetta custode delle tradizioni ma era anche aperta alle novità pur di far mangiare il suo putìn. Mi manca adesso, per esempio, il sapore degli gnocchi alla veneta, con lo zucchero e la cannella e il parmigiano reggiano, affogati, sguazzanti nel burro come i turtei sguasarot sguazzavano nella riduzione di vino rosso e chiodi di garofano (il ripieno di castagne). È brutta cosa la modernità quando significa solo cancellazione cretina dell'antica sapienzialità cucinaria, in quest'epoca di pazzi ci mancavano solo gli idioti del progresso.
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lalumieredujour · 1 year
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Taralli, quelli veri, pugliesi: la ricetta della nonna
Ingredienti:
1 kg farina
200g olio
100g vino bianco
anice
acqua
sale
zucchero
Preparazione:
disporre la farina a fontana sul tavoliere; aggiungere 200 g di olio; agg. vino bianco riscaldato nel quale si e' sciolto lo zucchero e il sale. Agg. anice (qcv) o semi di finocchio. Impastare energicamente aggiungendo acqua (q.b.) fino a rendere l'impasto della giusta consistenza (non deve essere appiccicoso). fare un cilindretto di pasta (diametro circa 0.7 cm) tagliare pezzi di cm 12, formare il "tarallo". Fate bollire i taralli in acqua poco salata per 3-4 min. Scolare, disporre i taralli su una pezza fetente (è importante che sia fetente, altrimenti il sapore cambia) – 14-21 min. Infornare a 200 gradi (cottura uniforme) tempo cottura 20 minuti.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Era un novembre, come sempre a Palermo, mite, opulento, dorato. Benché la festività dei morti fosse già passata, pupi di zucchero e frutta martorana allegravano le vetrine delle pasticcerie come i fichidindia, le sorbe in conocchia, i loti e le arance i banchi dei fruttivendoli. Le « cose dei morti », i pupi e la frutta di pasta di mandorle, che i bambini la mattina del due novembre cercano e trovano in qualche angolo della casa: e la sera, a letto, avevano finto di dormire, resistendo al sonno soltanto per pochi minuti oltre l’abitudine, nella speranza di vedere i morti arrivare coi doni e nasconderli. Nessuna paura, poiché erano i morti della famiglia; e di qualcuno anche loro avevano recente ricordo. I morti che portavano doni; i vivi che tra loro, a catena, si ammazzavano; quei banchi che di domenica, giorno vietato alle vendite, offrivano frutta e anche pane e anche formaggi; quei cartellini dei prezzi, sulla merce, che si poteva credere riguardassero il chilogrammo e invece, ad avvicinarvisi, e magari chi ne aveva bisogno mettendo gli occhiali, si scopriva che riguardavano il mezzo chilogrammo: i vigili urbani che invece che in mano il blocchetto delle multe, avevano il cartoccio di frutta: tutte cose che nella mente del giudice si accozzavano a dargli il senso di una città irredimibile. “
Leonardo Sciascia, Porte aperte, Adelphi (collana Fabula n° 18), 1987¹; pp. 80-81.
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difensoredelfocolare · 10 months
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Per voi frolla o riccia?
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INGREDIENTI PER CIRCA 8 SFOGLIATELLE
Per la pasta frolla:
150 g di farina “00”
50 g di semola rimacinata di grano duro
100 g di strutto (o di burro)
80 g di zucchero
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1 uovo intero
Per il ripieno:
200 g di acqua
50 g di semola rimacinata di grano duro
Pari peso di ricotta di pecora (circa 200 g)
100 g di zucchero
50 g di canditi (arancia e cedro)
1 uovo
cannella
scorza di limone
sale
20 g di burro
1 tuorlo per spennellare
PROCEDIMENTO:
In una ciotola metti lo strutto o il burro morbidi e aggiungi lo zucchero e lavorali fino a incorporarli;
Aggiungi l’uovo e mescola fin quando non è ben amalgamato, poi unisci la farina e il lievito in due volte;
Amalgama il tutto e poi avvolgi la frolla nella pellicola e falla riposare in frigorifero per almeno tre ore;
In una pentola aggiungi l’acqua, il burro e il sale e porta a ebollizione;
Appena l’acqua sfiorerà il bollore aggiungi la semola a pioggia mescolando con una frusta. Poi mescola con un cucchiaio fin quando il tutto non si staccherà dalle pareti;
Metti la polentina in una ciotola e inizia a mescolare per farlo intiepidire;
Unisci i canditi e sempre mescolando l’uovo e poi la ricotta. Unisci poi anche gli aromi: la cannella e la scorza di limone;
Riprendi la frolla, forma un filoncino e poi delle palline di circa 50/60 g;
Metti il ripieno in una sacca da pasticciere;
Stendi poi le palline a formare un ovale dello spessore di circa 2/3 millimetri, riempi con il ripieno poi chiudi e taglia via l’eccesso di pasta;
Disponi le sfogliatelle su una teglia foderata con carta da forno;
Falle poi riposare un’ora in frigorifero, pennellale con l’uovo e cuocile in forno a 200 gradi per 20 minuti.
Falle intiepidire e spolverizzale con lo zucchero a velo prima di servirle.
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barbaraincucina · 11 months
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Al Barbaricum abbiamo scoperto alcuni piatti di origine longobarda. Vediamo la ricetta di oggi!
Spongata
Il termine spongata si trova per la prima volta nei documenti dell’abbazia di San Colombano di Bobbio (PC), fondata nel 614 in epoca longobarda. Nel 794 Carlo Magno nel Concilio di Francoforte impose che tutti i monasteri benedettini di pertinenza imperiale (come Bobbio) dovessero offrire unam tortam o pain d’hostelage (cioè torta o pane di accoglienza) agli ospiti, ai pellegrini e ai visitatori durante le festività natalizie, la spongata appunto. Ecco la ricetta di oggi.
Ingredienti per il ripieno: 1 kg miele 200 pangrattato o biscotti secchi tritati 200 gherigli di noci 100 mandorle tagliate a fettine 80 gr pinoli 100 gr uvetta 70 gr cedro candito mix di spezie: cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero, anice stellato Ingredienti per la pasta: 400 gr farina 180 gr burro 200 gr zucchero 1 tuorlo vino bianco q.b. per impastare
Amalgamare nel miele (sciolto a bagnomaria) il pane o i biscotti tritati, le noci, le mandorle, i pinoli, i canditi, l'uvetta e tutte le spezie. Lasciare riposare il tutto almeno 15 giorni. Nel giorno prefissato preparare la pasta sul tagliere amalgamando tutti gli ingredienti, lasciarla riposare, poi dividerla in due parti e stenderla in due dischi. Foderare una tortiera col primo disco, versare il ripieno e ricoprire col secondo disco di pasta. Sigillare bene i bordi e punzecchiare la superficie con la forchetta. Cuocere in forno caldo a 180° per 25 minuti coprendo la pasta con la carta di alluminio senza lasciare nessuna apertura. A fine cottura spolverare con lo zucchero a velo.
Dal libro “RICETTE E RACCONTI DELLA MIA REGGIO” DI MARTA FERRARI.
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infosannio · 9 months
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Con la social card "Dedicata a te" la destra si impegna a controllare i consumi dei poveri
(di Carmelo Sant’Angelo – ilfattoquotidiano.it) – Pane, pasta, carne, pescato fresco, ma non pesce surgelato. Caffè, tè, camomilla, ma non tisane. Miele, ma non marmellate. Zucchero, ma non sale. Aceto di vino, ma non vino. “Madamina, il catalogo è questo” che in Italia fa 382,50 euro, cioè l’importo, una tantum, della carta “Dedicata a te”. A beneficiarne saranno i nuclei con tre o più…
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