Tumgik
#Napoli Femminile
nelove22 · 4 months
Text
Some interesting matches to see today!
AC Milan - Napoli and Arsenal WFC - Tottenham.
Will try to keep an eye on both.
Wanted to see the Atlético Madrid - Real Sociedad and 1.FC Koln - SGS Essen too, but this ones I can't find a link :/
1 note · View note
sardies · 1 year
Text
La Torres Femminile ospita la capolista
Domenica alle ore 15.00, le ragazze di mister Mauro Ardizzone se la vedranno con la Lazio al “Basilio Canu” di Sennori (more…) “”
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
madiocane · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media
Divinità femminile tipo Kore di Eleusi, restaurata come Musa. (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
17 notes · View notes
parmenida · 7 months
Text
Una fama sinistra grava sul palazzo situato al n. 9 di piazza San Domenico, a Napoli, dove c’è chi giura di udire nottetempo gemiti e rumori strani, come lo scalpitio concitato di una carrozza o il clangore di catene e ferri battuti.
Proprio all’interno di queste mura, nel 1590, il compositore Carlo Gesualdo, Principe di Venosa, uccise la moglie Maria d’Avalos insieme all’amante don Fabrizio Carafa, sorpresi in flagrante adulterio.
Sempre qui, nel XVIII secolo, visse e operò un personaggio controverso, fuori dal comune persino per gli standard della Napoli settecentesca, che fu al tempo stesso nobiluomo, alchimista, fisico, letterato, medico, esoterico e massone: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero.
Nato il 30 gennaio del 1710 a Torremaggiore, nel Foggiano, Raimondo fu allevato dal nonno dopo che il padre Antonio si ritirò in convento, sconvolto dalla perdita prematura dell’adorata consorte.
Istruito dai Gesuiti del Collegio Romano, dove rimase sino al compimento dei 20 anni d’età, il nostro tornò finalmente a Napoli per risiedere nel palazzo di famiglia.
Piacente, dalla favella pronta, curioso e d’intelligenza superiore alla media, don Raimondo godeva di fantasia illimitata, che amava mettere alla prova con le sue bizzarre invenzioni, come quella di un “lume eterno” realizzato con la polvere ossea derivante dalla triturazione di un teschio umano, ricco di fosfato di calcio e fosforo concentrato.
Meno lugubre fu l’invenzione di un tessuto impermeabile pionieristico per quei tempi, di cui fece dono al Re di Napoli Carlo III di Borbone per la realizzazione di alcuni mantelli da caccia. Fu il suo modo di ringraziare il sovrano per averlo onorato con la prestigiosa nomina a Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro.
La famosissima Cappella Sansevero, tuttavia, rimane l’opera che lo ha tramandato ai posteri.
Concepita come luogo di culto, essa costituisce soprattutto un tempio massonico carico di simbologie, perfettamente calzante all’estro e al carisma del Principe di Sansevero che così volle abbellire, ampliandola a suo gusto e somiglianza, un’antica cappella preesistente.
Capisaldi del progetto sono le dieci statue delle “Virtù” addossate ad altrettanti pilastri: nove al femminile, dedicate alle donne di Casa Sansevero, e una sola al maschile, il Disinganno, eretta in onore di don Antonio, padre del Principe.
Ogni statua, carica di significati allegorici, rimanda al mondo della massoneria di cui don Raimondo era Gran Maestro. In particolare la “Pudicizia”, vista come riferimento alla dea egiziana Iside, ci parla dei riti iniziatici di cui la dea stessa era regina.
Il capolavoro più suggestivo dell’intera Cappella, però, è la statua del cd. “Cristo velato”, realizzata da Giuseppe Sammartino. Vi si contempla il Cristo, adagiato su un materasso e ricoperto di un velo perfettamente aderente alla sua fisionomia, tanto che a lungo è circolata la voce secondo la quale il Principe di Sansevero avrebbe insegnato allo scultore la tecnica della calcificazione chimica del tessuto in cristalli di marmo.
Recenti analisi, in realtà, hanno fugato ogni dubbio sul fatto che l’opera sia stata interamente scolpita partendo da un unico blocco marmoreo.
In un ambiente attiguo, destano grande impressione nei visitatori le due “macchine anatomiche” dei corpi, rispettivamente, di un uomo e di una donna completamente scarnificati, nei quali è possibile osservare l’intero sistema circolatorio.
Anche qui, se per la leggenda si tratta dei poveri resti di due servitori del Principe, ammazzati per la bisogna e così ridotti con l’inoculazione di uno speciale liquido capace di trasformare in metallo i vasi sanguigni, la scienza ha concluso che siamo dinnanzi a due scheletri umani sui quali, con mirabile perizia medica, sono stati ricostruiti in metallo tutti i condotti circolatori.
In ogni caso, tanta fu la familiarità di don Raimondo con la morte, considerata come ineluttabile passaggio della vita stessa, che secondo un’altra credenza popolare, sentendosi prossimo alla fine sopraggiunta il 23 marzo del 1771, egli si fece tagliare in pezzi da uno schiavo moro al fine di farsi adeguatamente sistemare dentro la cassa dalla quale, come un dottor Faust napoletano, sarebbe balzato fuori vivo e vegeto a tempo prestabilito.
Sarà anche per questo motivo che non è raro scorgere passanti che, davanti a quello che fu il so palazzo, si fanno ancora il segno della croce, allontanandosi in tutta fretta.
Accompagna questo scritto il “Ritratto di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero”, di Francesco Mura, 1740 circa, Cappella Sansevero, Napoli.
Anche questo è la mia Napoli..
A domani..
Nini
Tumblr media
7 notes · View notes
fashionbooksmilano · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Soggetto nomade
Agosti Battaglia Carmi Catalano Russo
Identità femminile attraverso gli scatti di cinque fotografe italiane 1965 1985
Postfazione di Rosi Braidotti. Introduzione di Cristiana Perrela e Elena Magini.
Produzioni Nero, Roma 2020, 176 pagine, brossura, 22 x 26,3 cm, ISBN  9788880560760
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
"Soggetto nomade" raccoglie in un unico volume gli scatti di cinque fotografe italiane realizzati tra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta, che restituiscono da angolazioni diverse il modo in cui la soggettività femminile è vissuta, rappresentata, interpretata in un periodo di grande cambiamento sociale per l'Italia. Anni di transizione dalla radicalità politica all'edonismo, anni di piombo ma anche anni di grande partecipazione e conquiste civili, dovute principalmente proprio alle donne, e alle battaglie femministe. Una riflessione sull'identità e sulla sua rappresentazione che prende le mosse dai ritratti dei travestiti di Genova di Lisetta Carmi (Genova, 1924), dove la femminilità è un'aspirazione, e si declina attraverso le immagini di attrici, scrittrici e artiste di Elisabetta Catalano (Roma, 1941-2015), gli scatti sul movimento femminista di Paola Agosti (Torino, 1947), le donne e le bambine di una Sicilia sfigurata dalla mafia di Letizia Battaglia (Palermo, 1935) e infine gli uomini che per un giorno assumono l'identità femminile nel carnevale di piccoli centri della Campania esplorati da Marialba Russo (Napoli, 1947). 
orders to:     [email protected]
twitter:                @fashionbooksmi
flickr:                  fashionbooksmilano
instagram:          fashionbooksmilano
tumblr:                fashionbooksmilano
11/02/23
18 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
8 Marzo: si celebra la Donna
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
'FIGLIA' DI CARAVAGGIO
Chi l'erede?  E perché un maschio? La vicenda umana e artistica di Caravaggio, estrema, tracciata in un solco di drammatico parossismo, meritava un seguito sublime. Questo, ebbe il nome di Artemisia. Che vide Caravaggio e intuì meglio di chiunque, per tecnica e per spirito. Ma fu lasciata nell'oblio. Per secoli. Liberata dalla scrittura di Roberto Longhi ai primi del '900, lascia attonito l'osservatore. Per l'intensa crudezza. L'assenza di retorica. La violenza consapevole dell'espressione. Il sadismo trattenuto in uno sguardo che tradisce il fuoco del godimento. Partecipe. Anelato. Compiuto. Siamo oltre ogni stereotipo. Sorge un'anima. Ed è anche impetuosa. La sensibilità "femminile" di Caravaggio si muta nel "maschile" ardente di Artemisia. Che esplode senza freni, cosciente di sensualità imperiosa. Un'anima che suscita turbamento, inquietudine, ammirazione. Questa la sua unica colpa. Per un'antropologia perversa. Nessuno è davvero consapevole cosa significhi essere "Donna". Tuttavia, prima che i secoli la seppellissero nella coltre della discriminazione di genere, era già libera: perché nessun uomo seppe essere "l'oltre Caravaggio" più di Αρτεμισια, la "dedicata ad Artemide", dea greca della caccia. Sento per lei i versi danteschi:
«L’aiuola che ci fa tanto feroci,  volgendom’io con li etterni Gemelli,  tutta m’apparve da’ colli a le foci;  poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.»
- Dante Alighieri, "Commedia", Paradiso, Canto XXII 
Artemisia Gentileschi (1593-1653): 
- "Giuditta decapita Oloferne", 1612-1613, Museo di Capodimonte, Napoli
- "Giuditta che decapita Oloferne", 1620, Galleria degli Uffizi, Firenze
Caravaggio (1571-1610): 
- "Giuditta e Oloferne", 1602, Galleria nazionale di arte antica, Palazzo Barberini, Roma
- "Giuditta e Oloferne", 1600-1610, attribuzione a Caravaggio ancora controversa, opera presuntivamente realizzata a Napoli e poi scomparsa, ritrovata a Tolosa e presentata nel 2016
Sulla copertina del libro: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
2 notes · View notes
Text
Tumblr media Tumblr media
In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è "La vita bugiarda degli adulti" di Elena Ferrante.
Il bel viso della bambina Giovanna si è trasformato, sta diventando quello di una brutta malvagia adolescente. Ma le cose stanno proprio così? E in quale specchio bisogna guardare per ritrovarsi e salvarsi? La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.
Ne “La vita bugiarda degli adulti” le protagoniste sono queste due figure femminili: nipote e zia divise da anni, educazione, carattere; inoltre, il racconto, doloroso e tratti disturbante, del passaggio di una ragazzina dall'infanzia verso l'età adulta. Il punto di vista è esclusivamente femminile, e nell'animo femminile la Ferrante indaga, scava, racconta, fino alle sue pieghe più intime e nascoste. Ci sono, è vero, poi tanti uomini che bazzicano le pagine del romanzo, ma tutti fungono da elemento complementare alle figure femminili. Quasi fossero dei pretesti per consentire alle altre, le vere protagoniste della storia, di svilupparsi. Tutti i personaggi di questo romanzo sono personaggi estremamente complessi, nessuno è mai totalmente positivo o totalmente negativo. Anche i personaggi apparentemente secondari, come quello di Tonino o di Giuliana, si scoprono pian piano: quelli che sembrano buoni, semplici, puri, rivelano poi un lato di sé quasi più “animale”, ma anche fatto di insicurezze, fragilità, bisogno d'essere amati. La contrapposizione iniziale fra la Napoli borghese e quella popolare si fa via via, nel corso del romanzo, meno marcata; nessun personaggio è completamente colpevole, nessuno è completamente innocente; sono tutti, in fondo, divisi in due. E quindi sì, forse in questo romanzo c’è una critica alle ipocrisie della società borghese, ma c’è in realtà un viaggio nell'animo umano che è molto più ampio.
Zia Vittoria, apparentemente, è meschina, ignorante e invidiosa, ma con lo scorrere delle pagine il lettore vede in controluce la fragilità di questa donna, le difficoltà che ha dovuto sempre affrontare con i pochi strumenti che la vita le ha messo a disposizione. Così come la perfezione della mamma di Giovanna lascia il campo ad una sempre più grande dipendenza verso un marito che l’ha umiliata per anni. Una debolezza che non riesce a colmare trovando la forza in se stessa ma solo attraverso il supporto di un altro uomo. Il padre di Giovanna sa incantare con le sue parole e, agli occhi della figlia, non è altro che un figura misera, capace di creare solo dolore alle persone che gli sono vicine. Eppure, può lei stessa constatare che per le donne, lui è un pifferaio magico che le incanta e le fa pendere dalle sue labbra. Giovanna prova a orientarsi in un mondo fatto di maschi. Lo fa inizialmente attraverso il linguaggio del sesso che gli viene insegnato, appunto, da un ragazzo. Poi lo fa credendo di trovare nell’amore la sua via di salvezza. Ma nonostante la sua mente adolescente concepisca gli stratagemmi più assurdi per far suo l’uomo più perfetto che crede di aver mai incontrato nella sua vita, si accorge che, in fin dei conti, altro non è che una copia ripulita di suo padre. E decide di ripartire da sé, sapendo di valere molto di più di quanto qualsiasi altro uomo le consentirà mai di brillare della propria luce riflessa.
Come sempre Elena Ferrante chiude il suo romanzo lasciando a noi di proseguire, riflettendo su quello che sarà il futuro di Giovanna e, perché no, anche il nostro.
È opinione diffusa che il suo nome sia uno pseudonimo, per quanto tale ipotesi non sia accreditata dalla scrittrice. Tra le ipotesi fatte sulla sua possibile identità reale ci sono quelle di Anita Raja, saggista partenopea moglie di Domenico Starnone e traduttrice di Starnone stesso, nonché di Goffredo Fofi (nato però a Gubbio, in Umbria) e degli editori Sandro Ferri e Sandra Ozzola (delle Edizioni e/o). Ricerche stilistiche e stilometriche orientano l’identificazione verso il nome di Domenico Starnone. A queste si aggiungono anche corrispondenze che riguardano i personaggi familiari presenti nei romanzi di Starnone e di Ferrante. In questo senso sono molto significativi i saggi di Simone Gatto, che confermano un'analisi di Luigi Galella. Un'altra ipotesi riconduce alla formulazione del critico e romanziere Marco Santagata, che ha tentato di svelare l'identità di Ferrante, dietro la quale, a suo parere, si celerebbe la storica normalista Marcella Marmo, docente all'Università "Federico II" di Napoli. Altre piste, invece, indirizzano al filosofo Marcello Frixione, anche se l'approfondita conoscenza ambientale e descrittiva di alcuni rioni partenopei presente nei libri non si concilia con l'ipotesi relativa a Frixione, che è originario di Genova.
Nell'ottobre 2016 l'ipotesi che Ferrante sia Anita Raja si è rafforzata in seguito alla pubblicazione di un articolo (uscito sul Sole 24 ore e ripreso dalle principali testate internazionali) che desume l'attribuzione dalle transazioni finanziarie della casa editrice, un metodo deplorato con fermezza da Sandra Ozzola, della casa editrice E/O, senza però una vera smentita. Nel febbraio 2022, Claudio Gatti è tornato sull'argomento indicando, come scopo principale della sua ricerca, l'individuazione di "una chiave di lettura biografico-culturale ai suoi romanzi", attraverso le ascendenze ebraiche di Anita Raja. Senza aver mai svelato la propria identità, la scrittrice ha pubblicato il volume “La frantumaglia” proprio per soddisfare la curiosità del pubblico nei suoi confronti; in esso sono raccolte le lettere dell'autrice al suo editore, le poche interviste da lei concesse e le sue corrispondenze con lettori d'eccezione. La funzione principale dell'opera è far comprendere al lettore i motivi che spingono l'autrice a rimanere nell'oscurità. La scrittrice stessa parla di un desiderio di autoconservazione del proprio privato, un desiderio di mantenere una certa distanza e non prestarsi alla spinta che alcuni scrittori hanno di mentire per apparire come ritengono che il pubblico si aspetti. Ferrante è convinta che i suoi libri non necessitino di una sua foto in copertina né di presentazioni promozionali: devono essere percepiti come “organismi autosufficienti”, a cui la presenza dell'autrice non potrebbe aggiungere nulla di decisivo, dando vita, in questo modo, a un'inedita performance autoriale dell'assenza.
2 notes · View notes
Text
ISTAT: Nel 2023 il tasso di occupazione in Italia ha raggiunto il valore più alto mai registrato
Tumblr media
Grandi divari nel mondo dell'occupazione non solo tra le singole regioni, ma anche tra le singole province.  Di recente Istat ha pubblicato i dati sull’occupazione nel 2023 a livello regionale e provinciale che permettono di analizzare com’è strutturato territorialmente il mercato del lavoro nel nostro Paese. Dove c’è maggiore occupazione Nelle province e nelle regioni settentrionali si registra un’occupazione più alta di quelle meridionali. Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Veneto sono le quattro regioni con un tasso di occupazione superiore al 70 per cento nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni, mentre Sicilia, Calabria e Campania sono le uniche sotto il 50 per cento, con un’occupazione tra il 44 e il 45 per cento. In parole semplici, qui lavora meno di una persona su due. Bolzano, Bologna e Verona sono le tre province con il tasso di occupazione più alto, mentre le tre province con i dati peggiori sono Reggio Calabria, Crotone e Caltanissetta. Quest’ultima ha un tasso di occupazione che si ferma al 37,7 per cento, meno della metà di quello di Bolzano. Questa percentuale così bassa è dovuta in particolare al basso tasso di occupazione femminile che si ferma al 23,1 per cento, circa il 56 per cento in meno di quello maschile, che invece arriva al 52,6 per cento.  Tutte le province registrano un tasso di occupazione più alto tra gli uomini rispetto alle donne (il cosiddetto gender employment gap), ma in quelle meridionali la differenza è molto più alta. A livello nazionale, il tasso di occupazione maschile è il 25 per cento più alto di quello femminile, mentre a Caltanissetta, Barletta-Andria-Trani, Crotone, Taranto e Napoli è superiore del 50 per cento. Che tipo di occupazione c’è Istat classifica gli occupati in cinque settori: il 4 per cento lavora nell’agricoltura, il 6 per cento nelle costruzioni, il 14 per cento nel commercio, il 20 per cento nell’industria e il 56 per cento nei servizi.  Nel settore agricolo c’è una forte differenza tra il Nord e il Sud Italia: le regioni meridionali hanno generalmente una maggiore quota di lavoratori impiegati nell’agricoltura. Ragusa è l’unica provincia che supera il 20 per cento di addetti nell’agricoltura: 16 tra le 20 province sopra il 10 per cento si trovano nel Mezzogiorno, con l’eccezione di Latina, Grosseto, Asti e Cuneo. Viceversa, l’industria occupa più persone nel Centro-Nord. Superano il 40 per cento di occupati nell’industria le province di Vicenza, Fermo e Belluno e sopra il 30, tra le altre, ci sono Prato, Treviso, Brescia, Bergamo e Biella. Sotto il 10 per cento ci sono invece 12 province, di cui la maggior parte sono meridionali, con l’eccezione di Imperia, Grosseto e Roma.  Nel settore delle costruzioni non emerge una chiara divisione, così come nel commercio. L’Aquila, Benevento e Rieti sono le province con la maggior quota di lavoratori nel settore edile (tra l’11 e il 12 per cento), mentre Firenze, Cagliari e Taranto sono quelle con la percentuale più bassa (tra il 3 e il 4 per cento). Nel settore del commercio le uniche regioni a superare il 20 per cento sono Imperia, Barletta-Andria-Trani e Forlì, mentre Trieste è l’unica sotto il 10 per cento.  Infine, gli altri servizi impiegano tre lavoratori su quattro a Roma, Cagliari e Trieste, ma sopra il 60 per cento ci sono anche Aosta, Milano, Pisa, Napoli e Firenze. Nessuna provincia scende sotto il 40 per cento, ma al 41 per cento troviamo Prato, Vicenza e Fermo. Nel complesso il 79 per cento dei lavoratori italiani è dipendente e il 21 per cento indipendente, ossia lavoratori autonomi. Le province di Grosseto, Isernia, Savona e Benevento sono le uniche dove gli autonomi sono oltre il 30 per cento, mentre le percentuali più basse si registrano a Lodi e Gorizia con il 14 per cento. Quali province hanno più disoccupazione Nel 2023 il tasso di disoccupazione in Italia è stato pari al 7,7 per cento. Queste sono persone che non lavorano e che cercano attivamente una nuova occupazione. Chi non lavora, ma non cerca una nuova occupazione, è considerato “inattivo” ed è al di fuori delle forze di lavoro, che comprendono occupati e disoccupati.  Napoli è l’unica provincia dove il tasso di disoccupazione supera il 20 per cento, anche se Messina è molto vicina con il 19,3 per cento. Oltre il 15 per cento, tra le altre, ci sono le province di Foggia, Palermo, Siracusa, Catania e Salerno.  Registrano una disoccupazione sotto il 3 per cento le province di Monza e Brianza, Bergamo, Cremona e Bolzano. Nella provincia di Bolzano il tasso di disoccupazione è solo del 2 per cento. Sotto il 4 per cento, tra le altre, ci sono Bologna, Vicenza, Siena, Trieste e Verona.  In generale nessuna regione del Nord ha un tasso di disoccupazione superiore al 7 per cento, mentre in cinque regioni meridionali si supera il 10 per cento. Dove ci sono più inattivi Nel 2023 il 33,3 per cento della popolazione tra i 15 e i 64 anni era inattiva: non ha lavorato o non ha cercato un lavoro. In questa parte della popolazione ci sono persone che non hanno bisogno di lavorare o che hanno smesso di cercare un’occupazione, sfiduciate dai risultati inconcludenti della ricerca.  Anche in questo caso è netta la differenza tra il Nord e il Sud. Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria sono le uniche province dove oltre la metà della popolazione è inattiva, anche se Taranto e Caserta si avvicinano molto a questa soglia (49,8 per cento). Le uniche province con un tasso di inattività inferiore al 25 per cento sono Piacenza, Arezzo, Bolzano e Bologna. Read the full article
0 notes
londranotizie24 · 19 days
Text
Ecco Wow, il movimento che cambia la narrativa dell'emancipazione della donna
Tumblr media
Di Annalisa Valente Si chiama Wow, Women Of Worth, la marketing spa fondata a Londra da Marianna Penna che aiuta le future imprenditrici.  E con Walk the Talk si crea il ponte culturale tra il Regno Unito e l'Italia.  Wow, women of Worth, è la marketing spa fondata da Marianna Penna Fare del marketing il proprio obiettivo professionale è un sogno ambito, difficile da perseguire, che quasi sempre ha bisogno di un supporto. Non solo pratico, economico, ma anche emotivo, creativo, personalizzato. Se poi si tratta di un sogno al femminile, spesso la cosa si complica, perché porta le donne a doversi battere per conquistare spazio in un mondo molto, a volte troppo maschile. Chi può aiutare le future imprenditrici del marketing meglio di un'altra donna? Quindi, chi può capire e aiutare le future imprenditrici del marketing se non un’altra donna? Ma non una qualsiasi, bensì una donna del settore che decide di mettere ogni giorno la sua esperienza e la sua visione del mondo al servizio di altre donne che hanno tanta buona volontà, magari anche una buona preparazione, ma che non sanno bene in che direzione muoversi. Questa donna si chiama Marianna Penna ed è l’artefice di una “marketing spa”, dal nome inconfondibile, difficile da dimenticare, che ognuno di noi nella vita, per diversi motivi, ha avuto occasione di pronunciare: WOW. WOW sta per Women Of Worth (Donne di Valore) ed è una marketing spa nata per supportare le potenziali imprenditrici, prendendosene cura a tutto tondo (inside-out) in modo tale che possano usufruire di un “WOW-effect” che venga dall’interno, che non sia solo esteriore, ma che rappresenti un percorso più profondo di consapevolezza di se stesse e del proprio talento. Laureata in Economia e Commercio a Napoli, giornalista pubblicista ed esperta di marketing strategico, Marianna Penna è la visionaria fondatrice e CEO di WOW Women Of Worth a Londra. Il suo viaggio professionale è iniziato nella capitale britannica nel 2001, dove si è trasferita dopo un praticantato come Dottore Commercialista a Napoli. Nel 2006 ha fondato la sua società di consulenza in marketing strategico e nel 2011 ha lanciato i-xcellence, uno showroom "phigital" (fisico e digitale) per brands italiani a Londra. Da Direttore Marketing nel 2012 ad Amministratore Delegato di LEXeFISCAL LLP nel 2019, la traiettoria di Marianna è stata segnata dall'innovazione. Nel mezzo della pandemia, ha lanciato WOW Women Of Worth, un progetto che connette oggi oltre 150 donne dinamiche tra Londra e l’Italia. Oltre al supporto imprenditoriale, WOW offre servizi di marketing olistico e coaching, creando campagne di impatto sociale. Da maggio 2021 Marianna si dedica interamente alla community di WOW, favorendo collaborazioni con stiliste nel settore fashion ed imprenditrici e professioniste di diversi settori. WOW non è una rete ma un movimento che modella la narrativa dell''emancipazione delle donne WOW non è semplicemente una rete; è un movimento che rimodella la narrativa dell'emancipazione delle donne. Nel marzo 2022, Marianna ha lanciato "WOW Walk the Talk", celebrando le donne imprenditrici a Londra, Milano, Roma e Napoli, con l'obiettivo di creare un ponte culturale aziendale tra il Regno Unito e l’Italia. Attraverso una serie di eventi a tema, WOW Walk the Talk è diventato un festival itinerante tra Italia e UK, animato da una serie di eventi on line e in presenza, già nei primi mesi dell’anno in corso: Londra, Milano e Napoli (data dell’evento di chiusura, il 16 Marzo scorso) sono state le location scelte accuratamente e strategicamente da Marianna e dal suo team perché il messaggio di WOW si aprisse al mondo: sostenere le donne per sostenere il mondo. Tema del festival di quest’anno è “I’m Human”: un invito e tutte le donne a ricordarsi che sono anzitutto esseri umani, anche e soprattutto quando chiedono troppo a se stesse. (Ciascuno di questi eventi, specialmente quelli in presenza, hanno rappresentato un’occasione di confronto tra le imprenditrici partecipanti, anche grazie alla presenza della mindfulness coach Giovanna Rumma, stretta collaboratrice di Marianna, che accompagna ciascuna delle professioniste presenti in un viaggio dentro e fuori di sé, alla scoperta delle proprie capacità, del proprio talento, del proprio essere personale e professionale. La filosofia di WOW si sviluppa attraverso la dottrina dei quattro elementi Fuoco-Aria-Acqua-Terra, con le relative rappresentazioni simboliche adattate al concetto di marketing sostenibile. Come è la stessa Marianna a spiegarci: “Ho immaginato il ciclo delle quattro stagioni (inverno, primavera, estate, autunno), ciascuna caratterizzata da un elemento della natura. ... Continua a leggere su
0 notes
Text
Palazzo Reale a Napoli, restaurata la Fontana della Fortuna
In soli tre mesi e con un team tutto femminile è terminato il restauro della Fontana della Fortuna, nuovamente visibile al Palazzo Reale di Napoli. “Il nuovo intervento rientra nell’obiettivo di una riqualificazione del Cortile d’Onore – spiega il direttore Mario Epifani – che diventerà il centro di accoglienza del museo: proprio alle spalle della fontana, a breve, verranno inaugurati la…
View On WordPress
0 notes
lamilanomagazine · 1 month
Text
Bari, 8 progetti ammessi al bando Impresa Prossima per l'apertura di nuove attività
Tumblr media
Bari, 8 progetti ammessi al bando Impresa Prossima per l'apertura di nuove attività.  Con determinazione pubblicata il 13 marzo (DD 3547/2024), l'ufficio Politiche del lavoro e Innovazione urbana - ripartizione Programmazione, Innovazione e Comunicazione ha reso noto che i progetti presentati da otto nuovi gruppi informali hanno superato la valutazione di merito all'avviso pubblico Impresa Prossima e si apprestano, pertanto, ad avviare le attività di co-progettazione con il Comune di Bari per la costituzione di nuovi soggetti giuridici e l'ammissione a finanziamento propedeutica all'apertura delle attività. Come noto, nell'ambito di d_Bari 2022-24, il programma per il sostegno all'economia di prossimità, Impresa Prossima favorisce l'apertura di nuove attività commerciali in tutta la città con contributi a fondo perduto fino a 50mila euro: in cambio, il Comune di Bari richiede l'impegno da parte dei neo-commercianti a promuovere iniziative, servizi ed eventi gratuiti a carattere sociale, culturale e territoriale per contribuire al progresso della comunità barese. "Impresa Prossima è la misura che incoraggia gli aspiranti imprenditori baresi nel settore del commercio ad avere fiducia nella città - spiega l'assessora allo Sviluppo economico Carla Palone - sostenendo le spese per investimenti e l'avvio della gestione per l'apertura di nuove attività. Una misura generosa nel fondo perduto concesso, semplice nelle modalità di accesso e rapida nei tempi di valutazione e finanziamento: un segnale importante per rafforzare l'identità di Bari come città del commercio e per contrastare le dinamiche di desertificazione commerciale alle quale le città italiane sono sottoposte per i nuovi stili di consumo, il commercio elettronico, le dinamiche e le infrastrutture della grande distribuzione organizzata. Faccio i miei complimenti e i miei auguri ai nuovi imprenditori del commercio di Bari, anche per le attività sociali che promettono di realizzare in cambio del sostegno del Comune: è il segno di un'economia attenta alla comunità locale e ai suoi bisogni".   Di seguito gli abstract dei progetti ammessi Scorcia Acconciature di Cinzia Scorcia Il progetto prevede l'apertura di una nuova attività dedicata al servizio di taglio e acconciatura uomo-donna in piazza De Pergola all'angolo con Via Napoli, nei pressi di piazza Garibaldi. L'idea di offrire il servizio di taglio e acconciatura a un pubblico maschile e femminile nasce per abbracciare una ampia fetta di utenza, distinguendosi da quanto offerto dalla maggior parte degli operatori della zona che offrono servizi dedicati a un solo sesso. Il piano di investimento prevede la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione dei locali commerciali e l'acquisizione di beni funzionali all'esercizio dell'attività. In cambio, l'attività si impegna a garantire servizi di taglio e acconciatura agli assistiti della Caritas diocesana Bari-Bitonto due lunedì al mese (giorno di chiusura) per un anno.   Estetica Flavia di Anna Flavia Carone Estetica Flavia è un nuovo centro estetico in via Brigata Bari, strada a forte carattere commerciale del quartiere Libertà. Il progetto nasce dall'esperienza e dalle competenze di Anna Flavia Carone che, dopo aver lavorato in diversi centri per circa vent'anni, ha deciso di mettersi in proprio offrendo servizi di vario genere inerenti alla cura del corpo. Il progetto prevede la ristrutturazione e l'adeguamento distributivo di un locale di 45 mq, per la realizzazione di tre cabine, una per la pedicure e la manicure, una per trattamenti corpo e una adibita a massaggi e trattamenti corpo manuali, nonché l'acquisto di arredi e attrezzature indispensabili per l'avvio dell'attività. In collaborazione con un'organizzazione sociale attiva sui temi della violenza di genere, il centro s'impegna a realizzare corsi formativi a cadenza quindicinale rivolti a donne vittime di violenza.   Concept Shop di Maria Castrovilli Il progetto prevede l'apertura di un punto vendita di prodotti artigianali artistici ed enogastronomici pugliesi nel quartiere Murat con la ristrutturazione e l'allestimento di un locale commerciale in via Celentano 26. La funzionalizzazione dello spazio prevede la realizzazione di uno spazio riservato a workshop e laboratori dotato di tavolo da lavoro, sedute e sistema di proiezione. L'attività si impegna alla realizzazione di laboratori gratuiti affidati ad artisti, artigiani e professionisti del settore del green, al fine di promuovere la sperimentazione e la riscoperta dell'artigianato.   Puglia Concept Store di Giuliana Accollettati Puglia Concept Store intende promuovere la manualità e l'artigianalità pugliese mediante la creazione di uno spazio multifunzionale in corso Sonnino, a Madonella, uno spazio piacevole dove trovare una selezione di articoli di arte ed enogastronomia attraverso cui raccontare storie, tradizioni e culture della nostra terra. Il progetto prevede anche l'apertura di una piattaforma di e-commerce a servizio dell'attività commerciale. In cambio, la costituenda azienda proporrà workshop e laboratori in collaborazione con associazioni e imprenditori locali con l'obiettivo di diffondere la cultura dell'artigianato oltre a organizzare un mercatino di quartiere per riunire artigiani, artisti e la comunità locale.   Musicology di Longobucco Angelo Angelo Longobucco è un appassionato di birre artigianali e dischi in vinile. Grazie a Musicology, vuole coniugare queste due passioni con l'apertura di "To Gather - Music and Beer Shop", un negozio in via Pasubio 192. Nel locale, oltre alle birre artigianali e ai dischi in vinile, si potranno trovare anche libri, CD, e gadget musicali. Questo nuovo spazio non vuole essere solo un'attività commerciale ma anche un punto di riferimento culturale per la città: sfruttando il cortiletto interno, organizzerà eventi di degustazione e conoscenza della birra artigianale e piccoli concerti con gruppi locali. Già in programma eventi che mettono in relazione la storia della musica con la protesta sociale, il misticismo, il folklore, l'arte visuale, la moda e la fotografia.   Rosa Piccinni Microblanding and Beauty di Rosa Piccinni Grazie al suo progetto, Rosa Piccinni vuole aprire un centro estetico che valorizzi la sua esperienza decennale nel settore "benessere ed estetica" in un locale ad angolo tra via Pasubio e via Dodaro, in pieno quartiere Picone. I trattamenti offerti si rivolgono a donne e uomini e spaziano dai trattamenti classici a percorsi mirati e personalizzati contro inestetismi e problemi della pelle. I punti di forza dell'attività sono l'utilizzo di tecnologie innovative e l'elevata formazione del personale. Significativa, inoltre, l'attenzione alla digitalizzazione e al marketing del negozio. Il centro estetico, in collaborazione con "Officine Cosmetiche" si impegna a offrire sedute di dermopigmentazione per soggetti fragili con l'obiettivo di aiutare le persone a instaurare un rapporto positivo con le proprie cicatrici e, così, accompagnarle nel percorso di cura.   Il Barbiere di Emanuele Zippone Emanuele Zippone è un giovane barbiere. Dopo svariati corsi di formazione e significative esperienze da dipendente, ha scelto di "mettersi in proprio", aprendo un salone di barberia in via Melo 41. L'attività è pensata non solo come un luogo di cura della persona, ma soprattutto come un luogo inclusivo e familiare dove la tradizione del mestiere artigiano del barbiere e l'innovazione si incontrano. All'interno del negozio saranno offerti servizi di alta qualità come poltrone massaggianti, trattamenti personalizzati e un angolo drink. Il progetto mira a costruire un nuovo brand grazie anche a campagne di marketing. Aspetti cardine del progetto sono una la digitalizzazione del servizio tramite la costruzione di una app e una forte attenzione alla sostenibilità. Sarà, ad esempio, offerta una scontistica del 10% per coloro i quali si recheranno in negozio con mezzi pubblici o in bicicletta. L'attività s'impegna a mettere a disposizione la sua professionalità offrendo tagli gratuiti, sia in salone che a domicilio a persone in difficoltà segnalate dall'Istituto Salesiano Redentore.   Oak Studio di Karen Margarita Modeo Il progetto prevede l'apertura di una sartoria creativa nel cuore del quartiere Libertà, uno spazio polifunzionale di 45 mq all'angolo tra via Dante e via Ravanas. L'apertura della sartoria affianca l'attuale commercializzazione del marchio tramite piattaforma online B2C. L'obiettivo principale OAK Studio è la produzione di una linea di abbigliamento artigianale per donne, con servizi di sartoria su misura, modifica e riparazione. OAK Studio punta a ridurre l'impatto ambientale utilizzando pratiche sostenibili durante tutte le fasi della produzione, dalla selezione dei materiali alla vendita. La linea di abbigliamento consapevole sarà realizzata con tessuti innovativi come il bambù e il lyocell, utilizzando sofisticati software CAD. OAK Studio promuoverà l'economia circolare attraverso incontri formativi sulla sensibilizzazione al consumo responsabile delle materie prime nel settore della moda, coinvolgendo attivamente la comunità locale e favorendo un dialogo aperto sulle sfide e le opportunità della sostenibilità.   Lo sportello per la presentazione delle domande al bando Impresa Prossima sarà aperto fino al 30 giugno 2024. Presso Porta Futuro (ex Manifattura Tabacchi, Via Ravanas 233) sono disponibili, su appuntamento, servizi di informazione e orientamento per gli aspiranti imprenditori interessati all'apertura di un nuovo negozio in città fruendo degli incentivi comunali. Impresa Prossima è una misura finanziata con 2.329.322 euro del PON Metro plus e Città Medie Sud 2021-27.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
cinquecolonnemagazine · 2 months
Text
Life for Gaza a Napoli
Sono state centinaia le richieste di biglietti extra ricevute per partecipare al concerto pacifista Life for Gaza, in programma domani 25 febbraio al Palapartenope di Napoli ma non vi è assolutamente modo di aggiungere tagliandi al sold out registrato al botteghino con diversi giorni di anticipo. Eugenio Bennato Tuttavia coloro che hanno mostrato solidarietà e compassione con il popolo palestinese, in questa fase di genocidio subito da Israele, possono ugualmente esprimere la propria vicinanza aderendo alla campagna di donazioni ancora attiva sulla piattaforma web Produzioni dal Basso o visitando il sito internet www.pergaza.it. Sarà anche possibile donare 1 euro mangiando una pizza Stop War alla pizzeria Pizza Social Lab adiacente al Palapartenope. La somma andrà a Medici Senza Frontiere. I cancelli di ingresso apriranno alle 18 e a partire dalle 18.50 comincerà quello che è annunciato come un concerto/evento per la pace, promosso dalla Comunità Palestinese Campania e da Assopace Palestina per sensibilizzare l’opinione pubblica, sostenere la causa del popolo palestinese e raccogliere fondi da destinare a Medici Senza Frontiere e Palestinian Medical Relief che operano nei territori occupati dalle azioni di guerra. Nel cast multiplo figurano musicisti, cantanti, attrici, scrittori, fotoreporter, illustratori. Fiorella Mannoia Tra questi, Laura Morante, Enzo Gragnaniello, Osanna, Fiorella Mannoia, Franco Ricciardi, Eugenio Bennato, La Maschera, 99 Posse, Daniele Sepe con Capitan Capitone e i Fratelli della Costa, Elisabetta Serio, Francesco Forni, Dario Sansone, E Zézi, Sandro Joyeux, Ciccio Merolla, Valerio Jovine, Giovanni Block, Massimo Ferrante, Capone & BungtBangt, Lino Cannavacciuolo, Suonno D’ajere, Ars Nova, Carlo Faiello, Marzouk Mejri, Pietro Santangelo Quartet, Nicola Caso, Anastasio, Helen Tesfazghi & Afroblue, Alorem, Frente Murgero Campano, Vauro, Mimmo Lucano, Ascanio Celestini, Valeria Parrella, Alessandro Rak, Rosaria De Cicco, Eduardo Castaldo, Antonio Biasiucci.  Condurranno la serata l’attrice Dalal Suleiman e la speaker radiofonica Sara Lotta.  Aderiscono anche Moni Ovadia, Sabina Guzzanti, Piero Pelù, Ferzan Özpetek, PeppOh, Marisa Laurito, Saverio Costanzo, Alessandro Bergonzoni, Antonella Stefanucci, Kabìla, Alan De Luca, Lino D’Angiò, Fiorenza Calogero, Claudia Megrè, Fede Torre, La Terza Classe, Il Parto delle Nuvole Pesanti, Annibale, Maurizio Braucci e Falastin Hurra - Collettiva di fumettisti e illustratori italiani e internazionali per la Palestina libera.  Laura Morante Ancora: Pagine Esteri, Cultura e libertà per la Palestina, Femminile Palestinese, Memoria in movimento, Santari per Gaza-Napoli, Donna in Nero Napoli, ⁠Donne per la pace Napoli, Free Assange Napoli, Rete studentesca per la Palestina.  Con il supporto di Time 4 Stream, Pibiesse, Radio zar zak, Pizza Social Lab e Kosmopolis. Read the full article
0 notes
kyokuma · 3 months
Text
Tumblr media
Coppa Italia Femminile QF 2nd.leg
2024-2-7 vs Napoli
0 notes
lonesomemao · 3 months
Text
CHAMPS FERTILES
Giorgia Melon
Avec le mythe de Vénus
Pro-OTAN
A réussi
Trafics en tous genres
CNR Napoli
A réussi à prendre
Femminile Piovra
Salo le blond
Roses blanches du PCI
Chanson des Sunlights
Groupe musical
Années soixante Roubaix
Et Pier Paolo Pasolini
1975 des blondes des brunes
A Ostie l'ont eu
Depuis lui le génie
Sado-maso nazi
De la jouissance dans la souffrance
L'Oeil Noir Djurdjura Algérie
Elle a le film Salo
Ou les 120 jours de Sodome
'L'ordinateur Alien n'a pas réussi
Le porno désormais arme de la féminité
Dimanche 28 janvier 2024
0 notes
maledettalogica · 5 months
Text
Tumblr media Tumblr media
QUNDO LA POLITICA, TRAGICAMENTE, FA RIDERE
Da più di quarant'anni, non per lavoro ma per motivi familiari, mi sono traferito nel grande Nordest. Nel 1980 il Veneto ha conosciuto uno sviluppo enorme e le fabbriche cercavano lavoratori in continuazione. Era il periodo del grande nordest che da solo, dicevano, sfamava l'intera nazione. Oggi, e non m'interessa adesso spiegare il come e il perchè, non è più così, ma non è questo di cui m'interessa parlare. Oggi m'interessa parlare dei "danni collaterali" che produce la politica.
Non posso perdere tempo a cercare su internet la provenienza dei Ministri in carica, ne basta uno: Gennaro Sangiuliano. Ministro della Repubblica, Gennaro Sangiuliano è napoletano. Di conseguenza lui conosce bene il dialetto. Se la nostra politica fosse più attenta e meno propagandistica, sicuramente avrebbe fatto notare ai suoi colleghi Ministri, la pericolosa stupidità di affidare ad un politico che si chima Battilocchio la presidenza di una commissione su Caivano. Devo confessare che in questi giorni ho una voglia matta di essere a Napoli, ma non mi è posibile.
Quanto a fantasia i Napoletani non sono secondi a nessuno. Immagino però le barzellette e i commenti su questa decisione: "Guagliù ch'anno mannato 'o Battilocchio!". E fermo qui le mie supposizioni. Per spiegare bene quello che dico, mi basta riportare la definizione di "Battilocchio" nel dialetto napoletano.
Questo termine deriva dal vocabolo francese battant l’oeil usato per indicare una cuffietta femminile che ricadeva sugli occhi. Metaforicamente lo stesso termine è stato poi usato a Napoli per indicare una persona che sembra essere sempre frastornata e stordita. Così come chi indossa la cuffietta non vede bene per l’indumento che annebbia la vista, così chi è definito “battilocchio” sembra essere confuso come se non vedesse, è considerato di scarsa intelligenza ed è spesso additato come “scemo del villaggio”.
Che dire? "Non ci resta che piangere.".
twitter @Maledettalogica
fb augusto.alvino.3
1 note · View note