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#Lavoro femminile tra 800 e 900
affascinailtuocuore · 3 years
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8Marzo2021-S.Vreeland-UNA RAGAZZA DA TIFFANY-Arte, politica, lavoro e sentimenti nella vita e nelle lampade di Clara Driscoll e compagne.
8Marzo2021-S.Vreeland-UNA RAGAZZA DA TIFFANY-Arte, politica, lavoro e sentimenti nella vita e nelle lampade di Clara Driscoll e compagne.
      Michela, giovane professionista Padovana, è un’ appassionata lettrice di romanzi storici, specialmente quelli con donne protagoniste. La conosco da tanti anni, ma solo recentemente ho scoperto questa sua passione. In uno dei nostri ultimi incontri mi ha parlato di Una ragazza da Tiffany di Susan Vreeland e di quanto sia stata coinvolta dalla vicenda di Clara Driscoll e del suo gruppo di…
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Colori e forme del lavoro, mostra a Palazzo Cucchiari a Carrara, recensione di Francesca Galli
Colori e forme del lavoro, mostra a Palazzo Cucchiari a Carrara, recensione di Francesca Galli
A Carrara, sotto i riflessi del marmo delle Apuane, nel bel Palazzo Cucchiari(Fondazione Giorgio Conti), sono in mostra numerosi dipinti e sculture inerenti al lavoro . L’esposizione “Colori e forme del Lavoro”, ben organizzata e divisa in cinque sezioni, mette in evidenza, quasi sempre con accentuato realismo, la fatica del lavoro manuale femminile e maschile a cavallo tra ‘800 e ‘900 in Italia.
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cw-corner · 6 years
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Le donne nella telegrafia.
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( Please click here, to translate in English this article with google service. Thanks! )
Oggi, in occasione della festa dedicata alle donne ho raccolto alcune testimonianze circa l’importanza del ruolo femminile in ambito telegrafico e postale, attività inscindibili per la natura del servizio in Italia. Nonostante oggi può risultare difficile immaginare il contrario, gli italiani conservano nel loro immaginario collettivo l’importanza del ruolo femminile nelle attività di impiegata pubblica e postale. Agli albori della telegrafia il lavoro femminile nell’amministrazione postale e telegrafica era stato sottovalutato, solo grazie al grande impegno e sacrifico le donne sono riuscite a farsi riconoscere, contribuendo fattivamente in termini modernizzazione ed evoluzione del Paese. Il personale femminile inizia ad essere utilizzato dall’Amministrazione Postale e telegrafica già prima dell’unità d’Italia. Nel 1863 l’allora Ministero dei Lavori Pubblici impiegò le donne vedove, orfane, o sorelle nubili, come naturale sostituzione degli impiegati deceduti. Le donne si rilevarono sin da subito capaci di far fronte alle attività lavorative al pari dei colleghi dell’altro sesso, e in determinati ruoli si rivelarono anche migliori di loro.
Litografia di una operatrice postale al lavoro - Italia 1883.
L’ingresso delle donne in ambito telegrafico è stato anche facilitato dalla novità del servizio. L’ambiente era ancora scevro da pregiudizi e libero da eventuali “mantenimenti” di posizioni acquisite da parte maschile. La telegrafia in quel momento era in piena espansione e richiedeva personale in quantità, il salario delle telegrafiste all’epoca era di 3 lire al giorno, talmente scarso, che ogni uomo dotato di istruzione elevata preferiva trovare lavori maggiormente remunerati. Le donne invece pur di lavorare accettavano queste ristrette condizioni economiche pur di poter diventare indipendenti.
Oltre la parte economica, la spinta all’ingresso delle donne era dettato anche dalle loro positive peculiarità di essere giovani, di avere un buona condotta e di essere rigorose nei costumi e sopratutto molto collaborative. Queste le doti richieste alle telegrafiste postali che riescono ad imporsi quasi come modello culturale e sociale per tutto il territorio del Regno d’Italia.
Con il Regolamento del 1865 anche il servizio postale consentì alle donne l’accesso ai propri uffici alle stesse condizioni previste per quelli telegrafici. Nel 1869 la forbice si allargò ulteriormente aprendo l’accesso a tutte le donne. Esse potevano accedere all’impiego come commesse postali negli uffici di seconda classe, con particolare preferenza per vedove, orfane e sorelle nubili di impiegati civili e militari, ed anche del personale appartenuto all’amministrazione delle Poste e telegrafi. L’impiego delle donne nel settore delle comunicazioni diventa massiccio, confermando sul finire dell’ottocento la più generale “femminilizzazione” dei luoghi di lavoro. Nonostante si lasci loro la disponibilità delle fasce più basse nei ruoli impiegatizi, confinate per lungo tempo a queste limitazioni. Nonostante questo però la cultura dell’epoca cambia completamente il concetto di occupazione femminile rispetto al passato e vengono individuate specifiche professioni per cui impiegare prevalentemente le donne, le telegrafiste, le telefoniste, le impiegate postali, la commessa ecc. Tutti impieghi in cui le donne vengono scelte per le particolari caratteristiche richieste, quali, la pazienza, l’operosità, il garbo e la meticolosità. Le donne fornirono un forte e costante contributo per la qualificazione dei servizi postali e telegrafici del Ragno d’Italia. Da poco più di 500 circa unità nel 1881 tra telefoniste e telegrafiste erano già diventate all’inizio del Novecento oltre 3.000 unità e nel 1911 il loro numero superava già le 8.000 unità. A cavallo tra Ottocento e Novecento cominciarono anche le prime proteste sindacali per rivendicare un miglior trattamento economico e per regolamentare l’orario di lavoro.
Con l’entrata in guerra del Regno d’Italia nel primo conflitto mondiale, le donne hanno una nuova opportunità di migliorare il loro riconoscimento sociale. Vi era infatti l’esigenza impellente di sostituire ed integrare gli impiegati telegrafisti che partirono per il fronte. Aumentarono così i ruoli precari, gli agenti subalterni, gli ausiliari telegrafici e le supplenze.
Litografia donne impiegate nell’ufficio telegrafico di Milano
Alla fine del primo conflitto mondiale iniziò l’ovvia contrazione del lavoro, in quanto molti degli operatori rientrando dal fronte dovevano rioccupare il loro vecchio ruolo. Questo scatenò una battaglia tutta interna all’amministrazione postale e telegrafica, quando si decise di allontanare il personale “precario” assunto durante il conflitto. Nel 1919 un Regio decreto, sopperisce alla cosa avviando la richiesta in organico dei fuori ruolo e dei precari, recuperando l’intero comparto postale. Il decreto conteneva anche importanti novità per le donne in termini di inquadramento, crescita professionale e di riconoscimento dell’anzianità maturata. Con l’avvento del ventennio fascista già dal gennaio 1923 si decide una definitiva risistemazione del personale femminile nell’amministrazione postale e telegrafica autorizzando una revisione delle assunzioni e delle sistemazioni in ruolo. Con il successivo decreto del dicembre dello stesso anno, si diede avvio a nuove restrizioni alle conquiste raggiunte nei primi 20 anni del ‘900, ma nonostante la nuova politica vessatoria del regime,nel settore postelegrafonico l’occupazione femminile continuava inevitabilmente a cresce arrivando a contare ben oltre le 23.000 unità nell’anno 1936. Alla fine del secondo conflitto mondiale le condizioni di supplenti e portalettere erano davvero difficili, con retribuzioni mensili molto basse. Tra il 1946 e il 1948 il personale “allontanato durante il ventennio” ottiene un parziale riconoscimento e cosi molte riescono a ritornare al tanto agognato “impiego fisso” presso l’Amministrazione delle poste e telegrafi. Le donne al lavoro chiedono giustamente maggiori diritti in ambito lavorativo e una migliore retribuzione, ma sopratutto una diversa considerazione del loro doppio ruolo di donna e lavoratrice, così nell’agosto del 1950 una legge per la tutela delle madri lavoratrici introduce l’obbligo di apertura delle sale di allattamento e dei nidi d’infanzia. Ormai la percentuale delle donne nelle Poste avrà raggiunto il 40% del personale effettivo. Ci vorranno ancora molti anni per maturare l’affermazione delle donne in ruoli direttivi, quando non addirittura dirigenziali, ma questi riconoscimenti arriveranno con molto ritardo rispetto alle altre nazioni Europee. Il cambio di rapporto tra uomini e donne impiegate nell’Amministrazione Postale si ebbe nell’anno 2007, la percentuale di impiegate sarà pari al 52% del totale della forza lavoro, di cui oltre il 26% di donne impiegate in ruoli dirigenziali. Una piccola raccolta di notizie e dati in ambito postale e telegrafico per omaggiare l’importante ruolo femminile nella società Italiana.
Ariccia 08 Marzo 2018.
Bibliografia e riferimenti :
• Mestieri da donna “Le italiane al lavoro tra ‘800 e ‘900”
http://medea.provincia.venezia.it/est/frulli/impieg/imp2.htm
• Impiegate e professioniste, “temi e figure del lavoro femminile in Italia”
https://issuu.com/unionefemminile/docs/libro_impiegate_e_professioniste_in
• Il lavoro delle donne nell’amministrazione postale
http://www.fondazioneproposta.it/museo/la-posta/le-donne-in-poste/
• I ruoli della donna, telegrafista telefonista...
http://www.storiologia.it/donna/donna06.htm
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affascinailtuocuore · 5 years
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Susan Vreeland-UNA RAGAZZA DA TIFFANY (Clara and Mr Tiffany). Arte, politica, lavoro e sentimenti nella vita di Clara Driscoll e compagne.
Susan Vreeland-UNA RAGAZZA DA TIFFANY (Clara and Mr Tiffany). Arte, politica, lavoro e sentimenti nella vita di Clara Driscoll e compagne.
      Michela, giovane professionista Padovana, è un’ appassionata lettrice di romanzi storici, specialmente quelli con donne protagoniste. La conosco da tanti anni, ma solo recentemente ho scoperto questa sua passione. In uno dei nostri ultimi incontri mi ha parlato di Una ragazza da Tiffanydi Susan Vreeland e di quanto sia stata coinvolta dalla vicenda di Clara Driscoll e del suo gruppo di…
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