Tumgik
#Grasso è bello
unfilodaria · 5 months
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C’è in me una non tanta sottile voglia di autodistruzione, quando, seppur consapevole degli effetti nefasti, mi attacco a un pacco di patatine o schifezze a buon mercato e mi lascio vincere dalla voglia di una bottiglia di birra.
Non c’è dubbio che sono consapevolmente il primo nemico di me stesso.
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limoniacolazione · 1 month
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Da giorni sono sotto una shitstorm - e pure senza ombrello - su tiktok.
Una tipa fa un video con la didascalia che cita "come ti trasformo vestiti enormi XL in taglia XS". Nel video dice che è andata a comprare una camicia "gigante" al mercatino e dopo un'opera di upcycling - di cui non discuto - la modifica per rimpicciolirla alla sua taglia.
Ora, io avrei voluto avere al mio canto (pun intended) un Virgilio qualsiasi che "non ti curar di lor", invece stavo pure in ovulation e quindi ho per forza dovuto fare la paladina della legge e la sindachessa del senso critico. Ci ho detto, nella calura del nervoso e con parole sprezzanti di cui, a posteriori, la metà bastava, senza manco badare alla sintassi, ci ho detto che trovavo disdicevole la mancanza di rispetto riportata nel video, che mi disgusta l'idea che pur di fare visualizzazioni e alimentare il sogno della wannabe influencer s'andassero a togliere dal mercato degli indumenti che corrispondono alla taglia di persone che sono al margine della moda e che, per questo stesso motivo, sono escluse anche dalla logica del riuso e del second-hand. La sua, insomma, è un'espressione della grassofobia basica: mi accaparro risorse che non mi sono prettamente destinate (una camicia non a mia taglia), poi creo una gag mostrando a che punto l'indumento sia "enorme" rispetto al mio corpo standard; così facendo non solo sottintendo un effetto ridicolizzante per le "enormi" persone che indossano "enormi" camicie, ma rivalorizzo anche la mia autostima, secondo la dicotomia magro vs. grasso in cui magro è bello e grasso no.
Ci ho detto, ecco, ma avrei dovuto tacere, schiaffeggiarmi i pollici opponibili. Da giorni la gente™ risponde in coro con una cantilena che tipo fa "i soldi sono suoi e ci compra quello che vuole" o anche "lei fa creazioni bellissime, come ti permetti di criticare la sua arte?" e questo branco di analfabeti funzionali mi fa venire voglia di riprendere la carriera di Unabomber.
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gradazioni · 4 months
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io do un’importanza estrema ai gesti piccoli probabilmente, ma ieri per non perderci in mezzo alla folla del veglione ho allungato la mano verso t. e quando ci siamo fermate mi ha detto che ho le mani morbide (letteralmente è il grasso, ma cute anyway) e quindi continuava a prendermi per mano ogni tanto per ballare o anche cosí tanto per e so che è un modo suo di dimostrarmi affetto in maniera non troppo esplicita, perché la conosco da quando è piccolissima ed ha sempre dimostrato in modo sottile, sarà che tenere per mano/ “pizzicare” le mani è il mio modo preferito di dare conforto ma io ho sentito un calore infinito ed è stato bello, non sono abituata e infatti ho una vocina sul fondo della mente che mi dice che in realtà t. non ha dato questo valore, che esagero e che mi affeziono in maniera spropositata e senza motivo, ma ora non ci voglio pensare
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odioilvento · 10 months
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Oggi ho visto ancora quella espressione. Quella che mi fa la gente che non mi conosce quando racconto quella parte della mia quotidianità (quella di cui qui non parlo). Quella faccia che realmente non ho ancora ben capito, che a volte vuol dire: che sfiga!, a volte: come fai?, a volte è interessata veramente, a volte sembra che non mi ascolti seriamente perché tanto poi ognuno va per la sua strada. E quella espressione è accompagnata da frasi diverse. Chi fa domande sensate, chi risponde per luoghi comuni a caso come: ma poi passa, ma da grande sarà diverso, ma ma ma. E nella mia testa è: ma mi hai ascoltato? ho usato parole semplici e precise, perché non è chiaro?
Ma quello che piace a me è quando rivedo la persona la volta successiva perché è lì che capisco che genere di persona è. Lei sicuramente nel frattempo si è fatta un'idea di come sono io, ma io mi faccio un'idea di lei in base a come si comporta e cosa dice quando mi rivede. E se parla ancora solo di problemi stupidi, tipo quante migliaia di euro deve spendere per andare in ferie o quale cellulare comprare o dove fare le unghie o che la suocera è una strega perché non li aiuta o che il mondo ce l'ha con lei/lui perché è alto/basso/magro/grasso/bello/brutto/ecc... se parla così tutto il tempo, per me si è classificato da solo e non avrà molto a che fare con me in futuro. Sarò molto selettiva io, non dico di no, ma sicuramente meglio pochissimi ma buoni, o almeno con un briciolo di testa e soprattutto non rompicog.............
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t-annhauser · 6 months
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dismorfofobia occidentalis
Mi prende una tenerezza quando disegno i corpi delle donne, soprattutto nudi, in ciabatte, con le tettine piccole o grandi, cascanti, con i sederini piccoli o i sederoni chiatti, insomma, tutta la casistica dei corpi normali e non adeguati ai modelli estetici della società (che a pensarci bene sono una follia)... quella con il corpo è una battaglia tipica delle nostre società iper-frollate, chi è sotto la minaccia delle bombe, nei paesi in cui la pace è ancora un sogno ad occhi aperti, gli basta portare a casa la pelle, grasso o magro o brutto che sia, che gliene frega, noi no, noi soffriamo di dismorfofobia occidentalis, vogliamo essere perfetti come la gente delle pubblicità. Ne ho sofferto anch'io fino ai 40 anni, mi sentivo così inadeguato, poi ho cominciato a vedermi bello come il sole. In verità siamo tutti belli, e se siamo brutti che importa? Fra non molto saremo tutti morti (il mio solito pessimismo cosmico, non fateci caso).
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“Le donne sanno quando entrano in menopausa, gli uomini no,
lo capiscono col tempo.”
·92 anni fa nasceva OMAR SHARIF, (Alessandria, Egitto, 10 aprile 1932 - Il Cairo, Egitto, 10 luglio 2015).
L'attore nato ad Alessandia (ma giramondo per vocazione) incarna quella che nell'immaginario collettivo è la vita di un uomo ricco, bello, famoso, adorato dalle masse e conteso dalle donne più affascinanti del pianeta. Un mito alimentato dall'indolente Sharif, che negli anni '60, all'apice della carriera dichiarava ai giornalisti «Lavoro perché mi piace il lusso e quando finisco i soldi, sono costretto a tornare a recitare».
Seppure per necessità, ha lavorato con i più grandi registi - Fred Zinneman (...e venne il giorno della vendetta), Anthony Mann (La caduta dell'impero romano), William Wyler (Funny Girl), Sidney Lumet (La virtù sdraiata) - ed è stato l'incarnazione della bellezza esotica, della fierezza, del coraggio e del romanticismo nei due film che gli hanno regalato la consacrazione, entrambi di David Lean: Lawrence d'Arabia (un Golden Globe e una nomination all'Oscar) e Il Dottor Zivago (nomination al Golden Globe).
Al cinema era arrivato grazie alla madre, che lo mandò in un college inglese, dove Omar dimagrì («da ragazzo ero veramente grasso») e imparò la lingua, e a Youssef Chahine, che lo fece debuttare nel '53. Divo del cinema egiziano fin da subito, è poi diventato una star internazionale, con una propensione ai ruoli storici (è stato Che Guevara in Che!, Genghis Khan nell'omonimo film, l'arciduca Rodolfo in Mayerling, il principe Feodor in Pietro il Grande), romantici (Il seme del tamarindo, C'era una volta, Funny Girl) e d'avventura (L'ultima valle, Ghiaccio verde, Le meravigliose avventure di Marco Polo, Ashanti).
Nel 2003, Omar Sharif è tornato sulle scene, dopo un periodo di silenzio (aveva interpretato Il tredicesimo guerriero, decidendo di «non recitare più in simili sciocchezze»), con un ruolo importante, quello del negoziante arabo che fa amicizia con un bambino ebreo in Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Una scelta forte, con cui lanciare un messaggio di pace tra ebrei e arabi in un momento storico-politico nerissimo, gratificata con un doppio riconoscimento al festival di Venezia: il premio del pubblico e il Leone d'oro alla carriera.
Sharif muore nel luglio del 2015 in un ospedale del Cairo, in Egitto, dove era stato ricoverato per un attacco di cuore. Aveva 83 anni.
ARACELI CINEMAdiCITTA'
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bicheco · 9 months
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Vita su Marta
Tutti scandalizzati per i 100 milioni ereditati dalla Fascina. Io non lo so.
Guardate che non saranno 100! Comincia a togliere l'iva, l'uva, l'ova, le spese di segreteria, l'imposta di bollo, di bullo, di bello, e poi le fotocopie eccetera, insomma alla fine se arriva a 99 milioni è grasso che cola.
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daimonclub · 3 months
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Storia e interpretazioni del Carnevale
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Storia e interpretazioni del Carnevale Storia e interpretazioni del Carnevale. Le date del Carnevale cambiano ogni anno, essendo una festa mobile e sono diverse tra rito ambrosiano e romano. Quest’anno, ovvero il 2024, il periodo del Carnevale inizia il 28 gennaio e finisce il 13 febbraio, cosiddetto Martedì Grasso: la domenica di Carnevale è l’11 febbraio. La quaresima viene dopo il carnevale per ricordarci che siamo polvere e non coriandoli. Franco Lissandrin A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti. Nicolaï Evreïnov San Valentino e Carnevale cadono nello stesso mese. Trovo stupido mettere così vicino due feste di maschere. Francesco D’Antonio A Carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale. Proverbio Odio il Carnevale. Ci provi con una principessa Disney e ti ritrovi a letto con un camionista di Brembate. Anonimo Avete fatto caso che l'ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Totò Il termine deriverebbe dal latino "carnem levare" (eliminare la carne), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall'espressione latina carne levamen (avente l'analogo significato di "eliminazione della carne"), oppure dalla parola carnualia ("giochi campagnoli") o ancora dalla locuzione carrus navalis ("nave su ruote", quale esempio di carro carnevalesco) se non addirittura da currus navalis ("corteo navale"), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.
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Saturnalia Romani I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri e si festeggia da Venezia a Rio De Janeiro, tra maschere, travestimenti, dolci e scherzi. Una piccola differenza è rappresentata dal Carnevale ambrosiano, la cui durata - finisce infatti con il «sabato grasso», quattro giorni dopo rispetto al tradizionale «martedì» («il martedì grasso» è il giorno che precede la Quaresima e la tradizione vuole che nella giornata si consumino i dolci fatti in casa, in vista del periodo di digiuno che seguirà) - sembra risalire a un pellegrinaggio del vescovo Ambrogio che aveva annunciato il suo ritorno «in tempo per celebrare con i milanesi le ceneri». La popolazione posticipò il rito alla domenica successiva per aspettarlo. È nel Medioevo che ritroviamo molti aspetti della festa attuale. Il Carnevale italiano si distingue per le sue maschere regionali e tradizionali, ognuna con le proprie caratteristiche: da Arlecchino a Pulcinella. E ogni regione ha anche i propri dolci tipici e tradizionali, come le chiacchiere, conosciute anche come frappe o bugie. L’Italia vanta la presenza di alcuni dei Carnevali più belli e famosi del mondo: Venezia, Viareggio, Putignano, Ivrea e altri. Una curiosità? Uno dei simboli del Carnevale sono, assieme alle stelle filanti, i coriandoli di carta che nacquero nel 1875 da un’idea dell’ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago (Milano). L’ingegnere li realizzò a partire dalle carte traforate usate per l’allevamento dei bachi da seta. Un’invenzione contesa con un altro ingegnere di Trieste, Ettore Fenderlche, che nel 1876 ritagliò dei triangolini di carta. Il carnevale è una festa mobile che si celebra nei paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico: i festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi, in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante è l'uso del mascheramento. I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le antesterie, che erano delle feste celebrate in onore di Dioniso, in ambiente ionico-attico, che avevano a che fare direttamente col piacere del vino e con il "fiorire primaverile". Questi giorni di festa cadevano infatti nel mese di Antesterione (a cavallo fra febbraio e marzo) con l'avvicinarsi della primavera . Ad Atene venivano chiamate "antiche Dionisie" per distinguerle dalle "grandi Dionisie" più recenti e introdotte infatti da Pisistrato nel VI secolo a.C.) o i saturnali romani, una delle più diffuse e popolari feste religiose di Roma antica, che si celebrava ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.
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Festa dei pazzi nel medioevo Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. (Un rito simile avveniva nelle Lupercalia che erano un festival della fertilità dedicato a Fauno, il dio romano dell'agricoltura, nonché ai fondatori romani Romolo e Remo. Vedi la Storia di San Valentino per leggere come si svolgeva esattamente il rituale) Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale e più o meno la stessa celebrazione avveniva già in Babilonia, quando poco dopo l'equinozio primaverile veniva appunto riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell'anno e nell'attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia". In seguito Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi". Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia". Eliade scrive anche che "l'orgia è anch'essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate". L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione. Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l'uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere "soprannaturale " rappresentato.
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Maschere della commedia dell'arte italiana Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi, sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo, affinché possa in seguito essere rigenerato e ricreato. L'antica tradizione del carnevale si è mantenuta anche dopo l'avvento del Cristianesimo: anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla sua soppressione negli anni successivi all'Unità d'Italia. A Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente. Nella storia dell'arte invece, una famosa opera pittorica è la Lotta tra Carnevale e Quaresima del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio. Personaggi mascherati del carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del Settecento veneziano di Canaletto, Francesco Guardi e negli interni di Pietro Longhi. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale". Secondo lo studioso Michail Bachtin, che trattò del carnevale nel suo testo - L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale. - "Il carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea dalla verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù... Era l’autentica festa del tempo, del divenire, degli avvicendamenti e del rinnovamento. Si opponeva a ogni perpetuazione, a ogni carattere definitivo e a ogni fine. Volgeva il suo sguardo all’avvenire incompiuto... Tutte queste forme di riti e spettacoli organizzati in modo comico erano molto diffuse in tutti i paesi dell’Europa medievale, ma si distinguevano per la loro ricchezza e la loro complessità nei paesi di cultura romanza, e in particolare in Francia .
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Carnevale di Viareggio Tutte queste forme, organizzate sul principio del riso, presentavano una differenza estremamente netta, di principio si potrebbe dire, rispetto alle forme di culto e alle cerimonie ufficiali serie della chiesa e dello stato feudale... Esse rivelavano un aspetto completamente diverso del mondo, dell’uomo e dei rapporti umani, marcatamente non ufficiale, esterno alla Chiesa e allo Stato; sembravano aver edificato accanto al mondo ufficiale un secondo mondo e una seconda vita, di cui erano partecipi, in misura più o meno grande, tutti gli uomini del Medioevo, e in cui essi vivevano in corrispondenza con alcune date particolari. Tutto ciò aveva creato un particolare dualismo del mondo, e non sarebbe possibile comprendere né la coscienza culturale del Medioevo, né la cultura del Rinascimento senza tenere in considerazione questo dualismo. L’ignorare o il sottovalutare il riso popolare del Medioevo porta a snaturare il quadro di tutta l’evoluzione storica della cultura europea nei secoli seguenti . Un significato del tutto particolare aveva l’abolizione di tutti i rapporti gerarchici. In effetti, durante le feste ufficiali le differenze gerarchiche erano mostrate in modo evidente: in esse bisognava apparire con tutte le insegne del proprio titolo, grado e stato, e occupare il posto assegnato al proprio rango. La festa consacrava l’ineguaglianza. Al contrario, nel carnevale tutti erano considerati uguali, e nella piazza carnevalesca regnava la forma particolare del contatto familiare e libero fra le persone, separate nella vita normale – non carnevalesca – dalle barriere insormontabili della loro condizione, dei loro beni, del loro lavoro, della loro età e della loro situazione familiare. Concludendo possiamo dire che sin dall'antichità, come dimostrano appunto i Saturnali romani, la festa dei pazzi nel Medioevo e via dicendo, il Carnevale ha dunque sempre rappresentato un'esperienza fondamentalmente collettiva, è il momento del riso, della trasgressione, della satira e della parodia, dell'esaltazione, insomma, del "mondo alla rovescia", con la connessa contestazione dei rapporti gerarchici. La festa carnevalesca, con il suo spirito eversivo, ha influenzato profondamente, secondo Bachtin, alcuni generi letterari comico realistici soprattutto attraverso il linguaggio: un linguaggio radicalmente antiletterario, familiare, plebeo, "di piazza", realistico sino all'oscenità, corposo e instintuale, gioioso e vitalistico. Massima espressione dello spirito e della lingua carnevaleschi è appunto Rablais, a cui Bachtin ha dedicato uno studio veramente ponderoso; ma le radici antropologiche e culturali dello scrittore francese affondano in un "humus" antichissima: dalla novellistica milesia alla satira, dalla commedia al romanzo d'avventura e picaresco elementi del modo carnevalesco sostanziano i più diversi generi letterari, spesso in ironica e parodica dialettica con i generi più formalmente considerati seri. Puoi anche leggere i seguente posts con aforismi e citazioni sul Carnevale: Citazioni e aforismi sul carnevale Citazioni spiritose sul carnevale https://www.youtube.com/watch?v=q6sHx8dl1S8 https://www.youtube.com/watch?v=fw6E00OL_aQ Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Read the full article
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immensi-vuoti · 1 year
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Ed è in sere come queste che vorrei riuscire a chiudere gli occhi e sentire soltanto il silenzio della mia camera vuota o il frastuono del via vai delle auto fuori alla mia finestra. E invece sento un gran caos di pensieri, di voci; è un lungo viaggio a ritroso nel tempo, ripercorro ogni singolo momento del periodo più bello e doloroso della mia esistenza. Eppure io non ricordo come si faccia. ‘Com’è iniziato? Com’è che devo fare?’ mi chiedo, ma non so darmi una risposta. So soltanto che dormire è diventato troppo rumoroso e io vorrei soltanto silenzio. Vorrei silenzio e pace. Vorrei fare pace anche con me stessa, perché è da anni che non mi ci parlo più, anni che non mi guardo più, che non mi accarezzo, che non mi difendo. Vorrei soltanto punirmi perché non riesco ad essere la persona che vorrei essere; non riesco ad essere bella come le ragazze che guarda il mio fidanzato, non riesco ad essere intelligente come mia sorella, non riesco ad essere laboriosa come mio padre, non riesco ad essere coraggiosa come mia madre. Eppure non mi interessa se ho un lavoro, non mi interessa se sono simpatica o meno, non mi interessa se la gente ha da ridire sul mio stile. La mia unica considerazione è che sono grassa. Grasso. Grasso ovunque, sul viso, sulle braccia, sulla pancia, sul sedere, sulle cosce, sulle dita delle mani e dei piedi. Vorrei essere sottile da potermi quasi oltrepassare, sottile da potermi chiudere in me stessa e diventare invisibile e invece sono cosi imponente, cosi ingombrante. Lo sono tanto quanto i miei pensieri ossessivi: ‘Non sei abbastanza, non ci riuscirai, inutile che continui a provarci’. Io vorrei solo il silenzio.
-un mio piccolo sfogo
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solosepensi · 1 year
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“Un lupo, tutto striminzito dalla fame, incontra un cane ben pasciuto. Si salutano e si fermano.
- Donde vieni così lucido e bello? E che hai mangiato per farti così grasso? Io, che sono tanto più forte di te, muoio di fame.
E il cane: - Se vuoi ce n’è anche per te. Basta che tu presti lo stesso mio servizio al padrone.
- E che servizio?
- Custodirgli la porta di casa e tenere lontani i ladri la notte.
- Uh! Ma io sono prontissimo! Adesso sopporto nevi e piogge nel bosco, trascinando una vita maledetta. Ma deve essere molto facile vivere sotto un tetto e riempirsi lo stomaco in pace.
- Allora vieni con me.
E vanno. Lungo la via il lupo vede una spelatura al collo del cane
- Che roba è quella, amico mio?
- Oh…è niente.
- Ma, se vuoi dirmelo…
- Qualche volta, per la mia natura impetuosa, mi tengono legato, perché stia quieto durante il giorno e vigili la notte. Ma al crepuscolo vado in giro dove mi piace; mi si porta il pane senza che io debba richiederlo; il padrone mi dà gli ossi della sua tavola; la servitù mi getta qualche boccone; gli avanzi di ognuno sono miei. Così, senza fatica mi empio la pancia.
- Ma se hai voglia di uscire, è permesso?
- Proprio, interamente, no…
- Addio, caro; goditi pure le tue gioie; io non baratto la mia libertà per un regno.”
Fedro- Il lupo e il cane,
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libero-de-mente · 1 year
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La dieta pre natalizia
Natale è alle porte, anche questo anno cadrà il 25 dicembre. Un caso? Non credo proprio.
Nel mese che precede l'evento degli eventi sarà cosa buona e giusta mantenere un regime alimentare dietetico, per evitare durante le festività di andare in sovrappeso sul sovrappeso del sovrappeso di base.Vi consiglio dunque alcune semplici diete:
1. Dieta Mediterranea
Consiste nel pasteggiare con cibi prodotti sul Mediterraneo e bevendo l'acqua del Mar Mediterraneo. Non va bene quella troppo ricca di Ionio o l'Adriatico che è ricca di sali di sabbia. In pratica non riuscirete a mangiare, così dimagrirete. Nonostante gli sforzi, essendo sotto le festività natalizie, vi invitano a ventordici cene di lavoro, ottordici cene tra amici vari, trenttanta compleanni, tre o quattro cene scolastiche/oratorio/congrega dei cazzari e vari aperitivi. Niente, morirete grassi. Giudizio: speravo de morì prima.
2. Dieta DASH
Una dieta che va bene anche con le besse temperature invernali, un misurino prima dei pasti e un POD dopo i pasti, se non andrete al Creatore diventerete sicuramente cangianti dentro. Finalmente qualcuno che potrà asserire di essere "bello dentro", senza dover avere la conferma del proprio radiologo. Giudizio: mecojoni.
3. Cronodieta e dieta mima digiuno
Devi sbrigarti, hai pochi secondi per ingurgitare quello che hai nel tuo piatto. Pronti? 3.. 2.. 1.. stop! Tempo finito. A questo punto per riuscire a finire il cibo nel piatto dovrai per forza ridurre le quantità. Se alla fine del tempo resterà qualcosa nel piatto subirai una penalità: digiuno minimo per 6 ore. Questa dieta vi darà un grande insegnamento: che l'uomo non sopporta il peso del tempo, figuriamoci quello del grasso corporeo. Giudizio: esticazzi.
4. La Dieta Paleolitica
Una dieta semplice e ancestrale. Per prima cosa trova un sito dove vissero l'Homo habilis o l'Homo erectus, appropriati delle grotte e segui lo stile di vita di questi nostri antenati. Vantaggi: dopo i primi duri giorni all'addiaccio, affamati e assetati avrete delle visioni mistiche; infatti vi apparirà Alberto Angela che vi racconterà la storia dell'umanità. Se alla fine della dieta non sarete ridotti a reperti paleontologici sarete di sicuro acculturati. Degli zombie che sbranerebbero un altro essere umano, ma con un sacco di cultura dura e pura. Volete mettere? Giudizio: daje!
5. La Dieta Dissociata
Molto semplice quanto complessa. Bisogna dissociarsi. Con tutto e tutti. Non prendere mai una posizione ben delineata ma restare nel limbo anarco-rivoluzionario-bastian contrario. Pasta con la basta... forse è il contrario. Vi dissocerete così tanto da diventare dei NoDietox convinti. Vi convincerete invece che guardare alla televisione per quattro ore al giorno programmi di allenamenti, vi farà dimagrire dal divano. Giudizio: in culo te c’entra, ma in testa no.
6. La Dieta Zona
Scegliete quale zona vi aggrada, zona 30, zona ZTL. Se abitate a Milano potete comodamente trasformarle in aree: Area B e Area C.Parlo delle zone d'accesso alla cucina e che delimitano dispense, frigoriferi e cantine con alcol e salumi appesi.Se accedi a una di queste zone negli orari che non solo la pausa pranzo o la cena: multa.Se apri il frigorifero negli orari non consentiti: multa. Se il cibo "uscito" dal frigorifero non è Sugar 0, 1 o al massimo 2: multa. Se la vostra zona erogena sono i carboidrati: multa. Se la vostra zona comfort ha le dimensioni, la consistenza e la farcitura di una pizza: multa. Giudizio: mavattelaapijànderculo
7. Weight Watchers
Che tradotto dall'inglese significa "controllo del peso". Sarai controllato, come in un Grande Fratello VIP (Vaffanmocc Icchè Pelànda). Sarà tutto sotto controllo, anche il vostro peso. Non potrete mangiare più di nascosto dentro la doccia, sotto le lenzuola o chiusi in un armadio. Tutto sorveglia con l'occhio del Grande Budello. Se vi becca sarete espulsi dalla casa, nel vero senso della parola. Vi sarà concesso di vivere in auto, se non avete un'auto vi verrà dato d'ufficio un sotto ponte dove dimorare. Giudizio: si' te pijo t'arovino, te corco.
8. La Dieta chetogenica
Una dieta stile anni '80 ma sempre un bel amarcord. Mangerete libri di cibernetica e insalata di matematica, se si sgarra con il cibo verrete severamente puniti con dei raggi gamma. Dopo la prima fase di dimagrimento rapido perderete leggermente l'uso della parola. Non riuscirete più a dire "chetogenica", ma "chetogenca", dopo due settimane "hetogenica" per finire con un patetico "gnegnica". Probabilmente la dieta starà modificandovi il DNA ma voi non lo saprete perché "non ve l'ho dicono!11!". Giudizio: te rivorta come ‘n carzino.
9. La Dieta Atkins
Fu scritta dal Faraone Tutankhatkins II. La dieta piramidale, nel senso che per bruciare calorie dovrete costruire una piramide in blocchi di granito. Se sarete bravi e ligi nel rispettare le consegne alla fine verrete premiati dall'ex Ministro delle antichità dell'Egitto Zahi Hawass, con il premio la Sfinge Tapiro d'oro. All'inaugurazione della piramide ci sarà anche Roberto Giacobbo che, con un permesso speciale, infilerà una sonda con telecamera nel vostro esofago per dimostrare che è perfettamente vuoto. "Omar, attento all'ugola lì si scivola" (cit.). Giudizio: a ‘nfame!
10. La Dieta Plank
La dieta risale agli ultimi anni dell'800, fu scritta da Karl Plank nel suo libro "Il Capitone". Come dimagrire cercando di mangiare capitoni vivi. A mani nude sia chiaro. Dimagrirete di stenti e fatiche, questa è una dieta che i proletari imponevano alla borghesia, rea di mangiare capitoni fritti impanati e poi ripassati in forno, mentre il popolo doveva accontentarsi degli scarti. L'unico modo di mangiare un capitone in umido senza ingrassare è quello di andarselo a pescare in alto mare con le reti a mano. Giudizio: ma va’ mmorì ammazzato!
Bonus:11. La dieta delle banane
Come tutte le diete da me spiegate sopra, anche questa è stata sperimentata direttamente da me. Per descrivervi questa dieta dovrete però aspettare che io smetta di saltare da un ramo all'altro degli alberi che ho in giardino. Uh uh uh uhn attimo e poi recensirò anche questah-ahah pyow pyow pyow... hack hack hack hack! Giudizio provvisorio: stamme a ‘n parmo dar culo.
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Ti alzi presto la mattina, fai i conti col tuo aspetto che non ti piace ma alcuni giorni ti piace ancora meno, col fatto che anche se hai sconfinato amore non ti ama nessuno, col fatto che a 30 anni ti immaginavi la vita completamente diversa e invece è andato tutto l'opposto, col fatto che incontri persone che non vedi da tempo e vorresti continuare a non rivedere, fai i conti col passato, presente e futuro. E poi per condire il tutto, un pizzico di bodyshaming quanto basta, perché se sei una ragazza single di 30 anni tutti devono trovare il modo di sottolineare che sei troppo così o poco cosà, che i difetti ci sono e non vanno bene come se non fosse già difficile accettarsi e farsi accettare, che il tempo stringe e ti devi muovere a trovare un compagno come se non fosse il desiderio di tutta la vita quello di trovare l'anima gemella, che le tue ovaie hanno una data di scadenza e il tuo orologio biologico gira veloce e il tempo stringe, che il sovrappeso non è bello, il grasso non è salutare e tu sei sbagliata perché non rientri negli standard che la società t' impone, che non potrai mai piacere per questo, perché gli uomini quelle come te non le guardano e se le guardano è solo perché è più facile farsi una scopata e basta, come se non avessi anche un anima e un intelligenza da poter essere apprezzata, come se fossi merce avariata ormai da buttare. E tutto questo mentre gli altri trovano l'amore, mettono su famiglia, vivono la vita e tu manco un cazzo di niente, trovi solo fossi dove ci finisci dentro o portoni puntualmente chiusi che prendi in pieno.
-laragazzadagliocchitristi
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senpai-irene · 2 years
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17/09/22
Sarebbe bello sparire davvero, io non ce la faccio più a stare qui e a soffrire continuamente per ogni cosa. Odio la mia vita, odio le persone schifose di cui mi sono circondata, odio il mio corpo, odio me stessa e vorrei solo avere il coraggio di mettere la parola "fine" a tutto questo. Sto tornando verso il mio peso di partenza e la cosa mi terrorizza, ho iniziato a vomitare più spesso solo perchè non riesco a trattenermi dal mangiare in continuazione e il fatto che i miei genitori siano praticamente sempre a casa non mi aiuta. Ho paura, mi guardo allo specchio e quello che vedo mi fa ribrezzo, mi fa così schifo che vorrei solo prendere una lametta o un taglierino e aprirmi da cima a fondo le braccia, le gambe, la pancia, tutto. Guardo le mie cosce e vedo solo un accumulo orripilante di grasso, vedo che si toccano e che iniziano a starmi stretti i pantaloni. Mi faccio davvero schifo. E nonostante io mi dica continuamente "oggi non mangio" appena mi alzo la mattina sono già a fare colazione. Sono una debole, sono una stupida debole che non riesce a prendere in mano nulla della sua vita.
Mi sento come se fossi un peso per tutti, lui se n'è andato, le mie amiche stanno facendo lo stesso, non c'è nessuno di quelli che amo che sia davvero interessato a me. Stanotte ho avuto un attacco di panico tremendo perchè quella che in teoria è la mia migliore amica mi ha bloccato su Instagram e io non capisco perchè, lei ha solo smesso di parlarmi e io aspettavo che mi scrivesse, ma addirittura arrivare a bloccarmi... E da li ho pensato alla mia laurea imminente. Pensavo di fare una festa con le mie amiche anche se i miei invitati non arrivavano nemmeno a una decina. Nel giro di un paio di mesi non arrivo nemmeno a due e mi sono chiesta "che senso ha festeggiare se non ho nessuno che vuole festeggiare con me? se non c'è nessuno che è contento di me, che senso ha tutto questo?"
Voglio scappare da tutto questo, voglio davvero sparire, tanto non creerei problemi a nessuno.
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ildiariodisam · 2 years
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Caro Diario... ( pagina due )
Caro Diario,
oggi è il 13/07/2022 ed è molto che non ti aggiorno, ho anche molte cose da dire; sempre nel caso io riuscissi a metterle giù in una maniera comprensibile ai miei lettori, senza troppi intralci di trama e così via.
Oggi, come già ho scritto, è il 13 luglio 2022 e sto male.
Vorrei capirne i diversi motivi per cui io stia così, perché so benissimo che non vi è solo un unico ed ipotetico motivo che ha scaturito il mio malessere di oggi. Fino ad adesso non ho avuto bisogno di sfogarmi con te, ma sono arrivat al culmine della mia sopportazione/pazienza nei miei confronti; per questo ora sto scrivendo queste parole che, chissà, qualcuno magari potrebbe leggere. Proviamo a stilare una lista dei presunti motivi per cui, oggi, io stia così male da doverti aggiornare.
Motivo uno:
Non mi sento a mio agio con il mio corpo.
Forse questo mio sentirmi a disagio è dovuto, principalmente, a come immagino che gli altri mi vedano. Il mio stile di abbigliamento lo adoro, ma quando esco mi sento gli occhi puntati addosso e ho molta paura di un loro giudizio - che c’è sempre - e probabilmente è anche questo uno dei fattori per cui non esco più di casa se non per andare a casa dei miei due migliori amici.
Non riesco nemmeno ad uscire per fare le commissioni basilari per me come, ad esempio, prendere il tabacco o le sigarette.
Vorrei avere una forbice magica e togliermi via gli strati di grasso che porto addosso e portare, finalmente, una taglia consona alla mia altezza e normopeso. A volte riguardo le foto in cui ero in sottopeso, così magr da fare invidia pure a quelle persone con un’autostima alta. So benissimo che non ero in salute, ma riportare le dita a cingere il mio polso e rendermi conto che non riesco a far toccare l’ultima falange del indice con quella del pollice, mi fa sentire uno sbaglio umano. Adoravo la sensazione di quando ti prendono dai polsi e, sconvolti, ti guardano dicendoti: “come sei magr!”
Sarà stupido ed insano, me ne rendo conto, ma mi manca tantissimo essere motivo di scalpore negli occhi degli altri. Ora, l’unica cosa che riesco a fare con il mio corpo è, purtroppo, quello di nasconderlo più che posso.
  Me ne vergogno tantissimo.
Motivo numero due:
Non vado mai bene in tutto quello che faccio/provo a fare.
Non so, ogni volta che provo a fare qualcosa, c’è sempre qualcuno che mi dice che non va per niente bene. Vado avanti con le mie passioni, come il dipingere ad olio, non va bene. Non vado avanti con le mie passioni, non va bene. Sono presente nella vita degli altri, non va bene. Non sono presente nella vita degli altri, non va bene. Dico qualsiasi cosa, non va bene. Non dico nulla, non va bene. Cammino in una maniera, non va bene. Rimango in casa, non va bene. Esco, non va bene.
Insomma, tutto ciò che faccio o che provo a fare, non va mai bene. Questo non è solo un mio pensiero fisso o paura fissa, è solo un dato di fatto ed ho solo raccolto la minor parte degli esempi che mi sono accaduti in questi mesi. Avete presente quella sensazione di impotenza che ti investe proprio sul momento pù bello e, in un modo o nel altro, va a rovinare tutto ciò che ti sei creat attorno? Ecco, questa sensazione mi pervade fino all’ultima goccia della mia anima in una maniera aggressiva e pericolosa.
Vorrei uscire da questo loop di “non vai bene” agli occhi degli altri, mi terrorizzo appena gli altri aprono bocca per dirmi ciò.
E se, alla fine, fossi io il problema? Se fossi io a non andare bene? Se fossi io, come dire, sbagliat?
Motivo numero tre:
Non sapermi esprimere adeguatamente con le persone che amo.
Sai, ho un partner da esattamente quattro mesi, ma anche se so che lxi mi ama per quello che sono, per come sono fatt, per come agisco e tante altre cose; mi sento impotente ed impaurit solo a dire quanto io l’ami. Ho sempre paura di sbagliare a parlare, di sbagliare ad esprimermi e so che, una mia mancanza, è proprio l’empatia e il non sapersi esprimere correttamente.
Con questa persona, nonostante sia una relazione a distanza, sto davvero bene in sua presenza, ma quando poi va via... insomma, tutto torna come prima, tutto nero e scuro mentre con lxi è tutto così colorato e magnifico. Vorrei vivere sempre a colori e non solo con lxi. Molte volte capita che mi dica che mi ama e, io, rimango tipo sorpres ogni volta e non so quasi mai come rispondere se non con un banalissimo ti amo. Vorrei dare a questa persona il mondo, renderl sempre felice e, quando le/gli capiterà di piangere, vorrei essere lì per asciugar tutte le sue lacrime, per poi baciarl e stringerl a me così forte da farl sentire al sicuro. Solo che... sono brav solo a parole scritte, le mie azioni sono ben diverse e fredde, nonostante io stia cercando di mettere tutt me stess in questa relazione, ho molta paura che se ne vada per questo motivo.
Ok, questo terzo motivo è un po’ confusionario, ma spero si possa capire ugualmente la mia paura persistente nell’esprimermi su questo argomento. Sono terrorizzat all’idea di poter rovinare tutto con un gesto sbagliato o una parola sbagliata, d’altronde io ho sempre rovinato tutto e tutti.
______________________________________________________________ Ed ecco che abbiamo stilato i primi tre motivi principali che causano il mio malessere di oggi.
Intanto ti aggiorno sul fatto che sono in attesa di essere ricoverat in una clinica che si trova in un’altra regione d’Italia, ci sono già stat una volta, ma ora che sono un po’ più grande... No niente, ho ugualmente paura di andarci, nonostante conosca il posto e ciò che vi si fa. So cosa mi aspetta, ma la paura di andarci è ugualmente molto alta.
Penso di aver finito sia con lo sfogo che con le nuove notizie, devo dire che scrivere mi ha aiutat molto, sto meglio!
                                                                             Tu*, Sam.
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arvtisticfra · 2 years
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La bellezza sta in un fisico magrolino o in uno un po' tondo. E smettela di criticare il fisico altrui, ma pensate un po' a voi stessi. Non vi piacete voi, e pensate di offendere gli altri? Offendete voi stessi, e non lei in quel preciso momento. Sei splendida così come sei, e lasciali stare a queste persone che dicono cazzate sul tuo conto. Sii fiera di come sei dentro e fuori.
T I A M O !!
(chiunque tu sia)
Impariamo ad apprezzare anche cose diverse da quelle alle quali siamo abituati e ricordiamoci che non siamo obbligati a commentare e criticare tutto quello che ci capita davanti. Semplicemente, se una cosa non ti piace vai avanti per la tua strada.
Il corpo è bello magro, in carne, grasso, pelle e ossa. L'importante è che una persona si senta bene con sé stess*
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amdyi · 2 years
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LA MISSIONE DI UN GATTO 🐈 🐱
La maggior parte delle persone pensa che i gatti non fanno niente, sono pigri e non fanno altro che mangiare e dormire...
Non è così!
Sapevi che i gatti hanno una missione nella nostra vita?
Lo sapevate che al giorno d'oggi ci sono già più persone che hanno i gatti?
Ora sono un po' di più, rispetto al numero di persone che hanno un cane!
Sai qual è la missione di un gatto?
- No...
"Bene, ora descrivo una serie di fatti sulla vita segreta dei gatti, così ne saprete e capirete di più"
Tutti i gatti hanno il potere, ogni giorno, di rimuovere l'energia negativa accumulata nel nostro corpo... non appena ci addormentiamo, assorbono quell'energia. Se c'è più di una persona in famiglia, e un solo gatto, può accumulare una quantità eccessiva di negatività assorbendo energia da così tante persone... "Quando dormono, il corpo del gatto rilascia la negatività che ci toglie".
Se siamo troppo stressati, possono non avere abbastanza tempo per liberare tutta quell'energia negativa, e così, di conseguenza, si accumula come grasso, fino a quando non riescono a liberarlo.
Quindi, diventano grassi e pensi che sia stato il cibo che gli stavi dando da mangiare...o perché non si muove abbastanza.."E la verità è che non è così".
"È bello avere più di un gatto in casa, in modo che il peso sia diviso tra loro".
Ci proteggono anche durante la notte, in modo che nessuno spirito indesiderato entri nella nostra casa o nella nostra stanza mentre dormiamo... "Per questo gli piace dormire nel nostro letto".
"E se pensano che stiamo bene, non dormiranno con noi".
Se c'era qualcosa di strano intorno a noi, saltano nel nostro letto e ci proteggono...
Se una persona viene a casa nostra, e i gatti sentono che quella persona è lì per farci del male o che è cattiva, i gatti ci circondano per "proteggerci"...
Se non hai gatti, e un gatto randagio entra in casa tua adottandola come casa, è perché hai bisogno di un gatto in quel particolare momento...
# Cosi' il gatto randagio si e' offerto volontario per aiutarti. #
"Ringrazia il gatto per aver scelto la tua casa, per quel lavoro".
Se hai altri gatti e non puoi tenere il gatto randagio, trova un posto per lui.
Il gatto è venuto per una ragione a noi sconosciuta a livello fisico, e nei sogni si può vedere la ragione dell'apparizione del gatto in quel momento.
Può darsi che ci sia un debito, del karma che deve pagare... "Pertanto, non spaventarti o spaventare il gatto".
Beh, "lui" dovrà tornare, in un modo o nell'altro, per adempiere a questo obbligo...
"I gatti ci curano".
"I gatti sono creature adorabili, e amano i loro padroni sopra ogni altra cosa, ma hanno un modo diverso di amare...
Il loro amore è vero, quindi non dubitate che "Sono nostri grandi e veri amici e soprattutto buoni compagni "
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