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#Fatti di Gente Perbene
notizieoggi2023 · 1 month
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Tommaso Zorzi senza flitri: "Stanzani? Ho sbagliato. Adesso ho un nuovo amore" In una lunga intervista a Vanity Fair, Tommaso Zorzi si è raccontato senza filtri dcome non faceva da tempo. L'influencer si è aperto completamente tra confessioni di un'anno difficile alle spalle, una nuova rinascita, il rapporto con i social, la fine della storia d'amore con Tommaso Stanzani e nuove opportunità lavorative. Tommaso Zorzi, il privilegiato: riceve i biglietti gratis per Taylor Swift e ironizza sul prezzo. È bufera Tommaso Zorzi su Tommaso Stanzani: "Non mi sono comportato bene" Durante l'intervista, l'influencer ha fatto riferimento al 2023 come un anno non facile sotto tutti i punti di vista, sia personale che lavorativo. Di fatti una volta uscito trionfante dal Grande Fratello si è trovato catapultato in un vortice che lo risucchiava e nell'anno passato ha incominciato a pensare più a se stesso; lui stesso infatti ha dichiarato che "dopo una tempesta c'è sempre il sereno". Il giovane 28enne, ha raccontato la sua "tempesta" così: Il 2023 è stato un anno di metamorfosi in cui ho imparato a concentrarmi su me stesso e a pensare a me. Ho preso la patente, ho iniziato ad allenarmi bene in palestra e ho lasciato andare delle situazioni lavorative che mi stavano strette. Ho sentito il bisogno di fermarmi per cercare di accogliere il progetto giusto, senza avere paura che la gente potesse pensare che non stessi facendo niente. Ha poi continuato: Da quando sono uscito dal Grande Fratello ho fatto tutta una cosa dopo l'altra, non ho mai avuto il tempo di fermarmi e di riflettere se facevo tutto questo per la fame di esserci o la voglia di provarci. Sono arrivato alla conclusione che ero più preoccupato di dimostrare qualcosa agli altri anziché a me stesso: quando l'ho capito mi sono fermato per capire dove stavo andando e cosa avrei voluto fare, cercando di costruirmi una credibilità che, per chi fa questo mestiere, è indispensabile Questa sua nuova rinascita e conseguente maturazione, sembra essere strettamente legata alla fine della relazione con il ballerino, nonché ex partecipante di Amici, Tommaso Stanzani: La fine del rapporto con lui ha segnato la fine di un'epoca legata a quella centrifuga di roba iniziata al GF. Quando è finita, è iniziato un percorso individuale che mi ha portato a interrogarmi su di me e a come sarei voluto apparire agli occhi della gente. Sono arrivato alla conclusione che mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo perbene e con i piedi per terra: è la cosa a cui terrei di più. Ha poi ammesso di essere stato lui stesso a chiudere la relazione con il ballerino: Non è successo un fatto eclatante, ma senz'altro non mi sono comportato bene con Tommaso perché ero completamente assorbito da me stesso. Dalle cose più stupide alla cose più grandi, tendevo a non interpellarlo e a prendere io le decisioni, che si andasse a Cortina nel weekend o che si cambiasse il divano in salotto. Ma dopo questo brutto temporale, c'è il sole che lo aspetta, infatti ha dichiarato di essere fidanzato con un ragazzo ma questa volta sta procedendo più cautamente e con lui sta comprendendo che si può essere in una relazione felici senza non dover convivere ne tantomeno comprare un cane il giorno dopo. Per ora Zorzi ha deciso di non pubblicizzare la storia su Instagram e non dire nomi riguardo il ragazzo misterioso con cui si sta frequentando. Sembra dunque che il periodo travagliato che ha passato, gli ha permesso oggi di essere una nuova versione di se stesso: "Sto imparando a dire la verità e a essere onesto, mettendo le cose chiaro al più presto. […] Vivere le cose un passo alla volta è più bello, e per me, che ho quasi 30 anni, è la prima volta", ha detto Drag Race Italia un ricordo passato, ora una nuova esperienza per Zorzi La rinascita di Tommaso Zorzi non si limita solo alla sfera personale ma anche a quella lavorativa; di fatti ha lasciato alle spalle il programma Drag Race Italia che lo vedeva come giudice, ma ora per lui c'è una nuova avventura su RealTime che lo aspetta. Bisogna infatti ricordare che Zorzi ha partecipato al reality su Discovery+ per le prime due edizioni ma poi nessuno gli ha chiesto di tornare anche per la successiva stagione, lui stesso ha ammesso di essere rimasto deluso: Sono rimasto un po' deluso dai modi con cui è successo. Nessuno mi ha chiamato, inclusi i colleghi. Capisco che c'erano delle dinamiche interne da rispettare - il fatto che il programma traslocasse su un'altra rete e io fossi su un'altra -, ma non posso negare che dal punto di vista umano ci sono rimasto un po' male Nonostante queste vicissitudini però, ora Zorzi farà parte dei giudici del programma Cortesie per gli ospiti; nel corso dell'intervista ha parlato di questa nuova esperienza che lo aveva già visto qualche anno fa come concorrente in due occasioni diverse, prima con la madre e poi con la sorella in alcune puntate "Vip": Stavo parlando con il direttore Gesualdo Vercio di tutt'altro fino a quando non mi ha detto che stava cercando una figura che ricordasse l'home style e mi sono lanciato subito: "L'hai trovata", gli ho detto. Sarò un giudice giusto che lascia la severità ai colleghi. Io non sono un esperto, ma un semplice appassionato di design che ha pensato di entrare molto educatamente all'interno del programma. Si è poi espresso sui colleghi che saranno al suo fianco durante questa nuova opportunità lavorativa: Csaba dalla Zorza e Roberto Valbuzzi: Da Csaba di tutto. Ormai faccio delle mise en place a casa che quasi mi scoccia mangiarci sopra, mentre purtroppo in cucina rimango un cane. So spiegare le preparazioni, ma mi fermo al discorso
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lamilanomagazine · 2 years
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Pistoia Festival 2022, appuntamenti da 28 giugno a 1 luglio
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Pistoia Festival 2022, appuntamenti da 28 giugno a 1 luglio. Prosegue il programma del Pistoia Festival 2022, il calendario organizzato dal Comune di Pistoia che per oltre tre mesi offrirà varie iniziative, molte delle quali gratuite, che animeranno l’estate pistoiese. Il programma del 28 giugno Martedì 28 giugno in occasione del centenario della nascita del regista pistoiese Mauro Bolognini doppio appuntamento. Dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 nella sala Maggiore del Palazzo comunale si svolgerà Bolognini. Sceneggiature d’autore e autori sceneggiati, un convegno di studi sul cinema di Bolognini, a cura del Centro Mauro Bolognini di Pistoia con Regione Toscana, Comune di Pistoia, Fondazione Caript. Alle 21.15 nel Piccolo Teatro Mauro Bolognini proiezione del film del regista pistoiese “Fatti di gente perbene” (1974), a cura del Centro Mauro Bolognini. Sempre martedì 28 giugno altri due appuntamenti. Alle ore 16 nella Biblioteca Forteguerriana è previsto Guardate dunque se in Pistoia vi era gente. La città e le feste iacopee, visita guidata per bambini e famiglie alla mostra. Info e prenotazioni: [email protected] - tel. 0573 371452. Sempre alle ore 16, ma nella Biblioteca San Giorgio, si terrà Europei e Europa. A trent’anni dal trattato di Maastricht, convegno sul trentennale della firma del Trattato di Maastricht (TUE). Interverrà Giorgio Petracchi, professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali. L’iniziativa è a cura di Comune e Università “Vasco Gaiffi” di Pistoia. Il programma del 29 giugno Mercoledì 29 giugno dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 nell’Auditorium della Biblioteca San Giorgio prosegue Bolognini. Sceneggiature d’autore e autori sceneggiati, convegno di studi sul cinema di Bolognini con diversi interventi. Il programma del 30 giugno Giovedì 30 giugno alle 16 nella Biblioteca Forteguerriana per il ciclo “La Forteguerriana racconta Pistoia” Lapide sì/lapide no: il caso Castellazzo, conferenza di Giampaolo Perugi. A seguire visita alla mostra documentaria nella sala Gatteschi. Sempre giovedì 30 giugno in programma altri tre appuntamenti. Alle ore 18 nella Biblioteca San Giorgio si svolgerà Dopo il festival – Giovedì in giallo con Marco Vichi, a cura dell’Associazione Giallo Pistoia. Info: tel. 0573.371600. Alle ore 21 nella Fortezza Santa Barbara, per “Estate in Fortezza” il concerto di musica classica per solisti e Estrorchestra con l’esibizione dei solisti Luca Torrigiani, Lapo Vannucci e Davide Bandieri. Musiche di Mozart, Di Fiore, Procaccini, a cura di Fondazione Radioterapia Oncologica Onlus. Prevendita biglietteria Teatro Manzoni tel. 0573 991609, 27112. Alle 21.30 nel Giardino di Villa Stonorov per “Notti di stelle”, apericena e teatro con la compagnia Testa fra le nuvole, a cura di Fondazione Vivarelli in collaborazione Associazione Voglia di Vivere. Info e biglietti: [email protected], tel. 0573 28787. Il programma del 1 luglio Venerdì 1° luglio alle 17 nella Fortezza Santa Barbara mostra e seminario su antifascismo popolare, a cura di Fondazione Valore Lavoro e Istituto Storico della Resistenza nell’ambito di CGIL Incontri. Per informazioni scrivere a [email protected]. Sempre venerdì 1° luglio alle 21.30 in piazza del Duomo si svolgerà il “Torneo di Bridge e Burraco”, a cura dell’associazione “Bridge Pistoia”. Read the full article
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tina-aumont · 3 years
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Giancarlo Gianni & Tina Aumont in one of the roughest scenes from the new film "Fatti di Gente Perbene"
Corriere della Sera, 23rd October 1974.
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giallofever2 · 5 years
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Un Grande Capolavoro firmato da Mauro Bolognini con un Grande Cast ....
Fatti di gente perbene / Il Delitto Murri
Data di uscita: 28 settembre 1974 (Italia)
Regista: Mauro Bolognini
Musiche Maestro Ennio Morricone
Paese di produzione: 🇮🇹 , 🇫🇷
Scritto da: Sergio Bazzini
Sceneggiatura: Mauro Bolognini, Sergio Bazzini
Costumi Gabriella Pescucci
Interpreti e personaggi
Giancarlo Giannini: Tullio Murri
Catherine Deneuve: Linda Murri
Fernando Rey : Prof. Augusto Murri
Tina Aumont: Rosa Bonetti
Rina Morelli: Giannina Murri
Ettore Manni: Dott. Carlo Secchi
Paolo Bonacelli: Francesco Bonmartini
Giacomo Rossi Stuart: Riccardo Murri
Lino Troisi
Laura Betti: Tisa Borghi
Corrado Pani: Pio Naldi
Marcel Bozzuffi: Giudice Stanzani
I bambini figli di Linda Murri sono stati impersonati da Kim Rossi Stuart e dalla sorella Loretta Rossi Stuart accreditati nei titoli di coda.
CURIOSITÀ
Una delle fonti utilizzate per la ricostruzione dei fatti è stata il libro Il delitto Murri di Enzo Rossi Roiss
Riconoscimenti
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1975 - David di Donatello per il miglior film a Mauro Bolognini, Luigi Scattini e Mario Ferrari
1975 - Nastro d'argento ai migliori costumi a Gabriella Pescucci
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peter-ash · 3 years
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empaticamentesblog · 2 years
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Il brutto di essere una personalità Pas (persona altamente sensible) è che noti dettagli ignorati dall'80% della popolazione.
In questo momento di "Pandemia", tutti incaxxati con i No Vax, ma dei finti Pro Vax ne vogliamo parlare? I "finti Pro Vax" sono quelli che una psicologa definirebbe in senso lato "narcisisti covert". Quella fetta di popolazione egoista che si fa il vaccino usandolo come maschera e dicendo che lo fa anche per rispetto degli altri, ma sostanzialmente si fa il vaccino solo per andare dove gli pare. Da cosa lo deduco? Dal fatto che se una persona si vaccina veramente anche per rispetto degli altri, dovrebbe essere la prima a farsi un tampone di sicurezza in caso di sintomi evidenti. Invece no, ti senti dire: no, vabbè non l'ho fatto il tampone perché tanto è solo influenza ".
È solo influenza? Ma te lo sei fatto il tampone?
No.
E all'ora sulla base di cosa dici che è influenza?
Capite perché sono sempre più schifata.
Ricapitolando:
1) No Vax: narcisista overt, sfacciatamente egoista e pericolosamente untore perché senza alcun criterio e rispetto va in giro a fare danni.
2) Finti Pro vax: narcisista covert, quelli difficili da inquadrare, più subdoli, apparentemente discreti. In questo caso mascherati da un vaccino, ma poi nei fatti non hanno il minimo rispetto per gli altri.
E poi esistono i free vax: coloro che non vanno in giro a contagiare, anzi, stanno più attenti di tutti gli altri, ma non sopportano l'idea di una imposizione coercitiva priva di logica e avente ad oggetto regole che per niente mirano ad arginare il contagio.
Se solo la gente si fosse fatta vaccini anti influenzali prima dell'esistenza del covid, come ho fatto io per 28 anni, sarebbe consapevole dello scempio a cui stiamo assistendo. Ma come al solito la gente non vuole studiare sui libri, ma si limita ad affidarsi ad un sistema corrotto.
Ricordatevi che un Governo e un Sistema sanitario non sono vostra madre!
Francamente mi fanno più paura questi finti Pro Vax. I primi sono evidenti e li eviti. I secondi devi essere un ottimo osservatore per inquadrarli.
Per questo mi sono chiusa nel rispetto della mia salute delicata e dei miei genitori.
Sono veramente schifata da questo mondo popolato da finta gente perbene. Svegliatevi e imparate ad osservare ogni cosa!
Così come sono schifata di un Governo che, palesemente, adotta misure punitive per i no vax, ma che non servono a niente per evitare i contagi...
Ma veramente il popolo non lo vede?
A settembre ha riaperto le discoteche dove ovviamente la probabilità di contagio era assicurata, ed ora invece chiede il Green pass base per fare un versamento in Banca? Cioè in Banca dove, rispetto a una discoteca, non ci sono neppure i presupposti per un contagio?!
È ora di darsi una svegliata!
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corallorosso · 3 years
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Direttore Enrico Mentana, lei ha detto che si vergogna di me. Non sa neanche chi sono eppure si vergogna di me. Perché sono una tra le persone che ha chiesto di inserire i giornalisti in prima linea tra le categorie essenziali da vaccinare. E lei dice che si vergogna, parla di coerenza e di dignità. Beh sono costretta a risponderle perché in qualche modo mi prende in causa, mi insulta, pensa che il lavoro del giornalista non sia essenziale facendo un torto alla fine, più a se stesso che a me. Vede non tutti sono conduttori, non tutti possono starsene al sicuro dietro ad uno schermo con lo stipendio fisso, non tutti fanno giornalismo dando giudizi senza neanche probabilmente sapere più cosa sia fare il giornalismo vero, quando si passa più tempo in tv ad ascoltare la propria voce, invece che quella degli altri. Ma i giornalisti veri le voci le ascoltano ancora, entrano nelle case e nella vita della gente, consumano le suole e portano le notizie che poi spesso finiscono nei vostri contenitori ormai un po’ demodé, pagati due lire. Forse lei non sa che i servizi sulla politica che lei diffonde li hanno fatti giornalisti che vanno alle conferenze stampa, cameraman e reporter che si accavallano l’uno sull’altro per afferrare le dichiarazioni di un qualche politico o politica. Ci sono giornalisti che seguono le proteste. Giornalisti che per mesi sono stati sulle porte o dentro gli ospedali a raccontare quelle cose di cui voi élite vi riempite le bocche. Ci sono giornalisti che girano per campi profughi, giornalisti in zone di guerra, giornalisti di viaggio, giornalisti ambientali, giornalisti che intervistano persone che magari non sanno neanche cosa sia un computer per fare una diretta. E il problema non è il rischio di essere infettati, nel mio caso che sono una giornalista di guerra, la possibilità di essere infettata e morire, è veramente l’ultimo dei problemi, quando rischi bombe, rapimenti, agguati. Ma negli ultimi 25 anni ho protetto ogni persona con la quale ho avuto a che fare, che fosse il mio fixer (e mi auguro sappia chi sia) o una persona che intervistavo, dalla remota possibilità di metterla in pericolo. Ed è per questo che per lavorare non rischiando di infettare nessuno, ci serve il vaccino, perché così non lo porterei all’estero, non lo farei entrare in un campo profugo, non lo porterei a casa di qualcuno, non lo porterei nella sala di un presidente o di un generale, così come di una donna stuprata da un militante o da una bambina che mantiene tutta la sua famiglia fingendosi un maschio. Perché noi lavoriamo così, sciorinando notizie ma anche assorbendo il dolore, la sofferenza della gente senza schermi o filtri, e non c’è un modo più sicuro per fare questo mestiere se non esserci. E quindi a dire il vero, sono io che mi dispiaccio per l’aridità che dimostra nel non proteggere, non solo la sua categoria, ma le persone che magari lei manda a lavorare, senza contare che molti di noi devono proprio lavorare, per campare. Forse lei non sa che il covid ci ha inchiodato a casa strappando delle voci alla narrazione che i giornalisti in prima linea lottano per fare ogni giorno. Forse non lo sa, ma la violenza e la repressione della libertà è aumentata in certi paesi proprio perché non ci sono i giornalisti a monitorare la situazione. Forse non lo sa ma, abbiamo preso un impegno con il lavoro che facciamo e le persone che abbiamo raccontato nei momenti più bui della loro vita, di esserci quando le cose accadono, di raccontarlo, di garantirne la veridicità. Oppure preferisce che restiamo a casa? E ci paga lei, mi sembra che i “giovani”, che ha preso per salvare il giornalismo, abbiano uno stipendio, che sì, si può dire al limite dell’indecenza. Non pensi che solo lei fa questo mestiere e che può farlo in sicurezza, e mi dispiace sempre quando si perde un'occasione per essere di aiuto e sostegno a chi è più debole o vulnerabile come i freelance. Ma le che ne sa? Ha mai fatto il freelance oggi? La sfido: provi a fare il freelance per un mese senza usare il suo nome e vediamo se riesce ad arrivare a fine mese. Continui a vergognarsi pure di me, ma io preferirei essere vaccinata e tornare in Afghanistan a raccontare cosa sta succedendo, come il ritorno dei talebani stia mettendo di nuovo in ginocchio le donne che tanto hanno fatto per ricostruirsi. Detto questo non credo sia passato per la testa di nessuno di voler fare il vaccino prima degli anziani o dei vulnerabili. Alcuni di noi sono persone perbene e hanno famiglia, io ho appena seppellito mio zio malato che ha preso il covid dal badante, quindi non mi venga a dire che si vergogna di me, senza conoscere la storia mia e di quelli come me. Non giudichi me, ma piuttosto chi non ha mantenuto l’impegno di vaccinarli tutti in fretta, giorno e notte, giudichi quelli che non hanno prodotto abbastanza dosi. Giudici chi ha potere, e chi non lo usa per fare quello che è giusto. Chi come me lavora in prima linea chiede solo di essere inserito nelle categorie essenziali come insegnanti, bidelli, veterinari, poliziotti come hanno fatto in altri paesi. Perché che lei ne dica, siamo essenziali. Perché i giornalisti, quelli veri, sono una rappresentanza essenziale di una società civile, come lo sono i medici, gli insegnanti, le forze di sicurezza. Sono il motivo per il quale ci si può considerare un paese libero. Nei paesi dove non ci sono giornalisti o dove non si fanno entrare giornalisti spesso e volentieri, sono dittature e questo ci rende anche un ago della bilancia come ce ne sono altri altrettanto importanti. Giornalisti, fotografi, videoperatori, ma anche operatori umanitari, persone che dedicano il loro lavoro agli altri hanno diritto secondo me, di essere trattati con un po’ più di rispetto. Quindi magari pensi un pochino prima di precipitarsi ad insultarci perché il giornalismo che dovrebbe essere vaccinato non è sicuramente quello dietro ad una scrivania, necessario ma non in pericolo, ma quello che oggi uscirà e non deve avere paura di contagiare se appoggia la mano sulla spalla di qualcuno che soffre. Barbara Schiavulli (https://www.facebook.com/barbara.schiavulli.5)
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paoloxl · 3 years
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La storia di Angelo Massaro, in cella 21 anni da innocente - Osservatorio Repressione
Angelo Massaro è stato assolto dopo una condanna per omicidio e ha scontato da innocente 21 anni di carcere. Fu incastrato da una intercettazione in dialetto interpretata male
“Lo Stato italiano mi ha sequestrato 21 anni per un reato mai commesso“. Angelo Massaro non è mai stato troppo in silenzio. Nemmeno dietro le sbarre, dove per oltre quattro lustri ha continuato a gridare, forte, la propria innocenza. Lo hanno arrestato, processato e condannato per tre gradi di giudizio per un reato che non ha mai commesso: l’omicidio di un suo amico. A febbraio del 2017, dopo aver ottenuto la revisione del processo, i giudici di Catanzaro lo hanno riconosciuto innocente. Ma prima ha trascorso la metà degli anni che ha dietro le sbarre.
Oggi, a 54 anni, ha il resto della sua vita davanti. Ma la sua giovinezza l’ha passata a scontare una condanna per aver ammazzato Lorenzo Fersurella, ucciso il 22 ottobre 1995 in Puglia. Ne avrebbe dovuti scontare 24 di anni in cella, tre anni in più rispetto a quelli messi per riconoscere la propria innocenza. E tutti quegli anni in carcere li ha passati per una telefonata male interpretata dagli inquirenti. Per una consonante: gli investigatori che lo hanno intercettato hanno appuntato “muert“, che in pugliese vuol dire morto, al posto di “muers“, che significa, invece, oggetto ingombrante.
Una lettera sola ha stravolto la vita di un ragazzo che all’epoca aveva solo 29 anni e un bimbo nato da soli 45 giorni. “Sette giorni dopo la scomparsa del mio amico ho telefonato a mia moglie, dicendole di preparare il bambino per portarlo all’asilo. Ho detto questa frase: “Faccio tardi, sto portando u muers” – racconta. Portavo dietro alla mia auto una piccola pala meccanica per fare dei lavori edili per mio padre. Questa frase l’ho detta davanti ad un’altra persona che non è mai stata sentita dagli inquirenti”.
Gli investigatori, quel giorno, non verificano cosa effettivamente Angelo Massaro stia trasportando. E passano quattro mesi prima che qualcuno lo interroghi. “Mi chiesero se ero mai stato a San Marzano, senza dirmi perché melo domandavano”, dice. Le manette arrivano sette mesi dopo quella telefonata. “Era il 16 maggio 1996. Mi stavano arrestando per aver ammazzato l’uomo che aveva battezzato il mio figlio più grande, che avrebbe dovuto battezzare anche il piccolo, il mio compare d’anello – racconta. Sono stato privato dell’affetto dei miei figli. Ero incredulo ma avevo fiducia. Pensavo che ascoltando bene la telefonata avrebbero capito”. Invece prima che qualcuno capisca l’equivoco ci vuole molto tempo e la vicenda diventa sempre più ingarbugliata. “Come potevano pensare che qualcuno trasportasse un cadavere sette giorni dopo un omicidio alle 8.30 del mattino? Avrei potuto dimostrare tutta la verità subito”. Ma nessuno sa rispondere ad Angelo Massaro ora.
La sua fiducia rimane invariata anche nel corso del processo. Tanto che la difesa rinuncia a sentire testimoni, sapendo che non c’è prova alcuna della sua colpevolezza. “I testimoni dell’accusa non hanno dato elementi utili”, spiega infatti. All’improvviso, però, spunta un pentito. “Ci siamo opposti ma non è servito – racconta Massaro -. Il collaboratore ha soltanto detto che secondo lui avrei potuto ucciderlo io il mio amico, tutto qua. Può bastare questo? Non credo”.
Per tre gradi di giudizio, invece, questo basta e avanza. In appello i legali chiedono una nuova perizia sulla telefonata e l’audizione di altri testimoni, ma non viene concesso. E non serve nemmeno la testimonianza dei carabinieri di Roma, che hanno spiegato come il tono di voce, nella telefonata, fosse tranquillo e come quella parola incriminata – “muers” – possa avere diverse interpretazioni. Le motivazioni delle sentenze, nel merito, non hanno chiarito cosa sia accaduto quel lontano giorno di ottobre, quando Fersurella venne ucciso.
Il caso si è riaperto solo nel 2012, dopo una lunga battaglia da parte del suo legale, Salvatore Maggio. La Corte d’appello di Potenza aveva infatti negato la revisione del processo, poi concessa dalla Cassazione nel 2015. Il processo è quindi finito in Calabria, a Catanzaro, che ha ordinato l’apertura della cella dopo 21 anni trascorsi lì da innocente. “Lo stesso procuratore generale di Catanzaro ha criticato la sentenza, definendola piena zeppa di errori”, racconta ancora Massaro. Che stenta a credere di aver potuto passare metà della sua vita da recluso per un errore.
“Non ho mai accettato questa condanna, tremendamente ingiusta. Mi ha portato avanti la rabbia, la sete di giustizia e verità”, racconta ora. Quelli in carcere sono stati anni di abusi di potere e violazione dei diritti umani. “Il ministero della Giustizia mi ha sempre considerato pericoloso e fatto girare per molte carceri. Mi hanno ritenuto insofferente nei confronti delle regole penitenziarie”, spiega.
E per sette anni, dal 2008 al 2015, non ha potuto vedere i suoi figli, nonostante il tribunale avesse certificato il loro stato di depressione causato dalla lontananza del padre da casa. “Nonostante il magistrato di sorveglianza di Catanzaro abbia richiesto il trasferimento a Taranto, vicino ai miei figli – denuncia – il Dap si è completamente disinteressato”.
Le condizioni di vita dietro le sbarre sono state a volte intollerabili. In cella, ad esempio, mancava l’acqua “e mi lavavo con quella delle bottiglie, che ero io a comprare. E cosa è successo? Mi hanno punito con l’isolamento per lo spreco d’acqua. Questa è solo una parte delle cose subite. Ho visto gente perbene ma anche tanta violenza”.
Angelo oggi racconta la sua storia in giro per l’Italia. A Catanzaro, in carcere, ha iniziato a studiare giurisprudenza, arrivando a scriversi da solo l’istanza di revisione. L’ha inviata a molti avvocati, fino a quando non ha incontrato Maggio, che ha deciso di credere in lui. Così si è rimboccato le maniche, riascoltando tutti i testimoni in grado di smontare l’accusa.
Nelle sue mani prove importanti: Massaro il giorno dell’omicidio non si trovava a Fragagnano, luogo in cui Fersurella scomparve, bensì a Manduria, al Sert. A sostegno della tesi dell’innocenza anche alcune testimonianze e le intercettazioni di un altro processo, “Ceramiche”, nel quale l’uomo si professa più volte innocente. “Insomma, tutta una serie di elementi che non erano stati presi in considerazione”, aveva sottolineato il legale dopo l’assoluzione. Prove che vengono valutate soltanto negli ultimi due anni, quando ormai la pena è stata quasi totalmente scontata tra le carceri di Foggia, Carinola, Taranto, Melfi e Catanzaro. La libertà, ora, la vive da uomo spaesato, felice ma arrabbiato.
Perché la spiegazione di quanto accaduto non è ancora arrivata. “Chiedo solo che vengano fatti degli accertamenti, perché privare della libertà una persona a 29 anni è crudele e in uno stato di diritto è immorale”, dice. E invita a riflettere sullo stato della giustizia in Italia, dove molti processi sono stati rivisti e ribaltati. “Chi sbaglia è giusto che paghi ma un giudice prima di condannare una persona e privarla della vita e dei suoi affetti deve chiedersi se lo fa oltre ogni ragionevole dubbio – evidenzia -. Non provo rancore, voglio solo capire se questo errore poteva essere evitato”.
Massaro ha potuto riabbracciare sua moglie, all’epoca solo 22enne, e i suoi figli. Una felicità che cresce assieme alla frustrazione. “Perché ho fatto questi 21 anni di carcere?”, si chiede a cadenza regolare. Perché, ribadisce, non è il carcere ciò che non riesce ad accettare, “ma la condanna per un crimine così efferato – ha concluso. Non potevo sopportare che mi si accusasse della morte di un mio amico, non volevo che la mia famiglia venisse additata. Ho lottato, non mi sono mai arreso. Ma spesso mi chiedo: se fosse capitato a qualcuno meno forte di me e si fosse ammazzato, chi avrebbe lottato per dargli giustizia?”.
Simona Musco
da il dubbio
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lonleysometimes · 4 years
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Eccomi qua, anche io con una relazione difettosa, o forse quella difettosa sono io.
Sono una ragazza di 30 anni, indipendente, ambiziosa e che sa il fatto suo e il suo valore nella vita e nel lavoro che sto intraprendendo. Sto cercando di costruirmi una carriera. Viaggio tanto, ho un giro di amicizie fantastiche, tanti interessi e una famiglia che mi ama e mi supporta in tutto quello che faccio. Le relazioni amorose però, per un certo verso, non sono il mio forte.
Ti faccio una premessa, ho perso mia madre quando avevo 10 anni e mio padre a 19. Genitori che ho amato/amo alla follia. In particolare mio padre. Un uomo che ad oggi, con un po’ di complesso di Elettra, vedo perfetto e inarrivabile. Un padre che però mi ha insegnato che non avrei mai dovuto dipendere da uomo, ma quest’ultimo doveva essere un compagno di vita che sceglievo per amore indipendentemente dal resto. Dovevo insomma essere felice.
Ti tralascio i dettagli di storie passate andate male, una miriade di amori non corrisposti in cui mi sono persa inutilmente, non sono riuscita a stare con uomini che non amavo, ma loro mi avrebbero portato la luna. Relazioni brevi e fugaci, mai nulla di veramente serio, ma sono sempre loro che mi lasciano e poi trovano una nuova che sembra “l’amore della vita”. Mi chiedo come mai, dove sbaglio, perché sono l’eterna seconda e che cosa mi manca per non essere scelta. Troppo super donna? Troppo indipendente? Troppo incasinata? Troppo ingestibile? O forse no, forse sono solo io che mi vedo così e in realtà non c’è grande valore in tutto quello che ti racconto di me.
Eppure io cerco qualcuno con cui costruire una vita e chissà magari una famiglia e più cresco più ho voglia di questo.
Arriviamo alla mia ultima relazione difettosa.
L’anno scorso ho incontrato P., poco più grande di me, affascinante e intrigante. Già ci conoscevamo, io sapevo che lui non era in cerca di cose serie, ma io, uscita da un’altra storia difettosa, decido di accettare un suo invito. Parte così una relazione friends with benefits, cercata da entrambi ma principalmente imposta da lui (ma dai). Lui mi inizia a piacere sempre di più, quindi arriva un punto in cui questa relazione non è abbastanza per me.
Chiudo la relazione facendomi piano piano di nebbia, con dispiacere ma senza rancore. Incontro un altro ragazzo E., sulla carta il principe azzurro. Fa tutte quelle cose che P. non faceva. “Ti vengo a prendere in stazione”, “Mi manchi”, “Passiamo una giornata insieme”. Insomma tutte quelle cose belle da relazione normale. P. appena scopre che mi sono fidanzata mi cerca e mi ricerca, convinto che mi avrebbe portata tra le sue braccia di nuovo. Ma io non ci casco, non posso farlo a me stessa e al rispetto che ricevo in questa relazione. Lo respingo più e più volte per 8 mesi. Come un fulmine a ciel sereno E. mi lascia con un “non provo sentimenti”. La vera realtà dei fatti è che aveva incontrato un’altra. A quel punto, dopo una delusione iniziale, capisco che questa relazione, che sembrava perfetta e un trampolino verso una vita insieme, in realtà non mi aveva lasciato niente.
Ovviamente cosa faccio, ovviamente torno da P. – Cerco di impormi più leggerezza, “quel che viene viene”.
Non ho aspettative e sono più sicura di me. Per tre mesi ci vediamo, di base sembra solo sesso, ma è tutto diverso rispetto all’anno prima. Parliamo, ceniamo insieme. Io vedo solo lui e lui vede solo me, ma rimaniamo nel limbo. Viviamo e stiamo bene. Accade la quarantena e non ci possiamo più vedere. Il tempo si ferma e siamo alienati. Veniamo sottratti del sesso, ma abbiamo entrambi voglia di sentirci accanto. Parliamo tanto e ci preoccupiamo l’uno dell’altra “mi man
chi” “non vedo l’ora di vederti” “quando finisce tutto stiamo un giorno insieme”. Io ovviamente non sono immune a tutto questo, ma mi ripeto che è il disagio della quarantena che spinge lui a fare questo, per proteggermi
La quarantena volge al termine, torniamo a una vita pseudo normale. Ci vediamo, lui è freddo e distante. Io quindi mi comporto di conseguenza. Di lì a qualche settimana mi dice che ha iniziato a frequentare seriamente un’altra, ma che a me ci tiene, magari “rimaniamo amici”. Di nuovo, l’eterna seconda, quella che non è abbastanza.
Senza rancore, scenate o spiegazioni, gli auguro il meglio e gli dico che possiamo mantenere un rapporto civile. Sono ferita, ma intraprendo la graceful exit, da signora. Lui continua a scrivermi continuamente (ammetto che mi fa pure piacere), io rispondo per educazione ma ovviamente distante e senza provocarlo. Lui rigira la frittata, dicendo che sono fredda, arrabbiata e che non ne ho motivo. Quindi adesso sbaglio pure le reazioni? Troppo dura? Cosa si aspettava l’amicona o la gatta morta che continua a provarci? Niente Ester, vorrei avere la forza di uscire definitivamente da questa storia e abbandonare questa persona, ma una voce dentro di me mi dice di provare il tutto per tutto perché non hai niente da perdere.
Scusami per il papiro.
Grazie mille.
G. 
Cara G.,
insomma siamo sempre qui. Che mi squaderni a fare il curriculum della prima della classe se poi non usciamo dal desiderio somaro di relazione complessa? A che serve aver letto i libri giusti, viaggiare, l’iscrizione al circolo arci?
Devo provare tutto perché non ho niente da perdere. Che invidiabile disprezzo per il tempo, G., hai trovato il negozio che vende vite di riserva a poco prezzo senza intercessione del demonio?
Dannarsi piace e tutte le scuse sono buone. C’è poco da fare a parte ammetterlo.
La prendo con leggerezza, quello che viene, viene – la balla suprema. Chi sa pendere le cose con leggerezza inconsistente è la gattamorta, padrona e gran Ciambellana dei sentimenti. E le gattamorte certo non scrivono, sono offline a comandare il mondo. È una questione di carattere. Per le cose prese con leggerezza ci vuole la mano, il talento, lo spirito, serve fregarsene in fondo dell’amore e serve nascerci. Quelle streghe sono inarrivabili, disinvolte bellissime. Pure io volevo essere una di loro.
Tuo padre aveva totalmente ragione. Serve un uomo perbene, rispettoso, di rette abitudini e sani pensieri, non prepotente, forte, generoso, lucido, intelligente, cresciuto, risolto. Ce ne sono, questa è la buona notizia, non con tutte le qualità in equo bilanciamento, ma ce ne sono. Codesti masculi santi non sono neanche avvolti nelle tenebre, occultati, tenuti a chiavistello. A differenza del marcio, il buono non è qualità che resta nascosta a lungo. Insomma il bravo figliolo di solito lo riconosci, non serve scavare alla ricerca di qualità inabissate.
Gli inutili, quelli che scrivono ma non ti vogliono, pure loro ci tengono a farsi riconoscere, a dirla tutta. Certi (come il tuo) propongono senza tema il contratto di assunzione alla poveracrista: non voglio niente di serio da te. Sei al nero, baby. E il pesce abbocca lo stesso! Senza esca! Alcune automunite si recano anche a casa sua! We deliver!
La verità è che la femmina non vede l’ora: si sente sfidata a riuscirci, tu non mi vuoi ma io ti plagerò – l’eroina, la cretina. Alzi la mano chi l’ha fatto e si scagli la prima pietra da sola.
Parità di genere sarebbe accettare davvero l’accordo “va bene così”. Poi però non va mai bene così e precipitiamo negli eterni anni novanta del “perché non chiama?”.
A complicare le cose ci si mette la fortuna di incontrare per la via gente che invece a te ci tiene. Ogni relazione decente che il padreterno ti manda sarà sempre sfregiata da una domanda: epperò come mai non provo niente? Perché sono invece attratta da eccetera?
Succede perché il buono non garba tanto spesso, G., figurarsi a vent’anni, trenta. Bisogna essere persone con tutti i bulloni a posto per innamorarsi solo degli adatti, servono troppe circostanze fauste: eccellenti genitori, belle amicizie, vita in città con alternative facili – dove basta cambiare quartiere per cambiare gente. E soldi, non parliamo di quanto aiutino i soldi a non innamorarsi male.
Non mi prendo la responsabilità del freddo che sta per scendere su questa pagina, lascio a Flaiano. Che spiega perché molte di noi sono sceme, o sono state sceme per qualche decennio, e in generale perché il mondo va alla rovescia.
Indulgenza per la gente che si comporta male. Chi non suscita né simpatia né compassione è l’uomo medio, onesto e senza grandi inclinazioni al male. L’uomo che lavora per tirare avanti, che mette su famiglia e la mantiene. L’uomo medio è antipatico. (Io sono antipatico. Mi si sopporta). Per diventare simpatico bisogna comportarsi da canaglia, per farsi amare bisogna farsi mantenere. È l’equivoco erotico che continua. Il malvagio dà quelle garanzie sessuali che la persona per bene non dà. Chi si comporta rettamente ammette la sua «ordinaria» attività sessuale e non interessa.
Il seguito, quello che osservo sugli esiti degli amori stracciati, ovvero la convalescenza, come guarisce la testa di femmina che picchia sul muro alla ricerca dell’amore fatto apposta per me, è una lenta convergenza verso uno stato d’animo non troppo definibile, fatto della stessa sostanza della vittoria e della rassegnazione, che s’addensa in luoghi comuni. Sono il patrimonio dell’umanità femminile che viene tenuto nelle stanze segrete, questi luoghi comuni.
Li avrai sentiti pure tu. Più ti allontani dai vent’anni meno sanno di rancido. Eccone alcuni, ho preso i più banali: “Poi subentrano altre cose” “L’amore non è quello dei vent’anni” “se mi mettevo a cercare quello perfetto lo trovavo all’ospizio” “le favole lasciamole alle ragazzine” “leviamole pure alle ragazzine”.
L’amore è fatto di una mezza misura perfetta, G.. E’ una lenta aggiustata delle aspettative, una sudata discesa nelle valli del compromesso. Vedi tu per che via arrivare alla relazione finale. Guerra o pace. Se sei più a tuo agio dentro le dolenti poesie o in un messaggio whatsapp che dice “manca il detersivo per la lavastoviglie”.
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darthdodo · 3 years
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Ogni tempo conobbe i suoi orrori, i suoi errori, e i suoi morti per quanti  uomini  furono chiamati  eroi e valorosi  perché morirono o si coprirono di gloria ..e  imprudenza fidandosi ciecamente di chi li mandava sotto le bombe termobariche allo sbaraglio  e per tutti quelli e quanti altri furono chiamati mostri sanguinari incapaci di difendersi dall’annientamento di quei bombardamenti a tappeto che devastavano la tiepida estate dei cittadini europei inglesi  tedeschi inermi;  per quante volte si macchiarono di ogni  atrocità e per quante altre ne seppelliranno nel silenzio.. del tempo, dei secoli medievali che gli appartengono. E in come ogni epoca dove la verità si confonde spesso con la percezione del mondo, il secolo scorso riconobbe le figure e gli scempi oltre i veri limiti per seppellire la storia, quella dove facevano a pezzi, sgozzavano e defraudavano le famiglie, non solo perché erano ebrei, ma perché andavano surgelati per la stagione genetica degli anni avvenire, carne fresca da dilaniare, sbrindellare, trivellare, macellare, vaporizzare e stritolare in milioni di rimasugli e anime quando i cosiddetti  volontari della Normandia sacrificarono tutto e come pedine del secondo conflitto mondiale.. divennero la memoria travisata di chi scrive la storia come una favoletta della buonanotte, nel copione di uno spartito suonato a quattro mani col sangue dei popoli e delle famiglie perbene per espropriarle sotto ogni guerra, dinastia sanguinaria o bandiera di regime, anche laddove una Gestapo non arriva subito e viene smarcata da decenni di delegittimazione e valanghe di propaganda.. per imporre la volontà di pochi con uno stato di polizia sovrannazionale, nominato o autocratico quando gli artifici e i mezzi subdoli di una democrazia glielo consentono e gettano le basi dell’autocelebrazione di questi esteti della merda soffice; o  dovunque vengono abbattuti e sbriciolati i diritti come fossero castelli di carta, stronzate vomitate da un Alessandro Cattelan in qualche pubblicità della Vodafone a reti unificate, in un’inesauribile e inesorabile ricerca dell’estetica della violenza, e della grammatica dell’inagibile.. in un paese che viene giù per colpa dei terremoti e delle calamità provocate ad arte, coi disastri annunciati se dei viadotti si polverizzano nel giro di un Amen con due gocce o quando si accartoccia pure la nave da crociera per colpa di uno Schettino fissato con l’inchino, un paese distrutto da questi signori e amministratori unici del malessere novelli esteti della merda soffice e campioni sagaci e illustri del fare cruento e del disfare lungimirante tra le macerie della crisi e di Equitalia, dove gli italiani vengono ridotti ai sintomi di uno stato terminale, andato oltre il torpore e il silenzio di minimizzare, sdrammatizzare, alleggerire il fardello colla delegittimazione e per questi monumenti del velluto e delle trasparenze andarci  scartavetrando tutto quello su cui mettono le grinfie  nelle forme della prosa e della mimica condite colla dietrologia e dramatica spicciola, giusto per non brancolare troppo nella constatazione o nell’amaro di un’esasperazione insipida dove certi maestri della repressione falliscono e nella speculazione pura  si fanno più cattivi se non la strumentalizzazione persino nei fatti, facendo i fatti e i cazzi vostri a sproposito e discapito degli individui, delle masse di sprovveduti e cittadini inermi, sfiduciati, menti deboli e pedine sacrificabili di un gioco più grande di chiunque, nel cuore di un sopruso e nel merito di ogni abuso civile, penale, giuridico, costituzionale, razionale, oltr la sostanza di ogni caposaldo afflitto e messo in croce o a repentaglio in ogni salotto buono, e circolo del pensiero diversificato, quando si mette in discussione la sopravvivenza della gente a scapito di un teatro dell’assurdo, dell’irrilevante, dell’opinione insignificante che qualche rabbuiato ancora rispolvera quando non sa che cazzo dire; o se da un sistema che viene sovvertito regolarmente si travalica la pazienza e la calma per entrare a gamba tesa su tutti e magari rovesciare un ordine nel quale tutti dovrebbero sentirsi tutelati, difesi, protetti.. e non messi al centro degli insulti di qualche testa calda, testa di cuoio, testa di cazzo o testa d’uovo; o per come e per esempio non  spetta alla giustizia accettare proporre nomine e incarichi o affidare mansioni tra pubblici ufficiali in conflitto d’interessi palese e al dir poco spesso e volentieri che rasentano l’osceno; per poi disprezzare i cittadini o arrivare ad additarli da un piedistallo di questo fottuto o dal trono di quel rinnegato sempre  assortiti e assorti nelle loro logiche colluse e votate fra le mafie istituzionali di questo paese di lenoni televisivi e prostituti mentali; aggettivando ogni iniziativa come l’azione, la manifestazione di un branco di smarriti, di alienati, di plagiati, e di facinorosi rimbambiti o  incompresi tra le maglie fitte di questi merdosi agitatori ..e infin dei conti costretti, istigati, coinvolti  dall’inarrestabile pioggia di morte che un terrorismo mediatico, delle bombe, o della metrica concisa, da quella metafora spaccata e biascica retorica trovano  sempre il modo di cambiare discorso, di alleggerire le cose e allentare i punti gravi di una crisi democratica poiché si può sferrare contro qualsiasi nazione.. anche quando arrivano le lacrime e il sangue di certi puttanoni sociopatici o un altro cane picchiune si fa sotto e riprende le redini del controllo partendo dalle premesse dell’incertezza: di un autunno caldo, irresistibile, talebano e da collasso mentale, mentre un irresponsabile si fa strada e inveisce con il buonismo, il pietismo, o il vittimismo da uno stile libero all’altro  misto quattrocentista verso ogni deviato e ottenebrato che ancora s’imbastardisce e gli da quel minimo consenso sindacale o gli ascolti invece di boicottarli, di denunciarli quando fanno allarmismo, o provano a sminuire e sfiorano a più riprese quell’anticamera dell’idiozia, dell’amenità, dell’incoerenza che senza mezzi termini è il baratro del lume della ragione e della presenza di spirito .. perché rivende la verità ad uso e consumo di una volontà di fare del male e andare addosso al caro buon senso delle persone comuni.. di quelle persone sane e determinate a volersi bene e intendersi libere dai vizi di mente di questi squilibrati, eunuchi, decresciuti anormali, che corrono come professori pisciati tutte le loro scorciatoie preconfezionate nelle loro deformazioni intellettuali e s’imbrodano o divorano a reprimenda.
Superando gli scrupoli della violenza che viene istigata, sobillata, rimestata, blablablata e vanverata con la precisione di certe peccane della Repubblica e dei colti venerandi morituri di questi recessi e lastricati infernali che brulicano e li pullulano consumandoli bruciandoli fino alle maniere incoraggiate e disinvolte, e agli istinti della supremazia che nutrono verso le armi terribili.. della distruzione, della devastazione, dell’annientamento, dell’ingerenza e dell’escalation mentre avvengono le forme instillate,  delegate e sopraffattrici della paura, dell’incertezza e dell’indifferenza fino all’odio di misura, di quei sadici pacifici pensatori che pontificano scrupoli da intellettuali fecondi floridi di saperi e col premio Nobel per la pace sul caminetto dei trofei ..si ritrovano negli eccessi e nei deliri d’onnipotenza e poi si  incontrano col miele che all’improvviso li trasforma in padroni degli ideali, vette di moralità e ordinariamente giocando in casa cogli effetti nefasti di un continente in rovina che perde la sua grandezza e quell’ordine delle cose dove un tempo si ci rispecchiavano come in uno stagno e la descrivevano la culla della civiltà così com’è oggi ed è divenuta la tomba della vivibilità; una condizione favorevole al caos dove i pacifisti frantumano i valori coi favori e l’indignazione bambina o autorevole  coll’amenità dei gesti politicamente corretti,  come il caffè annacquato, mentre i pacificatori agiscono nel sottobosco con le parole dell’umanità per minarne e delegittimarne il futuro venturo delle generazioni di incoscienti fra le risoluzioni delle nazioni unite nella guerra e  senza soluzione di continuità nella credibilità..  dove si spengono  le speranze dei popoli e si stringono i cuori con le alleanze o con la mano di chi la tende nell’autocrazia, alla monarchia di un potere sovrannazionale, dove non hanno più peso e influenza quelle presunte personalità e prostituti mentali che fanno dei loro eserciti senza rivali, gli scettri di un giuoco al massacro dei soldatini, e lì dove non osano neppure entrare gli arcangeli o i falchi colle colombe,  proprio la misura di quanto serve a questi figli di peccana per proclamare eroi coloro che muoiono invano sotto il loro nome.. mentre le trasformano nel manifesto e in ogni orrendo lapidario simbolo al milite ignoto tra le rovine di ogni città europea, in ogni avamposto in fiamme e in ogni angolo della loro guerra.. totale.. totalitaria.. verso tutti e tutto; nella quale si ci specchiano senza rimorsi la mattina e si fottono fino al biasimo la sera prima di andare a puttane, in ogni spunto o sputo verso l’immaginazione dove essi trovano i loro guerrieri per dipingerli o dipingere la tela d’elezione tra quelli che li seguirono e  furono capaci di farsi esempi e scempi irriducibili o  pedine sacrificabili nella follia degli uomini; nella follia della contrapposizione che questi tiranni conoscono bene, o praticano e adorano addomesticare nel nuovo scenario bellico e asimmetrico: proprio laddove quelle anime bestiali trovano il loro riposo posto accanto al lustro di quei mostri sanguinari artefici di mille anni d’orrori e disastri nel frattempo che la nazione scontenta o il regime del caso divenga nuovamente quel precedente inscalfibile di un pensiero che avviene congegnale un lampo d’incoscienza e consapevole del male assoluto; nel male che incarnano fino  al cosiddetto frutto dell’antisemitismo, dell’espediente che  vittimizza una ragione rincretinita ottusa e rinchiusa con 6 milioni di morti che non parlano più nella cenere delle loro fosse comuni e che copre e riesce a soffocare bene  quel grido che milioni di famiglie europee non furono mai in grado di pronunciare, accostandosi per sempre alle carneficine trucidate nelle persecuzioni razziali, come anime sgozzate e defraudate di tutto e di ogni bene e sacra libertà solo per essere deportate o peggio spogliate e consegnate all’Hitlerismo dei banchieri, dei puttanieri incalliti col vizietto di farsi un Arem in provetta e per delle nazioni unite dalla corsa bellica, nella convenzione dei diritti e della libertà di schiacciare, disporre e selezionare quando si può  scremare un processo di  ristrutturazione demografica e genetica sui gruppi umani che sarebbe durato dal 1940 fino appunto al 1944.. 
In quel che in termini di tempistiche trovò come molti regimi altrettanti spudorati complici e il sostegno di innumerevoli stati in democrazia uniti nello sforzo e nell’impegno di chi trama e inganna la storia stessa pure sulle inezie e  ha tenuto cari.. uomini chiave,  banchieri, comitati e untori o soci fedeli fino alla lucida follia di una causa che ha trascinato un abominio fino a dove la dimensione ineguagliabile, indelebile, imperdonabile e  inenarrabile della vostra indifferenza è arrivata.
Una buona fetta di complottisti che preferisce dare la caccia ai tesori dei Nazisti e lasciare nel dimenticatoio una forca di Norimberga assicurata ai figli di Mussolini o ai discendenti del Fuhrer, forse nel 2021, ancora in vita per evitare certi argomenti scomodi e un reportage pieno di interviste e domande inopportune a quei nipoti invasati figlioni di Giscard o certi gerarchi: com’è di fatto Carlo XVI Gustavo di Svezia, attuale sovrano di Svezia e semplicemente o praticamente discendente  diretto nella successione a Carlo Edoardo di Sassonia-Coburgo-Gotha grandissimo disgraziatissimo e  fottutissimo magnifico fantoccio qualificato nella strategia dell’attenzione e della  propaganda del partito Nazista ..nei compromessi storici coi salvacondotti, che fu risparmiato come molti Baroni  dalla sentenza di Norimberga, dalla purga del Mossad, e per farci del male e non farci mancare nulla.. persino dai favori di una bombardona come Elisabetta II che sarebbe stata incoronata a breve accanto a quelle belve assatanate del Galles e bave cagne arciduchesse della giarrettiera dissetate dal miele delle bambinaie morfinomani e nottambule come Lady D-Day.. o Lady Dior a  Parigi col difetto di scherzare sui morti e sorridere, ghignare fino all’indecenza sui vivi, per farci bella presenza ad ogni occasione di mortificazione mondana.
In una campagna di massacro infinito, di alienazione senza tregua, di Stasi internazionale costantemente rivolta a quel deterrente che sarebbe continuato  decenni di boiate,  rintronando e rimbambendo fin destabilizzando ciò che sarebbe stato ribattezzato come “la grande guerra fredda” dei gloriosi e maledetti servizi segreti del SISDE, del Mossad e del KGB, per favorire quel naturale e lento ritorno alle origini e alle condizioni, alle premesse e ai presupposti che una rete di fiducia e di sottomissione annosa del potere decentrato promuove sotto ogni gerarchia; là  dove era indispensabile ieri riabilitare questi galantuomini per farli ritornare in corsa, o per normalizzare i rapporti fra cittadini e istituzioni dove ormai li riconoscono tutti, e li evitano pure i santissimi (i sacramenti) mentre quegli organi di polizia che spinsero ogni uomo e donna al limite e al massimo della sopravvivenza durante la WW2 si rifanno il look, e nel cuore dell’Europa scoperchiano il vaso di Pandora della spregiudicatezza istituzionale, tramite veti decreti e amnistie pure laggiù in ogni spiaggia della Normandia di domani dove possano dettare le forme convenzionali e le regole di un gioco che avrà le sue conseguenze, gli strascichi collaterali di una campagna militare: sia essa sotto una pioggia termobarica incessante e sia anche previo intervento di risposta immediata quando una granata con carica dirompente nucleare diventa un deterrente che può dilaniare un carro e gli scaltri o valorosi carristi che in un istante  diverranno carne da macello, facendo sparire  qualunque drappello di eroi nel nome della follia pura, ammucchiandoli, trucidandoli, macellandoli, ammassandoli esanimi e sbrindellandoli come avvolti dalla furia cieca di certi esaltati ..oppure laddove si sfioreranno cieli di atrocità sempre per raggiunge il limite della sopravvivenza e per finire preda dei veri caini e giuda di un mercato del sangue..  nei luoghi dell’agguato e laddove ogni assassino ha trovato il genere spietato per permettersi la sua infima  libbra di carne, la parte intrinseca di un’insana  violenza espressa come il un puro diletto di amministrare per vie estreme un guazzabuglio di  antagonismi e protagonismi che divengono punti di incontro e confronto se non biechi punti di vista della noia contemporanea che questi pochi bastardi incravattati e figli di troia sanno anche raccontarsela assieme ai ripetenti, agli asini e ai pazzi furiosi, senza  conoscere le traversie di untori e prestati al mestiere d’intorbidire le acque, o prediletti figli di quei  dissennati senza freni inibitori, devoti coll’indole e votati fino all’ incitamento infinito e sfegatato di unirsi cogli efori e profeti innalzati di un regime totalitario, mediatico, culturale che li fa sentire parte di una causa nobile e nel pieno fiero sentimento della civilizzazione: dov’è per loro quel punto di partenza e il declino in ciò che li ha resi così folli e determinati lucidi scannatoi nel vanto d’esserci fin colla freddezza, la destrezza e la bassezza di una menzogna lurida, lucida per agire e intervenire o come modello d’identità e di una dura realtà sempre pronta da servire.. in ogni fronte dove sono sospesi i trattati, i diritti e le motivazioni che mandano a morire o gettano allo sbaraglio migliaia di uomini, di profughi o di soldati considerati la stregua dei danni collaterali come fossero un’ondata di insetti da schiacciare e un’armata in grado di combattere per giorni o settimane in prima linea, e fino agli stenti, che possono spingere il limite disumano e la spregiudicatezza dei re o per conto loro quella condizione d’adorazione ai soliti principi senza palle ai quali si inginocchiano pure certi cani rognosi e pietosi mentecatti falliti come ..umanisti e come uomini senza più patria e alcuna vergogna.
Se non mi fossi lussato un alluce a causa di certi bastardi scocciatori, illustrerei fra queste righe cosa c’entra in termini d’aspettativa questo sproposito con le meraviglie della moderna tecnologia che consente e conferisce a quest’arma di essere così versatile e così vulnerabile allo stesso tempo; ma in attesa di quei  provvedimenti e misure che sblocchino i fondi di stanziamento nell’aggiornamento e ammodernamento di tutti gli eserciti del mondo, da un pò di anni trascurati e lasciati in balia a dei figli d’arte della militaria, guerrafondai solo a parole e nell’istinto irrefrenabile di cercare sempre soluzioni di contenimento o missioni preconfezionate come in un bombardamento a tappeto, mi limiterò a dei meri dati indicativi sulle prestazioni di un cannone da 140 mm che sopporta una pressione paragonabile a 7100 BAR, e riesce a sviluppare una fase esplosiva di  880 MPA di pressione spingendosi oltre i 580 MPA del precedente 120 mm.. portando i materiali a resistere in quell’usura termica che ha innalzato l’età di questi pezzi d’artiglieria a 4000-5000 colpi (con una dovuta manutenzione dell’evacuatore).
Poi, per quel poco che conta, si può aggiungere che tutte queste varianti dallo Stridsvang122 alle collaborazioni col consorzio elvetico nel Pz87 e ancora nei frutti e in tutte le forme rinnovate dalla moderna concezione di quei rapporti eccellenti di scambio d’esperienze e vedute che nel corso di qualche decennio hanno favorito l’incremento delle specializzazioni franco-tedesche-canadesi,  rientrano nel prodotto e nel raggiungimento di uno standard a dir poco discreto e un esito accomodante almeno in attesa di ulteriori sviluppi sul piano della sicurezza che fornirebbe per esempio o doterebbe ogni carro Leopard e Abrams di un’unità Sentry Attiva tipo CISW Phalanx a canne rotanti e nel suo insieme la  più celebrata garanzia per rendere un prototipo a questi eterni spendaccioni l’acquisto senza quei tempi incerti sul reale impiego pratico dove ancora un ibrido fa fatica a scrollarsi i difetti dell’AMX56 Leclerc :seppur con telemetria rialzata sulla torretta ..e nello scafo o meglio nella sezione motrice risulta del tutto non dissimile, e per niente accattivante, rispetto a quel del progetto rivisitato e ripetutamente.. ricondizionato Leopard 2, mettendo per così dire sullo stesso piano diversissime tipologie e varianti senza però mai offrire quella qualità o novità o affidabilità che potrebbe rappresentare per esempio un innovativo tipo di cingolo riavvolgibile e quindi sostituibile in battaglia senza incorrere rischi per l’equipaggio. 
Quello di sopra invece, il secondo dall’alto è una versione post Brexit e un collaborazione franco-tedesca di un’iniziativa denominata EMBT (European Main Battle Tank) nell’ambito del programma della NATO, per altro abbastanza scorporato dall’ammodernamento del Challenger in MK 2LEP e poi rettificato in Challenger 3 #Ultimate Royal Tank, rivisitato in quel famoso Board Defense del 2010 in “MGCS” ovvero Main Ground Combat System già abortito in passato per colpa di un’arretratezza e indisponibilità dei paesi alleati, e per colpa della nuova guerra asimmetrica che bussa alle porte di uno scenario trentennale di guerra al terrore e che dal DesertStorm del 1990 si spera sempre non sfoci ad una sceneggiata oltre l’imbarazzo quando si arrende come valido deterrente in un futuro ormai prossimo ed già diventato parte di questo autunno caldo, imprevedibile, talebano, pieno di contraddizioni e dopo vent’anni di promesse, premesse e migliaia di caduti.. di venerandi professionisti della politica che fanno orecchie da mercanti e dilapidano risorse con la finezza burocratica di voci di spesa per la difesa, anche nei bureau dell’alto comando della Trasformazione alla NATO, e in una falsa considerazione dei propri soldati che finiscono in fumo le loro certezze, per il capriccio di infilare anelli anche sull’infradito a queste mignotte mafiose nel mediterraneo e viziose leggiadrie vestali millenarie d’elezione a Venezia o Lady DIOR a Parigi con gli origami delle fanfaluche, nelle arie di queste mummie di mammalucchi, e nella presenza di spirito di queste mafie istituzionali ladro-edificate e mezze fasciste in Europa e dintorni.
La portaerei NIAGARA è una versione modernizzata del tipo di deterrente che dovrà fare parte degli schemi e dei piani per scongiurare un’escalation nei nuovi teatri di guerra reale, dove i carri armati dal mare diverranno obsolescenza e forse il perfetto test di sopravvivenza che ripercorrerà gli scempi del 1944. 
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cialtronchic-blog · 6 years
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La storia di Fabiozzo
Stavo pensando che sotto elezioni , permettetemi il linguaggio colorito, mi pare che chi si è cagato addosso punti il dito contro  quello che ha tirato una scoreggia vestita, gridando senti che puzza. Questa soave riflessione ha portato alla memoria un episodio di tanti anni fa e mi sono seduta per raccontarlo. Ed è venuto da sè, per la prima volta nella mia vita ho tentato di scrivere non in prima persona. Ho tentato di scrivere una storiella. Il risultato è imbarazzante, sembra un lavoro delle scuole elementari. Ma quello che importa è che mi sono davvero divertita. Quando ho finito mi sono accorta che era passata un'ora, avrei detto cinque minuti. Come quando eravamo bambini e si giocava. La perdita di contatto con il tempo è una delle cose più rare e belle, a mio avviso.
Quello fu il pomeriggio in cui cominciò . Mary sentì le voci e capì subito che erano arrivati gli inquilini del piano di sotto. Rimase sorpresa, non li aveva previsti. Qualche mese prima aveva affittato l’appartamento dove adesso stava cucinando con la tv accesa sul canale crime. Quando lei e Paolo avevano trovato quella casa , aveva avuto la sensazione di aver vinto la lotteria. Un appartamento tutto su un piano, spazioso, a un prezzo decente e vicino all’albergo dove lavorava.  lo spazio davanti a casa poi , circondati dal verde, dove cenare la sere d’estate era la cosa piu bella. E i loro  giorni sereni si erano alternati alle sere all’aperto, in compagnia del frinire dei grilli e di una bottiglia di vino e a volte delle chiacchere di Vasco, l’uomo che accudiva i terreni accanto alla casa e si fermava da loro per un bicchiere. L’appartamento di sotto, con il suo spazio esterno, non le risultava in procinto di essere affittato. Ma adesso sentiva quelle voci rumorose, che non promettevano niente di buono. Sembravano diverse persone. Mary pens�� che fossero eccitati dalla novità, l’ingresso in casa nuova . Presto arrivò l’ora di andare a letto, entrava al lavoro tutte le mattine di buon ‘ora per preparare e servire le colazioni agli ospiti. Quella sera Mary e Paolo non sentirono i grilli. Sentirono distintamente i vicini, però. “Ma quanti bambini hanno quei due? “ , chiese Mary al marito. “Mi pare che siano 4 o 5, l’età può variare dagli zero ai tredici anni” rispose Paolo guardando dalla finestra “ Ma che lingua parlano? E stanno litigando, che urlano cosi ? “ “No amore” rispose lui, è un idioma che assomiglia al napoletano, ma non è quel bel napoletano elegante e simpatico della tua amica . Senti ? non si riconosce parola umana. “ Lei cominciava ad aver mal di testa, sembrava di averli in camera da letto, tutti e sette. Il capo famiglia , di nome Fabio era un ragazzone alto e grosso e grasso , Paolo lo ribattezzò subito Fabiozzo. La signora Fabiozzo invece pesava 40 chili vestita, minuta e magra. E notte dopo notte Mary e Paolo capirono di avere un problema. I vicini del piano di sotto erano nottambuli, andavano avanti fino alle prime ore del mattino. A quel punto andavano a dormire , tanto di lavorare non se ne parlava proprio. E neanche di andare a scuola. Mary era sempre più stanca e sfinita. Una notte cercò di trascinare il letto matrimoniale in cucina, sperando di sentire meno urli. Ma non ci riuscì. Si sedette piangendo sul materasso, guardando la sveglia che di lì a poco avrebbe suonato. Stava cominciando a pensare di esprimere il proprio disappunto ai vicini, quando una sera vide arrivare una macchina, giù di sotto. Ne scesero di corsa due uomini , scaricarono degli scatoloni di cartone pesanti e risalirono velocemente in macchina, in uno strano e inusuale silenzio, sgommando poi via come il vento. “ Ecco come si mantengono i cellulari “ pensò Mary  “ le biciclette dei ragazzini so per certo che sono rubate in paese e tinte di rosa dal padre, e qui dentro probabile che ci sia merce rubata . forse non è il genere di gente che possa comprendere il mio disappunto” La sera dopo mentre Mary e Paolo si infilavano nelle orecchie gli inutili e duri tappi di cera ed entrarono nel letto, i decibel consueti diventarono qualcosa di ancora più assordante. Tolti i tappi si precipitarono alla finestra, spiando dalle fessure delle serrande. I signori Fabiozzo erano in giardino. Lei gridava “ statt ‘accuort con le mani” e lui le lasciava andare un ceffone in faccia. E poi di nuovo e ancora , il tutto condito dalle grida dei bambini presenti. In realtà, realizzò Mary, i bambini non erano poi tanto spaventati, gridavano come da copione abituale, non con vera paura. “ Finalmente un po’ di sano divertimento in questa casa” disse Mary, ma Paolo cominciò ad agitarsi. “ Cazzo, dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo chiamare la polizia . Oddio Mary, la sta prendendo per il collo, la strangola davanti ai figli “ “Neanche per idea interveniamo, se la strangola almeno smette di sfornare figli che diventeranno come loro”, disse lei. Paolo era molto sensibile alla logica e annuì “ non ci avevo pensato”. Fabiozzo non la strangolò. Rientrarono in casa e pochi secondi dopo riecheggiò un suono di vetri rotti, come se una intera vetrina di suppellettili fosse andata in mille pezzi. Mary pensò con gioia ai danni che non sarebbero stati mai pagati al padrone di casa, poco attento a chi affittava. E poi ci fu la telefonata. La signora Fabiozzo berciò dentro al cellulare con toni accorati. Nel giro di un’ora arrivarono due macchine. Ne scesero alcuni figuri. La signora Fabiozzo si fece loro incontro e berciarono tutti insieme . Mary non capiva le parole ma il linguaggio dei corpi era molto chiaro, erano suoi parenti. Il gruppetto concitato si diresse verso la porta di casa, da cui usci il signor Fabiozzo. Mary mentalmente di preparò un drink e si distese su un ideale divano con penisola , pronta a godersi la bella battuta che avrebbe preso il signor Fabiozzo da parte dei forse cognati. Ed accadde l’impensabile. Rimasero tutti fermi per un lungo istante. Poi la figura minuta della signora Fabiozzo si staccò dal gruppo degli uomini e si mise al fianco di suo marito. I due erano uniti di fronte al gruppetto adesso. Altro concitato urlio in linguaggio incomprensibile, poi il gruppetto salì sulle auto e si dileguò. “ Vedi tesoro che avevo ragione ? Mai intromettersi in una coppia cosi unita, sono fatti uno per l’altro, mica come noi”, disse mary appena si riprese dalla delusione. Quando sorse il sole , il mattino seguente, Mary era arrivata alla frutta. Paolo usci di casa per andare al lavoro e , baciandola, si fece promettere di non attaccare briga con quelli di sotto. “sono persone pericolose, non mi fare stare in pensiero, sei qui da sola. Ti giuro che appena esco dal lavoro vado a cercare un’altra casa per noi, la troverò stai tranquilla”. Mary lo guardò allontanarsi e senti di amarlo tantissimo. Cosi affidabile, cosi perbene e quadrato, così affettuoso e previdente, il suo porto sicuro. Poi rientrò in casa ed apri la finestra che dava sul giardino di sotto. Dormivano tutti , ovviamente. No, non tutti . Eccola che esce per stendere il bucato, i segni viola sul collo si vedono anche da quassù. Mary fu in un attimo preda del demone che abitava nella sua pancia da tutta la vita, il demone che le faceva dire quello che pensava anche quando sarebbe stato meglio di no. Lei, che si era sempre vantata di essere persona civile e garbata, di cercare di comprendere e di dialogare. La voce, di solito bassa, si fece alta e forte . Il discorso cominciò con “Adesso mi avete rotto davvero i coglioni” e toccò tutte le sfumature della rabbia, nominò molte parte anatomiche e diverse funzioni fisiologiche. Stava spiegando ancora un paio di punti poco chiari quando vide uscire da casa anche il signor Fabiozzo, che fingeva di non sentire e si allontanava verso la sua macchina.Ma il demone di Mary non era ancora sazio e disse alla signora Fabiozzo “ e chiama anche quella testa di cazzo di tuo marito, che ce n’è anche per lui”. La signora Fabiozzo rispose in un modo che Mary non avrebbe mai più dimenticato.
“ Che parolacce usi, ci sono le creature. Non si parla cosi davanti ai bambini. E poi , magari, non siete neanche sposati “
Mary tacque d’improvviso. Chiuse la finestra senza proferire altro verbo. Cominciò a fare i bagagli. Avevano vinto i Fabiozzo. Mary e Paolo traslocarono. I Fabiozzo rimasero. Ovviamente senza versare alcun affitto.
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tina-aumont · 6 years
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L-R: Catherine Deneuve, Mauro Bolognini, Giancarlo Gianni and Tina Aumont while filming “Fatti di Gente Perbene” aka “The Murri Affair”, 1974.
First photo from www.diomedia.com
Second photo I can’t remember the source, if you do, please post!! Thank you very much!! ^^
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giallofever2 · 6 years
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1974 A Masterpiece of Italian Cinema ... Based on a True Story , ...It is based on real events of a notorious 1902 murder trial. It was awarded with a David di Donatello 1975 for Best Film 1974 Fatti di gente perbene/ Il Delitto Murri Also Known As (AKA) Brazil A Grande Burguesia Belgium Die grote Dame Spain Hechos de gente de bien Spain La gran burguesía Finland Professori Murrin tapaus France La Grande Bourgeoise Greece (transliterated) To angeliko prosopo tis ypsilis koinonias Poland Czyny szlachetnego rodu Portugal Histórias de Gente Bem Sweden Murri-skandalen Turkey (Turkish title) Baba, ogul ve gelin Russia Djela pristojnog društva Uk Drama of the Rich/The Murri Affair USA The Murri Affair West Germany Die Affäre Murri Directed by Mauro Bolognini Music by Maestro Ennio Morricone directed by Bruno Nicolai (Ediz. musicali Bixio-Sam) Writing Credits Sergio Bazzini Mauro Bolognini Release Dates Italy 28 September 1974 West Germany 1975 France 2 April 1975 Japan 27 March 1976 USA 23 June 1976 (Toledo, Ohio) USA 18 July 1977 (New York City, New York) Sweden 27 January 1978 Belgium 1 June 1978 (Gent) Portugal 28 January 1983 South Korea 21 August 1993 Locations ESTERNI GIRATI A BOLOGNA E VENEZIA. technical specifications Runtime 2 hr (120 min) 1 hr 50 min (110 min) (West Germany) Premi David di Donatello 1975 Miglior film a Mauro Bolognini, Luigi Scattini Mario Ferrari Nastro d'argento ai migliori costumi 1975 Gabriella Pescucci Cast Giancarlo Giannini ... Tullio Murri Catherine Deneuve ... Linda Murri Bonmartini Fernando Rey ... Il professore Murri (the Father) Tina Aumont ... Rosa Bonetti (lover/waitress of the lawyer Tullio Murri) Paolo Bonacelli .. Francesco Bonmartini Corrado Pani .. Pio Naldi Ettore Manni ... Il dottore Carlo Secchi Laura Betti ... Tisa Borghi Marcel Bozzuffi ... Augusto Stanzani Giudice Giacomo Rossi Stuart Giacomo Rossi Stuart ... Riccardo Murri (as Giacomo Rossi-Stuart) Bonmartini Kim Rossi Stuart Kim Rossi Stuart ... Giovanni Bonmartini, figlio di Linda e Francesco, Loretta Rossi Stuart Loretta Rossi Stuart ... Maria Bonmartini Rina Morelli ... Giannina Murri Francesco D'Adda Francesco D'Adda ... (as Francesco Dadda) Silvana De Rossi Silvana De Rossi Luigi Antonio Guerra Luigi Antonio Guerra ... (as Luigi Guerra) Bruno Lanzarini Bruno Lanzarini Andrea Matteuzzi Andrea Matteuzzi ... Augusti Righi, il pubblico ministero Monica Scattini Monica Scattini ... Francina Mario Tessuto Mario Tessuto ... - Il commissario Lino Troisi Lino Troisi ... Giornalista Trama 🇮🇹 Il 2 settembre del 1902, in una casa patrizia di Bologna, fu trovato ucciso con tredici pugnalate il conte Francesco Bonmartini veneto e clericale. Il caso venne affidato al giudice Stanzani che si orientò verso un delitto per rapina, attribuito a Rosita Bonetti cameriera della contessa Linda Murri. Ma nove giorni dopo, il suocero Augusto Murri, medico di fama internazionale e libero pensatore, si presentava alla polizia e dichiarava che responsabile della morte era suo figlio Tullio, avvocato e consigliere comunale socialista che, a causa della sorella, aveva avuto un violento alterco con il cognato e alla fine era stato costretto a ucciderlo per legittima difesa. L'inquirente ordinava l'arresto, oltre che della Bonetti, del dott. Pio Naldi amico di Tullio, del dott. Carlo Secchi, amante di Linda Murri e della contessa. Tullio Murri si costituiva spontaneamente. Nel processo celebrato a Torino nel 1905 la pubblica accusa sosteneva l'omicidio premeditato compiuto da Tullio con la collaborazione degli altri e dietro istigazione della sorella ....
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giancarlonicoli · 3 years
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29 mar 2021 16:57
“SE SON ROSE, APPASSIRANNO”; “I SOGNI NEL CASSETTO...SE LI MANGIANO LE TARME” – BATTUTE, PERSONAGGI E INVENZIONI BY ENRICO VAIME – ''FABIO FAZIO L’HO PRESO CHE ERA UN CUCCIOLO, BALBETTAVA. BRAMIERI ERA QUASI UBBIDIENTE. MONTESANO INVECE...” – QUELLA VOLTA CHE UN GRUPPO DI RAGAZZINI VEDENDOLO SEDUTO AI GIARDINETTI CON UNA MACCHINA DA SCRIVERE IN COMPAGNIA DI ENNIO FLAIANO DISSE: “A FROCI!”. E FLAIANO RISPOSE... - VIDEO
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https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/vita-vaime-radio-invenzioni-200-programmi-autore-fabio-fazio-139853.htm
Biografia di Enrico Vaime
Da www.cinquantamila.it - La storia raccontata da Giorgio Dell’Arti
• Perugia 19 gennaio 1936. Autore radiotelevisivo e teatrale. Per la televisione ha firmato circa 200 programmi tra cui Quelli della domenica con Paolo Villaggio, Cochi e Renato; Canzonissima del ’68 con Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli; quella del ’69 con Raimondo Vianello, Johnny Dorelli e le gemelle Kessler; Fantastico ’88, Tante scuse, Risatissima.
Per oltre 25 anni conduttore alla radio di Black Out, fra le commedie musicali ha scritto per Garinei e Giovannini (in coppia con Italo Terzoli) Felici-bum-tà, Anche i bancari hanno un’anima, Una zingara mi ha detto, La vita comincia ogni mattina, Pardon Monsieur Molière, commedie tutte interpretate da Gino Bramieri.
Per Enrico Montesano (sempre in collaborazione con Terzoli) Bravo, Beati voi, Malgrado tutto beati voi. In coppia con Claudio Mattone ha scritto il musical C’era una volta... scugnizzi. Su Raiuno ha condotto con Maurizio Costanzo Memorie dal bianco e nero (2010), Di che talento sei? (2011) e S’è fatta notte (2012); su La7, ospite fisso fino al 2013 di Coffee Break.
• Famiglia borghese. Papà direttore di banca. Laurea in Giurisprudenza a Napoli «con lentezza arboriana. Ogni tanto facevo un esame. Un giorno dissi a mio padre: “Quanto mi dai se faccio cinque esami?”.
Lui disse: “300 mila lire”. Io feci tre esami veri e due falsi. Presi i soldi e andai con i miei amici al circolo polare artico in 600. In Norvegia. Un problema di patonza».
• «Sono entrato in Rai con un concorso pubblico. Entrarono con me Liliana Cavani, Giuliana Berlinguer, Francesca Sanvitale, Carlo Fuscagni, Giovanni Mariotti, Leardo Castellani. A quel punto hanno capito che era rischioso e non ne hanno fatti più» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti).
• Fu amico dello scrittore Luciano Bianciardi (1922-1971): «Facevamo grandi passeggiate a piedi a Milano. Lui in ciabatte e cappotto. Una volta in piazza Gramsci vedemmo un morto. Era un morto scenografico, con le braccia in posizione drammatica, da cinema. Bianciardi gli andò vicino, alzò la testa e disse a un signore che passava: “Forse respira ancora”.
E quello: “Frega un casso a me”. E Bianciardi rivolto a me: “Hai capito che aria tira a Milano?”». Altro amico lo scrittore Ennio Flaiano (1910-1972): «Una volta, Ferragosto ’64, dovevamo lavorare e ci mettemmo nel suo giardinetto con la macchina da scrivere. Come due imbecilli. Ad un certo punto una ventina di ragazzini si appoggiarono alla rete di recinzione.
Bruttini, macilenti, senza scarpe. Ci guardavano e ci giudicavano. Pensavano: ma questi due disgraziati che stanno a fare? Chi sono? Sentivamo i loro cervelli che lavoravano alla ricerca di una risposta. Poi partì un urlo: “Ah froci!!!”. Flaiano stette un attimo zitto e poi commentò: “Mi aspettavo di peggio”».
• «Comunista? Dipende. Se me lo chiede Berlusconi rispondo di sì. Se me lo chiede Bertinotti rispondo: “Debbo pensarci”».
• Nel 2007 ha pubblicato l’autobiografia Quando la rucola non c’era (Aliberti); nel 2012 Gente perbene. Quasi un’autobiografia (Rizzoli 2012). i
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novalistream · 4 years
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Il mio Pappalardo immaginario, contro le mascherine e i preservativi: lasciatelo gridaaare! Ci sono i malati immaginari e anche i “Pappalardi”, questo è il mio: Tutti lo sanno ormai: il generale di brigata Antonio Pappalardo è contro l’uso del preservativo. Le sue motivazioni sono nobili e hanno anche una matrice storica, sentiamo le sue parole: “Il preservativo? Una cosa ignobile! Non capisco come un eminente medico come Falloppio, quello delle tube, abbia potuto inventarlo. Il preservativo è orrendo, è contronatura ed è anche contro l’Arma dei Carabinieri, pensate a quanti carabinieri non sono potuti nascere a causa di questa guaina diabolica!”. Secondo Pappalardo il preservativo è “figlio” della dittatura delle multinazionali del lattice, e come dargli torto? Pappalardo è anche contro le aspirine, parla di una dittatura dell’effervescenza, per non parlare delle supposte, un generale di brigata non si può sottomettere alla dittatura delle supposte, e ancora una volta: come dargli torto? Veniamo a fatti più recenti, come sapete Pappalardo ha una vera e propria insofferenza nei confronti delle mascherine, queste “mutande da viso”, per lui è un affronto che qualcuno voglia coprire il suo bel volto di generale di brigata, come osa questo fantomatico comitato tecnico-scientifico mancare di rispetto ai lineamenti del suo volto? Sentiamo ancora le sue parole: “Certo il Covid esiste ma non è per nulla una pandemia, è un virus del quartierino, un virus-Ricucci, quindi non c’è assolutamente bisogno di tutto questo chiasso, e che sarà mai?”. Ancora una volta ci è difficile dare torto a un generale di brigata, come tutti sanno per diventare generale di brigata bisogna avere studiato Medicina ed essere specializzati in Virologia. E lasciatelo gridare questo benedetto generale, lasciategli gridare la sua verità. “Senza i medici non esisterebbero le malattie”, pare che abbia detto di recente in una trasmissione televisiva, e per l’ennesima volta non riusciamo a dare torto al nostro Pappalardo che per affetto chiameremo “Pappi”, in effetti filosoficamente una malattia è tale solo se si entra in una prospettiva di cura, se non si ponesse il problema del “curare” le malattie sarebbero solo normalissime alterazioni del nostro essere, Pappi si rivela anche fine filosofo, oltre che virologo e generale di brigata. Il generale Pappi ha un grande seguito tra i cittadini che masticano la gravitazione universale di Newton a colazione e non fanno differenze tra il caffè ristretto e la teoria della relatività ristretta di Einstein, sono tutte persone colte, informate sui fatti e sui misfatti, gente perbene che vuole volti scoperti e costituzionalmente corretti, gente del fare e del disfare, commercianti pronti a sfidare il Conte Dracula che vuole dissanguarli con norme e divieti che sono assolutamente inutili e controproducenti. “Non sarà un virus-Ricucci a fermarci!”, queste le ultime parole gridate a un megafono immaginario, prima di essere trasportato con la camicia di forza nella mia fantasia. Ricky Farina
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corallorosso · 4 years
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Il mio Pappalardo immaginario, contro le mascherine e i preservativi: lasciatelo gridaaare! Ci sono i malati immaginari e anche i “Pappalardi”, questo è il mio: Tutti lo sanno ormai: il generale di brigata Antonio Pappalardo è contro l’uso del preservativo. Le sue motivazioni sono nobili e hanno anche una matrice storica, sentiamo le sue parole: “Il preservativo? Una cosa ignobile! Non capisco come un eminente medico come Falloppio, quello delle tube, abbia potuto inventarlo. Il preservativo è orrendo, è contronatura ed è anche contro l’Arma dei Carabinieri, pensate a quanti carabinieri non sono potuti nascere a causa di questa guaina diabolica!”. Secondo Pappalardo il preservativo è “figlio” della dittatura delle multinazionali del lattice, e come dargli torto? Pappalardo è anche contro le aspirine, parla di una dittatura dell’effervescenza, per non parlare delle supposte, un generale di brigata non si può sottomettere alla dittatura delle supposte, e ancora una volta: come dargli torto? Veniamo a fatti più recenti, come sapete Pappalardo ha una vera e propria insofferenza nei confronti delle mascherine, queste “mutande da viso”, per lui è un affronto che qualcuno voglia coprire il suo bel volto di generale di brigata, come osa questo fantomatico comitato tecnico-scientifico mancare di rispetto ai lineamenti del suo volto? Sentiamo ancora le sue parole: “Certo il Covid esiste ma non è per nulla una pandemia, è un virus del quartierino, un virus-Ricucci, quindi non c’è assolutamente bisogno di tutto questo chiasso, e che sarà mai?”. Ancora una volta ci è difficile dare torto a un generale di brigata, come tutti sanno per diventare generale di brigata bisogna avere studiato Medicina ed essere specializzati in Virologia. E lasciatelo gridare questo benedetto generale, lasciategli gridare la sua verità. “Senza i medici non esisterebbero le malattie”, pare che abbia detto di recente in una trasmissione televisiva, e per l’ennesima volta non riusciamo a dare torto al nostro Pappalardo che per affetto chiameremo “Pappi”, in effetti filosoficamente una malattia è tale solo se si entra in una prospettiva di cura, se non si ponesse il problema del “curare” le malattie sarebbero solo normalissime alterazioni del nostro essere, Pappi si rivela anche fine filosofo, oltre che virologo e generale di brigata. Il generale Pappi ha un grande seguito tra i cittadini che masticano la gravitazione universale di Newton a colazione e non fanno differenze tra il caffè ristretto e la teoria della relatività ristretta di Einstein, sono tutte persone colte, informate sui fatti e sui misfatti, gente perbene che vuole volti scoperti e costituzionalmente corretti, gente del fare e del disfare, commercianti pronti a sfidare il Conte Dracula che vuole dissanguarli con norme e divieti che sono assolutamente inutili e controproducenti. “Non sarà un virus-Ricucci a fermarci!”, queste le ultime parole gridate a un megafono immaginario, prima di essere trasportato con la camicia di forza nella mia fantasia. Ricky Farina
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