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#Cimitero Vivente
libriaco · 25 days
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Le Fosse Ardeatine
Dieci metri piú in là del Quo Vadis la strada si biforca: a sinistra prosegue l’Appia Antica; a destra inizia la via Ardeatina. Prendemmo a destra. Man mano che proseguivamo nel cammino, m’accorsi che s’era formata una fila indiana di persone che, da sole o a piccoli gruppi, sembravano andare nella stessa direzione. Dopo cinquecento metri la strada smette di salire: segue una brusca discesa, che piega sulla destra. Proprio lí, poco dopo la svolta, nel compatto muro di fogliame che ci aveva fin allora accompagnati, s’apriva un varco. Vi entrammo: c’era uno spiazzo, a ridosso di una di quelle creste rossastre di tufo, che cosí frequentemente segnalavano allora nei dintorni di Roma la presenza di cave di pozzolana. Sullo sfondo, lungo la parete, s’aprivano due-tre grandi cavità oscure: si vedeva che erano state aperte, o riaperte, di recente, perché cumuli di terriccio fresco le fronteggiavano. Da quelle cavità un fitto via vai di persone, in gran parte militari, – poliziotti, carabinieri, pompieri, – ma tutti con delle povere tutacce blu o marroni, e fazzoletti colorati qualsiasi stretti intorno al volto. Mio padre trovò un masso da una parte e mi ci fece sedere. «Aspettami qui, – mi disse, – non muoverti». Capii che non era il caso d’insistere. M’accoccolai lí e cominciai a guardarmi intorno, mentre mio padre s’avviava verso uno di quegli ingressi. Mescolati a quelli che erano o parevano militari c’erano anche molti civili: uomini e donne aggrondati, generalmente vestiti di nero, che entravano e uscivano guardando fisso di fronte a sé. A un certo punto passarono due uomini, sorreggendo una donna: era riversa in avanti, con il volto cereo e le gambe rigide; le punte delle scarpe, tenacemente congiunte, come per un’inconscia resistenza nervosa dovuta a qualche dolore, rigavano la polvere. Ma la cosa piú impressionante per me era che da quelle bocche d’inferno veniva un fetore di fronte al quale quello dei poveri morti accatastati nelle bare qualche mese prima nel cimitero del Campo Verano mi sarebbe sembrato insignificante: forse a causa di un forte sbalzo di temperatura tra quelle fredde viscere della terra e il calore esterno, partiva dalla parete, e percuoteva tutti coloro che si trovavano lí davanti, una corrente, un vento intenso, un flusso mortifero compatto e come oleoso, che ci avvolgeva e ci sovrastava, permeando ogni molecola dei nostri apparati sensori, non solo il naso e l’olfatto, ma la bocca e il gusto, e impastandosi con tutta la nostra percezione. Il puzzo della morte, quando è particolarmente forte, si materializza, si fa corposo, si può toccare, diventa esso stesso una creatura vivente, una forza della terra. Cominciavo ad avvertire un ormai noto fremito di disgusto nello stomaco, quando mio padre riemerse dall’oscurità, con gli occhi rossi e il fazzoletto piantato anche lui davanti alla bocca e al naso. Disse: «Andiamo», e non ci fu verso di farlo parlare, fin quando, nel bar di piazza Tuscolo, non sorbimmo insieme un bicchiere di limonata. Sobriamente mi raccontò che proprio lí erano stati trucidati quei prigionieri italiani, politici e militari, di cui aveva parlato il giornale il giorno prima della morte di mio nonno Carlo, e che perciò da quel momento, poiché non aveva avuto ancora un nome, la strage poté chiamarsi, – e da allora s’è chiamata, – delle Fosse Ardeatine. Solo nelle settimane successive, e solo a brandelli, interrotti da lunghi silenzi, mia madre e io sapemmo il resto. Mio padre raccontò di aver visto le file dei prigionieri in ginocchio, non ancora decomposti, addossati l’uno all’altro, qualcuno caduto in avanti, con le mani legate dietro la schiena e un foro immenso nel cranio; disse che, a eccezione forse del primo, tutti gli altri avevano dovuto sapere, con un anticipo da pochi a molti minuti, quello che stava per accadergli. Raccontò anche che frotte di topi grassi fuggivano in giro quando uno degli addetti alla riesumazione spostava in uno di quegli angoli bui la luce della sua lampada.
A. Asor Rosa, L'alba di un mondo nuovo [2002], Torino, Einaudi, 2005
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diceriadelluntore · 1 year
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Lutti
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Funerale ed esequie, sebbene sinonimi, non sono usabili indistintamente: funerale, (da funus, fune, con probabile aggancio alle funi con cui si depongono le salme alle sepolture) indica il complesso di riti e cerimonie che si fanno per l’accompagnamento di un defunto alla sepoltura o in commemorazione della sua morte; le esequie (dal lat. exsequiae -arum, der. di exsĕqui «andar dietro») indica in particolare il rito funebre che si compie in chiesa secondo gli usi liturgici, prima del trasporto della salma al cimitero. Per dire, un funerale può essere laico, ateo, civile, le esequie sono per definizione religiose.
Linneo definì homo un genere di primati della famiglia degli ominidi, la cui unica sottospecie vivente è l'Homo sapiens, cioè l'uomo moderno. Linneo era un creazionista (ricordo che visse nel XVIII secolo) e credeva ciecamente al disegno divino, la sua tassonomia è il più grande tentativo di organizzare il disegno divino della natura. I paleontologi moderni invece tendono ad affiancare una caratteristica culturale per la definizione di homo, cioè la capacità di creare manufatti attraverso altri manufatti: uno scimpanzé abilissimo a prendere un bastoncino per farne una sorta di “canna da pesca” per raccogliere le formiche non è un homo dato che non saprebbe come fabbricare una canna da pesca da un albero. Alcuni aggiungono un’altra caratteristica: il rapporto con i consimili defunti.
In questi giorni, due personaggi illustri sono morti, creando un sentimento, parallelo e diverso, di commozione e di emozione: Pelè, leggenda del calcio, e Joseph Ratzinger, papa emerito della Chiesa cattolica, figura storicamente importante dato che è la prima volta che in Vaticano si celebrano le esequie per una figura simile, tanto da definire un cerimoniale specifico.
Eppure molte cose sono simili: la fila ordinata per il saluto alla salma, la visita delle autorità più disparate, le reazioni, gli elogi funebri e le critiche, lo spirito “diverso” dal lutto propriamente familiare, ma allo stesso tempo una partecipazione sentita a volte persino in modo inaspettato, da annullare certe volte le distanze, fisiche e culturali, più disparate
In città, un funerale è solo un’interruzione del traffico. In un paese è una forma d’intrattenimento. George Ade
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arte1h · 1 year
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TITOLO: anfora protogeometrica con cavallino
DATAZIONE: 1000 a.C.
LUOGO DEL RITROVAMENTO: Atene, cimitero del Ceramico
LUOGO DI CONSERVAZIONE: Atene, Museo del Ceramico
TECNICA: ceramica ateniese, con motivo protogeometrico
DETTAGLI: Questa è un’anfora e veniva usata per trasportare liquidi e solidi per i commerci. Difatti le anfore avevano una struttura ben precisa, che consentiva di incastrarne una accanto all’altra, unendo la bocca di una alla punta dell’altra. Le anfore venivano usate anche per uso domestico e poiché non potevano essere lavate all’interno, appena usate venivano buttate, anche per questo motivo la domanda di anfore era elevatissima. Sul corpo dell’ancora sono presenti motivi geometrici con forme e proporzioni perfette, da notare per esempio le linee nere orizzontali equidistanti. Queste venivano eseguite per mezzo di uno strumento, simile ad un compasso, che, rimanendo fisso, segnava e righe mentre il vaso veniva fatto ruotare su un tornio. L’unica raffigurazione vivente sull’anfora è il piccolo cavallino a sinistra. Il cavallo è un soggetto ricorrente nell’arte figurativa greca, poiché era riconosciuto come l’animale nobile per eccellenza.Il colore nero delle figure è tipico della ceramica attica e veniva prodotto per mezzo di un sottile strato di argilla.
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popolodipekino · 9 months
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karma
Preferisco non tornare con la memoria all'epoca della grande morìa. Non avrei mai creduto di scamparla. La lunga migrazione che mi mise in salvo, la compii attraverso un cimitero di carcasse spolpate, in cui solo una cresta, o un corno, o una piastra di corazza, o un brandello di pelle tutta scaglie ricordava lo splendore antico dell'essere vivente. E addosso a questi resti lavoravano i becchi, i rostri, le zanne, le ventose dei nuovi padroni del pianeta. Quando non vidi più tracce di vivi né di morti mi fermai. Su quegli altipiani deserti passai molti e molti anni. Ero sopravvissuto agli agguati, alle epidemie, all'inedia, al gelo: ma ero solo. Continuare a star lassù in eterno non potevo. Mi misi in strada per discendere. Il mondo era cambiato: non riconoscevo più né i monti né i fiumi né le piante. La prima volta che scorsi degli esseri viventi mi nascosi; erano un branco dei Nuovi, esemplari piccoli ma forti. - Ehi, tu! - Mi avevano avvistato, e subito mi stupì quel modo familiare di apostrofarmi. Scappai; mi rincorsero. Ero abituato da millenni a suscitare terrore intorno a me, e a provare terrore delle reazioni altrui al terrore che suscitavo. Adesso niente: - Ehi, tu! -; s'avvicinavano a me come se niente fosse, né ostili né spaventati. da I. Calvino, I Dinosauri, in Le cosmicomiche
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lamilanomagazine · 1 year
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Milano, distribuzione di pane a Sant’Eustorgio dopo la sfilata dei Magi
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Milano, distribuzione di pane a Sant’Eustorgio dopo la sfilata dei Magi.   Venerdì 6 gennaio 2023, giorno dell’Epifania, un corteo in costume parte dal Duomo di Milano per raggiungere la Basilica di Sant’Eustorgio, dove sono conservate le reliquie dei Magi, tuttora oggetto di culto e grande devozione. Sul sagrato di una delle basiliche più antiche della città, è allestito un presepe vivente con i personaggi della Sacra Famiglia, a cui i tre saggi venuti dall’Oriente portano oro, incenso e mirra in presenza delle massime autorità cittadine. I volontari di Pane in Piazza, iniziativa benefica promossa dai Frati Cappuccini Missionari di Milano e Famiglia Marinoni, dopo la Santa Messa, distribuiranno ai fedeli 1000 pani benedetti per richiamare i valori della pace e della fraternità. Lo scopo di Pane in Piazza è raccogliere fondi per costruire un panificio industriale in Etiopia, a Dire Dawa, nella diocesi di Harar, guidata dal Cappuccino Mons. Luigi Pagano, perché nel paese africano manca il lavoro e la popolazione vive in condizione di estrema povertà. Commenta fra Marino Pacchioni, Direttore del Centro Missionario di piazzale Cimitero Maggiore 5: “Amare Gesù comporta necessariamente amare il prossimo: l’iniziativa di Pane in Piazza per l’Epifania vuole esprimere l’impegno di ogni cristiano nel dono, ai vicini come ai lontani e più poveri”. Il pane è donato dai panificatori Bollani, Manzoni e Marinoni. Per donare: https://www.missioni.org/come-aiutarci/, specificando la causale Panificio Harar.        ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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moonchildss0ul · 2 years
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Custode di storie
Ci sono cose, persone che non si possono dimenticare.
Ho passato tutti questi anni a pensare a tutte quelle persone sconosciute, senza riconoscimenti, senza stelle sulla walk of fame, senza notizie su internet, il vicino di casa di cui a mala pena ricordi gli anni ma che aveva sempre un sorriso da regalare, una cassiera gentile, chiunque.
Tutte quelle persone buone, anime meravigliose che nel loro piccolo hanno fatto tanto.
Ho iniziato a scrivere una nuova storia per dare voce a quelle persone, quelle anime che mi rimbombavano nella testa, di cui volevo parlare, di cui avevo bisogno di parlare.
Ho iniziato a scrivere perché volevo regalargli una nuova vita e conoscerli tra le mie stesse parole.
Ci sono miliardi di vite di cui vorrei conoscere la storia, come se entrando in un cimitero potessi scegliere la lapide e ascoltarne il proprietario parlare per ore o guardare un film dei suoi ricordi, a volte mi fa male non poterlo fare, l'oblio è la punizione peggiore per qualsiasi essere vivente, soprattutto per chi meriterebbe di essere conosciuto.
Inseguo i vivi, li cerco in più angoli di mondo che posso per conoscerli, ogni persona ci dona qualcosa nel bene o nel male, ogni persona buona merita un gesto gentile, anche solo uno, vorrei poterlo fare per tutti.
La storia di chiunque vale la pena di essere raccontata bella o brutta che sia.
Raccontatemi la vostra ne sarò il custode.
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thebutcher-5 · 3 years
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Cimitero Vivente (1989) e Pet Sematary (2019)
Cimitero Vivente (1989) e Pet Sematary (2019)
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. La scorsa volta abbiamo discusso della nuova trasposizione de L’Uomo Invisibile diretta da Leigh Whannell, una trasposizione del classico di Wells in chiave moderna. Un film che ho trovato interessante sotto molti aspetti. Quello che sicuramente mi ha colpito di più è come abbiano unito bene le tematiche dell’invisibilità e della violenza domestica, due…
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giallofever2 · 5 years
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Un Grande CulT internazionale “Pet Semetary”
... e il suo seguito...
Cimitero vivente
Cimitero vivente 2
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braust-breust · 5 years
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Pet Sematary: le nostre opinioni
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L’idea di riportare di riportare al cinema il romanzo di Stephen King Pet Sematary, trent'anni dopo Cimitero Vivente, ci stava e le strade potevano essere due: un adattamento fedele del libro (il film dell’89 si era preso alcune libertà) o una nuova variazione sul tema. Hanno scelto la seconda e il risultato è stato... meh. Non è un pessimo film e farà conoscere alle nuove generazioni una delle storie più interessanti di King, è solo che non riesce ad entusiasmare e a lasciare il segno, risultando alla fine pari o inferiore al primo adattamento. Superfluo. Pagella: 6-/10
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Mah che dire, remake del film del 1989, non mi ha lasciato a bocca aperta, anzi molte pecche di questa pellicola mi indirizzano nel definirlo un filmetto e niente più. Assenza di phatos e scene terrificanti, personaggi a volte scollegati tra di loro senza ricercare un minimo di reale giustificazione nei loro comportamenti come a fare tutto meccanicamente per esigenza narrativa. il finale poi completamente diverso dal libro e dal primo film mi lascia perplesso. Ottima la piccola Jeté Laurence nel suo personaggio. Nota dolente la canzone finale adattata dai Starcrawler (cover di quella dei Ramones)... malino. Pagella: 5/10
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universalmovies · 5 years
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Ecco il trailer finale di Pet Sematary, l'horror tratto dal romanzo di Stephen King
Ecco il trailer finale di Pet Sematary, l’horror tratto dal romanzo di Stephen King
Paramount Pictures ha rilasciato poco fa il trailer finale di Pet Sematary (Cimitero Vivente), il nuovo adattamento cinematografico del noto romanzo di Stephen King.
In Italia sarà 20th Century Fox, ed in attesa della versione ufficiale italiana, ci godiamo oggti il terrificante trailer finale originale.
Pet Sematary sarà diretto da Kevin Kolsch e Dennis Widmyer. La sceneggiatura è…
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silviatorani · 4 years
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Racconti #2
Ehilà, da quanto tempo!
Quest’estate ho lavorato ad alcuni racconti e credo sia il momento giusto per un nuovo aggiornamento (dato che l’estate è finita da due mesi, sai com’è).
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“This world you live in is not a place for someone like you.”
–A Different Kind Of Human, AURORA
Ho scritto Nave madre per A Ticket To Write lo scorso agosto (ne ho parlato qui e qui). Non sono riuscita a terminarlo entro il viaggio di andata, ma ho sfruttato i due giorni di permanenza ad Aquisgrana e il viaggio di ritorno per finirlo.
Trama: Carlo si è appena trasferito in una nuova scuola e viene subito preso di mira dai bulli per il suo peso. L’unico compagno di classe che vuole fare amicizia con lui è Luca, anche lui vittima di bullismo. Luca racconta a Carlo di avere origini extraterrestri e Carlo lo asseconda, credendo che si tratti di un gioco a cui Luca gli sta chiedendo di giocare. I bambini fanno amicizia e Carlo interviene in soccorso di Luca durante un episodio di bullismo, ma a quel punto Luca gli rivela che la nave aliena sta per venire a prenderlo e gli chiede di andare via con lui.
POV: Prima persona presente dal punto di vista di Carlo.
Playlist:
Little Boy In The Grass - AURORA
Through The Eyes Of A Child - AURORA
Under The Water - AURORA
A Different Kind Of Human - AURORA
Mothership - AURORA
Tiny Alien - Katie Melua
The Tourist - Message To Bears
Personaggi: È possibile che in fase di editing cambierò i nomi dei protagonisti perché erano pensati per essere dei placeholder, ma forse mi ci sto affezionando. Vedremo.
Carlo
appassionato di geologia
disperatamente in cerca di un amico
insospettabile romantico
bravo ad ascoltare
Luca
convinto di essere un alieno
ossessionato dallo spazio
estremamente socievole e loquace
ha una fortissima immaginazione
Madre di Luca
madre single
fricchettona
vegetariana
brava a cucinare
Estratto:
Prende uno sgabello, lo accosta alla parete e ci sale sopra. Allunga una mano e indica un punto su uno dei poster. È così basso che deve comunque mettersi in punta di piedi.
«Vedi questo puntino qui, nella periferia di Andromeda? È la galassia M32. Il mio pianeta si trova lì. In questo periodo dell’anno, se ti allontani abbastanza dalla città e il cielo è limpido, di notte puoi vederlo.»
Prendo un’altra pietra.
«E lì com’è?»
Abbassa la mano e guarda il poster con la testa piegata all’indietro.
«È come un grande oceano, solo che l’acqua in realtà è il cielo e tutti galleggiano e possono respirare. Quello che senti diventa una luce sulla pelle e ogni emozione ha un colore diverso, così sai sempre se qualcuno è triste e lo puoi aiutare. Poi nessuno ti prende in giro se sei diverso, perché tutti lì sono sé stessi e ognuno può essere diverso dagli altri.»
«Sembra bello.»
Si volta e sorride.
«Se vuoi, puoi venire anche tu. Quando verranno a prendermi.»
Per un attimo mi sono dimenticato che è solo un gioco.
A che punto sono: Non avendo avuto a disposizione una connessione internet durante la stesura ho dovuto rinunciare ad alcune ricerche di cui prima di iniziare non mi aspettavo avrei avuto bisogno e che invece si sono rivelate abbastanza importanti per la caratterizzazione dei protagonisti, quindi il testo ha qualche buco che dovrà essere riempito con una buona enciclopedia sulle rocce e i minerali. A parte questo, il risultato mi ha lasciato molto soddisfatta, devo solo risolvere qualche problema di chiarezza e rivedere il finale che risulta un po’ affrettato.
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“Hate followed him gently, black seeds in his heart, roots tearing the love in him apart.”
–Churchyard, AURORA
Ho iniziato questo racconto nell’agosto 2018 e dopo aver scritto un paio di paragrafi l’ho messo da parte per mesi. A gennaio l’ho ripreso in mano e ho finito la prima stesura, ma quest’estate ho fatto vari giri di revisione.
Trama: Berlino, 1933. Konrad vive solo da quando la moglie è rimasta uccisa in un attentato diretto a lui e la figlia se n’è andata di casa per vivere con un mezzo ebreo. Una sera si reca al raduno della sua squadra di SA, ma ad aspettarlo trova solo Dieter, ultimo acquisto della squadra e amante della figlia. Fino a quel giorno è stato l’unico a conoscenza delle sue origini e non l’ha mai denunciato per pudore nei confronti della figlia ma, mentre camminano verso la sede della loro sezione, viene a sapere che Marlene ha lasciato Dieter sei mesi fa e nonostante questo si rifiuta ancora di tornare a casa.
POV: Prima persona presente dal punto di vista di Konrad.
Playlist:
Put the Blame On Meme - Rita Hayworth
Amado Mio - Rita Hayworth
As Time Goes By - Dooley Wilson
Churchyard - AURORA
O Tannebaum - canto tradizionale
Personaggi:
Konrad (nel racconto non viene mai detto il suo nome)
reduce della prima guerra mondiale e nazista della prima ora
troppo orgoglioso per fare un passo indietro
vive soltanto per la sua divisa
è così accecato dall’odio da non vedere quello che ha perso
Dieter
contraddizione vivente
ebreo da parte di madre
ha rinnegato le sue origini per essere accettato
fumatore incallito
Marlene
incolpa suo padre della morte della madre
ha lasciato Dieter quando si è unito alle SA
simbolo della vita a cui Konrad e Dieter hanno rinunciato
Gertie
l’amica ubriaca™
fa la ballerina in uno spettacolo di varietà
ospita Marlene in una catapecchia in affitto
Estratto:
Allunga la mano e sfiora una delle rose. Alcuni petali cadono sull’erba davanti alla lapide. «Queste le ha portate Marlene…»
«Come lo sai?»
Si volta verso di me. Magari ha mentito e si vedono ancora. Magari la segue.
Spingo un piede più a fondo nella ghiaia.
«Hai detto che non la vedi da mesi. Come sai che le ha portate lei?»
Torna a guardare la lapide.
«Conosco i suoi gusti.»
Chiude gli occhi, avvicina il naso e inspira l’odore delle rose. Lo immagino fare lo stesso ai capelli di Marlene. È quasi pornografico.
«Andiamo avanti. Non c’è tempo da perdere.»
Torna a guardarmi, rannicchiato davanti alla lapide con le ginocchia piegate. Sarebbe così facile dargli un calcio e buttarlo per terra. Il cimitero è deserto, non ci sono testimoni. Quanto forte dovrei colpirlo per non dargli la possibilità di difendersi?
A che punto sono: Quello che mi interessava mostrare con questa storia era come i due protagonisti, nonostante siano molto diversi tra loro, siano accomunati dalla stessa estraneità alla vita e abbiano entrambi rinunciato alla propria umanità in nome di una causa di cui non ricordano più le ragioni. Non sono ancora sicura di esserci riuscita: la parte che mi ha dato più difficoltà è stato definire una trama, dato che non succede quasi niente ed è tutto molto basato sull’interazione dei due personaggi. Al momento il racconto sta venendo letto da un beta e spero che il suo feedback mi aiuti a capire come aggiustare il tiro.
Questo mese ho scritto anche altri racconti partecipando al Writober di @enerimess​, ma sono tanti e non ho ancora deciso come (e se) ne parlerò qui sul blog, dato che non credo di perseguirli tutti. Ho anche avuto qualche idea per il titolo della raccolta che mi piacerebbe mettere insieme e a cui forse lavorerò durante il NaNoWriMo (non riesco a decidere se partecipare o no!), ma sarebbe davvero troppo per questo aggiornamento, quindi per il momento mi fermo qui.
A presto!
–Silvia
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foxpapa · 5 years
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Forio d'Ischia, ecco la statua dedicata a Nicoletta
Sarà inaugurata stamattina la statua dedicata a Nicoletta, la cagnetta che vegliò per 10 anni sulla tomba del suo proprietario al cimitero di Panza
La cerimonia si terrà alle 11.30, alla presenza delle autorità. I Verdi tra i promotori dell'iniziativa. "Nicoletta si è spenta lo scorso maggio, lasciando un vuoto in tutti i frequentatori del cimitero che ben la conoscevano - spiega  il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli - Era docile e malinconica e, tutti i giorni, si recava a far visita al suo proprietario. Il piccolo monumento è stato realizzato da Ambrogio Castaldi in pietra verde di Ischia, su commissione di Enrico Mattera che con me, Arnalda Iacono e Gioacchino Castaldi, ha inteso realizzare un piccolo omaggio ad un magnifico essere vivente affinché il suo esempio di amicizia e fedeltà non vada disperso”.
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francescosatanassi · 5 years
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Pet Sematary è un singolo del ‘89 ed è presente nella colonna sonora della versione italiana del film Cimitero vivente, film ispirato al romanzo del 1983 di Stephen King, che ha sempre dichiarato i Ramones come la sua band preferita. Nella colonna sonora è presente anche un’altra canzone dei Ramones: Sheena Is a Punk Rocker. Quando la canzone uscì, ricevette una nomination come "Peggior Canzone Originale", nonostante ora sia uno dei pezzi più famosi della band. Fu scritta in un’ora da Dee Dee Ramone dopo aver ricevuto una copia del romanzo dallo stesso King. In alcuni passaggi, il testo si collega al romanzo riferendosi a Victor, uno studente morto in un incidente stradale, che prima di morire dice le sue ultime parole al protagonista, anche se i due non si conoscono. Il protagonista rivede Victor in sogno e da lui viene accompagnato al cimitero con la raccomandazione di non spingersi oltre. Quando il protagonista si risveglia, però, ha una sorpresa: i suoi piedi sono coperti di terra e aghi di pino…
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thebutcher-5 · 3 years
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giallofever2 · 4 years
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