““Nankurunaisa”, forse la parola più importante. I giapponesi, pronunciandola, enunciano un concetto fondamentale: con il tempo si sistema ogni cosa. Tutto, nel frammento spazio-temporale necessario, trova la sua giusta collocazione. Prima o poi, le situazioni, si aggiustano. Ciò che adesso è incompleto o incomprensibile prenderà forma e luce domani.”
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Shanghai Grand Opera House, Snøhetta
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i can’t
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“Carissimo, sono certa che sto per impazzire di nuovo. Sento che non posso affrontare un altro di questi terribili momenti. E questa volta non mi riprenderò. Allora faccio quella che mi sembra la cosa migliore. Tu mi hai offerto la massima felicità possibile. Tu sei stato in tutto e per tutto quello che nessuno poteva essere. Non penso che due persone avrebbero potuto essere più felici di noi. Non ce la faccio più a lottare. So che sto rovinando la tua vita. Devo a te tutta la mia felicità. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, quello saresti stato tu. Ho perso tutto, tranne la certezza della tua bontà. Non penso che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siano stati noi.”
— Virginia Woolf, Ultima lettera a suo marito prima del suicidio (via ilsentierodellamore)
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Marbre de jeune fille, Musée de Rennes, France
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daddy’s spoiled brat.
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and the slow, sad pleasure
of knowing it wouldn’t last
more beautiful, even,
than imagining it would.
Maya C. Popa, from “Wittgenstein in the Palisades”, American Faith
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he hit me and it felt like a kiss
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